Recensioni per
La vita vera
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 53 recensioni.
Positive : 53
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/02/22, ore 15:07
Cap. 3:

Questo ultimo capitolo è proprio un pugno nello stomaco. Certo ero preparata, ma la rabbia che ho provato è andata molto oltre le mie aspettative, sappi che ho odiato Rizzelli, quasi quanto Walter White di Breaking Bad, serie che se non hai visto ti consiglio vivamente di fare, il cui protagonista, nel modo di porsi, per certi versi, mi ha ricordato il tuo Rizzelli, anche se storia e contesti sono lontanissimi. L'ho odiato in maniera viscerale e così anche 'sto essere immondo qua di Rizzelli, che più che essere ludopatico, mi pare un frustrato, invidioso, incattivito, anche molto stupido e ignorante (si vede che lo amo neh?).
Ovviamente il tutto finisce malissimo, forse anche peggio di quanto mi potessi mai immaginare, perché purtroppo non finisce male solo per lui, ma anche per la sua famiglia che ora se lo deve anche sobbarcare e accudire. Uno sfacelo totale! Il male genera male, l'ho sempre pensato e questa tua storia sembra darmi ragione.
Devo davvero lodarti per il lucido cinismo con cui hai scritto questa fic, senza sconti, senza neppure lasciare uno spiraglio di speranza, come ho detto all'inizio :un vero pugno nello stomaco, così come la vita reale, a volte, ci riserva veramente. Bravo, io sono certa che non ci sarei riuscita, per questo mi complimento ancora di più per questo tuo lavoro, in cui ti sei speso tanto anche in ricerche e si vede dal risultato. Ho sempre grande stima degli autori, che mettono così tanto amore nello scrivere, anche se per passatempo, tanto da documentarsi per rendere la loro storia più credibile e plausibile.
Concludo ringraziandoti per buona lettura che mi hai regalato.
​Alla prossima!
Ps: separare i capitoli  con la $ del dollaro è stata una fine genialata che ho apprezzato ;)
 

Recensore Master
15/02/22, ore 16:15
Cap. 2:

Questo capitolo è amaro come il fiele. Credo di non aver mai detestato tanto un protagonista di una fic come questo Rizzitelli (che, scusami, io avevo ribattezzato Rizzoli!).
Mi hai provocato, ansia, disagio e anche rabbia, vuol dire che sei andato a segno!
Ammiro la tua capacità di condensare in un capitolo questa discesa all'inferno della ludopatia, che non lascia scampo, senza perderti in chiacchiere inutili ma andando dritto al sodo.  Al contrario di Rizzitelli mipiace un sacco Roberto, il collega, una persona per bene, che si preoccupa per lui, che Rizzitelli non si merita assolutamente. 
La moglie pare essersi svegliata e ora vedremo come andrà a finire questa tragedia annunciata...
Ti rinnovo i miei complimenti e ci risentiamo per la fine di questa storia, manca solo un capitolo e sono davvero curiosa di leggerlo.
A presto e ancora bravo!
 
(Recensione modificata il 15/02/2022 - 04:16 pm)

Recensore Master
14/02/22, ore 15:36
Cap. 1:

Caro Old manco da EFP da quattro anni e più, ma son periodi, a volte ci piace fare delle cose, poi ci stanchiamo, poi la voglia ritorna e via andare!
Disquisizioni inutili a parte avevo voglia di leggere qualcosa  e siccome tu sei una garanzia, mi sono messa a spulciare il tuo profilo per trovare una storia che potesse rientrare nei miei gusti, quando il plot di questa mi ha letteralmente catturata.
Allora che tu abbia talento e sappia scrivere bene ormai è voce di popolo ed è assodato, ma la cosa che mi piace di più è che riesci a catturare l'attenzione del lettore e tenerla alta fino alla fine del capitolo.
Hai descritto in maniera amaramente cinica un borghesuccio insoddisfatto, un omuncolo da due soldi, ingrato della fortuna che ha, come purtroppo ce ne sono per davvero, Rizzoli è insopportabile e per di più è anche stupido, il che lo rende ancora più mal digeribile.
Mi piace che tu abbia voluto parlare di una dipendenza gravissima, come la ludopatia, ancora non tanto conosciuta ma che rovina e ha rovinato un sacco di gente, anche con le maledette slot da bar. Conosco gente che ci si è mangiata la casa porca miseria!
Per concludere, questo primo capitolo l'ho trovato eccellente sia nella forma che nella narrazione. Ovviamente continuo a leggere con grande curiosità e avrai presto mie notizie!
 

Recensore Master
19/08/21, ore 09:40
Cap. 3:

Ciao Old Fashioned,
eccoci arrivati al finale, che ricorda il grafico della tangente di -x quando x tende a pigreco mezzi. Insomma, una caduta a picco incredibile. Ha ipotecato la casa, l'automobile, fatti i debiti, svuotato i conti, maledetto i famigliari, e infine l'incidente con la conseguente tetraplegia che risulta in una condanna a vita anche per la moglie e le figlie, che ora hanno tutte le buone ragioni per augurargli una morte il più possibile rapida.
Complimenti per questa storia, bella e coinvolgente, che costituisce una credibile denuncia per tutte le pratiche di gioco d'azzardo, peraltro legali e tassate dallo stato.
MaxT :)

Recensore Master
18/08/21, ore 09:30
Cap. 2:

Ciao Old Fashioned,
il miraggio delle ricche vittorie ha attecchito così rapidamente che la dipendenza di Rizzitelli si è sviluppata con una velocità impressionante.
In breve, suggestionandosi e inventando sue leggi statistiche o causali che ad un osservatore esterno si rivelano solo come nuove superstizioni, lui ha perso prima il senso del denaro, poi quello del tempo e quindi ogni interesse per il suo lavoro o per la sua famiglia. L'incalzare delle partite fa perdere anche il senso del tempo al lettore, per cui non si riesce a dire quanto tempo sia passato dall'inizio alla fine del capitolo se non nel momento in cui emerge il punto di vista della moglie.
Il suo estraniarsi non è passato inosservato, nonostante le numerose scuse sempre meno credibili. Infine l'evidenza dei fatti comincia a farsi chiara anche per chi gli sta attorno.
L'efficacia della narrazione è dimostrata dalla rabbia che provoca nel lettore, o almeno in questo lettore.
Ottimo lavoro.
MaxT :)

Recensore Master
17/08/21, ore 09:50
Cap. 1:

Ciao Old Fashioned,
anche se la tua storia non è arrivata in tempo a partecipare al concorso per il quale era stata concepita, il grande lavoro di ricerca svolto per darle uno spessore non è stato certo sprecato.
Alessandro Rizzitelli, il protagonista, ha già più di quanto un uomo medio potrebbe aspettarsi dalla vita, ma questo non gli basta. Non è soddisfatto della sua bella casa che gli dà tutti gli spazi necessari, della sua bella moglie che può permettersi di gestire un negozio poco redditizio pur di seguire i suoi hobby, vede tutti i minimi difetti della sua berlina e, anziché concentrarsi sul lavoro, perde il tempo a sognare dietro a favolose automobili delle quali non potrebbe neppure sfruttare le prestazioni senza stracciare ogni codice stradale.
Il dottor Clerici gli appare in tutta la magnificenza e munificenza di un modello positivo, e lo introduce nello sfavillante casinò di Portorose dove
si sfoggiano ricchezze e si vive come un sogno l'ebbrezza di dilapidarle per correre dietro alla fortuna e al miraggio di una maggiore ricchezza.
Tutto il sistema appare concepito per creare uno stato di dipendenza che spesso si traduce nel dilapidare la propria ricchezza, o nel bisogno di inseguirne ancora di più per non essere escluso da quel giro sfavillante.
La vittoria non ha fatto bene al protagonista: oltre alla sua precedente perpetua insoddisfazione, ora comincia a nascondere la vincita alla moglie, e le sue ricerche alla ditta. Si creano le premesse per una doppia vita che può erodere il non poco che già aveva.
Complimenti per il capitolo, scritto e strutturato benissimo e che ci fa scivolare nella prospettiva sempre più insaziabile del protagonista.
MaxT :)

Recensore Junior
25/07/20, ore 12:10
Cap. 3:

Povera Laura, povere ragazze.
Povero Rizzelli invece no, proprio no, perché è il solo e unico colpevole, l'artefice di una disfatta colossale.
E sul finale non gli concedi spazio, la nostra compassione è tutta indirizzata verso la moglie e le figlie che sono le vere vittime.
Gli fai subire un destino peggiore della morte, proprio a lui che voleva assaporare questa fantomatica 'vita vera' e che adesso dovrà aspettare la sua ora come una liberazione, intrappolato in un corpo tetraplegico.
Che incubo.
E nonostante tutto non provo pena per lui, semmai tanta rabbia, perché aveva tutto e non ha fatto altro che disprezzarlo finchè non gli è rimasto più niente.
Una storia difficile da leggere e da digerire, scritta divinamente, su un tema di cui sapevo davvero poco e niente.
Perciò grazie, per l'eccellente lettura e per i profondissimi spunti di riflessione! Con te non si resta mai delusi, e c'è sempre qualcosa da imparare.

Elly
(Recensione modificata il 25/07/2020 - 12:10 pm)

Recensore Junior
25/07/20, ore 11:52
Cap. 2:

Una discesa negli inferi, descritta con la tua solita bravura, quella che mi lascia sempre a corto di parole capaci di esprimere davvero quanto sia perfetto il tuo stile.
Trascini il lettore in un vortice di emozioni, su cui prevale un'angoscia insistente che prende allo stomaco, perché da certe premesse non può nascere proprio niente di buono.
I problemi al lavoro, i gratta e vinci, quei simboli egizi che tormentano Rizzelli anche nei sogni, il conto delle ragazze prosciugato. A proposito, Chiara e Serena mi sembrano tutto tranne che nomi buttati lì per caso, piuttosto direi che sono emblematici di una vita davvero chiara e serena che si avvia inesorabilmente verso la fine. Una brutta, bruttissima fine.
Laura, come qualsiasi altra moglie avrebbe fatto, ha pensato subito a un'amante. L'altra donna , l'incubo di tutte noi, quella più giovane e più bella che viene a portarsi via ciò che è nostro. E invece ha scoperto che la realtà, qualche volta, riesce ad essere peggiore di qualsiasi incubo.
Superlativo, magistrale, perfetto... i complimenti sono riduttivi e non rendono l'idea. Ma che altro posso dirti? Che comprerò tutti i tuoi libri, quando ti deciderai a farli pubblicare!

Elly
(Recensione modificata il 25/07/2020 - 11:54 am)

Recensore Junior
21/06/20, ore 20:40
Cap. 1:

Ciao Old
Non avendo nulla da fare, ho deciso di leggere questa storia. C'è un solo aggettivo per definirla: cattiva. Ma non in senso negativo, anzi.....
Nessuna redenzione, qui, nessun modo per il protagonista di suscitare empatia fra i lettori. Uno stronzo. Uno stronzo e basta. Amaro il passaggio in cui dice"Ma figurati se vado in quel posto frequentato da drogati e ubriaconi", senso di superiorità come se piovesse. Come se poi lui fosse così tanto diverso da loro.
E, visto che, come suol dirsi, l'erba grama non muore mai, l'idiota ha deciso di rompere i c....i fino all'ultimo, diventando un tetraplegico bisognoso di costante assistenza e di soldi invece di crepare. Stronzo fino in fondo.
Non poteva finire altrimenti, dopotutto

Bravo, spero di poter leggere qualcosa di tuo al più presto , è da un po' che manchi

Alla prossima!

Recensore Master
20/06/20, ore 17:45
Cap. 3:

Povera Laura, lei ci prova anche a metterlo di fronte alla realtà. Però Rizzelli è talmente assorbito da sè stesso che la famiglia non rientra nemmeno nell'anticamera del suo cervello. Ha letteralmente paragonato la vita che ha con loro a quella di un animale!
Ah, e ha pure ipotecato la casa, in cui vivono lei e le figlie, senza dire niente.
Davvero forte la scena di lui a quella sala giochi, perché ha avuto una vera e propria dissociazione. Era così assorbito da perdere completamente il contatto con la realtà circostante.
Oddio, Rizzelli ha gli amici medici su Facebook che gli fanno vedere i filmati della verità. RIP per quei due poveri cristi di Laura e Fabio.
Aaah, l'argomentazione del divorzio per salvare capra e cavoli ... che Laura non seguirà. Da una parte, questo è comprensibile: quello è l'uomo di cui si è innamorata e con cui ha costruito una vita, il padre delle sue figlie, una delle persone più importanti che ha. Un divorzio, un'intedizione, parrebbero finalizzare il problema, dare al tutto un tono molto più ufficiale di un bancomat portato via, sarebbero il segno tangibile che qualcosa che credeva sicuro è andato terribilmente storto.
Il problema è che il medico ha ragione. Non è possibile recuperare tutto, o almeno non abbastanza in fretta da evitare di finire su una strada. E ritrovarsi senza moglie e concretamente impossibilitato a continuare con la sua droga sarebbero una bella sveglia per Rizzelli, che di fronte a minacce più soft si limita per l'appunto a trovare altre cose da rivendere.
Tipo l'auto, i gioielli della donna stessa, e la sua dignità di lavoratore. Già è tanto che il suo capo si sia bevuto le sue balle, o almeno dato il beneficio del dubbio, e gli abbia dato le ferie invece di cacciarlo fuori. Deve essere stato un bravo lavoratore prima che iniziasse la sua ossessione, il che è piuttosto deprimente.
Tutta questa festa perché ha vinto cinquemila euro? Cosa sono, un ventesimo di quello che ha perso? E si atteggia a vittima, non riconoscendo neanche i problemi e la sofferenza sincera che sta causando ai suoi familiari.
E vai così, i suoi ultimi pensieri sono rivolti alle cose che vuole e a come butterà via quelle che non gli servono più. Per questo tizio, le persone non hanno proprio valore in sé e per sè, neppure quelle che gli sono vicine da tutta la vita.
Ouch. Nessuna redenzione per Rizzelli, nè un riscatto per i suoi familiari, trattati come cose fastidiose di cui liberarsi e poi zavorrati da un tetraplegico, con una gran necessità di cure mediche costose. Rizzelli si è giocato il proprio futuro, e quello della moglie e delle figlie, che chissà se riusciranno mai a finire gli studi e a realizzare i propri sogni. Chissà se Rizzelli ne è in qualche modo cosciente, nel suo stato, e se gliene frega qualcosa.
Una storia molto dura, ma anche molto realistica, e soprattutto ben documentata. Complimenti davvero per il gran lavoro!

Recensore Master
19/06/20, ore 20:20
Cap. 2:

Alessandro sta decisamente perdendo il contatto con la realtà. Sembra letteralmente alienato da qualunque cosa non sia il suo sogno di ricchezza, o piu che altro, sogjo di essere circondato da status symbol. Il modo in cui pensa a sè con la ragazza bionda accanto è completamente scevro di pensieri per quella poveretta di sua moglie, ma non sembra neanche avere un cattivo rapporto con lei, non è una questione che ormai non si amano più o litigano troppo, semplicemente Laura non è abbastanza status symbol. E non lo sono neanche le figlie, che dovrebbe mantenere con quegli stessi soldi che butta via al gioco, che non gli passano neanche per l'anticamera del cervello.
Questo sogno di ricchezza non lo fa ragionare (in una sola serata, facendo i dovuti calcoli, ha buttato via quello che io ho fatto i salti mortali per risparmiare in un intero anno), ma è anche piuttosto ingenuo. Se anche vincesse un milione, lo stile di vita che lui brama glielo farebbe sperperare in qualche mese, il suo lavoro resterebbe il solito, e allora che farebbe, altra botta di fondello al gioco? Per il quale dovrebbe continuare a spendere.
Molto interessanti e ben descritte le varie scuse che usa per giustificarsi l'ossessione: lui sta iniziando a diventare un buon giocatore, deve solo imparare i trucchetti, è tutta una questione di flusso ... e intanto trascura il lavoro, anzi gioca pure lì. Quanto passerà prima che lo licenzino?
E il padre dell'anno, alla notizia di un conto in rosso, decide di fare un prelievo dal conto delle figlie, ovviamente perdendo tutto. Mi colpisce la sua totale e assoluta mancanza di consapevolezza: non ha momenti di dubbio su quello che sta facendo anche se lo sta rovinando, non ha momenti in cui ci ripensa ma poi il gioco è più forte di lui, ha proprio un paraocchi per il suo sogno di ricchezza.
E ovviamente la famiglia a cui prestava così poca attenzione si è accorta che c'era qualcosa sotto. Povera Laura, quasi le sarebbe andato meglio se fosse stata un'amante!
Adesso voglio proprio vedere come andrà a finire questa faccenda. Complimenti per un altro bel capitolo!

Recensore Master
07/06/20, ore 21:51
Cap. 1:

Okay, questa nuova storia si prospetta interessante, specie con tutto lo studio che ci hai messo a dietro. Roberto fa abbastanza ridere con le sue interpretazioni letterali, ma di sicuro si dimostra più saggio di Alessandro per quanto riguarda il gioco d'azzardo.
Anche perché questo Alessandro non sta neanche male coi soldi, ha una bella casa, una famiglia del modello classico e rispettabile ma che sembra comunque serena e tranquilla... semplicemente, vuole il lusso. Non è una condizione di partenza che metta molta simpatia per lui, ed è interessante: nelle storie sul gioco d'azzardo che ho letto finora, il protagonista partiva sempre da una condizione di reale bisogno di soldi.
Ma guarda la coincidenza, il tizio con cui diveva fare affari è il tipo di persona che ama introdurre poveri disgraziati al mondo del gioco e rompere il ... insistere cordialmente affinché non smettano. Quantomeno ha buoni gusti letterari.
Mi è piaciuta comunque la descrizione della scarica adrenalinica di Alessandro al gioco, di come quasi gli piaccia più quella dei soldi veri e propri, e di come si convinca quasi subito e contro le prove concrete di avere qualche sorta di dono.
E il nostro si avvia verso la dipendenza. Alla fine, il gioco gli dà molte più soddisfazioni di un lavoro ben svolto, una cosa abbastanza triste a pensarci.
Si prospetta davvero una storia interessante: complimenti!

Recensore Master
28/05/20, ore 13:07
Cap. 3:

Ecco, queste sono le classiche storie che mi fanno salire il crimine! E so già che rimarrò incazzata tutto il giorno AHAHAHAHAHA quindi considerati colpevole del mio malumore AHAHAHAHAHAHA
Cioè, no. Io posso capire che uno va a ficcarsi inconsapevolmente in una dipendenza e quindi poverino, va aiutato, bisogna essere comprensivi eccetera, ma che a rimetterci siano la moglie e le figlie NON. LO. SOPPORTO. Sarà che ho visto situazioni del genere anche nella realtà e quindi sono particolarmente sensibile all'argomento, ma praticamente adesso che Alessandro ha avuto quest'incidente la moglie non può mandarlo al diavolo, non può semplicemente abbandonarlo al suo destino anche se lui si è comportato da merda per tutta la storia, noooo, perchè "nel momento del bisogno" la mogliettina deve essere pronto ad assisterlo, a sacrificare tutto per lui, a rovinarsi la vita per colpa di un DEFICIENTE che ha praticamente scelto il suo destino. DETESTO in maniera troppo viscerale chi decide di rovinarsi la vita e decide di trascinare anche gli altri con sé, così come ho cominciato a detestare Laura perché non l'ha mollato da subito e alla fine si lascerà, in un modo o nell'altro, sfruttare e soggiogare dal marito.
A parte che io l'avrei scuoiato e gli avrei dato fuoco in testa non appena avessi scoperto il suo vizio del gioco, ma poi, sarò sincera, in una situazione del genere gli darei cibo avvelenato per finire di ammazzarlo. Sarò stronza, cinica o cattiva ma un essere del genere non merita di vivere, di sopravvivere, di respirare la mia stessa aria e soprattutto non meriterebbe le mie attenzioni. Razza di idiota cerebroleso egoista... volevi le macchine? Volevi le bionde? Volevi la vita vera? Ecco qua quello che hai ottenuto!
Perdonami per lo sfogo quasi animalesco (?), ma ci sono certe cose che mi fanno veramente uscire di testa XD e devi prenderlo come un enorme complimento, perché ciò significa che sei riuscito a coinvolgermi tantissimo, a empatizzare con i personaggi e la situazione, a farmi veramente entrare nella vicenda... e infatti le sensazioni che provo in questo momento sono come se la stessi vivendo sulla mia pelle, come se ci fossi dentro. Insomma, questa storia è di una potenza incredibile, allucinante.
Se prima Rizzelli mi faceva pena e forse anche un po' ridere per i suoi desideri da uomo medio dalla vita pallosa, in questo capitolo ha cominciato a disgustarmi. Vendere tutto ciò che si ha alle banche, addirittura inventare che la moglie ha una malattia per poter saltare il lavoro, insomma scherzare sulla salute altrui... no, sono cose inconcepibili. Disgustose, semplicemente.
E se la moglie è stata una cretina a stargli appresso (io non mi sacrificherei mai così per un uomo, sarà che non credo né nell'amore né nei matrimoni e quindi non potrò mai concepire il sacrificarsi totalmente per un tizio a caso), io mi dico: POVERE LE FIGLIE! Perché, mentre Laura ha scelto di stare con lui e di non mandarlo a quel paese, le figlie in questa situazione ci sono capitate senza poter decidere, erano ancora troppo giovani per tirarsene fuori e ora si ritrovano con troppi sogni infranti e un padre stronzo e invalido a casa. Sicuramente non molleranno la loro madre da sola perché le vogliono bene, anche se anche qui avrei da ridire: probabilmente io cercherei lavoro altrove e me ne andrei il più lontano possibile, che si arrangino tutti, non mi lascerei certo rovinare la vita da questo pezzente.
(È il caso che mi dia una calmata sennò mi bannano dal sito AHAHAHA)
Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai gestito questa fase più "profonda" della dipendenza: è esattamente così che vedono le cose i soggetti affetti, cioè sono convinti di essere perfettamente sani e hanno una visione così distorta dalla realtà da essere convinti che siano gli altri quelli malati e visionari. C'è proprio una negazione totale, che nella tua storia si è sentita tantissimo e ho apprezzato molto. Non ci hai calcato troppo la mano, nel senso che non l'hai enfatizzato, ma allo stesso tempo è stato un fattore ricorrente in tutto il capitolo.
Altra cosa che mi è piaciuta moltissimo è il modo in cui la moglie si è rivolta al dottore per cercare di salvare il marito. Infatti è molto difficile che chi soffre di una dipendenza se ne accorga ed entri in terapia, e quando questo accade la maggior parte delle volte è perché ce li portano le famiglie, non certo di loro spontanea volontà.
Alla fine Alessandro non ci è arrivato, e sai una cosa? Meglio così! Sono veramente contenta che abbia avuto quest'incidente e soprattutto che non sia morto, ma che sia rimasto paralizzato: avrà modo e tempo di soffrire per bene, di riflettere su ciò che aveva e su ciò che ha perso, su dove l'ha portato la sua folle avidità! E spero che a un certo punto la moglie e le figlie lo ficchino in qualche centro di assistenza e si dimentichino per sempre di lui, così rimane pure da solo e soffre ancora di più!
Incredibile quanto sei riuscito a farmelo odiare XDD
Sì, perché non è tanto la sua dipendenza ad avermelo reso insopportabile (a volte ci si casca per ingenuità, senza rendersene conto, e non mi sento di odiare tutti coloro che sono affetti da una dipendenza), ma perché è stato stronzo fin dall'inizio e ha dato per scontato ciò che aveva, si è comportato da dinosauro con la moglie e con le figlie e si è comportato da vero egoista. Mio caro, hai messo su una famiglia e il farlo implicava anche starci dietro, se volevi fare la vita da grande figo con le Ferrari e le bionde non ti saresti sposato!
Carissimo Old, non posso che togliermi il cappello (che non ho XD) davanti a questa BELLISSIMA storia, che mi ha coinvolto e trascinato in una maniera pazzesca e mi ha fatto riflettere tantissimo! Sono davvero sbalordita dal modo a dir poco perfetto, completo e accurato con cui hai gestito questa tematica, sei stato veramente fantastico e mi dispiace soltanto non aver avuto questa minilong al contest! Finisce dritta dritta tra le mie preferite, e veramente non trovo altre parole per farti i complimenti, forse non esistono e non le hanno ancora inventate! Ma, davvero, hai creato un capolavoro, sei stato magistrale *____*
Alla prossima e grazie grazie GRAZIE per avermi suggerito di leggere questa storia!!! ♥

Recensore Master
24/05/20, ore 20:38
Cap. 2:

Recensione premio per il contest "Feat. Masters" - 2/2

Ed eccomi qui a recensire ll secondo capitolo di questa storia horror AHAHAHAH no, ma ti giuro, a parte gli scherzi, più va avanti la storia (e quindi la dipendenza di Alessandro) e più la situazione si fa impressionante.
La cosa che forse inquieta di più, oltre al modo in cui i soldi se ne vanno con una facilità impressionante, è vedere quanto il carattere e il comportamento di Alessandro sia cambiato, al punto da far pensare al suo collega che stesse assumendo qualcosa. E la cosa raccapricciante è che invece non sta assumendo niente; si trattasse di droga o cose simili, questo cambio repentino di atteggiamento avrebbe una spiegazione più o meno logica, invece Alessandro è sobrio.
Spbrio si fa per dire, dato che comunque sia non è lucido, proprio per niente. Ora, come già ho detto io non sono una grande esperta di dipendenza da gioco, quindi non so cosa si scatena di preciso all'interno del cervello (ma mi piacerebbe scoprirlo, aaahhh quanto mi affascinano queste cose!), ma immagino succeda qualcosa che scatena la dipendenza, magari si sprigioni qualcosa nel corpo del giocatore che entra in circolo e arriva fino al cervello... comunque tutto ciò altera la persona, proprio come se avesse assunto della droga (sto scrivendo di getto e non credo di star scrivendo in italiano, quindi perdona le frasi sconclusionate XD).
Oltre ciò, c'è anche questa macabra convinzione di poter davvero conoscere e controllare i meccanismi del gioco, dettati la maggior parte delle volte dalla casualità. Ok, magari esistono davvero dei meccanismi che regolano questi macchinari, io non lo so, ma ciò che preoccupa è la convinzione di queste persone di poterli veramente capire. In base a come cade la monetina, a come si illumina lo schermo... se avessero ragione e se fosse vero, vincerebbero sempre e sarebbero davvero ricchi sfondati. Ma in realtà è tutta una macchinazione del loro cervello, di cui hanno bisogno di convincersi per giustificare la loro dipendenza.
Hai delineato perfettamente questo bisogno pressante di giocare e giocare e giocare, questa necessità di essere presente davanti a quelle dannate macchinette e soprattutto il modo in cui Alessandro è in grado di eclissarsi anche per ore quando gioca. Infatti, a tal proposito, la scena che mi ha terrorizzato di più è stata quella in cui, di ritorno dalla sala gioco, Alessandro si è tastato in tasca e, trovando una sola banconota, si è domandato dove fossero andati a finire gli altri soldi, fino a chiedersi ingenuamente se glieli avessero rubati. È semplicemente spaventoso che settecento euro siano volati via senza chr lui se ne accorgesse. Veramente agghiacciante.
Un altro aspetto che hai evidenziato, e che mi è piaciuto molto, è come il gioco ti assorbe fino a farti dimenticare tutto il resto e farlo passare in secondo piano. Alessandro all'inizio mi ha dato l'impressione di uno che, per quanto si lamentasse, ha sempre svolto il suo lavoro diligentemente e forse in fondo gli piaceva anche un po'; da quando si è avvicinato al gioco d'azzardo, però, ha cominciato a trascurare i suoi doveri in ufficio, arrivando in ritardo e addirittura cniedendo di spostare gli appuntamenti con i clienti.
Per non parlare poi della scena in cui ha prosciugato il conto delle figlie, tutti quei soldi che sono stati racimolati in anni e anni di lavoro e sacrifici...
Sarò ripetitiva, ma è tremendo che questa gente non si renda conto delle sostanziose perdite di ogni giorno. Prelevare mille euro alla volta e buttarli tutti nel gioco... ma come si fa a non rendersene conto? O.O
Ora la moglie l'ha scoperto e le opzioni sono due: o lo molla o cerca di aiutarlo. Ma secondo me più la seconda, anche se Alessandro non se lo meriterebbe affatto, dal momento che sogna di scappare via da lei e rimpiazzarla con una bionda... boh, io sono sinceramente schifata. Se avessi un uomo del genere al mio fianco (ma sto benissimo anche da sola, grazie, quindi per fortuna non corro il rischio XD), probabilmente lo soffocherei col cuscino mentre dorme AHAHAHAHAHAHA XD
Complimenti per quest'ennesimo grottesco capitolo (e non in maniera negativa), hai fatto un lavoro strepitoso con questa minilong e credimi se ti dico che non vedo l'ora di leggere il finale, mi hai reso dipendente proprio come Alessandro XD *_____*
Per oggi mi fermo qui, ma ti prometto )e mi prometto) che tornerò il prima possibile per finire, sono troppo curiosa!!! :3
Alla prossima e buona serata! ♥

Recensore Master
24/05/20, ore 18:34
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Feat. Masters" - 1/2

Carissimo Old, come promesso eccomi a lasciare la prima recensione premio a questa storia *-*
Ma... MI DOVEVI AVVISARE PRIMA che avevi pubblicato la storia che avrebbe dovuto partecipare al mio contest, sarei dovuta passare a leggerla molto prima, e poi mi fa davvero tanto piacere perché il tema della dipendenza mi è davvero molto caro! Anche se devo ammettere che per quel contest avrei preferito leggere di una dipendenza da una "sostanza" concreta, ma va benissimo anche così, anzi! Non mi era mai capitato di leggere una storia sulla dipendenza dal gioco, la trovo molto originale e ti confesso che mi stai facendo incuriosire tantissimo ocn questa minilong *____*
GRAZIE per avermi citato all'inizio, sono onorata di averti ispirato questa storia, soprattutto visto l'impegno che ci hai dedicato, anche e soprattutto per informarti! Immagino che un po' tutti noi, quando vogliamo scrivere su un determinato argomento con cui non abbiamo dimestichezza, facciamo qualche ricerca... ma tipo io mi limito a Google AHAHAH, tu invece sei andato a scavare a fondo e sono davvero impressionata dalla serietà con cui hai affrontato la questione! Non posso che rispettare gli autori come te, che veramente ci mettono il cuore! :)
Detto ciò...
Alessandro Rizzelli è il classico personaggio medio dalla vita media, che non ha per niente una vita esaltante, che non sta morendo di fame ma non è nemmeno ricco, che ha un lavoro e una famiglia normale, nessun hobby particolare, pure il suo nome è tremendamente ordinario... insomma, è avvolto da questa patina di mediocrità che, paradossalmente, lo rende il soggetto perfetto per ciò che gli è captato nel corso di questo primo capitolo.
Insomma, questo Alessandro è esattamente tutto ciò che io non voglio essere da grande (o forse non vorrei essere sua moglie, dato che essendo una ragazza non posso essere lui AHAHAH vabbè sto delirando, lasciami perdere), ha quel classico tipo di vita che non ha nulla di interessante ed esaltante e anche i suoi desideri sono un classico: una macchina migliore, una casa migliore, le belle donne, la ricchezza... bah.
E, sai, sei riuscito a far emergere perfettamente questo aspetto di lui, sei riuscito a definirlo in pochissime righe: già nella scena in cui guardava la macchina e poi conversava con il suo collega, avevo già inquadrato che tipo di persona fosse e mi ha fatto venire una gran tristezza, non so nemmeno spiegarti perché XD
Esplicato Alessandro, sei poi riuscito a definire perfettamente la moglie: la donna media col lavoro a caso che fa i soliti lavori di circostanza. La classica moglie dei film, o quella di cui parlano i comici nei loro monologhi prendendola un po' in giro. E anche qui mi è presa la tristezza XD
Questi dettagli quasi introduttivi mi sono piaciuti tantissimo e li ho trovati davvero utili per inquadrare l'atmosfera generale della storia, per esaminare la situazione di partenza: quando si parla dell'inizio di una dipendenza, mi sembra sensato anche indagare i meccanismi che l'hanno causata, perché niente succede a caso. Alessandro, forse senza nemmeno rendersene conto, è fortemente insoddisfatto della sua vita e questa "fame" di soldi, questo voler provare ad arricchirsi, lo spinge ad avvicinarsi al gioco d'azzardo, soprattutto dopo aver visto il riscontro positivo - la vincita.
Davvero incredibile come il cervello umano risponde a ricompense/punizioni in maniera molto basilare: gioco, e se il giocare mi dà qualcosa di positivo, continuo a farlo. Sono gli stessi stimoli con cui addestrano i cani, il che a ben pensarci fa un po' paura XD
E infatti proprio di questo vorrei parlarti: mi sono venuti i brividi quando Alessandro ha cominciato a puntare e puntare e non riusciva a fermarsi, era totalmente fuori controllo, totalmente succube delle sensazioni che il rischio gli dava. Questo concetto di "perdere il controllo" su se stessi è qualcosa che mi ha sempre terrorizzato ed è anche uno dei maggiori fattori che mi affascinano nell'ambito delle dipendenze - ovviamente vissute dall'esterno XD -, quindi ritrovarlo in maniera così forte in questo scritto mi ha colpito moltissimo e, ti giuro, per me è quasi come leggere un horror AHAHAH XD
Npta di merito anche per le descrizioni del casinò e per la creazione dell'atmosfera al suo interno! Io non ci sono mai stata (una volta sono stata in una di quelle sale giochi dove però vanno pure i bambini, con quei giochi che vogliono simulare quelli di un casinò e in cui si vincono premi idioti tipo un timer a forma di hamburger XD), ma grazie alle tue descrizioni è come se ci fossi entrata insieme ad Alessandro: oltre a visualizzare il luogo, ho percepito proprio quest'aria di pericolo e ricchezza, di perdizione, di sbagliato... non so nemmeno come definirlo, ma è stato davvero vivido e ti faccio tantissimi complimenti per questo!
E come al solito ho scritto un papiro come recensione, perché non sono stata dotata del dono della sintesi XD alla fine è come se ti stessi scrivendo una valutazione dettagliata, anche se non sei riuscito a partecipare al contest!
Ma ora la smetto di divagare ancora e vado a leggere il prossimo capitolo, così ti lascio entrambe le recensioni premio!! Poi la storia mi sta prendendo tantissimo, quindi non vedo l'ora di scoprire come continua *___*
Complimentissimi davvero e a tra poco (o a tra molto, perché ci metterò mezza giornata a scrivere un'altra recensione così lunga AHAHAH) :)

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