Primo Posto
Ci saremmo comunque incontrati sul fondo del lago
Premio “Poesia leggera” per lo stile che ha saputo accompagnare meglio storia e personaggi
di Blackjessamine
Grammatica: 5/5
Non ho trovato errori grammaticali né di sintassi. Complimenti.
Stile: 20/20
Lo stile è equilibrato, ricco e maturo. A prescindere dal narratore e dal tono che hai adoperato, è la sua forma curata ed esperta che voglio innanzitutto lodare. È uno stile elegante, così semplice da risultato disarmante. E talmente scorrevole che pare scivolare nella mente di chi legge e riempirla di immagini ed emozioni. Complimenti davvero.
Le espressività del testo non passa da frasi contorte o figure retoriche ammorbanti, ma da espressioni semplici e personali (come ad esempio “per me è il più bello al mondo”) che si uniscono a espressioni raffinate (esempio “Ottery St. Catchpole è un tripudio di brezze gentili e cieli così azzurri che un poco feriscono lo
Sguardo).
Ci sono frasi che sanno ferire, che usano la bellezza per farlo. Questo impregna ogni singola parola e immagine di una malinconia naturale, intrinseca nella sua forma, atta a esaltare e ad amalgamarsi con la malinconia della scena e con quella che prova il personaggio protagonista. Forma, atmosfera e personaggi sono un tutt’uno di sentimenti e sensazioni. Inoltre, le emozioni sono tutte improntate alla sfera romantica, così come il dolore, la sorpresa, la dolcezza. Entrambi i generi – ed è questa la potenza di questo stile – non sono solo raccontati, ma espressi attraverso lo stile. Davvero un ottimo lavoro.
Il tono narrativo è supportato da un uso ineccepibile della punteggiatura. Essendo un narratore in prima persona – e quindi un personaggio delicato, molto femminile, ma comunque non debole, che vive le emozioni appieno e allo stesso tempo sa essere tenace nelle sue opinioni – ho condiviso appieno la scelta di una punteggiatura semplice, che non giocasse su contrasti forti (come avresti fatto utilizzando parentetiche) ma che accompagnasse il flusso di pensieri con scorrevolezza, giocando con un tono dolce, romantico, ma anche malinconico. Così come ho apprezzato il fatto che, anche laddove il costrutto della frase potesse accettarlo, tu non abbia ammorbato il periodo di frequenti pause, spezzandolo troppo. Quindi è stata ottima la scelta di adoperare periodi più o meno lunghi, ben articolati, caratterizzati soprattutto dalla versatilità dei costrutti e degli espedienti narrativi. Ecco che la prima drabble è caratterizzata da coordinate, ma anche da una subordinata spezzata e da una ripetizione – tra l’altro, ho apprezzato il modo in cui hai evitato di ripetere per tre volte il verbo “volare” ma con raffinatezza hai saputo variare l’espediente della ripetizione “coniugando” il verbo come sostantivo e quindi modificando appunto il costrutto della frase, ponendo come soggetto e protagonista la condivisione del volo e non più solo il volare in sé: l’immagine, così, è densa di romanticismo.
- Volare al tramonto per me è sempre stato come scivolare in una carezza → In questa prima drabble spicca anche l’incipit e questa bellissima similitudine dove ancora una volta è il gioco di parole tra il verbo “volare” e “scivolare” che ne enfatizzano la raffinatezza. La prima è praticamente compresa nella seconda, ma il loro significato è quasi in antitesi, dove il primo ti dà l’idea di salire, mentre il secondo quello di andare giù.
Nella seconda drabble spiccano le due relative – una oggettiva e l’altra soggettiva, altro appunto di versatilità – che aggiungono dettagli e cura all’atmosfera e concorrono ad arricchire la scena, nonché il godimento del momento per il lettore.
- Ci sono urla e schiamazzi, risate e grida arrochite attorno a noi, ma io non sento niente. → La formulazione impersonale della frase enfatizza la poca importanza che Cho dà a questi particolari.
La terza, infine, riesce ad ammantarsi di una nostalgia struggente, di una malinconia che lega le tre drabble della raccolta. A raffinarne la forma, concorre sia l’anafora a cui affidi il finale, sia il gioco di suono tra “sgorgare” e “scorgo” nel finale che rende musicale il passaggio tra una frase e l’altra, creando una sorta di catena e quindi scorrevolezza del testo. Il finale dovrebbe essere quasi indipendente, avere una forza tutta propria, ma questo gioco di suono lo lega come un filo tiene il palloncino ancorato al polso di un bambino.
L’ho già accennato, ma lo ribadisco: hai fatto un uso pieno e consapevole della prima persona narrante. La “voce” del narratore è la voce di Cho, hai saputo rendere praticamente indistinguibile le due figure: il narratore – e quindi Cho – si concentrano sulle sensazioni “belle” ma anche tristi, su particolari leggeri, eleganti, che ben si adattano a un personaggio emotivo e romantico come Cho, oppure gioca di contrasto come nella seconda drabble. Il tempo presente, poi, ti permette di rendere ogni emozioni più vicina al lettore, rendendolo spettatore diretto delle scene.
Il lessico è semplice, ma non per questo risulta inespressivo o vuoto. Il registro è sicuramente medio-basso, adatto a un narratore in prima persona che vuole dare alla storia un tocco prettamente personale e introspettivo, dove sono le sensazioni e le preferenze del personaggio a farla da padrone. Ecco quindi che ricorrono alcuni termini, quasi volessi caratterizzare il registro linguistico del personaggio o impostare le sue sensazioni dando un senso di abitudine, come il già citato “volare” ma anche “sorpresa”; o la formula “in quest’anno” rielaborata nell’ultima drabble in “quell’anno”, che dà alla prima un senso di vissuto appieno mentre nell’ultima un senso di estraneazione e distacco. Ciò nonostante, trovi il modo di inserire alcune figure retoriche davvero belle ma che allo stesso tempo non sono fini a se stesse. Anzi, scivolano nel flusso di pensieri con naturalezza, servendo al meglio la voce narrante ed esaltando la centralità dei personaggi.
Menzione speciale, oltre ad alcune già citate, va alla personificazione:
- L’estate fiorisce sfrontata, quell’anno → Il narratore sembra quasi accusare, ma senza acredine, l’estate, attribuendole una volontà lussuriosa e sicuramente indifferente alle pene di Cho o alla morte di Cedric.
In questo senso, il lessico è scelto con cura ed è mirato a creare diversi giochi nella mente del lettore. Per esempio, nella seconda drabble, dove termini come “putride” o “puzza di chiuso” in qualche modo hanno saputo evocare un’idea di morte e putrefazione che rimanda alla condizione finale di Cedric. In qualche modo, il lettore che sa, che conosce la trama, non può fare a meno di sentire addosso un senso profetico insinuarsi tra i due, solleticare i propri sensi e quelli di Cho.
In definitiva, questo è uno di quei casi in cui la semplicità ripaga e l’eleganza si nasconde nel modo in cui la si porta. Complimenti.
Sviluppo del tema: 14/15
Hai perfettamente carpito l’anima del contest: hai messo la coppia al centro di tutto e hai parlato di loro, del mondo in cui nasce e si perde il loro amore, ma soprattutto hai parlato dei sentimenti di Cho, portando il lettore letteralmente su nel cielo, facendogli toccare la felicità sorprendente che la coglie e poi lasciandolo cadere, sprofondare sottoterra, nella perdita. Il contrasto di sensazioni tra le prime due drabble e l’ultima è davvero forte e ha un impatto duro, forse perché il momento dell’addio avviene fuori scena, ma allo stesso tempo intriso di un nostalgico romanticismo che mette i brividi, in particolar modo grazie al finale. E a tal proposito, ho dovuto assegnare una penalità in questa voce, perché in effetti il bando chiedeva di mostrare il momento dell’addio, mentre l’ultima drabble arriva un attimino dopo. Avrei potuto accettarlo se fosse stata la prima volta che Cho andava a depositare i fiori, perché tecnicamente lei un addio non gliel’ha potuto dare e quindi si sarebbe in qualche modo configurato in quella visita alla tomba, ma il senso di abitudine che è trasparso ha fatto intendere perfettamente la perdita, ma non c’era esattamente l’addio in sé. Ecco, è più una sensazione, temo, che non riuscirò mai a spiegare del tutto, ma diciamo che l’attimo è stato sfiorato ma non centrato.
Per quanto riguarda il momento della rivelazione c’è ed è ben strutturato in due fasi: la prima è quella in cui un sentimento si affaccia accanto a Cho; la seconda è quando Cho si sorprende a dargli tanta profondità. Ed è proprio l’attenzione che poni su quel “mi sorprendo a sussurrare” che riesce a donare al momento un’intensità e un’idea di bellezza e leggerezza al contempo che emozionano e affascinano. L’amore che proponi è quello spensierato, quello dolce, romantico, quasi un amore perfetto, che brucia solo come i primi amori innocenti sanno fare; ed è proprio questo senso di perfezione e di affinità che sembra unire i due personaggi a rendere il momento della morte di Cedric ancora più forte, un’eco sordo che aleggia in quel “colore sulla pietra sin troppo chiara è come una ferita da cui il sangue non può sgorgare”.
Titolo, Introduzione e impaginazione: 5/5
La prima cosa che voglio lodare è la scelta di un titolo che esprime contemporaneamente gli stessi generi che impregnano la storia: il romanticismo e la malinconia. È un titolo che ha una doppia eco ed è proprio quel “comunque” che riesce a dargli un senso di incisività. È come sentire qualcuno che dice “non importa quello che è accaduto, quello che accadrà. Noi siamo fatti l’uno per l’altra e lo saremo sempre, anche nella prossima vita”. È un titolo che sa riassumere un’idea più ampia, una sensazione più profonda e complessa che va al di là delle singole parole. È un titolo che si arrotonda e trasmette dolcezza proprio grazie all’allitterazione della “c” che si ferma un attimo prima della parte finale, dove “sul fondo del lago” annienta questo senso in un gelo, in qualcosa che trasuda freddo e oscurità, un’oscurità che può essere viva, piena di colori, di giochi di luce con l’acqua, oppure densa di morte.
A colpire è il fatto che il titolo sia anche l’unico dialogo presente nella flash. Il titolo quindi diventa non solo emblema della storia, ma sembra l’eco della voce di Cho, quasi un fantasma che esce dalla pagina e ricorda. Inoltre, trovo potente il fatto che sia proprio la frase centrale della raccolta e anche quella che segna la fine prima del “dopo”.
L’introduzione è particolare, nel senso che di solito per essere completa un’introduzione presenta contesto, atmosfera e personaggi, ancora meglio se si trova lo spazio per inserire una breve citazione della storia per farla “assaggiare” all’aspirante lettore del nostro componimento. Ma tu hai limitato l’introduzione ha qualcosa di astratto, senza attaccarti troppo alla trama, al fandom o ai personaggi. Hai presentato, invece, l’amore – che è in effetti il fulcro che lega ogni ingranaggio di questa storia (stile, personaggi, trama, titolo) – e ne hai subito chiarito il taglio, intonando persino le parole dell’introduzione di malinconia, di perdita. A suo modo – una maniera davvero vincente – l’introduzione attrae, non lascia vie di fuga. Il lettore che non sta a guardare personaggi o contesto, ma che cerca un’emozione, non rimarrà affatto deluso.
L’impaginazione non potrebbe essere più semplice, ma è ordinata. Non guarda a dare un’impostazione stilistica, non si dà come obiettivo quello di accompagnare esteticamente un’espediente retorico o narrativo; segue semplicemente il ritmo della storia, lascia parlare il testo, dando al lettore un senso di pulizia che non lo distragga dal contenuto. Un lavoro che io reputo coerente con la forza lasciata tutta nelle mani delle emozioni.
Caratterizzazione dei personaggi: 20/20
Seppure sia presente in due delle tre drabble, la prima persona rilega Cedric leggermente ai margini. Ti faccio notare questo, perché è particolare il modo in cui lo caratterizzi: attraverso un gesto, che diventa quasi un simbolo della sua premura e dolcezza, e le emozioni che suscita in Cho. Sembrano, in quest’atmosfera molto romantica, essere anime affini. Nonostante, quindi, il taglio della storia non gli permetta di essere un personaggio attivo, protagonista, Cedric è comunque ben caratterizzato e, soprattutto, IC. Sono i gesti semplici a caratterizzarlo, come il sorriso che le rivolge, o il gesto gentile e premuroso ma anche tenero che le riserva nello scostarle i capelli. Tutto questo esalta la sua anima sensibile, di ragazzo genuino. Ho apprezzato il modo in cui egli sia una presenza leggera, mai invadente o predominante, nella vita di Cho. La sfiora, le scivola accanto, e senza che lei se ne renda conto diventa fondamentale.
Il fatto che Cho sia la cosa più importante per Cedric dà profondità alla forza del suo amore, diventa manifesto della sua anima gentile, pura, onesta. Cedric, come sappiamo, è un ragazzo che dà molta importanza alla parità e all’amicizia, è il tipo di persona che si dà con naturalezza agli altri, ama la condivisione, la compagnia, e quindi la “condivisione del volo” è sì romantico, ma fa trasparire anche questo suo aspetto, non solo quindi da parte di Cho. È qualcosa che ama anche lui. Così come “mi strappa un bacio” gli dona un’esuberanza e una gioia che sono proprie del personaggio secondo me, insieme alla sua sensibilità e al suo senso di fedeltà. Finché Cedric è vivo, il POV è influenzato dalla sua presenza nobile e altruista. È una presenza positiva che in qualche modo si fa sentire ancora di più nella terza drabble, dove il ricordo che lascia addosso è quello di un’estrema dolcezza, di una carezza tra i capelli. La sua morta sembra risucchiare tutta la gioia del mondo.
Cho, invece, ha una caratterizzazione più esplicita. Lei è protagonista e su di lei è possibile vedere gli effetti dell’amore; inoltre, i suoi pensieri sanno rendere le varie sfumature, cosicché sono i dettagli a darle profondità:
- Ombre lunghe e bagliori dorati → Il “dorato” rimanda al suo gusto per le cose belle, eleganti, romantiche. Ho fatto quest’associazione con il “caffe” dove porta Harry al loro primo appuntamento, quel posto che per lui era troppo, ma che ben si addice a Cho.
- ma ora è campione → Hai trovato il modo di caratterizzare anche la sua attrazione per i tipi belli e bravi. Quella preferenza per le attenzione, il successo, la fama forse.
Cho è un personaggio delicato, romantico, questo la fa apparire frivola. Hai caratterizzato la sua indole dolce, ma anche la sua forza, il suo essere decisa attraverso il volo, questo amore per la libertà e la spensieratezza. È il tipo di persona che guarda all’amore, che ama vivere nelle gioie del romanticismo, ci si lascia proprio avvolgere. Ho apprezzato però che tu non ti sia limitata alla parte più “leggera” ma che abbia dato corpo anche alla profondità, a quella sorpresa nel capire che anche lei tiene tantissimo a Cedric, e non solo all’idea dell’essere amata. Questo ti permette di “giustificare” il turbamento e la mancanza che si percepiscono nell’ultima drabble.
Cho è un personaggio sensibile, Harry si lamenta sempre che piange per ogni cosa. Ma qui, senza che qualcuno commenti questo suo tratto, tu riesci a delinearlo con dolcezza, esaltandolo per il suo aspetto più naturale, delicato. Per Cho è normale piangere, è un tratto che fa parte di lei, quindi ne parla in misura di quanto inficia i suoi passi. Cho mostra apertamente i suoi sentimenti, si lascia manovrare da essi.
- Ho portato un mazzo di fiori, ma quella macchia di colore sulla pietra sin troppo chiara è come una ferita da cui il sangue non può sgorgare. → Qui si percepisce perfettamente il suo senso di inadeguatezza, l’incapacità di trovare un modo giusto per affrontare quel che prova. Non sentirsi all’altezza della situazione, quasi non capirla del tutto. Si sente anche la sua impotenza e la sua solitudine nei confronti di una perdita che è avvenuta troppo presto, e la sorprende giovane e inesperta.
Le battute finali sono perfette e sono talmente nel personaggio che in qualche modo riescono a giustificare il “dopo” (quando si mette con Harry, giustifica quanto la vediamo fare nel quinto libro). Lei ha bisogno di sentirsi amata, va alla ricerca di quello che la faccia sentire di nuovo come l’ha fatta sentire Cedric.
Complimenti, non credo di riuscire ad aggiungere altro.
Gradimento personale: 5/5
Wow.
A parte che sulle ultime tre battute ho quasi pianto, devo assolutamente dirti che ho adorato la delicatezza del narratore, meglio, ho adorato la “voce” di Cho che racconta, che esprime, che rievoca.
Ho apprezzato anche che il nome di Cedric non venga fatto se non alla fine della prima drabble. In questo modo, visto che Cho nel quinto libro ha una storia anche con Harry, hai creato con quel “è sempre stato avversario, ma ora è campione” un doppio binario evocativo. Sicuramente la drabble non è ambigua, basta pensare al fatto che è ambientata al quarto anno, ma è la bravura di autrice che ti porta a inserire questo “dettaglio fuori trama” per gli appassionati del fandom. O quanto meno, io ho colto questo, e mi è piaciuto tantissimo, perché lo reputo un bellissimo tocco di classe.
Sinceramente, detto con molta franchezza, di questa coppia non mi importava molto. Vuoi perché i personaggi sono secondari o hanno vita breve, vuoi perché Harry Potter, per quanto abbia una trama complessa e intreccia la vita di diversi personaggi, l’unica storia che tratta è quella del protagonista, ma non ho mai riflettuto su loro due. L’ho sempre considerata una di quelle coppie “nate al liceo”. Insomma, non mi aspettavo chissà cosa e non mi interessava leggere di loro. È importante per me che tu lo sappia perché voglio farti capire quanta profondità e complessità tu sia riuscita a dare ai personaggi, leggendo tra le righe scritte dalla Rowling e presentando momenti originali ma che ben si incastrano nella trama originale. Non ci sono forzature, non si tratta di una tua interpretazione: leggendo, ho avuto la certezza che tu stessi semplicemente raccontando quello che la Rowling ha pensato ma che non ha scritto. Sono loro, e sono protagonisti. E credo che lo abbiamo persino meritato, perché la verità è che quei piccoli dettagli che potrebbero passare in sordina nell’insieme del fandom tu abbia saputo esaltarli, mostrandoli per quello che sono: sentimenti importanti, personaggi veri e degni di nota così come tutti gli altri. Fanno da sfondo ma hanno le loro vite, e quelle vite non ruotano tutte intorno a Harry Potter. Insomma sono indipendenti. Ok, adesso mi azzittisco con sta solfa, perché quando mi emoziono per qualcosa potrei andare avanti all’infinito a ripetere sempre le stesse cose. Scusami.
In questa voce posso anche dirti quando mi abbia colpito il fuori onda, quel silenzio della narrazione al momento della morte di Cedric: la narrazione infatti riprende il filo dopo la sua morte, in un momento imprecisato dell’estate, e mi ha gettato addosso l’incapacità di Cho di andare avanti, di affrontare la perdita con quella dolcezza nostalgica; invece ho percepito la sua mancanza, il vuoto che sente addosso e il profumo malinconico di ciò che non riesce a lasciar andare.
Grazie per avermi regalato una storia completa, che non manca di nulla, neanche di atmosfera né di trama. Avevo tolto questo parametro proprio perché, essendo un contest dedicato a flash e drabble, avevo paura che i partecipanti non fossero in grado di dare conto anche a questo aspetto senza penalizzare l’introspezione, quindi ho voluto eliminarlo per far sì che si concentrassero sui personaggi. Ma tu hai saputo ben bilanciare le parti, hai reso l’atmosfera serva della narrazione, e questo è un effetto che mi fa sempre sciogliere per la felicità. Grazie mille.
Ultima cosa, amo il modo in cui hai reso Cedric perfetto per lei, è stato proprio l’incastro perfetto tra le loro anime a darmi maggiormente il dolore per la loro separazione. Da lettore, non ho potuto fare a meno di disperarmi per la fine di questo amore così puro e bello e romantico. Le cose belle feriscono più delle cose brutte. Chapeau.
Punteggio: 69/70 |