Recensioni per
Riflesso
di pampa98

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
16/07/20, ore 23:30
Cap. 1:

Valutazione del contest "Sincero (non mi odi più)"

Grammatica e stile: 8.2/10 (grammatica: 3.7 + stile: 4.5/5)

Sansa – la tua promessa sposa, la fanciulla che dovresti amare – aveva chiesto clemenza per suo padre. Tu non l’hai ascoltata. – c’è un problema nella consecutio temporum tra la prima e la seconda frase: i due momenti sono infatti contestuali. Lo confermi successivamente due periodi più avanti: I tuoi consiglieri ti hanno chiesto di tenerlo prigioniero, ostaggio da usare contro Robb Stark. Tu non li hai ascoltati. Qui infatti il tempo (passato prossimo) è lo stesso sia nella prima frase che nella seconda. -0.5
Sua madre gli aveva chiesto se fosse impazzito. Ma quella era stata l’unica scelta saggia. – Racconti la scena al passato con il passato prossimo (tu non li hai ascoltati) oppure con l’imperfetto per indicare un’azione continuata (Sansa urlava), eppure adesso che mostri una situazione cronologicamente successiva (Cersei che gli chiede se è impazzito), usi un passato più remoto, ossia il trapassato prossimo. -0.5
L’enorme spada in acciaio di Valyria si era eretta in tutta la sua potenza e la sua letalità. Joffrey l’aveva vista cadere in avanti, un colpo secco, deciso. E la testa di Ned Stark era rotolata a terra. – Anche qui c’è lo stesso problema, riprendi il trapassato prossimo, i verbi dei tre periodi consecutivi sono coerenti tra loro ma non con la scelta grammaticale complessiva. Non te lo segno come errore, ma te lo riporto come esempio della coerenza generale del tempo (di cui parlerò nel parametro stile).
Fa’ sempre questo effetto, la giustizia? – Fa (con l’apostrofo indica l’imperativo) -0.3

A livello stilistico, la storia mi è piaciuta molto. Le ripetizioni sono usate in modo efficace e limitate a quelle davvero necessarie, che vanno infatti a creare un’enfasi sul concetto soprattutto di re. Anche la struttura con i frequenti “a capo” che normalmente potrebbe apparire pesante, appare invece funzionale e calzante in una flash che si articola di fatti in una serie di pensieri di Joffrey. Le scelte lessicali e quelle di punteggiatura mi sono piaciute: hai mantenuto un equilibrio tra parole di registro un po’ più alto e altre di tipo invece più prosaico, equilibrio che ben si sposa con il contenuto della storia. A tutto questo si aggiunge la scelta della seconda persona: l’hai usata in maniera davvero efficace come sguardo esterno (ma onnisciente) al personaggio, e l’ho trovata perfetta specialmente per il momento del confronto con lo specchio dove quel tu diviene moltiplicato ed echeggiato. Purtroppo il piccolo punto debole che devo segnalarti è la scelta dei tempi verbali che, seppure non inficiano la comprensione della storia, rappresentano un problema nella gestione del tempo (di cui ti ho portato sopra l’esempio).

IC: 9/15
Hai scelto di mostrarci un momento chiave del personaggio: l’uccisione di Ned, momento chiave specialmente perché è quello in cui l’odio per lui davvero si concretizza da parte dello spettatore. Indaghi l’introspezione di Joffrey, scandagli le sue emozioni e declini la sua motivazione nella direzione di un giocare a fare il re, un gioco che gli sfugge di mano e che poi trova troppo pesante – come è emblematicamente pesante la corona. In sé dunque l’immagine è interessante, funzionale e potenzialmente suggestiva, ma presenta un problema importante: è troppo facile e il personaggio è troppo umano. Per troppo facile intendo che la visione di Joffrey come di un bambino incapace che gioca a fare il re è la più immediata: è quella che arriva allo spettatore da subito. Sei stata brava a usarla non contro di lui ma a suo favore, però di fatto non aggiunge una originalità nella spiegazione della sua crudeltà. Per troppo umano, intendo proprio la caratterizzazione: è un sadico, qualcuno per cui la vita è un gioco, per cui l’immagine di lui che vomita per il senso di nausea seguito alla morte di Ned stona con la sua personalità. Ricordiamo che è lo stesso ragazzino che si è divertito a far uccidere dal Mastino l’amico di Arya e che poi ucciderà in modo a dir poco cruento le prostitute di Ditocorto. Più che provare qualcosa e non capirlo, mi sarei aspettata invece un’incapacità di provare alcunché. L’enfasi per Joffrey sarebbe dovuta passare proprio su quell’aspetto di distanza da tutto il male che compie, più che sull’empatia da parte sua che – per quanto vaga e confusa – c’è nella tua storia. Francamente non credo abbia provato mai rimorso per quel gesto, non immediatamente e non per una ragione di umanità. Mi rendo conto che il disgusto e la nausea sono in realtà per il sangue (cosa che non condivido appieno in ogni caso) e non per Ned, ma legando il vomito all’idea di chiedere aiuto e di sentirsi impotente la conclusione da trarre sembra essere un’altra. L’empatia arriva ma, in fondo, sembra essere per qualcuno che non è Joffrey.

Trama e altri personaggi presenti: 9/10 Joffrey è il protagonista indiscusso. Attorno a lui ruotano figure che nomini di sfuggita richiamando i loro atti visti nella serie: tutto ciò serve per creare la base realistica e credibile dello sfondo in cui Joffrey va effettivamente a muoversi. Una trama vera e propria nella tua storia manca: ci mostri un’introspezione del personaggio, a cui aggiungi di fatto a livello narrativo solo quella reazione forte del dare di stomaco e la presa di coscienza nel guardarsi nello specchio. In sé la scena mostrata risulta completa, ha un’apertura e una chiusura – e la coerenza è soprattutto data dalla tua capacità di scrittura e illustri bene gli scarti temporali tra la decapitazione di Ned e quel momento allo specchio. Guardarsi allo specchio è il fulcro della vicenda e lo hai messo del resto molto bene in primo piano. Di fatto però, quello che aggiungi è poco, niente che lo spettatore non conosce, nessun elemento del passato, nessuna scena segreta (anche un banale dialogo, anche in forma del tutto indiretta come riferimento al perché è per esempio ossessionato dal potere). Qualche elemento di “novità” avrebbe reso davvero la trama completa, per questo ho deciso di richiamare in minima parte questa assenza anche in questo parametro.

Titolo: 2.5/3 Il titolo è semplice e di certo non si può dire che sia originale, ma “rispecchia” per davvero la storia e risulta immediato. L’unica cosa che non mi convince è giusto questo tocco di “anonimità” che potrebbe non attirare nella lettura.

Gradimento personale: 4/5 La tua storia mi è piaciuta molto per com’è scritta e per le immagini che sei riuscita a evocare, attraverso simbologie di per sé banali ma che hai saputo rivedere con enfasi (per esempio il sangue – il cui rosso diventa anche un’occasione per riflettere sulla sua ascendenza Lannister). Non mi ha convinta però del tutto il tuo Joffrey e credo che avresti potuto osare un po’ di più nel mostrarcelo.

Totale: 32.7/43

Recensore Junior
17/03/20, ore 08:52
Cap. 1:

Questa storia mi ha proprio stupito perché è un qualcosa a cui non avevo mai pensato. Francamente mi riesce difficile immaginare Joffrey preda dei sensi di colpa e delle insicurezza tipiche di un ragazzino, però questo non vuol dire che non le abbia mai provate. È una storia diversa, una piacevole sorpresa, soprattutto perché, nonostante la particolarità del contesto e della situazione, è qualcosa di plausibile e di realistico, peraltro scritto anche molto bene. Un interessante cambiamento di prospettiva.
Duchessa712

Recensore Veterano
16/03/20, ore 13:25
Cap. 1:

Ciao!
Personalmente non ho mai immaginato un Joffrey in preda ai sensi di colpa per aver ordinato l'assassinio di Ned Stark, ma proprio per questo è stato ancora più interessante leggere la tua FF.
Inutile girarci intorno, il giovane Baratheon (o forse sarebbe meglio dire Lannister) è il personaggio che più ho detestato nella saga del Trono di Spade e dubito che questa cosa potrà mai cambiare, però è innegabile che molti atteggiamenti odiosi che ha assunto e molte scelte moralmente sbagliate che ha fatto sono dovuti al suo essere semplicemente un ragazzino che si è ritrovato troppo presto a ricoprire il ruolo più importante del regno, dopo un'infanzia in cui i suoi nobili familiari lo hanno senz'altro viziato e lasciato crescere in maniera superficiale.
Il tuo è un gioco psicologico notevole, con questa continua alternanza di scene tra un Joffrey che resta in silenzio davanti allo specchio a spogliarsi di tutti quegli oggetti che lo rendono il re e i suoi ricordi ancora nitidissimi della brutale esecuzione dell'ex lord di Grande Inverno.
Non c'è che dire, hai descritto il tutto davvero molto bene e pertanto ti faccio i miei complimenti.
Alla prossima!