Recensioni per
Our sweetest songs - Songfics
di LilithMichaelis

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
04/04/22, ore 10:28

Mi hai fatto venire un po’ di depressione ahahah davvero! Si ride per non piangere! Yeah!
Povero Sherlock… sarebbe distruttivo per lui una cosa simile, se non fosse per Rosie, dubito che riuscirebbe a sopravvivere senza John… non so nemmeno se il dovere di prendersi cura di Rosie potrebbe evitargli un overdose letale… :’(

Recensore Veterano
04/04/22, ore 10:19

Sono amante di Sherlock Holmes in tutte o quasi le salse, i libri li ho praticamente letti tutti, e questa serie nonostante sia piuttosto diversa è davvero molto bella. Il legame tra Sherlock e John non muore mai col tempo, è qualcosa di eterno.
Posso dire di aver letto per ora fino a qui quello che hai scritto, e mi hai dato modo di riflettere di più su determinate cose: la più essenziale è il senso di colpa di Sherlock, e la colpa che John gli attribuiva perché non riesce a riconoscere subito i suoi errori. Fin da subito mi son resa conto che Sherlock non aveva colpe per la morte di Mary, e quando lui dice “Ho ucciso sua moglie” capisco subito che si sta sbagliando. Tra le altre cose stava risolvendo un caso in cui Mary era coinvolta, fosse morta per un caso qualunque mentre aiutava Sherlock sarebbe stato un po’ diverso… ho trovato perciò particolarmente ingiusto quel comportamento così esagerato di John nei suoi confronti, ovviamente non è da biasimare! Fortunatamente poi si chiariscono, e John rivela finalmente la verità ovvero l’intenzione di tradire Mary! Ma poi tante altre cose… non so se sarebbe stata una relazione che poteva continuare, c’erano troppe bugie in mezzo, a quel punto John avrebbe fatto sempre meglio a stare solo con Sherlock! Ahahah!!
Comunque complimenti per la tua scrittura, e il modo di esprimere i loro pensieri!! Io sono entrata da poco a far parte di tutto questo, e ho scritto qualcosina… se ti va puoi darci un’occhiata! ^_^

Recensore Master
14/03/20, ore 10:35

Ciao di nuovo, ci tenevo a lasciarti immediatamente una recensione e a recuperare così tutte le tue storie. Credo che questa sia la mia preferita di quelle che hai scritto finora. Di certo è la più intensa, la più drammatica da un punto di vista emotivo. A me personalmente piacciono molto questo tipo di storie, che si snocciolano nel tempo e mantengono un filo conduttore che si srotola attraverso gli anni. Eurus e la sua follia in questo caso, ma anche il suo amore ossessivo e folle per Sherlock, la pretesa di avere tutte le sue attenzioni addosso. Insomma a me piacciono tantissimo questo tipo di storie (a farmi soffrire come una bestia è quando John e Sherlock non si parlano e navigano nell'incomprensione). Questa storia in particolare inizia con un'immagine a me molto cara, io sono sentimentalmente molto legata a Victor Trevor (a ogni versione positiva, nello specifico). Quanto si è visto nella serie su di lui mi ha spezzato il cuore e lo ha fatto a brandelli. Ma l'immagine di lui e di Sherlock che giocano ai pirati sulla spiaggia, anche questo mi è molto caro, l'ho amata tantissimo. Ho trovato questa storia molto sentita in generale, lo sguardo di Eurus distorto e sociopatico. Non capisce il legame che c'è tra Victor e Sherlock, non capisce i suoi fratelli e nemmeno le scelte per lei assurde di sua madre. In questo una bambina profondamente inquietante già a cinque anni. E che tu hai ritratto alla perfezione anche nella sua versione adulta, legandoti a The Final Problem. Io provo sentimenti contrastanti verso quell'episodio perché si vedono passaggi di notevole intensità emotiva, specie quelli in cui Mycroft è presente a Sherrinford, e altri buchi di trama o leggerezze spaventose... forzature abnormi che mi fanno solo innervosire. In generale la presenza stessa di Eurus è una forzatura, ma mi piace molto quando un autore qui su Efp, che scriviamo "solo" fanfiction ma non per questo devono essere lavori mediocri, si dedica a questo personaggio. Ti sei attenuta alla serie e hai fatto, io credo, anche un ottimo lavoro di IC. Per quanto drammatica insomma, è stata una lettura molto piacevole.

Ottima anche la scelta musicale, ma questo vale per tutte le song-fic di questa raccolta. Scelte mai banali e tutte estremamente particolari, complimenti.
Alla prossima.
Koa

Recensore Master

Ciao, anzitutto grazie di aver pensato a me per una storia più fluff. Per prima cosa devo dirti che il brano che hai scelto è stupendo, non lo conoscevo, ma me lo sono salvato perché è davvero bellissimo. Devo anche ammettere che io non amo particolarmente questo tipo di fluff, è un tantino stucchevole ecco e fatico più in generale ad immaginarmi Mycroft a fare una confessione simile a questa così accorata e poetica. Certo siamo nel post quarta stagione e questo un pochino fa quadrare le cose. Pare evidente anche dal discorso che Mycroft stesso fa che è passato, lui per primo ma di sicuro anche Sherlock, John e Gregory (di riflesso più che direttamente), attraverso un buco nero di sensi di colpa. Mycroft si sente un po' il responsabile per la sofferenza di tutti loro, e probabilmente si sente così a ragione nel senso che sfruttare una sorella (per quanto problematica, per quanto geniale) per i suoi scopi non è stata proprio una mossa brillante. Ma Mycroft è sinceramente pentito e soprattutto è passato attraverso un inferno grazie al quale ora è uscito, anche grazie a Lestrade tra l'altro. Il suo "Gregory" come è solito chiamarlo. Il contesto del matrimonio qui visto attraverso un ballo di nozze, è particolare per questa coppia ma molto romantico. E infatti la storia è impregnata di romanticismo. Come dicevo non è il tipo di fluff che prediligo, ma ho apprezzato che tu l'abbia scritta anche per merito mio.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
26/02/20, ore 14:53

Ciao, ora finalmente riesco a mettermi al computer e a lasciarti una recensione quantomeno decente, ho già visto che hai aggiornato la long, poi passo a leggere. Anzitutto lasciami dire che sono davvero contenta che tu abbia deciso d'inserire anche la Mystrade in questa raccolta di storie, oltre che spezzare dalla Johnlock ci permette ogni tanto d'entrare in dinamiche diverse. Io li ho sempre shippati come una qualsiasi crack, ma col finale della quarta stagione Sherlock getta un input per costruire qualcosa. Certo è piccolissimo, però c'è. E a me questa cosa all'epoca fece impazzire. La tua storia parte proprio da quel minuscolo indizio: "Take care on him", prenditi cura di lui. Stagli vicino, perché è fragile, è umano molto più di quanto non dia a vedere e certamente tutta questa faccenda l'ha distrutto. Quello che ci proponi per questa storia parte proprio da questo, da Sherlock che chiede un favore, che si rende conto che anche suo fratello avrà bisogno di aiuto. E domanda aiuto a Lestrade, scelta strana in effetti, non è la prima persona che ti verrebbe in mente quando pensi che Mycroft Holmes sia da aiutare. Anche per questo l'ho sempre considerato come un input per la Mystrade. Ad ogni modo, con la tua storia cominci da Greg, un Lestrade post divorzio che vive solo e che detesta vivere solo. Ha un lavoro che ama e una vita piena, anche grazie (o per colpa di...) Sherlock, ma gli manca qualcosa e lui lo sa perfettamente. Non gli piace affatto tornare a casa la sera e non trovare nessuno. Ce lo descrivi quasi come sconfitto, arreso a se stesso e alla propria condizione. Un po' arruffato e disordinato, in certi dettagli che aggiungi qua e là che mi hanno fatto ritrovare il Greg Lestrade che amo alla follia. Un Greg che in questo caso agisce in maniera concreta, forse stanco di non avere mai nessuno da cui tornare, magari anche per noia o per il desiderio di cambiare, ma inaspettatamente una sera decide di andare da Mycroft, seguendo il suggerimento di Sherlock. Il modo in cui hai descritto il loro rapporto prima di questa storia è molto credibile. Ce la mostri come una relazione professionale tra due uomini, accomunati da un unico denominatore ovvero Sherlock Holmes. Entrambi vogliono il suo bene e nel corso degli anni si sono ritrovati a collaborare proprio per tenerlo al sicuro, per non fare il modo che si autodistruggesse. Questo è tutto ciò che li accomuna, e l'imbarazzo di Lestrade in questo senso è naturale oltre che comprensibile. Equipara Mycroft quasi come a un capo e ora deve invece approcciarsi a lui in tutt'altra maniera. Una situazione nuova, che ci descrivi in modo molto verosimile. Mi è piaciuto insomma. Così come mi è piaciuto anche Mycroft, molto post quarta. Sarebbe impossibile collocare questo Mycroft prima di questo "Periodo storico" per il semplice fatto che sarebbe OOC. Ma in questo è invece perfettamente IC e credibile. Il contesto c'è e quello e ha portato a conseguenze quasi catastrofiche. Eurus non è un passato ormai dimenticato, anni di bugie e di segreti, anni a mentire su tutto e a tenere chiunque all'oscuro di una verità terribile e drammatica, hanno convinto Mycroft di non avere dei sentimenti. Di essere "Antartica" l'uomo di ghiaccio che mette sua sorella in una prigione segretissima e la usa per il bene del paese, e che fa incarcerare suo fratello, spedendolo a morte certa, senza battere ciglio. Questo non è il vero Mycroft. Il vero Mycroft è venuto fuori pian piano, i Moffits l'hanno scoperto poco a poco e con minuscoli indizi sparsi qua e là, specie nella terza stagione sino a che non esplode in tutta la sua meravigliosa e fragile umanità. Che tu riprendi alla perfezione, ancora aiutata dall'introspezione da una caratterizzazione forte. Ho apprezzato il lavoro che hai fatto, il modo in cui li hai fatti avvicinare. Siamo lontani dalla retorica, dal già detto, c'è solo in te il desiderio di raccontare e di farlo per bene e a mio avviso ci riesci ogni volta.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
20/02/20, ore 09:55

Ciao, vediamo se a questo giro riesco a non cancellare la recensione come ho fatto poco fa... Dunque, anzitutto mi scuso per il leggero ritardo con cui arrivo, ma non è sempre facile star dietro agli aggiornamenti con rapidità, specie se le storie vengono aggiornate molto alla svelta come in questo caso. Mi piacerebbe non far altro che leggere fanfiction, ma purtroppo non sempre questo è possibile.

Ad ogni modo... avevi annunciato che avresti scritto una storia dal punto di vista di John, dopo Sherlock, ed eccoci qui. Oltretutto ambientata in quello che è uno dei momenti più delicati e particolari dell'intera serie di Sherlock BBC. The Lying Detective, come forse avevo già detto nella recensione al capitolo passato, è di per sé un momento molto delicato. Un episodio in cui lo stato emotivo di Sherlock, la sua condizione fisica anche, e quello di John si scontrano in un miscuglio esplosivo di sentimenti, emozioni e dialoghi spesso anche ingiusti. Ho in mente un paio di dialoghi di John da prenderlo a cazzotti davvero... qua ad ogni modo ci parli di quando finalmente capisce. Corre da Sherlock per salvarlo, dopo avergli detto praticamente di tutto, ci mancava soltanto un "meritavi di morire tu al suo posto" e avremmo fatto en plein! Io ritengo che questo John sia tra i più difficili da descrivere, usarlo in una fanfiction richiede a mio avviso una certa sensibilità, oltre che il dare un'idea di lui molto forte (idea che naturalmente nasce dalla mente dell'autore stesso). E tu ci sei secondo me riuscita alla perfezione, anche grazie a un'ottima introspezione. Non posso dirti di conoscerti come autrice, ho letto soltanto le due storie che stai aggiornando adesso, ma quanto sto leggendo mi piace anche se per ragioni diverse. In questa storia c'è un reale desiderio di approfondire i personaggi anche da un punto di vista psicologico, usando la narrazione e l'introspezione. Utilizzando sempre frasi molto brevi, ma d'effetto che scavano dentro la testa del protagonista. Questo, John, è molto tormentato dai sensi di colpa. Lo si intuisce perfettamente e d'altra parte non potrebbe essere che così. Anzi, il fatto che sia così tormentato è un segnale positivo, significa che ha ancora una coscienza, che non se l'è mangiata il dolore per la morte di Mary. Sa di aver fatto del male a Sherlock, anche psicologico oltre che fisico, e qui finalmente arriva ad ammetterlo con stesso, almeno questo lo fa. Certo siamo ancora lontani dalla stabilità, oltre che da una confessione a cuore aperto. Quel: "Sherlock aveva ucciso sua moglie. Falso" dice già tutto questo, dovrebbe soltanto esser detto al diretto interessato. Magari anche seguito da delle scuse sentite. Ma per adesso siamo sulla strada giusta. Mi sono piaciuti molto anche questi ricordi del passato, dialoghi appartenuti a molto tempo prima che però spuntano tra un momento concitato e l'altro, come a vole ricordare a John chi è Sherlock Holmes e chi sono sempre stati loro due. Molto bello ed emozionante, complimenti.

So che non è strettamente una long, ma una raccolta di one shot. Ma noto comunque una certa continuità tra una storia e l'altra, spero che presto arriveremo a una parte un po' più slash, o almeno me lo auguro. Per ora c'è soltanto dolore e sofferenza.
Koa

Recensore Master
17/02/20, ore 15:03

Ciao nuovo, dopo aver recensito la storia su Lestrade mi fermo subito a lasciarti un piccolo commento anche a questa. Trovo anzitutto interessante come tuoi due prodotti sullo stesso fandom abbiano in realtà così tante differenze già solo d'impostazione. Quella da capitoli molto brevi, in cui ti soffermi a descrivere in maniera piuttosto scarna delle singole scene e queste ovvero delle song-fic basate su una canzone, che hanno in realtà toni molto più introspettivi.

La storia ripercorre quella che è una delle scene più significative di The Lying Detective. Un momento drammatico, tanto quanto di tensione in cui mi ero, guardando la puntata, ritrovata a immaginare che Sherlock potesse davvero non farcela. Il che è proprio ciò che lui per primo pensa in questi frangenti. Mentre viene, di fatto, ucciso e non può porre resistenza. Mentre si ritrova a domandarsi se deve o meno fidarsi di John, e del giudizio di Mary che lo invitava a spingersi oltre, a rischiare pur di salvare John Watson. Ebbene qua Sherlock ha un momento di cedimento, uno in cui smette di credere in John Watson, io credo che questo momento corrisponda a quello in cui John ha smesso di credere in se stesso e di pensare di poterlo salvare. Un momento di sconforto e di perdita di fiducia in cui Sherlock si lascia andare. Non c'è niente che possa fare per contrastare Culverton Smith, anche volendolo colpire con tutte le proprie forze non può fare più niente. Deve solo lasciarsi andare e sperare, ma all'ultimo perde anche questa. E quindi abbiamo questa immagine drammatica e orribile, di questo genio che ama a tal punto John che si lascia morire per lui. Lo fa diverse volte, ma questa è secondo me la più plateale. Permette a Culverton Smith di ucciderlo, di essere l'ennesima vittima sulla tacca, l'ennesima morte in un ospedale di cui nessuno sospetterà mai. Sherlock, in effetti, era già ridotto maluccio, Smith deve aver contato sempre su questo punto. Ma questa volta va in modo diverso. E John arriva. Bello Sherlock che si dà dell'idiota e che si colpevolizza per non aver creduto abbastanza in John. Io credo non avesse alcuna colpa, John non ha creduto neppure lui in se stesso perché doveva farlo Sherlock in un momento del genere?

Indubbiamente il momento che descrivi è molto delicato. Rispetto a quello che è sempre stato il loro rapporto, qua John e Sherlock subiscono forti scossoni che li portano a contrastarsi anche in maniera violenta. Già lo si è visto nell'obitorio e lo si vede ora in questa perdita di fiducia, nell'immagine di un uomo che ama con tutto se stesso, certo, ma che smette di crederci almeno per un attimo. Fortuna che poi le cose vanno diversamente.

In questo caso l'aderenza al canone è totale. Non stenterei a credere che Sherlock abbia potuto pensare cose del genere durante questi momenti. E sarò molto interessata a vedere cosa ne tirerai fuori da John, che in questo periodo è decisamente il più complesso da scrivere.
Intanto complimenti, di nuovo per questi scritti che tiri fuori.
Koa

Recensore Master
13/02/20, ore 16:00

Ciao, e benvenuta nel fandom! Mi permetto di dirtelo perché non ricordo di aver mai letto nulla di tuo e mi pare tu sia anche nuova nuova (a meno che non fossi qui già da prima con un altro nome, ogni tanto succede anche questo). Comunque, ho già adocchiato l'altra tua storia che dovrebbe parlare di Lestrade, ma per intanto ho recuperato prima questa. Sono contenta che tu sia qui e che abbia pubblicato questo pezzo, perché davvero intenso. Mi è piaciuto davvero molto.

Anzitutto lasciami dire che amo da morire il tema che hai scelto di trattare, l'episodio in questione dopo anni è ancora tra i meno battuti. Presumo, legittimamente, per la pesantezza del tema trattato e anche perché ha disturbato tante persone. Io però ho amato quella puntata, e trovare delle storie che ne parlino mi rende molto felice come lo sono stata leggendoti. Trovo sia scritta bene, hai un buono stile. Fondamentalmente pulito, senza errori. Scorrevole ed enfatico. Non conoscevo la canzone che ti ha ispirata, ma mi ha fatto piacere ascoltarla. Le song fic non sono nemmeno poi così diffuse, è ancora raro trovarne. Ogni tanto mi diverto comunque a leggerle e la tua l'ho trovata perfetta. Molto emozionale, carica di sentimenti e anche parecchio introspettiva. Mi è piaciuto tanto come sei entrata dentro alla mente di John scandagliando i suoi pensieri e scavando dentro al suo cuore, tirandone fuori le incongruenze e gli errori commessi. Questo John è senz'altro tra i più complessi da delineare. Si trova in un momento delicato della sua vita, pur simile rispetto al post Reichenbach è in realtà profondamente diverso e a esserlo c'è il fatto che qua Sherlock è vivo e John se la prende con lui. In realtà la storia stana tutte le sue paure, gli errori e gli orrori commessi e lo fai uno dopo l'altro, con metodica precisione. C'è tutto, dal pestaggio, ai ricordi che vanno e vengono. Sino a Mary e a Sherlock, alla consapevolezza che per aiutarlo, per difenderlo e proteggerlo Sherlock si distruggerebbe. E John lo ha capito, finalmente. Anche se forse non sa dove tutto questo può portare, ma per quello è ancora presto. Ora è a un passo fondamentale ovvero rendersi conto di ciò che ha fatto, e piangere. Magari anche chiedere perdono o più banalmente ammettere che Sherlock non ha colpa di nulla, e se c'è uno a cui vorrebbe dare la colpa John è soltanto a se stesso. Ma di quello ne ha ancora il terrore, perché è più facile prendersela con Sherlock che con se stessi. E qui arriva a capire tante cose, a vedere chi è in realtà Sherlock Holmes. Quando in là si sia spinto ce lo mostri con una chiara quanto brutale immagine iniziale, questo Sherlock ferito e dilaniato dalla droga è difficile da dimenticare. Tu ce lo offri in una visione anche vagamente decadente, con lui sulla poltrona a fissare il vuoto. Ma comunque attivo e partecipe, attento alle esigenze di John, come al solito.

Insomma, una prima storia affatto banale e molto profonda. Mi è piaciuta parecchio, quindi complimenti.
Koa