Recensioni per
La prima e ultima impresa di Ser Germhan
di Ghostro

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
29/05/22, ore 15:29

Porca. di quella. puttana.
Mi sono fatto il favore di non leggere questa storia ascoltandomi la ost del primo cacciatore. Non mi voglio così male e decisamente non volevo morire per la disidratazione a causa di tutte le lacrime che avrei perso. Quindi forse mi sono rovinato un po' l'esperienza, però ehi, anche io ho dei limiti da essere umano. Comunque sia, prendi quello che sto per dire come una cosa strana, o prendila per quello che vuoi... ma, uhm, anche questa storia l'ho trovata profondamente wholesome. Anche se in maniera decisamente diversa rispetto a quella di Ult e Gwynet. Diciamo che qui era più che altro un wholesome alla Vinland Saga, dove il wholesome arriva poi alla fine... e piangi. Comunque sia, l'emozione assoluta che ho provato per questa storia è stata in assoluto... tristezza. Dall'inizio alla fine, una tristezza incredibile. Germhan è un personaggio incredibilmente... vicino? Non è un'eroe incredibile e non ha poteri assurdi, come magari altri protagonisti potrebbero avere. E' incredibilmente sfigato, su questo non ci piove. Maltrattato sia dai fratelli sia che, e soprattutto, da uno dei padri più abusivi fantasy che io abbia mai visto (ok non è vero. Nelle tue storie ce ne sono almeno diciotto. Tranne quello di Max, mi auguro. Non l'ho visto molte volte però mio dio dimmi che almeno lui non è un fallimento mondiale come genitore), sempre con il classico trope del genitore che col cazzo che ti dice che fai bene a seguire i tuoi sogni e a poter diventare un figo per il resto della tua vita, ma anzi ti denigra e ti fa diventare uno dei protagonisti più depressi degli ultimi tempi. Scherzi a parte, hai reso decisamente bene il modo in cui Germhan si strugge, anche il momento veramente terribile in cui, nonostante Ilsa fosse innamorata di lui e lui ricambiasse, si è comunque sentito completamente inetto ed assolutamente non in grado di poter amare una persona o indegno di essere amato, ed è scappato. E' terribile vedere come le influenze di un padre decisamente troppo, troppo duro gli abbiano completamente rovinato l'idea che aveva di sestesso e del mondo che lo circonda. Beh chiaro, quello è la sfiga riguardante i Teragross.
Oh, ma guarda un po'! Gente che già conosciamo, eh? In un certo senso, forse sarebbe stato più intelligente leggermi questa storia qua prima del Figlio del Gelo, però arrivare qua conoscendo i personaggi già da prima fa comunque uno strano e soddisfacente effetto. Parlando dei Teragross... praticamente sono i Lannister. Solo ancora più bastardi e manipolatori e stronzi. Sicuramente non venivano invitati alle cene di natale. Comunque sia, vediamo se ho capito bene: il vecchio, Hugor, è stato ammazzato da suo figlio, Sotho, che da come ho capito bene è scappato dalla difesa della fortezza, diventando decisamente la versione migliore di sestesso dopo essersi fatto sgnaccherare il cuore da una Dama del Gelo, ed infine abbiamo Sifer, che ha avuto la fine che si meritava, sia qua, che là. Comunque sia, non è una storia sui Teragross, ma su Germhan che, nonostante sia ormai un vecchio poveraccio, ha deciso di proteggere fino alla fine l'onore della sua Signora, addirittura riuscendo a disarcionare ed a sconfiggere l'ultimo Teragross, rompendo praticamente tutta la super mega ruota di magna magna che teneva l'impero in una presa ferrea. Non hai specificato... però posso solo immaginare l'onta e il disonore che questa sconfitta ha portato alla famiglia Teragross.
Tutti meritatissimi.
Devo dirti, però, che in questa storia ci sono stati dei punti in cui veramente mi hai quasi fatto commuovere di brutto: quando Germ si rivede se stesso se avesse avuto le palle e il coraggio di prendere in mano la sua vita durante l'ultima cavalcata, e quando ha scritto cosa si era fatto incidere sulla tomba.
Insomma, una fiaba decisamente tragica, ma con una certa dolcezza ed un lieto fine. Anche se è morto, dopo tutto, è brillato come tutto il firmamento alla fine, ed è un sacco figa questa cosa. Praticamente è un Solaire che alla fine non è impazzito per un parassita in testa.
Davvero i miei più vivissimi complimenti, questa storia è stata una manna dal cielo.
Ed io ti posso solo lasciare, dicendoti che presto recensirò le vicende di Dahrx, che nonostante tutto continuo ad adorare come protagonista.

- TONIGHT, WE REWIEW! -

Recensore Veterano
28/02/22, ore 17:59

Ciao Ghostro,

mi sono letto anche le vicende di Germhan per comprendere un po' meglio l'universo di Dahrx, ma... nella tua ultima opera mi pare che la tua scrittura dimostri aver fatto ampi passi in avanti. Comunque, nel complesso, la lettura di questa storia è stata piacevole.

Qui appaiono un po' troppi personaggi, la doppia battaglia al torneo ha portato via spazio a passaggi che avrei trovato più interessanti, magari sulla vita da bandito del protagonista o anche solo sull'assalto al carro di Elgon.

Tornando al torneo, l'ho trovata un po' confusionario perché il primo scontro inizia così:

Il cavallo partì al galoppo. I due cavalieri si scontrarono e Germhan fu quasi disarcionato.

E solo dopo diverse righe si scopre che l'avversario era Degello Braxto e non Syfer.


Comunque, questa è la storia di Germhan, il settimo nato di sette figli. Madre amorevole e onorevole, padre cinico e anche piuttosto crudele. E il ragazzino viene pure schernito da fratelli e sorelle.
Nello stesso giorno in cui vede materializzati gli ideali della madre, lo splendido cavaliere a cui vorrebbe ispirarsi viene vigliaccamente ucciso da un Teragross, il primo dei tre che infangheranno la storia del continente. Le violenze morali perpetrate dal padre a suo danno erano solo l'anticamera delle sofferenze che da quel giorno si trova a patire. Le virtù non sembrano aver più posto nell'Impero, e lui cade in un circolo di paure, vergogne, insicurezze, che lo accompagnano anche nella sua ultima impresa.

Se avesse trovato il coraggio di dichiararsi a Ilsa, forse sarebbero stati contenti in due, ma la bambina Vanessa non sarebbe stata salvata da lui. Fu un episodio importante, quello, perché negli occhi di quella neonata Germhan ritrovò la speranza. Tuttavia, quando è diventato un guerriero vecchio ed esperto, desideroso di proteggere l'imperatrice da una oscena corruzione, la voce del padre giunge ancora a opprimerlo, e nemmeno la corazza di Dehel e la lancia d'argento sembrano in grado di farla tacere.

Ti segnalo un paio di sviste:

> I deserti del pullulavano
(immagino il "del" sia di troppo)

> Essendo casato di “mercati minori”
forse di "mercanti minori"?

Alla prossima!

Recensore Master
14/09/20, ore 22:04

Okay, un'ambientazione davvero interessante, con predestinazione a ogni angolo di strada, numeri fissi di eroi e imperatrici e campioni, un sussurro che decide il futuro. E il verdetto del padre del protagonista, che crea una profezia che si autoavvera: dopo essersi sentito sminuire costantemente e obbligato a dare sempre la ragione agli altri, ci credo che perde la voglia di affrontare le sfide.
Per la miseria, che serie di sberle che si è preso il ragazzino. Prima trova un idolo che gli dia la forza di andare avanti, per vederlo ammazzato subito dopo. E poi si trova in mezzo al massacro della sua famiglia. Vai di traumi.
Decisamente triste la vicenda con Ilsa: le parole di Jolel hanno veramente bloccato Germhan, con il padre morto in quel modo hanno assunto il valore di una sentenza inappellabile e lui non ha mai avuto la possibilità di ribellarsi, di dimostrare il contrario.
Okay, arrivata alla fine, direi che la storia ha un tono decisamente freudiano. Per tutta la vita questo disgraziato viene bloccato, sminuito dalle parole del padre, visto come un'entità superiore, soprattutto sul piano fisico; altrettanto ossessionato dal ricordo della madre, una figura fonte di tutte le sue ambizioni e desideri. E infatti la richiesta finale, dopo due giri di gente che chiedeva cose che avrebbero favorito loro per danneggiare tutti gli altri, è riposare vicino a lei, sulla stessa tomba, una cosa molto personale, molto umana, e che non darà fastidio a nessuno.
Una bella storia di riscatto e di crescita: Germhan ci mette tutta la vita a realizzare sè stesso, lo fa in punto di morte, ma lo fa.
Complimenti, davvero una bella lettura!

Recensore Veterano
14/09/20, ore 16:55

NONA STORIA CLASSIFICATA al Contest "Immergersi nell'immaginazione"

Grammatica e stile: 4.5/5

Essendo un testo lungo non so se sono riuscita a scovare tutti gli errori, in realtà non ne ho trovati molti, perciò ti faccio davvero i miei complimenti per la precisione!
Ho notato che un paio di volte hai inserito il punto finale all’interno delle virgolette, ma quando il periodo è concluso va posto all’esterno. Inoltre, anche l’utilizzo dei due punti a volte è incerto, per esempio: “per la prima volta sognare: qualcosa che aveva sempre ritenuto sacrilego” in questo caso sarebbe stata più corretto toglierli.

Utilizzo pacchetto: 2/2 (Manuale)

L’utilizzo del pacchetto è corretto, perciò ti assegno il punteggio massimo!

Gradimento personale: 7/10

Personalmente ho sempre trovato una sorta di rifugio nelle storie Fantasy, una scappatoia dalla realtà, perciò quando ho visto che la tua appartiene a questo genere, sono stata davvero felice di leggerla. Però, a maggior ragione, sono anche molto critica.
Inizio dicendoti che hai una grande fantasia e che sicuramente ti porterà lontano! È davvero essenziale per scrivere un libro fantasy, e se questo è il tuo scopo, di sicuro è un ostacolo in meno lungo la tua strada. Ma…c’è un ma: troppa confusione!
Troppi nomi, e molto strani. Devi cercare di immedesimarti nel lettore e capire che non può ricordarsi tutto. Ad un certo punto mi sembrava letteratura russa, uno di quei libri in cui leggi un nome e ti chiedi “Oh no, chi era questo?”. Ovviamente tutti i personaggi che hai inserito DEVONO esserci, DEVONO esistere e hai fatto benissimo ad inventarli.
Semplicemente, secondo me, dovrebbero essere introdotti lentamente, con più cura e con più ordine. Avrei evitato di presentarli tutti in questo Contest che chiedeva un testo breve.

Originalità: 3/3

La storia è molto originale e ben strutturata. L’unico suggerimento che posso darti è che secondo me hai sviluppato troppe cose in poche parole. Mi sembra di capire che fai fatica a sintetizzare, ma forse sbagli proprio questo, lo fai fin troppo. Invece di riassumere dovresti tagliare. Potevi raccontare una sola avventura di Germhan, introdurre il personaggio parlando solo di lui, o poco più, e raccontarci semplicemente una sciocchezza, qualcosa che lo caratterizzi. In questo caso il genere del tuo racconto è stato più protagonista del protagonista (attenzione: sempre parlando del Contest!).

Descrizione X: 10/15

Questo testo parla poco di Germhan, si, la storia gira intorno a lui, ma la richiesta del Contest era un po’ diversa. Hai voluto creare un contesto storico e geografico non indifferente, ma credo che in questo caso siano di troppo. Ti ho penalizzato in questo punto -ma non eccessivamente- perché comunque la descrizione c’è, e ho avuto modo di conoscere Germhan e immaginarlo perfettamente.

Totale: 26,5/35

Ti ringrazio per aver partecipato, è stato davvero un piacere leggere una storia fantasy! È incredibile quanta fantasia hai, è stato bello essere trascinata in questo mondo fantastico. Spero di ritrovarti presto in altri (miei e non) Contest! Rimango a tua disposizione per qualsiasi dubbio,
a presto
-Artnifa

Recensore Master
05/09/20, ore 16:16

Ciao, Spettro, partecipiamo allo stesso contest e ho fatto un giro delle altre storie. La tua è l'ultima che ho letto perché era la più lunga e penso anche la più complessa (l'avevo cominciata e poi lasciata da parte per avere più tempo) ^^
Il fantasy mi piace molto, anche io ho scritto qualcosa di questo genere: trovo che il linguaggio aulico si sposi al testo, sebbene in alcuni punti forse si ammassa qualche aggettivo di troppo. Ho notato alcuni refusi, ma pochi. In questa frase: "Non… sarebbe mai riuscito a sfidare suo padre, non era nella sua natura" non trovo che ci sia motivo di lasciare i punti di sospensione essendo un raccontato; sarebbero stati giustificati se fosse stato un discorso diretto, ma leggerli qui non ha molto senso e non danno ritmo dato che parla un narratore onnisciente.
Quanto allo stile narrativo, la storia è piuttosto densa: come ti hanno già fatto notare l'inizio risulta un po' pesante: ci sono moltissime informazioni 'storiche' e 'mitiche' che però, più che delineare un universo, creano confusione: so che il loro scopo era di creare una certa 'atmosfera', e posso anche dire che lo fanno, tuttavia si sarebbero potute evitare dato che si tratta di un racconto breve; le avrei trovate indicate, magari, in una storia che si sviluppasse con più lentezza e non introdotte all'inizio della storia, piuttosto come informazioni sparse che un lettore viene a scoprire man mano che l'eroe si muove nel mondo creato dall'autore. Qui invece danno la sensazione di doverle 'penetrare' per arrivare al cuore della storia mentre ti chiedi: "e sapere questo a che mi serve?"
Visto che non sono qui per fare critica gratuita, ma per condividere un punto di vista, ti dico come avrei personalmente risolto la cosa: avrei cominciato il racconto con lo sguardo immediatamente focalizzato sul protagonista, con le premesse della sua vicenda di dolore costruita a partire dalla relazione fallimentare col padre ("Non è mestiere per te, Germhan"), solo dopo avrei esposto 'pezzi' della mitologia narrata all'inizio per giustificare una sorta di desiderio di riscatto di Germhan il quale, cresciuto con quelle storie, sogna di poter essere grande. Anche l'introduzione del torneo e del suo eroe, Dehel, avrebbe potuto fungere da pretesto per far scivolare naturalmente nel testo le informazioni riguardo la struttura della casata reale con le figlie che sposavano gli eroi-imperatori.
Si sarebbe sfoltito il testo dei dettagli più gravosi, catturando da subito l'attenzione del lettore per la vita del protagonista.
E che dire di lui?
La storia di Germhan è triste e lo si evince per tutto il testo: plagiato, in sostanza, dal padre che ammazza tutti i suoi sogni con una singola, crudele frase, rimane condizionato nello spirito, tanto che persino quando può sognare la gloria oppure una vita di amore è il primo a non crederci, a rinunciare e scappare.
Trovo che questo passaggio risulti emblematico di tutta la sua caratterizzazione: "Era lui, era sempre stato lui. Sarebbe potuto essere una stella, ma mai aveva brillato. Poteva essere il suo destino, ora lo sapeva. Se solo avesse avuto il coraggio di osare, anche una sola volta…".
E il lettore si trova schiacciato dalla sua stessa oppressione: è proprio il contrasto tra questa angoscia e la parte finale dove si riscatta che la vicenda si anima (e tu che pensavi che fosse la parte più "affrettata"! 😂).
Le parole finali risultano non solo commuoventi ma STUPENDE: "Le ceneri di Germhan furono sparse a fianco della tomba materna. Sulla lapide splendida, degna di un eroe, come da richiesta fu inciso il suo ultimo lascito: “Mie care stelle, sono luce.”"
Ecco, qui mi è scesa una lacrima.
Il racconto è andato avanti con l'acceleratore e questo, unito al fatto che si faccia un po' fatica a penetrare il testo per i motivi che ti ho sopra detto (oltre l'uso del narratore onnisciente), non lasciavano presagire un'ottimale immedesimazione del lettore in ciò che il protagonista prova. Il fatto che, invece, a sorpresa, ci riesci ti dice quanto tu sia stato bravo e soprattutto, quanto più potente sarebbe potuto essere il racconto con i giusti accorgimenti. Ma ho letto che hai deciso di scrivere la storia soprattutto per ricevere critiche costruttive, quindi spero che ti faccia piacere questa mia recensione e ti risulti utile anche il mio parere =D
Non mi dilungo oltre perché già ho scritto un mattone! 🙄😅😁
In bocca al lupo! E a presto!

Ryo13

Recensore Master
11/08/20, ore 13:59

Ciao Spettro!
Hai decisamente cambiato registro in questo racconto epico... leggerlo mi ha ricordato molto "L'Orlando furioso", credo per l'ambientazione, i cavalieri, i sovrani, le stelle e le dolci fanciulle da difendere.
È stato facile scrivere un' intera storia mantenendo questo stile? Io non ci riuscirei... potrei dedicargli una parte, ma tutto un racconto non penso.
Veniamo alla storia in sé.
Germhan mi ha trasmesso da subito un senso di mestizia che infatti lo accompagna per tutta la sua vita. Un uomo sensibile, forse troppo per il suo tempo, non a caso l'unica persona che pare comprenderlo è la dolce madre. Dopo la morte della famiglia credevo avesse cercato vendetta, invece è rimasto l'uomo troppo buono che troverà il proprio riscatto solo sul finire della sua esistenza.
Due cose su questo personaggio così controverso:
1. Alla fine della storia ho avuto come la sensazione che Germhan credesse di non meritare la felicità, è come se si autocensurasse, lo si è visto con Ilsa, donna che ricambiava il suo amore, eppure ha preferito andare via piuttosto che cercare di essere felice con lei.
2. Ciò che lui definisce sentimento codardo (lo ha fatto più di una volta nella storia) penso sia proprio ciò che lo tenga in vita, quella spinta determinata che sembra non abbia e che tuttavia gli da la forza di rialzarsi nei momenti più duri.

Devo complimentarmi con te perché in poche battute sei riuscito a mettere su un mondo tutto nuovo, con le proprie regole e i propri sovrani, un torneo stile medievale, senza dimenticare i valori più importanti della vita, come la famiglia, l'amore, l'onore. Soprattutto mi chiedo dove cavolo tu abbia trovato tutti 'sto nomi d'altri tempi 😁

Carissimo, mi fa piacere che tu sia tornato "in gara" e - a tal proposito - in bocca al lupo per il contest (al quale.ho rinunciato ieri sera).
Nina^^

Recensore Veterano
03/08/20, ore 20:27

Inizio col dire che il fantasy medioevale non mi ha mai interessato, quindi la parte fino alla morte di Dehel mi ha annoiato. Ma, miei gusti a parte, hai fatto un ottimo lavoro con il lessico ben curato e le metafore suggestive come "appeso a un sussurro", o "cenere fastidiosa" o tenue brace.
Credo che in "perché di lacrime e veleno Jolel era privo" volessi scrivere Germhan. In “Onore, disse." hai dimenticato di chiudere le virgolette.
La narrazione è troppo veloce: questi sono eventi che potrebbero svilupparsi in un libro e, per quanto adori la sintesi, andrebbero spiegati almeno con qualche sequenza ciascuno. Il pathos è troppo concentrato senza che ci siano narrazioni concrete abbastanza lunghe e si perde il riferimento dello stato d'animo descritto. Solo nella giostra finale c'è abbastanza azione da compensare le descrizioni introspettive.
Mancano i colpi di scena e la strategia che ricerco in una storia di battaglie.
C'è un "sarebbe" che dovrebbe essere plurale.
In conclusione, sì: c'è molto impegno nella costruzione verbale, però la trama è molto lineare e poco stimolante riflessioni o domande su cosa accadrà in seguito.

Recensore Master
23/07/20, ore 16:04

Ciao Spettro!
Passo volentieri a leggere la tua storia, incuriosita soprattutto dal fatto che si tratta di un fantasy, un genere che adoro.
Per quanto riguarda lo stile, trovo che sia adatto sia al genere che al contesto: hai utilizzato termini a volte aulici, relativi al medioevo e quant'altro, ma non disturbano mai la lettura. Inoltre sei stato anche molto attento e curato, ho trovato soltanto un paio di refusi su un testo piuttosto lungo, quindi ti faccio i miei complimenti!
Per quanto riguarda la trama, senza dubbio è molto interessante: racconti la storia della vita di Gerhman, fin dalla sua nascita, inframmezzata ad informazioni riguardanti la storia e le leggende della terra in cui vive, il continente di E'Drha.
A mio personalissimo parere, e scusami se sono franca, purtroppo ho trovato la storia, nella prima parte, un po' confusionaria: hai cercato di inserire più informazioni possibili per rendere chiara ogni vicenda del regno, e si capisce perfettamente che nella tua mente è tutto ben delineato, hai chiaro ogni passaggio, ogni personaggio, ogni vicenda di questo mondo; però non sei riuscito ad esporre tutto quanto con la dovuta chiarezza, o quanto meno io mi sono persa più volte durante la lettura. Sicuramente sei stato penalizzato dal numero limitato di parole: questa storia meriterebbe di diventare una long, in cui potresti dedicare il giusto spazio ad ogni evento.
Comunque, nel complesso la storia è valida e il personaggio di Gerhman è ben caratterizzato: un giovane che cresce con il fantasma delle parole del padre sempre alle sue spalle e che per questo motivo non riesce a liberarsi e ad esprimersi come vorrebbe, almeno nella prima parte della sua vita. Da contrappunto il ricordo della madre lo rende un ragazzo buono, e lo si capisce quando decide di non uccidere mai nessuno. Poi, quando vede per la prima volta gli occhi dell'infante Valessa, le cose sembrano cambiare.
E per evitare che lei diventi vittima dell'ultimo erede Teragross decide di partecipare al torneo nonostante sia ormai vecchio e stanco, senza speranze.
La scena del torneo è davvero molto bella, ben scritta e curata. Non soltanto le azioni, ma anche i sentimenti di Gerhman emergono chiari e vividi. La scelta di fargli ritrovare, per caso, l'armatura del cavaliere suo mito dell'infanzia è decisamente azzeccata, così come il finale, in cui si scopre che quella mano d'oro che lo aveva sempre guidato era la sua stessa.
La conclusione è straziante, ma azzeccata a tutto il contesto.
A parte la leggera confusione che ho riscontrato nella parte iniziale, e che può benissimo essere soltanto una mia impressione :-), per il resto la storia è davvero valida. Forse, mi ripeto, sei stato svantaggiato dal limite delle parole: se tale limite fosse stato più alto avresti potuto inserire molti più dettagli e informazioni.
Spero di non averti offeso con questo mio parere, ma mi piace essere franca quando lascio delle recensioni :-)
Buona fortuna per il contest!
Evelyn

Recensore Veterano
23/07/20, ore 09:18

Io ho letteralmente adorato la tua storia.
Davvero, dalla prima all'ultima riga.
Mi ha ricordato un po' la mia adolescenza, quando passavo ore e ore a leggere i miei fantasy preferiti.
Ed è stato bello tornare indietro nel tempo e spero di poter partecipare attivamente al Contest e non solo come riserva perché sarebbe davvero un onore "competere" con te.
La storia è scritta bene, non hai lasciato niente al caso, è tutto tutto fatto molto bene.
Bravissimo