Mi ha davvero colpito tantissimo leggere delle avventure inedite del giovane Damiano; un Damiano precedente a quello misterioso, enigmatico e sfuggente della storia principale, che sta incominciando a capire quale sia il suo allineamento nei grandi schieramenti della storia e della società e che però è ancora confuso, pieno di dubbi e di difficoltà contingenti... pensare che, nonostante la sofferenza e il senso di angosciosa solitudine che ha affrontato, il suo cammino lo porterà comunque ad acquisire sicurezza e forza e a vivere una vita piena di avventure sovrannaturali è davvero rinvigorente per lo spirito!
Per il resto, ho adorato la costruzione della storia e la ricchezza di dettagli di cui è costellata: l'atmosfera è viva, reale, affollata di materiali, oggetti e colori. Puoi quasi sentire la polvere che aleggia o sentirti inondare dai forti contrasti di luce e ombra, interno ed esterno (con il pollo di gomma nel mezzo, figura di Damiano intrappolato... un tocco surreale che accresce la tensione [e no, non rileggerò questa frase perché sennò so che mi imbizzarrirò....... ma spero che tu abbia colto l'intento più che serio della mia osservazione.]). Molto bella l'intera simbologia dell'Inferno come segno esistenziale della vita di Damiano nella sua ambivalenza: condanna e redenzione, l'orgoglio di essere un reietto, un rifiuto dell'"auctoritas": l'immagine di lui sdraiato sulla ridondante rappresentazione scenografica dell'Inferno dantesco è di impatto eccezionale -- una specie di caduta esistenziale foriera però di una forma di salvezza individuale. Deliziosa la conclusione, con i commenti dei fantasmi che non solo lo hanno aiutato, ma segretamente fanno il tifo per lui e per la sua vera, autentica identità!!!