Carissima, ciao! ♥
Cioè, cioè, CIOÈ ** Ma che cosa meravigliosa ho letto? Mi sono ritrovata a fine capitolo senza sapere dove, come, quando, dove, perché e ci sono rimasta alquanto male: ne voglio altre 40 pagine di questa storia, grazie.
Qui torniamo su una tematica che ti sta molto a cuore trattare, cosa che fai sempre in maniera incommensurabile e che io amo alla follia leggere: il ritorno di Peter dalla morte. Trovo meraviglioso il modo in cui riesci a trattare il tema, a rimaneggiarlo, a riproporlo senza essere mai pleonastica, ripetitiva o scontata. Ogni volta, riesci sempre a mettere qualcosa di nuovo, che fa guardare le cose da una prospettiva leggermente diversa, più ampia. E questa è una cosa che amo tantissimo delle tue storie, soprattutto di quelle che guardano il rapporto di Peter dalla morte. Non lo fai mai sembrare un fatto scontato, "normale", ma lo investi dell'importanza che deve avere, perché non è un privilegio che tutti possono vantare, e perché è terribile e fa male.
Ho adorato l'impostazione che hai dato alla storia, come per tutto il racconto il lettore si domandi se quello di Peter sia davvero un problema fisico, se abbia davvero qualcosa di grave, se sia affetto da un qualche tipo di malattia, oppure se l'origine della sua sofferenza sia da ricercare altrove, se ciò che lo affligge sia qualcosa d'altro.
Mi ha fatto tenerezza il fatto che Peter abbia pensato di doversi rialzare, quando è caduto in bagno, per tornare in camera da letto e non far preoccupare Tony. Anche in quel momento di paura, di costernazione e incomprensione, che gli stringe il cuore, il suo primo pensiero va a Tony e alla sua serenità. E questo dice più di tante parole, più di righe e righe che si possono scrivere per imprimere su carta un sentimento. mettere l'altro prima di ogni altra cosa, prima di se stessi, prima delle proprie paure, dice già tutto sull'intensità e la purezza dell'amore di Peter per Tony. Così come dice tutto anche Tony che compare sulla soglia del bagno e si preoccupa per Peter, in quel suo modo fintamente distaccato, che non lascia trapelare nulla. Leggere di come Peter, colto in flagrante, si sia aperto con Tony, dicendogli la verità, come se fosse la cosa più naturale del mondo, è stato un momento che ho amato, così come ho amato la premura di Tony e il suo decidere di rimanere accanto a Peter, facendogli sentire la sua vicinanza in quel momento di difficoltà, a modo suo. Si siede contro la parete e gli stringe la mano, anche se sono le tre di notte, anche se dovrà alzarsi tra tre ore. Piuttosto si addormenta sul pavimento, che lasciarlo solo. È stato un momento molto intenso e pieno di dolcezza. Questi due sai davvero farmeli amare, creando queste atmosfere così permeate d'amore e di complicità.
Tony era proprio ciò di cui Peter aveva bisogno per muoversi dalla sua stasi e decidere di vederci chiaro nella faccenda, di affrontarla. Ovviamente ha paura, ma accetta di farsi visitare, un po' perché vuole sapere anche lui e un po' perché Tony è petulante e insistente, e se si mette in testa una cosa, meglio dirgli di sì subito piuttosto che combattere una battaglia già persa in partenza.
Mi si è stretto il cuore a leggere dell'ansia che divorava tanto Peter quanto Tony durante l'esame effettuato da Bruce: ho immaginato il loro tormento, la loro apprensione mentre il tempo passava senza sembrare mai scorrere, la paura dell'ignoto, dell'attesa. Un'attesa che Peter è ben lieto di assecondare, perché vuole sapere ma in realtà non vuole, ha paura di ciò che gli possano dire, di ciò che potrebbe implicare per lui. Un attesa che invece Tony vuole distruggere, sbriciolare, imponendosi con la sua prepotenza e pretendendo risposte, risposte che esige insistentemente, che vuole perché gli spettano di diritto. Perché lui è preoccupato per Peter e deve sapere. Deve sapere se riuscirà ad accettare quello che ha: una debolezza, questa, che rende Tony estremamente fragile e umano. Davanti alla prospettiva di eventi gravi e tragici, porsi domande sul futuro è lecito, temere di non saperlo affrontare, di smettere di amare ciò che fino a quel momento si è amato, anche. Non è egoismo, è solo una naturale paura, che secondo me invece denota quanto Tony tenga a Peter. Se non gl'importasse davvero di lui, di quello che sono, non temerebbe neppure di sporcarlo.
La scena finale, con Tony e Peter appoggiati contro la porta a parlarsi duramente, ma senza litigare, è stata intensissima e sicuramente la mia preferita di tutta la shot. Si affrontano e si confrontano forse davvero per la prima volta da quando Peter è tornato, parlano di cose che fanno male e lo fanno soprattutto dopo che Peter mette da parte il suo terrore di sapere, e chiede a Tony di dirgli la verità. Lo fanno quando Peter apprende di non avere niente, assolutamente niente, e che quel problema è originato dalla sua mente spezzata, divisa, che è tornata ma non del tutto. E mi è piaciuta l'indignazione di Tony, la sua rabbia nel chiedergli perché se ne debba stare là e cosa c'è là che qui non c'è. Mi è piaciuto quel tutto di Peter, detto con altrettanta rabbia. Peter è tornato, ma non del tutto, non ancora, e non perdonerà mai Tony per aver messo a repentaglio la sua vita per riportarlo indietro. Tony è lì, che rivuole il suo Peter integro, che vuole rivederlo intero e che lo riprende con sé per un istante, un lungo istante in cui lui cade e Tony lo afferra e lo stringe e Peter torna a essere la persona di prima, la persona di cinque anni prima mentre lo guarda e trova in lui il senso di tutto.
Questi due sono adorabili, meravigliosi e tu lo sei altrettanto, a creare sempre storie così intense, coinvolgenti, che divoro dall'inizio alla fine e mi trascinano in questo amore tormentato e profondo che tu sai raccontare in maniera magistrale.
Tantissimi complimenti, carissima, tu e le tue storie siete eccezionali!
Un abbraccio, a presto ♥ |