Recensioni per
Cavia n 32557
di T612

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/09/20, ore 15:26

Dici che questo capitolo non era rilevante, ma in realtà trovo assolutamente calzanti la ripresa e i rimandi al primo, con la conclusione dell'esperimento mostruoso. Dà un senso di circolare continuità al tutto.
Il risultato sarà anche "perfetto" agli occhi del creatore... ma sappiamo che quello "sciocco essere umano" è ancora vivo e vegeto, pronto a risvegliarsi grazie all'aiuto congiunto di un amico e dell'amore di una vita... ma questo lo sappiamo da altre storie ♥
 

Recensore Master
02/09/20, ore 15:25

Sadismo? A rapporto!
Il passaggio di significato dei treni merci e della stazione ferroviaria è straziante, fantasmi del passato inclusi, ma ormai so che ti diverti a farmi a pezzettini il cuore.
E io lo aspettavo, il vagone merci per eccellenza... nulla da dire qui, se non che sono precipitata anch'io, e in quell'ultimo paragrafo ripetuto ho amato l'effetto grafico che mi ha catapultato nella vignetta a seguire la caduta di Bucky...
... che termina nel posto peggiore del mondo secondo parametri universalmente riconosciuti.
Il finale, che lascia James in attesa su quella banchina, a fantasticare su una vita diversa e per ora lontana, è da brividi, e dona a tutto quel tocco di malinconica nostalgia per il futuro che fa da perfetta chiusura.
Grazie poi per avermi citata a piè di pagina: la "certa regolarità" è andata un po' a farsi benedire, ma è stato un piacere seguire la raccolta e addentrarmi nella testa di James così in profondità ♥
Un bacio, e al prossimo progetto,

-Light-

Recensore Master
02/09/20, ore 15:24
Cap. 10:

Ops, guarda chi ricapita da questa parti!
Avevo un po' l'obbligo morale, un po' la grande curiosità di leggere gli ultimi capitoli di questa storia, quindi eccomi qui.
Che dire, se non che ci trascini sull'ennesima montagna russa (ah!) di emozioni?
La visione di due piccoli Steve&Bucky scavezzacollo e dediti alle risse, con coronamento di crostata di more e sorrisi finestrati, è una gioia per il cuore ♥ E dovevo aspettarmi che, alle gioie, seguono i dolori...
E infatti sono rimasta senza fiato (anche un po' letteralmente, a causa del lunghissimo periodare^^') nel leggere tutti i dubbi su dubbi su dubbi confessati di fronte a un bicchiere d'alcol in mezzo alla guerra. Dubbi umani e ragionevoli, messi a tacere da quell'uno che è Bucky, certo, ma è anche Steve nel suo essere di rimando bussola personale del soldato quasi allo sbando.
E ovviamente il tutto finisce in elettricità e grida, con quell'uno che si tramuta in incubo... posso dire che mi fai stringere il cuore ogni volta, nel descrivermi Bucky così maltrattato, e stavolta anche senza la "vocina della ragione" a fargli compagnia? Ecco.

-Light-

Recensore Master
31/07/20, ore 15:24

E con questa è davvero finita.
Il Soldato d'Inverno è, a suo modo, perfetto.
Per fortuna, sappiamo, si sveglierà da questo sonno della coscienza e, anche se poi rimarranno cicatrici e sensi di colpa, tornerà a essere Bucky.

Recensore Master
31/07/20, ore 15:20

I treni, e le stazioni di conseguenza, hanno un fascino speciale. Forse perché associamo all'idea di partenza quella di nuove possibilità, di nuova vita, di avventure.
È un'immagine comune quella del giovane Bucky che attende il padre con tutta la famiglia, l'abbraccio del genitore che torna, è familiare, leggera. Credo che l'abbiamo vissuta tutti, almeno una volta.
Si tinge di nostalgia quando Bucky cresce, in stazione ci lavora, e sa di non essere diventato chi quel bambino prometteva di diventare. La vita è stata ingiusta con lui sotto così tanti aspetti.
Da giovani, poi, quando ancora non sai che, comunque sia andata, è stato il modo della vita di farti diventare chi eri destinato ad essere (ed è così frase fatta, che seppure insindacabile, dà fastidio), è facile immaginare lo sconforto, la rabbia per non aver potuto avere qualcosa di più, quello che si meritava. Bucky però deve tirare avanti, e forse non ha nemmeno tempo per restarci troppo male.

"eleggendo l'adrenalina a cura assoluta a tutti i loro problemi reali ed immaginari." mi piace questa frase. L'adrenalina diventa la droga di chi rischia la vita. C'è chi non riesce a farne a meno e chi ci si aggrappa perché è non può fare in altro modo. Se Bucky avesse dato ascolto alla sua sensazione, le cose sarebbero state diverse?
Preferisco credere di no. La vita, come dicevo prima, avrebbe trovato comunque il modo di farlo cadere da quel treno.

Quello di Bucky è, in effetti, un viaggio. Tutte le vite lo sono, ma il suo è un viaggio che lo porta davvero lontano, in tutti i sensi. Da casa, da sé, dal suo passato, e prova a portarlo lontano anche dal suo futuro, ma un'anima irrequieta non può restare ferma, non ci riesce. Ha bisogno di partire per qualche destinazione, anche se non la conosce, e il treno è una raffigurazione perfetta.
Bucky rimane uno dei personaggi più tristi in cui mi sia mai imbattuta e ti ringrazio per questo viaggio attraverso il quale me lo hai fatto conoscere un po' meglio, oltre la rappresentazione cinematografica.
È stata una bella scoperta e, spesso, un'apprezzata fonte di riflessione.
Grazie. ^^

Recensore Master
24/07/20, ore 22:21
Cap. 10:

Davvero la "storia" tra Steve e Peggy è durata tre anni? o.O
Dalla percezione che ne avevo avuto nel film avrei detto che la faccenda era durata qualche mese (perché lo Steve pre siero, insomma, non penso che Peggy fosse molto interessata). Se non ricordo male, in due interviste separate, alla domanda se Cap e Peggy fossero andati oltre la relazione platonica, lui ha risposto di no e lei di sì. ^^'
A parte questo, il rapporto tra Bucky e Peggy mi incuriosisce. A maggior ragione se hanno avuto così tanto tempo per conoscersi.
L'unicità di Bucky, in questo capitolo, è il filo conduttore. Comunque agisca, si fa riconoscere.
Mi è piaciuto molto come hai gestito i bulletti della scuola, definendoli "gregge" hai detto tutto: li hai inquadrati e descritti, ma hai fatto anche di più, esprimendo un giudizio che vale più di mille parole.
Bucky felice per una fetta di torta e un complimento della mamma perché, anche se le ha buscate, si sente importate, bravo, un piccolo eroe che ha fatto la cosa giusta... è il germe di tutto quello che diventerà poi.
Immagino come, crescendo, abbia continuato a voler apparire in quel modo, nonostante tutto.
Essere unico, però, comincia a diventare un peso quando le responsabilità prendono il posto dei complimenti, quando essere unico potrebbe essere il frutto di un siero, anche per lui, come per Steve. E quella non è la vita che vuole.
Essere unico è anche il motivo per cui si ritrova torturato, dilaniato nel corpo e nella mente, e penso che, a quel punto, avrebbe preferito essere uno qualunque in una fossa comune, che continuare così.
ç_ç
Anche questo è un capitolo interessante e che lascia uno strascico di tristezza: il desiderio di essere speciale, che è così comune nei bambini, si trasfmorma nell'incubo di un uomo, in una condanna, perché "speciale" lo è veramente. Sigh.
Alla prossima. ^^

Recensore Master
21/07/20, ore 16:01

Tu sai benissimo che Rebecca è un'ottima arma di tortura in circostanze normali... ma Rebecca in orfanotrofio con lo spettro della guerra che arriva a ghermire James temo violi anche le convenzioni di Ginevra, sapevilo. Non ho più un organo cardiaco e mi aspetto di ricevere indennità di guerra.

La sezione centrale, in tutta franchezza, mi è sembrata un po' confusionaria, nonostante abbia apprezzato sia il battibecco con Peggy sia le spiegazioni aggiuntive sulla nuova "condizione" di James. Semplicemente ho fatto un po' fatica a immaginarmi il tutto visivamente, perché qui riporti una situazione "fisica" vera e propria e non una dimensione psicologica collegata ad eventi materiali con i quali si intreccia... non so se mi sono spiegata, pardon ^^' Comunque l'impressione è stata di una scena fumosa. Il tutto recupera però nella sequenza in cui scrive la lettera a Rebecca, che invece ho apprezzato moltissimo, anche per il bell'inserimento della parola direttamente per mano di James, nero su bianco.

Invece l'ultima sezione mi è di nuovo piaciuta moltissimo, in particolare la sequenza serrata di emozioni e gesti che costruiscono le mura di una casa fittizia, e il fatto che il tutto sia adesso inteso in modo metaforico, ovvero un "ritorno a James" e a se stesso che ho trovato molto, molto appropriato.
Attendo trepidante il seguito, conscia che ci stiamo avvicinando alla fine... e conoscendoti, chissà cos'altro hai in serbo per noi :')

-Light-

Recensore Master
21/07/20, ore 15:21

Chi non muore si rivede, giusto? E, nonostante il caldo, sono ancora viva e vegeta e pronta a passare da queste parti :')
Di certo questa era un'altra parola complicata da gestire, ma tu hai di nuovo svolto un ottimo lavoro, adattandola e forgiandola a foggia del personaggio che tratti. Non mi aspettavo affatto la prima parte, nel senso che non avevo mai visto questo approccio e visto James come un "falso buono" anche da ragazzino. Proprio per questo ne sono rimasta particolarmente colpita. Se si considera il suo vissuto, è naturale che, venute meno le figure di riferimento adulte, venga meno anche la sua "maschera", lasciando allo scoperto il ragazzo scavezzacollo e dedito a traffici illeciti pur di portare avanti la baracca.

Nel secondo pezzo, a parer mio, arriva la frase-capolavoro, se mi consenti il termine, ovvero quella sul tumore benigno. Te l'avevo già detto in privato, ma lo ribadisco qui: l'ho adorata e a livello concettuale è veramente cucita a doppio filo addosso a James, andando a trasporre in parole l'intero percorso morale da lui compiuto fino a quel momento e presagendo quello a venire. Brava, davvero, è da brividi <3

Poi la mazzata finale... c'è bisogno di dire che ogni vago riferimento a Natasha è straziante a dir poco? E tu la inserisci sempre magistralmente ai margini della coscienza di James, oppure in primo piano, ma in sovrimpressione e difficilmente distinguibile nella matassa di pensieri che lo attanaglia... eppure, è lì, sempre. A parte questo, mi è piaciuta da matti l'immagine di James come "parassita benigno" del Soldato d'Inverno, che attende nell'ombra ogni più piccolo cedimento per riprendere il controllo... con conseguenze ovviamente nefaste.

Questo era un capitolo particolarmente complesso, vista la specificità della parola in questione, ma come sempre te la sei cavata egregiamente... ma non avevo dubbi :')
E senza ulteriori indugi, proseguo!

-Light- <3

Recensore Master
17/07/20, ore 23:36

Una cosa che mi sono chiesta più di una volta è: che ne è stato di Rebecca?
La ragazzina che ha perso Bucky (e Steve) in guerra ed è rimasta sola che fine ha fatto?
Possibile che Steve non abbia mai pensato di scoprirlo? E Bucky, dopo aver recuperato la consapevolezza (i ricordi?) di chi era, possibile che non si sia mai posto il problema di che fine avesse fatto la sua famiglia? Magari ha dei nipoti o dei pronipoti... Forse è troppo doloroso pensarci, ma io non posso fare a meno di chiedermelo.
Un altro bel capitolo, che porta sotto i riflettori aspetti di Bucky molto umani, che svelano una "vigliaccheria" che cozza in pieno col senso del dovere di Steve, nel non andare a trovare la sorella, ma anche la sua premura verso di lei.
Una fragilità sorprendente che però ha senso: nemmeno un supersoldato è invincibile, e lui deve ancora scoprire i nuovi limiti del suo corpo.
È doloroso pensare a Rebecca che, dopo la preoccupazione, scopre grazie al cinegiornale che lui e Steve sono vivi. Vederli deve essere stata un'emozione incredibile, è facile immaginare il sollievo e l'orgoglio e poi il dolore, quando riceverà la comunicazione che nessuno dei due tornerà a casa, che non avrà nemmeno dei corpi da seppellire... e resteranno quelle immagini che, però, dati i tempi, non potrà tenere con sé.
L'ultima immagine della sua famiglia su una pellicola trasmessa nei cinema, fino al giorno in cui non verrà rimpiazzata e non potrà più vederla... Okay, questa volta mi sono fatta prendere da Becca più che dai protagonisti. ^^'
Infine, la pseudo-normalità concessa al Soldato è lo spiraglio che gli permette l'avvicinamento con James, fino a scoprire la mancanza e il desiderio di qualcosa di più, di umano.
Tutto questo, mi sa, non finirà mai di rattristarmi. ç_ç
Alla prossima! ^^

Recensore Master
10/07/20, ore 19:03

Bello il primo paragrafo sulla facciata che tiene su James per gli altri. E bello come hai scelto per il secondo paragrafo di parlare di tumore benigno, ma soprattutto tutta la parte sul grigio è la mia preferita: esatto, il siero amplifica e in James cosa amplifica? Bellissima domanda. Del terzo bello invece il parassita benigno. Complimenti bellissima scelta di parole. E interessante il pezzo su Howard: effettivamente perché Howard portava quei sieri? Perché magari aveva studiato Bucky? Interessante la tua storia :) grazie!

Recensore Master
10/07/20, ore 13:54

Questo capitolo mi è piaciuto molto: l'ho trovato più razione, la parte emotiva è relegata alla prima parte e solo a quando Rebecca viene tolta alla custodia di Bucky.
L'ho anche trovato un po' più difficile da seguire per i riferimenti a cose legate al fumetto, ma le tue note chiariscono ogni punto.
Mi è piaciuto enormemente, nella prima parte, come hai dipinto James, a metà strada tra una facciata rispettabile e un dietro le quinte fatto di compromessi e azioni biasimevoli, ma anche come sia proprio questo suo essere a costituire la bussola morale di Steve.
Hai espresso in modo semplice un legame profondo e molto più complicato (poi io ho il filtro 'Stucky' sugli occhi, anche se cerco di levarmelo, ma mi ci sciolgo comunque).

Anche la seconda parte mi ha colpita: Howard che "intuisce", ammetto di non averci mai pensato. Forse perché i film ci propongono uno Scmitch ha è rimasto 'senza faccia' e uno 'Steve' super pompato, mentre Bucky non subisce cambiamenti evidenti, ero abbastanza convinta che nessuno avesse fatto caso al suo essere, in qualche modo, cambiato.
In realtà trovo sia plausibile che Howard noti qualcosa e mi piace il modo in cui hai trattato questa sorta di complicità, il dubbio sul come potrebbe diventare un individuo come James. Anche il rimpianto.
Chissà se Howard ha mai pensato, prima del fatidico incontro col Soldato, che il sergente Barnes potesse essere ancora vivo. La sua spasmodica ricerca di Steve potrebbe forse suggerire un sì, ma non ne sono così convinta.

Infine, condivido del tutto l'idea che l'Hydra o chi per lei avrebbe potuto cercare di realizzare altri combattenti "tipo" il Soldato d'Inverno e trovo assolutamente plausibile che questi abbiano cercato di screditarlo per prendere il suo posto... l'insorgere in lui di una sorta di paranoia è giustificata, ma anche molto umana.
La parte relativa a Natasha è quasi straniante: questo "individuo" che può definirsi a malapena umano, si interroga su qualcosa che non sa di avere perduto. È doloroso da immaginare, ma allo stesso tempo la sua mancanza di dolore genera sgomento.
Il finale, col suo venire resettato dopo che, per un momento, aveva ritrovato forse un ricordo, un'emozione, quella è la stoccata finale, un dolore strano perché non empatico, ma comunque inequivocabile.
Lo trovo molto adeguato e anche ben realizzato.
Alla prossima. ^^

Recensore Master
05/07/20, ore 14:23
Cap. 7:

Che dire... meno male che ero preparata :')
Il nove era un'altra parola che mi incuriosiva, e che mi aveva fatto chiedere come l'avresti sviluppata... diciamo che forse qui ho trovato un po' più labili i collegamenti, soprattutto quello ai nove anni di Rebecca, ma il contenuto dei brani compensa ampiamente questo fatto. In particolare appunto il primo è stato una montagna russa degna di Coney Island... tra il rapporto col padre, affettuoso, sì, ma anche adombrato da contrasti, e il senso di colpa per non aver percepito la mancanza di qualcuno, direi che hai esplorato in modo impeccabile la dimensione umana e giovanile di James.
Poi, le sezioni della prigionia sono particolarmente ostiche da leggere per un fattore emotivo dato dalla consapevolezza che stai raccontando la storia di James, personaggio fittizio, ma che di rimando si ricollega alla storia di centinaia di migliaia di uomini che, spesso, non hanno avuto nessuno a salvarli e a pagare loro un conto al pub di Londra (bellissima questa immagine finale).
Posso immaginarmi benissimo James messo all'asta per poi venire riposto nella sua teca di cristallo poiché troppo prezioso, e trovo che tu faccia sempre un ottimo lavoro nel sottolineare che il Soldato d'Inverno, di questa ammirazione e del proprio valore, non se ne faccia nulla. Non è qualcuno che potrebbe fregiarsi di essere uno degli uomini più pericolosi del pianeta, e usare questa nomea a suo vantaggio, no: lui è semplice mezzo e strumento e come tale non esprime il minimo compiacimento. Complimenti, insomma, come sempre leggere il tuo James è un piacere <3
In attesa del prossimo aggiornamento, ti mando un in bocca al lupo aggiuntivo per la sessione :*

-Light-

Recensore Master
05/07/20, ore 14:07
Cap. 6:

Mi sono resa conto di aver saltato un capitolo, ma rimedio prima di subito :')
Questa parola mi è da subito sembrata complessa, ma hai gestito tutta la sua "giustificazione" in modo molto coerente e verosimile, partendo da una fornace "metaforica" e infernale, passando per una che si fa drammatico evento storico e concludendo con una puramente fisica e materiale. È un bell'arco di sviluppo, insomma, e mi ha lasciata soddisfatta a fine lettura <3
Steve mi ha irritata (novità, eh?) nel primo paragrafo, con quel suo giudicare in silenzio colui che permette a tutti di tirare avanti... e nel frattempo continua a prenderle e ad essere un "problema", minore, magari, ma che non contribuisce alla vita familiare. Che poi Bucky gli voglia un bene dell'anima è scontato, ma fa comunque rabbia vederlo criticato in questo modo ipocrita.
La seconda sezione... no, non me l'aspettavo, intendo la menzione così diretta al dramma dei campi di sterminio. Ho apprezzato il fatto che il tutto sia rimasto più o meno tra le righe (avrei trovato di cattivo gusto il contrario), ma non abbastanza da non trasmettere l'angoscia di fondo inevitabilmente associata a quegli eventi che si stenta considerare parte della nostra storia.
Forse il finale, pur chiudendo bene il cerchio, mi è risultato leggermente meno incisivo rispetto agli altri, ma comunque d'effetto nel vedere il Soldato che si rifugia letteralmente in se stesso quando il dolore si fa insostenibile.
Insomma, un altro colpo al cuore, ma come dubitarne?
Passo subito a incassare l'altro, ormai vado preparata :')

-Light-

Recensore Master
04/07/20, ore 17:40
Cap. 7:

Del primo pezzo mi piace che ci hai messo come Bucky scopre di essere un tiratore formidabile. E poi il fatto che il padre non lo creda capace di disciplina: Bucky ha la disciplina più pesante, qrlla che viene da dentro, dal bisogno e dall'orgoglio <3
Del secondo pezzo: wow!! Lo adoro! Sicuramente il mio pezzo preferito è stato questo: 'cantarne quattro al Creatore per quella guerra senza capo né coda'. E come hai umanizzato i nove compagni di cella di Bucky: uomini, padri, figli... E loro aspettano e sperano, che può essere più pesante perché la speranza ti dà ancora possibilità e non ineluttabilità.
Il terzo.... Pensavo mi avevi conquistata con il secondo pezzo, ma poi arrivo al terzo e trovo frasi così: 'può provare l'ebbrezza di governare i fili di una marionetta fatta della stessa sostanza delle ombre più oscure, può giocare a fingersi Dio senza sporcarsi il completo su misura'. Meraviglioso! Grazie ^^

Recensore Master
03/07/20, ore 21:23
Cap. 7:

Un altro capitolo bello e denso di emozione.
Non mi dilungo sul groppo in gola che mi ha causato la prima parte, ma l'ho sentita molto vicina e l'ho davvero apprezzata.
Tra l'altro ho trovato molto appropriato che tu abbia inserito una sorta di senso di colpa per aver vissuto un giorno finalmente "normale". È realistico, è semplicemente così che va.
Poi, di nuovo, leghi il secondo ricordo al periodo della prigionia e, come in precedenza, a me tornano in mente i racconti dei nonni e ti giuro che mi viene un altro magone.
Il pensiero che inserisci, la speranza che chi è sotto i ferri 'duri' il più possibile per salvare gli altri, mette la pelle d'oca ma è assolutamente realistico.
Non c'è nessun eroismo da "protagonista di una storia" in questi poveri uomini, ed è il tipo di dettaglio che apprezzo perché mi fa pensare alla realtà più che alla fiction (dando a quest'ultima maggior valore). È quasi ironico che queste "cavie" siano state scelte perché più forti, più audaci... e sono lì ad aspettare, a tremare in attesa della propria ora.
Infine, la parte dedicata al Soldato. L'ho trovata perfetta: lui non è in vendita perché è troppo prezioso. Non c'è denaro sufficiente per comprare il potere vero, e lui lo è.
Se avesse un minimo di umanità forse potrebbe compiacersene, ma non ce l'ha e qui pare che lui stesso sia spettatore della sua esistenza.
Alla prossima. ^^

P.S.
Scusa, stavo dimenticando di segnalarti due piccole sviste:
"avrebbero dovuto spalleggiato" -> spalleggiarlo
e
"un stacanovista" -> uno
(Recensione modificata il 03/07/2020 - 09:26 pm)

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