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di Miryel

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/07/20, ore 09:50

Buongiorno <3
Sempre felicissima di ritornare da queste parti, le tue storie iniziavano a mancarmi, perciò colgo l'occasione per terminare questa mini-long. I primi tre capitoli sono stati come un giro sulle montagne russe, oscillavano fra l'angst puro e gli sforzi di Harley di non far affondare Peter, di portarlo a riscoprire la vita e la felicità.
Il flashback è tristissimo e ogni volta che parli della morte di Tony, io soffro. E soffre pure Peter, tantissimo, e amo come rendi le sue emozioni e riesci a farmele provare tutte. 
Tornando al presente, mi piace vedere come Peter e Harley comincino ad andare d'accordo, si lasciano andare - almeno per il momento, perché viene subito il dubbio che non durerà tanto e che questo è solo un momento di pausa in cui Tony si è eclissato, ma tornerà presto a pesare, pur ormai non essendo più su quel pianeta, perché dalla testa e dal cuore di Peter non lo si può togliere. Quanto è angst tutto ciò :'c
La scena erotica fra loro due, comunque, è bellissima ed è esattamente del tipo che mi piace leggere; non amo le scene descritte in modo troppo esplicito e pieno di dettagli, ma adoro quando sono scritte con eleganza, esattamente com'è qui **
Adoro che alla fine sia finita bene fra Peter e Harley - eh, con te un po' di paura che finisca tutto in angst e tragedie c'è. Adoro l'evoluzione che sei riuscita a dare, e la profondità, a entrambi i personaggi, che nel corso di pochi capitoli ne passano tante a livello sentimentale ed è sempre meraviglioso il modo in cui esplori i loro pensieri, le loro sensazioni, in relazione a ciò che gli succede. Non avevo mai pensato a questa coppia, non l'avevo mai creduta possibile, ma me ne sono innamorata, il modo in cui hai rappresentato Harley mi è piaciuto tantissimo e le tematiche che hai scelto le ho trovate molto originali, interessanti da esplorare, e infatti è stata davvero intrigante come storia. Mi ha toccata un sacco a ogni capitolo, mi ha tenuta con il fiato sospeso, e soprattutto non sapevo dove saresti andata a parare, come sarebbe finita, e ogni capitolo è quindi stato una sorpresa, fino a questo qui, quello conclusivo, e che proprio non mi aspettavo. Quasi dimenticavo: è meraviglioso il modo in cui ti riallacci al titolo **
Questa mini-long mi ha lasciato tanto, ci  ho messo un po' a finirla ma l'ho amata davvero tanto ** - un po' come tutte le altre che hai scritto, in realtà, lol. Penso che amerei qualsiasi cosa purché sia scritta da te. 
Se scriverai ancora su loro due, dunque, sarò qui ad adorare e a leggere tutto, sappilo <3
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Master
16/06/20, ore 11:53
Cap. 3:

Buongiorno <3
Allora, stavo spulciando il profilo, preoccupata, perché ero convinta di essere in pari con tutto, finché non mi sono resa conto che questa storia contava 4 capitoli ed era completa e io ero certa di non averla finita, e infatti. Riprendo volentieri a leggerla, perché i primi due capitoli mi erano piaciuti moltissimo - e questo non è stato da meno. **
Peter in questa storia mi trasmette una tristezza sconfinata, Harley invece mi fa tanta tenerezza. Vuole salvare Peter, ci tiene tantissimo a lui, lo ammira, vorrebbe aiutarlo, ma Peter è troppo scosso dal dolore per la perdita di Tony per farcela. 
Sentir parlare di Morgan e Pepper, poi, mi spezza troppo il cuore. T.T
Anche in questa storia è meraviglioso il modo in cui parli del Peter che è stato via per anni, e che quando è tornato indietro non è più stato lo stesso. Adoro la profondità che dai a questo personaggio, adoro come ne parli, adoro come scrivi le sue introspezioni e mi ribalti il cuore ogni volta. Harley poi è troppo dolce, si è impuntato che vuole salvarlo, che vuole aiutarlo, ma anche se ci prova Peter continua ad allontanarlo. Peter non ne vuole nemmeno parlare perché gli fa troppo male, ma Harley non demorde, non è mai esplicito e al tempo stesso cerca di tirargli via quel dolore. Vista la situazione, vista la disperazione intentissima, non pensavo che sarebbe arrivato un bacio. Ma ahw, l'ho amato, è un momento di felicità in una storia che è giustamente cupissima, un attimo di pace per un Peter che sta soffrendo tantissimo - ma come puoi essere così sadica con lui, povero piccolo? Mi sta facendo troppo troppo male, qui T.T 
Bacio che, comunque, non termina come dovrebbe, almeno non all'inizio. Peter si scansa, pentito, si pulisce le labbra. Mi è dispiaciuto tantissimo per entrambi, qui, perché forse è vero che Peter potrebbe farsi forza e superarla, ma è difficile, e Peter non sembra davvero pronto e non dimenticherà mai Tony, pur andando avanti, pur imparando ad amare qualcun altro e baciando qualcun altro, Tony rimarrà sempre con lui. Il messaggio che lasci è bellissimo. Tony non c'è più, ma si deve comunque andare avanti, ed è così triste che a Peter appaia come un errore, come un tradimento, quando il tradimento non c'è davvero perché Tony non tornerà indietro. E allora si baciano ancora, amo le introspezioni di Harley e il fatto che non voglia essere Tony, non vuole fare da rimpiazzo, ma vuole comunque aiutarlo, amarlo, farlo stare meglio. 
Gli ultimi dialoghi sono devastanti e bellissimi. **
Non hai idea di quanto ho amato questo capitolo, è meraviglioso, intensissimo, è immensamente angst ma ne ho amato ogni riga. 
Ora sono proprio curiosa di scoprire come andrà a finire, e spero bene. Dopo tutto questo angst mi auguro che i due riescano a essere felici. <3
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Master
03/05/20, ore 14:50

Una conclusione bella e piena di speranza per il futuro, qualcosa che sembra aprire nuove prospettive anche e soprattutto letta in questo periodo, che fa pensare che, forse, ci potrà essere una primavera e poi un'estate anche per noi e per tutto il mondo, così come c'è stata per Harley e Peter.
Ammetto che avevo capito male, all'inizio del capitolo, non mi ero accorta che si trattava di un flashback e mi stavo chiedendo perché mai facessero il buffet per il funerale di Tony dopo più di un anno dalla sua morte... poi ho realizzato che era la scena del primo incontro tra Harley e Peter e che doveva servire per mostrare il contrasto tra un momento di grande sofferenza e dolore per tutti e soprattutto per Peter e una nuova vita in cui si può credere e andare avanti. In effetti sembrerebbe una storia scritta appositamente per questi tempi perché il messaggio che dà è veramente positivo e di grande speranza, anche se i fardelli da portare restano, ma ci si può abituare a portarli e tornare a sorridere di nuovo. Peter sorride di nuovo, i suoi occhi sono di nuovo luminosi, Harley gli ha dato la forza, un ragazzo così generoso e umile da essere disposto perfino a mettersi da parte, se Peter volesse così. Ma Peter non vuole. Tony è stato il grande artefice, il maestro, lui ha lasciato la sua impronta nella vita di tanti e soprattutto di questi due ragazzi che da lui hanno imparato, che sono i suoi "Padawan" come li ho chiamati fin dal principio. In un certo senso è come se lui avesse manovrato, dietro le quinte, perché si incontrassero e imparassero a andare avanti insieme, è come se la sua persona, in questa connessione che unisce Harley e Peter, fosse sempre presente. O almeno io l'ho vista così.
Penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro nel creare Harley ragazzo, dev'essere stato difficilissimo perché non c'era niente a cui appoggiarsi, non ci sono minimi accenni a lui e il film lo mostra ancora bambino. Non so se in futuro la Marvel userà questo personaggio, non so nemmeno se sperarlo o no, visto che ultimamente la Marvel riesce a rovinarli, i suoi personaggi. Penso che mi piacerebbe se si vedesse, perché è da un po' che cerco qualcuno da shippare con il Dottor Strange e Harley mi piacerebbe molto, però ovviamente mi riferisco al TUO Harley, non so cosa ne farebbe la Marvel. Forse sarebbe meglio che restasse un tuo personaggio, così dolce, gentile e speciale come la Sigyn di Shilyss.
Per il resto, il messaggio della storia è veramente potente e bellissimo, credo di aver involontariamente scelto il momento migliore per leggerla perché la speranza e la fiducia nel futuro che infonde, la certezza che si può tornare a sorridere anche dopo le cose più difficili e tristi da affrontare, è qualcosa che fa bene e che aiuta soprattutto in questo periodo.
Sulla ship posso dire che è ben costruita e resa verosimile attraverso i continui approfondimenti psicologici dei personaggi ed è questo che io cerco quando vado a leggere consapevolmente una ff su una coppia che non è la mia. Come ho sempre pensato, i sogni sono tutti validi e veri e devono fare bene a chi li sogna e che li ama. Non importa che loro non siano la mia ship (perché per me una vera OTP resta per sempre e per me non c'è alternativa a Tony e Peter, al diavolo il canon, ma questa è la mia opinione personale, giusta o sbagliata che sia), l'importante è che la tua nuova ship faccia bene a te e che tu riesca a sentirla nel cuore e a renderla credibile e verosimile, e anche in questo hai fatto un ottimo lavoro.
Complimenti e alla prossima storia, spero che tu abbia ritrovato il gusto di scrivere perché so per esperienza personale quanto faccia bene e quanto aiuti.
Abby

Recensore Master
28/04/20, ore 12:04
Cap. 3:

Questo è stato un capitolo che mi ha suscitato sentimenti ed emozioni contrastanti e immagino che tu possa capire benissimo il perché.
Continuo ad amare moltissimo il personaggio di Harley, il suo modo di fare così semplice e spontaneo e davvero mi chiedo come tu sia riuscita a caratterizzarlo così bene, a farne un personaggio vivo e vero quando, a quello che ho capito, nel film in cui appare in realtà è solo un bambino e poi di lui non si sa più niente. Leggendo la storia si ha l'impressione di essersi "persi qualcosa" (come se Harley fosse veramente apparso nei film della Marvel ma magari io non li ho visti), e penso che un personaggio del genere sarebbe molto più interessante di altri. E credo che sarebbe particolarmente interessante vederlo davvero a confronto con Peter, come scrivevo nella prima recensione, i due Padawan di Tony Stark. Ancora una volta Harley appare come il più forte e sereno, forse quello che è riuscito meglio ad apprendere la lezione del suo maestro: nonostante la chiusura di Peter, Harley non demorde, non si scoraggia, anzi resta sempre allegro, amichevole, senza lasciarsi smontare da Peter che boccia tutte le sue proposte. Alla fine, forse preso per stanchezza accetta di lasciarlo parlare, ma ciò che vuole sapere Peter non è qualcosa di più su Harley, la sua ossessione è sempre quella di aver deluso Stark. Non è nemmeno che voglia parlare di lui, come spesso succede tra due persone che ricordano una persona cara che non c'è più, no. Peter vuole sapere cosa Tony diceva di lui ed è convinto di essere stato per lui una delusione... magari, chissà, Harley al suo posto avrebbe fatto di più e meglio e magari Tony non sarebbe nemmeno morto (mi sto immedesimando nelle paranoie di Peter, non è che io la pensi a questo modo).
Nella seconda parte della storia Harley decide di prendere l'iniziativa e di fronteggiare Peter nel momento in cui non può sfuggirgli, mentre sta lavando i piatti. Vuole che Peter tiri fuori i suoi sentimenti, che la smetta di punirsi come se la morte di Tony fosse colpa sua e lui dovesse scontare in eterno la punizione del dolore. Vuole che Peter si dia una possibilità e che la dia a lui, e allora anche Harley, che di solito è così comprensivo e gentile, insiste, pressa Peter per costringerlo a uscire dalla gabbia che si è costruito e poi lo bacia.
Ecco, devo ammettere che questa parte mi è sembrata un po' "affrettata". Per questo ho scritto che il capitolo mi ha dato emozioni contrastanti. E' chiaro che Peter dovrà andare avanti e che nessuno meglio di Harley potrà aiutarlo a farlo, a concedersi di vivere senza pensare di aver "tradito" Tony per questo, ma devo ammettere che la scena del bacio mi è sembrata un po' scontata, come se, visto che Tony è morto, Peter debba per forza innamorarsi di un altro per reagire. Non so se riesco a spiegare questa cosa, perché per il resto la costruzione psicologica dell'evoluzione del rapporto fra i due è stata accurata, profonda e realistica, ma il bacio "frettoloso" quando Peter ha appena iniziato ad ammettere di trovarsi bene con Harley, mi ha un po' delusa. Diciamo che mi sarei aspettata una cosa diversa, un Harley che, prima di tutto, volesse essere amico di Peter e volesse aiutarlo a uscire dal suo dolore, proprio com'era stato finora. Mi sarebbe piaciuto vedere Harley e Peter diventare prima amici, vedere che Harley riusciva pian piano a portare Peter fuori dal suo tunnel di dolore e disperazione, che lo spingesse a fare delle cose insieme, che so, una gita al mare, una passeggiata, come due amici qualsiasi. Che riuscisse a farlo ridere, finalmente e spontaneamente, dopo tanto tempo. Oddio, capisco che per fare tutto questo avresti dovuto scrivere una long tipo di venti capitoli, però mi sarebbe piaciuto di più e lo avrei visto più realistico, una sorta di lenta rinascita di Peter grazie a Harley. Prima una grande amicizia e poi, con calma, avrei visto bene anche la nascita di qualcosa di più, ma non ora, non così. Almeno questo è quello che è sembrato a me. Forse sono un po' prevenuta perché ho odiato con tutto il cuore le persone che si sono messe a shippare Peter e Beck (il primo sconosciuto di passaggio) come se non ci fosse un domani, solo perché ormai Tony era morto e quindi Peter doveva per forza andare a letto con qualcun altro. Nella tua storia non è certo così, prima di tutto Harley non è Beck e anzi è proprio la persona giusta per aiutare Peter a scuotersi, a reagire, a scegliere di vivere ancora e di poter essere felice. Però proprio per questo non mi è piaciuta la "fretta" di voler arrivare alla ship. Harley e Peter li avrei visti bene come grandi amici, almeno per qualche tempo ancora.
Comunque manca ancora un capitolo e, magari, sarà proprio in quello che troverò ciò che mi è un po' mancato in questo capitolo.
Mi dispiace di non aver potuto essere del tutto positiva in questa recensione, per il resto è tutto davvero perfetto, comprese Pepper e Morgan e il modo in cui hai reso Harley pian piano una parte della famiglia anche per loro, nonostante sia arrivato da poco. E continuo a pensare che Harley sia un bellissimo personaggio che non è stato sfruttato come avrebbe meritato. Ma chissà, magari è meglio così, forse la Marvel avrebbe finito per rovinare anche lui, mentre tu lo hai reso un personaggio splendido.
Spero di poter dare solo commenti positivi per l'ultimo capitolo, che magari sarà proprio come ho immaginato io.
Complimenti per l'inventiva e la creatività e soprattutto per aver saputo rendere Harley così verosimile e realistico partendo da poco o niente, penso che sia diventato praticamente un tuo "personaggio originale", perché nulla si sa dell'Harley adulto, ma sembra così ben calato in quel mondo che ci si stupisce che non ci sia stato veramente!
Alla prossima!
Abby

Recensore Master
21/04/20, ore 12:50
Cap. 2:

Anche questo secondo capitolo è stato interessante, sei molto creativa a sperimentare tutte le varie possibilità che ti offrono i personaggi e in questa storia in particolare usi tutto quello che ti ha dato il film per poi cercare comunque una soluzione che soddisfi più o meno tutti.
E' molto bello il dialogo tra Harley e Pepper. Pepper è un personaggio molto triste, secondo me, no so come fosse negli Iron Man che non ho visto, ma per quello che ho visto di lei è sempre quella che viene "dopo": dopo le avventure di Tony, dopo le sue amanti, dopo il suo ruolo di Iron man ecc... Mi è sembrato molto crudele nel film farle sposare Tony proprio quando avevano deciso di farlo morire, tanto per darle un'altra botta di tragicità. Qui lei è rassegnata ma forte, lei sa di avere comunque Morgan e sapeva anche tutto di Tony e Peter, ma lei per prima riconosce che il loro è un rapporto speciale, una cosa che secondo me non le toglieva niente (al contrario di un'amante occasionale), perché Tony e Peter erano legati da tante cose, destinati si può dire. Ne hai fatto un personaggio molto bello e profondo e le hai dato una dignità che merita e che nei film non si è mai vista, è come se servisse solo a rendere più tragica la scena della morte di Tony. E Harley è sempre un personaggio bellissimo, non può capire fino in fondo il dolore di Peter ma sente che è qualcosa di immenso in cui il ragazzo può e forse vuole sparire e lui vorrebbe cercare di aiutarlo.
Non è facile. Peter rifiuta ogni aiuto e anche la compagnia degli amici. La sera della cena si alza da tavola con una scusa per allontanarsi, Harley cerca di parlargli ma non riesce ad andare fino in fondo, c'è sempre qualcosa nel dolore che spaventa, il rischio forse, come dice Pepper a Harley, di sprofondare nell'abisso insieme alla persona che si vorrebbe salvare. Harley è generoso, coraggioso, ma non sa cosa fare. Peter ritorna se stesso solo giocando con Morgan, ma sono brevi attimi che lui dedica alla bambina, per il resto è come se volesse autodistruggersi, sembra una partita persa in partenza.
Devo farti tanti complimenti innanzitutto per come hai reso Harley, che mi piace sempre di più (spero davvero che scelgano lui come nuovo Iron man, sarebbe l'unico ad averne il diritto), poi per la splendida Pepper che hai reso forte e dignitosa e saggia... come in effetti io credo che sia, anche se nei film ci hanno fatto vedere ben poco di lei, mi è piaciuto moltissimo quello che ha detto sul rapporto tra Tony e Peter che lei ha accettato perché non significava condividere Tony, erano due tipi di amore diverso ma ugualmente forte e vero. Penso anch'io che sia così e che non sia impossibile amare allo stesso modo due persone diverse, specialmente in un caso particolare come quello di Tony, Peter e Pepper.
Un'altra cosa che apprezzo moltissimo, forse la cosa più bella e vera della storia, è il dolore di Peter e il suo rifiuto di accettare la perdita di Tony. E' questo che io avrei voluto vedere almeno un po' nei film e che invece non c'è. Peter ha subito una perdita immensa, comunque si viglia vedere il suo rapporto con Tony, per cui anche nei film avrebbero dovuto far capire che per Peter era stato un trauma, come la perdita di un padre o come dev'essere stata per lui la morte di zio Ben. Non è possibile liquidare una cosa del genere con la fine del liceo, il viaggetto in Europa, i bacetti con MJ e, cosa più abominevole di tutte, la gente che adesso shippa Peter con Beck. Tutto questo mi fa venire la nausea e per questo non guarderò mai Spiderman Far from Home, per me è un oltraggio alla memoria di Tony e al personaggio di Peter. Al contrario, questa tua storia rappresenta come veramente avrebbe reagito Peter alla perdita di Tony ed è perfettamente IC e realistica. Ovviamente poi Peter riuscirà a reagire, soprattutto grazie alla dolce vicinanza e all'affetto di Harley, ma solo dopo tanto tempo, dopo aver sfogato tutto il suo dolore e solo grazie a una persona speciale, una persona che ha conosciuto Tony, che gli ha voluto bene e che quindi può almeno in parte capire il suo dolore.
Oltre che una storia bellissima e commovente questa è anche una perfetta analisi psicologica dei personaggi, delle dinamiche di un lutto, della nascita di un nuovo legame, insomma è perfetta in tutto.
Tantissimi complimenti di tutto cuore, proseguirò presto la lettura.
Abby

Recensore Master
13/04/20, ore 14:50

Questa storia mi ha incuriosita dopo aver visto, nella scena di Endgame, che al funerale di Stark c'era un ragazzo che non conoscevo. Sono venuta poi a sapere che il ragazzo in questione era Harley e che, in qualche modo, era diventato un allievo di Tony dopo averlo conosciuto in Iron Man 3, che io non ho mai visto. Non sapevo che Tony avesse avuto anche un altro allievo prima di Peter e non so perché nei film non si veda mai, comunque proprio questo fatto mi ha spinta a leggere questa storia, forse per conoscere meglio Harley e il suo legame con Tony Stark.
Nella storia, però, l'atmosfera è piena di dolore, vuoto e assenza per tutti, non solo per Harley e Peter ma anche per Pepper e Morgan. Si sente veramente, nella storia, questa sensazione di vuoto, questa assenza così forte, perché Tony era veramente una persona speciale e il fatto che non ci sia più non strazia solo le persone che gli erano più vicine, ma chiunque lo abbia conosciuto.
Harley si avvicina alla famiglia di Tony e a Peter, curioso di capire meglio il legame tra lui e Tony, e in effetti posso capire bene che Harley possa aver sofferto di questa cosa, in fondo era arrivato prima lui, in un certo senso, e perché mai Tony a un certo punto avrebbe dovuto "rimpiazzarlo" con un altro ragazzino? Eppure Harley sembra essere superiore a questi sentimenti di rivalità, che tra adolescenti dovrebbero essere normali, anzi lui vorrebbe conoscere meglio Peter, conoscere il ragazzo di cui Tony gli ha parlato così tanto nei cinque anni in cui è scomparso, ma che non riconosce nella persona chiusa nel suo dolore che si trova di fronte. Ripeto, non conosco Harley e non so perché Tony poi abbia smesso di occuparsi di lui e perché non sia venuto fuori anche lui come supereroe, però mi viene da ammirare questa sua natura aperta e generosa che lo porta a voler aiutare Peter, a volerlo tirare fuori dall'abisso di dolore in cui è caduto e dal quale rifiuta anche di provare a uscire. E' chiaro che il legame tra i due c'è e non si può negare, sono stati entrambi allievi di Tony, lo hanno conosciuto, ammirato, e adesso entrambi sentono la sua mancanza, si potrebbe pensare che l'amicizia tra loro dovrebbe nascere spontaneamente proprio perché hanno condiviso così tanto, pur senza saperlo. Però Harley, ancora una volta, coglie perfettamente il punto: "«Dico sul serio, Peter. Non posso sapere cosa stai passando. Per me non è lo stesso. E, se davvero avessi bisogno d'aiuto, di certo non lo vorresti da qualcuno che conosci a malapena. Sto peccando di arroganza, e non è quello che voglio, quindi scusami», dice."
Bellissime parole di questo ragazzo che, a quanto pare, è sempre stato una "seconda scelta" per Tony (non voglio dire castronerie, come ho già detto non conosco la sua storia, però non l'ho mai visto tra gli Avengers e quindi...), ma è in grado di superare quello che può aver provato, delusione, frustrazione, e ora vuole solo aiutare Peter che, per ovvi motivi, sta soffrendo molto più di lui. Perché il rapporto tra Peter e Tony era molto di più e Harley non può immaginare cosa significhi perdere la persona che ami, vederla morire davanti agli occhi. E non pretende di capirlo, né di essere la persona da cui Peter correrebbe se avesse bisogno di aiuto. Così fa un passo indietro, dice a Peter che lo lascerà in pace... a meno che non sia Peter a chiedergli aiuto. E, inaspettatamente, è Peter a richiamarlo, a prendere l'autobus con lui, anche se poi non gli parla. Ma è un primo passo.
Interessante la caratterizzazione di Harley, che è veramente un personaggio maturo, generoso e sensibile nonostante sembra essere solo un po' più grande di Peter. Mi ha fatto piacere conoscerlo. Ed è quasi naturale e forse "voluto" che i due allievi di Tony finiscano per fare amicizia (non è ancora successo, ma è inevitabile che accada), perché sono legati dall'affetto per una persona speciale che ha cambiato le loro vite. Mi sembra di vedere Tony come una sorta di Professor Keating, che anche se poi non c'è più ha comunque cambiato le menti e il modo di pensare dei suoi allievi, ha distrutto i luoghi comuni, ha messo in loro la voglia di "spingersi oltre". Harley per adesso dimostra di essere l'allievo migliore di Tony, ma è comprensibile perché Peter è troppo schiantato dal dolore per riuscire a mostrare la parte migliore di sé. Tuttavia, proprio in quanto allievi del migliore dei maestri, sicuramente i due sapranno fare grandi cose insieme.
La storia promette molto bene ed è stato bello conoscere Harley, un personaggio che mi è piaciuto molto.
Complimenti.
Abby
(Recensione modificata il 13/04/2020 - 02:50 pm)

Recensore Master
08/02/20, ore 11:42
Cap. 2:

E' passato un anno e ritroviamo Peter esattamente come il capitolo scorso: perso, fragile, piegato da una sofferenza tangibile, ma non ci deve meravigliare questo, del resto lui per primo ha detto sia in questo, che nello scorso capitolo, che non vuole stare meglio, perché, in fondo, stare meglio equivarrebbe ad un tradimento, e il legame che c'era tra Peter e Tony va ben oltre, superando tutti i confini del mondo. Ho apprezzato molto il tuo rendere consapevole Pepper della relazione tra loro, come dice la donna, lei ha una ragione per continuare a vivere, la trova nella figlia, Morgan, ciò che è rimasto di Tony, ma per Peter è diverso. Peter avrebbe anche una vita davanti, per ricominciare, ma, per il momento non vuole, non vuole slegarsi, neanche ci riuscirebbe, secondo me, e quindi permane ad essere bloccato, chiuso, inespugnabile. Sarà davvero difficile cancellare il fantasma di Tony, se non impossibile.
Ho trovato molto dolce che Peter si rianimasse con Morgan, tornando, per brevi istanti, il ragazzo che era prima, al punto di sorridere... sorridere, già! Indicativo che l'unica che riesca in ciò sia la bambina, ovvero una parte di Tony stesso, lo trovo molto intenso e mi ha emozionato!
Sono curiosa di leggere il resto! A presto! :)

Recensore Master
15/01/20, ore 11:48

Ma ciao carissima **
Finalmente riesco a ripassare da te, e sappi che le tue storie mi sono mancate terribilmente. E, a proposito di questo, ho visto che hai pubblicato delle cosine nuove davvero molto interessanti, e io non vedo l'ora di fiondarmici. Ma bando alle ciance.
Questo capitolo è stato la degna conclusione di una storia intensa, coinvolgente e piena di sofferenza. Nonostante il risvolto positivo per il nostro Peter e per Harley, mi ha lasciata con un senso di malinconia addosso, perché in realtà è un finale dolceamaro. Ci fai presagire che quell'ombra che è Tony Stark rimarrà per sempre nel cuore di Peter, per quanto lui possa cercare di andare avanti, di non pensare. E quell'ombra riemergerà, di tanto in tanto, verrà fuori e spunterà a velargli lo sguardo di tristezza, a trascinarlo di nuovo nelle tenebre, e questo Harley lo sa; sa che non potrà mai liberare del tutto la persona che ama dalle sue sofferenze, ma può aiutarla a lenirle e a sopportarne il peso. Questo è struggente, fa male, ma è anche realistico: ad alcune perdite ci si può solo abituare, ma l'impronta che lasciano sul cuore, quella dolorosa cicatrice che ogni tanto fa male, rimane per sempre.
Ho trovato davvero intenso e dolcissimo il momento in cui Peter si è concesso ad Harley e la paura di quest'ultimo che la luce nello sguardo di Peter, quel sole che si è improvvisamente riacceso, possa spegnersi e precipitarlo di nuovo nell'ombra, fermarlo, mentre lui desidera che quel momento giunga a compimento, desidera unirsi a Peter nella maniera più completa e intima possibile, desidera che lui glielo permetta. E Peter non si lascia inghiottire dal dolore, non si lascia vincere dalle ombre del passato, perché anche lui vuole Harley, anche lui vuole andare avanti: questa sua presa di coscienza è molto importante, perché è ciò che lo spinge a trovare la forza di reagire e di non respingere ciò che di positivo accade nella sua vita. Prima, Peter era convinto di non voler andare avanti, di non averne bisogno, e che tutto ciò che desiderava era rimanere a crogiolarsi nella sofferenza del ricordo di Tony; poi, Harley gli ha fatto invece comprendere che vale la pena sollevare la testa, guardare avanti, oltre, e che non è tradire Tony, ma fargli un grande regalo. Ed è proprio quello che Harley dice a Peter, temendo di risultare egoista: Tony non avrebbe mai voluto che Peter si riducesse all'ombra di se stesso. Questa sarebbe forse l'unica cosa che non riuscirebbe davvero a perdonargli.
Ho molto apprezzato il personaggio di Harley, l'hai delineato in maniera impeccabile, caratterizzandolo meravigliosamente e donandogli una profondità e un'umanità incredibili. Anche lui ha sofferto, in questo percorso, di pari passo con Peter, e ha sofferto anche nel dirgli che lui si farà da parte e lo aspetterà, se ora non si sente pronto. Ha sofferto, ma non ha mai voluto essere egoista con Peter, non ha mai preteso di sostituirsi, di essere di più e neppure di essere il suo salvatore. Tutto ciò che ha sempre voluto Harley è stargli accanto, aiutarlo a ritrovare la luce che in lui si è spenta, aiutarlo ad andare avanti. Averlo vicino. Harley sa che non sarà mai come Tony, e non vuole neppure esserlo, è contento di non esserlo, perché non vuole che Peter lo veda come un sostituto.
Ed è forse questo il segnale più grande dell'andare avanti di Peter, cioè che non cerca in Harley consolazione, non lo vede come qualcosa da mettere al posto di Tony per cercare di riempire un vuoto incolmabile. Lo vede piuttosto come qualcosa che gli ha fatto paura, all'inizio, perché rappresentava un passo in avanti, quella linea di demarcazione che, attraversata, lo avrebbe portato fuori dal suo tunnel di dolore. Lo vede come altro, qualcosa di diverso da collocare avanti, e non dietro, a prendere il posto di qualcuno che non c'è più.
Ho molto apprezzato la riflessione sul fatto che Peter sia la connessione tra Harly e Tony e, in effetti, è proprio così: Harley si è innamorato di Peter ancora prima di vederlo, attraverso le parole e i ricordi di Tony. È stato lui, più di tutto, a unire loro due, pur non essendoci.
Ho trovato realistico il fatto che Peter abbia deciso di andare avanti, ma che lo stia facendo a piccoli, significativi passi. Sta metabolizzando, sta accettando e questo deve avvenire gradualmente. E Harley è sicuramente la persona di cui aveva bisogno, una persona paziente, che non ha mai preteso da lui nulla che non potesse dare, o che non si sentisse pronto a fare.
Insomma, questa storia è stata una vera bomba e dire che l'ho amata è riduttivo. È stata un mix di emozioni travolgente e tu hai saputo rendere la tematica della perdita e l'elaborazione della stessa in maniera sublime, umana e intensissima. Non so che altro dirti, se non che questa tua mini-long mi ha davvero conquistata.
Non vedo davvero l'ora di fiondarmi su un altro dei tuoi gioielli. Leggerti è sempre un grandissimo piacere.
Alla prossima <3

Recensore Veterano
08/01/20, ore 12:11
Cap. 3:

Ciao cara, eccomi per il nostro scambio libero del giardino! Ho letto solo ora che fra un capitolo questa storia sarà già finita e se da una parte mi dispiace, dall’altra sono troppo curiosa di conoscere lo svolgersi degli eventi finali, specie dopo aver finito questo cap.
Hai sempre il potere di toccare il mio cuore in un modo quasi poetico, così come lo è il tuo stile di scrittura, con molte pause studiate e un’introspezione profonda che ci accompagna tra le sofferenze di Peter per la perdita dell’uomo che ama, che ha amato... e di cui non vuol neppure sentire il nome. Ogni volta che ti leggo mio sento soffocare nel dolore di Spider-man che nonostante sia silenzioso ha un gran casino in senso figurato.
Harley stesso prova a smuoverlo e gli sbatte sotto al naso il nome di Tony per provare a spronarlo e a farlo reagire... perché è terribilmente attratto da lui. Perché hanno molto in comune e hanno il sacrosanto diritto di andare avanti. Insieme, magari, oppure no... ma muoversi in qualunque direzione sarebbe già qualcosa di grande.
Il bacio è stato un momento struggente, carico di mille emozioni e mi è dispiaciuto sentire che Peter si senta in colpa, come se stesse tradendo il suo amore quando no, non è affatto così e Harley lo dice, lo sottolinea nello scambio di battute finali che ho letteralmente adorato. Non lo sta tradendo, deludendo o dimenticando, tre parole molto diverse ma dirette in un’unica direzione, ma sta semplicemente andando avanti. E nella vita è così... non siamo eterni e chi rimane, per quanto doloroso possa essere, deve continuare a percorrere il suo cammino. E, finalmente, Peter sembra sulla buona strada per compiere un piccolo passo verso il domani.
Che dirti? Adoro! E non vedo l’ora di leggere l’epilogo di questa storia scritta, come sempre, benissimo. Alla prossima! ♥

Recensore Master
06/01/20, ore 20:05

CIAO GUASCONA BONAZZA (andiamo sempre peggio, vedi?)
Sono riprovevole e, contrariamente ai miei intenti, arrivo in ritardo proprio sul gran finale... perdonami çç

Allora, sappi che ho dubitato di me stessa e della mia memoria già vacillante (vedi anche: ventitré anni e sentirne ottantasette) nel leggere il primo paragrafo... perché in effetti non lo ricordavo. Nel leggere ho sentito echi di Protocollo Speranza, e mi son chiesta se non fosse un estratto della storia stessa; per poi realizzare che era nient'altro che un'aggiunta, un'espansione alla storia originale (tipo i DLC gratis, che sono quelli più belli, ma magari la smetto di sparare cazzate). Di Peter finora abbiamo visto il lutto, il processo di non-elaborazione del dolore, la chiusura totale verso gli altri e il mondo se non sporadicamente per Morgan e infine, dopo molto stentare, per Harley... ma leggere del dolore stesso, a pochissima distanza dall'origine, fa ancor più male. Questo stralcio è come leggere Protocollo Speranza dagli occhi di Harley, e avere in mente l'altra storia e il modo in cui hai presentato Peter in quel frangente aumenta l'effetto emotivo, è un tassello in più che va a costruire un mosaico che hai studiato e composto con cura; si percepisce da ogni frase e da ogni descrizione che ci offri. Questo per dire che amo quando storie diverse hanno delle interconnessioni, anche se magari si svolgono su piani d'esistenza leggermente diversi.

Il loro primo incontro, devo dire, è esattamente come l'avevo supposto: spento, macchinoso; una di quelle conversazioni forzate che si intraprendono ai funerali quando non c'è molto da dire ma si vorrebbe, quando si vedono o conoscono persone che hanno fatto parte della vita di qualcuno e si è divisi tra il voler stare loro vicino e il lasciare loro spazio, aria. Harley è intraprendente, ha un carattere fin troppo deciso e a tratti anche indelicato, frutto forse di un'educazione frettolosa che si perde poco in chiacchiere (supposizioni derivate dal modo in cui si pone con Tony rispetto ai suoi problemi dell'epoca). Quindi ci prova, ad adottare un approccio diretto, rimanendo inevitabilmente deluso. E ho apprezzato che, nel suo provare questa delusione, si renda conto che non potrebbe essere altrimenti, non adesso. L'ho già detto, ma Harley è logico, pragmatico: sa cosa non va con Peter ancor prima di conoscerlo davvero, sa cosa fare e non fare, prevede causa ed effetto delle proprie azioni e, soprattutto, individua a colpo d'occhio l'ombra che incombe e divora il ragazzo che gli è stato descritto e che non collide con le sue aspettative.

Tornando al presente, non posso fare a meno che elargirti un plauso (92 minuti, come minimo), perché così come hai giocato nei precedenti capitoli sui concetti di luce e ombra, adesso squarci del tutto il velo parlando esplicitamente del sole, della luce per antonomasia; lo prendi e lo accendi negli occhi di Peter all'improvviso. Non perché sia altrettanto improvvisamente sbocciato un amore reciproco: Harley di sicuro è molto più coinvolto su ogni livello emozionale, ma Peter... lui, per come l'ho visto da questi capitoli, è ancora troppo "indietro" per aprire il proprio cuore a un sentimento del genere. Non dopo aver perso così tanto, non quando le sue ferite sono ancora così sensibili. Però quel raggio di sole c'è, esiste, e apre la strada a un tipo d'amore complementare e imprescindibile a quello per qualcun altro: quello per la vita, per il tempo perso che si vuole recuperare. Peter si riaccende perché sceglie di riprendere a vivere, perché ha scelto di dare una possibilità a qualcun altro e quindi a se stesso. Non si interroga su cosa accadrà dopo e vive nel momento che si è precluso così a lungo – perché magari non sarà subito amore eterno, ma il sentimento sottostante è vivido, sebbene l'abbia sepolto a forza per tutto questo tempo. Un dopo, appunto, una porta aperta su un futuro che può tornare ad essere brillante.

Il discorso che segue tra i due è, lasciatelo dire, magistrale. È realistico, è quello che si direbbero due persone giovani e segnate in un momento simile, senza esagerazioni, discorsi troppo teatrali o riflessioni stonate. Due ragazzi che si sono trovati e parlano, scostando da parte orgoglio e insicurezze per dirsi che provare ha un senso, che andare avanti è l'unica strada percorribile e che l'alternativa è perdersi in labirinti di sofferenza privi d'uscita.

"... c'è odore di libertà e di malinconia ma, invece di schiacciare il resto, quest'ultima si tiene in piedi perfettamente in equilibrio col resto dei sentimenti."

Questa frase mi è rimasta nel cuore: racchiude con semplicità un concetto difficile da esprimere ma che credo molti di noi hanno provato almeno una volta nella vita; quel miscuglio di sensazioni e sentimenti che sembrerebbe stridente a colpo d'occhio, innaturale, ma che è insito nell'animo umano. Non è una goccia di malinconia o tristezza o rimpianto a vanificare un momento gioioso: è semplicemente ciò che può dare ad esso una profondità in più con le piccole increspature che smuove, e tu sei riuscita a inserirlo benissimo in questo contesto.

Sto sproloquiando come al solito, ma sapevo che non sarei riuscita ad essere sintetica nemmeno con quest'ultima recensione... quindi mi limito a ripeterti che quell'ultimo discorso in chiusura, quella ripresa del titolo, quel "siamo connessi" che riecheggia sin dal primo capitolo attraverso Tony che mostra ad Harley foto di Peter, mi ha lasciato le lacrime agli occhi come la prima volta (con la collaborazione a tradimento della citazione di shakespeariana memoria che, no, non mi ricordavo affatto avessi inserito e ha contribuito al mio probabile infarto). Adesso la connessione cambia piano d'appoggio: loro sono connessi per davvero, fisicamente, emotivamente ed è Tony a fare da raccordo lontano. Non più un'ombra tetra ma una penombra soffusa, rassicurante, posata sulle spalle di entrambi come un manto. A ricordare loro che un ricordo non dovrebbe oscurare ogni colore, né venir cancellato lasciando spazio a una tela bianca e intonsa: semplicemente, sbiadisce appena e va a fare da sfondo alla vita che continua a essere dipinta su di esso. Ed è quello che faranno Peter e Harley, esattamente come Tony prima di loro.

Co', nella prima recensione avevo accennato a un qualcosa "partorito de core", che stavo per scriverti allora ma che ho deciso di conservarmi per il finale (e deo gratias ho ritrovato il file in cui l'avevo salvato!) Te lo riporto quindi qui, paro paro o quasi: c’è ancora tanto, tantissimo che vorrei dire su questa storia, e nonostante il papirozzo non sono comunque riuscita a mettere per iscritto tutto, per tua enorme fortuna… ma questa, Co’, è probabilmente la mia storia preferita tra tutte quelle che hai scritto. L’avrò riletta un centinaio di volte e non mi stanco mai. E ciò inizialmente ha stupito anche me, visto che, lo sai, parte da presupposti che in teoria non collidono con la mia visione… eppure. Eppure, il punto di questa storia è che è universale, come d’altronde tutto ciò che scrivi: indaga l’animo umano, si interroga e cerca risposte, e prova a darne almeno alcune, sempre con la spiccata sensibilità che ti caratterizza. È una storia che ha origine nel dolore e che cerca di tendere la mano e tracciare una via per uscirne, passo dopo passo, e uno di questi è trovare e creare connessioni, come appunto promette il titolo. È una storia che guarisce i personaggi, ma anche chi li legge. Quindi grazie per averla scritta e grazie per continuare a scrivere, sempre <3

Non mi mandare la postale e beccati un mega-abbraccio, ché sei brava, bella e bonazza e guascona e te lo meriti <3
A prestissimo,

-Light/Cosa2-

Recensore Master
06/01/20, ore 14:38

Ed eccomi qui in questo primo capitolo di questa storia. Conosco discretamente l'universo Marvel, abbastanza per raccapezzarmici dentro, quindi procedo. Descrivi una situazione famigliare per chiunque di noi, in questo primo capitolo: la perdita di una persona cara, e lo fai in uno stile limpido e lineare ben ricolmo di angst (che io adoro follemente!).
"Sto bene" quante volte ci ritroviamo a dire questa bugia piuttosto comune, solo per non dare altre spiegazioni, solo per non rivivere veramente ciò che ci ha fatto male e che continua a farlo. Chiunque reagisce al lutto in maniera diversa, ma Harley ha ragione: Peter non lo sta superando, non lo vuole superare, del resto, e qui mi ci rispecchio parecchio. Non vuole superarlo perché, in fondo, superarlo, è come dare una nuova pugnalata a Tony... stare meglio e tornare a vivere, come è giusto che accada, col tempo, è ancora troppo doloroso per lui, che quindi oltre a stare male vive anche con questo pensiero. Ahimé, lo capisco bene! la morte di Tony è stato un duro colpo per noi tutti fans, è sempre stato un personaggio amato, un uomo, il migliore, come hai scritto, per Peter, poi, scomparso ad opera di Thanos per quei maledetti 5 anni, è stato tutto ancora più complicato. Il tempo di ritornare, per poi vederselo morire davanti agli occhi... davvero straziante! Anche a me piace molto l'accoppiata Peter/Tony, ma questo esperimento che hai fatto con una nuova OTP stuzzica la mia curiosità, che sarà saziata solo continuando a leggere! Ti faccio i complimenti per lo stile, come già accennato, è limpido e scorrevole, è un vero e proprio piacere leggerlo! Alla prossima, allora! :D

Recensore Master
06/01/20, ore 11:35

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
La storia sa catturare molto bene i sentimenti di malinconia e tristezza dei protagonisti ma al contempo anche il desiderio di voler andare avanti degli stessi. Oscilla inizialmente e con agilità dal primo estremo all'altro, facendolo con delicatezza e con la dovuta attesa dei tempi che il passare oltre una perdita importante richiede. Scritta bene e con stile superbo, merita di stare tra l'Olimpo delle storie del sito.

Recensore Master
06/01/20, ore 11:32

Ciao!

In effetti sorprende scoprire che è Peter il legame, il trait d'union, anzichè Tony ma dopotutto, parlando di sentimenti, perchè dobbiamo necessariamente far riferimento alla logica più ovvia? Quindi sostanzialmente è Peter ad essere al centro del triangolo, Mr. Stark è il prima e Harley il dopo. Il nostro amichevole Spiderman di quartiere ha superato il suo limite, ha scelto di non crogiolarsi in dolore e sofferenza (tremendamente aiutato nel fare questa sua scelta, c'è da dire) e ha deciso di passare oltre. Iron Man non sarà mai dimenticato, impossibile anche solo pensarlo, ma se non altro la sua presenza non è più fonte di sola angoscia e sofferenza. Che devo dirti, che non abbia già detto nei capitoli precedenti? Molto ben fatto, complimenti. E continua a scrivere di questa coppia mi raccomando.
Un saluto e a presto,
Will D.

P.S. No, non ho dimenticato quanto enunciato in precedenza. Ti propongo per le scelte (per quanto possa valere XD).

Recensore Master
02/01/20, ore 15:48
Cap. 3:

Ciao!

"Stai andando avanti - dice e Harley e FINALMENTE dico io. Dopo aver letto un po' di storie della tua coppia d'oro, non hai idea di quanto sperassi che finalmente qualcuno riuscisse a pronunciare queste parole: qualcuno che non fosse Peter, evidentemente, ma che fosse intrecciato con lui, sia metaforicamente che fisicamente, come è FINALMENTE avvenuto in questo terzo capitolo di questa tua storia. Questa recensione sarà per forza di cose più breve di quelle che di solito ti lascio ma per il semplice motivo che finirei per ripetere negli altri due precedenti in merito a stile e a bellezza della storia in genere; mi limito solo a ribadirti che se il capitolo 4 sarà all'altezza degli altri che lo hanno preceduto, la medaglietta di proposta storia scelta sarà tua e spero vivamente che sia ancora qualcosa che abbia un senso su EFP.
Un saluto e a presto
Will D.

Recensore Master
31/12/19, ore 23:40

CIAO~
Dopo le stupende recensioni che mi hai lasciato, striscio finalmente da te a guisa di verme, pronta a scoprire come questa storia si sarebbe conclusa e in che modo il tormento di Peter, così solo, così tormentato e schiacciato dal dolore, si sarebbe concluso per mano del suo uomo.
Lo vediamo “statico, spento”, ancora privo della luce necessaria per procedere oltre il lutto che ancora si porta appresso. Il dialogo ridotto, minimale, che si vede nel flashback del funerale, indica sin da subito che c’è qualcosa fuori posto con lui – per la prima volta, e chissà ancora per quanto. Harley continua a rivelarsi un ottimo POV, e la sua dolcezza ruvida è ottima in un contesto come questo. Si sente che soffre in maniera sia egoista, avendo perso un uomo cui vuole bene, e allo stesso tempo in modo più altruista, in relazione a Peter e a ciò che è diventato dopo il fattaccio.
Sembra quasi di entrare in un altro mondo, quando hanno inizio le coccole e il dolore sembra scivolare via, lasciando il posto all’amore. “L’unico modo è andare avanti comunque, anche se a volte non si ha la forza di farlo”. E il dolore lascia il posto all'amore, che aveva lasciato il posto al dolore stesso quando Tony se n’è andato. È veramente commovente vedere Peter tornare ad amare, convincendosi di poterlo fare e di avere la persona giusta per farlo.
Harley non si abbandona ai festeggiamenti, da ragazzo maturo qual’è sa che c’è ancora molto lavoro da fare e la “malinconica spensieratezza” di Peter Parker è solo l’inizio di un percorso di crescita che ha ancora da ascendere. Ma intanto è cominciato, il dolore e l’isolamento di Peter potrebbero finalmente avere una fine. Sono “connessi”, senza dubbio. Si vede, si è visto, e il risultato è così bello da volerlo incorniciare.
Nulla da dire, un’altra storia bellissima che sono stata felice di leggere. Un pairing insolito, ma immediatamente apprezzabile e pieno di dolcezza, specie in una situazione come questa.
Ti abbraccio e ti auguro un nuovo, splendido, degenere anno~
Lady R

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