Recensioni per
La storia di come un uomo creò un dio (IN PAUSA)
di pokas

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
03/01/22, ore 23:19

Eccomi qui per lo scambio libero, a quanto pare anche nei modo dei pokemon esiste la malavita e non solo nella vita reale, e questo rende la storia più interessanti e diversa. Ci troviamo in questo locale dove si fa un po di tutto e per tutto si intende cose negative. Stanno tranquillamente parlando su cosa fare quando la corrente va via, ed entra un luxray shiny che sono meravigliosi più di quelli normali, poi amo i pokemon felino quindi tra leoni e gatti ce ne avoia. Tentano di fuggire ma nulla, non ci riescono il luxray e troppo forte nessuno riesce a sconfiggerlo, sono proprio curiosa di sapere che hanno fatto loro due dopo essere scappati lasciandolo nei grossi guai. Al prossimo Ciao Fire.

Recensore Junior
17/10/21, ore 00:10

Salve, sono qui per l'iniziativa scambio libero indetta dal "Giardino di Efp" e una volta su questo profilo, non ho potuto fare a meno di notare questa fanfiction, visto che adoro un sacco Pokemon
Allora, devo dire che le premesse sono piuttosto interessanti e lo stile di scrittura risulta piuttosto semplice ma d'impatto, e ci presenta un mondo dai toni piuttosto crudi e aspri, possiamo considerarlo come il lato oscuro di questo franchise, e devo ammettere che l'atmosfera e l'intera faccenda mi ha ricordato molto il film di Detective Pikachu.
Comunque, la storia mi incuriosisce molto e spero di tornare a leggerla, magari in un futuro scambio.
A presto
-Delsin

Recensore Junior
05/09/20, ore 23:52

Ciao a tutti, ho dato una veloce occhiata al profilo e ho scoperto che siete in due.
Mi ha incuriosito il titolo e la presentazione e in più ero alla ricerca di qualcosa che fruisse velocemente. Dopo due anni sono fuori forma nel leggere le fanfiction, ma eccoci qua.

Non so quanti anni abbiate. Mi hanno sempre detto di calibrare le recensioni sulla base dell'età di chi le riceve, ho sempre fatto orecchie da mercante perché meglio essere schietti e sinceri e indurre a migliorare piuttosto che fare vuoti complimenti. Veniamo a noi.

Innanzitutto, una considerazione generale a livello della trama di questo specifico capitolo: io capisco l'attrazione per rendere il mondo dei Pokémon più crudo dal mondo fatato che i videogiochi di presentano. Quello che mi viene da suggerire è "attenzione". Se immaginassimo una linea continua, da un estremo avremo i dialoghi zuccherosi senza alcun conflitto dei videogiochi - o peggio ancora dell'anime - dall'altra probabilmente potremmo inserire questo racconto. Immaginare un mondo più crudo - e dunque più realistico - non è necessariamente male. Quello che mi ha fatto storcere un po' il naso è che secondo me si è caduti un po' nel cattivo gusto. In questo capitolo viene fatto intendere e mai detto esplicitamente - il che è un elemento assolutamente positivo! - che determinati Pokémon possono essere usati ai fini di prostituzione. Se ho capito male io, mea culpa. Se il fine viene spcificato nei capitoli successivi, mea culpa di nuovo, purtroppo questo sistema induce il lettore a fornire giudizi prima di avere sottomano l'opera completa. Tuttavia, l'utilizzo del termine "bordello" in tre differenti occasioni mi induce a pensare che potrei essere nel giusto.
Proverò a spiegarmi per cosa intendo per cattivo gusto. Se io raccontassi di due fratelli, dove il fratello maggiore induce la sorella minore a prostituirsi non penserei che sia di cattivo gusto perché si tratta di un fenomeno che purtroppo potrebbe esistere. L'obiettivo dell'autore non dovrebbe essere quello di formulare dei giudizi su ciò che i protagonisti compiono - quello lasciamolo al Manzoni - quanto semplicemente raccontare una storia.
Tuttavia, il vostro racconto non parla di persone che si prostituiscono. O quanto meno non solo! Infatti viene menzionato che il bordello acquisti delle ragazze e infatti il mio punto non è su questo tema. Quello che mi fa storcere il naso è che quando noi scriviamo storie sul mondo dei Pokémon lo facciamo immergendoci in un mondo che è inventato, non ordinario. In quest'opera si è volutamente inserita la prostituzione ai danni di un Pokémon.
Se noi sostituissimo la Gardevoir con una donna - il bordello a quanto pare vende anche loro - non vi sarebbe stata alcun cambiamento nella trama. Comunque l'uomo "biondo" - ci torneremo più avanti - avrebbe dovuto procedere al pagamento, svelando la cassaforte e quindi dando inizio al piano. Dal mio punto di vista c'è stata una brutalizzazione gratuita del mondo dei Pokémon che non risulta motivata.

Un altro problema che possiede la storia è un problema di ritmo. Tutto succede in poco tempo, dove per tempo si intende il tempo fisico che l'autore impiega per raccontare gli avvenimenti. Leggendo il capitolo sembra che il video sia messo a velocità x2. Guardiamo qualche esempio.

che vuoi? -
- questo è il famoso bordello di cui si parla? Se non sbaglio comprate sia ragazze che pokémon e guarda caso ho una Gardevoir, so che siccome scappano molto facilmente le comprate ad un prezzo elevato -
L’uomo fissò dallo spioncino la figura e la Gardevoir dietro di lui, si sentì una leggera risata
- ci farà molto comodo, molti clienti pagherebbero tanti soldi per una Gardevoir, entra pure -

la figura sorrise e quando l’uomo gli aprì la porta entrò.

In sostanza abbiamo un agente della polizia sottocopertura che vuole entrare in un covo, tipica scena su cui non ci sarebbe nulla da dire. Ma osserviamo da un punto razionale la vicenda scopriamo che non vi è motivo per cui il buttafuori di un locale del genere dovrebbe ammettere candidamente che in quel posto si effettuano un certo tipo di transazioni. Tutto è estremamente facile. Così come l'agente della polizia, non dovrebbe ammettere in maniera plateale quelle che sono le proprie azioni.
Chi va in questo tipo di posti dissimula, finge di esserci arrivato per caso, molto spesso nei vari libri noir si usa una parola d'ordine. Si cerca di perdere tempo alla porta, di prendere le distanze, di misurare le intenzioni della persona dall'altra parte della porta. Insomma, i personaggi respirano, stanno attenti.
È il contrario di ciò che avviene qua, dove non vi è il benché minimo conflitto tra i due personaggi. E un dialogo, per essere funzionale, per essere efficace e per non essere inutile deve prevedere una divergenza tra i due personaggi.

Lo stesso problema del ritmo si presenta nella scena dell'irruzione. Tutto avviene in maniera estremamente rapida, veloce. Non c'è tensione, si capisce subito chi vincerà, non si lascia un gran dubbio.



Il locale era pieno di uomini e donne di tutte le età che erano affiancati da ragazze e alcuni Loppuny, in quel locale non c’era solo la prostituzione, ma anche molti spacciatori di droga, rapinatori e assassini, in quel posto era raggruppata la mala vita di Sinnoh.

Qui secondo me possiamo inserirlo in un caso di show, don't tell, ovvero quella tecnica narrativa in cui l'autore stimola la creatività e l'immaginazione del lettore descrivendogli le cose piuttosto che dicendogliele. Se io entrassi in un locale e vedessi tre persone, penserei che siano tre persone normali.
Se invece lo fa un agente della polizia sotto copertura, allora sa che quelle persone sono spacciatori, rapinatori e assassini. Ma perché lo sa? Perché ne conosce l'identità. Il punto qui è spiegare al lettore perché si sa che sono dei criminali. Tu dici che ci sono, la domanda che mi sono posto io leggendola è: perché? Perché lo sa? Perché non hanno fatto niente per fermarli? Come fa a dirlo?



Un altro caso di mancanza di show e molto tell è la descrizione della stanza del boss. Dici che è una stanza sfarzosa e poi descrivi i quadri. Ecco, indicare che è "sfarzosa" diventa un termine inutile, perché la descrizione che fornisci in seguito è sufficiente per far comprendere il lusso in cui naviga il boss.
Come autori abbiamo paura di non essere capiti e quindi indulgiamo in qustetecniche che semplificano la vita dei lettori. No. I lettori devonofare fatica. I lettori, leggendo che la stanza ha 26mila quadri, 80 statue e il boss ha dieci collane d'oro al collo deve capire da sé che vive nel lusso sfrenato.
Quando vedi una foto della Casa di Trump alla Trump Tower non hai bisogno che qualcuno ti dica che è sfarzosa, lo capisci da te perché vedi tutto il mobilio d'oro. Deve funzionare alla stessa maniera.

Per riferirti ad un personaggio usi spesso il colore dei capelli. Non è scorretto di per sé. È parecchio brutto, però. L'autore dev'essere in grado di far capire chi parla senza doverlo indicare ogni volta e soprattutto evitando queste scorciatoie del colore dei capelli.
So che si usa molto nelle storie che ho letto ma rimane comunque brutto.

C'è poi un problema di realismo: ovvero come parlano i personaggi. Ancora abbiamo una linea continua: da un estremo i dialoghi dei videogiochi con  i loro SIIII VIVA LA VITA e poi dall'altro dialoghi crudi e macabri. In questo senso tu non sei in nessuno dei due estremi. Tuttavia il racconto e i dialoghi peccano di realismo.
Quando il boss afferma che il padre sia un sindaco corrotto, ancora: nessuno parlerebbe così. Hai davanti un perfetto sconosciuto, una persona che potrebbe essere un agente della polizia sottocopertura e tu non riveli in questo modo le tue carte. Stai attento, agisci con circospezione, stai molto attento a quello che dici, calibri ogni parola. Qui non succede, non succede nulla di tutto questo.

Infine:

- beh, sembra che abbiamo fatto jackpot e i vostri pokémon sono andati benissimo -

sembra (...) e i vostri pokémon siano andati benissimo, salta un congiuntivo.

Ci sarebbero altre cose da dire, ad esempio sulla formattazione della storia, in particolare dei dialogue tag, ma una cosa alla volta.