Recensioni per
Ora, come allora
di Claireroxy

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/04/20, ore 12:43

Valutazione del contest Citazioni in cerca d'autore (Oscar edition)! – II edizione

Grammatica: 10/10

Perfetta!

Stile e lessico: 6/10
Lo stile di questo racconto è fondamentalmente diretto e lineare, impegnato a non perdersi in parole e figure retoriche, ma nell’andare dritto al punto e mostrare al lettore la scena esattamente com’è: nessun abbellimento, ma ciò che accade nudo e crudo. E per un testo che sceglie come cornice narrativa una guerra è sicuramente una scelta efficace, perché consente di visualizzare queste immagini pregne di paura e tensione senza alcun filtro.
Non è la prima volta che ti leggo e non è la prima volta che valuto una tua storia, e credo di poter dire – nel mio piccolo! – che questa caratteristica di presentare le scene per ciò che sono sia un po’ il tratto più peculiare del tuo stile.
Il tratto un po’ problematico di questo testo è a mio parere nella sua struttura: anche senza note, è chiaro che il blocco centrale sia un flashback – anche se a una primissima lettura il salto temporale non si coglie, è necessario inquadrare la situazione e rileggere –, il problema risiede nella sua gestione, che così com’è genera un po’ di confusione. Nel dettaglio, i nodi più problematici sono i seguenti:

• «Neville non percepiva più nulla, se non il suo respiro. Tutto il resto era silenzio, e non era più sicuro che esistesse qualcosa oltre a loro due. // "Sono Neville, mamma."»: Neville qui è chino su Alicia Spinnet, eppure si rivolge a lei con la frase evidenziata in grassetto, a seguito della quale c’è l’interlinea bianca – uno stacco visivo, quindi – e inizia il flashback. Il problema è che “sono Neville, mamma” è pronunciato nel presente del racconto, Neville lo dice ad Alicia, sembrerebbe quasi essere stato stordito da un incantesimo perché la sua battuta sembra suggerire che, più che un ricordo, sia vittima di un’allucinazione. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è quello di “accompagnare” il lettore nel flashback palesando il punto di snodo, ad esempio isolando in qualche modo quel “sono Neville, mamma”, così da renderlo un momento alieno sia al presente del racconto che al flashback, comunicando la svolta narrativa.

• «"Ed è questo che dobbiamo fare in questo momento. Io e te."»: questa è la battuta conclusiva del flashback e anche in questo caso c’è poca chiarezza. Non è chiaro chi sia a pronunciarla: appare troppo lucida per essere stata detta dalla madre o dal padre di Neville, e troppo adulta per appartenere a un bambino di otto anni. Essendo una frase cruciale, perché questo è riferito al sorridere e credere ancora che infonderà speranza in Neville, è un peccato che non si capisca quale personaggio la dica. Nel caso in cui, invece, sia da riferire al presente del racconto, allora non dovrebbe essere parte integrante del flashback.

Più in generale sul flashback, il consiglio è quello di segnalarlo visivamente in maniera più netta: le interlinee bianche lo isolano dalla narrazione principale, ma un lettore che si approccia per la prima volta al tuo testo è difficile che rintracci in quell’elemento visivo il passaggio da un livello temporale all’altro.
Ti riporto una situazione isolata:

• “Era una situazione a cui non poteva rimediare. Poteva solo provarci con quanto gli era davanti”: il significato di questa espressione non è chiarissimo a una prima lettura. Rileggendo è evidente che il “rimedio” identificato da Neville sia quello di soccorrere Alicia e in tal modo mostrare ai nemici di essere ancora compatti e pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro. Ma è una deduzione non immediata (ed è un peccato), anche perché la sintassi del periodo fatta di tutte principali non crea relazioni di interdipendenza a livello grammaticale, che è quel tipo di coesione interna in grado di suggerire a primo impatto anche la dipendenza di significato.

Arrivando al lessico, utilizzi un registro quotidiano, bene in linea con la struttura stilistica del racconto, riuscendo a essere coerente lungo tutto il testo e a collaborare all’atmosfera di immediatezza suggerita dalla sintassi lineare, che dà al testo un ritmo misurato dall’inizio alla fine.
Sono solo due le espressioni a mio avviso un po’ dubbie: una è “contorto sul letto”, riferito a Frank, che sembra suggerire che l’uomo sia sdraiato o seduto in una posizione innaturale, ma se così fosse dubito che un bambino di otto anni non ne sarebbe impressionato; l’altra è “ma si fosse dimenticato come parlare”, laddove “si fosse dimenticato” è colloquiale, è più corretto “avesse dimenticato”.
A parte queste due situazioni, non ho alcun appunto da fare!

Concludendo, stile e lessico del tuo racconto sono complessivamente buoni, ma vi sono quelle situazioni spiegate che rendono la struttura del testo un po’ confusa e ne penalizzano la comprensione, il che è un peccato perché l’idea alla base di questa struttura è molto bella e valida. Facendo una media dei pro e contro espressi, ho assegnato 6/10 in questo parametro.

Titolo: 5/5
Ora, come allora è un titolo in linea con la tua storia. Riferito com’è al protagonista, ne mette in evidenza il cuore del racconto, basato su questo tuffo nel passato dove si rievocano sensazioni in grado di dargli forza e di spingerlo a non arrendersi. Ponendo in relazione passato e presente riprende quindi l’aspetto stilistico del testo e in tal senso c’è una linea di continuità e coerenza. L’espressione è poi anche quella che chiude il racconto, a sottolineare come la forza di ora sia radicata in un allora, dove il protagonista ha imparato a rialzarsi e non arrendersi. 5/5.

Utilizzo del prompt: 5/10
Hai scelto il prompt Amava sorridere, lo reputava l’atto più coraggioso al mondo, inserendo l’elemento del sorriso rapportato al coraggio nel ricordo di Neville, dove vincendo la paura riesce a sorridere e a tramutare un episodio potenzialmente traumatizzante in un ricordo lieto – una sensazione radicata nel passato cui il Neville del presente si aggrappa e nel momento in cui vede Alicia rialzarsi capisce che si può ancora sperare. Il problema è che anche questo episodio si associa un po’ a fatica al prompt scelto, perché a essere centrale non è il sorriso come atto di coraggio, ma una forza radicata nel personaggio che lo spinge a reagire e a lottare ancora. Ho riletto la storia diverse volte, ma non sono riuscita a individuare un legame con la citazione tale da portarmi a dire che il testo sia ispirato a essa – se non avessi conosciuto la citazione scelta, avrei avuto anche difficoltà ad associare il racconto a quella giusta. Mi dispiace, ma per i motivi spiegati ho deciso di assegnare la metà del punteggio in questo parametro, quindi 5/10.

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 7/10
Nonostante la storia sia popolata da altri personaggi, l’unico realmente caratterizzato è Neville. Ad ogni modo, sia pure nella loro piccola apparizione, filtrata dal punto di vista del protagonista, sia i genitori che la nonna di Neville sono coerenti alle controparti cartacee: i primi assenti, che interagiscono in maniera goffa e distratta, la seconda estranea ai tentativi del bambino di comunicare con chi non può capirlo.
È una caratterizzazione, quella del protagonista, nel complesso riuscita, perché metti in evidenzia i tratti peculiari del personaggio: il coraggio, lo spirito di sacrificio, la maturazione, così come l’affetto imperituro per la propria famiglia. Molto significativo che il ricordo rievocato abbracci il momento in cui Neville ha convinto tutti di essere un mago, uno dei momenti fondamentali della sua vita nonché spettro di tutte le insicurezze che lo perseguiteranno nel corso della sua adolescenza, dove la vera presa di coscienza di sé si farà attendere un bel po’. Emerge, inoltre, nel presente del racconto la paura per ciò che lo circonda, il terrore di non riuscire a essere abbastanza, e in tal senso il testo rappresenta a meraviglia quelle che ragionevolmente sono le sensazioni di un ragazzo giovanissimo invischiato in una battaglia cruenta, dove il nemico sembra essere più forte di qualsiasi resistenza.
Il motivo per cui, malgrado i pregi detti, il punteggio non è superiore a 7/10 è il ruolo di Alicia Spinnet. Nel testo sottolinei che Neville “nemmeno la conosceva bene”, eppure il suo personaggio è introdotto da una frase che dice l’esatto contrario, ossia “Ma, con lei davanti, era difficile pensarlo” – che presuppone un grande coinvolgimento emotivo del protagonista, che letteralmente non capisce più niente quando vede Alicia ferita, al punto da lasciarsi risucchiare dai ricordi in un momento dove perdersi nella memoria può essere fatale –. In aggiunta, Neville si rivolge a lei dicendole “Sono io”, anche questa un’espressione che presuppone un rapporto di conoscenza e confidenza, mentre dalla saga possiamo dedurre che Alicia Spinnet – che ha la stessa età di Fred e George, e quindi è già diplomata all’epoca del settimo volume – conoscesse Neville solo perché intravisto in Sala Comune o alle lezioni dell’ES.
Se anziché “Alicia Spinnet” ci fosse stato un personaggio senza nome, la resa di Neville vacillante e sperduto dinanzi alle brutture della guerra sarebbe stata perfetta, perché interamente concentrata su di lui. Invece il fatto che questo personaggio abbia nome e cognome e che nel contesto della storia ricopra un ruolo così importante (proprio perché suscita una forte reazione nel protagonista) non può fare altro che indurre a chiedersi quale legame ci sia tra i due, spostando di fatto l’attenzione da “reazione dinanzi al dolore” a “reazione dinanzi ad Alicia sofferente” – non fornendo il testo alcuna risposta in merito a questo legame e a questa reazione, la caratterizzazione del protagonista ne risente inevitabilmente.
Al di là di questo dettaglio, come detto, Neville è ben caratterizzato, motivo per cui il punteggio resta alto!

Totale: 33/45

Recensore Veterano
05/04/20, ore 19:25

Bella e triste al tempo stesso. I genitori di Neville hanno subito un destino peggiore della morte, come dice Sirius.
E sì, Neville è un personaggio fin troppo sottovalutato