Allora.
Avevo l'imbarazzo della scelta: ho tante cose da recensire, nonostante le abbia lette tutte, ma il tempo a disposizione è davvero - davvero - limitato. E alcune volte la forza mentale e fisica non c'è.
Questa è la tua storia più recente, dunque ho deciso di ripartire da qui.
Protagonista un Mello di sei anni.
Ti dirò, per tutta le lettura, quasi mi sono dimenticata del soggetto in questione: ero talmente immersa in questo nuovo universo da dimenticarmi di Death Note. No, non è una critica.
Questa minilong è certamente improntata sulla tristezza, sulla "cruda realtà", sulla cattiveria e sulle ingiustizie della vita di Mello.
E ci introduci nella storia senza parlarci di lui. Non descrivi Mello, in primis, bensì l'ambiente e una coperta. Una coperta offerta da una persona buona, ma troppo sgualcita e bucata.
ADESSO.
Faccio un attimino la pazza visionaria. So che molto probabilmente sto toppando alla grandissima, ma io ci ho visto questo tipo di simbolismo: la coperta rappresenta il cuore di Mello. O un cuore, in generale.
Lo tiene stretto, ma non è caldo; è malandato, sgualcito, usato.
Eppure lui ci si aggrappa con tutto se stesso. Perché sì, quando si è piccoli - ma anche quando si è grandi, in realtà -, una coperta diventa quasi uno scudo. Qualcosa che ci protegge, che ci nasconde. Il "posto" in cui soffocare i singhiozzi, trattenere le lacrime, reprimere il dolore che si concentra nella gola e sembra insopportabile.
Io lo immagino, piccolo e sfinito, che tenta di arrestare le lacrime per non svegliare sua zia e rivivere le pene di un Inferno senza fine.
Elda. Già il nome non mi piace xD
Credo sia un personaggio creato di santa pianta, o sbaglio?
Nonostante sembra quasi impossibile credere all'esistenza di persone come lei... Elda è un personaggio credibile. Lei stessa non crede nella vita, nella giustizia, nella realtà. Va alla deriva, continua a sopravvivere solo perché DEVE farlo... e purtroppo Mihael è toccato a lei.
Non lo vuole, è l'ennesimo sbaglio della sua vita. L'ennesimo tassello errato. L'ennesima "mai una gioia".
Dunque lo usa come valvola di sfogo.
La droga, quei discorsi su Dio... sono tutti appigli. Sono scuse per non cedere alla totale mancanza di fiducia nella vita.
E mentre Elda si consola in quel modo, Mihael ha una coperta... e il sogno di una vita normale. Lontana. Un sogno in cui nemmeno crede.
Sa che mangerà per sempre marmellata di fragole (eheheheheheheheh) con contorno di muffa, sa che gli altri continueranno a giudicarlo senza conoscerlo, sa che non cambierà mai niente. Perché non crede nella vita. Perché sua madre l'ha abbandonato, perché a nessuno frega niente di lui.
E io spero vivamente che saprà ricredersi. Non parlo di lieto fine, perché non esiste - non sul serio -, ma di una piccola ventata di gioia. Di un cambiamento. Di un'evoluzione.
... Forse non è stata una scelta saggia quella di rileggere tutto questo a quest'ora. Ma vabbé, angst is the way. Abbiamo tutti la nostra copertina magica.
Dunque: c'è tanta tristezza, in ogni riga. In ogni aggettivo utilizzato, in ogni pensiero, in ogni oggetto. In tutto. Tutto.
E sì, vorrei tanto abbracciare Mello, in questo momento. Offrirgli un caff- ah, no, è un bambino xD - offrirgli un panino, abbracciarlo e accarezzargli i capelli. Perché è tutto così possibile, tutto così vero... Sentirsi soli è bruttissimo, sentirsi inutili e senza speranza è devastante.
E nessuno lo merita.
E mo basta, altrimenti finisce male.
Passando al lato tecnico.
Sei migliorata tantissimo. Più scrivi, più migliori. Le storie hanno un gusto più deciso, uno stile più marcato. Impossibile leggere e non capire che l'abbia scritto tu.
Hai dato un ritmo ben preciso, quasi stessi raccontando. Quasi stessi parlando a qualcuno. Le frasi sono lunghe, le virgole sono tante. Sembra davvero un lungo monologo con il lettore.
Una tecnica narrativa particolare. Non una delle mie preferite, ma questi sono gusti prettamente personali.
Quanto alla grammatica:
Non ho riscontrato errori, se non delle sbavature o delle piccolezze a livello di punteggiatura.
- "Era disgustosa, ma decide" --> semplice refuso, decise.
- "Giunto lì e colto sul fatto, però, fu costretto ad ascoltare chiaramente la ramanzina della sua mamma, che invitava - e, soprattutto, obbligava [qui credo tu debba aggiungere il trattino ] il figlio, [qui non ci vuole la virgola] a non frequentare i bambini disagiati del posto, aggiungendo Mihael alla lista senza giri di parole."
- "La sua rigidità, era palpabile." --> una scelta di ritmo, ma credo che la virgola possa essere omessa.
- "Perfino sua madre, lo aveva abbandonato." --> no virgola.
- "Il martedì successivo, Mihael l'avrebbe ricordato molto bene per tutti gli anni a seguire;[inserirei il punto fermo, in modo da dare una maggiore pausa. Ma, in questo caso, puro gusto personale] sua zia rientrò a tarda ora [...]"
- ed in disordine --> la d eufonica non ci vuole, in questo caso.
Detto questo, mi ripeto: è stata una lettura piacevole - anche se triste, anche se adesso ho bisogno di una coperta. Anche se è già passata mezzanotte.
Sono davvero curiosa - e anche un po' impaurita. Esperimento che procede bene, devo dire. Scrivi, scrivi, scrivi.
Scrivi tanto e revisiona di meno!
E se sei riuscita a farmi leggere qualcosa su Mello, facendomi desiderare di abbracciarlo, direi che sei sulla strada giusta xD |