Recensioni per
Il Bambino dai Capelli Color delle Stelle
di Sabriel Schermann

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Master
06/09/20, ore 16:52

Sabriel carissima!
Non mi aspettavo un ritorno ai tempi dell'orfanotrofio! Leggere queste righe mi ha messo addosso molta tristezza.
Quindi pare che Vincent si sia in qualche modo sacrificato per permettere a Sindy di scappare dal maestro.
La promessa finale, nonostante entrambi dubitano che si realizzerà mai, spezza il cuore. Vincent mi piace come personaggio, non so se lo riprenderai o meno, però sarei curiosa di sapere qualcosa in più su di lui. Poi magari chissà, è riuscito in qualche modo a scappare, magari qualche anno dopo. Anche se forse è solo una mia illusione^^
Riesci sempre a trasmettere in maniera chiara le emozioni e ciò che provano i protagonisti, sei davvero superba!! :3

Recensore Master
16/04/20, ore 08:52

Ciao :-)
Era da un po' che volevo leggere questa storia, ma come al solito ci ho messo un sacco!
Devo ammettere che sono rimasta sorpresa: iniziando la lettura non mi aspettavo proprio una simile evoluzione.
La lettura è stata abbastanza scorrevole, solo un punto mi ha lasciato perplessa: quando Sindy ricorda la sua esperienza con Den, non ho trovato particolare scarto tra presente e passato tanto che se non fosse apparso il nome di Den avrei pensato che stesse parlando ancora con Vincent nel presente (poi magari è stata solo un'impressione).
Mmm questo 'maestro' è un killer o qualcos'altro?
Avevo sperato che i due ragazzi si salvassero, perciò il finale è stato un colpo al cuore.
La storia comunque è interessante e mette abbastanza i brividi.
A presto,
Carme93

Recensore Master
30/03/20, ore 11:12

Ecco, questa è la storia collegata alla drabble di cui ti parlavo nel commento a Snowflake

Ti ho già detto che mi piace molto il tuo modo di raccontare costì intimo e leggero, talmente adatto alla protagonista! Anche qui cogliamo altri indizi su di lei e capiamo che è in un orfanotrofio (forse anche quel Rickard è un orfano?), che i bambini non vengono trattati molto bene e finiscono per dividersi in gruppetti: quelli più piccoli sono solidali tra di loro, quelli più grandi si divertono a fare dispetti ai piccoli.

C'era davvero un fantasma? Io non credo, penso che i raggi del sole attraverso i rami avevano creato quell'illusione ottica. Ancora una volta resto incantata da Sindy che dimostra di avere mille qualità. In una storia apprendiamo che è brava a disegnare, in un'altra che è brava a pattinare, qui vediamo che è bravissima anche a raccontare storie. Insomma, già da bambina è una persona grandiosa, con un (possibile) grande futuro davanti a sé.

Ma quindi il piano di Vincent ha permesso a lei di fuggire per poco tempo? Cioè lei è riuscita a fuggire ma è stata riacciuffata e riportata indietro, quindi non è più fuggita? Scusa ma non ho capito bene cosa è successo a Vincent. Se l'uomo scopre che il bambino aveva avuto quell'idea, saranno guai molto seri per tutti, lo immagino come il tipico orco che se uno sgarra punisce tutti.  

Alla prossima!

Recensore Master
24/01/20, ore 17:31

Buonasera Sabriel e piacere di conoscerti. Sono Yonoi e anch'io partecipo, come te, al contest dedicato al Babbo Natale segreto, così mi è venuto il desiderio di leggere le varie storie in gara. Davvero un ambiente triste, quello degli orfanotrofi, dove i piccoli rischiavano di essere esposti a ogni genere di angherie. Qui abbiamo una ragazzina intraprendente forse perché già maturato sua malgrado, Sindy, che trama la fuga in compagnia del suo amico e compagno di vicissitudini, il bambino ddai capelli coordinate delle stelle. Sembra quasi piovuto del cielo, questo ragazzino, il cui unico scopo sembra essere quello di aiutare Sindy a fuggire verso una vita migliore. Alla fine mi pare di capire che la fuga riesce, anche se chissà perché il piccolo amico no a segue... Forse era proprio lui quello spirito che il piccolo De aveva visto sull'albero? A me piace pensarlo... simpatica la ninna nanna, che non sono introduce una nota di folklore ma suggerisce anche un mutuo aiuto tra questi bambini, una catena di solidarietà che li aiuta a sopportare la durezza della loro vita. Una lettura molto tenera malgrado si parli di abusi... A presto!

Recensore Master
18/01/20, ore 00:59

eccomi qua a recensirti

una storia ricca di mistero, in un posto tetro e triste, come quell'orfanotrofio.

la narrazione è ben articolata, di quelle che ti catturano e ti fanno voler capire come cavolo va a finire, e un finale - come prima storia letta - che lascia un "e ora?" colossale, chissà se c'è un motivo.

la tematica, per quanto tu non ne fai menzione, mi ricorda the promised neverland.... l'ispirazione se c'è stata va bene, non te la vedo male, ma ti consiglio di aggiungere nota riguardo la presenza o no dell'ispirazione, altri potrebbero segnalartela

alla prossima

Recensore Master
15/01/20, ore 09:18

Cara Sabriel,

Rieccomi qui su una delle tue storie **! Il mondo degli adulti è pieno di insidie e di misteri per questi piccoli orfani maltrattati in cui ritroviamo Sindy non più nelle vesti di poliziotta – o, per meglio dire, non ancora, ma di bambina che subisce dei soprusi e degli abusi. Cos’hanno visto i bambini nel giardino? Cos’è questo fantasma? Ipotizzo che si tratti di una scena di morte, dato che spinge i due bambini a tentare la fuga. O meglio, ciò che si intuisce tra le righe è che il bambino con i capelli color di stelle, Vincent, la lascia andare permettendone la fuga e scegliendo di salvarla. I bambini sono capaci di grandi gesti di solidarietà e Vincent aveva già dato prova di tenere alla piccola Sindy cantandole ninne nanne e consolandola quando era più piccola. Ho trovato piacevolmente disturbanti le descrizioni dell’omone. Prive di qualsiasi connotazione, lasciano nel lettore un senso di viscido che è difficile scacciare via, con quella carezza che fa accapponare la pelle e la frase (tipica da maniaco) “non ti farei mai del male” detta da uno che il male te lo fa. Mi chiedo cos’avesse l’uomo della bambina e di tutti gli altri: Vincent dice “riprenderti ciò che è tuo” e credo si riferisca alle fotografie, però sono curiosa di scoprire se la Sindy adulta si riapproprierà di questi oggetti o meno.

Il valore simbolico anche di qualche giocattolo o un disegno per chi non ha niente, del resto, è enorme. Una cosa del capitolo che ho apprezzato perché fa parte di una serie collegata è l’esistenza di una serie di riferimenti a eventi futuri, come “Sindy avrebbe scoperto anni dopo che il piano non poteva funzionare” eccetera. Danno un senso di ineluttabilità al tutto che ho apprezzato. Anche la scelta di una ninna nanna olandese al posto di una legata al mondo anglosassone è una trovata curiosa. Leggerti è sempre un piacere e ogni volta che ti leggo ho sempre più voglia di scoprire qualcosa in più del mondo che stai creando.
Un abbraccio e a presto,
Shilyss :)

Recensore Master
14/01/20, ore 17:34

Cara, seguendo le preferenze da te espresse, sono approdata su questa storia (che, tra l'altro, mi avevi anche linkato come completamento della storia che partecipava al contest e che io non avevo letto prima di valutare suddetta storia, onde evitare che il mio giudizio fosse inficiato da una conoscenza più completa degli avvenimenti - e, comunque, per inciso, come ho già detto sulla valutazione, hai reso tutto più che comprensibile anche da sé).
Bando alle ciance: cos'è questa cosa bellissima che ho appena letto? Cioè, l'ho letta tutta d'un fiato, senza riuscire a staccare gli occhi dallo schermo nemmeno per un attimo, tanto mi ha appassionata. Mi pare di aver capito (e di questo me ne compiaccio) che condividiamo la passione per certe tematiche, atmosfere e tipo di personaggio, quindi mi trovo molto in sintonia con ciò che scrivi e mi piace davvero tanto.
Venendo alla storia vera e propria: sei riuscita a creare un'atmosfera davvero cupa e opprimente, si è sentita in ogni riga la pesantezza della condizione di questi due bambini, la difficoltà del loro vivere con un direttore - il maestro - crudele, violento e abusante. Il fatto che Sindy senta di questi abusi, la notte, ma non li comprenda, poi aggiunge orrore all'orrore per ciò che si consuma tra le mura di quell'orfanotrofio.
Decidere di descrivere tutto attraverso gli occhi innocenti e, in parte, inconsapevoli di un bambino è stata una scelta coraggiosa, non semplice, ma davvero ben riuscita. Mi è piaciuto il fatto che Sindy abbia alternato momenti di orrore e paura a momenti più puramente puerili, come quando parla del meraviglioso paesaggio di cui si gode fuori dalla finestra del postribolo in cui è costretta con Vincent, o di quando ci descrive Vincent stesso, che pare essere l'unica luce nel suo inferno, un appiglio al quale aggrapparsi per non impazzire. L'unica cosa bella di una vita di stenti e di paura.
Hai descritto alla perfezione i sentimenti di Sindy, il suo miscuglio di sensazioni, che si alternano tra la paura e la speranza e mi è piaciuto molto anche il fatto che tu abbia posta l'accento su come il piano di fuga ideato da Vincent fosse impossibile nella sua riuscita, ma loro all'epoca non se ne sono resi conto. Si tratta, dopotutto, di semplici bambini, per cui tutto è possibile, pertanto è realistico che per loro fosse semplice fuggire.
E, invece, ci troviamo di fronte a un finale amaro (adoro i finali così, quindi di nuovo ci troviamo d'accordo), in cui Sindy fugge e in cui Vincent si sacrifica per permetterglielo. Non è vero che la farà rientrare in quell'inferno, che scapperà con lei; lui rimarrà lì, lì per permetterle di andare via ed essere libera, con l'altruismo che solo un bambino può avere. Tuttavia, la fuga di Sindy sarà vana, perché il maestro riuscirà a raggiungerla e non solo: dall'altra storia, so anche che abuserà di lei, prima di riportarla indietro, e questo rende il finale di questa tua storia ancora più struggente.
Che dire, hai creato una storia davvero coinvolgente, dalle atmosfere cupe e claustrofobiche, come piace a me. Hai trattato una tematica molto delicata e lo hai fatto magistralmente, soprattutto considerando che hai deciso di adottare il punto di vista di un bambino. Non posso che farti, quindi, tantissimi complimenti, questa storia mi ha davvero incantata!
Alla prossima <3

Recensore Master
13/01/20, ore 18:21

Ciao!
Credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo, ho trovato il link di questa storia tra quelli condivisi per lo scambio del Giardino – anche se non sono solita parteciparvi, quando ho voglia di qualche lettura nuova do sempre uno sguardo alla ricerca di qualche storia, è una sorta di lista a portata di click!
Il titolo di questo racconto mi ha rapita, Il Bambino dai Capelli Color delle Stelle mi ha comunicato un'atmosfera notturna, in qualche modo buia, come se le stelle promesse dai capelli del bambino non fossero altro che astri ingannatori. Una sensazione che la lettura ha confermato, e anche ampliato in verità, perché più che astri ingannatori sono veri e propri aculei affillati, che narrano di una notte in cui la luce si disperde e due strade si dividono per sempre.
La citazione di apertura mi è piaciuta molto, non solo perché è di virgiliana memoria, ma anche perché in qualche modo annuncia il clima che caratterizza la storia, un preludio vero e proprio al destino dei tuoi protagonisti, alla loro vita ingiusta.
Sindy e Vincent, pur essendo due bambini di appena dieci e undici anni, mostrano una capacità di analisi della realtà superiore alla loro età, una piccola maturità che ho trovato coerente alla biografia dei personaggi, che se non ho inteso male vivono in un orfanotrofio e sono costretti a patire le prepotenze di questo adulto, questo maestro che è in realtà un tiranno pronto ad abusare del proprio ruolo, certo che questi bambini non hanno nessuno che possa difenderli.
Il luogo di penitenza dove vengono scaraventati, che entrambi temono, è descritto in maniera molto vivida, a colpirmi è stata soprattutto la normalità con cui questa punizione viene incassata – è palese che quello sia il loro quotidiano. Tuttavia, malgrado il buio della notte, ci sono delle stelle che si agitano nei protagonisti, c'è la voglia di riscatto, la forza di non arrendersi, la consapevolezza di poter ambire a qualcosa di meglio, di meritare qualcosa di meglio.
Speravo potessero salvarsi entrambi, forse chiamare aiuto, aiutare tutti gli altri. Invece hai scelto un epilogo più impietoso, più realista – qualcuno forse direbbe verista –, perché per fuggire qualcuno deve sacrificarsi, e le promesse figlie del terrore quasi mai hanno un futuro.
Mi permetto di farti notare solo due piccolissimi dettagli che mi hanno convinta un po' meno: quando Sindy rievoca il momento con Den, a una prima lettura l'uso del passato remoto mi ha un po' confusa, credevo fossimo ancora nel presente del racconto, mentre invece da come ho inteso la scena Sindy ricorda la canzone cantata al piccolo Den e la rivive. Credo che narrando in quel punto al trapassato prossimo non vi sarebbero dubbi sul fatto che siamo nel passato del racconto. Però, appunto, potrei avrer frainteso io, e in ogni caso si tratta di una scelta stilistica! L'altro dettaglio è in realtà una mia voglia di saperne di più!, mi sarebbe piaciuto qualche dettaglio in più sulla contestualizzazione spaziale e sul personaggio del maestro – ho visto che la storia fa parte di una serie, ma se ho bene inteso ogni racconto è a sé, ad accomunarli è la tematica.
Ad ogni modo, dettagli a parte (che, ripeto, sono impressioni più che soggettive!), questo tuo racconto mi è piaciuto davvero molto e mi ha piacevolmente colpita. Inoltre hai uno stile molto fluido, le parole scorrono l'una dopo l'altra e si ha sempre voglia di leggerne di più.
Non escludo che possa leggere qualche altra storia delle serie (sempre in tema di titoli, anche quello della serie è molto impattante, dà proprio l'impressione di un luogo in cui si svolgono dinanzi al lettore rapporti delicati e intimi, di cristallo), proprio perché ho apprezzato questa.
Dunque complimenti e alla prossima!

Rosmary

Recensore Master
13/01/20, ore 02:46

Carissima,
sono davvero felice di tornare qui e ho letto questa storia con una certa angoscia oltre che un enorme interesse. L'angoscia, ovviamente, è positiva perché, dopotutto, è quello che provano i due poveri ragazzini, Vincent e Sindy.
Anche nell'altra storia che ho letto eri riuscita a dare un grande senso di tridimensionalità ai sentimenti dei tuoi personaggi, ma qui parliamo di bambini che vivono in un posto dove lui è il mostro da temere, e dove il sonno è bramato ma spezzato da cose che, probabilmente, ora come ora non possono comprendere. Ma c'è una parte dell'inizio dove Sindy definisce il maestro sudicio e sporco. Una sorta di sensazione che viene da dentro ma che alla sua età non può ancora capire cosa significa, e questo, mia cara, è una grande dimostrazione di saper gestire non solo dei bambini, ma dei bambini infilati in un contesto così triste e drammatico, di cui in futuro pagheranno le conseguenze, ma che ora è tutto fatto di speranza, come quella di Sindy di fuggire e non tornare più... e questa insonnia che torna sempre, che è appesantita anche dal ricordo vividissimo che ho, di quanto ero piccola, dove le notti insonni sembravano molto più infinite; sembravano non passare mai, come se il tempo si fermasse e questo rende tutto più cupo e decadente.

Il racconto del fantasma poi – o forse sarebbe meglio chiamarlo spirito – ha molte chiavi di lettura. È uno spirito al di là della finestra, che forse attende... che forse è una guida... che forse è il desiderio stesso di trovarsi al di là del vetro, liberi da ciò da cui devono davvero proteggersi: lui. E Den che rimane turbato dalla visione l'ho visto quasi come se avesse consapevolizzato quale fosse il reale pericolo; ovvero il maestro, ma forse nel modo inconsapevole di assimilare le cose che hanno i bambini. Qualcosa che entra dentro, si arrotola nel cuore e poi esce fuori dopo, quando si è grandi e già rotti...
Infine la fuga andata male, che sembrava portare con sé un po' di speranza ma che tu, con maestria, hai già dato per disperata ma non fortunata, con l'inserimento di quel:
Solo molti anni dopo, Sindy realizzò che il progetto non avrebbe mai potuto funzionare.
che fa ancora più male, mentre si legge di loro che tentano di farcela e alla fine non ci riescono davvero. Dove Vincent forse si sacrifica per niente, dove la promessa non viene mantenuta e dove, infine, da lui non si può davvero scappare.
Non so che dire, questa storia mi ha toccato il cuore, nel profondo. L'ho trovata struggente, ma non hai esasperato né i sentimenti né le situazioni. Mi piace il velo di mistero che hai dato, dove però la consapevolezza di ciò che accade là dentro è chiara sin da subito.
Complimenti davvero.
Miry

Recensore Master
12/01/20, ore 22:50

Sono affascinata.
Ho trovato davvero interessante questo primo capitolo della tua storia.
Il fatto che si sviluppi praticamente tutto durante la notte lo rende ovviamente più cupo, più misterioso, con una connotazione lievemente horror, anche se non lo è davvero. Ma in un certo senso le notti per i bambini sono sempre paurose, quindi l'atmosfera la trovo perfetta: è tesa senza eccedere, e di grande effetto. Per di più anche l'ambientazione fa la sua figura come luogo un po' spaventoso, perchè gli orfanatrofi nell'immaginario comune sono dei luoghi tristi e dolorosi.

I bambini, Sindy e Vincent, così giovani hanno già avuto una vita dura. Maltrattati dai ragazzi più grandi, vessati dall'uomo che devono chiamare Maestro, che non si fa scrupolo a rinchiuderli in una stanza da isolamento, non di per sè spaventosa, ma allo stesso tempo fredda e soffocante per loro. Sono rinchiusi insieme alla loro paura di non essere più riportati fuori, in un richiamo della paura del loro abbandono. Una punizione davvero terribile per qualunque bambino, ma a maggior ragione per un orfano. Inoltre, c'è anche il fantasma di una paura che per un bimbo forse è più reale della sensazione di abbandono stessa: quella appunto della presenza, appena di fuori alla finestra, di uno spirito. Credo che i bambini personifichino i loro timori e i loro dolori, perchè il pensiero di un abbandono è troppo difficile e troppo pesante. In qualche modo il loro cervello crea mostri tangibili (o eterei nel caso di un fantasma) che sono forse più facili da affrontare.

Questo primo capitolo termina con un tentativo di fuga da parte dei bimbi, non andato a buon fine però. Ho un solo appunto: la parte finale mi sembra lievemente confusa, e non ho capito per quale motivo lui si sia sacrificato per darle la libertà, visto che in effetti lei è stata comunque riacciuffata dal Maestro. E allo stesso modo, per quale motivo lui parta. Magari questa parte verrà spiegata in altro modo in seguito, ma al momento mi rimane appena difficile da capire.

In ogni caso l'atmosfera è davvero ben resa, e devo dirti che sono davvero curiosa del seguito. Alla prossima!

Recensore Junior
12/01/20, ore 18:40

Eccomi qua per lo scambio!
Che dire, sono assolutamente colpita.
Innanzitutto, la storia è davvero originale, particolare e unica. Per niente banale.
La trama mi piace tantissimo, è molto angosciante e drammatica; riesce a trascinarti in quel mondo, tra i pensieri di Sindy, vivendo le sue esperienze.
Mi piace tantissimo il tuo modo di scrivere, di descrivere e rendere partecipe il lettore degli avvenimenti. L'uso della terza persona non è distante come potrebbe sembrare, anzi riesci perfettamente a focalizzare le esperienze in maniera soggettiva e vicina.
Ogni azione mi ha lasciato varie emozioni contrastanti: ansia, pietà, rabbia, speranza, tenerezza, incapacità di poter fare qualcosa, tristezza.
I personaggi sono adorabili, nella loro fanciullezza mi è sembrato di intravedere tanta maturità e intelligenza, coltivate a causa dell'atroce situazione in cui si trovano.
Sindy è spettacolare. Nonostante sia terrorizzata da quel luogo, non vuole né farsi sentire dagli altri, né lamentarsi come qualsiasi altro bambino farebbe. 
Sembra affrontare il tutto con freddezza, come se fosse del tutto "normale" che a una bambina le facciano una cosa del genere.
Poi si ribella: vuole scappare e stabilisce un piano con Vincent che però non va come da loro programmato. Anche lui mi piace molto. 
Quando Sindy gli racconta la storia del fantasma mi ha fatto sorridere, sia per il modo in cui sapeva che Vincent fosse con il fiato sospeso, sia per il suo modo di raccontarlo. È inquietata lei stessa ma affronta tutto con razionalità, cosa che ho adorato nelle vesti di una dolce bambina.
La fine è struggente, mi ha lasciato un vuoto nel cuore ma il fatto che sia andata così, secondo me, è giusto: ha marcato ancora di più la gravità della situazione, quanto fossero coraggiosi e maturi nell'affrontare il pericolo con stratagemmi incisivi.
Davvero, ti faccio i miei complimenti perché tutte queste emozioni, considerazioni sui personaggi, non avrei potuto provarle né comprenderle senza un'adeguata scrittura e descrizione. 
Bravissima e bellissima. Alla prossima :)

Recensore Master
12/01/20, ore 18:13

Ciao Sabriel, mi dispiace tanto non aver letto prima questa storia anche perchè partecipavano allo steso Contest! Questa storia mi ha colpito per molti motivi, prima di tutto perchè ho potuto apprezzare ancora di più in retrospettiva la lettura del Mostro bianco. Il maestro che era il villain di quella storia, è qui ben presente, mostra la sua prima cattiveria e mormora la terribile frase che poi sarà rivelatrice in futuro "Sai che non potrei farti del male?". Pur essendo una figura avvolta nel mistero, perchè il racconto si svolge di fatto dalla prospettiva infantile di Sindy, è chiaro il senso di oppressione e inquietudine che incute. La prigionia di Sindy e Vincent è descritta bene e comunica molte emozioni, specialmente nel momento in cui viene cantata la ninna nanna. Il rapporto tra i due è davvero intenso e profondo: Vincent di fatti si sacrifica per offrirle una via di fuga, e di questo Sindy se ne accorge solo molto dopo, tanto che non coglie il momento dell'addio. Mi è piaciuto come hai inserito la citazione del Contest di Juriaka, è davvero la perfetta triste chiusura a questa bella storia decisamente angst. Molto bella! A presto carissima con un'altra lettura:)

Recensore Master
12/01/20, ore 17:40

Eccomi per lo scambio del giardino di EFP.
Storia davvero molto interessante le descrizioni dei bambini e dei luoghi sono davveron fatte molto bene. La storia è molto lineare con veli di mistero come chi fosse il maestro? E perché li tiene rinchiusi?
Inoltre non è mai facile scrivere su bambini ma, da quanto vedo, ci sei riuscita più che bene visto il piano semplice e ingegnoso che solo un bambino saprebbe cogliere davvero molto brava.
Ciaoo alla prossima.

Recensore Veterano
12/01/20, ore 15:33

Ciao cara, e buona domenica. 

Ed eccoci qui, con una storia che scorre fluida e che si lascia leggere con molto piacere. Lo stile utilizzato ti aiuta molto in questo, mai pesante o eccessivamente semplice. Hai raggiunto la corretta via di mezzo, ecco. Due minuscoli appunti che mi sento di fare sono legati a) sempre a quell'uso dei gerundi che ti avevo fatto notare in un'altra mia recensione, che rallenta un pochino la lettura se spuntano nelle coordinate:



Sindy osservò ammaliata i corpi celesti fluttuanti nel cielo, disperdendosi tra quei barlumi lucenti, domandandosi se si stesse meglio che nel suo piccolo mondo fatto di fame.



La piccola si avvicinò alla finestra a passo lento, sporgendosi quanto poteva, cominciando a raccontare l’episodio che aveva menzionato.




e b) al dosaggio degli avverbi in -mente, non tanto perché sia errato usarli, ma sempre per un discorso di come suona il tutto.



Sono proprio due migliorie piccolissime, perché per il resto il testo è perfetto e ti faccio i miei complimenti.

Passata la parte noiosa, tra le tre storie che ho letto questa è quella che mi è piaciuta di più. Avevo già incontrato Sindy in "The skating queen", dove avevi lasciato intuire che non avesse proprio avuto un'infanzia felice. Immagino che Jan sia stato l'uomo che l'ha tratta in salvo da questa condizione opprimente e squallida, di cui sei stata brava a trasmettere l'alone nel racconto. La figura del maestro è quella del classico orco che non vorresti mai incontrare, ho percepito tutto il viscidume in quella carezza che ha dato alla nostra Sindy. Il momento della prigionia con Vincent e in particolare questa frase ("Lo stomaco dei due fanciulli brontolava incessantemente: Sindy ebbe quasi paura che Vincent potesse scagliarsi contro di lei e staccarle la carne a morsi") mi hanno subito fatto pensare al racconto del conte Ugolino nell'Inferno dantesco. Insomma, la sensazione di inquietudine ci si è avvicinata molto. 

La fuga dei due bambini non è riuscita, ma nonostante ci sperassi ho immaginato che non sarebbe andata a buon fine. Questo perché, nella pratica, due undicenni non avrebbero comunque potuto sopravvivere da soli. Da un lato è un bene che Sindy sia rimasta con i suoi amici, per lo meno ha avuto la possibilità di crescere e incontrare Jan.

Concludo qui le mie considerazioni. Continua così ^^



Alla prossima,



Trix

Recensore Master
07/12/19, ore 21:10

Il Bambino dai Capelli Color delle Stelle / Sabriel_Little Storm

Grammatica e stile: 10\10

Grammaticalmente non mi è parso di notare alcun errore grammaticale o di battitura, quindi ottimo lavoro. Per quanto riguarda lo stile l'ho trovato molto avvincente, e davvero pulito! Non ho riscontrato ripetizioni ridondanti, e credo che tu sia riuscita a trovare un giusto equilibrio tra semplicità e immediatezza dei vocaboli e alcune espressioni invece più raffinate. Non sei stata pesante, ma nemmeno povera di contenuti, il testo l'ho trovato scorrevole e la lettura è volata. Mi è piaciuta molto l'introspezione, ben amalgamata alla narrazione. In generale il tuo stile l'ho trovato inerente all'atmosfera che volevi suscitare, mi hai trasmesso tanta malinconia e tanto senso di oppressione, e credo che tu sia stata davvero brava ad adattare le tue parole al punto di vista di una bambina, elemento affatto scontato. Sei stata in grado di farmi leggere la tua storia proprio come se la stessi osservando tramite gli occhi di Sindy, quindi con il presentimento e l'angoscia della sua sofferenza, unita però all'innocenza e all'ingenuità propria di quell'età. Per esempio, questa frase qui è meravigliosa: 'Lo stomaco dei due fanciulli brontolava incessantemente: Sindy ebbe quasi paura che Vincent potesse scagliarsi contro di lei e staccarle la carne a morsi.', rispecchia perfettamente l'anima di una bambina.
Se posso permettermi, credo che tu sia migliorata rispetto all'ultima storia che proponesti per il mio concorso (L'Inferno dell'Angelo). Non che fosse scritta male, assolutamente, ma questo capitolo mi è parso più limpido e fluido da un punto di vista strettamente lessicale, quindi brava!

Utilizzo simbolo e frase: 4,5\5

Iniziamo dal significato generale del tatuaggio, la stella, che 'può rappresentare un cambiamento significativo (o la volontà di cambiamento) nella propria vita, il desiderio di raggiungere un obiettivo. Indica la speranza, un punto che brilla nell’oscurità. Una persona con questo tatuaggio non ha alcuna intenzione di arrendersi'. Credo che tu l'abbia rispettato nel senso generale, Sindy in questo caso decide di scappare dall'orfanotrofio, e questo coincide con il 'cambiamento' proposto appunto dall'obbligo. Il problema è che non mi sembra sia stato troppo approfondito. Per esempio, durante la maggior parte della lettura del tuo testo poni - giustamente - l'accento su quanto Sindy si senta in trappola, sulle condizioni catastrofiche in cui vive, sui suoi stenti, sulle sue angoscie. E' una vera e propria sensazione di claustrofobia, che lascia poco spazio alla tematica della speranza, o a quella del cambiamento. Per esempio, il tatuaggio 'ragnatela' (dal bando: 'solitamente rappresenta una sensazione claustrofobica, negativa. Colui che lo sceglie come tatuaggio si sente spesso intrappolato, senza riuscire a liberarsi. Può essere un riferimento a una forma di dipendenza, come da droghe pesanti, o alla situazione familiare che lo circonda, o al sistema politico dello stato in cui vive.') secondo me sarebbe più adeguato. Cioè, l'unico momento in cui emerge dalla protagonista la voglia di cambiare è l'ultimo paragrafo, nel dialogo 'Io me ne vado', ma poi non viene approfondita tramite, non so, l'introspezione (giustamente, lei è una bambina, sarebbe stato strano il contrario). Cioè, questo desiderio improvviso di cambiamento dura troppo 'poco', perchè poi anche durante la fuga, almeno dalle parole che usi e comunque dalla narrazione, non viene mai evidenziato il fatto che lei abbia trovato il coraggio per scappare, ma piuttosto poni l'accento su quanto questo 'gesto' sia stato futile (perchè si è rivelato un fallimento, e da qui ritorna nuovamente la sensazione di claustrofobia). In sintesi, non abbiamo nè un cambiamento definitivo (perchè appunto, lei fallisce nella fuga, e comunque quel che succederà dopo non è spiegato in questo capitolo), nè una volontà di cambiare vera e propria, se non espressa appunto in quella frase, o comunque giusto accennata, sempre secondo me. Poi, per quando riguarda invece il punto 'indica la speranza, un punto che brilla nell'oscurità', anche in questo caso la speranza non mi è sembrato il punto forte del tuo racconto. Sì, la figura del ragazzo solleva un attimo l'animo, e Sindy lo vede come una figura 'positiva', però - sempre secondo me- non traspare la speranza nel senso reale del termine. La narrazione, o comunque il punto di vista di Sindy, fa sempre trasparire molta 'negatività', ma giustamente direi. Cioè, la speranza non c'è, e anche nella parte della fuga Sindy non specifica mai di essere speranzosa, di crederci realmente in quel piano, ma è narrato tutto a mo' di tragedia, di conseguenza non mi sento di darti il punteggio pieno nemmeno su questo punto. Anche quando descrivi gli ultimi incontri tra loro due, metti sempre appunto termini che lasciano presagire il peggio, per esempio qui:
'«Pensi ci rincontreremo davvero?» mormorò lui, gli occhi lucenti fissi nei suoi.
Forse, in fondo, conosceva già la verità.
Lei annuì debolmente: «Certamente».
Il suo tono non era affatto convinto, ma le loro mani si sfiorarono per un istante, in un ultimo, infinito, augurio di speranza.' -> inserisci 'augurio di speranza' alla fine, quindi perfetto, però conta che prima utilizzi tutta una serie di espressioni che la speranza in realtà la smontano proprio, sembra come se i protagonisti fossero i primi a non crederci realmente, come quando dici che 'conosceva già la verità' (in senso negativo), oppure 'annuisce debolmente', oppure 'il suo tono non era affatto convinto'. Ti sto facendo il papiro, perdonami, ma mi piace spiegarmi per bene ed evitare eventuali fraintendimenti! Poi, per quanto riguarda l'ultimo punto del significato del tatuaggio: 'non ha nessuna intenzione di arrendersi', il discorso è lo stesso. Sì, lei ci prova, scappa, ma dal testo non traspare minimamente alcuna 'motivazione', da parte di Sindy. Anche quando scappa ha già il presentimento che qualcosa andrà quasi certamente storto, quindi non trapassa la sua combattività. Questa ovviamente non è una critica al personaggio, anzi credo che tu sia stata dannatamente realistica (ma ne parleremo al punto successivo), soltanto che il pacchetto ti ha un po' fregato, sì! Ripeto, con quello della ragnatela avresti preso sicuramente il massimo del punteggio, perchè la sensazione più 'importante' è quella di occlusione, paura, ansia e claustrofobia. Infine (sì, ce l'abbiamo fatta!) la frase l'hai utilizzata benissimo, la fine mi ha spezzato il cuore, mi sono proprio immaginata questi due bambini sfiorarsi le dita quasi con disperazione, è stata una scena che mi ha veramente colpito.

Caratterizzazione personaggi: 4.5\5

La caratterizzazione dei personaggi mi è piaciuta molto. Partiamo dal presupposto che io adoro i personaggi bambini, ma bisogna saperli trattare! Non devi attribuire loro un'introspezione troppo peculiare, troppo 'colta', ma non devi nemmeno farli sembrare idioti. Devi renderli interessanti, devono saperti stupire, senza però deformare comunque l'idea che siano, per l'appunto, ancora bambini, e sicuramente non è un'impresa facile. Credo che questo ti sia riuscito alla grande, Sindy è veramente un capolavoro. Hai trattenuto tutta la sua innocenza, la sua ingenuità, hai parlato di eventi terrificanti mantenendoli però sotto la luce 'infantile', infatti l'introspezione è priva di giri di parole, o di eventuali 'turbamenti' che invece caratterizzano quelle di noi 'adulti', che tendiamo ad annodare le cose. La visione di Sindy è davvero molto limpida, semplice (in senso buono), lei parla di tutto il male che la circonda ma senza rimuginarci sopra, sei breve ed efficace, ma non distante. Poi sono molto belle le sue gestualità, come quando si affaccia alla finestra e guarda le stelle, o la parte in cui pensa che l'amico possa mangiarla viva per la fame, quello è stato proprio un tocco di classe! Hai davvero adattato la tua narrazione a lei, unendo il racconto al punto di vista, elemento che ha veramente contribuito a rendere quella bambina reale, e a farmi finire lì con loro (avrei voluto abbracciarli, giuro!). Il personaggio di Vincent l'ho amato, troppo dolce, troppo tutto, mi sono piaciute tanto le sue descrizioni, come il fatto che odorasse sempre di pulito, o il colore dei capelli che poi paragoni alle stelle, che Sindy osservava da fuori! Un personaggio altruista, gentile e generoso, spero che tornerà in qualche altro capitolo legato a questa serie (ti prego? ç-ç), anche se non credo... Secondo me, comunque, avresti dovuto dedicargli proprio una puntina di spazio in più. Inoltre, un 'problema' che ho riscontrato si trova nella caratterizzazione dell'antagonista, che avrebbe meritato più attenzione. Io sono consapevole di quanto effettivamente negativa e 'oscura' sia questa figura, perchè ho letto altre tue storie correlate appunto alla serie in generale, ma dovendo valutare la storia singola ti direi che questo personaggio avrebbe meritato un briciolo in più di attenzione, semplicemente perchè secondo me non evince al massimo la sua reale cattiveria, la sua reale malattia psicologica.

Gradimento personale: 5\5

La storia mi è piaciuta molto! Ho adorato i protagonisti, come specificato sopra adoro quando il punto di vista è quello dei bambini, e ho adorato i personaggi principali. L'atmosfera era pesante, opprimente, e credo che tu sia riuscita benissimo a rendere reale la situazione catastrofica che racconti. Mi sono piaciute le immagini che hai proposto, mi è piaciuto tantissimo il rapporto tra Sindy e Vincent, spero che ci scriverai un seguito (quella cosa misteriosa cosa chiamata 'happy ending', che evidentemente tu eviti come la peste). Ottima la narrazione, veloce e mai pesante, in più il finale l'ho veramente adorato. Sarà perchè ho un debole per la frase che hai scelto, tuttavia l'immagine conclusiva è stata tanto bella quanto straziante, ti giuro che il momento in cui si sfiorano le dita scambiandosi la promessa di rivedersi mi ha colpito troppo, perchè mi sono immaginata questi due bambini innocenti che devono sopportare un peso così grande, e in quel gesto genuino ci ho visto davvero tanta sincerità. Cioè, se fossero stati due adulti non mi avresti regalato le stesse sensazioni, quindi è stata proprio un'immagine che ha fatto fare al mio cuore una capriola. Insomma, la ciliegina sulla torta, andava detto!

Totale: 24/25

[Precedente] 1 2 [Prossimo]