Recensioni per
Metamorfosi
di Maqry

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/01/24, ore 20:07
Cap. 1:

Non so neanche bene come commentare questa breve storia, se non dicendo che l’ho amata. Remus è un personaggio che mi piace molto, che porta sempre questa oscurità dentro di sé da adulto, quando lo conosciamo nella saga, ma leggere qui di lui da bambino mi ha spezzato il cuore. La condanna che la luna fa cadere su di lui, il finale tragico delle fiabe, ognuna delle immagini che hai creato mi ha colpita. Non è la tua prima drabble che leggo, e apprezzo sempre il tuo stile e il modo con cui approcci la brevità. Complimenti davvero!

Recensore Master
23/10/20, ore 23:57
Cap. 1:

QUARTA CLASSIFICATA al contest Drabbleggiamo:


METAMORFOSI - Maqry


TITOLO: 2.5/3
Ciao Maqry!
Come ho scritto per tanti autori che hanno partecipato a questa challenge: piacere di fare la tua conoscenza! ^^
Cominciamo subito, senza perderci in ciance!
Ho trovato il titolo da te scelto molto adatto alla storia che hai scritto. Mi è piaciuto!
In secondo luogo, avendo tu citato Fedro, nelle note a fine storia, non ho potuto fare a meno di ripensare a questo titolo e di ricollegarlo ad un altro autore classico – Ovidio – cosa che mi è doppiamente piaciuta XD.
Ad un primo impatto, allo stesso tempo, mi è sembrato forse un filo scontato. Mi spiego: cliccando su una storia così intitolata non avrei avuto dubbi su chi potrebbe essere il protagonista. Per questo motivo non me la sono sentita di parti il punteggio massimo.

IC PERSONAGGI: 10/10
Punteggio massimo, invece, in questo parametro!
Trovo che tu abbia fatto un lavoro davvero ammirevole con così poche parole a disposizione. La personalità dolce del piccolo Remus Lupin emerge perfettamente, così come i suoi dubbi, le sue ansie e preoccupazioni. Lo vediamo alle prese con la sua prima metamorfosi e con le paure che da essa scaturiscono. Sono riuscita a percepire il dolore di una infanzia che, da un libro di favole, si trasforma in un ciclico conto alla rovescia. Ho percepito l'innocenza di un bambino che nascondeva sotto il cuscino un sacchetto di Gobbiglie (forse la frase che più mi è piaciuta della drabble... perché mi ha trasmesso quel senso di genuina e quotidiana innocenza di bambino) ma che, adesso, non riesce a vedere altro che oscurità e che, persino davanti all'amorevolezza delle parole di una madre, non immagina un finale diverso da quello in cui il lupo uccide l'agnello...
Insomma, davvero complimenti! Punteggio pieno più che meritato, a parer mio!

ORIGINALITÀ E SVILUPPO: 9/10
Trovo che tu abbia svolto un ottimo lavoro nello strutturare e sviluppare questa singola drabble, dividendola in due sezioni. La prima l'hai dedicata alla prima (scusa la ripetizione) trasformazione di Remus; la seconda, invece, alle conseguenze di questa terribile maledizione. Ho trovato davvero impressionante la quantità di informazioni e situazioni che sei riuscita a descrivere in così poche parole, riuscendo, addirittura, ad inserire un piccolo dialogo con la madre (un'ottima scelta, per altro). In particolare mi è piaciuto anche visivamente la decisione di centrare il dialogo, in modo da evidenziarlo rispetto al resto della drabble.
Quel punto maledetto l'ho sottratto al parametro dell'originalità semplicemente perché non si può parlare di Remus senza parlare della sua condizione di lupo mannaro: come per il titolo, sapevo già cosa avrei letto prima ancora di aprire la storia. Tuttavia, il fatto che tu abbia deciso di presentarmi un Remus non adulto ma bambino mi ha colto di sorpresa!

GRADIMENTO PERSONALE: 9/10
Nel suo complesso la drabble mi è piaciuta davvero tantissimo! Me la sono mangiata con gli occhi, letteralmente XD
Di nuovo, però, ci sono un paio di dettagli che mi hanno portato a togliere quel punto. Ti prego, non odiarmi. Ho molto apprezzato lo stile di scrittura che hai deciso di adottare ma in un paio di punti ammetto che avrei operato scelte diverse anche dal punto di vista della punteggiatura. Per esempio, nelle due frasi in cui contrapponi l'iniziale conta fino a dieci con il finto traguardo dei ventinove avrei sfruttato il punto e virgola. È una minuzia, me ne rendo conto, e spero che non te la prenderai, ma trattandosi di una sfida che si basa sull'utilizzo di poche parole, anche questi dettagli mi sembrano importanti.
Nel complesso, comunque, credo che questa sia una delle storie più belle che abbia letto nel fandom di Harry Potter! Davvero tanti complimenti!

TOTALE: 30.5/33

Recensore Master
01/09/20, ore 18:17
Cap. 1:

Recensione premio Best Original per "Il contest delle prime volte" 1/1

Eccomi finalmente qui a iniziare a rilasciarti le recensioni per il contest e da dove potevo partire, se non da questa drabble e mezza dedicata a uno dei miei personaggi preferiti - nonché mio Malandrino del cuore?
Sei stata bravissima, sei riuscita a straziarmi in una maniera che non credevo davvero possibile e ho dovuto rileggere la storia più volte per cercare di trovare le parole adatte a recensirla - non essendo comunque sicura di esserci riuscita.
L'idea del piccolo Remus, solo e spaventato, che affronta la sua prima trasformazione è qualcosa che non credo che potrò mai perdonare alla Rowling, perchè l'immagine di un bambino che viene dilaniato da se stesso è così crudele e fa così male che non so nemmeno come affrontarla. Tu sei riuscita a mostrarci la sua innocenza anche nel momento della trasformazione, con l'accenno alla sua abilità nel contare fino a 10 di cui era sicuramente orgoglioso, trasformatasi velocemente nella capacità di tener conto del ciclo lunare con il passare degli anni.
Lo stile è meraviglioso: lirico, poetico, ricco, eppure non eccessivo, le metafore che hai scelto di utilizzare sono perfettamente calzanti e, anche se in una storia così breve, sei stata in grado di dar vita a delle emozioni fortissime, rendendo vividi gli incubi di Remus - incubi che si sono trasformati nella crudele realtà, una realtà da cui non può più scappare nemmeno chiudendo gli occhi.
Il dialogo con sua mamma è stato particolarmente d'impatto, perchè è ovvio che lui si senta un mosto, esattamente come è lampante che lei lo continui a vedere sempre come il suo bambino: una creatura innocente, vittima della situazione, destina a convivere con un peso troppo grande per il resto dei suoi giorni - l'unica cosa che mi fa sentire un po' meno in pena per lui è l'idea degli amici che si farà a Hogwarts e dei sacrifici che si troveranno ad affrontare per diventare Animagi e stare al suo fianco in queste orrende trasformazioni.
Il finale ha la stessa forza di un pugno nello stomaco, il collegamento alla favola di Fedro è meraviglioso e particolarmente azzeccato, anche se io m'immagino Remus più come l'agnello sacrificale, che come il lupo dentro di lui che anela per uscire e uccidere ogni residuo di umanità rimasto.
Complimentissimi, davvero!
Mi hai emozionata in maniera indescrivibile e ti chiedo scusa per la recensione prima di filo logico che di ho lasciato...
Un abbraccio e a presto,
Francy

Recensore Master
04/08/20, ore 16:17
Cap. 1:

Ecco uno dei motivi per cui dovrei leggere le storie degli partecipanti a un contest al quale gareggio, dopo la consegna dei risultati: evito di deprimermi per la presenza di tali gioiellini :'D
LOL, incipit idiota a parte, ciao Maqry! E' un piacere trovarti ancora come "avversaria" dopo la storia su Tonks e Charlie <3
Povero Remus! Da piccola lo amavo incodizionatamente, poi ho cominciato a essere più obiettiva nei suoi confronti, sebbene l'affetto non sia scemato. Vederlo così vulnerabile e triste, in uno dei momenti più bui della sua esistenza, beh, spezza il cuore çç. Ovviamente aiuta anche il fatto che il testo è scritto benissimo: altamente evocativo e con un ritmo quasi musicale.
Anche l'impaginazione è davvero bella <3

Complimenti, di in bocca al lupo non ne hai bisogno <3

Alla prossima :D

Benni

Recensore Master
15/07/20, ore 23:05
Cap. 1:

Mi piace come la storia sia aperta subito dalle tenebre che calano. Qualunque infanzia avesse prima, adesso tutto è cambiato, schiacciato dalla minaccia che una volta al mese incombe su di lui e su chi gli è più vicino.
Anche se ti concentri molto sul 'dopo' di questa maledizione, il prima aleggia come uno spettro nelle Gobbiglie che il piccolo Remus nasconde sotto il cuscino (un gesto così infantile e così incongruo rispetto alla sua situazione da mettere una tristezza immensa), nel fatto che si è trovato costretto ad imparare a contare non perchè è quello che tutti i bambini prima o poi fanno, ma perchè deve prepararsi alla trasformazione, al suo incubo peggiore che ogni mese puntualmente si ripresenta
E le immagini che hai dipinto sono particolarmente d'impatto: la falce di luna che dà un'impressione di gelo e di taglio, i mattini tinti di nero con la loro irrealtà che trasmette immediatamente l'incombere di qualcosa di malvagio, il pallore di perla di uno spettro o di un cadavere...
Tutti scenari freddi e silenziosi, che evidenziano un senso di abbandono straniante rispetto alla violenza delle prime righe, con questo tocco quasi di body horror, l'accartocciarsi delle pagine del libro che sembrano quasi evocare il corpo di Remus che si contorce in preda alla trasformazione, il sangue/inchiostro che cola e il cuoio (la pelle) che diventa pelo ispido
Remus che diventa il cattivo di ogni favola, quello che spaventa i bambini (e non è forse un bambino anche lui?)
Una storia che mi ha fatto ringraziare di essermi iscritta a questo contest, visto che altrimenti probabilmente non l'avrei mai letta
Non so come concludere se non facedoti i miei complimenti per questa bellissima drabble
Alla prossima,
Alsha

Recensore Master
14/07/20, ore 19:13
Cap. 1:

Ciao.
Aprendo il tuo profilo, questa è stata la prima storia che mi è saltata all'occhio, e visto che per me c'è sempre un buon motivo per leggere di uno dei Malandrini, andare avanti è stato praticamente impossibile.
Ti rincuoro subito dicendoti che la drabble e mezza è bellissima e che, dopo averla letta per la seconda volta e averla apprezzata ancora di più, l'ho inserita tra le preferite. Perché nella sua semplicità e brevità racchiude alla perfezione tutto il personaggio di Remus. Quindi, intanto, complimenti davvero per la cura dell'IC e, in secondo luogo, per la bellezza della metafora del libro e il riferimento in chiusura alla favola di Fedro.
Adesso parto con la recensione vera e propria (altresì chiamata "le canne che si fuma il mio cervello e fino a che punto vedo allucinazioni mentre leggo"). Sì, perché a convincermi a inserirla direttamente tra le preferite non è stato solo l'IC perfetto di uno dei miei personaggi preferiti, ma soprattutto le analogie messe in campo tra lui e il libro di favole (o addirittura la favola in sé).
Partiamo col fatto che il titolo mi piace. Nella mia testa l'ho ricollegato a un altro autore romano, Ovidio. E' vero che l'opera in questione tratta la materia dei miti greci, ma è il senso iniziale e ultimo che mi ha fatto pensare a essa. Infatti a scatenare questa "metamorfosi" è proprio il sentimento dell'ira. Così come accade in alcuni miti raccontati da Ovidio, Fenrir "scaglia" la maledizione su Remus con una certa cura - ha mirato, al contrario del modus operandi degli altri lupi mannari, per i quali mordere è un atto incontrollabile - proprio perché il padre di Lupin ha osato sfidarlo. E dico che è anche il senso ultimo a farmi pensare alle metamorfosi perché alla fine è la paura il sentimento che attanaglia il piccolo Remus.
La parte che ho preferito è l'analogia con il libro, il mondo della favola e la vita di Lupin. La madre gli dice "sei solo un bambino" come quando si dice "è solo una storia", ma a volte le storie sono realtà e i mostri sono reali. il libro di favole, quindi, diventa il corpo e la vita di Remus: mutano, si trasformano, la favola "esce" dal libro, squarcia le pagine. Il mostro che sembra essere sempre stato dentro Remus prende il sopravvento sulla sua umanità, sembri voler dire, sembra Remus pensare, perché nella mente di Remus il mostro non è mai stato qualcosa che prende possesso del suo corpo e della sua mente, ma è lui il mostro, qualcosa di inscindibile da lui, la considera quasi la sua vera forma, la sua vera natura. Il libro rappresenta la sua vita che va in pezzi, che cambia e si trasforma in un incubo, in un tarlo che presto scava dentro di lui. I peli, tratto che distingue la bestia dall'uomo, diventano la forma naturale dei mostri, il tratto che li toglie ogni dubbio. E come ho detto per Severus nel post del gruppo di Rosmary, quando un tarlo scava labirinti nella nostra mente, tutto quello che è costretto a passare per di là si sporca. Così, le parole della madre di Remus non riescono veramente a riempire il vuoto, anzi vengono presto dimenticate, risuonano come echi lontani nella mente di Remus.
Mi piace che "tenebre" e "oscurità" racchiudano la drabble: le tenebre che a inizio storia fanno la conoscenza del bambino diventano una costante della sua vita e rimangono fino all'ultimo. A strabordare da questo" cerchio chiuso" è soltanto l'ultima frase, quella che suona come una sentenza e che, nella sua formula quasi "aperta", (la frase mentre la leggevo non suonava come una chiusura forte, tonante, ma più come una frase di passaggio, un commento, ecco!) riesce a chiudere con un'amarezza che fa male, perché è l'amarezza di un bambino, e un bambino non dovrebbe provare un simile sentimento, non dovrebbe conoscere un simile stato. Perché amarezza vuol dire rassegnazione, amarezza vuole dire arrendersi al dolore, all'ingiustizia. Remus scopre troppo presto che il mondo non è una favola, il lieto fine è solo una finzione, e Remus sembra dire nel finale "adesso so che le favole sono soltanto bugie, la verità è un'altra". La disillusione è una lama che si affila proprio perché è messa in bocca a un commento quasi casuale ma che chiude davvero in bellezza una drabble che ha saputo mantenere un filo logico nella sua grande metafora.
E passiamo alla caratterizzazione, che ho a dir poco adorato.
Mi è piaciuto soprattutto il particolare delle gobbiglie sotto al cuscino. Non so dirti perché, ma sapevano di un'innocenza normale, banale quasi, serena soprattutto. Il tesoro di un bambino, che sembra raccontare della chiusura di un giorno come un altro, ma che da subito si macchia di queste tenebre che avanzano verso qualcosa di puro.
Ho adorato il modo in cui si trasforma anche la paura di Remus: prima era paura del buio, la paura che tutti i bambini hanno, ed era la luce della luna, quel poco di luce che entrava dalla finestra a rassicurarlo; dopo il buio diventa metafora dell'oscurità che cala nella sua vita, risvegliarsi al mattino non cancella più gli incubi, ma mette in mostra le conseguenze del mostro che vive in lui e che si lascia dietro la notte, la paura diventa quella di un'anima tormentata, di quella che di solito vive un adulto quando viene ad affrontare i demoni che albergano in ognuno di noi, ma quando a dovergli affrontare è un bambino, diventano davvero brutti, tristi. A rendere tutto triste è il fatto che impara a contare fino a 29: non è un traguardo dato dall'imparare cose nuove, ma è sintomo di necessità. Remus è costretto a imparare a contare fino a un numero che soltanto per lui si ferma prima di raggiungere la cifra tonda. Questo particolare, non so spiegarti bene il perché, è stato quello che più mi ha rattristato e addolorato. Un numero spezzato, come Remus, un numero che viene quasi a immaginarlo contare alla rovescia (29,28,27,26...) una attesa che mette inquietudine, tremore, panico. Quel numero è un'ombra, è un blocco, è la sua condanna, la sua ossessione.
Per il resto, posso soltanto dire che io vedo Remus esattamente come lo hai descritto tu: lui non si considera umano, si ritrova a considerarsi indegno d'amore, inadatto a vivere in mezzo alla gente normale, a vedersi con gli occhi inorriditi, disgustati, impauriti. Nell'amarezza finale io sento gli echi di una solitudine, di un destino al quale se la maledizione lo ha spinto, è Remus a condannarsi a viverlo e a subirlo. Remus si crogiola nell'idea che lui è cattivo, un mostro, ma non si rende conto che la sua forza sta proprio nel non cedere a questa sua natura (qualcun altro si sarebbe lasciato andare e avrebbe abbracciato il lupo) nel combatterla, nel tenerla il più possibile lontano dagli altri. Ecco perché la sua forza è anche la sua più grande fragilità. Perché lui sceglie la solitudine, e scegliendola si priva dell'affetto che merita.
Davvero complimenti per come hai raccontato l'inizio di uno dei personaggi più complessi e belli della saga.
A presto!

Recensore Master
10/07/20, ore 16:18
Cap. 1:

Ciao, Maqry ❤️
Remus mi piace moltissimo (è tipo l'unico Malandrino che salvo, ahahah ops!), potevo quindi perdermi questa drabble? Assolutamente no.
Innanzitutto, penso tu faccia molto bene a sfidarti con la brevità: capisco la difficoltà, ma sappi che i risultati sono ottimi!
Il titolo funziona molto bene per Remus in generale e per il tema della drabble in particolare: racconti il cambiamento provocato nella sua vita dalla trasformazione, un cambiamento che avviene tragicamente presto. Il dettaglio delle Gobbiglie nascoste sotto al cuscino è adorabile, un tocco di quotidianità che impreziosisce il tutto. (Piango.)
Bellissimo il parallelo tra il prima, in cui è tanto se arriva a contare a 10, e il dopo, dove è fin troppo bravo a raggiungere il 29. A tal proposito... mi sento molto sciocca, ma grazie mille per la nota sul mese lunare, non ci ero arrivata. (Il caldo vale come scusa per il mio scarso acume? Sì?)
L'ultima frase mi ha dato i brividi, per un attimo mi sono chiesta se Remus non avesse ucciso la madre in un incidente o qualcosa del genere e non l'avessi rimosso – sono andata anche a controllarlo, per fortuna non è così!
Insomma, la storia riesce molto bene a provocare malinconia, quasi ansia, per la triste sorte di Remus :/ (Nel suo caso lo dico proprio: si meritava di meglio.)
Lo stile che hai adottato mi sembra giusto: penso che un registro più verso l'alto sia la scelta migliore per una drabble, che nella mia ottica dovrebbe proprio comporsi come una "piccola perla". In poche parole bisogna dire molto, quindi metaforicità e immagini sono gli strumenti migliori.
Ho trovato l'immagine della seconda frase non proprio immediata (mi ha un po' confusa "le favole delle sere di stelle" più che altro), ma probabilmente è sempre colpa del caldo e, soprattutto, l'associazione libro/corpo è stata davvero d'impatto, colpisce moltissimo.
Il dialogo con la madre l'ho amato, anche se ha fatto malissimo :/ è dannatamente IC questo piccolo Remus che inizia pian piano a considerarsi un mostro, ed è assolutamente calzante il riferimento alle favole già evocate!
Anche il rovesciamento della citazione shakespeariana l'ho molto apprezzato. Amo The tempest, ma forse la frase in sé non mi avrebbe detto molto dato che è quasi abusata; sostituire i sogli con gli "incubi" però funziona benissimo, secondo me. Ottima intuizione!
Spero che questa recensione abbia un senso, temo di essere saltato un po' da una cosa all'altra 🙈
Il riassunto è: ottimo lavoro! Hai sviluppato davvero bene questa parte di Remus, anche l'utilizzo della citazione che ti hanno dato è stato svolto bene.
Un abbraccio, a presto :3
Mari

Recensore Veterano
08/07/20, ore 21:25
Cap. 1:

Ciao!

È da giorni che ho questa in lista, dopo aver buttato un occhio al tuo profilo, e voglio commentarla e finalmente ho trovato un pochino di tempo.

Mi ha suscitato una tenerezza estrema. Già quando si parla di Remus, che è uno dei miei personaggi preferiti della saga, comincio a provare tenerezza perché ha avuto un'esistenza così dura ed amara che non riuscirò mai a smettere di essere arrabbiata per la sua fine, per quanto è stato privato di avere di nuovo un po' di felicità (e a tal proposito, devo recuperare il tuo universo in cui sopravvive). Quando si parla di lui bambino, delle sue atroci trasformazioni, è incredibile rimanere impassibili.

Sei stata veramente bravissima a descrivere tutta la sua dolcezza di bambino in cui primi versi, nelle parole di sua madre che gli ripete che è sempre il suo bambino, e a rimarcare la bestialità della trasformazione ma, in particolar modo, il tormento interiore di Remus che inizia già quando è bambino.

Quel trauma, il trauma delle prime trasformazioni, se lo porterà dietro per tutta la vita, con la convinzione di essere un mostro e credo che tu abbia evocato benissimo il radicarsi di questa - dannata - convinzione. Ho trovato esemplificativa di quel che sarà il futuro di Remus questa frase "Ma l'oscurità - presto vecchia amica - riempie il silenzio sussurrando un altro finale per la sua storia, e lui inizia a crederle".

Altro che Drabble poco riuscita: PERFETTA. È entrata, di diritto, tra quelle storie che porto nel cuore. L'ho adorata, davvero!
Sei stata una piacevolissima scoperta.
Alla prossima,
Fede

Recensore Master
08/07/20, ore 12:03
Cap. 1:

Ciao, Maqry! 
Quando ho visto il tuo nome, una campanella inevitabilmente ha suonato nel mio cervello: sapevo di conoscerti, dentro il mio cuore sapevo di averti letto già altre volte e di essermi sempre innamorata del tuo inconfondibile modo di scrivere. Faccio fatica a ricordare i nomi, ma ora il tuo è ben impresso e subito che potrà mai andare più via. 
Il tuo Remus è così piccolo, che ti viene da abbracciarlo perché guardalo, sa solo contare fino a dieci, mangia le caramelle e non pensa ai mostri, agli incubi che sono fatti di peli. Viene risvegliato però, qualcosa che lo rompe dentro gli fa capire che anche se non sa dire undici, che se ama le caramelle lui crescere deve, perché viene a contatto con un mondo che fa paura, un mondo in cui è lui il mostro. 
Ed ecco che conta fino a ventinove, che cerca la luna tra il tessuto delle tende e ne ha bisogno, un po' come poco prima aveva bisogno delle caramelle per sorridere. No, Remus non può più sorridere, Remus non ha più niente per cui sorridere: ha nel cuore una sfliza di racconti che dicono, che lo catalogano come qualcosa da evitare, da odiare, da uccidere persino e lui conta solo fino a ventinove e ha paura, perché è il mostro. 
Questa storia mi ha messo una tristezza infinita, mischiata a una voglia di adottare Remus per dirgli, come gli ricorda la madre, che va tutto bene, che è sempre un bambino, che ha il dannato diritto di credere alle favole, che ha il dannato diritto di mangiarsi le caramelle. E qualcuno, per favore, gli legga la Bella e la Bestia, gli racconti anche di come ciò che viene considerato mostroso, possa essere invece come una rosa in inverno. Unica, meravigliosa. 
Bellissima storia, sono felice di averti ritrovato, davvero, 
Sia 

Recensore Master
07/07/20, ore 22:08
Cap. 1:

Questa storia meriterebbe decisamente una recensione migliore e più strutturata, ma io davvero non credo di avere la forza di affrontarla.
Mi hai straziato, e lo hai fatto con una delicatezza tanto crudele che non lo so, non credo di avere più le parole. La tragedia di Remus, quella che nei libri lui non si permette mai di raccontare, è tutta qui: non nell'uomo adulto e sopraffatto dal disgusto per se stesso, non nell'uomo adulto che si nega ogni cosa credendo di non meritare nulla, non nel professore che accetta quasi con stanchezza di dimettersi da un ruolo che ricopriva magistralmente soltanto per non dare adito agli insulti e alle illazioni che sarebbero arrivate sulla sua natura. La vera tragedia sta in un bimbo di quasi cinque anni – una creatura che ancora non sa leggere, che dovrebbe aver difficoltà ad avere un senso del tempo troppo esteso, una creatura che dovrebbe essere fatta di eterno presente di leggerezza – impara a contare fino a ventinove e a vedere le favole accartocciarsi e farsi incubo concreto, tangibile, terribile.
Hai reso davvero benissimo tutto questo, e lo hai fatto in una maniera che fa malissimo.
Io davvero, lo so che avrei tante altre cose da dire, perché la drabble è costruita benissimo e ci sono delle finezze stilistiche che se la meriterebbero, una menzione, ma non ci riesco proprio: Remus è uno dei miei personaggi preferiti (sì, forse anche più di Sirius), e ti assicuro che ho letto davvero troppo su di lui, ma raramente una storia mi ha fatto così male.
Ma è un male bello, un male che in fondo ti riempie un po' il cuore, perché c'è una delicatezza infinita in tutto questo.
Bravissima, davvero bravissima.

(Per sdrammatizzare, stavo per farti l'in bocca al lupo per il contest, ma poi mi sono resa conto che forse forse sarei stata giusto un filo fuori luogo XD).

Recensore Master
05/07/20, ore 01:40
Cap. 1:

Ciao!
Wow...scusa la banalità, ma è l'unica cosa sincera e sensata con cui mi sento di esordire la recensione di questa storia! In così poche parole, che forse sono troppe per il canoni rigidi della drabble ma, in quanto lettrice, poco mi tocca questo dettaglio tecnico, sei riuscita a dipingere un quadro bellissimo e struggente.
Lascia veramente l'amaro in bocca vedere la vita di un bambino così piccolo, che dovrebbe appunto pensare solo alle favole (quelle a lieto fine) e a giocare con le biglie, andare in frantumi nel giro di una sola notte, rapida ma letale quanto basta per sconvolgere per sempre l'equilibrio e le speranze del piccolo Remus.
Mi si è stretto il cuore nel leggere il dettaglio dei numeri, fino a quanto sapeva contare prima e dopo il fatto, quasi fosse una specie di memento al fatto che, suo malgrado, si è ritrovato a dover crescere di colpo per fare fronte ad una situazione più grande di lui.
Ho apprezzato particolarmente la fermezza con cui sua madre gli si è rivolta: credo che in certe situazioni, per quanto possa essere devastante e difficile, sia necessario che qualcuno si faccia carico di diventare la colonna portante della situazione e la signora Lupin credo lo faccia nel modo migliore possibile, ricordando al figlio che, indipendentemente da quello che gli succede, non di certo per colpa sua, una volta al mese, lui non sarà mai un mostro.

Forse non dovrei recensire storie che mi fanno inumidire gli occhi a quest'ora della notte perchè non sono in grado di formulare quei pensieri coerenti e intelligenti che questa drabble un po' cresciuta meriterebbe, ma se non altro posso offrirti solamente uno sproloquio a cuore aperto per farti davvero i miei complimenti: questa drabble è un vero gioiello, hai fatto un lavoro eccezionale!

Ancora complimenti e un grosso abbraccio!
Em

Recensore Master
03/07/20, ore 23:53
Cap. 1:

Amarissima.
Amarissima, ma bellissima.
Non so quante volte l'ho riletta nonostante la pubblicazione sia recente, ho la sensazione che questo testo abbia ancora tanto da dire e che per coglierne tutte le sfumature sia necessario leggerlo e leggerlo e leggerlo ancora.
A iniziare dal titolo che richiama Ovidio (non so se volutamente) e che in tal senso apre a tutto un ventaglio di significati. A me ha condotto dritta dritta tra le fauci di quelle punizioni ordinate dall'alto, di quella pretesa di essere altro rispetto all'umano – quel peccato di superbia irreale, ma che Remus percepirà come tale e sentirà pesare su di sé come un macigno ogni volta che crederà di poter dimenticare la bestia e vivere come chiunque altro. Remus è un innocente condannato che non ha mai perdonato il Fato e che nel corso del tempo s'è convinto di avere colpe – e in questo testo che lo vede bambino mi è parso di toccare con mano i semi venefici di queste convinzioni sbagliate.
Forse sto divagando e leggo significati che tu non hai messo in conto, in tal caso mi scuso, ma come al solito quando leggo qualcosa di molto bello e impattante tendo a interrogarmi, a chiedermi cosa voglia dirmi il testo, a leggere interpretazioni che magari sono tutte mie.
Ecco, cerchiamo di andare oltre il titolo.
E oltre il titolo c'è Remus e tutta la sua essenza. Sei stata magnifica, perché in poche parole e narrando di un Remus ancora bambino, che ancora cerca una salvezza e forse spera esista un perché in grado di dargli pace e spiegargli la sua condizione, ecco, narrando tutto questo sei riuscita a dare corpo e vita al lato più intimo del tuo protagonista, al buio che lotterà tutta la vita per fagocitarlo.
Remus, che vacilla e già inizia a convincersi che il male divorerà il bene che c'è in lui, che il lupo è forse troppo per essere vinto. Arriveranno poi domande più insinuanti, su chi sia il lupo e chi sia l'agnello, e se siano tragicamente la stessa persona.
Dolce e al contempo sporca di tragedia la madre che tenta di proteggerlo dall'orrore, che tenta di instillare in lui la speranza e la fiducia, la convinzione di non essere il mostro. Ed è tristissimo pensare che neanche l'amore di una mamma sia riuscito a lenire le ferite di Remus.
Amo il tuo stile, lo amo sempre e lo amo anche nelle storie brevi. Sei stata in grado di non sprecare neanche una parola, ricorrendo a una struttura che fosse portante ai fini del significato del tuo racconto.
Questa storia meriterebbe una recensione migliore di questa, ma spero almeno emerga quanto l'abbia apprezzata, sia per la tematica che per il protagonista che per l'atmosfera che per il meraviglioso stile. Insomma, bravissima come sempre!

(Giusto per rispettare la nostra tradizione fatta di cross-over, ché le buone abitudini sono da coltivare!, ne approfitto per dirti che non vedo l'ora di riuscire a dedicarmi al nuovo capitolo della tua long, è che voglio ritagliarmi il momento giusto per dedicare le giuste attenzioni a quello che so già essere un capitolo eccezionale ❤)

Un forte abbraccio, a presto! ❤

Recensore Master
03/07/20, ore 17:45
Cap. 1:

Mia cara Maqri!
Mi mancavano le tue storie e ho trovato questa drabble molto bella e profonda. C’è lo smarrimento di un Remus bambino condannato a essere un mostro e c’è il prompt così ben espresso, che racconta di un’oscurità amarissima con cui il bambino deve fare i conti. La frase che il piccolo e consapevole Remus rivolge alla madre è una presa di coscienza straziante di chi sa che le fiabe non rimangono chiuse nei libri, ma escono fuori e vanno oltre. L’accostamento tra il tremito e la luna accentua la consapevolezza della licantropia vissuta come una maledizione o una malattia e anche un tentativo di controllo che mi ha fatto pensare a quando, nel film Poltergeist, ai bambini spaventati dal temporale il padre spiega come calcolare che lo stesso si sta allontanando contando la distanza tra il lampo e il tuono.

Prendere la misura del tempo è un modo per controllare la paura e il ciclo lunare composto da 28 giorni e per organizzare l’esistenza in nome di quel cambiamento terribile che affliggerà Remus per tutta la vita, nell’amarezza di un finale in cui il lupo divora l’agnello e non può che fare questo nonostante gli altri giorni Remus sia una persona del tutto affabile e normale – molto più del mago medio, almeno. L’immagine consolatoria della mamma di Remus è dolcissima e struggente: Lupin continua a essere il suo bambino, oggetto di un amore che non ammette nessun tipo di dubbio, di se o di ma. Un legame consolatorio a cui il bambino finge di credere (o, forse, per un po’ crede sinceramente). Avrei ancora tanto da dire, ma concludo dicendo che la tua penna come sempre è capace di tessere delle storie incantevoli e che presto tornerò da te anche sulle altre storie che ho momentaneamente, solo momentaneamente, lasciato tra le “da recensire”. Buon weekend!
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
03/07/20, ore 13:45
Cap. 1:

Ciao Maqry!
Scrivere drabble - o quasi drabble - non è semplice come si crede: tu hai fatto un lavoro davvero magistrale qui, ho adorato le simmetrie, i rimandi interni e come hai sciolto il tema delle fiabe. Le fiabe vengono raccontate a Remus dalla madre, ma il finale a cui si aggrappa non è quello felice: il lupo divora l'agnello, lui inizia a crederci e insieme a questo c'è il fatto che lui comincia a credersi lupo più che agnello. Quel "finisce così" posto anche alla fine della drabble riesce a creare, poi, un senso di chiusura netto e forte che amplifica l'angst.
Hai narrato benissimo le ricadute psicologiche che la trasformazione in licantropo deve avere avuto su Remus - non si percepisce più bambino, ma mostro
Lo stile mi è piaciuto moltissimo, ogni parola è perfetta. Ecco, il titolo ci parla dell'oggetto e poi quello che segue le sue conseguenze, il suo impatto: anche questa struttura tra titolo e testo mi è piaciuta!
Bellissimo anche il rimando shakesperiano capovolto "la materia di cui sono fatti gli incubi".
Insomma, complimenti, questa drabble mi è piaciuta davvero molto.
In bocca al lupo (ah, come sono simpatica!) per il contest.
 

Recensore Master
03/07/20, ore 10:11
Cap. 1:

Prima di tutto grazie, perché è una drabble bellissima, perché adoro quel verso e sono così felice abbia ispirato qualcuno, perché ci hai dato tanto angst e io amo l'angst. In generale amo i pg che odiano se stessi e tutti i loro problemi hanno come fulcro il non riuscire ad accettarsi e quindi amo questa drabble e soprattutto la amo perché sì, c'è questo tema, ma è come lo hai sviluppato che davvero mi ha colpito. E intendo con uno stile poetico, brevissimo, con parole precise che creano immagini e nessuna parole appesantisce, è futile o fa solo bella presenza.
Mi piace come hai messo nella seconda frase la parola 'muta' perché rende così bene quell'idea di 'trasformazione animale'. Mi piace come hai descritto in modo molto poetico queste favole che si trasformano in realtà e la parola incubi lì alla fine del paragrafo che dà quella bella stoccata di angst e dolore.
Amo le ultime due frasi, la penultima perché ci rivedo la canzone e mi è piaciuto tantissimo come l'hai inserita e la tua interpretazione. E l'ultima perché pochissime parole e riassumi tutto l'odio di Remus verso se stesso: è il cattivo delle favole, non c'è scampo, è ineluttabile, lo adoro. Complimenti. Piccolissima e curatissima, complimenti anche per la grafica molto piacevole e funzionale al testo.

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