Recensioni per
Racconti di eccezionale ordinarietà
di Estel_naMar

Questa storia ha ottenuto 73 recensioni.
Positive : 73
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 3 4 5 [Prossimo]
Recensore Master
26/11/20, ore 23:11
Cap. 2:

Max e Annie– 39,2

Stile: 9.5/10
Una cosa che mi è molto piaciuta della tua storia è che lo stile è adatto a chi parla. Il lessico usato da Max è quello di una persona, se non forbita, che ha studiato nella vita. Parole come “bias” o “associazione euristica”; “vegli” e tante altre non sono termini usati in un modo colloquiale e di qui si va direttamente ad un'altra cosa che mi ha fatto davvero piacere trovare ovvero l'alternanza di un lessico più ricercato a uno normale.
Ognuno di noi infatti ha un repertorio linguistico che alterna inconsciamente nel parlato (e la tua storia ricalca infatti questo mezzo espressivo), non siamo sempre Leopardi o Fedez ma alterniamo. Ecco, il tuo Max racconta tutto come farebbe a una chiacchiera al bar, dove gli avventori siamo noi lettori.
Per quanto riguarda lo stile ho trovato che il ritmo così veloce, unito alle frasi molto corte si adattino alla lettura e rendano il racconto molto leggero e scattante; ci sono espressioni, onomatopee ma anche rumori, suoni, come se chi parla fosse talmente ancora eccitato da non poter essere lineare.
Ora ti chiederai perché non ho dato un punteggio pieno... per la troppa confusione, non del contenuto ma nella forma. Ci sono parti in cui usi i caporali per segnalare il dialogo e altre in cui usi le virgolette alte, a volte usi la virgola troppo pesantemente al posto di un : o di un ;.
Capisco che volevi fosse tutto uniforme, ma a volte la cosa ha reso meno scorrevole la lettura.

Trama: 10/10
La trama, introdotta dallo sfondamento della quarta parete da parte di Max racconta di una relazione che non è finita perché non è mai realmente cominciata. Seguiamo tutto il percorso che li ha fatti conoscere e perdere di vista, Max ce ne parla come se ci fossimo messi d'accordo per sentire la sua storia, come se sentisse il bisogno di raccontarla. Molto particolare come cosa.
Tutto si svolge in poco tempo, il primo approccio è telematico e solo successivamente ha portato ad un incontro fisico. Come già detto il ritmo veloce aiuta molto la scorrevolezza del testo e le inserzioni di pensiero di Max rendono coinvolto il lettore. Il racconto ha una linea temporale conclusa, da un primo contatto rubato a un addio che però ha lasciato tante cose positive all'interno di Max. Il passaggio finale, che si conclude con l'addio non cercato ma pensato è davvero poetico, perché sono due persone affini, che in altri contesti sarebbero andati molto bene insieme.

Personaggi: 5/5
I personaggi sono due, Max e Annie. Il primo è un ragazzo normale, che si definisce nerd, è esuberante ha una prorompente voglia di conoscere cose, di vita: ti mette il buon umore ad ogni parola che dice. È lui a condurre il gioco, sia mentre ci narra del suo episodio, sia nell'incontro con Annie.
Non conosciamo poi molto di lui, del suo passato, di chi lo conosca ma hai creato un personaggio comunque pieno, senza buchi: in fondo è lui che ha deciso di renderci partecipi di questa cosa, non gli interessa dare altri particolari.

Annie invece chi è? Da questo primo pezzo del puzzle si evince che è ha dei segreti, qualcosa che non le permette di aprirsi totalmente a lui, pian piano cede e si intravede una ragazza tosta, che sa quello che vuole, che chiede subito da che parte della vita guardi il suo Max. È una ragazza che sembra sapere cosa ama e cosa no, ma non permette mai di entrare veramente in contatto con lei.
Di lei conosciamo più che altro gli interessi, ma essendo Max a raccontare, che c'è di strano?


Punto di vista 5/5
Max è colui che racconta e lo fa in modo molto particolare: Noi, i lettori siamo i suoi amici al bar, i suoi conoscenti dal medico: qualcuno che lo ascolta, insomma. Come prima battuta ti dico che sì, che si sente il personaggio, che il suo punto di vista è forte e differenziato: parla e pensa a modo suo. Ha il suo stile, si differenzia.
Per quanto riguarda l'introduzione del personaggio coprotagonista, credo che l'impostazione da “amico al bar” abbia reso tutto molto energico e frizzante. Ti dirò, non so se hai viso i film “Trainspotting” ma ho sentito la stessa vulcanica energia, la stessa pazzia (stavolta sana)



Gradimento personale 4.7/10
Che dire? Mi ha scombussolata, conosciamo due personaggi così chiusi e aperti insieme, che li vedi perfetti per stare insieme e invece si perdono di vista come succede mille volte al giorno nelle nostre vite. Rimane forte sospeso il “Se... “. Forse la troppa confusione nella forma ha danneggiato un po' il gradimento finale.

Recensore Master
20/11/20, ore 21:29
Cap. 3:

Ciao, cara! 
Eccomi qui per lo scambio di settimana scorsa, scusami davvero per il ritardo ma ero convinta di essere già passata da te, quindi, se dovesse mai ricapitare ricordami tranquillamente di doverti ancora leggere. 
Detto ciò ho dato un'occhiata al tuo profilo e ho notato che i tuoi ultimi lavori sono drabbles e flashfics, m'incuriosivano ma alla fine ho preferito passare in questo capitolo perché volevo concludere una raccolta che avevo iniziato tempo fa e che avevo apprezzato molto. 
Con questo capitolo affronti delle tematiche davvero delicate, comuni purtroppo alla maggior parte delle ragazze (in particolare) che nel periodo più delicato della vita si devono affacciare con dei canoni estetici stabiliti, chi non rientra in questi canoni poi viene assorbito in un vortice di situazioni poco piacevoli e ciò ovviamente va ad attaccare la propria autostima. 
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai strutturato questo capitolo, hai usato uno stile diretto, molto personale e che mi è arrivato in maniera forte andando a scavare con forza le mie emozioni. Quando si affrontano delle tematiche così delicate si deve avere anche rispetto di questi argomenti, e tu sicuramente li hai avuti, hai presentato un personaggio con cui è facile immedesimarsi e ci hai mostrato il suo percorso, così triste quanto realistico. 
Parti dalle medie, Yashal scopre come funziona l'adolescenza così, con una prima cotta frenata per il suo aspetto fisico, per le cattiverie che possono avere i tuoi coetanei e inoltre anche la pressione della famiglia mostra un altro aspetto molto realistico di questa situazione. 
Mi è piaciuta l'attenzione che hai dato hai sentimenti di Yashal, a come lei si sente sempre più fragile per via di come la fanno sentire soprattutto gli altri, è proprio lì che nasce il disagio che prova tanto che ad un certo punto prova persino a vomitare, arriva ad invidiare persino chi ha il problema opposto, è terribile. 
L'ultima parte fa capire quale vuole essere il tuo messaggio, ed è forte, giusto, terribilmente necessario di fronte a una società abbastanza ipocrita che non fa molto per migliorare la situazione, ci vuole una maggiore consapevolezza di noi stessi e un'accettazione che deve portare ad amarsi di più anche quando il resto non approva ed è marcio fino al midollo. Credo che si sia capito quanto mi è piaciuto questo capitolo, la tua scrittura mi ha catturata dalla prima volta che ho letto qualcosa di tuo. Complimenti. 

Shakana
(Recensione modificata il 20/11/2020 - 09:30 pm)

Recensore Master
21/10/20, ore 20:10
Cap. 1:

Ciao, eccomi arrivata finalmente.
Ho proposto lo scambio perché il titolo di questa raccolta mi ha incuriosito.
La prima cosa che mi ha colpito è stato il rapporto tra Andrea e Alessio, perché è una bella amicizia tra un uomo e una donna e il rapporto è descritto bene. Mi piace la schiettezza di Alessio, che è abbastanza tipica degli uomini e che spesso è il valore aggiunto che dà l'amicizia con un uomo.
La problematica sentimentale di Andrea è abbastanza tipica di quando hai una relazione importante a cui la vita sta remando contro.
La sofferenza per il fatto che non si riesca a vivere pienamente un rapporto importante a volte può portarci a pensare che piuttosto che continuare a star male sia meglio chiudere.
Il fatto che Andrea sia in qualche modo scappata da Torino e questo reciproco allontanarsi lentamente ne sono la conferma.
Dopo il dialogo c'è la descrizione di una classica serata tra amici in un posto di mare. Ho trovato bella e anche un po' malinconica questa ambientazione e mi piace come sei riuscita a esprimere quella sensazione di "distanza" che si prova quando si è distratti da un problema che ci fa soffrire. Andrea è lì con gli amici fisicamente, ma nello stesso tempo è lontana perché la sua mente è da un'altra parte.
Infine la sorpresa inaspettata arriva Gabriele, e con lui i sentimenti profondi, l'importanza del loro rapporto si ripropongono con forza.
Ma sarà abbastanza per rimanere insieme?
Forse no. Non lo sappiamo, il finale è aperto e ogni lettore è libero di pensarli soli nonostante tutto o insieme nonostante tutto.
Complimenti perché con questa storia hai raccontato almeno un pezzetto di una storia d'amore di ognuno di noi.
A presto.
AlbAM

Recensore Veterano
06/10/20, ore 18:37
Cap. 4:

Ciao cara! Dopo tanto tempo rieccomi a leggere questa tua raccolta.
E' stato un viaggio interiore nella vita, nelle sensazioni e nei pensieri della protagonista, veramente coinvolgente.
Abigail fa un lavoro bellissimo, la scrittrice, e ci mette tutta la passione e l'impegno possibili, ma si dimentica di una cosa molto importante: lì, chiusa nel suo studio intenta a ed essere pronta per la prossima consegna, si dimentica di vivere. Ed è qui che entra in gioco la sua amica Jo, che è tutto il contrario. Vive alla giornata.
Da ciò che racconti, le due si conoscono da sempre, si sono sempre supportate a vicenda e, nonostante abbiano preso due strade diverse, sono ancora legate come non mai, quasi come due sorelle. Un'amicizia così è davvero invidiabile, rarissima. Purtroppo non mi è mai capitato di viverla, e sono sicura che molti la vorrebbero.
Per quanto riguarda il passato della protagonista, una frase mi ha colpita in particolar modo: "La verità, infatti, era che io ero completamente e inesorabilmente smarrita." Ho veramente percepito la profondità di questo pensiero, forse perché è un periodo in cui mi sento profondamente smarrita, il mondo è un po' stato stravolto e mi sembra di non riuscire a progredire, a trovare la mia strada e rendermi utile a questa società, perciò mi è stato molto facile immedesimarmi in lei.
Oltre a ciò mi è piaciuto molto come parli di Berlino. Dalle tue parole traspare tutto il tuo amore per questa città e, anche se non ci sono mai stata, grazie a questo racconto è un po' come se avessi potuto anch'io respirare l'atmosfera di quei luoghi.
La morale che ci mostri, in questo capitolo, è quella di non dimenticarsi di vivere, che l'impegno è importante, ma a che serve una vita non vissuta? A volte abbiamo bisogno anche di lasciarci andare. Credo che sia un messaggio veramente profondo e importante.
Insomma, anche questa volta è stata una piacevolissima lettura!
Alla prossima~

Misa

Recensore Master
08/09/20, ore 19:43
Cap. 3:

Quarta classificata (parimerito)

Bene.Bong/Estel_naMar
Yashal
 
 
Tot: 48/50
 
 
Stile: 14/15
 
Fin dalle prime righe della storia, mi è ritornato in mente il momento in cui, iscrivendoti al contest, avevi detto che essa era scritta in maniera particolare: effettivamente, ammetto che lo stile in cui è scritta, quasi come fosse un monologo, è parecchio particolare. Ma vorrei commentarlo dopo aver fatto il mio solito elenco delle cose che non mi hanno convinta, così magari concludo con una nota più positiva.
La prima cosa che devo dire mi ha lasciata perplessa è questa frase: «vi è mai capitato (…) di desiderare di uscire dai propri schemi?». Teoricamente il narratore starebbe parlando a un ipotetico “voi”, quindi la frase corretta avrebbe voluto “vostri” al posto di “propri”.
Ti segnalo anche che, in quella zona della storia, è presente un piccolo refuso: «il numero più alto che conoscente», quando ovviamente intendevi “conoscete”. Te lo scrivo per correttezza, ma sappi che ho deciso di non togliere punti per gli errori di distrazione, in quanto, a meno che non siano troppi rispetto alla lunghezza della storia, a mio parere non incidono sulla valutazione dello stile.
Escluse queste due minuzie non ho riscontrato la presenza di ulteriori refusi o errori di tipo sintattico e grammaticale, la storia è estremamente curata e si vede che l’hai riletta e rifinita con molta attenzione.
Ma, adesso, vorrei un attimo fare un passo indietro e tornare a parlare dello stile con cui è stata scritta la storia: è vero, è particolare, ma devo dire che, nel complesso, l’ho gradito molto, mi ha permesso di entrare nel vivo della narrazione con facilità e la narrazione è rimasta scorrevole. Se proprio volessi cercare il pelo nell’uovo (e visto che sono tante storie, se voglio cercare di strutturare una classifica devo farlo), in alcune parti ho trovato un po’ eccessive le ripetizioni che usi. Capisco che siano volute per enfatizzare alcuni concetti ma, soprattutto nella prima parte della storia, mi sono sembrate un po’ eccessive.
Per il resto, per quanto mi riguarda la storia è perfetta, scritta molto bene e l’ho letta con immensa soddisfazione.
 
Originalità: 10/10
 
Qui potrei semplicemente non commentare, dato che per quanto mi riguarda è assolutamente indubbio e innegabile che la tua storia sia originale: sarebbe stato molto semplice, visto le tematiche trattate, cadere nel cliché e suonare come un “già sentito”, ma non mi è sembrato questo il caso. Probabilmente, la cosa che mi ha permesso di distinguere la tua storia nel torrente infinito di storie sui disturbi alimentari, è stata come è scritta, ma di questo ho già sufficientemente parlato, ma anche nel fatto che l’intera vicenda sia come “sfumata”.
Leggendo le tue note iniziali, temevo di trovarmi davanti una narrazione che avrebbe indugiato sugli aspetti catastrofici della bulimia, forse persino in una maniera che giudico un po’ troppo morbosa, e invece mi hai sorpreso in positivo. L’intera storia è narrata con una delicatezza unica, che fa intuire i fatti al lettore, senza però entrare nel merito di descrizioni eccessivamente dettagliate che, in questo stile che hai usato, probabilmente non mi sarebbero state gradite.
 
Gradimento personale: 9/10
 
La storia mi è piaciuta e anche molto: ho apprezzato sia il modo in cui l’hai scritta sia il contenuto che hai portato, che è stato sviluppato in una maniera che ritengo essere estremamente convincente. Un appunto che mi permetto di farti, anche perché altrimenti questo giudizio si trasformerebbe in un tre righe e mezzo di roba che mi è piaciuta, è che secondo me questo tipo di narrazione ha un po’ sacrificato una parte importante della storia: è ben chiaro il background che ha segnato la protagonista ma, quello che ritengo essere un po’ meno chiaro, è quello che un po’ dovrebbe essere il decorso della malattia. Mi spiego meglio: secondo me, il passaggio chiave da individuare in una storia di bulimia riguarda il rapporto tra il protagonista (la protagonista) e il cibo. Tu ti sei focalizzata maggiormente su quel che gli altri le hanno fatto percepire, ma hai un po’ lesinato su che rapporto Yashal avesse con il dover mangiare. Cioè, è chiaro che le piacesse (ma a chi non piace mangiare?), ma è un rapporto sano contaminato dagli altri quando, invece, alcuni elementi mi fanno sospettare che non fosse così: dici che perdeva e riprendeva peso, ma come è possibile? Era soggetta a binge eating?
In un certo senso, secondo me, questo modo così evocativo di presentare la storia ha un po’ sacrificato la chiarezza che una storia tale dovrebbe avere, anche a costo di sembrare ripetitiva.
Nel complesso, comunque la storia mi è piaciuta molto, anche se ammetto di averla trovata più malinconica e introspettiva, che Angst (genere che è comunque presente), soprattutto visto il recupero finale con l’happy ending che, sebbene sia un messaggio giustissimo e pieno di speranza, mi è sembrato un po’ affrettato, quasi scollegato dal paragrafo che lo precedeva. Ma, come ho ripetuto più volte nel corso di questa valutazione, rimane che la tua storia mi è piaciuta molto e sicuramente la ricorderò con piacere.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
 
Anche qui, purtroppo ho molto poco da dire: la tua storia presenta un solo personaggio principale, quindi quanto dirò è ovviamente riferito solo ed esclusivamente a Yashal. Penso che, in questo parametro, il modo in cui hai narrato la storia si sia rivelato vincente, perché ti ha permesso di poter scavare a fondo nella psiche di questo personaggio, sviscerandolo in ogni sua parte.
Come dicevo prima, avrei adorato una parte dedicata al suo rapporto con il cibo, ma comunque avendoti già sottratto un punto nel gradimento personale per questo ho ritenuto superfluo fare lo stesso in questo parametro.
Mi è molto piaciuto vedere Yashal come un personaggio “in relazione a”, cioè sempre in relazione alle azioni di altri personaggi/eventi, ti ha permesso di costruirla in maniera inusuale e, secondo me, molto interessante.
Mi ha intrigata molto anche l’assenza/presenza dei genitori, che sono personaggi di contorno in una vicenda dove, invece, si sarebbe richiesta la loro presenza, per il bene della protagonista, fatto che purtroppo accade fin troppo spesso in questi casi.
Un ottimo lavoro, ti rinnovo ancora una volta i miei complimenti.
 
Utilizzo del genere Angst: 5/5
 
Il genere è presente e correttamente utilizzato all’interno della storia.

Recensore Junior
28/06/20, ore 11:20
Cap. 4:

Buongiorno cara,
inizio a leggere questa storia e, cosa mai successa prima, mi viene istintivo controllare le recensioni e noto che ve ne è una partecipante ad un contest. "Solo" sesta, con un punteggio che rasenta la perfezione. Non oso immaginare il primo classificato XD
Comincio dal fatto che adoro che tu abbia inserito una dedica ad inizio storia. Anna, non so quale sia la tua storia, ma sono piuttosto sicura che la scoprirò leggendo questo capitolo.

Il quadro è subito chiaro sin dai primi paragrafi. Ma ormai non mi aspetto diversamente da te (e sì, ovviamente è un complimento!). La protagonista, come sempre, potrebbe essere me, te, chiunque legge questa storia. In particolar modo in questo caso, perchè parliamo di una scrittrice a tutti gli effetti. Non solo. Mi ritrovo in lei anche sul discorso dover pesare economicamente sulla famiglia e raggiungere, finalmente, quel punto (si spera di non ritorno) in cui si ottiene la propria indipendenza. Trent'anni, ormai direi che è la media.

Mi piace come sempre la caratterizzazione dei personaggi. La protagonista è molto determinata e dedita al suo lavoro e al raggiungimento dei suoi obiettivi lavorativi e personali. Ad affiancarla vi è una figura che quasi le si contrappone, Jo. Una ragazza che ha intrapreso uno stile di vita ed un impiego ben diverso dalla nostra protagonista. Perciò normale che tra le due vi siano delle "discordanze". Però allo stesso tempo, seppur possa apparire difficile esprimersi davanti ad un'indole così differente dalla propria, mi pare che Ab non si faccia problemi a difendersi e prendere posizione.
Tra le due vi è un'amicizia ben radicata e lo sottolinei anche tu facendo presente che le due si conosco dalle elementari, addirittura. Ho anche io un'amica simile, perciò posso capire cosa si prova ad essere tanto legate ad un'altra persona.

Apro una parentesi per dirti anche che ADORO il fatto che ogni racconto, ovviamente slegato al precedente, è vissuto in una città ben diversa dall'altra. Non ti soffermi solo su città italiane, ma ti piace spaziare ovunque e mi piace questo dettaglio, perchè mi dimostra che sei accurata e "ricercata" nello scrivere.

Tornando alle nostre due ragazze, Ab e Jo sono due opposti che vivono quasi in simbosi. No beh, forse così esagero, però tra le due vi è davvero un certo magnetismo. Non per niente è Jo a spronare Ab a scrivere. E, detto tra noi, ha fatto gran bene :D
In ogni caso Jo è un personaggio di sostegno che per Ab risulta più che fondamentale. Ab stessa lo ammette, lei è una procastinatrice, perciò alle volte ha bisogno di qualle spinta in più per decidersi a fare una cosa (vedi la scrittura). E trovo questo legame un qualcosa di davvero speciale!
"Ogni volta mi sorprendevo e meravigliavo per il fiume di pensieri e parole che, incontrollabili, prendevano colore e movimento nella mia mente e premevano impazienti sui polpastrelli delle mie dita trepidando all’idea di concretizzarsi" questa frase la sento molto mia. Certo, non sono scrittrice di professione, sia chiaro, e sicuramente mai lo sarò. Ma mi ritrovo molto nel pensiero di Ab perchè quando scrivo mi sento uguale. Se sono in giornata buona scrivo senza neanche accorgermene e spesso quando rileggo mi ritrovo anche a dire "ma seriamente questo l'ho scritto io?!".
In ogni caso Jo convince Ab a prendersi una pausa, meritata direi anche. Peccato che la settimana di relax -almeno in un primo momento- non appaia così tanto di relax.

L'incontro tra Jo e Ab l'ho apprezzato davvero moltissimo perchè ci presenti due giovani amiche alle prese con una chiacchierata molto spontanea che delinea immediatamente il loro legame. Seppur le differenze tra le due possano apparire nette, vi è comunque un'unione davvero sincera. Mi piace!
TeePee Land... beh, che dire! Anzitutto -per curiosità personale, te lo devo chiedere- esiste davvero? Mi pare molto il quartiere di Christiania a Copenaghen :D Adoro! Se non lo conosci, ti lascio qualche info in più in privato, sia mai possa diventare ispirazione per lo scenario di un tuo futuro capitolo!.

Tutto questo parlare di Berlino e quel Detlev (si, lo so che sarebbe Detlef originario) mi fa così tanto pensare a "Christiane F". Romanzo che tra l'altro ADORO.

Mi è piaciuto tantissimo il passaggio sul ponte con la scritta "fermati e apprezza la vita per un minuto e sorridi". Io sarei la prima a fargli una bella foto e a soffermarmi in quel punto anche per più di 5 minuti di fila. Mi sentirei esattamente come Ab, scossa da una richiesta simile e in piena armonia con la natura circostante.

Il finale mi ricorda ancora più il quartiere danese di cui ti parlavo. Perchè anche io ho vissuto un po' quella sensazione quasi mistica là. Va bene, la maggior parte dei musicista là era strafatto XD Però ti assicuro che non ho mai sentito miglior Jazz e Blues di quello in vita mia!
Ecco la tua firma, sul finale, come sempre. Il richiamo al titolo e quel voler dar risalto al titolo stesso.


Ps. tu devi sapere che io ho un amore segreto per la germania e per tutto ciò che ha a che fare con la Germania. Perciò ho adorato tutte le descrizioni che hai fatto di Berlino, compreso la connessione della rete urbana e... GRAZIE per aver usato correttamente la ß e non aver semplicemente scritto Strasse!


Ps2. (che non sta per playstation2 XD) per la prima volta in vita mia mi ritrovo anche a commentare le note finali. Anzitutto ero quasi convinta che tu avessi vissuto ogni singola circostanza descritta ed invece scopro che in parte è così ed in parte no. Straordinario lavoro di ricerca, accurata come sempre nelle descrizioni e caratterizzazione dei personaggi assolutamente perfetta!
(Recensione modificata il 28/06/2020 - 11:21 am)

Recensore Master
27/06/20, ore 14:07
Cap. 4:

Sesta classificata al contest "Generi a catena"

Grammatica e stile:
9,1/10 (4,1 grammatica + 5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo.

Hai la tendenza a inserire altro segno d’interpunzione dopo il punto esclamativo o interrogativo: di per sé, non si tratta di un errore, ma è sconsigliato farlo, in quanto si tratta di una ridondanza ed è poco elegante a vedersi. È sufficiente, infatti, utilizzare solamente il punto esclamativo o interrogativo e poi continuare la frase normalmente, con lettera minuscola o maiuscola a seconda che la frase continui oppure no.

”doveva solo servire a darmi una linea generale per quanto concerne i tempi” ---> Errore nella consecutio temporum. La frase avrebbe dovuto essere: ”doveva solo servire a darmi una linea generale per quanto concerneva i tempi”. (-0,2)

”Beh, alle volte le cose basta chiederle con gentilezza e educazione.” ---> ”ed educazione”: la d eufonica in questo caso è obbligatoria, in quanto le vocali sono uguali. (-0,1)

”in cui veniva condannato e non ammesso all’interno del villaggio sessismo, razzismo, aggressività e omofobia” ---> ”venivano condannati e non ammessi”: i verbi vanno al plurale, in quanto riferiti a più soggetti. (-0,2)

”quel bisogno di tornare in mezzo alla gente che tanto leggevo tanto nelle tue espressioni” ---> ”quel bisogno di tornare in mezzo alla gente che tanto leggevo nelle tue espressioni”, refuso.

”dove erano state attaccate una serie di amache” ---> ”dove era stata attaccata una serie di amache”: il verbo va al singolare, in quanto il soggetto a cui è riferito è singolare (una serie). (-0,2)

”Quando hanno tirato sul il muro” ---> ”su il muro”, refuso.

”mentre la maggior parte dei suoi amici erano a Berlino Est” ---> ”mentre la maggior parte dei suoi amici era a Berlino Est”: il verbo va al singolare, in quanto il soggetto a cui è riferito è singolare (la maggior parte). (-0,2)

”quando Cassandra urlò ad Adrien e Abbie” ---> ”Adrien e Jo”, refuso.

Il tuo stile è pulito, scorrevole e immediato, scevro da frasi eccessivamente elaborate e ricche di subordinate, ma piuttosto caratterizzato da frasi brevi e concise, che arrivano subito al punto e che veicolano il concetto e il messaggio in maniera diretta e concisa, senza che ci si perda in dettagli inutili o che si distolga l’attenzione dal punto focale. Il lessico è ricercato e l’accostamento dei termini è sempre efficace e consono al tipo di storia presentata, indice della tua padronanza della lingua. La punteggiatura è variegata e utilizzata sempre in maniera pertinente, ed è volta a dare alla storia ritmi diversi, che contribuiscono a non rendere la storia piatta, ma dinamica e mai noiosa. Il segno d’interpunzione prevalente è comunque il punto fermo, pertanto, per lo più, la narrazione risulta lenta e distesa e si accorda perfettamente al carattere introspettivo del racconto, creando inoltre un’atmosfera distesa e sospesa, come se si stesse guardando tutto attraverso un velo, da un’altra dimensione, e questo sentore di sogno dona alla storia un carattere personalissimo, rendendola riconoscibile e intrigante.
Le descrizioni sono ricche di particolari, ma mai pesanti o fuori luogo: sono sempre funzionali alla narrazione e vanno a specificare e supportare i pensieri e la crescita della protagonista; sono volte a mostrare il mondo come è visto attraverso gli occhi meravigliati di Abbie e darci un’idea di che cosa stia vedendo e quali sensazioni questo generi in lei. Sei riuscita a creare un ottimo equilibrio tra introspezione e descrizioni. La parte dialogata prevale su quella narrativa, ma ciò non risulta fastidioso o fuori luogo, proprio per via del carattere prevalentemente introspettivo della vicenda.

IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

I personaggi principali di questa vicenda sono Abbie e Jo, due ragazze che da subito si mostrano profondamente diverse da un punto di vista caratteriale e, per alcuni versi, opposte. Nonostante infatti siano partite dalla stessa base sognatrice e amante della vita, l’esistenza le ha portate a percorrere strade profondamente diverse, che come conseguenza le ha fatte crescere quasi agli antipodi.
Jo, dunque, è rimasta la ragazza spensierata e sognatrice di un tempo, quella che prende la vita come viene, ne sa cogliere la bellezza, quella scintilla che anima il cuore di ognuno, e che vive alla giornata, senza preoccuparsi troppo del domani; lei è uno spirito libero, una persona che non deve chiedere a nessuno, ma che semplicemente vive in armonia con ciò che la circonda, rispettandolo e apprezzandolo. È un’artista che ha deciso di non rinunciare alla sua passione, che esercita senza vincoli e senza catene, dove e quando vuole. Questa sua scelta non le permette di certo una vita agiata o facile, ma non per questo lei non la ama, anzi: ne è profondamente attratta, grata e appagata. Jo è soddisfatta dell’esistenza che ha costruito, poiché è rimasta fedele a se stessa e a ciò che ha sempre amato e voluto essere. Jo è rimasta ciò che era da ragazza e, in un certo senso, ha fatto crescere questi essere e sentire, li ha fatti maturare e ha lasciato che diventassero il centro del suo modo di vedere la vita, il mondo e ciò che la circonda. In tal senso, ha trovato un luogo a lei assolutamente congeniale, dove persone affini si riuniscono e si ritrovano, vivono liberamente e in armonia, in una sorta di oasi felice in quello che è un mondo sempre di corsa e sempre arrabbiato. Hai reso bene la spensieratezza di questa ragazza, che sembra a primo acchito quasi ingenua e sognante, ma che in realtà ha ben presente quale sia la realtà e quali siano le brutture che essa può nascondere: semplicemente, ha deciso di abbracciare la vita per com’è, senza compromessi o strade secondarie.
Anche Abbie è un’artista, ma a differenza di Jo ha lasciato che la scintilla che brillava in lei da ragazzina si affievolisse e venisse sopraffatta da altro, da quegli aspetti negativi, seppur inevitabili, dell’esistenza. Ha senza ombra di dubbio una vita più agiata rispetto alla sua migliore amica, eppure è una vita che non la fa sorridere e non la fa sentire bene; è una vita che le pone dei pesi sul petto, dei macigni, che le provoca ansia e che sembra lasciarla senza respiro. Abbie è una ragazza che non vuole avere tempo, che non vuole prendere pause, perché crede di non poterselo permettere. Lei si è lasciata sopraffare dalla routine, dal dover programmare ogni singolo istante della sua vita a lungo termine, e ha dimenticato la bellezza delle piccole cose, di cogliere l’attimo e di vivere senza schemi o imposizioni. Ha scelto una vita in cui ha seguito anche lei la sua passione, come Jo, ma al contrario dell’amica l’ha strumentalizzata, l’ha in qualche modo contaminata. Ed ecco che, dunque, il suo viaggio a TeePee Land è un viaggio di riscoperta di se stessa e di tutto ciò che ha lasciato indietro nel corso degli anni; riconosce che non sarebbe mai in grado di fare quella vita, come la sua amica, ma sa che da quel luogo ha tanto da imparare e, soprattutto, apprende l’equilibrio con se stessa e con il mondo, riscopre la felicità di godersi la vita così com’è e comprende che libertà e doveri non si escludono necessariamente a vicenda. Alimenta quella fiamma che ardeva in lei quando era solo una ragazzina, la riaccende e si ritrova.
Anche il legame tra le due amiche è descritto meravigliosamente e fa da sfondo alla storia, emergendo e delineandosi sempre di più a ogni riga, divenendo la cornice perfetta di questo viaggio alla scoperta di sé.

Trama e originalità: 8/10

La trama è semplice, pulita e lineare; è più che altro un viaggio interiore, un flusso di pensieri e sensazioni della protagonista che ricorda quale episodio della sua vita abbia cambiato il suo modo di vedere le cose o, meglio, lo abbia riportato alla luce. Non ci troviamo, dunque, di fronte a una trama nel senso vero e proprio del termine, quanto piuttosto dinanzi ai ragionamenti di una ragazza, alla sua mente e alla sua interiorità, che esploriamo in ogni angolo più recondito insieme a lei. Gli eventi, dunque, diventano mero contorno di quello che è un viaggio più grande e metaforico, ovvero un viaggio alla riscoperta di sé e delle meraviglie che il mondo ha da offrire. Un viaggio nel diverso, nell’altro da sé, che pure ha tanto da insegnare e donare. Un viaggio altrove, che pure diventa rinascita, ricordo e comprensione. A ogni evento è dato il giusto spazio e il giusto sviluppo, dalla descrizione del rapporto tra Jo e Abbie, all’amore di quest’ultima per Berlino, alla descrizione di TeePee Land, vividissima e pittoresca, descritta con un trasporto che è quello della protagonista e che inevitabilmente attira e coinvolge anche il lettore stesso. Quella che ci viene mostrata è l’evoluzione di una ragazza che si era rassegnata alla soffocante vita che stava conducendo, poiché si era dimenticata dell’essenziale. Un viaggio di scoperta e di riscoperta, attraverso i volti e la musica e l’arte di persone che dell’attimo hanno fatto la loro sopravvivenza. Hai descritto con grande sapienza un mondo che sembra così distante e surreale, e che pure è una realtà vera, vivida e assodata.
Quanto a originalità, la tua storia non è molto innovativa, in quanto di viaggi alla scoperta e riscoperta di sé se ne legge molto spesso e si tratta di un tema piuttosto utilizzata in letteratura, soprattutto in scritti introspettivi; è apprezzabile, tuttavia, il contesto in cui hai deciso di ambientare la storia: la nostra protagonista non si reca in luoghi verdi e incontaminati, lontano dal mondo e dallo stress, ma, anzi, si reca in un luogo pieno di persone, di rumori e di vita ed è proprio in questo luogo che ha modo di riflettere su se stessa e sulla propria vita. questo ha reso il tuo scritto interessante e accattivante: non si tratta del solito viaggio in solitaria, alla scoperta della natura incontaminata, ma una convivenza con una realtà profondamente diversa dalla propria, ma che non può non incantare e insegnare qualcosa. Per questo motivo, il punteggio nella voce è comunque alto.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti è stato assegnato è quello introspettivo e tu lo hai sviluppato in maniera davvero ottimale. Quello che ci presenti è un testo che indaga l’interiorità della protagonista, facendo entrare il lettore nella sua mente e nelle sue sensazioni così sapientemente sviscerate e analizzate. Viaggiamo insieme ad Abbie nel suo mondo interiore e l’accompagniamo nel suo cammino di riscoperta di sé e della vita, ci stupiamo con lei per la meraviglia di trovarsi dinanzi a una realtà come quella di TeePee Land, la seguiamo nei suoi ragionamenti e nel suo flusso di pensieri espresso chiaramente, tanto che non ci si trova mai confusi, né ci si perde nei meandri di questa mente sfaccettata e interessante, che ci permetti di conoscere così a fondo che, arrivati alla fine della lettura, sembra quasi di conoscere Abbie e di vederla prendere vita. hai saputo dosare sapientemente narrazione e introspezione, facendo di questa il cardine di tutto il racconto e presentando, così, un testo introspettivo in piena regola. Complimenti!

Gradimento personale: 4,8/5

La tua storia mi è piaciuta davvero molto. Il genere introspettivo è uno dei miei preferiti e trovo che tu sia una maestra nel suo utilizzo e che sia in grado di creare testi davvero coinvolgenti e intriganti. Con questa storia mi hai fatto conoscere una realtà di cui ero all’oscuro e che mi ha molto interessata, nonostante il setting della storia non rientri tra i miei preferiti. Ho letto con molto piacere la tua storia, senza esserne mai annoiata o senza che mi risultasse monotona o ripetitiva. Ho molto apprezzato le tue descrizioni vivide e coinvolgenti e le tue introspezioni sempre impeccabili. Hai presentato un testo godibilissimo e di qualità, complimenti!

Utilizzo prompt: 2/2

Hai fatto un ottimo utilizzo della frase che ti è stata assegnata. Benché la nomini esplicitamente solamente alla fine del testo, tutta la storia vi ruota intorno e si sviluppa proprio a partire dal concetto che esprime. Dalla prima all’ultima riga, descrivi il viaggio della protagonista verso l’acquisizione della consapevolezza che la vita sia una scheggia di luce che finisce nella notte. La sua è una presa di coscienza lenta, ma costante, dove questo concetto emerge con sempre maggior chiarezza e prepotenza man a mano che la narrazione prosegue e, per questo, diviene assolutamente centrale in essa.

Punteggio totale: 38,9/42

Recensore Veterano
22/06/20, ore 09:09
Cap. 4:

So che dovrei leggere il capitolo precedente, ma ho visto il trigger warning all'inizio e allora ho preferito saltarlo e passare subito a questo.
Già dalle prime righe sono stata catturata, ancora una volta, dal tuo stile. Hai un modo delicato di descrivere le scene e i personaggi, con questa attitudine a far scoprire al lettore la situazione in cui si trova poco a poco, e tutto questo lo apprezzo moltissimo.
Qui le protagoniste sono due ragazze, e sin dal principio si sente con forza il legame di amicizia che trapela dalle loro parole. Mi è piaciuto molto scoprire che questa volta la scena non sarebbe stata ambientata in Italia, ma all'estero: è un cambio netto rispetto ai capitoli precedenti, e scoprirlo mi ha resa ancor più curiosa circa la storia che stavo leggendo.
Già nella prima parte del racconto di Abigail, a splendere è il personaggio di Josefine: la sua amica (quasi una sorella, in realtà) così piena di vita da risultare trascinante anche per il lettore. Ho trovato bellissimo l'entusiasmo e l'affetto per lei che si avverte attraverso la voce narrante, perché mi ha dato quasi l'impressione di star leggendo di una persona reale, non di un personaggio.
Jo è una forza trascinante, anche se devo ammettere che, come Abigail, anche io mi sono un po' preoccupata quando le ha chiesto di portare una tenda.
L'incontro delle ragazze è stato adorabile, ma la cosa che ho preferito è stata la presentazione di TeePee Land. La descrizione è stata così puntuale che mi è parso quasi di avere questo accampamento davanti agli occhi, e ho apprezzato moltissimo il fatto che apparisse reale, non un luogo di fiction ma qualcosa di tangibile.
L'atmosfera che i respira in questo accampamento è quella distesa delle piccole comunità, e leggendo la descrizione che ne faceva Jo non potevo fare a meno di pensare a come sembrasse tutto così disteso, così libero, come se fosse un piccolo mondo a parte.
Ho trovato bellissimo leggere dell'esperienza di Abigail in questa realtà che le era sconosciuta. Mi ha messo in corpo una grande allegria, e ho adorato la parte finale, con la descrizione così viva dei fuochi, delle danze e della musica che hanno animato la sua ultima notte all'accampamento.
Insomma, un altro bellissimo capitolo che riesce facilmente a entrare nel cuore del lettore.
Non posso che farti i miei complimenti, sei davvero bravissima.
A presto! <3

Recensore Veterano
16/06/20, ore 18:39
Cap. 3:

Buonasera cara,
questa volta hai trattato una tematica veramente delicato e credo tu sia riuscita a farlo con il dovuto tatto.
I disturbi alimentari sono così diffusi oggigiorno! Che io ricordi è dalle superiori che ho sempre avuto tra le amiche e le compagne di classe o di corso qualcuna che soffrisse di un qualche disturbo alimentare. Si tratta principalmente di ragazze, ma anche qualche ragazzo, e ammetto che nella maggior parte dei casi è stato difficile se non impossibile riuscire a supportarli almeno emotivamente. Dopotutto alla base di ciò ci sono ferite profonde e spesso fanno così male che il negativo viene amplificato a dismisura, mentre il positivo è come se non venisse percepito, come se scivolasse addosso.
Ad ogni modo, mi si è stretto il cuore leggendo la storia di questa ragazza. Parallelamente al divorzio dei genitori, una situazione difficile già di per sé, ha iniziato a subire tutta una serie di critiche e commenti di persone fortemente immature, e anche insensibili in molti casi, che al posto di confortarla per ciò che stava accadendo hanno minato ancor più la sua autostima, attribuendole un problema che non era suo e costringendola così a interiorizzarlo finché non è diventato un problema reale.
Ho trovato molto azzeccati i riferimenti al voler "piangere via tutto ciò che considerava di troppo" e all'invidiare chi ha il problema opposto pur essendo consapevole che è comunque un problema. Purtroppo quando ci si trova in una situazione di sofferenza estrema è così e forse nessuno può aiutarci davvero se non noi stessi, ma non è semplice arrivare a questa realizzazione. Non è semplice capire come volersi bene e i commenti negativi delle altre persone, per quanto inutili visto che spesso ci vengono rivolti da perfetti sconosciuti che non sanno nulla di noi o da qualcuno che non stimiamo o che ci ha preso in antipatia per qualche altro motivo, finiscono per ferirci se non raggiungiamo questo stato di consapevolezza di noi. Credo che solo i commenti di chi ci vuole davvero bene siano utili, se sono costruttivi naturalmente, per aiutarci a non perderci negli eccessi, per il resto è tutta cattiveria gratuita.
Mi hai fatto davvero riflettere con questo capitolo!
Ti faccio veramente i miei complimenti per come hai affrontato questa tematica spinosa e spero di tornare presto a leggere il seguito della raccolta!
Alla prossima~

Misa

Recensore Junior
07/06/20, ore 15:37
Cap. 3:

Buongiorno cara,
ero un po' titubante se leggere o meno questo capitolo visto le note iniziali che hai scritto. Purtroppo alle superiori ho avuto grossi problemi di bullismo legati appunto all'obesità (che poi così tanto grossa non sono mai stata). Perciò il dover rivangare il passato, alle volte, mi fa male e so già di reagire in maniera forse un tantino eccessiva. Ma conoscendo il tuo stile, ero troppo curiosa di leggerlo!
Vorrei fare una premessa riguardo la prima riga del capitolo. Non sono una grandissima appassionata del signore degli anelli (tu sì, lo avevo già notato XD) e non conoscevo il significato del termine "Estel" perciò mi ha sorpresa scoprire che il tuo nickname deriva proprio da quello. Inoltre lo devo ammettere, ha un significato molto bello.
Non so se ti è mai capitato di leggere "brodo caldo per l'anima". Si tratta di una raccolta di storie di vita quotidiana. La tua raccolta me lo ricorda moltissimo, anche per lo stile narrativo usato. Soprattutto questo capitolo. Mi piace tantissimo il tuo stile. Sei così riflessiva, così "pulita" nello scrivere.
Una cosa che mi piace di questo capitolo e che trovo fortemente differente rispetto ai precedenti è che non vi è uno schema prefissato, una trama studiata. E' come se la tua mente - e ti prego, correggimi se sto dicendo una sciocchezza - si fosse liberata di ogni pensiero in merito a questo argomento. Come una sorta di brain storming. Sei partita da un concetto per poi diramarti verso ogni sua sfumatura. E non appare noioso, seppur sia un capitolo completamente primo di dialogo, perchè alla fine è introspettivo al punto giusto. Talmente introspettivo da poter essere letto come un dialogo unico. Un dialogo mentale, un pensiero.
Immagino questo capitolo partorito nei giro di poche ore, non inteso come superficialità, anzi, al contrario, nato da una botta di creatività improvvisa. Lo posso evincere dallo schema non-schema del capitolo. Perchè in certe frasi mi pare quasi di poter entrare nella tua mente e poter captare il tuo pensiero così profondo. Come quando ripeti all'infinito una parola per sottolinearne ancora di più l'importanza. "E ripetetelo una volta ed una volta ancora. Ripetetelo. Ripetetelo. Ripetetelo. Ripetetelo.
Ripetetelo finche quel timore non sarà scomparso".
E dopo una prima parte particolarmente riflessiva e potente dal punto di vista stilistico, si entra nel vivo della storia. Finalmente racconti di Yashal e del suo vissuto.
Scuole medie. Automaticamente mi viene da fare un parallelismo con la mia storia. Scuole superiori. Maledettissimo scientifico.
Mi piace moltissimo che tu ti sia avvalsa dei colori per descrivere sensazioni o scene specifiche. Il giallo, color speranza, color Estel. Che bellissima correlazione che hai creato.
Quando ho letto del peso della ragazza ho sorriso. Lei 55, io all'epoca 58, già "donna" da più di un anno per altro. E che cavolo, perchè ogni volta leggere i tuoi scritti mi fa questo strano effeto?!
"maledetta friendzone, che esisteva da ben prima che esistesse un nome mainstream per definirla" quanto ho sorriso a questa frase :D Nulla di più vero!
Ed ecco che entriamo nel vivo della storia esattamente come preannunciato da me. Il vero pilastro su cui si fonda non è l'obesità in sé, ma il bullismo che vi è nascosto dietro ad essa. Perchè si può essere curvy e bella ugualmente (io questo l'ho capito veramente molto tardi), ma non finché la gente continuerà ad additarti e farti sentire fuori posto. O finché in televisione continueranno a scorrere immagini di donne perfette, con tette perfettamente alzate (perdona il pensiero), culi sodi e senza cellulite, donne con figli piccoli e senza smagliature e così via. Ebbene il problema è la società e non Yashal.
Mi fa tristezza però leggere che le prime scene di bullismo siano nate in famiglia e non tanto a scuola. Il volerla pesare e farle notare che 55kg per la sua età erano troppe, oppure il pranzo dai nonni. Insomma, la famiglia non dovrebbe essere la prima ad appoggiarti? Un conto è avere qualche chilo di troppo, un conto è avere una grave forma di obesità intesa come patologia invalidante. A quel punto fidati che 55kg in confronto ai 100kg di una persona magari della stessa altezza, non sono nulla!
In ogni caso hai fatto bene a parlare di disturbi alimentari e non semplicemente obesità. Perchè questo passaggio - alle volte anche rapido - tra obesità e anoressia è un classico. Tra l'altro questo tu non puoi saperlo, ma ho lavorato con minorenni con questo disturbo e ufficialmente viene catalogato come una patologia psichiatrica. DISTURBO, sottolineo, perchè non è una malattia.
Tuparli di falla nel sistema ed hai perfettamente ragione su questo. Per l'appunto si parla di disturbo e non malattia. E' una secondarizzazione ad un problema di fondo più grande, spesso dovuto ad un problema sociale o comunque che ha a che fare con dei terzi. I terzi in questione, per altro, sono ragazzini come lei. La peggior specie secondo me. Perchè adulti idioti e prepotenti al mondo ne esistono fin troppo, ma i ragazzini sono ben peggiori. Loro hanno sì le stesse informazioni degli adulti, ma vantano anche un certo freno disinibitorio innanzi a certe situazioni. Perciò non sanno far tacere le loro lingue biforcute e iniziano a sparare sentenze a caso, sentite per altro il più delle volte da adulti che, nonostante diano un insegnamento errato, lo fanno senza fronteggiare realmente la persona. E via, mi sto perdendo dietro un discorso che probabilmente richiederebbe pagine e pagine scritte per poter venire sviscerato come si deve.
Perciò sì, il problema è la società a piramide in cui si vive.
Mi piace come termini il capitolo. Perchè in realtà lo lasci pendente. Non ha un finale vero e proprio. Non ti limiti a dire che è diventata magra, che è diventata come potrebbe essere o come la società la vorrebbe. O al contrario, è rimasta tale e quale. Perchè in parte è così, fisicamente parlando. Ma la verità è che il cambiamento più grande di Yashal è avvenuto nel più profondo, nella testa che ha imparato ad andare oltre, a vedere oltre, e nel cuore che l'aiuta a superare le voci assillanti di chi le sta intorno. E niente, Yashal è una leonessa che ancora deve scoprire di esserlo.
Questo capitolo posso effettivamente definirlo "impegnativo". Sì, per il tema in sé, ma soprattutto per COME viene affrontato il tema. Si sa, alla fine queste tematiche vengono toccate più volte nella vita e nelle storie, ma la differenza sta nel modo in cui vengono trattate. E tu lo fai con la solita abilità che ti contraddistingue. Sei delicata e sei molto dolce nei confronti di Yashal. Yashal che per altro potrei essere io, potresti essere tu o chiunque altro legga questa tua storia.

Recensore Master
05/06/20, ore 19:30
Cap. 4:

Ciao, cara! ♥
Eccomi qui finalmente per l'ABC del Giardino, scusami per il ritardo ma è stata una settimana più impegnativa di quanto potessi immaginare, comunque alla fine ho scelto questo racconto in particolare seguendo le tue priorità, e ribadisco il fatto che questa è una raccolta che sta continuando a piacermi. 
Principalmente perché mi piace molto lo stile che usi per la narrazione, come ben sai sono un'amante del genere introspettivo, amo quando leggo storie dove si scava a fondo negli animi dei personaggi e tu fino ad ora ci sei sempre riuscita, indubbiamente. E qui infatti ci presenti Abigal, è stato facile empatizzare con lei perché hai reso bene i suoi sentimenti, le sue insicurezze e i suoi pensieri che sono sicuramente condivisibili. Una delle cose che mi è piaciuto di più di questo racconto è il modo in cui hai trattato la tematica dell'amicizia, del legame profondo che c'è tra Ab e Jo. Mi ha molto toccata perché sembra che ogni scena presentata sia reale (e infatti nelle note finali precisi che è un racconto ispirato fortemente alla realtà, anche se con personaggi inventati). 
Mi è piaciuto tutto, il dualismo delle due ragazze è in contrasto a tratti, il tempp dovrebbe avere un peso ma non con loro, nonostante ciò sembrano completarsi a vicenda, la visione di Jo che ha la voce narrante è piena di un affetto vero che ho percepito. Mi piace un sacco anche come sai inserire il background di Berlino (che si sente quanto ti sta a cuore) e di come dai importanza anche a questo aspetto nel racconto. 
Nonostante sia difficile coltivare un rapporto di amicizia alla fine Ab e Jo continuano a cercarsi anche se non sempre è facile, ci si rende proprio conto che Abigal ha una visione quasi totalmente diversa del mondo e di tutto ciò che c'è attorno quando si tratta di Jo, che la fa entrare nella sua vita perché il loro legame va oltre, mi ha emozionato l'attenzione che dai all'introspezione dei personaggi. Il tuo stile poi è davvero coinvolgente. 
Eravamo cresciute nella consapevolezza di poterci confessare ogni cosa. -> è una di quelle frasi che colpiscono il cuore perché è terribilmente vero, quando si trova una persona speciale riesci ad essere te stesso senza alcuna paura. Ed è quello che ho percepito con Abigal, è stata troppo assorbita dall'ordinarietà della vita, ammette che troppo spesso era stata colta dalla frenesia della vita, dal lavoro e dagli impegni quotidiani che siamo costretti a subire ogni giorno, sentiva lo scorrere del tempo senza assaporarselo veramente. Ma questa visione un po' statica appare annullarsi quando ritrova Jo, non conoscevo la realtà di TeePeeLand e nemmeno la canzone di Rino Gaetano che citi, ma le frasi inserite sono bellissime e perfettamente incastrate, è stato un racconto di luce e speranza, di un'amicizia con quel pizzico di nostalgia che non ti abbandona mai durante la lettura. Il modo in cui hai raccontato il contorno, i personaggi, gli odori e le luci, ho adorato tutto. Complimenti come sempre e alla prossima.

Shakana

Recensore Veterano
03/06/20, ore 09:53
Cap. 4:

Ciao, eccomi per lo scambio del giardino :)

Devo dire che leggere un racconto del genere, in cui si esalta la voglia di vivere, conoscere le persone, viaggiare e ballare, in un periodo come quello che stiamo vivendo, è un colpo al cuore. Il tuo racconto mette in scena una situazione assolutamente verosimile e affascinante e per questo ancora più dolorosa.

Mi ha fatto piacere poter finalmente incontrare Abigail e sono curiosa di scoprire altro della sua vita.
Non sono mai stata a Berlino, ma ultimamente questa città mi sta sembrando sempre più interessante, soprattutto per l'ambiente culturale e giovanile che pare abitarla. Il tuo racconto ce ne ha fornito una fotografia, piena di vita e di colori.

Il TeePee Land è un ambiente molto curioso e inaspettato ma, come Abigail, non so se riuscirei a vivere in un luogo del genere. L'idea è sicuramente interessante ed è proprio quello che serve ad Abigail per riprendere contatto con la realtà brulicante di storie, prima di tornare al proprio lavoro. A proposito del suo lavoro, mi è piaciuto molto sentir parlare del "mestiere dello scrittore", perché credo che sia qualcosa a cui aspirano molte persone su questa piattaforma e quindi è un elemento che mi ha aiutata molto a sentirmi coinvolta in questa storia e nella vita della protagonista, e credo di non essere la sola.

Come al solito, ho apprezzato la tua attenzione all'interiorità, la scelta curata e delicata delle parole per descrivere le sensazioni e i sentimenti dei personaggi.

Non posso quindi che farti i complimenti per il tuo stile così sensibile e attento che ben si armonizza con lo scopo a cui aspira questa raccolta: raccontare la vita delle persone, semplice, ma allo stesso tempo spettacolare.

Complimenti per il capitolo e spero di sentirti presto.

Alla prossima,

M.

Recensore Veterano
31/05/20, ore 22:57
Cap. 2:

Ciao! Eccomi per lo scambio del Giardino! ^^
La prima storia di questa raccolta parlava di dubbi e tormenti ma aveva un lieto fine, questa invece mi ha dato la sensazione di essere esattamente il suo opposto! Per tutto il tempo il protagonista è presissimo da questa ragazza che conosce solo attraverso i messaggi e i vocali del telefono. I due sembrano compatibili in tutto e per tutto, trovano subito un'intesa pazzesca ma, purtroppo, sembra che le loro strade non vogliano proprio incrociarsi. Mi chiedo, però, se sia davvero colpa del destino o se sia invece l'atteggiamento della ragazza a rendere un nuovo incontro impossibile. Quando alla fine Annie cede alle richieste di Max e lui la va a trovare, infatti, lei sembra avere paura che le cose tra loro possano andare bene. Ha un atteggiamento di ritrosia che si palesa non solo nell'essere schiva ed evitando di vederlo dal vivo, ma anche nella postura, nel suo modo di essere. Sarei veramente curiosa di sapere se questa ragazza è rimasta scottata in qualche modo nel suo passato, e da cosa, per avere così paura che le cose possano andare bene, per non concederselo proprio. Anche se ad essere sincera è una atteggiamento che capisco perché in parte mi ci rivedo. Anzi, mi è successa proprio una cosa simile, anche se, a differenza dei protagonisti, non ero molto presa da questo ragazzo e credo nemmeno lui da me e forse è questo che ha ci fatti perdere di vista da un giorno all'altro senza sentirsi mai più, ma senza nemmeno rimpiangerlo.
Tornando alla storia, naturalmente rappresenta solo uno spezzone di vita di queste due persone, perciò non ci è dato sapere di più. Ma credo sia proprio questo che rende affascinante questo genere di racconti: il non poter sapere nulla di più. In un certo senso spinge a riflettere.
Dunque che dire, hai fatto un buon lavoro!
Spero di tornare presto a leggere il seguito!
Buona serata~

Recensore Junior
24/05/20, ore 10:06
Cap. 2:

Buongiorno cara e perdona l'estremo ritardo <3
Eccomi con un nuovo racconto di eccezionale ordinarietà :) Chissà se, come con il precedente, finirò la lettura in lacrime!
Con il primo paragrafo fai già una seria introduzione alla storia, facendo capire al lettore non solo di CHI si parlarerà, ma soprattutto di COSA. Non accennando ad un semplice amore, ma ad una sfaccettatura di sentimenti che hanno caratterizzato proprio quell'amore.
Il capitolo, grazie alla narrazione in prima persona, si butta subito nel genere introspettivo, raccontando sì la storia di Max ma facendo nel modo più "intimo" possibile. Ci racconta del suo primo "incontro" (online) con Annie, ma lo fa molto apertamente senza farsi mancare battutine ironiche sul contrasto dei loro caratteri. Mi piace moltissimo l'utilizzo del protagonista/narratore.
Vorrei fare un appunto su come descrivi il Rock. Forse hai ragione tu quando dici che il rock fa un po' parte di tutti, ma io non riesco a distaccarmi da questo genere ascoltando sempre la medesima musica. Il rock non è solo fracasso o musica ad alto volume, come in tanti lo definiscono, il rock è uno stile di vita con il quale vengono toccati tanti punti salienti dalle vita, il rock parla di storie comuni, di argomenti che si possono sentire anche al telegiornale, il rock non potrà mai passare di moda, perchè parla di me, parla di te, di chiunque. "si era comunque innamorata di tutta quella musica di denuncia, di manifesto, di opposizione, quella che veicolava pensieri politici, dolore, sofferenza, quella che non aveva paura di parlare di tutto ciò che rientrava in quella grande scatola vuota che è il diverso" io penso che questa frase abbia un impatto veramente fortissimo in me e, spero, anche in altri lettori. Perchè la musica per me è questo, il rock è questo.
Mentre leggevo questa storia ho pensato che qualcosa stonava. Carina, ma non vuole dare le sue generalità; carina, ma non vuole farsi vedere; carina, ma ogni volta se ne esce con una scusa per non uscire insieme a Max. Insomma, il mio primo pensiero è andato al programma di MTV Catfish e sorrido perchè anche tu lo hai citato nella storia :D
Annie, dalla auto-descrizione che fa di sé, mi pare un personaggio interessante. E' molto introversa e timida, ma i suoi gusti spaziano molto. Purtroppo non amo molto Star Wars (diciamolo pure, per niente!), ma i Foo Fighters e la Ps... tanta roba! Mi pare molto nerd, se posso dirlo. Certo che posso, scopro con piacere che lo scrivi anche tu. Ed ogni mio pensiero viene poi confermato dalla tua storia, che piacevole trovata!
Mi piace l'entusiasmo travolgente di Max, il modo in cui lui si innamora di una persona di cui non conosce il tatto o l'aspetto esteriore. Lui si innamora semplicemente di tutto ciò che vi è all'interno del suo cuore. Questo "gasarsi", scoppiettare ed eccitarsi innanzi ad ogni similitudine o a qualsiasi cosa che li lega tra di loro, è molto divertente. Entrambi sono piuttosto nerd, perciò continuo a pensare che sotto ci sia qualcosa. Non penso in un catfish vero e proprio, ma lei sicuramente nasconde qualcosa.
Finalmente il primo incontro si avvicina, dopo giornate a chiacchierare amabilmente al telefono, tra un audio e l'altro, una nerdata e l'altra. Non so cosa aspettarmi e non so quale potrebbe essere la reazione di Max, perchè me lo sento, qualcosa è strano in Annie.
Durante il tragitto che divide Max da Annie, lui si sofferma ad ammirare Padova e tu ci regali una descrizione di questa bellissima città italiana che è meravigliosa. Non sei pesante nelle descrizioni, anzi, rendi il tutto più reale, più tangibile. Probabilmente riusciresti a trasformare una città noiosa, nella capitale della bellzza assoluta.
Ed invece il primo incontro si dimostra essere di un'eccezionale ordinarietà, giusto per citare il titolo della raccolta ;) Lei si presenta acqua e sapone e lui coglie subito quel particolare, apprezzandola ancora di più. E vogliamo parlare della sua risata? Per un istante mi è venuta in mente la mia. Sì, perchè tu devi sapere che chiunque mi sente a ridere, parte a ridere in automatico XD E' come una sorta di contagio. Ed è una delle cose di cui mio marito si è innamorato di più.
L'incontro tra i due ragazzi in ogni caso è di un fluff assurdo, romantici, dolci e carini. Se penso a loro mi vengono in mente due coniglietti carini e coccolosi. Mi piace come tu ti sia soffermata tanto su questo primo incontro perchè ci hai regalato un momento che di eccezionale ORDINARIETA' non è. Ma non è una critica, anzi! Il contesto è inerente alla tua storia. Ma questo frammento è un qualcosa di magico. Sprizza romanticismo da tutti i pori e se penso ad i ragazzi di oggigiorno, mi viene da dire che Max sia più un'utopia e, cavolo, augurerei a tutte le ragazze di poter trovare anche loro un Max per tutta la vita. Max è un po' un cavaliere in chiave moderna, mi piace moltissimo come lo hai caratterizzato.
Nel frangente in cui descrivi il loro "distacco", ahimé DOVUTO dall'imminensa partenza di lui. Ad ogni frase, ogni parola ho pensato solo a: bacio, bacio, bacio. Si è innalzato un coro nella mia testa come a voler incitare io stessa Max per fare il primo passo. "C'era un bacio sospeso nell'aria" e nella mia testa, hai detto bene.
NO MA DICO IO STIAMO SCHERZANDO?!!!!!!!!!!!!!!!! NIENTE BACIO E DUE ANNI BUTTATI NEL CESSO?!!!!!
Mia cara Estel, vorrei trucidarti ora. Mi viene da piangere. No, ma non puoi terminare la storia così. 18 pagine a parlare di un amore così bello e poi in 18 righe mandi tutto a cagare?! Oddio, ti giuro, mi verrebbe da urlare in questo momento, ma aspetta che cerco di ricompormi un secondo. Prendo un bel respiro e riprendo la recensione.
Come si suol dire, l'amore giusto, arrivato però nel momento sbagliato e nulla, in realtà non ho nulla da dire a riguardo. Mi hai lasciata con l'amaro in bocca, ma non cambierei nessuna sfaccettatura di questa storia perchè questi sono i colpi di scena alla Sparks che io A-D-O-R-O!!! E nulla, se il capitolo precedente mi aveva fatta piangere e lo avevo amato tanto quanto amo la mia vita, questo capitolo, per aspetti ben più diversi, mi è piaciuto ancora di più!

Recensore Master
16/05/20, ore 20:37
Cap. 3:

Buonasera <3
Già dalle note mi avevi catturata, sono tematiche che mi interessano molto e di cui leggo volentieri, pur non avendole testate sulla mia pelle, non particolarmente. Certo, mi sono sentita inadeguata un paio di volte, troppo "in carne", quando in realtà non lo sono affatto e l'ho capito con il tempo, tutta questione dei canoni di cui parlerò dopo, ma per fortuna non ho mai sofferto di disturbi alimentari.
Ho trovato la dedica iniziale davvero dolce, e mi è piaciuto molto il modo in cui hai iniziato questa storia, spiegando ciò che vuoi trasmettere, ciò che c'è dietro le righe. C'è tanto coraggio nel parlare di tematiche così delicate e anche profondamente radicate nella nostra società. 
Mi è piaciuto molto come hai introdotto Yashal e come l'hai tratteggiata, poco alla volta, partendo dal suo passato e da un momento cruciale, importantissimo: il primo incontro con la bilancia, quel mostro che con dei semplici numeri rischia di divorare tutto ciò che c'è di bello nel mondo per sopprimerlo. Si parla di canoni, e in effetti il problema non è tanto la bilancia e i numeri che tira fuori, ma il fatto che siamo ossessionati dai numeri che la società vuole e considera "belli", perciò è necessario pesare quaranta chili se ci si vuole sentire belli. C'è una visione così distorta della bellezza, ormai, e mi rende molto triste, perché si vive di eccessi, o il troppo, o il troppo poco, e la normalità pare non andare più bene a nessuno.
La vita di Yashal inizia male e prosegue peggio. Vorrebbe tanto rientrare nel gruppo delle ragazze popolari, chi non lo sogna da bambina? - io, ma perché sono nata asociale e non smetterò mai di ignorare gli esseri umani xD -, ma è comunque un pensiero molto comune a quell'età. Mi ha fatto sorridere leggere di friendzoned, effettivamente il termine è stato coniato in seguito diventando un meme, ma esisteva già prima - e faceva male lo stesso. 
Ad alimentare ciò che è un problema che ha iniziato a crescere arrivano il nonno e lo zio di Yashal, che a due pranzi diversi hanno da commentare in merito al fatto che lei voglia una doppia porzione di pasta/un'aggiunta. Non si rendono conto di quanto tutto ciò possa ferire una persona che odia costantemente il suo corpo, e che vive circondata da gente che continua a farglielo pesare, avendo poi un rapporto così di amore/odio con il cibo. 
"Ogni angoscia ed ogni afflizione – e tutto ciò che comportano – sono sempre giustificate. Non è sbagliato provarle, non è sbagliato non farcela, non è sbagliato sentirsi piccoli e sovrastati, è lecito, è comprensibile." --> ho scelto di riportare questa frase perché mi ha colpita tanto, più che altro perché l'ho sentita molto personale. Non soffro di disturbi alimentari, come ho già detto prima, ma sono stata immischiata a lungo in una relazione tossica in cui non mi era concesso soffrire e star male, perché il dolore era "sciocco", perciò leggerlo mi ha fatto sorridere, sono cose che ho imparato lavorando tanto su me stessa, ed è bello trovare questi messaggi all'interno di un testo. Se li avessi trovati un tempo mi avrebbero aiutata tanto. 
Hai spiegato molto bene un problema che viene spesso minimizzato con frasi che mi fanno arrabbiare. Dire "dimagrisci!" è semplice, farlo no. Noi abbiamo un rapporto costante con il cibo, ci troviamo a fronteggiarlo ogni giorno, e anche se scegli di iniziare una dieta ti ritrovi di fronte a esso continuamente, ogni giorno, è una battaglia che non finisce mai, una lotta costante contro te stessa, i tuoi desideri, i tuoi bisogni, e per questo i disturbi alimentari sono così complessi e ossessionano, fanno male, e gli esseri umani invece di comprendere pensano che sia meglio spargere consigli inutili, ovvi, come "mangia di più!" per un'anoressica. 
Infine, volevo complimentarmi per la scelta di parlare direttamente al lettore, mi è piaciuta molto come idea e trovo sia perfettamente calzante con la storia scritta.
Un ottimo lavoro, davvero. Profondo, attuale, devastante da leggere, ma che lancia un messaggio bellissimo <3
Alla prossima <3
fumoemiele


[Precedente] 1 2 3 4 5 [Prossimo]