Storia vincitrice del contest: Personaggi random per situazioni random, di Setsy
mystery_koopa con: Forza della natura
grammatica: 4.70/5
porta in legno: per l’Accademia della Crusca, il complemento di materia è “di” e non “in”, e cita come esempio proprio “porta di legno”. (Questo a meno che si ponga l’accento sul materiale particolare, prezioso e sulla lavorazione di alto artigianato, ma la porta di legno è quella più normale)
che siete state voi :qui potrei sbagliare, devi dirmelo tu: doveva essere “stata”, o si sospettava che Melisandre avesse delle complici nel diffondere la pestilenza? Credo sia un errore
stile: 9.90/10
Nello stile della storia si evidenzia soprattutto l’estetica che hai dato sia ai personaggi che all’ambientazione, che è la prima caratteristica che ho notato di questa bella fiction. C’è un gioco di colori utilizzati nel loro valore simbolico che è molto d’effetto, e gioca con la recezione emotiva dei lettori a questo tipo di stimolo. Tutto quello che riguarda Melisandre è rosso. I capelli, l’abito che si allarga a terra come una corolla, le labbra, una macchia di sangue; quello che sarà effettivamente versato, ― offerta sacrificale al suo Dio, ma che richiama in realtà anche la liturgia cristiana ― l’implicito colore della fiamme, dell’ardore, della passione sessuale. E della chioma della futura Elisabetta Iª. In opposizione, tutto quello che è spaventoso o “sbagliato” è nero. L’eclissi, un evento astrale che era annuncio di sventura, specie per i Re, vista l’ombra sul sole, simbolo di sovranità. Le bare sono di legno scuro, la coltre sul cielo è nera. Il lessico è molto appropriato: non è esattamente “d’epoca”, è appena più semplice, ma con questo non stacca dalla voce narrante (se si sceglie di farlo va benissimo, è quando è involontario che suona male) e si adegua a GOT che, malgrado lo pseudo medioevo europeo, è sceneggiato con un linguaggio più moderno. Le frasi sono molto proporzionate, anche le più lunghe hanno una sintassi ottima. Non poteva mancare in un tuo scritto la precisione storica, dove hai usato il termine appropriato del “sudore inglese”, come è giusta la descrizione di tutti gli oggetti presenti. Per la parte dello stile, l’uso della canzone inserito nei dialoghi è stato reso egregiamente, è un modo di giocare col testo ben riuscito, e che ti ha permesso di crearti dei punti di forza notevoli. I dialoghi di Jaime e Melisandre sono una sfida, una lotta, quindi la drammaticità delle piccole parti delle liriche che hai inserito si sposa con l’espressione dell’animo di questi personaggi complessi, e hai saputo fondere con naturalezza le liriche col tuo testo, impreziosendolo.
IC: 9.80/10
L’IC di Melisandre è qualcosa di incredibile, non tanto nella prima parte, quanto nella seconda. Anche all’inizio è se stessa, con la sua entrata a effetto (anche se non voluta da lei, perché è prigioniera) che la mette in mostra. Credo che tu l’abbia esibita nella sua bellezza e fascino conturbante, facendola atterrare con la gonna aperta come una rosa rossa. Subito mostra un’incrollabile sicurezza nel suo credo e nella sua missione, senza lasciar trapelare troppo turbamento per la situazione nella quale si trova. Ma è quando resta pressoché impassibile allo stupro di Jaime ― perché in realtà di questo si tratta, anche se lei l’ha provocato ― che l’ho riconosciuta; così distaccata dal mondo, dalle cose di “poco conto” rispetto al volere del suo Dio. Ha un piano, ed è favorire l’ascesa della vera Regina, in questo caso. È una donna abituata a badare a se stessa, come si evince dal suo essere munita di un pugnale, non solo dei poteri magici. Jaime è qui nella sua veste di politico, quindi meno efficace di quella di guerriero. Non è la furbizia fatta persona, ma neppure ingenuo. Resta strabiliato dalla donna che ha di fronte, ma cerca a modo suo di dominare ugualmente la situazione. Ricordando la scena con Cersei alla morte di loro padre non c’è dubbio che di fronte al cadavere di Ser Gregor non si faccia scrupoli, tanto più che la situazione gli è sfuggita di mano. Credo che anche la relativa noncuranza della morte della moglie, senz’altro sposata per dovere; invece non sono convinta dell’identica freddezza per la perdita del figlio al quale all’inizio sembra tenere, almeno per il bene della dinastia.(Mi pare l’unico, correggimi). Secondo me non sarebbe stato male differenziare gli stati d’animo, anche con due parole. Last but not least, Gregor Clegane è la solita bestiaccia! Lui dalla testa alle unghie dei piedi; brutale, quasi una macchina per combattere (che alla fine era diventato), violento con le donne in modo inutile e infine vittima della sua stessa cattiveria. Muori! Anche il suo mutismo mi rimanda alla “fase Robert Strong”, con un’adesione al canone meravigliosa.
trama, sua creatività e credibilità: 10/10
La trama è elaborata, ricca di riferimenti storici reali/realistici, ampia nel suo raccontarci un episodio relativamente breve ma che ha cambiato di fatto sia i destini personali dei protagonisti che quelli dell’Inghilterra e di riflesso dell’Europa. La credibilità è buona, perché i ruoli sono cambiati proprio di poco rispetto al canone. Jaime è stato parte di una famiglia reale, e Melisandre è una maga, ma qui i suoi poteri sono davvero affascinanti. Il rituale magico operato col sangue che poi non lascia traccia sulla pelle è bellissimo e farina del tuo sacco, ho amato il potere che emanava da lei quando usa se stessa come una bambola woodoo. Non credo sia una citazione voluta di American Horror Story, ma sappi che c’è: di “Coven”, quindi la stagione delle streghe! Il finale non era per niente scontato, non mi sarei aspettata questa immissione nella famiglia Tudor, ma avrei dovuto… è proprio questo il punto più incisivo della trama, questa chiusa con il matrimonio della principessa orientale ― l’est è canonico ― ma con i capelli rossi. Jaime aveva un destino segnato, credo sia stato il burattino del dio rosso, che vogliamo chiamarlo R’hllor o Zoroastro (sì, è lui), e la sua rabbia, la cattura di Melisandre (che è chiaro che si è fatta arrestare di sua scelta) hanno sottolineato la sua reale impotenza di fronte al destino. Ha preso il ruolo di Stannis, compresa la seduzione per concepire il figlio, in un impasto armonioso di realtà e di tua variazione. Veramente bella.
Uso del prompt e coppia: 15/15
La coppia che ti è capitata era crack, ma non impossibile: ma quello che conta è quanto tu l’abbia saputa manovrare bene fino a far tifare il lettore per una loro possibile riuscita. Jaime ha bisogno di una donna forte e credo che tu abbia fatto leva su questa caratteristica per renderli in qualche modo molto credibili. Melisandre è il perfetto opposto di una donna sentimentale, quindi non si pone il problema chi sia il Re, che uomo sia; l’importante è farne il suo alleato. La canzone impera in tutta la storia, con delle stupende riprese del testo, in corsivo e in italiano, il che la rende visibilissima (l’avrei riconosciuta lo stesso, ma la fiction va scritta per più lettori) e nel frattempo unita al resto senza stacchi e spigoli. Ho amato che in due che avete usato il prompt abbiate scelto modi molto diversi di sfruttarne l’indubbia adesione alla filosofia di GOT. C’è la sfida per determinare vincitori e vinti, e tra i due soprattutto Melisandre è inarrestabile. In fondo abbiamo visto che solo lei ha ucciso se stessa…
Il titolo riprende la parola “Natura” e ci fa presagire il giusto contenuto: si parla di pulsioni, morte e nascita, di una risorsa personale che va ben più in là della forza bestiale di Ser Gregor o della minacce di esecuzione. Si avverte l’odore ferroso del sangue, nel tuo titolo.
titolo: 2/2
Il titolo è quanto mai adatto a questa fiction: c’è la ripresa della canzone del prompt, che beneficia, in questo caso, della traduzione, perché ci si deve fermare un attimo per ricordarsi che è una frase della lirica, svelandosi quindi in seconda battuta. La forza è senza dubbio una caratteristica di tutti i personaggi, non solo di Melisandre, perché come si sa: al gioco del Trono si vince o si muore. Lei ovviamente è la più rappresentativa della frase, perché la magia è strettamente connessa gli elementi della natura, che si mettono al suo servizio. Il lettore inquadra subito di che tipo di storia si tratta: drammatica, piena di significato, e vista la parola Natura, si può prevedere la preponderanza dell’elemento femminile. La scelta di non mettere un articolo prima del nome è bellissima, evita ogni ovvio effetto didascalico.
gradimento generale:3/ 3
La storia è davvero fantastica, orchestrata con precisione certosina, sia nello svolgimento della parte fantasy che in quella storica. I personaggi hanno preso vita creando una scena molto dark, con la sua magia oscura, il destino che incombe doppiamente. Da un lato come peste e quindi morte certa per chi entra a contatto con essa, dall’altra come fato già scritto per l’Inghilterra. E stavolta, Melisandre ha indovinato! Non sapevo cosa aspettarmi, come finale, quindi hai saputo anche mantenere una bella tensione costante. Il prompt è ampiamente sfruttato, presente in ogni passaggio della storia con la funzione di traccia, non di accompagnamento. Anche se qui c’è Jaime al posto di Stannis resta quel gusto di canonico che è un ulteriore elemento a favore.
totale: 54.40/55
- eventuali malus: 0 |