Eccomi, dunque!
Senza copertina né tisana, ahimé, ma straordinariamente in una carrozza del treno quasi vuota, dunque un po' di pace c'è.
Ma che bellezza, A.! L'ho amata, l'ho amata davvero tanto questa casellina del mio calendario dell'avvento.
Ho amato, innanzitutto, come hai declinato il tema della festività: sai che apprezzo sempre molto la tua creatività nell'impastare all'atmosfera della saga tradizioni più o meno vicine al mondo di Harry Potter, e la discendenza druidica di Oliver è una cosa che ho sempre amato proprio tanto. È stato dunque bellissimo tornare a camminare in quel cerchio di pietre, tornare a vedere la magia più antica e ancestrale rimbalzare da un monolite all'altro, e sotto la pelle di Oliver. Il suo ruolo di guardiano di un luogo così importante e così affascinante è meraviglioso e commovente, soprattutto quando rapportato a ciò che viene piano a dipanarsi nella storia.
Perché forse questo non è il Natale come lo potrebbero intendere i più, ma è un Natale fatto di tradizioni che vanno oltre l'apparenza, un Natale d'appartenenza, di luce nella tenebra e di legami familiari che si rafforzano ogni giorno di più. Ed è qualcosa che apprezzo infinitamente più di cene e alberi a cui in fondo nessuno presta la giusta attenzione.
Mi ha fatto tanta tenerezza, questo Oliver che dà importanza ai gesti e alla fatica fisica (ce l'ha insegnato anche Harry, scavando la tomba di Dobby, che qualche volta mettere da parte la bacchetta è più importante che portare a termine bene e in fretta un lavoro), Oliver che ogni anno, durante il Solstizio d'Inverno, torna a percorrere il suo Cerchio Magico, annodando insieme notti passate e presenti. Lui è davvero una stele, è robusto e forte, ma nessuno può restare in piedi da solo: la presenza di Katie è una costante che riesce a dare forza e luce come poche altre cose. Il ricordo di quel Natale in tempo di guerra, di quei ragazzi che sono soltanto ragazzi, ma che resistono, e resistono, e resistono, mi ha davvero stretto il cuore. E mi ha stretto il cuore Oliver, che forse si sente solo un giocatore di Quidditch, ma non si rende conto che ci vuole molta più forza per continuare a combattere quando non si è addestrati per farlo, ma lo si fa perché è giusto. Meno male che c'è la sua saggia Kitty a confortarlo e a ricordargli che loro, tutti loro, sono più forti della tenebra.
Poi va be', che cosa ti devo dire, ma un marmocchio che nessuno riesce a convincere a togliersi la sua enorme felpa gialla e blu e che cerca il nonno nel cerchio di pietre mi ha assolutamente sciolto il cuore, altroché! Ho amato tantissimo questo finale dove Oliver sembra infine aver fatto pace con la notte, perché sa di avere accanto così tanta luce da rischiarare anche la notte più buia dell'anno.
E quell'augurio, quei nomignoli pieni di affetto che resistono dopo tanti anni, dopo tante vicende, dopo una guerra e una vita intera passati l'uno al fianco dell'altra mi hanno infinitamente commossa.
Non avrei potuto sperare di ricevere un regalino più bello.
Bravissima!
Ti abbraccio forte. |