Recensioni per
La verità sul caso Patrick O' Donnell
di Star_Rover

Questa storia ha ottenuto 55 recensioni.
Positive : 55
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/02/24, ore 17:52
Cap. 11:

Eccomi!

È un finale a metà tra il sollievo e la malinconia. La giustizia non è riuscita a trionfare, ma coloro che le sono rimasti sempre fedeli non ne hanno pagato le conseguenze.

Hai dipinto benissimo il rapporto tra Eric e la moglie nell'arco di tutta la storia, il loro legame ha sempre superato ogni difficoltà e distanza, anzi il pensiero l'uno dell'altra ha alleggerito i momenti più bui e preoccupanti. Lo stesso amore di Eric per Aileen lo ha spinto a continuare ad essere un uomo onesto in cerca della verità e a non arrendersi al male. Dopo tutto ciò che ci hai raccontato su questa coppia non avevo alcun dubbio sul fatto che Aileen avrebbe perdonato il marito per tutti i pericoli in cui lui si è consapevolmente cacciato pur di raggiungere I suoi buoni propositi.

Eric è un personaggio che ho apprezzato tanto fin dalla sua prima comparsa per la profondità d'animo che mostra, sia a livello privato sia a livello professionale. Se non fosse stato così emotivo fin dalla sua tenera età, non avrebbe colto in modo così serio le parole che O'Donnell gli ha rivolto, considerandole una guida per il suo futuro.
Eric mostra una grandissima empatia nei confronti del prossimo. Eric e Robert hanno trascorso tanto tempo a stretto contatto, hanno affrontato un percorso di indagini fianco a fianco, hanno condiviso esperienze di vita. Eric ha avuto l'opportunità di conoscere a fondo Robert, il suo dolore e il profondo senso di giustizia che si è portato dietro per anni fermando la sua esistenza alla morte del padre, non riuscendo ad elaborare pienamente il lutto per la perdita finché i responsabili non fossero stati assicurati alla legge. Robert non riesce più ad accettare che O'Donnell prosegua la vita accanto alla sua famiglia, come se non ne avesse spezzate brutalmente altre senza il minimo rimorso.

È bellissimo il confronto tra Eric e Michael. È una ruota che gira e un cerchio che si chiude a partire dal prologo della storia. Da come Patrick ha parlato di Eric a suo figlio si comprende quanto gli sia grato e lo stimi e non solo per avergli salvato la vita, ma anche per la sua integrità morale, integrità che Patrick riconosce ma a cui non è riuscito a tener fede fino in fondo.
Ho adorato il finale, non tanto per il fatto che presto o tardi giustizia sarà fatta, quanto piuttosto per la memoria che rimarrà di questa vicenda. Il fatto che le prove di ciò che è accaduto non vengano distrutte forse non scagionerà o condannerà qualcuno, ma lascerà a tutti coloro che sono stati coinvolti un insegnamento per il resto della loro vita.
Mi è dispiaciuto per Robert, almeno tanto quanto dispiaccia a Eric, ma senza arrivare a queste estreme conseguenze il ragazzo non avrebbe potuto trovare mai pace nel cuore.

Le note finali in cui ci riveli come si è risolta la questione negli anni mi sono piaciute molto. Mi ha dato proprio l'idea di un film dedicato alla memoria di un personaggio e di una vicenda storica in particolare.

Mi dispiace di aver impiegato del tempo per leggere questa storia, ma posso affermare mi abbia lasciato davvero tanto, sia a livello di conoscenza sia a livello di emozioni.
Ti ringrazio di cuore per tutto ciò che sai trasmettere attraverso le tue storie.

Ti invio subito i miei commenti alle tue storie più recenti. ❤️❤️❤️

Un forte abbraccio,
Vale (sempre tua affezionata lettrice)

Recensore Master
18/02/24, ore 17:45

Ciao, mia carissima Star^^

Sono reduce da mesi complicati, scusami tantissimo per questo lunghissimo silenzio. Approfitto di questo weekend di tranquillità per portarmi avanti con qualche lettura sul tuo profilo. Innanzitutto termino la lettura di questa storia. ❤️

Non vedevo l'ora di leggere questo incontro, lo attendevo dai primissimi capitoli. Fino a questo momento, O'Donnell era rimasto quasi una sorta di mito, nel bene e poi nel male. Attraverso i tuoi flashback, hai reso Patrick molto reale nelle sue emozioni e nei suoi pensieri, ma vederlo attraverso gli occhi di Eric fa un altro effetto.
Il tempo è passato dal loro ultimo incontro, ma non il ricordo da parte di Eric. Sentimenti contrastanti pervadono Eric di fronte a Patrick e decide di approcciarsi a lui condividendo un ricordo che coinvolge O'Donnell ma da una prospettiva molto personale. I due si confrontano su un piano molto intimo, le motivazioni che portano per giustificare le loro opinioni si fondano su questioni personali, che sia l'amore per la famiglia o l'amore per la verità.
È interessante scoprire dalle stesse parole di O'Donnell cosa ha scatenato il cambiamento in lui, cosa lo ha trasformato da eroe a carnefice. Nelle parole di O'Donnell risuona forte il pensiero di Machiavelli, secondo cui il fine giustifica i mezzi, benché per Patrick il fine sia proprio il raggiungimento della pace e quindi uno scopo nobile.
Più Eric parla con O'Donnel, più sembra che il mito dell'eroe cada. Eric sembra voler risvegliare la coscienza di Patrick, strappargli una confessione in quell'interrogatorio per poter almeno dire che l'onestà di ammettere le proprie responsabilità gli sia rimasta e l'anima dell'uomo che vedeva come un esempio da emulare non sia stata del tutto corrotta dalla malvagità.
Forse Patrick non si rende conto che in qualche modo ha già confessato e quelle che lui considera giustificazioni per le sue scelte hanno colpito al cuore coloro che hanno creduto nella bontà delle sue azioni.
A Eric è tutto molto più chiaro: il passato di O'Donnell e il suo, ciò a cui aveva creduto, ciò su cui aveva basato il suo destino e il suo futuro. Per Eric la vittoria di O'Donnell è priva di valore, il prezzo da pagare per riportare la vittoria è stato troppo alto; più che una sconfitta davanti alla giustizia, è stata una sconfitta a livello personale.

Il discorso tra Eric e Colbert sulla moglie del detective fa pensare una volta in più quanto Eric e Patrick ragionino e agiscano in modo totalmente diverso: Eric in nome della famiglia vuole verità e giustizia, Patrick per il bene della famiglia voleva ottenere la pace a qualunque costo. In qualche modo però Patrick non ha tenuto fede ai valori che ha trasmesso a Eric, non come si dovrebbe.
Colbert è stato e continua ad essere davvero un buon amico per Eric, devo ricredermi su di lui. Le sue parole sono arrivate al momento giusto per risollevare il morale di Eric.
Mi piace sempre tanto il modo in cui sovrapposizioni le sensazioni e le emozioni dei protagonisti alla natura circostante, come se fossero l'uno lo specchio dell'altra.

Sono felice di sapere che le parole di Eric abbiano mosso qualcosa nei pensieri di Patrick, benché si fosse ripromesso di dimenticare convincendosi di essere innocente. Può mentire quanto vuole a se stesso, ma si vergogna a tal punto di ciò che ha fatto da non averlo mai rivelato a sua moglie, non ha voluto sporcare quel loro amore puro ed eterno con le azioni riprovevoli che ha commesso in passato.
Mi auguro sia proprio l'amore per la moglie a portarlo alla redenzione.

Spero davvero che Robert non riesca a portare a termine il suo folle piano, confido che la vendetta non sia la conclusione di questa storia.
Per fortuna Eric tiene d'occhio O'Donnell, non sono altrettanto felice però che Robert sia stato colpito al termine del capitolo. Purtroppo Eric non è riuscito a trasmettere a Robert quanto la vendetta sia controproducente per tutti.

Ti invio subito il mio commento all'epilogo. ❤️❤️❤️

Un forte abbraccio,
Vale (sempre tua affezionata lettrice)

Recensore Master
11/09/23, ore 03:22

Ho fatto un salto anche qui!

Per tutta la lettura del capitolo ho pensato "che ansia!" e proprio come Eric il pensiero è volato alla moglie e al nascituro del detective.

Eric sta dimostrando fino alla fine di essere un uomo buono e comprensivo nei confronti dei sentimenti altrui. Egli comprende Sullivan; benché sia l'unico testimone in grado di fornire la versione reale degli eventi non gli recrimina il fatto che non si senta di testimoniare. Comprende persino l'allontanamento di Robert e non trova ragione di dubitare della sua buona fede; Robert ha detto di aver bisogno di accettare la verità sulla morte del padre lontano dalle indagini ed Eric lo ha accettato senza obiettare.

Per quanto Eric sia onesto, pare che questo non lo salvi affatto dai guai, anzi è stata proprio l'onestà a fargli scoprire quanta corruzione ci fosse dove meno si sarebbe aspettato di trovarla.
La sua posizione diventa molto scomoda, ma non tanto agli occhi dei colleghi (che gli tarpano facilmente le ali), quanto piuttosto per la nuova missione che gli ordinano di portare a termine. Questa piega della narrazione è stata davvero una sorpresa e non solo per Eric; essere in trappola, impossibilitato a scegliere la strada che crede sia più giusta lo fa soffrire. Proteggere un assassino, O'Donnell, un uomo dalla dubbia morale, come gli è stato raccontato, non era affatto nei suoi piani.
Nonostante desideri non essere costretto, sembra che la sua stessa morale lo ponga davanti ad un bivio; incontrare quell'uomo che per anni nella sua mente è stato un mito per la nazione gli provoca emozioni contrastanti. Conosce bene i crimini di O'Donnell, ma non può dimenticare di averlo considerato un modello da emulare.

Eric avverte in quei momenti di aver perso, di non essere riuscito a raggiungere la meta, di aver lasciato che la verità fosse messa a tacere ancora una volta. È deluso e insieme alla delusione si spegne anche la speranza. A quel punto i sensi di colpa sono rivolti alla moglie, a quanto ha sacrificato per raggiungere una verità impossibile da svelare, da solo contro tutti non può vincere.
Continuo però a nutrire fiducia nella giustizia. Ci insegni, come sempre, che la verità si trova a metà strada, una verità che Eric incarna molto bene, e probabilmente tutti i soggetti coinvolti dovranno pagare per il loro comportamento. Né l'IRA né la polizia sono innocenti, a Eric non resta che collaborare con entrambi per sciogliere la matassa in cui si trova e preservare la sua incolumità.

Un piccolo accenno a Colbert. All'inizio lo avevo giudicato un uomo sfacciato, invece con il tempo, capitolo dopo capitolo, mi sono ricreduta. Si è dimostrato davvero un buon amico, leale e coscienzioso, ha scelto l'unica strada che avrebbe potuto mettere al sicuro la vita di Eric.

Amicizia e lealtà sono sempre stati temi importanti in questa storia. Non mi stupisce affatto la fedeltà che mostra Robert nei confronti di Eric. Sa quanto il detective si sia battuto per lui in nome della verità e lo abbia protetto; mi piace inoltre pensare che tra loro sia maturato un rapporto di affetto e stima reciproca.
La determinazione di Robert non può che preoccupare. Si comprendono molto bene le ragioni che lo spingono ad agire, la giustizia e le orme del padre sono validi motivi nella sua mente, ma mi auguro che questa decisione non lo porti nel baratro.

Il viaggio di Eric verso O'Donnell è tutt'altro che comodo, per fortuna ad accompagnarlo c'è un bellissimo paesaggio naturale che gli dona un po' di sollievo.
Sono curiosissima di leggere il confronto tra Eric e O'Donnell. Ci mostri quest'ultimo attraverso gli occhi del detective: egli è stato un assassino e ora lo ritroviamo padre di famiglia; chissà quale parte di lui predominerà, ma sono quasi sicura che l'aver costruito una famiglia accanto ad una donna che ama possa solo aver reso più puro il suo cuore.

Non avresti potuto scrivere un capitolo più angosciante e allo stesso tempo più bello di così. E non è nemmeno l'ultimo capitolo, quindi posso solo immaginare quante palpitazioni infondano le ultime battute di questa storia. ❤️❤️❤️

A presto!
Un forte abbraccio,
Vale (sempre tua affezionata lettrice)

Recensore Master
14/06/23, ore 00:02

Ho colto l'occasione per tornare anche qui, avevo necessità di scoprire qualcosa in più sulle indagini.
È un capitolo davvero molto toccante sia per i ricordi che descrivi attraverso le esperienze dei testimoni sia per la sofferenza fisica e morale patita dai tuoi personaggi.

Dopo questo capitolo ho ancora più fiducia in Colbert, perché davanti ad un bivio lui indugia a cedere ai ricatti, pur mettendo a rischio se stesso. Non gli stanno a cuore solo la vita e la reputazione dell'amico, ma anche l'amore che Dalton nutre per la verità ed è fortemente tentato di continuare ad appoggiarlo lungo la tortuosa strada verso la giustizia.
Ai piani alti sono convinti che Colbert in queste indagini rappresenti la pedina debole potendo contare sulla protezione di un padre che da un momento all'altro potrebbe venire meno, ma io sono certa che abbia ancora la possibilità di prendere la decisione più giusta per tutti.

Nella mente di Dalton si sta facendo spazio un forte sentimento di disillusione, non esclude più il fatto che O'Donnell potrebbe essere un vero criminale di guerra e la tesi contraria diventa sempre più debole. Ora più che mai le sue azioni sono animate dal senso del dovere e dall'amore per la verità.
Robert dimostra di nutrire piena fiducia nel detective, infatti si lascia guidare dal flusso delle indagini di Dalton, il quale sembra molto più accorto nel rivelare gli impostori e i tentativi di sabotaggio; capisce che questo caso è complicato, oltre a smascherare la verità deve fermare anche chi non vuole riportarla a galla. È come se la versione reale dei fatti si trovasse sotto il loro naso, nascosta sotto evidenti compromissioni avvenute in passato.
Ciò che manca ad Eric e a Robert è il tempo, ci sono troppe persone che tengono sotto controllo i loro passi in attesa di fermarli quando si avvicinano troppo alla scomoda verità.

La situazione in cui si trovano Eric e Robert è molto delicata, spero sempre possano cavarsela, la minaccia per loro arriva da più fronti. La preoccupazione della moglie di Eric è più che fondata e spacca il cuore. Resto convinta che Eric sia sincero con lei quando le fa delle promesse e professa tutto il suo amore a lei e alla loro famiglia, ma spero davvero che non si comprometta a tal punto da infondere a coloro che ama il dolore per la sua perdita.

Eric e Robert dimostrano grande coraggio nel seguire le soffiate dell'IRA in quel luogo desolato per interrogare un testimone chiave, anche se egli vale il rischio. Per le importanti informazioni che hanno acquisito sul piano personale e delle indagini, Sullivan si è dimostrato davvero un elemento essenziale.
L'uomo che interrogano dimostra di essere un personaggio profondamente segnato nell'anima dal passato atroce che ha vissuto sulla sua pelle. Dichiara di essere stanco della guerra e delle agitazioni sociali; non si pente della causa per cui ha lottano in passato, ma ammette che i metodi usati da entrambe le barricate fossero violenti e atroci. È convinto che riaprire il caso su quei terribili eventi possa portare ad ulteriori sofferenze per sé e per altri.
È un uomo segnato dal senso di colpa nei confronti dei compagni morti, si sente un uomo miracolato e non riesce a capire per quale ragione questo miracolo sia spettato proprio a lui e non ad un altro.
Il ricordo di Sullivan è emotivamente toccante e molto doloroso per lui. La famiglia che è riuscito a creare dopo quell'episodio non sembra averlo aiutato a superare il trauma subìto.

La verità è dolorosa per tutti loro e minaccia di riaprire voragini nel loro cuore, ma anche nell'opinione comune. È certo però che la verità porta alla giustizia in nome delle vittime e dà un volto ai colpevoli.
Per quanto Dalton rivesta ormai i panni di buon amico per Robert, nel cuore del giovane matura un forte desiderio di vendetta a causa della disillusione nei confronti di quella giustizia che lo ha già tradito una volta.
Spero che Sullivan non abbia ragione e la verità non porti altra violenza, come spero anche che Robert continui a lasciarsi guidare da Dalton.

Sono tanto preoccupata per le sorti dei protagonisti, ma sono anche curiosa di scoprire se verrà fatta finalmente giustizia. ❤️❤️❤️

A presto!
Un forte abbraccio,
Vale (sempre tua affezionata lettrice)

Recensore Master
14/05/23, ore 16:16

Mia carissima Star, eccomi anche qui^^

È sempre bello tornare a seguire le indagini di Dalton. Ammetto che inizio a temere per la sua vita, questa storia sta assumendo contorni angst sempre più marcati. Ad ogni capitolo resto fiduciosa in un finale che quanto meno preservi la vita dei personaggi che ci hai permesso di apprezzare. ❤️

Dal punto di vista umano le cronache dell'epoca non giocano a favore di O'Donnel. Dalton sembra soprattutto interessato a comprendere e ad indagare la sfera più umana di quell'uomo, nella consapevolezza che potrebbe scontrarsi con una verità che potrebbe non piacergli; desidera conoscere l'uomo e poi il soldato che risponde alle leggi militari. L'impresa di Eric è ardua, non è facile comprendere dalla voce di terzi (per quanto vicini a lui) quali sentimenti e pensieri possano aver spinto le azioni di O'Donnell; inoltre, appunto, potrebbe rivelarsi una verità dolorosa anche per lo stesso Dalton.

È interessante il rapporto di collaborazione che hai creato tra Dalton e Robert; lavorano per persone diverse, ma desiderano raggiungere un obiettivo comune che coinvolge la sfera personale di entrambi, a prescindere da chi abbia affidato loro l'incarico. Li unisce la volontà di scoprire la verità per offrire giustizia a coloro che sono morti e per assicurare gli onori che meritano (o che potrebbero non meritare nel caso di O'Donnell, ma qui ci lasci sempre il dubbio) a coloro che hanno scritto la Storia di un Paese.
Dalton sa che unire le forze può giovare alle indagini, il contributo di Robert è fondamentale, il suo coinvolgimento nell'IRA può portare danni ma anche benefici.
Entrambi si trovano in una posizione molto scomoda. Per quanto Robert abbia cercato nella sua vita di seguire orme diverse da quelle del padre, per sentirlo più vicino e per scoprire la verità sulla sua scomparsa si è ritrovato invischiato in quegli stessi ambienti che hanno portato il genitore ad una fine tragica. Per Eric il desiderio di raggiungere la verità sembra più grande del pericolo che corre; egli non teme per la sua vita, ha paura che la sua famiglia possa restarne coinvolta, l'idea di allearsi con dei criminali non lo sfiora nemmeno, ma nonostante ciò ammette quanto L'IRA abbia un ruolo importante nella ricostruzione degli eventi dell'epoca.
Mi rincuora sapere che al termine di questa vicenda Eric si impegnerà a preservare la reputazione di Robert, non merita di essere denunciato, vuole solo sapere cos'è successo a suo padre; il fatto che si dispiaccia per aver coinvolto Eric in una questione così rischiosa dimostra quanto il suo cuore sia puro.

I racconti dalla prospettiva di Robert quando era solo un bambino sono commoventi, sono filtrati dalla sua innocenza. Penso che Robert porti ancora dentro di sé l'anima pura del bambino che è stato, che lo ha spinto a scendere a patti con l'IRA pur di mantenere un punto di contatto con il padre e di svelare la verità sul suo tragico destino.
Robert non ha trovato solo un detective in grado di aiutarlo, Eric è in grado di ascoltare e comprendere le ragioni che lo hanno spinto a prendere determinate decisioni non sempre comode. Dalton si dimostra ancora una volta l'uomo adatto per portare a termine questo caso, per aiutare un figlio che senza una risposta sulla morte del padre non riuscirà mai a guardare verso il futuro, ha le qualità per farlo, prime fra tutte la profondità e l'assenza di giudizio.

Per quanto attento sia ai sentimenti, Dalton non si lascia guidare dall'istinto, si dimostra anche un uomo prudente, dal momento che c'è troppa gente malintenzionata coinvolta e un errore può essere pericoloso, per cui non arriva a conclusioni affrettate. Al contrario il collega Colbert si mostra sempre più passionale e meno razionale nelle decisioni.

Anche questo capitolo lascia tantissime domande senza risposta. La figura di O'Donnell continua a risultare molto grigia, i testimoni lo descrivono come un uomo spietato, ma che non si macchierebbe di omicidio se non ci fosse la reale necessità. Eric cerca di non lasciarsi influenzare dalle testimonianze, ne prende atto e rimanda il giudizio finché i fatti non saranno più chiari.
Non è ancora il tempo di lasciare il caso, questa sembra una delle poche certezze di Dalton, nonostante la moglie lo preghi di farlo temendo per la sua sorte.

Sono sempre più curiosa di conoscere la verità. ❤️❤❤

A presto!
Un abbraccio grande,
Vale (sempre tua affezionata lettrice)

Recensore Master
02/04/23, ore 01:29

Ciao, mia carissima Star^^

Anche oggi ti lascio un paio di commenti, torno da questa long e poi ti invio le mie impressioni sull'ultima one-shot che hai pubblicato. ❤

Con mio immenso piacere, il tenente McGowan si dimostra essere davvero un buon amico, un alleato in grado di guardare a Eric le spalle, anche se ho l'impressione che Dalton non gli stia raccontando proprio tutto.
La razionalità è una dote del detective, lo induce a non lasciarsi fermare dalla paura. Non sottovaluta il grave pericolo che sta correndo nel corso di questa indagine, ma lo affronta sempre con coraggio. Sa che diverse persone osservano i suoi passi, persone mosse da buone ragioni per lasciarlo agire nell'ombra e trarre vantaggio dalle sue indagini per giungere ad una verità tanto bramata oppure insabbiare le prove per ostacolarlo. Certo è che l'interesse di Eric per il caso ha smosso acque irrequiete.

Il coinvolgimento dell'IRA non è mai rassicurante, Eric lo sa bene, però è anche vero che Robert non sembra mai stato disonesto con lui, sicuramente non ha mai pensato di voltargli le spalle e fargli del male.
O’ Neil agisce prevalentemente per un interesse personale. I suoi contatti con l'IRA mi sembrano sensati considerando le sue origini, origini che non sono affatto un segreto per Eric. Robert ha grande stima di Eric, gli è profondamente grato dell'aiuto che gli sta offrendo, è disposto ad evitare che L'IRA faccia a lui del male.
Ammetto di essere curiosa di un confronto aperto tra Eric e Robert.

È molto significativo il fatto che Eric trovi sulla sua strada molte persone disposte a testimoniare in favore di O'Donnell, lo chiamano amico e raccontano il suo lato più umano; se alle persone che lo hanno conosciuto è rimasto impresso questo suo aspetto, un fondo di verità deve esserci, non può essere stato solo colui che ha torturato quei repubblicani.
Patrick viene descritto come un uomo legato agli affetti, per lui la famiglia ricopre un posto significativo, ambisce ad avere accanto una compagna che ama e che lo ama, con la quale mettere al mondo la sua discendenza.
Il racconto sul suo passato mi fa pensare che sia stato un uomo sempre combattuto tra una vita serena dedicata alla famiglia e una vita dedita al dovere verso la propria patria. Per un periodo, dopo tutto quello che ha passato durante la sua prigionia, ha desiderato di non tornare più in guerra, di restare con la sua famiglia, invece l'apprezzamento ricevuto dai compagni gli ha ridato la voglia e l'incentivo per tornare sul campo. Considerando anche il fatto che, a differenza della moglie, lui non si era mai allontanato del tutto da quel clima combattivo non è difficile credere che abbia ceduto presto al richiamo delle armi.
Con la narrazione di questo personaggio, ancora in parte misterioso, alterni momenti di guerra cruenta a momenti di serenità famigliare.

Anche nel caso di questa storia sei stata bravissima a fondere Storia e personaggi. Che i personaggi siano inventati o ispirati a persone vissute, non ti limiti a inquadrarli in un contesto storico, rifletti sul loro contributo, sul loro pensiero, sulla loro opinione, anche sui sentimenti che nutrono verso la patria e che li spingono ad agire.
Non penso sia un caso la scelta del nome del primogenito di O'Donnell; è un'altra dimostrazione di lealtà nei confronti di coloro che hanno servito la patria e continuano a farlo con onore verso le imprese passate e con tenacia verso quelle future.
Il pensiero delle nuove generazioni è un ulteriore incentivo a non arrendersi per lasciare a loro un paese libero, per evitare a loro le stesse sofferenze subite dai padri.
Non ci mostri solo la filosofia che spingeva O'Donnel ad agire, ce lo descrivi sul campo di battaglia accanto ai suoi compagni. Ci mostri concretamente l'appoggio morale e fisico che Patrick era in grado di offrire a coloro che combattevano al suo fianco nell'ora dello scontro più acceso e rischioso.
La descrizione della guerriglia è molto coinvolgente, ci ricordi di continuo che non sono solo schieramenti a combattere ma persone con un nome e con umane paure. Dai un volto a questi combattenti e questo crea grande empatia nel lettore.
Mi ha piacevolmente stupita anche l'attenzione che O'Donnell pone sullo stato fisico dei prigionieri e non solo dei suoi compagni d'armi.
L'immagine di questa Dublino distrutta dai suoi stessi abitanti è molto toccante, essi hanno dato la priorità alla libertà, con una vena ottimista posso pensare che nella loro mente arriverà il tempo della ricostruzione.

Apprezzo tanto l'obiettività di Eric nei panni del detective, per lui un uomo è innocente fino a prova contraria e lui è in cerca proprio di quella prova anche se, al pari di chi lo ricorda come un grande eroe, spera di non trovarla.

Non vedo molte differenze tra Eric e Patrick per quanto riguarda il dovere che si impegnano a onorare. Entrambi sono padri che decidono di sfidare il pericolo pur di ottenere la giustizia in cui credono.

Ti invio subito l'altra recensione. ❤️❤❤

Un abbraccio grande,
Vale (sempre tua affezionata lettrice)

Recensore Master
13/03/23, ore 00:07

Ti lascio anche questa recensione e poi per oggi la smetto di importunarti, scusami ancora. ❤

È stato come non aver mai messo in pausa questa lettura, per dirti quanto le tue storie entrino nella mente del lettore e lo facciano appassionare.
Ho ripreso la lettura in un momento della narrazione davvero emozionante, la nascita di un figlio in una coppia dovrebbe portare gioia, specie se desiderato come nel caso di questa coppia. Però, ci insegni che dipende tutto dal tempismo in cui si scopre dell'arrivo di un bambino in famiglia; per questa ragione Aileen non riesce ad essere totalmente lieta per la notizia, teme possa gravare il già difficile periodo di Eric di ulteriori preoccupazioni e responsabilità. In questi capitoli ho imparato a conoscere meglio Eric e sono certa che la scoperta di una futura paternità desiderata potrebbe dargli l'incentivo giusto per essere maggiormente prudente. In Eric vedo un marito premuroso, un uomo determinato a portare a termine gli impegni presi con se stesso e con gli altri.

Per quanto mi sforzi non riesco ad apprezzare pienamente l'amico di Eric, ostenta un lato viscido nei confronti del genere femminile che mi urta. Per questa ragione devo farti i miei complimenti, non è affatto semplice descrivere personaggi così realistici mostrando luci e ombre della loro personalità, peraltro lo fai con estrema delicatezza e naturalezza nel corso della narrazione.
Mi auguro che come collega e amico sia più affidabile, sappia appoggiare e consigliare nel migliore dei modi Eric e sappia accogliere le preoccupazioni della moglie tenendo fede alla promessa rivolta ad una donna già provata dalla gravidanza e dal segreto che conserva per sé.
Ora Eric può contare sull'appoggio di due persone fidate, si sente al sicuro e fiducioso al loro fianco.

Le indagini sul passato di O'Donnell proseguono con determinazione. Sono sempre più curiosa di scoprire a dove porteranno le piste.
I continui salti nel passato in questa storia sono molto interessanti; i racconti dei testimoni di quegli anni riguardano la Storia della patria, ma anche racconti personali di sofferenza che hanno segnato chi ha vissuto quel periodo in prima linea e sulla propria pelle con coraggio.
Le indagini e la scoperta della verità su questo mistero non sono gli unici elementi che tengono il lettore incollato allo schermo, coinvolge molto il modo in cui dipingi la figura di Patrick, è un personaggio dalla personalità complessa, un uomo che ha attraversato diverse disavventure nel corso della sua vita pur restando fedele ai suoi ideali, anche a scapito della sua vita. Attraverso i ricordi e la voce di chi lo ha conosciuto dimentico per un istante che su di lui pendono gravi accuse, vedo solo un uomo, un amico, un promesso sposo, immagini che superano quelle del soldato; ci sveli un uomo che subisce le crudeltà da parte degli inglesi con valore, ma allo stesso tempo non smette di provare sentimenti per l'amata, per i compagni di prigionia. In quel campo viene conosciuto come un uomo colto che dedica energie alla lettura, un leader per gli altri prigionieri, un uomo altruista che sa trattare con il nemico per ottenere vantaggi per tutti.
Provo grande stima per Higgins, si mostra fedele al senso di giustizia, anche se il colpevole dovesse essere quell'amico del quale lui non ha mai dubitato l'onore.

Il valore della verità torna con costanza in questa storia, si estende al caso su cui stanno indagando, fa parte della trama stessa del racconto e si incontra sotto diverse forme.
Mi piace davvero tanto il modo in cui si snoda la narrazione.
Sembra che Robert inizi a intravedere una luce sulla scomparsa del padre, inizi a comprendere la pista che Eric ha deciso di seguire per giungere alla verità.

È stata una giornata ricca dei tuoi racconti, grazie per avermi tenuto compagnia con letture così piacevoli. ❤️❤❤

A presto!
Un abbraccio grande,
Vale (sempre tua affezionata lettrice)

Recensore Master
04/02/23, ore 23:47
Cap. 11:

Finale meraviglioso, anche mi dispiace per la strada presa da Robert. Non dico che lasciarsi tutto alle spalle sarebbe stata la cosa più semplice da fare, però alla fine Sullivan che a suo tempo ha preso quella decisione è riuscito a costruirsi una vita serena e forse avrebbe potuto farcela anche Robert, se non si fosse lasciato coinvolgere nella faccenda dell'attentato.

Adesso che siamo alla fine ti rinnovo i miei complimenti per come hai reso le vicende storiche, soprattutto considerando l'ispirazione a un personaggio storico realmente esistito. Non deve essere stato facile. Davvero, un ottimo lavoro che è stato un piacere leggere.

Ormai è tardi per augurarti una buona serata, quindi buona domenica.

A presto,
Milly Sunshine

Recensore Master
04/02/23, ore 23:40

Come sospettavo, anche in questo capitolo colpi di scena a non finire. Ammetto di avere apprezzato molto la parte in cui Dalton parla con O'Donnell e ancora di più quella in cui entriamo finalmente nel punto di vista di O'Donnell stesso. Il finale, però, è ad altissima tensione e invoglia ad andare a leggere subito l'epilogo, cosa che vado a fare prontamente!

Recensore Master
04/02/23, ore 23:09

Questo capitolo è stato ricco di colpi di scena e posso immaginare lo sarà anche il prossimo: finalmente dopo tanti capitoli passati a sentire persone che raccontavano chi fosse per loro Patrick O'Donnell stiamo per incontrarlo. Corro immediatamente a leggere il capitolo seguente, sono troppo curiosa di vedere come proseguiranno gli eventi!

Recensore Master
04/02/23, ore 22:56

Per quanto riguarda pe tue risposte alle precedenti recensioni, prego, per me è stato un piacere leggere e commentare, così come lo è farlo con questo capitolo. Sul parallelismo O'Donnell/ Dalton per quanto riguarda famiglia vs senso del dovere, ho avuto quell'impressione e ci tenevo a condividerla.

A poco a poco, nel frattempo, si va delineando sempre più se non la figura di O'Donnell quello che sembra essere effettivamente successo. La testimonianza di questo Sullivan sembra attendibile, e getta molte ombre sull'eroe nazionale. Si capisce, a questo punto, che Dalton dovrà prendere una decisione molto difficile e che, comunque vada, potrebbe rivelarsi sbagliata.

Recensore Master
04/02/23, ore 19:24

Mentre in questo capitolo esce una nuova e ulteriore immagine di O'Donnell, le indagini di Dalton iniziano a ripercuotersi anche sulla sua vita privata. Ormai è sempre più chiaro che si sia infilato in una situazione molto più grande di lui e che, paradossalmente, non abbia alternative se non quella di risolvere il caso. Aileen, nel frattempo, per il momento ha deciso di accettare la situazione, ma non deve essere facile nemmeno per lei.

Recensore Master
04/02/23, ore 19:09

Anche in questo capitolo l'approfondimento delle vicende storiche è molto coinvolgente e si mescola bene alle vicende personali di O'Donnell e del nuovo testimone.
Qui abbiamo nuovamente un nuovo lato di O'Donnell che viene approfondito e, ancora una volta, possiamo percepire solo un piccolo pezzo di verità.
I messaggi dell'IRA sono inquietanti, ma al tempo stesso possono indicare quale sia la strada da percorrere.

Infine, non so se sia stato volontario oppure meno, ho visto una certa analogia tra O'Donnell che vorrebbe un futuro più tranquillo ora che ha un figlio, ma sceglie comunque di prendere parte alla guerra per senso del dovere, ed Eric che, scoperta la gravidanza della moglie, decide comunque di proseguire l'indagine nonostante sia pericoloso.

Recensore Master
03/02/23, ore 18:59

I complimenti che ti ho fatto al capitolo precedente e che rinnovo sono a mio parere assolutamente meritati, già non è facile scrivere una storia appassionante e al contempo ben scritta e scorrevole, darvi un'ambientazione storica non può fare altro che complicare le cose. Quindi lo ribadisco, ottimo lavoro.

In questo capitolo emergono ancora più dettagli sul passato di O'Donnell (ed è stato anche molto interessante avere più dettagli a proposito degli avvenimenti del campo di prigionia e delle condizioni di vita durante quel periodo), così come un suo ritratto ben diverso da quelli visti in precedenza.

In realtà ciascuno dei personaggi finora incontrati ne dà una rappresentazione molto diversa e sarà molto interessante scoprire quale di queste sia quella reale. Sempre ammesso che solo una lo sia, oppure che ce ne sia una reale. Mi incuriosisce anche la promessa sposa Elizabeth, chissà se la vedremo!

Recensore Master
03/02/23, ore 12:06

Dicevi che Robert era finito in una situazione più grande di lui, ma sembra che ormai lo stesso si possa dire anche del detective Dalton, vista la visita di Beckett e quello che gli ha detto.

La vicenda si fa sempre più spinosa e complessa, e al contempo sempre più avvincente e affascinante, con O'Donnell che appare sempre più ambivalente.

Ti faccio ancora una volta i complimenti per come scrivi, davvero un ottimo lavoro.

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