Terzo posto
Dove non ci sono i lupi cattivi di Soul Shine
Titolo: 2/2
Lo trovo adatto alla storia. Dove non ci sono i lupi cattivi è a casa, che Aelita definisce “sua unica ancora di salvezza”. Ma è anche, e soprattutto, il posto speciale di cui parla Waldo nella seconda parte della storia.
Oltre a rispecchiare la storia, credo che possa incuriosire un eventuale lettore – agli amanti della serie fornisce anche un indizio in più, dato il collegamento abbastanza evidente con Aelita.
Non mi fa impazzire il font che hai scelto, ma questo è secondario.
Grammatica e stile: 7,5/10 [4,5+3]
“la illudevano di suoni”
Non mi risulta che il verbo illudere regga “di”, ma “su” e “con”. Nel caso specifico, la forma corretta è “la illudevano con suoni”. (-0,3)
“le lasciò una carezza tra i capelli scompigliati.”
Ho verificato i significati di “lasciare” sulla Treccani e ho cercato proprio l’espressione “lasciare una carezza”, ma non ho trovato nulla. Non sottraggo molto dal momento che il senso della frase è chiaro, ma mi sembra un uso improprio del termine: opterei per un più diretto “le carezzò i capelli…”, ma le possibilità sono varie. (-0,2)
In tutta onestà non sono riuscita ad apprezzare molto lo stile elaborato che hai adottato in questa storia: considerando il contenuto e soprattutto la protagonista, avrei preferito delle scelte un po’ più semplici. Non che non si possa cercare uno stile alto per una storia di bambini, ma questo – a meno che non ci sia una ragione specifica dipendente dai personaggi scelti – comporta un certo effetto. In questo caso, alcune scelte mi sono sembrate troppo, suscitandomi un effetto straniante.
Alcuni esempi sono: “guance arrossate dal tepore del pomeriggio primaverile” (tra l’altro, tepore non è la parola giusta per esprimere caldo, se era questa la tua intenzione: è un vocabolo associato a un’idea di ristoro, sa di confortevole) e “aria pregna di polline”, ma più che a singoli vocaboli mi riferisco un po’ in generale al tono della storia, soprattutto nella prima parte.
Un’altra scelta che ho trovato un po’ straniante, ma per motivi in un certo senso opposti, è la seguente: “col muso sporco di crema”. “Muso” si può, sì, usare per indicare il volto umano, ma in contesti generalmente spregianti o scherzosi. Me l’aspetterei magari in una storia comica, ma non è questo il caso.
Ho trovato invece l’uso della punteggiatura perlopiù corretto e anche un po’ variato. Non sono del tutto d’accordo giusto con i seguenti esempi:
“sembrava dimenticarsi della sua esistenza. Ma lei non si arrabbiava mai.” Un punto fermo mi sembra una pausa un po’ troppo forte, in questo caso.
“Lui ricambiò la stretta. “Sarà pieno di musica e pianoforti ovunque, te lo prometto.”
Ma Aelita, presa dalla sua improvvisa gioia da bambina, era troppo impegnata a perdere lo sguardo nella primavera che esplodeva fuori dalla finestra per accorgersi del lampo di dolore che attraversò gli occhi di suo padre.”
Qui in realtà non è tanto la punteggiatura il problema, ma quel ma iniziale: in generale non è consigliatissimo iniziare una frase con un’avversativa, ma non è questo il problema. Semplicemente, mi sembra che non c’entri molto; non vedo un legame che giustifichi un “ma” tra queste due frasi. Il padre di Aelita le rivolge una frase rassicurante, ma viene attraversato da un lampo di dolore che la figlia non scorge. Va benissimo, ma hai ribaltato l’ordine della frase: se avessi fatto prima presente il lampo di dolore e poi che Aelita non se ne avvede, mi sarebbe andato benissimo. Messo così invece, il valore avversativo del “ma” sembra più rivolto all’affermazione di Waldo Schaeffer.
Per me potresti o modificare più “drasticamente” l’ordine della frase, tipo: “Ma mentre lo diceva, un lampo di dolore attraversò i suoi occhi; Aelita, presa dalla sua improvvisa […]”.
Oppure, più semplicemente, sostituire il “ma” con una congiunzione copulativa: “E Aelita, […]”.
IC: 9,5/10
Ho trovato i tuoi personaggi molto convincenti, per lo più coerenti con gli originali.
C’è solo un aspetto che mi ha un po’ stonato, ovvero il fatto – su cui insisti abbastanza – di Waldo che a volte “si dimentica dell’esistenza” di Aelita. È vero che di lui sappiamo poco, ed evidentemente ne abbiamo una percezione diversa, ma mi sembra che uno dei pochissimi tratti canonici d questo personaggio sia proprio l’immenso amore per la figlia – non credo che potrebbe mai “dimenticare la sua esistenza” (o darne l’impressione), soprattutto non dopo aver perso la moglie.
C’è inoltre una piccolissima imprecisione riguardo ad Aelita, stando almeno a quanto ho trovato: fai riferimento al suo andare a scuola, ma lei non la frequentava, studiava da autodidatta (con suo padre, immagino). Questo ovviamente è un dettaglio che non conta ai fini della valutazione, ma mi sembrava corretto fartelo presente.
Per il resto, l’IC è rispettato: ho apprezzato molto i vari riferimenti alla serie (ho appositamente riguardato alcuni episodi), a partire dall’approfondimento dell’associazione lupi cattivi/uomini in nero arrivando a Waldo che suona il piano e talvolta le insegna (Ascolta, Aelita, la musica è matematica…). Davvero, l’idea stessa della storia – ovvero l’origine dei “lupi cattivi” che (in un primo momento) popoleranno le visioni di Aelita al posto degli uomini in nero – è stata davvero interessante, e così anche l’idea di legare musica e lupi (in opposizione), due elementi molto importanti per Aelita.
Il riferimento al fatto che Aelita da grande voglia fare la pianista, per quanto legato più che altro al fatto che suo padre suona il piano, è interessante pensando all’interesse che dimostra per la musica più avanti nella serie, sebbene lì questo prenda una piega ben diversa.
Resa bambini: 3/3
La resa della piccola Aelita, con il timore infantile (ma non poi così tanto, come sappiamo) dei lupi cattivi nel bosco e la passione per il gelato, mi ha convinta. I dialoghi sono ottimi, “semplici” al punto giusto.
Nel mondo di Aelita ci sono i lupi cattivi contro cui combatte il padre e c’è la musica per tenerli lontani; nel momento in cui il padre le dice che la porterà in un posto speciale dove vivranno per sempre, la sua prima preoccupazione è per la presenza dei gelati. Sì, questa resa mi è proprio piaciuta; peccato per il tono alto della narrazione che un po’ stride con tutto ciò.
Bonus: 2/2
Per Code Lyoko avevo specificato un solo personaggio, Aelita, e l’ho decisamente avuta.
Totale: 24/27 |