Carissima Veronica, chi non muore si rivede, come si suol dire. Questa estate l'ho presa un po' come pausa, ma ovviamente non mi sono dimenticata del tuo racconto. Eccomi, dunque.
Ritroviamo il signor Cisano, che certamente aveva ben pianificato la sua vendetta e non si è lasciato cogliere impreparato neanche dalle eventuali emozioni che le sue azioni gli avrebbero suscitato.
Poco è bastato a Manes perché riuscisse a creare un rapporto pressoché amichevole sia col suo nuovo compagno di stanza che con Lixa. Ho ovviamente sorriso, dunque, di fronte alla premura di Paolo che gli ogni mattina gli lascia del cibo per soddisfare la sua fame. Il loro rapporto ha un che di strano, perché strana è la natura di Manes e un essere umano non nasce preparato di fronte a una così tanta peculiarità, banalmente perché è fuori dagli schemi, fuori dal concepibile.
Così, in qualità di ombra o in qualità di essere umano, Manes passa giustamente il suo tempo a stupirsi - così voglio interpretarlo. A guardarsi intorno e meravigliarsi continuamente di tutta la bellezza che gratuitamente è offerta e a cercare Lixa, la cui compagnia lo affascina particolarmente. Eppure non la incontra mai, perché i loro orari sono "poco compatibili".
Leggendo le tue parole, dunque, io stessa ho trepidato nell'attesa del passaggio di quei quattro giorni che separavano il nostro giovane amico dal suo lieto incontro e allo stesso tempo, mi sono immaginata quell'agitazione che prende allo bocca dello stomaco in queste situazioni, l'ho immaginata e l'ho sentita e l'ho creduta valida anche per Manes.
Eppure, quest'ultimo non pare essere l'unico a non vedere l'ora di rincontrare la ragazza: il bocciolo di una rosa, Paolo, davvero? Un po' cucciolo, un po' dc per lui ahahah (sorry, momento non serietà, ma solo d'opinione personale ahaha odio un pochetto le rose e trovo questo gesto estremamente sdolcinato, ma solo perché io sono una capra un po' insensibile, ops ahahah)
La scena tra i due, il momento di confessione di lei sulla propria storia (malinconica) e la curiosità di lui non solo nei confronti di lei, ma anche del gesto che questa mette costantemente in pratica (la preghiera) l'ho trovata estremamente naturale e autentica. Lixa che quasi pare ormai rodata rispetto alla sofferenza: l'impressione che ho avuto è che dopo tutto questo tempo dalla morte dei genitori, dopo tutta la sofferenza che quella perdita deve aver implicato, ormai sia un po' rassegnata alla solitudine che pare perseguirla, ma mai rassegnata abbastanza da perdere totalmente la speranza. E lì ho visto le ragione per le sue preghiere: una sorta di rifugio e protezione del poco che che le è rimasto. Io non sono credente e non lo trovo utile, ma dall'altra parte, mi rendo anche conto che comunque il credere in qualcosa e farlo in un modo così potente dia una spinta e una forza che difficilmente è riscontrabile in altro. E proprio in quelle preghiere Lixa cerca la forza per la vendetta - disapprovo tantissimo, ma da una ragazzina di quindici anni non mi aspetto che comprenda che la vendetta è abbastanza inutile se l'obiettivo è quello di pareggiare i conti e stare meglio.
Poi però giunge Manes e il suo secco "no", che ho ammirato e amato (ho proprio pensato "oh, ecco la risposta che ti meritavi" ahah), visto quanto mi sento in linea con la sua opinione rispetto al tema della vendetta: il corpo di Lixa potrà essere più vecchio, ma Manes rimane più maturo di lei, devono essere davvero molti gli anni e le esperienze che in qualche modo si porta sulle spalle (anche se non li ricorda con precisione).
Eppure alla fine cede, perché in fondo, per quanto bello quello nuovo mondo, lui vuole soltanto tornare a casa e ha bisogno di aiuto in questo.
I due trovano un punto di accordo e, volenti o nolenti, ho proprio l'impressione che andrà tutto tutto storto e io non vedo l'ora di scoprirlo.
A presto cara, è stato un vero piacere tornare su questi lidi (giusto per restare in tema :P),
Bongi! |