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Back to Home
di Flos Ignis

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
17/05/20, ore 01:32
Cap. 1:

SETTIMA CLASSIFICATA
Fiore di Cenere, "Back to Home"
Con 37/45

Grammatica, lessico e stile:

Purtroppo ci sono problemi non indifferenti.
> “-La fase di atterraggio…” manca uno spazio tra la lineetta e l’articolo. Questo errore compare spesso, come "cosa che aveva fatto alla fine-” e -anche fisicamente”, “entrambi a terra-” ecc… Ed è così anche nei discorsi diretti. Inoltre la lineetta dovrebbe essere doppia (—) e non singola (-) per gli incisi.
> “Con nella sua memoria ricordi indelebili” secondo me il “sua” non serve, ma la considero una scelta di stile e quindi non lo valuto un errore.
> “La sua curiosità e una buona dose di spirito d'avventura l'avevano reso un vagabondo piuttosto a lungo ed era contento di avere un lavoro che potesse svolgere da ogni parte del mondo, questo gli aveva concesso un agio che molti non potevano permettersi”. Prima di “Questo” avrei messo un punto, per dividere le due frasi, o un punto e virgola.
Stessa cosa dopo il “perché” di “Ma da qualche parte, tra le dune del freddo deserto del Gobi e i templi tibetani, aveva avuto il sentore di dover tornare indietro e aveva sempre seguito il suo istinto, perché iniziare a fare diversamente alla bellezza di ventotto anni?”
> Quando spieghi che Catarina non può andare a prenderlo all’aeroporto ripeti “perciò” due volte (in due frasi diverse); non è troppo fastidioso, ma due frasi con la stessa struttura appesantiscono un po’ la lettura.
> “Da tempo aveva rinunciato a trovare il vero amore, l'ultima sua relazione era finita con Camille, con cui intratteneva una relazione da quasi due anni, che varcava la soglia del suo appartamento per non metterci mai più piede, facendo…” le frasi vanno separate, così sono sconnesse; inoltre ci sono troppe subordinate. Già solo un punto dopo “amore” avrebbe semplificato la lettura. “Relazione” è ripetuto due volte.
Avresti potuto scriverla in un modo simile a questo: “Da tempo aveva rinunciato a trovare il vero amore. La sua ultima relazione era finita, dopo quasi due anni, con Camille che varcava la soglia dell’appartamento…”
> “Camille però era stata diversa: aveva compreso molto prima della loro reale rottura che la crudele modella dagli occhi di ghiaccio non sarebbe stata la donna della sua vita: da quella…” a parte l’utilizzo doppio dei due punti, c’è un problema di soggetto. Nella prima frase lo è Camille, così dopo i due punti ci si aspetta che il soggetto sottinteso sia lei, mentre è Magnus.
> “Ma questo, l'aveva capito troppo tardi, quando ormai era completamente incastrato nella sua rete.” Non avrei messo la virgola tra “questo" e “l’aveva”, però te la passo come scelta stilistica.
> Ci sono varie situazioni in cui ripeti il “ma”. Ad esempio: “Ma non lo era mai. E ora si trovava di nuovo in America, un po' più rassegnato ma…” e l'hai usato anche tre frasi prima. “Si mise in moto una serie di circostanze alquanto ridicole, ma sono sempre” + “Ma Magnus Bane” ecc… Appesantisce la lettura.
> "Si mise a riflettere sul modo migliore per convincere Catarina ad accompagnarlo in qualche locale per ballare quella sera, magari avrebbe aspettato di farla bere un po' per farle ammorbidire […]… quando si mise in moto” avrei messo un punto e virgola anziché la virgola, tra “sera” e “magari”, perché le due frasi risultano sconnesse e il tutto è troppo lungo. I tre puntini a fine frase, poi, stonano un po’ con il verbo. Avrei sostituito il “mise” con “stava riflettendo”, anche perché così c’è la ripetizione “si mise a riflettere” e “si mise in moto”.
> “Alla scoperta di quella parte di sè” -> sé.
> “Facendo cadere entrambi a terra- aveva la forma di un giovane uomo, ma il reporter non riusciva a capire altro, dato che aveva sbattuto la testa per terra”, ripetizione della parola “terra” (mi viene in mente “pavimento” come possibile sostituzione).
> “Magnus ebbe un brivido involontario, quella era una zona piuttosto sensibile del suo corpo.” Anche qui, o due frasi diverse (separate tra “involontario” e “quella”), o qualcosa di più forte di una virgola, oppure volendo anche un “perché”.
> “perché, che Versace…” svista, manca la maiuscola a inizio frase.
> “tentanto” -> tentando.
> “L'istinto di fuggire era evidente nei suoi bellissimi occhi, nonostante fosse evidente”, ripetizione di “evidente”.
> “Dopodichè” -> dopodiché.
Inoltre quando scrivi un discorso diretto il trattino finale lo devi mettere solo se poi il testo va avanti (es. con un “disse Magnus”), se no basta quello di apertura.
Non ti tolgo punti per ogni errore, perché ho deciso di dare una votazione in generale alla grammatica della storia — che tra l’altro è la voce minore in tutta la griglia —, ma spero tu capisca che non posso proprio darti di più. Alcuni errori possono essere di distrazione, come una maiuscola mancata o una lettera sbagliata, ma altri sono ripetuti troppe volte per esserlo.

1 / 5


Uso della citazione/tempo/prompt:

Quando Magnus e Alec si incontrano — o dovrei dire scontrano? — mi aspettavo di sentire subito la frase da te scelta e sono stata piacevolmente sorpresa nel notare che è necessario attendere ancora un po’. Ben fatto per il build-up.
Magnus guarda Alec e pensa al suo collo bianco da marchiare, a quell’accenno di tatuaggio che intravede sotto il maglione, alle labbra carnose, agli occhi ecc… Questo aumenta il build-up alla scena clue, oltre a presentarci un personaggio di cui (in teoria) ancora non sappiamo il nome, e giustifica la frase da te scelta.
Devo dire che, essendo inizialmente il punto di vista di Magnus, mi aspettavo che la citazione fosse il suo, di tatuaggio, e non la frase che avrebbe pronunciato. Inaspettato, ma apprezzato! Mi ha davvero sorpresa, cosa che non credevo possibile, conoscendo sia le parole che la coppia. Complimenti!
Poi, beh, sono al 100 % d’accordo con Magnus.
Non avevo previsto una simile risposta, se posso essere sincera, visto il rifiuto a cui si stava preparando Alec. Mi aspettavo una frase diversa, sì, e me la giustifichi con il fatto che non stia davvero pensando alle proprie parole, quindi non stona… Ma non la trovo del tutto adatta. Credevo sarebbe stata una risposta più intensa, ecco. Tuttavia valuto l’uso della citazione scelta, perciò questa scelta personale non intacca il voto.

10 / 10


Trama:

Già l’inizio, il ritorno a casa dopo un lungo periodo in giro per il mondo, mi aveva conquistata. Sarà che dopo l’Erasmus mi sono sentita un po’ come lui, nell’annusare l’aria di quella che doveva essere casa e che era invece estranea, con nella testa mille ricordi indelebili.
È stato bello vedere come questo istinto “inspiegabile” — se io vivessi in un mondo con le anime gemelle crederei a qualsiasi cosa di vagamente magico, ma sono io ahah — cambi subito la situazione; riuscivo quasi a sentire la sua stessa aspettativa. Ben fatto!
La presenza di Camille me l’aspettavo e sono contenta che sia stata cacciata fuori dalla vita di Magnus; mi è piaciuto il modo, il trovare le pasticche e capire la pericolosità di quel giro di amicizie e più in generale di quella vita. Ho esultato, nel vederla andar via.
Anche l’accenno a Catarina è un bel tocco, quasi un cameo dedicato a chi conosce bene la storia e i personaggi, e che però non disturba chi non si ricorda di lei.
L’arrivo di Alec, poi, mi ha fatta ridacchiare come una bambina, soprattutto per come si trovano. Il fato aveva deciso di farli letteralmente scontrare.
Quel “lo tsunami che mi ha appena investito è davvero bellissimo” non ha fatto che aumentare il livello di adorabililità — passami il termine — della scena.
In questo genere di storie, dopotutto, l’incontro è fondamentale e tu l’hai gestito bene. Non è immediato, qui, c’è un po’ di aspettativa; l’attesa si sente da quando smonta dall’aereo e rimane attraverso i ricordi di Camille e le considerazioni sui viaggi e su Catarina. Quando Alec gli arriva addosso non concedi sollievo immediato e lasci prima che Magnus lo studi per bene, come ho già spiegato nella voce precedente. Questa versione pesce di Alec, in cui apre la bocca e la richiude senza parlare, non ha fatto che aumentare il desiderio di vedere come avrebbe risposto, e la momentanea pausa nel ritmo delle azioni non risulta assolutamente pesante — un po’ perché è il momento più importante della storia e un po’ per come reagiscono uno all’altro.
Mi è piaciuto poi passare al POV di Alec e il suo rifiuto dell’anima gemella, “all’improvviso sbatteva contro uno sconosciuto, e quello era l'amore della sua vita?”, perché in effetti sembra forzare o addirittura annullare il libero arbitrio. Nelle storie raramente ho letto considerazioni simili, perciò l’ho apprezzato tanto! È quindi in linea con la storia, anche se un po’ strappacuore, il fatto che la sua prima reazione sia di tirarsi indietro; subito dà un twist alla trama, così, mi fa chiedere cosa succederà, e il ritmo — che si era fermato nel tornare indietro e spiegare chi è Alec — riprende bene. La situazione viene poi ulteriormente sbloccata dall’arrivo di un altro personaggio, in questo caso Isabelle, che spinge Alec nella giusta direzione.
La trama quindi, pur non essendo lineare, non risulta per nulla pesante.

10 / 10


Caratterizzazione dei personaggi:

Il concetto di Magnus giramondo, ma per cui l’aria di New York profuma di casa, mi è piaciuto molto e si sposa bene con l’idea che ci si fa di lui nei libri, l’immortale che ne ha viste di tutti i colori, in tutti i luoghi.
Anche la sua rassegnazione l’ho trovata ben pensata. Magnus ha visto il mondo fondamentalmente per scappare da un cuore spezzato e più il tempo passa più c’è il timore di essere uno di quelli che non incontrano mai la propria anima gemella. Non solo; penso sia deprimente stare con qualcuno sapendo che la storia non è destinata a durare, un po’ come per un immortale stare con un mortale. Che continui a provarci comunque, nonostante tutto, è un lato del carattere di Magnus che hai fatto arrivare in modo organico e che segue il personaggio a cui sono abituata.
Mi è piaciuto molto, poi, il fatto che prima di incontrare Alec mi sia potuta già fare un’idea di come sarà l’anima gemella; anche se le parole esatte si scoprono dopo, Magnus vi pensa come cariche di premura, timidezza e dolcezza. Si delinea il personaggio quando ancora non è “in campo” e Magnus prova sentimenti per lui ancora prima di trovarlo, dettaglio che ho apprezzato davvero tanto.
Quando Alec finalmente arriva è esattamente come me l’aspettavo. Il modo in cui non riesce subito a replicare si addice bene alla prima volta che si incontrano nei libri, all’imbarazzo (e alla lusinga) che sente nell’essere soggetto all’attenzione di Magnus.
Stupendo il suo lato artistico, che vede mille colori negli occhi di Alec; la parte del pittore maldestro mi è piaciuta veramente tanto e mi immagino benissimo il nostro warlock a pensarlo per davvero — nonostante quando si incontrano sia sempre stato lui, quello più “in controllo”, vista l’inesperienza di Alec. Quel “Da quale sogno sei uscito fuori, bel ragazzo?” potrebbe uscire direttamente dal libro, un IC da paura. Complimenti.
Alec poliziotto, poi, mi sembra molto azzeccato, il più vicino possibile al ruolo degli Shadowhunters, e si addice alla sua precisione/puntigliosità — e il fatto che abbia diversi tatuaggi pare quasi una rivincita contro il non aver potuto scegliere il primo.
Interessante vedere come lui non abbia mai cercato il suo soulmate, quel dubbio su cosa fare di quell’amore, e come tra i suoi pensieri esca spesso fuori la famiglia — principalmente i fratelli. Bello, perché sappiamo che è molto legato ai Lightwood nella storia originale, e qui passa un po’ di quell’affetto.
Stavo per far partire una standing ovation, poi, quando rimette Magnus al suo posto a proposito dei nomignoli, peccato che lui lo ignori e continui. Questo, devo dire, mi ha infastidito. Nel senso, non è una vera critica, più una reazione al personaggio; incontri la tua anima gemella, ti dice di non chiamarlo in un certo modo (che potrebbe anche essere un trigger di una relazione abusiva passata, per quanto ne sa Magnus) e lui rifiuta di ascoltarlo. Secondo me Magnus sarebbe più rispettoso.
(E non ho capito perché “Il più piccolo sussultò”: Magnus mica sa l’età di Alec, qua.)
Mi è piaciuto anche il riferimento alla preferenza di Magnus verso il nome completo di Alec, anziché il diminutivo. Insomma, si vede che conosci bene la storia originale e hai adattato la situazione soulmate ai personaggi, senza stravolgerli troppo.

Anche Camille, nonostante compaia solo nella descrizione del passato e non in modo diretto, è costruita bene, in linea con il personaggio che conosciamo, e Isabelle che fa la modella e che appena arriva salta addosso ad Alec ancora di più. Soprattutto quando gli fa il verso e lo costringe un po’ a sbloccarsi. Brava Isabelle! (Anche la tirata da sorella protettiva ci sta, anche perché la si vede spessissimo da parte dei fratelli, perciò questo cliché invertito mi è piaciuto!)

9 / 10


Gradimento personale:

La storia, spero si sia capito, l’ho davvero apprezzata. È partita bene già dall’inizio, con il ritorno dal viaggio e lo scorcio che abbiamo nella mente del protagonista. Magnus mi è sempre piaciuto, anche se non quanto Alec, e insieme sono una power couple da paura. Li ho trovati molto in linea con i personaggi originali, tanto che la citazione si adatta senza fatica.
Vorrei focalizzarmi un attimo sull’incontro: a-do-ra-bi-le. Non so perché, ma ho un debole per i Soulmate che si incontrano… Scontrandosi. La fangirl che è in me ha inoltre amato vedere Alec respirare sullo stomaco di Magnus — non chiedermi perché — e l’immediato desiderio di Magnus di marcare la sua pelle bianca; lo stesso istinto che l’ha spinto a tornare in America, forse, o solo la figaggine tipica dei Lightwood. Sono di parte, temo.
Mi ha lasciata perplessa la scelta di inserire l’Angelo e Lilith, visto il tipo di ambientazione da te scelto — tra l’altro non so se lo definirei un Modern!AU, perché la storia in sé è un urban fantasy ambientato ai giorni nostri. Forse un AllHumans!AU o qualcosa di simile sarebbe stato più corretto. Mentre nel mondo di Cassandra Clare rivolgersi all’Angelo e a Lilith è normale, in un’ambientazione umana non ne vedo il motivo. Se non l’ho capito io non ti fare problemi a spiegarmelo, eh!

Tutto questo è stato, ahimè, in parte offuscato dai problemi di grammatica e sintassi, in particolar modo le frasi un po’ sconnesse e le ripetizioni.

7 / 10



TOTALE: 37 / 45

Nuovo recensore
02/05/20, ore 22:44
Cap. 1:

Questa é una delle cose più belle che abbia mai letto in vita mia. Ho adorato questa one-shot, e il tutto sarebbe stato ancora più intrigante se fosse nato per essere una vera e propria storia; ma é davvero così perfetta🥺 é qualcosa di magnifico.