Recensioni per
Non possiamo scegliere chi amare
di Maqry

Questa storia ha ottenuto 29 recensioni.
Positive : 29
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/01/23, ore 15:31

Ciao Maqry! ^^
Eccomi qui per lo scambio dei dadi e, nonostante io non sia affatto una fan di questa coppia, ho davvero apprezzato moltissimo il lavoro di introspezione che hai fatto in questo testo su Jon e Sansa.
Innanzitutto, mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia deciso di esplorare il loro rapporto usando come collegamente fra loro il gioco del Cyvasse. 
All'inzio, infatti, sia Sansa che Jon non sono nemmeno giocatori, ma spettatori. Sansa, in quanto piccola lady, in quanto uccellino di qualcuno, all'inizio non è che una pedina da spostare a proprio piacimento nel gioco di qualcun altro. Ma, alla fine, grazie ai suoi fratelli (indirettamente) e a Cersie, Tyrion e a Ditocorto, impara a prendere parte attiva dentro il gioco nel modo più duro possibile: con l'esperienza. Stessa cosa, ovviamente, vale per Jon, un soldato semplice che da quando lascia la sua dimora non fa altro che combattere e combattere, e molte volta lo fa chiedendosi se stia davvero combattendo nel fronte giusto, o se la partita fosse in realtà stata precedentemente truccata - sono i vincitori a scrivere la storia, del resto, no? - e quindi sin dall'inizio lui si era solo ritrovato dalla parte sbagliata del tavoliere senza nemmeno saperlo.
Anche, Jon, come Sansa, è uno che impara lentamente. Ma ciò che conta, la lezione più importante che entrambi hanno imparato è che va bene combattere le guerre, basta che siano le tue e, soprattutto, avendo bene in mente chi siano i veri nemici e quale sia il quadro completo della situazione.
Sansa è quella che ovviamente impara di più a farsi sentire, ad alzare la voce quando c'è più bisogno, mentre Jon ha imparato a mettersi in prima linea, a fare il leader, anche quando il resto del mondo lo relegava solo nelle retrovie.
E' stato bello seguire il loro percorso in questo modo, tramite le anologie del gioco, vedendoli interagire in brevi dialoghi sempre ben costruiti con quelli che sono i personaggi che più hanno avuto un effetto su di loro e la loro crescita personale.
Sentirli nominare Robb è sempre per me un colpo al cuore, però mi ha fatto anche sorridere immaginare i fratelli Stark a giocare insieme, con Robb che ovviamente batte tutti in strategia (chissà, forse solo Arya avrebbe davvero saputo tenergli testa!).
Davvero una bella storia, ricca di dettagli anche se breve, e costruita magistralmente anche nella sua grafica.
Ti faccio tanti complimenti e sono felice di averla letta superando il mio iniziale "turbamento" (XD) vedendo la coppia designata!
Alla prossima storia e grazie ancora per questa bella lettura,
BellaLuna

Recensore Master
08/01/23, ore 12:13

Georgie mia ♥
il dado ha fatto uscire il numero quattro perciò eccomi qui da te per questo primo turno. Sono davvero felice di essermi iscritta perchè temo che se no mi sarei completamente persa questa piccola meraviglia. Seguo troppe persone e scrivete troppe meraviglie, io non ci sto più dietro e mi spiace un sacco çç.
Ma basta disagi e passiamo alla storia: credo di aver letto forse un paio di JonSan appena nella mia vita **, e ricordavo che tu sei fra quelle a shipparli **. Ammetto di essere una fan sfegatata della SanSan e della Jon/Ygrite, ma anche i due fratelli, anzi cugini, non mi dispiacciono per nulla. Non conoscevo il gioco attorno al quale hai costruito tutta la vicenda, perciò per prima cosa grazie per avermelo fatto scoprire. Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui lo hai sfruttato per dividere la storia in cinque punti, in cinque parti salienti della loro vita che spiegano l'evoluzione del loro rapporto. Da quando erano bambini e Sansa sognava una vita da principessa, mentre Jon era fin troppo consapevole di quale fosse il suo ruolo e credeva che mai, pur arrivando magari a battere Robb mille volte, sarebbe mai riuscito a liberarsi del suo appellativo di bastardo. Per poi arrivare al momento della separazione che porta entrambi a crescere, seppur in maniera dolorosa: per Jon ci sono altri amori, tristemente figli del tradimento (mi è sempre spiaciuto da morire per come sia finita con Ygritte) e per Sansa, beh, c'è stato l'inferno in terra, con al suo fianco il diavolo in persona che le ha bruciato tutte le piume dell'uccellino che era trasformandola in una fiera lupa. E gli insegnamenti di Petyr saranno essenziali al momento di riprendersi Grande Inverno, come anche il coraggio e l'ardimento che Jon ha sviluppato vivendo assieme ai Bruti (mamma mia, che potenza l'immagine di lui da solo con la spada che fronteggia l'orda di cavalieri, l'avevo quasi rimossa.)
Il finale mi ha stretto un po' il cuore in una morsa, la partenza/esilio di Jon è qualcosa che ancora non sono riuscita a digerire. Ma rimane la speranza che Jon davvero un giorno faccia ritorno per altre partite ♥
Nulla da dire, come sempre, su stile, grammatica, ecc. Ho adorato anche la grafica.
Grazie di cuore per averla consigliata, tesoro.
Ti mando un bacione grande!

Bennina tua

Recensore Master
19/10/21, ore 12:25

Posso dire che non me l'aspettavo? Posso dire che odio facebook in questi giorni? Posso dire che non mi ricordo più come si recensisce, e non te lo meriti questo? Posso dire che...
BELLA E BELLI LORO <3

Amore a prima vista per il titolo. Mi piace perché richiama il gioco di strategia, mi piace perché il rimando alle "quattro mosse" richiama il "matto del barbiere" degli scacchi, lo scaccomatto in quattro mosse, e in quattro mosse il destino ha fatto scaccomatto a entrambi i personaggi, i quali si "trovano" solo per attendersi a distanza. E questa morte, in più sensi, di loro, del loro amore, delle loro avversioni, del fato avverso, della fine ironica, mi ha fatto percepire questa storia come se fosse una spirale che li travolgesse, che li facesse muovere non soltanto come giocatori ma ancora di più come pedine. E questo effetto mi è piaciuto tantissimo.

Un'altra cosa che ho amato tantissimo è che non si parla mai apertamente di amore in senso romantico... si parla di casa, di sentirsi bene, di sentirsi di nuovo a casa. Si parla di persone che si pensano, che nei momenti cruciali ricordano i momenti assieme, che in qualche modo sono presenti anche quando non ci sono e che segnano e ammorbano come spettri le azioni e le vicende del presente di ognuno di loro. E può essere amore fraterno, o qualcosa di cui neanche loro conoscono veramente il nome, sanno solo che diventano ognuno l'emblema della resistenza e il punto di forza dell'altro. E questo effetto mi ha fatto impazzire (tu sai anche perché).
La parte che in tal senso ha maggiore fascino è sicuramente quella con Ygritte sotto le coperte di pelli. E' un momento di strategia ma anche erotico, sensuale, e il fatto che alla mente a lui richiama qualcosa di puro e semplice come la sorella e una scacchiera... boh, a me ha fatto pensare un certo conflitto di tutt'altro personaggio... e te lo dico in senso buono, te lo dico perché sono le dinamiche instaurate da te tra questi due che mi hanno fatto battere il cuore e il modo in cui restano comunque e sempre soltanto loro, sono Sansa e Jon.
Sansa con i suoi sogni di principessa, Jon che come sempre non capisce niente e confonde l'amore, il desiderio e quel profumo che sa di casa, sa di ritrovare se stessi un po' bambini, un po' più innocenti.
Jon che sente nostalgia delle sorelle, di entrambe le sorelle. Anzi, non solo Arya, anche Sansa - l'accento è posto sull'ultima. Sansa che racimola calore nella stanza di un uomo subdolo, macchiavellico, avido, ma è l'unico calore che le rimane, e in qualche modo la forgia come un'arma in una fucina. Mi piace proprio questa sovrapposizione di idee qui, da un lato Sansa che impara, dall'altro quell'eterno desiderio di casa, quella sovrapposizione sempre di Grande Inverno e Nido dell'Aquila, si Baelish e di Jon, questa confusione tra fratelli e sorelle, che non sono mai la stessa cosa, perché per tornate un attimino al discorso di ieri notte, o stamattina indicibilmente presto, nei rapporti contano le intenzioni, e se Jon e Arya sono davvero cresciuti come fratelli, sviluppando questo amore fraterno, lo stesso non si può dire tra Jon e Sansa, i quali hanno condiviso l'infanzia ma non il viaggio di crescita e di rapporto. E quando le pedine iniziano a cadere, cadono anche i confini, ed è facile mischiare i sentimenti, cadere in una zona di nebbie.

E per finire mi piace da morire il finale, quella frase dove è il rapporto d'infanzia a essere sottolineato "È la tattica di Sansa che fa cadere la moneta dal lato giusto. A Jon sembra ancora di vederla sbuffare mentre siede al tavolo, lui che si sente grande a spiegarle le mosse." e c'è il cambiamento, la svolta che rimescola che carte in gioco "Ha imparato, di certo non da lui." per poi essere tutto capovolto nella frase seguente, dove li ritroviamo adulti, li troviamo cambiati, li troviamo preda di nuove sensazioni "A salvarli è stato Jon, solo un soldato che affronta un’orda con spada e la disperazione dei lupi, trascinando uomini a dare la vita."

I nomignoli finali - mia regina, Jon - danno la misura di qualcosa che li ha travolti, di qualcosa che cova sotto le ceneri, che si cristallizza e rimane lì, sospeso, nascosto, in attesa.
Parla di legami sottili, profondi, indissolubili, e io mi sono innamorata ancora una volta di loro grazie a te, alle tue parole, a queste quattro mosse perfettamente architettate dalla tua penna.
Ho amato i dialoghi, ho amato i sottintesi e le caratterizzazioni. Da Sansa che ammira di nascosto, osserva, critica ma riconosce anche i meriti a Jon. E Jon, il soldato, l'eterno secondo, il Bastardo, un orgoglio che cova, un risentimento che soffoca. Mi è piaciuta Sansa che concede quasi altezzosa, Jon che le chiede aiuto quasi esitante, sembra proprio irrompere in maniera del tutto straordinaria nella quotidianità di Sansa bambina. Per poi passare ai dialoghi a distanza, a quando entrambi si pensano ma nessuno dei due osa pronunciare o specificare il nome dell'altro/a. E il finale, dove sento la determinazione di lei di far sentire la propria voce, sento il peso che incombe sulle spalle di Jon dal modo in cui lotta con i denti, lotta con quel poco che ha nonostante i pronostici. Mi piace tutto, accidenti.
Grazie mille, non te l'ho detto in tempo e non te l'ho detto abbastanza, ma è stato un bellissimo e incommensurabile regalo. Grazie, sis.
A presto! <3
(Recensione modificata il 19/10/2021 - 12:31 pm)

Recensore Master
24/09/21, ore 11:58

Mia cara Maqry, ormai mi ero messa il cuore in pace, in quanto non credevo avresti più continuato questa interessante carrellata di personaggi con le tue argute parole e con i quadri da te disegnati, pertanto è stata una vera sorpresa ritrovare un nuovo passaggio che ci mostra la crescita fatta sia da Sansa che da Jon. Ce li mostri in una delle loro partite, con le quali cominciavano a confrontarsi per quello che sarebbe accaduto nel loro futuro, quando avrebbero dovuto giocare su una scacchiera ben più importante e che avrebbe deciso delle vite di molte persone.
Interessante vedere i progressi fatti singolarmente come persone, avendo come filo conduttore il gioco, gioco che entrerà a far parte integrante delle loro vite.
Sansa ha avuto la possibilità di imparare dal migliore, in fatto di giochi ed intrighi, Lord Baelish, e che le sarà molto di aiuto quando sarà da sola a dover decidere la sorte di chi starà sotto di lei.
Jon anche nel suo ritiro fra i Guardiani della Notte apprende importanti lezioni di gioco attraverso Ygritte, la donna guerriera che con il suo fare gli riporta alla mente le parole di sua sorella Sansa, quando giocando parlavano della strategia da mettere in campo per non farsi battere.
E infine li ritroviamo insieme per la grande battaglia contro i Bastardi a discutere di strategia e di tattica affinché quella battaglia non venga perduta, poiché non può essere perduta. I piani ci sono, entrambi espongono la loro idea ma alla fine è il coraggio di un solo uomo capace di trascinare tutti i suoi compagni nel combattimento della vita financo a perderla per questo fine.
La speranza di entrambi è di potersi rivedere magari a Grande Inverno, a casa loro, in un futuro non troppo lontano, e chissà, magari a confrontarsi nuovamente in una partita di cyvasse con tutto quanto appreso negli anni.
Interessante e puntuale la tua narazione ci ha condotto per mano nell’universo di Jon e Sansa.
Spero di ritrovarti prossimamente. Un caro saluto di bentornata.

Recensore Master
27/11/20, ore 22:04

Premio Miglior personaggio maschile nel contest: Make love to me tonight, like there's no tomorrow, di Setsy
cara, eccomi su questa semplicemente meravigliosa storia
Ora posso dire che quella del contest non è stata un caso isolato
Scrivi in punta di penna, con uno stile soave e lieve
E dire che hai trattato, qui, morte, desolazione, tradimento, intrighi... e non è che tu ti sia risparmiata, perchè hai aggiunto un decesso in più, eppure non c'è ombra di pesantezza
Bellissima l'apertura e chiusura, con i titoli di Dany e quello, molto più modesto di Jon
Ho sorriso, devo dirlo, perchè ho rivisto la faccetta dell'adorabile Ser Davos quando alla tracotanza dei titoli di lei risponde con un secco; "questo è Jon Snow"
perchè, (tu devi scusare me) io odio Daenerys e amo Jonnino ^-^
Comunque sulla brutta coppia siamo d'accordo, malgrado non fosse possibile fare diversamente, in fondo. Il titolo la diceva lunga e ghiaccio e fuoco erano Lyanna e Raeghar, e lo sono loro. Dobbiamo avere pazienza!
I passaggi sono tutti significativi, ma soprattutto mi piace da impazzire la tua scelta stilistica di alternare in corsivo quel triplo elenco che si trova sempre in contrapposizione
perchè loro sono così: gli opposti che si attraggono e insieme gli opposti che non si conciliano
sono stati passione, ora sono freddezza
Lei è arrivata da Regina, ma al Nord ha avuto un'accoglienza ostile
E quei nomi che danno il titolo al tutto?
Alcuni nascono importanti, altri sono insulti. dicono chi siamo, ci danno - ingiustamente - credito o no. Ma si possono anche trasformare. Il bastardo degli Stark è un Re Stark. L'erede dei Targaryen può improvvisamente diventare "solo una donna". Il medioevo non perdona, per quanto fantasy. E purtroppo, forse sarebbe ancora così.
Hai messo in risalto con sicurezza eppure con grazia come ambedue siano stati poco padoni del loro destino. Destini grandiosi, eccezionali, ma tutti dipendenti dall'essere figli di qualcuno, e non a caso, non genitori, come poteva sembrare che ci suggerisero nell'ottava stagione.
Sono ancorati al ruolo filiale, di eredi, da questa catene. da un potere non voluto e uno troppo ambito, fino a perdere la ragione
Devo dire una cosa, per quanto mi dispiaccia: in questa tua storia la morte di Jon ha senso.
Chiude con estrema forza drammatica, mentre l'esilio assurdo del finale...bà
bravissima. C'è qualcosa di Shakespiriano nella morte insieme, nobilita questa coppia un po' stirata.
è un piacere leggerti, spero di vederti presto *-*
Setsy

Recensore Master
14/10/20, ore 22:34

Tesoro, ho voluto leggere un'altra storia, non potevo resistere ad una Jon/Dany.
Ahh, sono una tua NOTP, nel mio caso invece... sono una ship, non li amo e non avrei voluto che si innamorassero, visto anche l'incest di mezzo che non tollero, però sotto sotto nel corso della serie mi sono piaciuti, fino a che la serie non è diventata uno scempio ad opera degli sceneggiatori. Quindi ero curiosa di sapere cosa avessi scritto di loro <3
Ma, a parte la divagazione, ho amato anche questa storia. Io credo che sia azzeccato dare per loro un certo peso al senso del nome, e dare il via ad un gioco di nomi che li porta a morire. Dany ama sfruttare i suoi innumerevoli titoli, ama far sentire dalle labbra di altri gli elenchi dei suoi nomi e di ciò che si è conquistata, ma il nome di fiamma che ha quello dei Targaryen. Per quanto la sua stirpe possa essere stata un marchio e un peso, perchè lei è la figlia del re folle. 
Ma sa come diventare regina, vuole essere regina, ed ecco che i nomi di Dany, così come quello di Jon, si trasformano. Da bastardo a protettore del Nord a re. Da uomo Jon diventa guerriero e re, perchè re lo è di diritto, più di Daenerys. 
Di fronte a Jon che diventa re ecco che Dany comincia a sentirsi più in decadenza  -donna straniera folle (ti ho già detto che amo il ritmo e la musicalità che hanno le tue fic? Bene, lo ribadisco.)
Ecco che il potere dei nomi stravolge il gioco del trono, facendolo diventare il gioco del nome. Perchè sono entrambi Targaryen, hanno lo stesso nome di fiamma. E se per Jon i Targaryen non erano che in passato la stirpe di Daenerys, ecco che ora diventano anche la sua stirpe. "Daenerys lo ha chiamato con desiderio, un tempo, e suonava tanto dolce alle sue orecchie. Un tempo. Ora è solo l’ennesimo ostacolo a fermarla a un passo dall’unica ambizione che abbia mai avuto, quella che l’ha resa grande, degna della propria stirpe – la loro stirpe."
Tutto questo, per come lo hai gestito, è poesia. Come un circolo vizioso in cui entrambi non possono non rimanere schiacciati dal gioco del nome che li porta prima ad amarsi e poi ad odiarsi. A voler far del male al popolo, per Dany, a voler salvare il suo popolo, per Jon.
E poi ad uccidersi a vicenda, ahahahah. Ok, hai un leggerissimo odio verso Jon, però io ho amato anche questa storia e come li hai gestiti. Li hai mantenuti IC, e il finale è stato spiegato talmente bene da poter sembrare canon (sarebbe potuto accadere, in effetti).
Che aggiungere, è un'altra fic che mi è piaciuta tantissimo <3 tanti complimenti <3

Recensore Master
14/10/20, ore 22:17

Ciao, cara, mi sono precipitata <3 
Ohhhhh, che bella storia, perchè il risultato finale non ti convince? A me è piaciuta tantissimo, d'altra parte non avevo dubbi, trattandosi di te <3 Ho visto che anche le altre hanno coppie che mi stuzzicano tantissimo, ma mi sembrava giusto partire da questa <3 io faccio un applauso come sempre al tuo stile, scorrevole, ritmico, intenso e musicale. Quel "da adulti" che conclude ogni pezzo e che poi si trasforma in "ora che sono adulti" è stato un colpo al cuore ogni volta, che ha dato una scansione bellissima al testo e lo ha improntanto verso un finale solenne e secco, un colpo al cuore. Per me ogni lettore ha amato il ritmo di questa storia, fidati, è stupenda e piena di frasi fantastiche.
Nella prima parte, quando Robb vede Theon la prima volta, ha impresse ancora le storie della vecchia Nan sugli uomini delle isole di ferro: credo che sia un pensiero molto adatto per un bambino di otto anni che deve conoscere qualcuno di nuovo che ha il sangue di mare nelle vene (oh, mi è piaciuta tantissimo questa descrizione),
Della seconda parte ho apprezzato come hai saputo dare, con il giusto equilibrio, anche attenzione a Jon e a come veniva trattato a Grande Inverno (amo Jon, non posso farci nulla). E poi come Robb preferisca la compagnia di Theon e i suoi racconti. Quanto è IC il giovanissimo Theon che si vanta di imprese passate e magari le gonfia, mentre Robb lo ascolta pur consapevole che il suo amico non stia dicendo tutta la verità? E' un'immagine meravigliosa, così come la frase che Theon porta in sè la spigolosità delle sue isole <3 fantastica.
Poi troviamo Theon e Robb cresciuti, ed entrambi continuano ad essere rappresentati in modo perfetto <3 Robb conosce i difetti di Theon, eppure forse lo ama anche per questo, ha imparato ad amare persino questi ultimi. E lo desidera.
E nel finale il peso della corona di ghiaccio pesa a Robb, quanto può far male il trono di spade acuminato ad Approdo del Re. Di Theon credo che ami anche i suoi scatti di strafottenza e i suoi ghigni ed è giusto che abbia lui l'ultima parola e l'ultimo gesto nella fic.
Cara, cosa devo dire se non che mi hai conquistata? Ho letto una meraviglia <3 Sono tentata di spronarti a scrivere più spesso oltre il fandom di HP, sai? <3 
Accidenti, mi hai fatto amare una ship che non ho mai considerato! Ribadisco, meno male che non ti piaceva! E' tutto quanto perfetto, stile, misura, ritmo, caratterizzazioni e sentimenti, la ship sembra vera e canon!
Ho amato anche la cura dei dettagli che metti, come per esempio le parole che si rifanno al rito dell'Annegamento <3 piccole perline disseminato che danno una nota in più alla ricchezza del testo e mostrano la tua attenzione <3 inoltre, accidenti, hai ragione, ci saremmo risparmiati le nozze rosse se la ship fosse stata canon, ne sono sicurissima, Robb non avrebbe combinato danni in nome dell'amore.
Ad ogni modo, sono ammirata <3 Theon è un personaggio che subisce un profondo cambiamento nel corso della serie, ma apprezzo come tu lo abbia mantenuto fedele a ciò che era fino a prima della morte di Robb, spavaldo e vanesio. 
Complimentissimi di cuore <3 sono conquistata!
E mi sa che mi troverai presto a completare le letture di questa raccolta <3

Recensore Master
16/04/20, ore 16:13

Ciao!
Cimentarsi con personaggi e scenari insoliti spesso pare un azzardo, ma se si riesce a dare alla vicenda coerenza e logicità il risultato finale può rivelarsi molto soddisfacente. 
Dato l'imperituro sentimento di Jorah per Daenerys, era difficile ipotizzare l'esistenza di una vera e propria relazione fra il cavaliere e Missandei; perciò, ho trovato davvero azzeccata la tua idea di impostare la cosa "a senso unico". 
Benché dotata di straordinario acume, dopo essere stata liberata l'ex schiava non aveva gli strumenti necessari a concepire la differenza tra un rapporto amoroso e uno puramente carnale, né conosceva le dinamiche culturali e comportamentali di Westeros – decisamente improntate a una concezione patriarcale, ove la donna può essere, tutt'al più, una principessa da salvare. 
Si lascia dunque sedurre da Ser Jorah, illudendosi che quello che l'uomo le dimostra sia autentico sentimento – nonché l'unico possibile. Tuttavia, una volta compreso che non tutto si riduce a servire, la sua mente brillante le suggerisce la verità: per Mormont lei non è altro che un bel passatempo. 
Un mezzo per lenire il vuoto che gli pesa come un macigno, riempibile soltanto da una regina.
Il fatto che, successivamente, Missandei riesca a guardare alla sua prima fiamma senza rancore – con la consapevolezza che l'amore è altro, giacché, nel frattempo, l'ha conosciuto – dà giustizia alla maturità e all'intelligenza di questa figura, che io ritengo uno splendido esempio di quanto un buon consigliere possa essere prezioso. 
Al pari di quanto avviene negli altri capitoli, anche qui sei riuscita a dare spessore e profondità ai personaggi messi in scena, senza tuttavia alterarne le caratteristiche canoniche – anzi, dando loro valore aggiunto. 
Complimenti, e a presto!
Irene 

 

Recensore Master
10/04/20, ore 13:11

Ciao!
Ormai mi sono messa d'impegno con questa raccolta, per cui colgo l'occasione dello scambio a catena per commentarne un altro segmento. 

Confesso che, tra i tantissimi personaggi messi in campo da Martin, Arya Stark è sicuramente quello che meno sopporto. 
Trovo surreale che una ragazzina della sua età abbia potuto avere una tempra e uno spirito di iniziativa tali da far fronte così bene allo sfacelo della propria casata, senza incappare in disgrazie quali quelle di Sansa, di Theon o, ancora, di Jaime Lannister – che, pur essendo uno dei guerrieri più promettenti di Westeros, finisce comunque col perdere una mano per mera crudeltà altrui. 
Tralasciando le mie simpatie, ritengo che tu, a differenza dell'autore della serie, sia riuscita a sottolineare gli aspetti più tragici e dolorosi della strada intrapresa da Arya, portando alla luce le sue personali sofferenze e così valorizzandone sul serio l'eccezionale forza d'animo. 
Per lei, che ha passato l'intera esistenza a rinnegare il suo status e la sua condizione di nascita e che ha, altresì, dovuto imparare a vestire ogni tipo di "panni" – sino a diventare Nessuno, anche se esclusivamente in funzione della propria vendetta –, tornare a essere una semplice donna appare come una sfida quantomai ostica.
Eppure, dinanzi alla persona che già in precedenza era riuscita a penetrare la sua altrimenti inossidabile interiorità – ricordi bene, all'epoca Arya si lasciò tentare dalla prospettiva di entrare nella banda di Beric Dondarrion, soprattutto per Gendry – , decide di lasciarsi andare alla propria femminilità. Per una notte soltanto, così da conoscere anche quell'aspetto del Vivere. 

Come sempre, ho apprezzato molto il tuo modo di condurre la narrazione, con quelle frasi ripetute a mo' di mantra e quei passaggi di collegamento tra una riflessione e l'altra a impreziosire il tutto.
A presto, 
Irene 

Recensore Veterano
03/04/20, ore 11:37

Ciao,
Amo il trono di spade, ma non giro molto spesso in questa sezione. Oggi è uno di quei rari giorni. Inaspettatamente la tua storia mi ha incuriosita e quindi ho deciso di leggere il primo capitolo. Ancora più inaspettatamente questo primo capitolo mi è piaciuto.
Navigo poco in questa sezione perché le poche altre fiction che mi hanno incuriosita poi non mi sono piaciute così tanto. Forse perché sono troppo attaccata alla serie, e non mi interessano granché le storie che cambiano i fatti della serie o che li capovolgono, non saprei.
Fatto sto che a me questo primo capitolo è piaciuto. E inanzitutto volevo farti i miei complimenti per la scrittura. Mi piace moltissimo il tuo stile così ricco e colorito, dettagliato. Davvero ben scritto, e io amo le cose ben scritte.
In secondo luogo volevo farti i miei complimenti per la profondità di ciò che c'e scritto in questo testo. Ne sono davvero colpita, fa riflettere molto.
In effetti Arya è passata dall'essere una bambina tenace ma innocente, ad un'assassina. Ne ha fatta parecchia di strada, vero? Direi proprio di sì. Ricordo ancora quando, nonostante la sua tenacia, è stato difficile per lei diventare Nessuno, riuscendoci poi quanto bastava per poter uscire trionfante e ben addestrata dalla Casa del Bianco e del Nero. Perché infondo, Arya non ha mai veramente dimenticato chi fosse, aveva solo imparato a metterlo da parte.
Sono letteralmente impazzita quando ha ucciso l'orfana e Jaqen le ha detto di essere finalmente diventa nessuno e lei risponde "questa ragazza è Arya Stark di grande inverno, e sta tornando a casa." Una delle mie parte preferite in assoluto!
A molti non è piaciuta molto la scelta di Arya nel scegliere di consumare il suo primo rapporto nell'ultima stagione. Beh, a me non ha dato affatto fastidio, anzi. Nell'ottava stagione Arya aveva la età, era cresciuta e non era più una bambina, e solo gli dei potevano sapere cosa il destino le riservasse. Non sapeva se presto sarebbe morta o meno. Lei voleva sapere cosa si provasse, prima di andarsene, ed aveva tutte le ragioni del mondo. E chi meglio di Gendry? Quando Arya era più piccola, a me dava l'impressione che lui le piacesse. Non dal punto di vista sentimentale, ma in generale. E crescendo immagino che la situazione sia rimasta invariata, oltre magari ad esserci anche una possibile attrazione fisica. Non so se lei provasse qualcosa per lui, non penso, ma comunque qualcosa sotto bolliva. Se solo lui avesse accettato la sua proposta e l'avrebbe seguita...! 😩
Comunque è stato bellissimo leggere: "silenziosa come un’ombra, leggera come una piuma, veloce come una vipera." Dopo aver finito la serie ho deciso di leggere i libri, ho comprato e sto leggendo il primo libro da un pó, quindi sono fresca fresca di questa frase che Arya pronuncia spesso, grazie agli insegnamenti di Syrio Forel.
Insomma, nonostante la mia immagine di profilo (😜) adoro Arya, e mi è piaciuto tanto leggere questo capitolo ricco di pensieri che lei potrebbe sicuramente aver avuto.
Complimenti ancora!
Baci
Martina

Recensore Master
02/04/20, ore 21:50

Ciao!
Approfitto dello scambio a catena per tornare su questa raccolta.
Se avevo gradito lo spaccato su Theon e Robb, questo non è stato senz'altro da meno. Anzi.
Premetto subito che, nonostante abbia trovato la serie televisiva di GOT davvero ben fatta, io continuo a preferire quella cartacea, dove non accade assolutamente nulla di ciò che ci hanno mostrato nelle ultime stagioni – e mai potrebbe accadere, per giunta –: questo è uno dei motivi per cui ritengo la coppia Jon-Daenerys frutto di puro fanservice e, come tale, assolutamente priva di fondamento.

Tuttavia, il tuo lavoro mi ha colpito moltissimo, e per più di una ragione.
La riflessione sul peso di certi nomi è di un'esattezza meravigliosa, tanto per cominciare.
Quello della Madre dei Draghi sa di magnificenza, di potere, di destino che, giunto da lontano, fatalmente si compie; quello di Jon, al contrario, è sinonimo di errore, di uno sbaglio da sotterrare – con neve, sabbia o roccia, poco importa.
Nonostante la diversità dei loro percorsi, fatalmente si ritrovano entrambi ad avere fra le mani lo scettro del potere, in quanto gli ultimi della rispettiva stirpe: per l'una è il culmine di un cammino fatto di sangue e lotte, per l'altro un imprevisto non desiderato. 
All'inizio, anziché scontrarsi, Jon e Daenerys si incontrano: ma, com'era prevedibile, un equilibrio così precario non poteva durare.
Una volta venuta a galla, la verità ribalta inesorabilmente le sorti: mentre lo Stark si toglie di dosso il "peccato originale" di essere nato bastardo, Dany viene all'improvviso (perché sì, lo fanno succedere di punto in bianco) schiacciata dalla figura del padre folle e tiranno, che finisce per inglobarla completamente. 
Ecco che allora, per Jon, non è più questione di consegnare il Nord alla sua Regina, ma di sottrarre il regno al dominio di una pazza: e lui, che ha sempre agito per dovere, non può proprio sottrarsi a quest'onere – il più doloroso di tutti. 

I diversi momenti sono cadenzati con perfetta maestria; lo stile è ricercato, dal tono quasi epico, e i personaggi sono delineati esattamente secondo le loro canoniche caratteristiche. 
Questa recensione non rende assolutamente l'idea di quanto la storia mi sia piaciuta, me ne dispiaccio – e dire che l'ho chiusa e poi riaperta 10 volte. 
Complimenti!
Irene 

 

Recensore Master
02/04/20, ore 01:49

Ciao!
Eccomi qui per lo scambio a catena del Giardino, dato che avevo già iniziato questa raccolta ho pensato di proseguirla con molto piacere, anche perché amo follemente GOT e inoltre questo secondo racconto incentrato su questa coppia in particolare ha facilmente attirato la mia attenzione. 
Non so se te l'avevo già detto precedentemente, ma la tua scrittura mi ha colpita. Ho trovato uno stile profondamente poetico ed introspettivo, ho amato come hai approfondito la vita di Missandrei spiegando ciò che le è successo, una tematica che ho sentito fortemente in questo racconto è sicuramente la nostalgia e ho percepito questa emozione durante l'intera lettura. 
Trovo che la coppia Missandrei/Jorah sia davvero improbabile per i miei occhi (anche perché non riesco a vedere quest'ultimo con nessun'altra che non sia Daeneris), e infatti qui non racconti di una semplice storia d'amore, ma affronti la tematica di un amore che non è del tutto corrisposto, che fa male e che non può essere dimenticato, il modo in cui ci hai introdotto il punto di vista di Missandrei con una narrazione in terza persona mi ha colpita davvero tanto, sai misurare la giusta dose di pathos in ogni riga, sono piacevolmente stupita da tutto ciò, davvero. Inoltre mi è piaciuto anche come hai utilizzato la figura quasi mistica della Madre dei Draghi, la seconda parte è stata ancora più forte emotivamente, il modo in cui hai chiuso il capitolo è pura nostalgia, come quella che prova Missandrei stessa anche se ormai è consapevole che ciò che è stato con Jorah è solo ormai un lontano ricordo che però le fa ancora male. Anche se lei afferma che non è più così, non lo so. Non le credo del tutto. Complimenti per questa piccola perla, alla prossima!

Shakana

Recensore Master
28/03/20, ore 12:56

Ma ciao Maqri!
Che gioia vedere che hai aggiornato la raccolta! Ti rassicuro col dire che no, non sono la mia coppia preferita perché avevo tanato da eoni la discendenza di Jon e non mi piacciono le incest, quindi speravo nella fine della coppia e speravo anche in un finale più o meno come stato, motivo per cui questo capitolo mi è piaciuto moltissimo, anche se declinare il mio gradimento in un’ottica unicamente della coppia non renderebbe giustizia a questa storia bellissima. Hai centrato il problema fondamentale. Daenarys, prima di essere la penultima dei Targaryen, è una donna considerata straniera. Le avversità e i tradimenti passati in oriente l’hanno resa crudele, accentuando la follia di famiglia, facendo sì che per imporsi come regina e donna divenisse eccessivamente spietata. Dalle tue righe si evince (e anche dalla serie, si evince, ma tu lo hai reso con maggior chiarezza) che il sostegno a Daenarys è venuto a mancare prima della distruzione di Approdo del Re. Quando Jon si è rivelato un Targaryen nel gioco del “tieni un segreto” peggiore di sempre, neanche alle elementari, tutti hanno immediatamente votato per lui; pur essendo un bastardo – di Ned o di Rhaegar poco importa – è più affidabile della regina venuta dal mare, straniera e isolata, cui non bastano nemmeno tre draghi (di cui due persi) e un paio di armate per farsi ascoltare, per avere una credibilità di qualche tipo.

Su Jon mi trovo a dire poco; in lui prevale il senso del dovere verso la gente del nord e ha quella saggezza tipica del soldato. Ci sa fare e gli danno retta, spesso (a volte lo pugnalano a morte perché come leader non sempre eccelle). Sente il peso della sua inadeguatezza e temo che su di lui non possa fare una recensione accurata perché è un personaggio che se nel primo libro mi aveva molto colpita, andando avanti mia ha scontentata. Trovo che tu l’abbia reso molto bene nel suo non volersi addossare un peso che non ha mai preteso o chiesto, in questo e in generale come IC tu hai fatto un lavoro, come sempre, sublime. E ripensando alla fine mesta del personaggio, trovo che sarebbe stato meglio il tuo finale. Bellissima storia, bravissima come sempre <3: sono felicissima di avere iniziato a leggerti **,
Shilyss

Recensore Master
27/03/20, ore 13:17

Ciao! 
Ogni tanto gli scambi a catena offrono l'opportunità di scovare storie davvero ragguardevoli, e questo è stato il caso.
Non essendo un'assidua frequentatrice del fandom di GOT il pairing in questione mi era del tutto estraneo, e tuttavia tu gli hai dato una dimensione e una consistenza tali da renderlo quasi credibile. 
Le differenze intercorrenti fra Robb Stark e Theon Greyjoy si palesano in tutta la loro profondità sin dal primo incontro: l'uno è il primo rampollo di una delle casate più importanti di Westeros, l'altro il figlio di un sovrano sconfitto che è stato scelto per fungere da "ostaggio". Il primo è posato e cordiale, il secondo spigoloso e aspro, proprio come le isole da cui proviene. 
Crescendo, i caratteri mutano, senza però perdere i loro tratti essenziali: la compostezza di Robb si è trasformata in solennità, mentre le asperità di Theon hanno assunto la forma del suo proverbiale sarcasmo – la prima cosa che il bastardo di Bolton si premurerà di togliergli.
Benché sia il futuro signore di Grande Inverno, il maggiore degli Stark ancora ha soltanto 14 anni e non riesce del tutto a mascherare la sua fascinazione per lo scanzonato protetto del padre (che sì, è più anziano di due anni), il quale, con le sue spacconate, gli dà la possibilità di assaggiare mondi lontani e battaglie veramente esistiti – a differenza del povero Calimer- ehm, Jon. 
Più tardi, tale ammirazione viene sostituita dalla fiducia – e da qualcos'altro. Robb, ormai adulto, vede in Theon la spalla necessaria ad ogni buon condottiero, ma non un fratello: non è fraterno quella sensazione aguzza, salata e magmatica che il compagno gli provoca, e non sarebbe onesto etichettarla come tale. Il cedere a un simile sentimento contrasta con ciò che Eddard Stark ha insegnato al figlio, ma ora che l'integerrimo Ned è caduto proprio a causa della sua onestà, forse è il momento che il Re del Nord riscriva le regole del gioco. 
Purtroppo, il senso di inferiorità di cui Greyjoy ha sempre sofferto lo porterà in seguito a commettere l'errore madornale che tutti conosciamo; probabilmente l'avrebbe fatto in ogni caso, anche se vi fosse stata una relazione tra i due. 
Ho molto apprezzato lo stile con cui hai sviluppato la narrazione; in particolare, trovo che i continui richiami all'essenza degli Uomini di Ferro conferiscano a Theon un fascino quasi "esotico" in grado di catturare le fantasie persino di un soggetto severo come Robb Stark. 
Insomma: complimenti!
A presto, 
Irene 

Recensore Master
26/03/20, ore 17:06

Cara Maqry, un altro dei tuoi scritti fra i più riusciti di questa raccolta: il gioco dei nomi è il titolo giusto per descrivere questi due personaggi dalla forte personalità. Nei loro nomi è racchiusa la loro storia, la loro stessa essenza, dapprima rimasta celata e poi svelata alle genti per arrivare ad uno scopo comune, la salvezza. Poi quegli stessi nomi hanno cominciato a dare alla testa ai loro possessori, qualcuno volendo confermare ancora di più chi fosse e quanto contasse, Daenerys, e qualcun altro che invece avrebbe solo voluto che il suo nome finisse dimenticato, Jon. Daenerys si è beata oltre che del suo nome anche della sua stirpe che avrebbe voluto perpetuare, ed ecco allora aggiungersi un poco alla volta in base alle scelte che compiva, un numero sempre maggiore di aggettivi volti a rendere edotti chi lei fosse realmente e cosa perseguisse. Lei era una Taragaryen che avrebbe voluto riavere sotto il suo potere ciò che era stato dei suoi avi, era qualcosa che lei sentiva come suo di diritto e quando ha compreso che era solo questo che veramente voleva, ha ripudiato il sentimento e l’amore in funzione della ricerca del potere assoluto che avrebbe potuto riportarla nell’olimpo di coloro che erano stati e diventati grandi e il cui nome era ancora sulla bocca della gente. Per un personaggio così arrivista e pieno delle proprie convinzioni, un altro era comparso all’orizzonte, Jon, che semplicemente avrebbe solo voluto essere uno Stark, pensare al suo popolo come aveva fatto a suo tempo quel grande uomo che era stato Ned Stark, dal quale aveva appreso come comportarsi e come giudicare gli altri non prima di essersi fatto un bell’esame di coscienza. Ma Jon ha incontrato la regina dai capelli d’argento le cui parole sono riuscite a convincerlo che l’unione avrebbe fatto la forza, e così si era inginocchiato di fronte a quella donna consegnandole anche il suo cuore pensando che lo avrebbe tenuto in grande conto dopo che si era quasi consegnato con l’intero popolo del nord. Ma per la regina dei draghi tutto questo non era stato sufficiente, e quando si è sentita tradita nel perseguimento dei suoi scopi ha tentato di eliminare l’unico ostacolo che ancora si frapponeva fra lei e il potere, ma l’ostacolo, in questo caso, aveva percepito molto prima che la regina portava avanti una follia e così ha pensato per il bene comune di eliminare il pericolo alla radice. Ho trovato il colpo di scena della morte di entrambi con una reciproca pugnalata geniale, ormai tutti e due si erano spinti molto oltre da far pensare che la scomparsa di entrambi, ognuno ad opera dell’altro, sarebbe stata l’unica soluzione saggia da prendere in quel momento dove la follia imperversava su tutto e su tutti. Ancora una volta di più resto piacevolmente sorpresa dalla tua capacità di far entrare il lettore in completa empatia con quanto stai narrando, con le cadenze che imprimi alle frasi e l’enfasi su alcune parole che diventano la chiave per le spiegazioni successive perfettamente concatenate le une alle altre in un intreccio di rara eleganza. Un ringraziamento per aver pubblicato nonostante questo periodo di buio che stiamo vivendo dove l’unica cosa che ci consola è un volo oltre la fantasia. Un affettuoso abbraccio seppur virtuale.

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