Recensioni per
Tu, musica per me
di Mari Lace

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
16/05/20, ore 23:18

QUARTA CLASSIFICATA
Lita_EFP, "Tu, musica per me"
Con 40/45


Grammatica, lessico e stile:

Uno stile molto pulito, scorrevole, che non risulta in alcun modo pesante e che allo stesso tempo è abbastanza alto da adattarsi perfettamente all’ambientazione della storia — uno più basso, con termini anche di poco meno ricercati, sarebbe forse risultato un pelo fuori luogo, perciò ho apprezzato molto questa scelta.
… Magari è il tuo solito stile, eh, ma comunque qua è stato un dettaglio vincente.
Non ho molto da dire perché, davvero, il testo scivola davanti agli occhi con una semplicità invidiabile.
Non posso che darti il massimo.

5 / 5


Uso della citazione/tempo/prompt:

Il prompt “prima volta” può essere applicato a ogni tipo di Soulmate AU o quasi, visto che il primo incontro è di solito quello decisivo, quello che mostra al personaggio A che B è l’anima gemella.
In questo caso, ho apprezzato che non si veda solo alla fine della storia, in quel “gli mancano le parole, per la prima volta da quando può udirle” — frase che mi ha dato i brividi —, ma che si percepisca già all’inizio, nel sentire la propria voce e vedere il mondo riempirsi di musica. Non solo; il fatto che avesse già tali capacità musicali, donate da un dio in persona, e che però non potesse goderne, non fa che rafforzare questa prima volta e forse anche un senso di sollievo — Apollo, dopotutto, non stava cercando di schernirlo.
Che il primo suono che sente sia la voce di Euridice non è scontato — ho letto un sacco di storie in cui il protagonista capisce di aver incontrato l’anima gemella perché all’improvviso sente i rumori della strada e si terrorizza. Così invece risulta più romantico e fa quasi pensare “era destino”.
Il prompt è stato evidenziato bene, quindi, anche se non in una maniera originalissima; come ho spiegato, però, in queste storie qualche cliché funziona e, soprattutto, con un prompt del genere non mi sarei aspettata nulla di diverso.
Era perfettamente in linea con l’idea che mi ero fatta scrivendolo.

10 / 10


Trama:

La storia ti trascina al suo interno già dalla prima frase, quella mezza accusa ad Apollo che ti lascia a chiederti cosa stia accadendo. Quel “non sente nulla, non ha mai sentito nulla” è di impatto e segue fedelmente la nozione “attrai il lettore nelle prime righe”, perciò ti faccio i miei complimenti.
La trama è semplice, lineare, e non prevede che una conoscenza di base della mitologia greca; tu stessa spieghi quei dettagli che qualcuno poco ferrato potrebbe non cogliere (es. “i racconti delle Muse, divine sorelle di sua madre”), ed è una strategia che approvo, perché non allontani il lettore. Mi spiego meglio: sarebbe stato un peccato se si fosse trasformata in una di quelle storie in cui avresti bisogno delle note a fine pagina per seguire la trama, stile libro di scuola, perché quando qualcosa è troppo complicato da seguire finisce per allontanare molte persone. Qui invece gestisci bene la situazione.
Non solo, nomini il protagonista appena dopo diversi paragrafi, ma le nozioni che dissemini prima già forniscono indizi sull’identità — appunto la madre Musa, la lira/dono di Apollo ecc…
La trama, come ho detto, è semplice, di una delicatezza unica e toccante; la scena in cui i loro sguardi si incrociano commuove, con quel non avere le parole proprio ora che potrebbe sentirle — bel dettaglio, perché l’ironia della situazione intristisce ma, allo stesso tempo, ricorda che la vita ogni tanto va così. Anche “una promessa d’amore eterno che non necessita di parole per essere spiegata”, di nuovo un riferimento al suono e all’udito. Davvero ben fatto.
Ti tolgo quei due punticini perché, e lo spiegherò meglio nella nota “gradimento personale”, avrei apprezzato la storia si spingesse un po’ oltre. Mi è sembrata estremamente equilibrata e allo stesso tempo poco approfondita.
Comunque un ottimo lavoro.

8 / 10


Caratterizzazione dei personaggi:

Euridice non posso davvero giudicarla, perché non solo non ne vedo i pensieri, ma non ne leggo neanche le parole. È un personaggio che posso capire solo attraverso il linguaggio del corpo/non verbale, il suo sorriso, il modo in cui Orfeo è attratto da lei e dalla sua voce, che è la prima cosa che sente. Mi è dispiaciuto non sapere cos’abbia detto, mi è sembrato quasi mancasse un pezzetto — anche se mi rendo conto che le prime parole non fossero il tipo di AU da te scelto.
Comunque la vediamo piangere, stringere la mano di Orfeo, respirare a fatica. Pur non trattandola in modo approfondito, sono riuscita a cogliere la sua emozione… Quella di entrambi, a dire il vero.
Attraverso la mente di Orfeo il lettore può farsi un’idea un po’ più precisa del tipo di vita che ha avuto, di come il dono di Apollo sia bellissimo e allo stesso tempo quasi una tortura, un “guardare, ma non toccare” che qua si trasforma in un “suonare, ma non sentire”. Mi è piaciuto molto, così come il fatto che lui non parli proprio, che sia a corto di parole. Ironico, visto che finalmente può sentirsi e, soprattutto, la sua anima gemella è di fronte a lui.
Il modo in cui bacia Euridice, infine, è toccante; so come finisce il mito, so quanto è triste, e quindi da un lato si crea una specie di bolla in cui, in quel momento, tutto va bene, e allo stesso tempo mi piange il cuore all’idea di cosa li aspetta.

10 / 10


Gradimento personale:

La storia mi è piaciuta, perché ho sempre adorato la mitologia, in particolare quella greca, e il tuo stile vi si addice così bene da farmi sentire catapultata lì. Molto bello anche il titolo; racchiude in sé una dolcezza che ritroviamo in tutta la flashfic.
All’inizio, sarò sincera, non avevo pensato al mito di Orfeo, tanto da chiedermi quale fosse il dono di Apollo. È come se, nel leggere i personaggi, il cervello non avesse collegato il nome al mito, e solo quando hai menzionato la lira mi si è accesa la lampadina, diciamo così.
A quel punto ho finalmente accostato Orfeo all’AU da te scelto. Subito mi sono intristita, non tanto per la disperazione del suonare e non poter ascoltare la propria musica, ma piuttosto per il mito stesso: di come Euridice, seguendo Orfeo fuori dall’Ade, lo chiami più e più volte perché lui la guardi. Mi immaginavo un Orfeo che prima non avrebbe neanche sentito quei lamenti e invece ora ci riesce, ed è proprio questo a segnare la sua disfatta… Tra l’altro la situazione sarebbe stata abbastanza in linea con il modo degli dei di giocare con la vita degli umani, senza davvero preoccuparsi delle conseguenze.
Ecco, fossi in te avrei continuato la storia per spingere anche su quel versante — terminando, però, con loro che si rincontrano nei Campi Elisi per seguire l’obbligo di happy ending del contest.
Per quanto la storia mi sia piaciuta, infatti, mi è sembrata un po’ breve — c’è qualche riga di spiegazione del passato, il cambio da silenzio a suono e la prima interazione con l’anima gemella in poche righe. Sembra manchi qualcosa, un po’ di “mordente”, e allo stesso tempo, guardando la tua storia, capisco perché tu abbia pensato di non espanderla. Mantiene bene l’atmosfera mitologica e per questo ti faccio i complimenti; solo sarebbe stato bello un passo successivo.

7 / 10



TOTALE: 40 / 45

Recensore Master
02/05/20, ore 20:47

Ciao Mari, eccomi a leggere finalmente anche la tua seconda "soulmate" - quella nata per caso, ma che tira in ballo invece il piuttosto il fato!
La mitologia ha sempre il suo fascino, e diciamolo chiaro: sono poche le coppie a cui riesco ad attribuire l'idea della Soulmate AU dei suoni meglio di questa! Orfeo è un musicista e rivedere il suo ruolo e il suo dono in quest'ottica nuova assume un valore incredibile. Suona, anche se non sente. Suona, finchè non sente. E quel momento non può che coincidere con la visione di Euridice, quando curiosamente però l'udito smette di avere così importanza: le Muse stesse prestano orecchio alla sua melodia – lui ha occhi solo per la donna. Questa frase con l'opposizione che implica mi ha colpito tantissimo, così come quest'altra: Gli mancano le parole, per la prima volta da quando può udirle.
Hai giocato benissimo in questo AU, narrando la parte di riconoscimento di questa coppia piuttosto che quella più nota (ossia l'inevitabile angst che seguirà), e seguendo come scelta narrativa quella puramente narrativa che è propria della fiaba e del mito.
Bellissima e delicata. Complimenti, questo contest ti ha fatto fruttare delle idee incredibili!!
Un bacio carissima e alla prossima <3