Recensioni per
Congiunzione astrale
di paige95

Questa storia ha ottenuto 255 recensioni.
Positive : 255
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/05/21, ore 19:07

Ciao, eccomi di nuovo, per fortuna questa volta sono riuscita a tornare un pochino prima e ora che il lavoro sta per finire riuscirò anche a passare più spesso, non vedo l'ora!
Meraviglioso Christian che non vuole che Samuel lo affianchi e, tanto meno, che affianchi Gwen! Lui, a differenza di quegli schifosi burocrati dell'ambasciata, sa benissimo cosa rischia Samuel e tiene alla sua incolumità, mi viene in mente che si senta una sorta di fratello maggiore nei confronti di Samuel e anche di Gwen, che non voglia farli rischiare. Però in effetti la sua obiezione non è molto logica, se Samuel deve tornare indietro perché è giovane e sta per sposarsi ancora di più la cosa varrebbe per lui, che è sposato e ha una bambina che lo aspetta a casa. Ma è molto bello da parte di Samuel non volersi arrendere, e non più per motivi personali, ora non vuole attirare l'attenzione del padre o diventare famoso. Ora ha visto la guerra in tutta la sua atrocità e capisce che solo lui può descrivere ciò che vede e far sapere al mondo intero cosa significa questa guerra. Gwen ha ragione, loro non possono cambiare il mondo né il cuore degli uomini, però il lavoro di Samuel, la sua testimonianza, può perlomeno rendere giustizia a un popolo che sta soffrendo ingiustamente e fare in modo che negli Stati Uniti non possano più far finta di non vedere e di non sapere. E questa è una missione molto nobile.
Subito dopo, però, anche Christian riesce a dare una magnifica prova di sé. Flores lo mette alla prova, gli propone di tornare a casa, visto che è stato ferito e che non sembra più il soldato di sempre... ma Christian, seppure tentato, non accetta. In quel momento anche lui si rende conto che quello che sta per fare è più importante anche della sua famiglia, che lui adora, certo, ma che è al sicuro negli Stati Uniti, mentre il popolo di Kabul e i suoi amici Gwen e Samuel rischiano la vita. Così si forma una squadra magari insolita, ma fatta di persone speciali che fanno veramente la differenza con la loro vita: Christian, Gwen e Samuel in procinto di partire per una missione difficile e importante.
Mi viene da pensare che, comunque, Flores non abbia voluto veramente che Christian si congedasse, che in fondo lo stimi e lo ammiri e che sapesse benissimo quale scelta avrebbe fatto. In fondo chi meglio di lui può saperlo?
Un capitolo "di transizione", in un certo senso, ma in cui approfondisci ancora di più i tuoi personaggi, conosciamo già il coraggio e la generosità di Christian, ma ora vediamo ancora meglio come Samuel sia cresciuto e maturato e come Gwen sia sensibile e con un cuore grande, non è diventata un soldato solo per compiacere il padre o per dimostrare che una donna può farcela, lei vuole veramente fare la differenza.
A proposito, grazie per aver spiegato cosa significa Navy SEAL! Io non ci avevo mai pensato, credevo fosse un nome come un altro e invece ha proprio un suo significato preciso! La tua storia, oltre ad essere bellissima e appassionante, mi insegna anche tante cose!
Complimenti, cercherò di passare molto presto!
Abby

Recensore Master
18/05/21, ore 15:13

Ciao ed eccomi di nuovo a proseguire la lettura di questa tua straordinaria long! No, non devi preoccuparti per l'atmosfera un po' lugubre, in fondo Katherine è la moglie di un soldato al fronte e non c'è niente di strano che vada al cimitero a prendersi cura della tomba dei suoceri, anzi mi è sembrato un gesto molto bello. Mi ha colpita moltissimo il pensiero di Katherine, che i genitori di Christian sono morti così giovani (più o meno all'età che hanno lei e Chris) e non hanno potuto vivere le tappe più belle della vita del figlio, non l'hanno visto crescere, diventare un uomo coraggioso e generoso, non hanno conosciuto sua moglie né la loro nipotina... mentre i suoi genitori sono vivi e vegeti e se ne fregano della figlia, indignati per il fatto che abbia sposato l'uomo che loro non volevano e che non abbia seguito le orme familiari. La vita è spesso molto ingiusta e questo particolare ha reso la tua storia ancora più reale e vivida. Ho pensato subito che sarebbe stato splendido se avessero potuto conoscere Alisia, sarebbero stati sicuramente dei nonni meravigliosi! Ed è stato molto realistico il pensiero fugace che Katherine ha voluto subito scacciare, ossia che accanto a quella lapide potrebbe esserci anche quella di Christian... credo sia umano e naturale pensare subito ad un'eventualità così tragica e Katherine è davvero molto forte ad affrontare questi pensieri ogni giorno.
Quando ha ricevuto la telefonata, lì per lì, ho temuto che fosse qualcuno, magari Gwen, che la informava che Christian era gravemente ferito, invece per fortuna è stato lui in persona a chiamarla (con la complicità di Gwen!) e rassicurarla. E' vero, è stato ferito ma ora sta meglio e i due riescono perfino a scherzare (anche se forse Katherine è davvero un po' gelosa di Gwen... ma, come dice giustamente Christian, non c'è davvero tempo laggiù per pensare alle amanti! XD). Li adoro, anche in un momento come questo sono capaci di prendersi scherzosamente in giro, di cercare di sdrammatizzare la loro situazione e questa è un'altra prova del loro immenso coraggio e della loro generosità, entrambi fanno di tutto per non preoccupare l'altro.
Interessanti gli accenni che vengono fatti al Generale Flores. Christian e Gwen ritengono che non abbia capacità di provare sentimenti umani quali la compassione e lo stesso Christian si stizzisce quando scopre che Flores non ha nemmeno fatto avvertire Katherine quando lui è stato ferito e lei ha dovuto temere il peggio. E' emozionante pensare che, se avessi letto questa storia senza sapere niente dell'altra avrei probabilmente detestato Flores, mentre invece noi sappiamo che c'è un motivo ben preciso per cui quest'uomo cerca di dimenticare ogni sentimento umano... E' proprio vero che nessuno può giudicare gli altri, non si può mai sapere quale inferno si portano dentro.
Mi è piaciuta moltissimo anche la parte dedicata a Samuel, per vari motivi. Innanzitutto sono felice che possa affiancare Christian come corrispondente di guerra, quel legame di amicizia nato quasi per caso ora sembra che sia stato, in un certo senso, preparato dal destino. Mi ha commosso anche il fatto che il padre, finalmente, abbia lasciato cadere la maschera di gelido distacco e abbia inviato a Samuel una mail in cui gli dice, finalmente, di essere fiero di lui. Spero che Samuel riesca a superare la diffidenza nei confronti del padre, che mi sembra davvero cambiato, e che al suo ritorno possano riconciliarsi.
Ma la cosa che mi ha colpita di più in questa parte del capitolo è stata la visione dell'ambasciata americana con gli occhi di Samuel. Mi è sembrato vergognoso che i funzionari che vivono e lavorano lì siano così freddi e indifferenti a ciò che succede poco distante, che se ne freghino delle persone che muoiono, che soffrono, che restano mutilate o perdono i loro cari. Mi hanno veramente fatto schifo, in particolar modo quell'impiegato che, nella comodità del suo ufficio, sembra quasi "invidiare" Samuel perché ha "la fortuna" di vivere la guerra in prima fila, come se fosse un gioco o un film. Non avevo mai pensato a queste persone, ma loro sono peggio dei soldati o dei capi militari, è vero che sono i soldati a combattere e a uccidere anche degli innocenti, ma perlomeno loro rischiano la vita proprio come le persone contro cui combattono, mentre questi burocrati se ne stanno seduti comodi a non fare niente, non corrono alcun rischio e vengono persino pagati! Ho compreso benissimo e condiviso l'ostilità e il disgusto di Samuel per questa gente e spero che questo lo spingerà ancora di più ad allontanarsi da quel mondo falso e ipocrita e a pensare alle cose veramente importanti (del resto all'inizio è stato anche lui un po' così, perché invece di sposare Margaret ha voluto andare a Kabul sperando di farsi notare dal padre e di avere successo... ora però si rende conto di quanto quel Samuel di allora fosse superficiale e immaturo!).
Complimenti ancora una volta, anche questo capitolo è stato bellissimo, io mi metto a commentare e non riesco a smettere, ci sono sempre tantissime cose da scrivere e da notare nella tua meravigliosa storia. Infatti ti confesso che è proprio per questo che ci metto così tanto a leggere... è perché so che quando mi metto a leggere e recensire questa tua long mi ci vuole tanto tempo, i miei commenti sono sempre tanto lunghi e quindi bisogna che mi prenda il pomeriggio di libertà quando voglio andare avanti con la storia, non posso leggere questi capitoli così appassionanti e intensi in pochi minuti!
Bravissima, spero di riuscire a tornare presto!
Abby

Recensore Master
07/05/21, ore 13:14

Ciao e innanzitutto grazie per aver inserito le bellissime foto dei miei amatissimi Christian e Katherine, ma lo sai che me li immaginavo più o meno così? Katherine proprio identica, Christian un po' più chiaro di capelli, ma davvero così (mi sa che ho sbirciato qualche tuo aesthetic prima di iniziare a leggere la long e quindi avevo già un'idea di loro... ma sono felice perché mi piace "vedere" fisicamente i personaggi di cui leggo!).
Ma questo capitolo è stato... oddio, incredibile, ogni capitolo che leggo è più bello e più commovente del precedente, e qui mi hai strappato il cuore nel vero senso della parola, oltre che sorprendermi perché no mi aspettavo questo "colpo di scena" (ma come ti vengono in mente episodi così belli e strazianti????). All'inizio del capitolo ero completamente immersa nei sentimenti di Margaret e sentivo rinascere in me tutta l'antipatia verso Samuel! Eh sì, gli ultimi capitoli me lo avevano fatto perdonare, ma qui ero tutta nel cuore di Margaret e vivevo il suo dolore, la sua rabbia, la sua tristezza. Penso ancora che Samuel avrebbe potuto comportarsi meglio con lei e, magari, se proprio voleva partire comunque per l'Afghanistan, prima sposare Margaret, farle sentire che anche lui desiderava questo matrimonio e tornare presto da lei. Infatti molti soldati (anche se Samuel non è uno di loro) della Prima e Seconda Guerra Mondiale si sposavano prima di partire per il fronte, per dimostrare il loro amore alla fidanzata e avere almeno quel ricordo felice davanti alle atrocità che avrebbero dovuto affrontare. Ho empatizzato praticamente in tutto con Margaret, non ero d'accordo soltanto sul fatto che lei dia la colpa a Dio, perché penso (pur essendo credente) che Dio ci lascia liberi di seguire il nostro cuore e anche di sbagliare, non ci "mette dentro" idee e pensieri come se fossimo dei PC da programmare! Comunque... che meraviglia il colloquio con Padre Ralph (ora qui ti faccio ridere... visto il nome da Uccelli di Rovo, quando ha portato Margaret nella sua stanza ho pensato male! XD)! Non mi aspettavo che il sacerdote avesse avuto un passato simile, una ragazza che amava e che ha lasciato dopo gli orrori della guerra del Vietnam e mi è dispiaciuto moltissimo per lui e per lei. Non so se quella di Padre Ralph sia stata una vera vocazione o invece un modo per "punirsi", come pensa Margaret, però so che in molti casi i soldati tornati dalla guerra, soprattutto dal Vietnam, hanno avuto traumi così devastanti da rendere loro impossibile il ritorno a una vita "normale" e forse la scelta del sacerdote è stata quella giusta, forse lui non sarebbe più potuto essere quel ragazzo della foto e avrebbe reso infelice la sua fidanzata.
Comunque mi sono riconciliata di nuovo anche con Samuel durante la telefonata alla sua Margaret! Forse la visione delle atrocità di Kabul lo porterà a capire quanto sia fortunato ad avere la possibilità di tornare a casa e farsi una sua famiglia, mi ha fatto tantissimo male quello che ha detto Karim, la sua depressione, il pensiero di essere inutile e... è proprio vero, la violenza non si vince con la violenza. Probabilmente un tempo non c'era altra scelta (penso alla Seconda Guerra Mondiale, in cui tanti civili sono morti sotto i bombardamenti, ma che altro modo c'era per fermare quel folle di Hitler?), ma adesso con i satelliti spia, i servizi di Intelligence e tutto quello che la tecnologia mette a disposizione dovrebbe essere molto più facile rintracciare e colpire terroristi e integralisti invece di dichiarare guerra a un popolo innocente.
Nel finale sei stata proprio cattiva, però! Meno male che io so già (SPOILER!) che Christian si salverà, perché messa così fa venire l'angoscia, sembra proprio che il nostro coraggioso Navy Seal stia per morire... Hai concluso il capitolo nel momento più preoccupante!
Come ti ho scritto, ho adorato questo capitolo, bellissimo, intenso, coinvolgente, sei così brava non solo a creare una storia e dei personaggi meravigliosi, ma anche ad approfondire temi importanti, a dare spunti di riflessione, a portare il lettore a pensare oltre che a commuoversi e emozionarsi. Io ti considero una scrittrice bravissima e penso che questa storia dovrebbe diventare un libro, lo spero tanto (e io porto bene, perché le amiche a cui lo dissi anni fa adesso pubblicano davvero, magari lo farai anche tu, te lo meriti!).
Un abbraccio e a presto!
Abby

Recensore Master
02/05/21, ore 09:14

Ciao, mia cara!
Tu ormai lo sai che, seppur con i miei tempi lunghissimi, io prima o poi qui ci ritorno, e proseguo più che volentieri questa avventura.
Mi piace davvero tanto come stai gestendo tutta questa storia, perché pur trattando argomenti molto complessi, si vede benissimo tutta la cura e l'attenzione che hai dedicato alla fase di ricerca, facendo scivolare nel testo in maniera molto spontanea dei dettagli che aprono le porte su tutta la tua accuratezza. È una cosa che salta all'occhio da subito, quando Christian non è descritto semplicemente armato, ma la sua arma è un'arma specifica e ha delle caratteristiche che non sono per niente campate in aria. Insomma, è un argomento in cui ad esempio io sono completamente ignorante, quindi mi sarei fatta andare bene davvero qualsiasi cosa, ma è stato davvero molto bello e interessante affacciarmi su un mondo che conosco così poco in maniera tanto curata e approfondita. Oltretutto, non sono dettagli che inserisci a mo' di "spiegone": non ti fermi a farci la lezione su come funzioni l'eser,cito, su come funzionino le missioni, su quali siano le armi utilizzate e via così, ma riesci sempre a trovare il modo di integrare tutto perfettamente all'interno della narrazione, lasciandolo emergere in maniera naturale fra descrizioni e introspezioni.
Christian qui mi ha fatto una tenerezza infinita: non solo separarsi dalla propria famiglia per partire per una missione tanto pericolosa è per chiunque un momento molto duro e difficile, ma lui si ritrova a farlo dovendo anche affrontare una fobia terribile e dalle radici molto profonde, che trasformano quelle tredici ore di volo in un inferno davvero terribile. Avrei davvero avuto voglia di abbracciarlo, poverino.
Sono stata molto contenta che al suo fianco potesse avere Samuel, che ha compreso la situazione e non ha minimamente giudicato, e anzi, a modo suo ha cercato di rendersi utile. Le loro interazioni sono molto belle: si conoscono poco, ma proprio la situazione estrema in cui si trovano ha permesso loro di trovare subito un'intesa e un grado di confidenza che in altre situazioni magari si sarebbe fatto un pochino attendere, ed è bello vederli cercare di proteggere in qualche modo l'altro dalle proprie paure. Sono molto curiosa di vedere come proseguirà la propria conoscenza!
La descrizione della base americana a Kabul è estremamente vivida e impattante, funziona molto bene e, davvero, ho provato anche io un moto di claustrofobia all'idea di rinchiudermi in questo posto rovente e asfissiante, maleodorante e sempre pronto a trasformarsi nel bersaglio di un attacco. Insomma, mi ha colpito molto la riflessione di Christian, la sua consapevolezza che anche il luogo che dovrebbe considerare un rifugio nasconda enormi pericoli. Perché razionalmente è ovvio che sia così, in guerra, ma è comunque un pensiero straziante.
Spero di riuscire a proseguire presto!
Un abbraccio!

Recensore Master
12/04/21, ore 19:30

Ciao! Scusa se è tanto tempo che non passo da questa storia, ma in realtà è colpa tua perché scrivi altre storie che mi attirano e allora finisce che passo prima da quelle, come ho fatto per la drabble su Amos Diggory! XD
Ed ecco che, dopo qualche capitolo, qui ritroviamo Christian! Devo ammettere che, anche se mi piacciono tutti i personaggi che hai creato, ho un affetto particolare per Christian e Katherine e quando scrivi di loro mi sento ancora più coinvolta, forse perché hanno avuto tante difficoltà nella loro vita eppure sono persone forti e generose e io voglio che tutto vada bene per loro (per tutti, ma per loro in particolar modo!).
In questo capitolo mi hai veramente colta di sorpresa, ovviamente so che siamo in una zona di guerra e che scene drammatiche e angst sono all'ordine del giorno, ma un attentato che colpisse proprio la base in cui si trovavano Christian e Gwendoline non me lo aspettavo, mi fido di te per il fatto che non farai succedere niente di male ai tuoi personaggi, ma un po' di paura l'ho avuta.
E così le strade di Samuel e Karim si incrociano con quelle di Christian e Gwendoline, per fortuna ci sono loro a soccorrere prima la giovane donna insieme alla bambina afghana e a sua madre e poi proprio Christian! Spero che Karim sia riuscito a portare la donna e la bambina all'ospedale e che possa curare la madre senza conseguenze (mi sa che lo scoprirò nel prossimo capitolo...). La scena di Christian, invece, è stata angosciante! Da una parte ero preoccupata per Christian, temevo che il ragazzino, magari preso dal panico o dall'esaltazione, potesse fare una stupidaggine... però mi ha commossa molto l'esitazione del Navy Seal, avrebbe potuto sparare al ragazzo, invece ha preferito parlargli. Ha rischiato moltissimo, ma non sarebbe stato capace di sparare a un ragazzino che sarebbe potuto essere suo figlio, è vero che questo accade tra gli integralisti islamici, plagiano e condizionano le menti più giovani e malleabili per poi usarle per i loro scopi. Christian è stato fortunato per l'intervento di Samuel, ma forse il ragazzo non avrebbe sparato comunque, visto che si è lasciato disarmare stupito dall'arrivo del giornalista. Alla fine sono stata contenta che anche il giovanissimo soldato si sia salvato scappando, anche se chissà come andrà a finire la sua vita, è comunque legato a dei capi che lo usano senza scrupoli e senza pietà.
Samuel e Christian, dunque, si incontrano di nuovo nel posto e nel modo più inaspettato, ma grazie a Samuel Christian è salvo, questa volta l'intervento di Samuel mi è sembrato perfetto, deciso e anche le sue parole dirette e schiette mi sono piaciute molto: "«Capitano, tu devi alzarti. Sbaglio o hai una bambina a casa che ti aspetta? Pensa a lei e non a quel bambino-soldato, per lui puoi fare poco, ma puoi ancora evitare che tua figlia perda il padre»
Il giovane giornalista fissò il tenente con intensità, sperava di essere stato abbastanza chiaro, non poteva arrendersi, le drammatiche condizioni fisiche non erano una buona scusa." Questo lato di Samuel mi è piaciuto tanto, credo che il giovane giornalista sia già cresciuto molto nel tempo passato a Kabul e adesso non è più lì per farsi notare dal padre o per dimostrare qualcosa, adesso è maturato e in questo momento è perfino più determinato di Christian, è la sua insistenza e la sua pragmaticità a convincerlo a reagire e a mettersi in salvo.
Avevi ragione, Samuel rispetto ai primi capitoli si sta veramente facendo perdonare! XD
Complimenti per questo capitolo, sei stata molto brava a gestire delle scene di azione, combattimento, dramma, io non ci riesco mai e infatti evito di raccontare battaglie e combattimenti, non sono proprio capace, tu sai scrivere veramente su tutto in modo efficacissimo!
Anche se, devo ammetterlo, quello che amo soprattutto nelle tue storie è la capacità di approfondire e analizzare sempre i sentimenti, le emozioni, i dubbi e le incertezze dei personaggi, la tua delicatezza introspettiva è davvero unica!
Complimenti e al prossimo capitolo!
Abby

Recensore Master
03/04/21, ore 22:49

Io ormai sono un caso disperato, e te lo ripeto ogni volta, ma ci tengo davvero a sottolineare che il ritardo con cui arrivo ogni volta su un nuovo capitolo non è minimamente dovuto a mancanza di interesse, è che sto davvero facendo tantissima fatica a organizzarmi, e alla fine quando leggo non ho il tempo di recensire, e quando finalmente ho il tempo di recensire, ho bisogno di rileggere per cercare di fare un lavoro almeno decente, e il circolo infinito ricomincia.
Oltretutto, la tua è una di quelle storie che non si possono leggere così, tra un impegno e l'altro, magari con la testa mezza presa dai mille impegni della vita e cercando di ritagliarsi solo qualche minuto di svago, perché è una storia impegnativa, dalla trama ricca e soprattutto dalle tematiche importantissime, che meritano quindi tutta l'attenzione possibile.
La prima parte del capitolo mi ha ridotto il cuore in polvere, sappilo: è una scena dolorosissima, e il fatto che Christian abbia scelto di non prolungare la sofferenza con un lungo viaggio verso l'aeroporto e un addio straziante nel luogo della partenza non rende comunque quella parte meno dolorosa. Credo che tu sia riuscita a rendere davvero benissimo la sofferenza suscitata da una separazione del genere, tenendo perfettamente conto dei diversi equilibri e dei diversi ruoli interpretati dai vari personaggi. Le parti dedicate a Christian e Katherine sono forti, piene di sentimento e di una dignità pazzesche. Ho trovato dolcissimo il gesto di lui che cerca una catenina per poter tenere con sé, in un luogo sicuro, la fede: che è solo un simbolo, certo, ma forse proprio in momenti come questo i simboli vengono ad assumere un ruolo ancor più significativo. E il saluto della bimba è terribile, perché oltre alla sua sofferenza e a quella indubbia dei suoi genitori c'è anche il tentativo di alleggerire la situazione e non farle pesare troppo (per quanto possibile, ovviamente) la separazione. Insomma, emerge proprio il tentativo dei genitori di proteggerla da una sofferenza che è comunque inevitabile, e quel disegno che finisce nella tasca più vicina al cuore è stato il colpo di grazia, sappilo!

È stato anche molto interessante ritrovare Samuel, alle prese con una situazione davvero spinosa. Perché, no, davvero non si può partire per una guerra con un muro di silenzio da parte della donna che si ama, e lo capisco benissimo (per lui, ma anche per Margaret: se non si fossero almeno confrontati e disgraziatamente a lui fosse successo qualcosa, credo che per lei sarebbe stato terribile), ma al tempo stesso capisco benissimo che un comportamento come il suo sia difficilissimo da perdonare. E non tanto (o non solo) per il matrimonio annullato, ma per una decisione presa senza neanche prendere in considerazione l'idea di parlarne con lei.
Insomma, sono tanto contenta che ci sia stato almeno un momento di riavvicinamento, seppur mi renda conto che la strada da fare per loro sia ancora moltissima.
Tra l'altro, mi piace moltissimo il personaggio di Dalilah, e il modo in cui lo introduci qui funziona benissimo.
Insomma, come al solito, più che una recensione questo è un insieme confuso di impressioni, ma ormai mi sembra di non saper fare altro.
Spero di arrivare presto al prossimo capitolo!

Recensore Master
30/03/21, ore 20:39

Ciao Vale, sei stata bravissima anche stavolta, davvero immensa secondo me, sia per tutte le tue ricerche sul World Trade Center che, Ancora di più, per tutti i sentimenti che hai smosso affrontando tematiche difficile ed estremamente toccanti, tra presente e passato (con una certa ansia per il futuro, Chris, o per chi avrà un futuro purtroppo breve, Daniel), tra est coast e west coast, tra Usa e Afghanistan.
La parte più bella per me è quella dedicata a Kathe, al rapporto difficile che ha sempre avuto coi suoi genitori e che ancora adesso la tormentano, la fanno sentire in colpa, si dimostrano invadenti e irrispettosi in un momento per lei difficilissimo visto che Chris è in guerra. Sono davvero persone terribili, soprattutto il padre, ma Kathe si dimostra forte, forte come l'amore che prova per Chris, ed anche una persona molto migliore di loro!
Abbiamo poi conosciuto Sebastian, colui che ha spezzato il cuore a Kathe da giovane arrivando a tradirla con la migliore amica, una persona snob e non certo adatta a lei, meglio un milione di volte Chris, eppure a quanto pare i suoi genitori le fanno una colpa pure per questo... Vabbè, adesso sono passati anni, Sebastian sembra una persona più matura di allora, di sicuro meno odioso del padre di lei, anche perché ormai lui non significa più niente per Kathe.
In tutto questo hai inserito il ricordo dell'11 settembre vissuto da Kathe, sei stata delicatissima nel rivivere quei momenti strazianti e assurdi, io stesso ricordo cosa stavo facendo in quel momento, non oso immaginare chi fosse lì in città, anche se per fortuna al sicuro e senza propri cari tra le vittime.
L'essere umano sa proprio fare schifo, come è possibile anche solo concepire simili atrocità? Qualcosa di così vile poi?
Inoltre abbiamo anche visto il dolore di Margaret, la sua pena per Sam e il suo amore. Ma anche l'umanità di Daniel finalmente, nonché la terribile crudezza della paura della malattia che continua ad avanzare e ti rivalutare certe cose, capire certi errori, provare a ricostruire i rapporti umani prima che sia troppo tardi.
E infine ritroviamo Chris, che per fortuna è ancora vivo seppure in coma, e qui viviamo la disperazione di Gwen, ed è anche dolcissimo il momento in cui legge la lettera di Kathe e si rende conto di quanto può essere tangibile e meraviglioso l'amore, di quanto possa essere straziante la nostalgia e tremenda la paura di perdersi!
Bravissima Vale e grazie per questa meraviglia, a presto!
Teo

Recensore Master
29/03/21, ore 18:08

Ciao, finalmente sono riuscita a passare di nuovo dalla tua meravigliosa storia, anche se sono molto indietro con i capitoli, ma devo dirti veramente che ogni nuovo capitolo mi incanta, mi offre tantissimi spunti di riflessione e mi fa capire sempre di più quanto tu sia brava, precisa, attenta, sensibile e molto preparata, ci tieni a fare in modo che la tua storia sia il più verosimile possibile e quindi fai ricerche, ti documenti sulla cultura orientale, citi addirittura un passo del Corano. Lascia che ti dica ancora una volta che, sebbene tu non lo pensi e non ci voglia credere, sei davvero una grandissima scrittrice perché solo i grandi autori si documentano tanto e tengono così alla precisione delle loro storie. Per cui dovrei farti i complimenti anche soltanto per questo!
Ma ovviamente non è tutto qui. Il dialogo tra Samuel e Maryam è intenso e pieno di profondità e mi ha fatto pensare tante cose. Innanzitutto comincio ad apprezzare sempre di più Samuel, che vuole capire tutto della cultura del Paese in cui si trova, vuole rispettarne le usanze anche se non le trova giuste e cerca di non imbarazzare Maryam, dimostra una grande delicatezza, non così scontata in un ragazzo. E mi è piaciuto il pensiero di Maryam, che vorrebbe essere stata promessa a Karim. Ti confesso che il buon dottore piace molto anche a me e che sarei felicissima se lui e Maryam potessero sposarsi!
Ma, come ti dicevo, il loro dialogo mi ha fatta anche riflettere al di là della vicenda dei personaggi. Samuel si stupisce e si arrabbia pensando che Maryam debba sposarsi con un uomo che non ama, che non possa mostrarsi liberamente, che non possa scegliere la sua vita, e naturalmente ha ragione. Ma è proprio vero che le donne in America o anche da noi sono "libere"? Certo, non esistono leggi che impongano divieti o obblighi così pesanti come nei Paesi islamici, ma non è che in Occidente c'è soltanto più ipocrisia? Una donna, è vero, teoricamente può vestirsi come vuole, scegliere la sua strada, innamorarsi di chi vuole... ma il senso comune, se non le leggi, finisce per rendere comunque le donne degli "esseri inferiori". Una ragazza può venire tranquillamente stuprata e magari i suoi violentatori non subiscono punizioni perché "lei se l'è cercata", le donne vengono uccise tutti i giorni da mariti e compagni perché non vogliono più vivere con loro, magari perché non vogliono più essere maltrattate e picchiate e gli assassini si fanno un anno di carcere e via (e a volte nemmeno quello). Le donne che nascono in condizioni disagiate, che vengono da famiglie povere o che sono immigrate sono spesso costrette comunque a matrimoni forzati e a lavori umili e infamanti per sopravvivere. Le donne devono sempre scegliere tra la famiglia e la carriera, una donna che ha successo viene vista di malocchio e spesso pressata psicologicamente perché, magari, ha scelto di non avere figli. Le donne possono studiare, ma i posti di lavoro migliori spettano sempre agli uomini, così come gli stipendi più alti, e spesso vengono persino licenziate se rimangono incinte! Insomma, siamo poi così sicuri che da noi in Occidente la libertà delle donne sia effettiva o che non sia magari solo sulla carta? Forse Samuel potrebbe scrivere un bell'articolo su questo, basandosi sulla sua esperienza della cultura islamica... E, del resto, è un po' ciò che dice anche Karim quando Samuel gli parla del suo desiderio di aiutare Maryam: Karim si rende conto dei difetti del suo Paese, ma è comunque il suo Paese e non vuole distruggerlo, non vuole nemmeno che un estraneo possa giudicarlo dopo pochi giorni, lui cerca di fare del suo meglio per aiutare le persone e questo lo fa stare bene con se stesso.
Stupenda anche la descrizione della vecchia Kabul, affascinante nonostante tutte le sue contraddizioni e atrocità (come l'attentato sul finale di capitolo), hai saputo descriverla benissimo senza annoiare e anzi dando l'impressione di poterla vedere con i nostri occhi, hai regalato davvero ai tuoi lettori un Tour nella città afghana!
Anche questo capitolo mi è piaciuto tantissimo, ricco, intenso, intriso di storia e tradizioni lontane da noi ma non per questo meno interessanti. Questa storia è veramente un capolavoro, qualcosa di unico che in pochi saprebbero scrivere così bene. Ancora una volta ti faccio i miei migliori complimenti, sei straordinaria e sono felicissima di averti come amica e di seguirti come scrittrice!
Alla prossima!
Abby

Recensore Master
25/03/21, ore 22:01

Buon giorno donzella mia cara <3
Questa mattina ho deciso di accantonare tutto ciò che devo fare per dedicarmi a questa favolosa storia perché, insomma, dopo tre mesi merita il suo spazio per essere letta e recensita!
Questa prima parte è molto intensa, ci mostri l’introspezione di Katherine, di una donna che ha il compagno lontano da sé, una moglie che si appresta ad un compito arduo e pesante come quello di accertarsi che i suoceri si fossero trovati su quel maledetto aereo, non è una cosa facile mentalmente.
L’ambiente gli ricorda solo che lui, è un continuo riportarla alla sua presenza, al suo mondo e al loro rapporto e mi piace come hai giostrato la cosa con tatto e con devozione completa.
Katherine ha un rispetto totale del marito e di ciò che fa, è un rapporto fondato su basi solide e qui si vede, si legge con intensità magnifica, bravissima!
La presenza di Fabian la rassicura perché è un volto noto, è qualcuno che conosce e che sa essere un amico di Chris, mi piace come lei “dipenda” da lui in quel momento, dalla sua presenza e dalla sua guida, mi piace anche come lui abbia dato supporto a lei rassicurandola che non avrebbe visto niente di disturbante è un’accortezza che le fa ma mi piace, rendi palpabile il rapporto tra i Navy SEALs, ottimo.
Penso che per una donna arrivare a leggere la targhetta sulla porta con il nome del marito sia di solito un motivo di orgoglio, di vanto ma qui penso che sia stato un colpo al cuore, una pugnalata all’animo già ferito della donna e poverina, stavo male con lei, sappilo.
Questo breve strascico tra la donna e Fabian è dolce amaro perché appesantisce tutti e due gli animi con il pensiero della guerra e della morte, ma nonostante ciò Katherine riesce a rincuorare l’uomo facendolo sentire importante nonostante la sua età, quanto è tenera questa donna? Insomma mette da parte il suo male interiore per rassicurare un vecchio lupo di mare della sua importanza in questo mondo, adorabile e sensibile ad un livello altissimo.
Il fatto che lei si lasci cullare dalla poltrona del marito, insieme alla foto del loro matrimonio rischiano di far vacillare la mente della donna, ma così facendo ci mostri la tua bravura nel rendere la sensibilità dei tuoi personaggi, ovvero in maniera perfetta e sentita.
Questi piccoli dettagli sui genitori di Chris denotano l’attenzione con cui Kate ha sempre ascoltato il marito, pendendo dalle sue labbra anche per questo aspetto  della vita, qualcosa che tutto sommato non avrebbe comportato nulla nella loro relazione ma che lei ascolta, fa del dolore del marito il suo, empatizzando con lui ed è una scena meravigliosa, intensa e fantastica da leggere.
Dico sul serio tra le tue parole si denota la sofferenza e il peso con cui lui ha parlato alla donna dei suoi genitori, l’importanza che avevano per lui e l’amore nei loro confronti.
Hai plasmato una donna forte, una persona capace di tenere testa al dolore per il bene della famiglia e, sinceramente, conoscendo come sei tu non mi aspettavo altro sotto questo aspetto. E’ fantastico leggere di qualcuno che è consapevole dei suoi limiti e del suo dolore ma che lo vuole affrontare lo stesso per cercare di ammorbidire il peso che pesa sulle spalle del compagno, è straziante ma meraviglioso.
Le scene dell’ascolto della scatola nera sono toccanti e pesanti a livello mentale, soprattutto perché sappiamo come è finito quel volo, cosa ha comportato per Christian quel giorno.
E’ terribile leggere ed immaginare la voce del comandante che comunica con la torre di controllo “ignaro” di ciò che accadrà, mi ha messo i brividi unito agli sguardi delle due persone in quella stanza, sei bravissima perché mi hai fatto percepire l’ansia con cui loro stanno affrontando il tutto, brava.
Mi piace come lei sia avida di sapere nonostante la tensione e nonostante il dolore, mi piace questo suo interrompere il nastro per prendere fiato e chiedere in modo da capire al meglio cosa accade, cosa sta succedendo all’interno del veicolo. Hai reso il tutto con un realismo pazzesco.
Okay, questa rivelazione è toccante, è dolorosa e carica di una sofferenza unica e affine a quella che Katherine sta passando in quel momento.
Non so se questa parte tu l’abbia aggiunta così volontariamente o cosa ma la situazione riflette la psiche della donna, ritrovarsi ad ascoltare una confessione d’amore che non si sa che fine farà, un amore che non sai se potrai rivedere o meno e che è fondamentalmente ciò che Kate sta provando in quel momento, penso che rimarrà più scioccata da quello che dall’incidente in sé. Ovviamente sono due fatti che stanno su due piani diversi ma che influiranno su di lei, penso.
Complimenti perché hai reso il tutto in maniera toccante e leggera, brava.
Ci spostiamo tornando a Kabul, dal nostro Christian.
Ci butti direttamente nel conflitto, lì dove ci avevi lasciato, nel bel mezzo di un conflitto.
Ci mosti Flores ferito e ad un passo dalla morte, un momento strano e sofferto, qualcosa di mistico e di profondo.
Il generale racconta alcune cose del suo passato, cose che noi sappiamo solo grazie ai ricordi e alla tua os ma qui ce li presenti crudi come se fosse la prima volta che li sentiamo, la futura moglie che muore in una sparatoria tra le sue braccia e il parallelismo è magnifico ai miei occhi. Brava.
L’arrivo di Alexander è improvviso e non previsto, devo ammettere che per un attimo ho pensato che fosse un nemico, qualcuno che avrebbe attentato alla vita di Chris, qualcuno che avrebbe potuto infliggere male al nostro protagonista e invece no.
Lui lo riconosce e gli svela la posizione di Gwen e questo momento è così tenero, così bello e forte da leggere che davvero l’ho adorato!
Il modo con cui ci hai mostrato l’incontro tra la giovane e il fidanzato è toccante, una donna ferita ma che vorrebbe combatterlo ancora, vorrebbe liberare su di lui l’ansia e la frustrazione che ha indosso per ciò che è accaduto, è meraviglioso e stupendo.
L’hai resa disperata in ogni senso del termine, disperata perché è felice di vederlo ma disperata per essersi sentita abbandonata. Magnifico.
Ho adorato questo suo attaccamento ad una promessa che, immagino fosse stata la cosa che l’aveva aiutata a rimanere salda a quel mondo, quella voglia di mettergli le mani addosso per aver infranto la promessa è un’immagine stupenda, anche il fatto che lei svenga perché sa di essere al sicuro.
Passiamo al punto di vista di Samuel e questo semplice spezzone di “tranquillità” tra il giornalista e Karim è toccante e ben scritto.
Ci mostri questo lato di lui che non conoscevamo, quel qualcosa che lo rende meno uomo agli occhi della loro Legge, qualcosa che penalizzerebbe assurdamente la donna. 
Samuel poverino pensa come un americano ed è magnifico questa sua differenza, lo rendi estraneo anche se sensibile ai temi della loro religione e della loro vita.
Mi è piaciuto come lo hai “usato” per portare a galla queste sfaccettature, queste differenze, facendo rimanere ognuno di loro nei loro mondi. L’ho trovato adatto e molto vero, vero perché questa cosa della donna che deve essere madre a tutti i costi la conoscevo già per via di una ragazza musulmana che vive nel mio paese, obbligata a sposarsi e a diventare madre entro i ventitre anni altrimenti secondo i loro modi sei fuori mercato.
E’ una cosa che a noi occidentali fa accapponare la pelle ma per loro è normale, è il modus operandi.
Complimenti perché sei riuscita ad inserire questi particolari con una bravura magistrale, bravissima.
La fine di questo paragrafo mette ansia sapendo di come avevamo lasciato la sorella di Samuel, ad un passo dal crollo emotivo per via dell’operazione, senza sapere se si sarebbe risvegliato o meno quindi grazie per avermi fermato per alcuni secondi il fiato.
Daniel è vivo e ce lo mostri con un breve paragrafo a fine capitolo -perché ovviamente l’ansia era da mantenere, giusto?- qualcosa di corto e veloce, una scena come un'altra: un medico nella stanza del paziente che annota qualcosa sulla cartelletta, sì, certo, se non fosse che l’uomo ha subito da ridire, che riesce a beccarsi con la figlia anche in quel contesto solo per non farsi vedere debole.
Insomma ho adorato questa parte, anche l’ultima frase riferita a Samuel è davvero carina e sentita. Brava.
Aspettavo questo capitolo da tre mesi solo per sapere se Daniel vivesse o no ed ora mi dovrò mangiare le mani per sapere se Flores vive o muore, devo ammettere che riesci a lasciarmi con la voglia di leggere solo per sete di conoscenza, quella classica curiosità che ti porta a divorare un libro in meno di tre giorni, quella necessità di sapere come andrà a finire e come i personaggi si muoveranno, insomma non vedo l’ora di leggere!
Il testo è scorrevole nonostante la lunghezza, questo tuo cambiare punto di vista aiuta a spezzare il tutto e a renderlo maggiormente apprezzabile, quindi complimenti per questa scelta!
Non ho riscontrato alcun errore né di battitura né di ripetizione quindi complimenti per l’attenzione che ci metti per revisionare i capitoli, non so come tu faccia ma meriti tutti i miei inchini più regali possibili.
Le varie vicende mi piacciono sempre di più, si intrecciano con bravura e maestosità creando un’opera magnifica e perfetta ai miei occhi di lettrice accanita di questa storia!
Mi fai amare i protagonisti ad ogni capitolo, li rendi più umani possibile nelle situazioni che descrivi, li hai caratterizzati magnificamente e li mantieni tali, inutile dire che sei bravissima.
L’unico appunto che voglio ed esigo farti perché lo sai che sono una persona scrupolosa ed odiosa è il seguente:
Prendi la tua insicurezza, chiudila in un sacchetto con il doppio nodo, poi attendi gli sazzini, consegnala a loro e salutala. Se vuoi fare cose illegali vai nel bosco e brucia il sacchetto, non mi importa, l’importante è che te ne disfi, anche un poco alla volta ma fallo.
In questo capitolo non c’è nulla per cui avere il timore di pubblicare, è tutto scritto con una delicatezza e una sensibilità incredibile.
Sai che sono quella classica persona che dice sempre ciò che pensa quindi se dovessi dirti che c’è qualcosa che non quadra te lo direi ma, indovina? Non c’è <3
Detto ciò ti chiedo scusa per questa spatafiata lunga  non so quanto, ho quasi il timore di vedere il numero di stronzate che ho scritto.
Ti rifaccio i complimenti e ribadisco che è un capitolo magnifico ai miei occhi e penso anche di tutti quelli che lo leggeranno dopo di me o che lo hanno già letto.
Prenditi tutto il tempo che ti serve e se ciò significa altri tre mesi va benissimo, anche perché hai sfornato un’opera d’arte quindi va benissimo!
Ora la smetto di scrivere cavolate e ti saluto, ciao donzella cara <3
Se tu non credi in te stessa, beh, stai pur certa che io lo faccio per te <3 <3 <3

Recensore Master
25/03/21, ore 14:40

Ciao carissima^^
E' sempre un piacere tornare a leggere questa storia, attendo sempre con ansia i tuoi aggiornamenti ❤️

L'inizio del capitolo è dedicato a Kathe e alle sue insicurezze, la donna è forte e determinata, ma comprensibilmente soffre per la mancanza del marito. Chris è sempre stato la sua roccia, l'ha sempre sostenuta e aiutata a superare ogni difficoltà. Ora la giovane donna deve affrontare tutto da sola, problemi famigliari e scelte personali, eppure la consapevolezza che Chris sia sempre al suo fianco, anche solo con il pensiero, riesce a donarle coraggio e conforto.
Molto interessante la visita di Katherine alla base militare e il suo incontro con Fabian. Quest'ultimo è un altra presenza del passato di Chris, un vecchio compagno che conosce a fondo il suo amico.
Il ritrovamento dell'aereo è un evento che riporta inevitabilmente dolore e sofferenza per l'enorme tragedia, ma la ricerca della verità può anche donare pace a chi ha perso i suoi cari senza alcuna ragione, e può aiutare a superare un trauma così importante.
Katherine e Fabian sono due persone sensibili, e immagino che il loro lato umano sarà fondamentale in questa vicenda.
La storia della tragedia aerea è stata davvero toccante e drammatica, tu sei stata bravissima a trattare questo tema così delicato. Oltre alla questione legale legata appunto alla giustizia e alla scoperta della verità hai sottolineato molto bene anche il fatto che dietro alle notizie di cronaca esistono le persone. Dietro ogni tragedia ci sono storie personali, persone vere in carne e ossa, vite spezzate e sogni infranti.
Ne è il perfetto esempio l'ultima conversazione radio tra il pilota e la giovane alla torre di controllo. Ammetto che mi sono commossa anche questa volta^^
Sono davvero curiosa di vedere come procederanno le ricerche e se alla fine i nostri due protagonisti riusciranno a trovare la verità.

A Kabul la battaglia prosegue imperterrita, ci mostri uno scenario senza speranza, dove gli americani hanno combattuto con tutte le loro forze.
Chris cerca di fare il possibile per soccorrere i suoi compagni, e ritrova il generale gravemente ferito. Flores ha mantenuto la sua promessa, ha combattuto con onore e coraggio anche questa disperata battaglia, dimostrando di essere un uomo onesto e leale. Le sue condizioni sembrano senza speranza, ma egli è pronto ad affrontare il suo destino senza timore. I suoi pensieri in questa drammatica situazioni sono soltanto per il ricordo dell'amata perduta, conosciamo bene quanto fosse intenso e sincero il loro amore^^
Davvero molto profonda la sua confessione a Chris, con il quale si confida ormai senza più alcun timore. Il rapporto tra l'ufficiale e il suo comandante non è solo di rispetto tra superiore e subordinato, ma anche in questo caso è l'aspetto umano a prevalere.
In questo inferno lasci uno spiraglio di speranza, Alexander è vivo e può ricongiungersi con Gwen.

Nell'ultima parte abbiamo un dialogo davvero serio tra Karim e Samuel. Il ragazzo vede le cose dal suo punto di vista occidentale, ma a modo suo cerca di rendersi utile e dare il suo supporto al medico. Mi ha colpito la contrapposizione del significato di matrimonio tra i due mondi. Il giovane sta per sposarsi per amore, mentre il dottore è intenzionato a sposarsi per salvare una ragazza innocente da un triste destino.
Karim è davvero un uomo giusto e di buon cuore, desidera salvare Maryam, ma non vuole obbligarla ad una vita infelice. Una situazione davvero complessa.

Alla fine Daniel si è ripreso, sono contenta perché spero ancora che possa sistemare la situazione con i figli. Al momento dimostra di avere fiducia nelle capacità di Samuel, e spero che il giovane possa venirne a conoscenza.

Come vedi questa volta sono io che mi sono dilungata. Questa storia è sempre interessante, i temi trattati sono un ottimo spunto per tante riflessioni, anche grazie ai personaggi realistici e alle tue approfondite introspezioni.
Complimenti, sei sempre bravissima ❤️❤️
Alla prossima! :)

Recensore Master
12/03/21, ore 17:33

Ciao, in un pomeriggio di libertà mi immergo di nuovo nella lettura della tua splendida storia! E subito mi sono immedesimata nell'ansia e nell'angoscia di Katherine, pensa che io sono proprio una persona ansiosa anche quando non ce n'è motivo e penso a quanto possa soffrire questa donna che ha il marito lontano e da due giorni non ha sue notizie o chiamate! Hai reso benissimo la sua angoscia febbrile, la sua paura, il suo cercare ossessivamente delle notizie, chiamare i Navy Seals, guardare il telegiornale (anche se, in genere, le notizie che danno i TG sono sempre negative...) ma anche la tenerezza nel ricordare i momenti più belli trascorsi con Christian, il loro matrimonio voluto nonostante l'opposizione dei genitori. E' stato carino, poi, che in un certo modo le storie di Katherine e di Samuel si siano intrecciate quando la donna ha guardato le notizie riportate dal giovane inviato! Ed è verissimo quello che Katherine ha pensato: certo la situazione dei soldati e dei civili a Kabul è spaventosa, ma non è certo più facile quella delle mogli e dei figli dei soldati che sono laggiù, non rischiano niente ma la paura è una compagna costante, può far impazzire, portare alla depressione. Posso capire anche che Katherine, in quel momento, non riesca a provare empatia per i bambini di Kabul, ma sia troppo immersa nel suo dolore e pensi che, comunque, anche la sua Alisia sta soffrendo tanto e chissà dentro di sé come sta elaborando la lontananza dal padre. Insomma, un'analisi psicologica profonda e attenta come sempre, da quell'autrice sensibile e delicata che sei!
Mi è piaciuta moltissimo anche la seconda parte, questa dedicata invece a Daniel Clark che finora non mi era certo rimasto simpatico... ma comincio a pensare che anche lui, alla fine, non sia un uomo cattivo o arido, ma che semplicemente si vergogni di esprimere i suoi sentimenti alle persone che ama. Infatti sembra finalmente compiaciuto del servizio di Samuel, quasi addirittura commosso dalla sua passione e partecipazione per la gente di Kabul, e sembra che anche lui si senta coinvolto da quell'atmosfera e che partecipi alle preoccupazioni delle persone che hanno mariti, fratelli o figli a combattere in Afghanistan. Devo dire che anche nel "battibecco" con la figlia Delilah mi ha stupita piacevolmente, lei lo accusa di fregarsene dei figli e lui non dice niente per farla ricredere, ma si capisce dalle sue parole che in realtà ama sia lei che Samuel ed è fiero di loro... solo che, come al solito, si vergogna a dirlo, probabilmente convinto che per un uomo sia una debolezza provare sentimenti e peggio ancora esprimerli.
Però anche Delilah, nonostante faccia tanto la sostenuta, in realtà ama suo padre, perché si preoccupa subito quando lo vede dolorante al braccio (io ho pensato subito a un infarto, temo che presto ci sarà un capitolo triste...) e insiste perché si sottoponga al più presto a degli esami. E nel finale è come se la maschera di Daniel Clark cadesse e anche Delilah se ne accorge... mi ha commossa e spero veramente che Clark non muoia e abbia il tempo di dire anche a Samuel che è orgoglioso di lui (il mio solito desiderio di lieto fine!).
Come sempre bravissima, ho amato moltissimo anche questo capitolo, però mi hai lasciata con la preoccupazione per Christian, che da due giorni non contatta la moglie, e per la salute di Daniel Clark. Appena posso quindi torno a leggere, devo sapere come prosegue la storia!
Complimenti, la storia appassiona e coinvolge sempre e riesci a caratterizzare talmente bene anche gli altri personaggi, come Clark o Delilah, che ci si affeziona anche a loro, ci si preoccupa e quasi non si nota che in questo capitolo, in realtà non appaiono davvero i protagonisti!
Sei un'autrice meravigliosa, non mi stancherò mai di ripetertelo... finché non riuscirò a convincerti. XD Un abbraccio e a presto!
Abby

Recensore Master
04/03/21, ore 23:46

Ciao, cara! 

Io mi rendo conto di avere dei tempi di lettuta indecenti, ma insomma, giuro che pian piano arrivo dappertutto, perché questa storia continua a incuriosirmi molto, e ogni nuovo capitolo aggiunge dei dettagli e delle prospettive interessantissime, che non vedo l'ora di poter vedere in una prospettiva più ampia. 

Insomma, siamo ancora nella fase in cui i personaggi e i contesti sono tutta una scoperta, ma è bello come comunque i capitoli, pur essendo diversi, costruiscano dei collegamenti e dei legami tematici che permettono di sentire comunque tutta la coesione della trama (mi riferisco sia ovviamente ai richiami ai temi e ai personaggi accennati nel prologo, sia all'evento cardine che, pur con modalità diverse, sconvolge le vite di entrambe queste famiglie, con una partenza per la guerra che se ne sta a gettare ombre sul futuro). 

E, ecco, se l'evento è lo stesso, il modo in cui Christian e Samuel lo affrontano è completamente diverso. E questo non solo perché ovviamente un soldato e un giornalista hanno approcci inevitabilmente diversi, ma proprio perché la loro vita sembra muoversi su binari diversi. Se Christian riesce a essere subito sincero e a trovare conforto nella moglie, Samuel si ritrova a dover fare i conti con una giovinezza difficile e la presenza ingombrantissima di un padre il cui affetto sembra impossibile da conquistare. E questo lo porta a nascondersi in un silenzio difficilissimo, perché onestamente Margaret è stata una santa XD nel senso, scoprire a quindici giorni dal proprio matrimonio che non potrà esserci alcun matrimonio dev'essere straziante, soprattutto perché questo nasconde una decisione che Samuel ha preso da solo, pensando come un essere umano singolo, e non come una famiglia. E naturalmente comprendo cosa lo abbia portato ad agire in questo modo, ma comunque non posso fare a meno di sentirmi molto vicina a Margaret. 

Tra l'altro, mi piace molto come hai introdotto questi due personaggi: non solo li presenti in un momento molto peculiare della loro vita, sotto pressioni difficili e in situazioni inusuali, cosa che permette di far emergere al meglio da subito alcune sfumature del loro carattere, ma al tempo stesso sei riuscita a inserire la storia tenerissima del modo in cui si sono conosciuti da giovanissimi e come sono cresciuti assieme fino a trasformarsi in una coppia. 

Insomma, non vedo davvero l'ora di proseguire (e se ci metterò un altro mese prima di tornare qui non sarà certo per mancanza di interesse nella storia, ma solo perché io e il tempo non andiamo affatto d'accordo, ultimamente).

Un abbraccio! 

Recensore Master
28/02/21, ore 18:22

Ciao! Sai che ogni volta ci sono quelle due nuove storie che mi attirano, ma poi sono troppo curiosa di sapere come andrà avanti la storia di Christian, Samuel e degli altri personaggi e allora ritorno qui? Ma prima o poi passerò anche dalle due OS su Harry Potter!
Dunque, questo capitolo come al solito mi ha fatto riflettere tantissimo, mi ha coinvolta e commossa, ma devo ammettere che mi ha anche preoccupata. Ho trovato bellissima la prima parte, sia quando Christian riesce a distrarsi per qualche momento dagli orrori della guerra parlando con la figlioletta Alisia e pensando a lei, sia quando hai raccontato come Christian abbia vissuto il dolore e lo shock dell'attentato alle Torri Gemelle, come questo episodio lo abbia fatto sentire sempre di più legato al suo Paese, pronto a qualsiasi cosa pur di salvarlo, di difenderlo, anche a sacrificare la sua stessa vita e il suo amore (pensando che Katherine avrebbe trovato presto un altro uomo da amare). Ogni approfondimento su Christian mi regala sempre di più il ritratto di un uomo generoso, coraggioso, giusto, un vero "eroe" che lo è proprio perché non vuole esserlo, vuole solo fare il suo dovere (e questo appare chiarissimo anche nel ricordo del bellissimo legame con il sergente Ward), hai creato davvero un personaggio meraviglioso che però non è mai "banale", non è mai un Gary Stu perfettino che non sbaglia mai, è una persona reale come ce ne sono tante (anche se non fanno notizia!).
Infatti non si fa intimidire dal generale Flores, difende il suo diritto di chiamare la moglie e la figlia, lui è anche un padre e un marito e non più solo un soldato, naturalmente è perfettamente in grado di fare il suo dovere, ma vuole anche poter godere di qualche momento di pace nel suo cuore.
Quello che mi preoccupa un po', invece, è l'inserimento di personaggi femminili così particolari e così, in qualche modo, fin troppo "vicini" ai protagonisti. Nello scorso capitolo c'era Maryam, un bel personaggio, certo, che mi è piaciuto molto, ma proprio per questo non mi è piaciuto poi tantissimo vedere Samuel così colpito da lei. E qui c'è Gwendoline, la figlia di un carissimo amico, quasi un padre, per Christian. Mi mette un po' di ansia il pensiero che Christian, per esempio, possa finire per ricercare con Gwen un rapporto non tanto "paterno", che sarebbe anche comprensibile, vista la situazione tragica in cui si trova, ma che sarebbe anche molto ingiusto verso Katherine. Ancora peggio pensando a Samuel, che ha abbandonato Margaret praticamente sull'altare, l'ha addolorata e delusa, e lei ha voluto comunque perdonarlo, e adesso sembra quasi affascinato da una figura come Maryam, una donna forte che riesce a tirare avanti in una realtà così difficile come quella di Kabul.
Naturalmente questa è la tua storia e tu hai tutti i diritti di svolgerla come preferisci, io volevo solo dirti che sono preoccupata per Margaret e per Katherine perché mi sono affezionata moltissimo a loro e mi dispiacerebbe tanto se subissero un tradimento e dovessero soffrire ancora. Sarà che sento i tuoi personaggi come se fossero veri, che mi preoccupo per loro come se fossero dei miei amici, insomma, è solo colpa del fatto che sei troppo brava e mi hai già fatta amare questi personaggi e appassionare tantissimo alle loro vicende! XD
Però spero davvero che Christian tornerà da Katherine e Samuel da Margaret...
Complimenti per un altro stupendo capitolo, ormai mi sta dando dipendenza e quando ho tempo per leggere devo per forza passare da questa storia, sono troppo ansiosa di sapere cosa succederà!
A presto!
Abby

Recensore Master
22/02/21, ore 19:00

Davvero un capitolo bellissimo e emozionante, questo! Sei riuscita a colpirmi e ad affascinarmi una volta di più, visto che, fino ad ora, mi avevi sempre conquistato con le storie e le vicende dei tuoi personaggi creati con tanta bravura e profondità, ma qui sei andata anche oltre, mi hai rimandato tutte le emozioni, nel bene e nel male, della vita a Kabul e della gente dell'Afghanistan e mi hai fatto riflettere molto oltre che commuovere, spero che non ti annoierò perché ora vorrei davvero condividere con te quello che ho provato grazie alla tua sensibilità nello scrivere questo capitolo. Innanzitutto ti voglio fare subito tantissimi complimenti per i personaggi "di contorno" che inserisci nella storia, come i bambini afghani che giocano come se non ci fosse una guerra, il medico Karim, il capo del villaggio che non vuole ospitare Samuel. Come scrivi nelle note, ti sei documentata accuratamente per descrivere la situazione e le persone che vivono là, ma hai fatto veramente un lavoro splendido perché mi hai totalmente coinvolta. Parlando dei bambini che giocano spensierati senza angosciarsi troppo per i pericoli che li circondano hai fatto l'esempio della bimba con il cappotto rosso di "Schindler's List", ma a me è venuto immediato un altro paragone con un libro e un film che ho amato davvero tantissimo e che tu mi hai fatto risentire totalmente nel cuore con l'atmosfera che hai saputo creare nella tua storia. Sto parlando di "Il cacciatore di aquiloni" di Hosseini, uno dei miei libri e film preferiti. Quei bambini mi hanno proprio rimesso davanti agli occhi le figure amatissime di Amir e Hassan, i protagonisti del libro, anche loro così forti e sereni anche di fronte a una vita in cui non sai mai se il giorno dopo ci sarai ancora o se ci saranno i tuoi cari. Era da tanto che non pensavo più a loro, che sono per me un bellissimo ricordo, e il tuo capitolo me li ha fatti ritornare nella mente e nel cuore con la stessa potenza emotiva di quando leggevo il libro. Davvero complimenti!
E non poteva che chiamarsi proprio Hassan ed essere uno di quei bambini il piccolo che viene ferito gravemente da una mina e che, grazie a Karim e all'aiuto di Samuel, si salva pur perdendo il braccio! E' vero, è stata una scena cruda e anche triste, ma è finita comunque bene perché Hassan è vivo e io sono d'accordo con Maryam, nel loro mondo l'importante è riuscire a sopravvivere, anche se con una menomazione, la vita è comunque preziosa. Ed è quello che insegna anche il libro che amo tanto... hai compreso in pieno la lezione che quei bambini ci insegnano e l'hai saputa trasmettere con grandissima efficacia. Penso che sia ancora più importante capirla e farla nostra in un momento come questo della pandemia. Noi ci sentiamo tanto sfortunati e ci chiediamo "Perché a noi?" come se avessimo qualche diritto o privilegio, ma ci sono tantissimi posti nel mondo come l'Afghanistan in cui i bambini muoiono o restano mutilati ogni giorno, non sanno cosa sia una vita "normale", non vanno nemmeno a scuola e non è che valgano meno dei nostri occidentali, anzi, sono più forti e saggi perché affrontano le difficoltà terribili di ogni giorno con pazienza e rassegnazione, senza per questo cadere in depressione o aver bisogno dello psicologo.
Dovremmo imparare davvero da queste persone che il dolore, la paura e le sofferenze le vivono davvero, sempre, da tanti anni.
La tua storia non è solo bella, ben scritta e appassionante, ma fa anche riflettere e insegna, proprio come i grandi libri devono fare. Sono veramente fiera di te e del grandissimo lavoro che stai facendo, sei bravissima!
A presto, un abbraccio!
Abby
P.S. : Sì, mi sto riconciliando con Samuel... ma se dovesse far soffrire Margaret perché si innamora di Maryam mi arrabbierò di nuovo moltissimo con lui! XD XD XD XD

Recensore Master
17/02/21, ore 19:28

Ciao Vale, un capitolo meraviglioso nonostante le tematiche difficili da accettare che giustamente hai trattato e nonostante la paura che abbiamo provato per Chris, che nemmeno davanti a un talebano fanatico e armato riesce a trovare la forza di uccidere venendo meno ai suoi valori eroici, ed è stupendo che sia stato il disegno della figlia a salvarlo. Lei, che insieme a Kathe è ciò che lo spinge ad andare avanti, a farcela ogni giorno. 😍
Ti faccio i complimenti come sempre per le descrizioni, che siano geografiche, relative a una tipica atmosfera di guerra, dei sentimenti o delle tematiche culturali.
Qui vediamo un tema a me caro, una cosa che mi fa incazzare molto, cioè il modo in cui viene trattata la donna in posti come quelli.. Una cosa inaccettabile e inverosimile in passato, figuriamoci ai giorni nostri. Io spero che un giorno ci sarà uguaglianza sul serio ovunque o anche che le donne detangano il "potere" (passami il termine) perché io sono dell'idea che abbiano una marcia in più degli uomini, in tutto 😉
È stupendo come Chris e Gwen salvino quella donna e la facciano partorire (complimenti a Gwen!), allucinante come un uomo possa decidere per la sua vita... È stato il top Chris col marito, anche nell'andare a sincerarsi delle sue condizioni sebbene non lo meritasse una persona così ottusa e orribile. E bravissimo il nostro eroe anche per quello che dice al ragazzino, lui ha un cuore immenso. Ed è un esempio per tutti noi! 😁💪
Tu sei stata bravissima come sempre Vale, non mi dovrei stupire perché ormai ti conosco, ma ci tengo a dirtelo ancora una volta!
A presto!
Teo