Ciao <3
Questo è un capitolo abbastanza complesso da commentare, perché ci dice tante cose, parecchie altre ne succedono, e allo stesso tempo rimane statico, lasciando ogni cosa come già l’avevamo trovata, in pratica senza - apparentemente, almeno - cambiare le carte in tavola.
Esmeralda è prigioniera e deve continuare a subire la cattiveria di chi non riesce a comprenderla, perché una creatura leggendaria non può cambiare il corso delle cose: è un sogno a cui appellarsi, ma i sogni svaniscono appena si riaprono gli occhi, anche se magari noi tentiamo di aggrapparci ad essi con tutte le nostre forze, di tenerli ancora lì con noi, anche se sappiamo che è inutile, che quel mondo fantastico scomparirà e la realtà ci ripiomberà addosso di nuovo. Questo è un po’ il succo della questione.
Credo che tutto ruoti attorno a questo: il senso di prigionia, l’essere legati a qualcosa di opprimente da cui si vorrebbe fuggire pur non potendo farlo. Mi pare che tutto stia nel volgere di quelle frasi: Esmeralda che sa di non potersi lavare, perché neppure sfregando con tutte le sue forze durante una doccia lunghissima potrebbe liberarsi da quel tanfo, che non è certo solo quello che si respira nel manicomio; il suo vano attendere qualcuno che si faccia avanti sotto la pioggia per dirle che non è sola, che qualcuno che le vuole bene c’è, qualcuno che la terrebbe tra le braccia con vero affetto, per trasmetterle quel calore di cui ha bisogno, il calore di un’amicizia che per ora è soltanto un vago miraggio a cui aggrapparsi. E poi c’è la questione del licantropo, che può straziare e uccidere, ma non può abbattere il muro di una prigione, e lei ne conosce il motivo, forse perché quello non è solo un muro fisico, ma un qualcosa di interiore, che è dentro Esmeralda, e da cui può liberarsi contando solo su se stessa, con la forza della sua sola volontà.
Ecco, penso che tutto questo capitolo rappresenti le prigioni in cui ciascuno di noi è rinchiuso, prigioni che ci lasciano andare ovunque andiamo ma che non ci abbandonano mai. Prigioni che ci fanno pensare cose indicibili, a cui magari non cediamo ma che, comunque sono lì, dentro di noi.
Ora se vuoi mettiti pure a ridere e dimmi che non ho capito una sola parola di quello che hai scritto e che devo smetterla di farmi seghe mentali - e scusami l’espressione, ma non saprei come meglio rendere l’idea :)
Anche se magari ho sbagliato in pieno, per me continua a essere un piacere leggere le tue perle <3
A presto <3 |