Recensioni per
Il Reverendo
di Kim WinterNight

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/10/20, ore 00:41
Cap. 1:

[Recensione premio per il contest "Il Contest Sdolcinato" - 3/3]
Ed eccomi infine arrivato all'ultima recensione premio per il contest.
In questo momento sono davvero...allucinato. Mi fa stranissimo leggere "sdolcinato", all'inizio di questa recensione, sapendo CHE COSA ho appena letto.
Questa storia è...non saprei nemmeno come descriverla.
Ho voluto sondare un lato di te che non conoscevo, immergermi in questo mondo oscuro che è lontanissimo da ciò che normalmente leggo di tuo, e forse un po' me ne pento.
Mi hai shockato con questa storia: è di una crudezza disarmante, una vera discesa all'inferno di un ragazzino che viene pian piano effettivamente distrutto. Nella sua innocenza, nella sua fisicità, nel suo concetto di amore che pian piano si frantuma finchè lo stesso Jason si rende conto, in qualche modo, di star facendo qualcosa di sbagliato.
Il titolo mi aveva attirato da subito, ma ora ho letteralmente paura di questo Reverendo: hai creato un personaggio orribile, mostruoso, e pensare che questo tipo di persone esistono sul serio, che questi fatti purtroppo accadono mi fa salire tantissima rabbia nonchè un disgusto atroce.
Mi viene da piangere a leggere Jason che vorrebbe picchiare questo essere schifoso ma non ci riesce; vedere che prova piacere in queste molestie insieme al dolore, e scopre il proprio autolesionismo; questo suo rivolgere la sua sofferenza abusando della sorella, insultando gli amici e isolando la stessa bambina in un rapporto malato.
E per di più, il suo essere sempre meno sensibile agli altri, sempre più "cattivo" in qualche modo: tanto da non preoccuparsi nemmeno per la scomparsa di Joey, che è una "femminuccia", e quindi chissene se è sparito.
Sono seriamente sconvolto, vorrei dire tantissime altre cose ma perdo le parole perché non saprei proprio descrivere questo stato d'animo così...sbagliato in cui mi sento. Mi hai fatto stare male, e questo è un punto d'onore per te, visto che era l'obiettivo di questa storia.
Pensavo che tu avessi le carte in regola per essere una scrittrice di storie romantiche e fluffose; qui scopro che saresti un'ottima scrittrice di storie horror o noir, piene di violenza, sofferenza, abusi e con personaggi presi dritti dalle fogne dell'umanità.
Mi ha stimolato conoscere questo lato delle tue produzioni, anche se penso che non ripasserò a leggere storie simili: sei troppo brava anche con queste tematiche, ma preferisco decisamente un tipo di storie molto più leggero.
Grazie per questa esperienza così particolare, hai dimostrato ancora una volta di essere un'ottima scrittrice. Complimenti.

Recensore Master
03/09/20, ore 14:02
Cap. 1:

Prima delle tre recensioni relative al contest: "Le quattro fasi dell'amore".

Allora, questa storia è molto forte, come tematiche, come scene, e anche nel modo in cui i personaggi la vivono. Il protagonista è un ragazzo che ha subito un forte trauma emotivo e sta cercando di reagire. In qualche modo, in un modo condizionato dalle stesse parole di quel tale. Reverendo. Non sarà un prete ma lo schifo è comune. Sebbene, in questo le note finali mi hanno un attimo confuso... non sembra sia l'unica fonte. Nel senso: Faith veniva abusata ben prima che il Reverendo entrasse in azione, giusto? Ad ogni modo, il risultato non cambia: il protagonista cerca sollievo a un dolore che non riesce nemmeno a processare. Si taglia, non si sfoga, se non affidandosi ad istinti sempre più distorti e autolesionistici; praticamente, è come se fosse caduto nel ghiaccio e non riuscisse a risalire la superficie, pur volendolo, perché uno strato gelido glielo impedisce. E la situazione va peggiorando sempre più, forse dal momento stesso in cui il Reverendo smette di rivolgere le sue attenzioni. Non c'entra la morte (?) di Joy, ma il rifiuto del suo stesso aguzzino. Cerca modi sempre più forti e insospettabili per farsi del male; ma soprattutto, lo fa alla sua sorellina.
Perché, se forse all'inizio non ne era nemmeno cosciente, verso la fine pare rendersi conto di non essere sempre così tanto "gentile" con lei. 
È una storia molto tragica. La mia domanda a questo punto è: quanto potrà durare?
Il diario, gli incontri tra lui e la sorella, la polizia, i tagli, le mutandine... Non voglio essere nei panni dei genitori, quando verranno a sapere di questa storia.
Un bel lavoro. Insomma, l'effetto è sicuramente angosciante; ed era l'obiettivo della storia ^^
A presto!
Spettro94

Recensore Junior
03/09/20, ore 11:57
Cap. 1:

V Posto - Il Reverendo di Kim Winternight

Titolo: 3/5
Allora, sicuramente è un buon titolo, più che altro perché è molto criptico ed invoglia subito il lettore a saperne di più su questa figura che è sicuramente l’elemento portante della narrazione.
Il reverendo è il preludio a ciò che avverrà inevitabilmente durante la storia ed è in massima parte il fattore scatenante della demolizione della psiche del tuo protagonista, per cui trovo il titolo molto “profetico” per così dire, sebbene non mi abbia granché entusiasmata.

Grammatica e stile: 9.5/10
Devo dire che a livello grammaticale questa storia è davvero perfetta, non ho nulla da rettificarti. Per lo stile, invece, ho sottratto mezzo punto per la presenza massiva di punti a capo, però passo a spiegare.
Di norma avrei penalizzato di più questo eccessivo utilizzo dell’andatura a capo, tuttavia, trattandosi di una formula diario, ho compreso e apprezzato la decisione d’impiegare questa punteggiatura, che sicuramente rimane più fedele ai canoni di una scrittura per penna. Nonostante questo, però, ritengo che a volte sia davvero troppo ridondante e che spezzi di un filo l’intreccio narrativo, che invece credo esser stato uno dei migliori dal punto di vista descrittivo.
Davvero, il tuo stile come sempre è da pelle d’oca, ma nella trattazione di queste tematiche è ancora più accurato ed intrigante, la perfetta sintesi di emozioni miste a risentimento e rimorso. Come sempre, dal punto di vista delle coordinate e dell’utilizzo della punteggiatura hai fatto un ottimo lavoro, complimenti davvero.
La successione narrativa è stata condotta con molta cura, i momenti da te scelti per l’intreccio sono focali e ben costruiti, rendendo la lettura perfettamente in linea con ciò che vuoi narrare, supportata da un’ottima introspezione persino dell’ambiente. Grandiosa davvero.

Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
Questa storia è bestiale. Non in senso negativo, ovviamente. O forse sì, dipende da cosa s’intende per negativo.
È disturbante, ecco. Uno di quei racconti che leggi con le sopracciglia inarcate verso il basso e che speri che possa finire in qualunque modo, purché sia positivo. Nel novanta percento dei casi, tuttavia, non lo è.
Di fondo il protagonista è solamente uno, Jason, che è un bambino sull’orlo della pubertà. A prescindere dal tipo di cambiamenti ormonali che percuotono di per sé la natura già complessa del bambino, v’è un episodio della sua vita che lo segna profondamente. La figura di questo Reverendo, che Jason all’inizio sembra vedere come qualcosa al limite del divino, si trasforma presto in un incubo dal quale non riesce ad uscire. È una ricerca di attenzioni costante che si rivela essere ben più che felice, specie per la paradossale dicotomia del protagonista che prova eccitazione e smarrimento al tempo stesso. È una complessa catena d’emozioni che Jason non riesce a gestire e che finisce inevitabilmente per portarlo a ricercare la serenità in cose che non riesce a vedere come sbagliate: le “attenzioni” che dedica alla sorellina, la quale è troppo buona per comprendere ciò che si cela dietro agli atteggiamenti del fratello, la vana arroganza di voler a tutti costi tirare quel famoso pugno al Reverendo, la complessità della psiche che lentamente sembra offuscarsi e che non gli permette più di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è – sebbene in più punti tendi accuratamente a precisare come il ragazzo sia in grado di comprendere ciò che sta facendo alla sorella.
E infine, l’epifania: Jason comincia a farsi del male, trovando in quel dolore un piacere che non riesce più a riscontrare da nessuna parte, se non fosse per Faith. Si fa del male perché si procura del piacere, e in parte lo fa perché più si taglia, più il Reverendo si allontana da lui. Ed è davvero straziante pensare che debba fare tutto questo solo per potersi liberare di un peso altrimenti insopportabile. È un po’ ironico, a pensarci con più attenzione: Jason, che continuava a dire di voler dare un pugno al Reverendo, finisce per distruggere sé stesso pur di non ammettere la realtà più ovvia. È solo un bambino, non può farcela da solo.
Sarò sincera, sono stata male dopo aver letto questa storia. Il che significa che sei stata davvero grandiosa, perché era proprio il tipo di narrazione disturbata e obliante che cercavo, l’hai resa con un’intensità tale da rendermela incredibilmente realistica.
Ho pensato a Jason, poi ho pensato a Faith, e mi sono ricordata di quanto questo mondo sia marcio. Davvero Kim, hai fatto davvero un lavorone, sei stata eccezionale.

Originalità: 9/10
Ho letto spesso il tema dell’abuso, ma mai in formula diario e mai narrato dal punto di vista di un bambino. Anche lo stile narrativo, che hai reso perfetto per un bambino di dodici/tredici anni, manifesta una potenza espressiva senza eguali. Fa male leggere certe frasi, proprio perché vengono dette con la presunzione un po’ infantile d’un ragazzo che non è più un bambino, ma non è neanche un uomo, sebbene Jason tenga spesso a precisare la sua presunta virilità.
Il flusso della narrazione è stato davvero impattante, specie verso la parte finale: nonostante il Reverendo non gli dedichi più le attenzioni di un tempo, Jason ormai è “corrotto”, continua a farsi del male e a far del male alla sorellina, sebbene lui la viva più come un eccesso d’affetto. Le vuole bene, ma è ormai incapace di mostrarglielo nella maniera più corretta, in quanto la sua personalità – vittima di un trascorso poco felice con il Reverendo – lo porta a credere che sia quella la manifestazione più spontanea del proprio bene.
Anche qui, sono molto soddisfatta.

Utilizzo del bonus: Autolesionismo {+5}
Utilizzo ben più che perfetto. L’autolesionismo, se vogliamo, è proprio l’elemento portante della vicenda, in quanto rappresenta per Jason non solo un modo per rifuggire dalla realtà, ma soprattutto la liberazione dal Reverendo, che si allontana da lui proprio perché non gli piace il modo che ha Jason di trattare il suo corpo. Credo che questo utilizzo della sindrome abbia superato le mie normali aspettative: l’hai stravolto, l’hai reso una valvola di sfogo per il protagonista, l’hai strumentalizzata alla perfezione.
Per Jason farsi del male diviene qualcosa di necessario, non un semplice bisogno, ma un’impellenza per ricorrere al lento marcire della sua emotività, che via via diviene più frustrata e incontrollabile.
Ho apprezzato molto anche la crudezza delle frasi, il modo che ha Jason per esprimere la sua rabbia, la sua paura, le sue insicurezze. Tutto è gestito nei minimi dettagli, s’evince perfettamente quanto tempo tu abbia impiegato per descrivere una situazione al limite del surreale, eppure così tristemente realistica.
Se penso a questo, non posso davvero che farti i miei più sinceri complimenti.

Gradimento personale: 5/5
Sono stata malissimo. Ma davvero, non lo dico tanto per. Questa storia è allucinante e allucinata, davvero una commistione di rabbia, frustrazione, ansia, debolezza. È tutto concentrato in poche righe, è così angosciante da far rimanere perplessi ed inermi di fronte ad un inevitabile decorso.
Racconti di temi che solitamente vengono definiti dei tabù, persino nel XXI Secolo queste cose sono quasi sempre nascoste e raramente se ne parla. Sei stata incredibile perché hai narrato delle vicende crude, ma l’hai fatto con una sensibilità ed un tatto davvero impressionanti, il che ti fa davvero onore. Hai scelto una strada tortuosa, ma col tuo talento sei riuscita a rendere perfettamente ogni sfumatura di questa storia, dal “menefreghismo” iniziale di Jason fino alla sua discesa agli inferi per via del Reverendo.
Davvero, una storia che toglie il fiato. Bravissima.

Totale: 46,5

Recensore Junior
27/08/20, ore 21:53
Cap. 1:

II Posto (Pari merito) 

Il Reverendo 
di Kim Winter Night 
originale 

Grammatica e sintassi : Abbastanza curata, con qualche refuso e qualche virgoletta strana. Ma resta comunque un buon testo, il quale si legge con molta facilità ed è abbastanza piacevole. Ovviamente questo dal punto di vista sintattico, dal punto di vista emotivo piango sangue (è una cosa positiva, tranqui) 
La storia ha un ritmo molto calzante, e vieni spinto fino alla fine. Non ti pesa affatto leggere, una cosa fondamentale per una buona storia. 
13/13 

Stile : Ho sempre amato questo tipo di stile, che ad un occhio non attento potrebbe risultare anonimo, ma non lo è affatto. Io l'ho sempre definito come “la mano trasparente”, ovvero uno stile che noti veramente poco, ma che t'invita con gentilezza a determinate emozioni, ti guida praticamente. 
Questo stile ti permette di affrontare tematiche pesanti, quali lo stupro o l'autolesionismo, senza screditarle ma senza appesantire troppo il lettore. 
Ovviamente dai il giusto accento sulla questione, ma il lettore riesce a sviluppare una sorta d'ansia che lo porta a volerne sapere di più. 
È quel tipo di storia che ti fa pregare per i protagonisti, anche se in fondo al cuore sai che molto probabilmente quei dolori li porteranno per sempre con sé. 
Ed è questo che mi fa amare il tuo stile, il tuo modo d'afferrare le emozioni, le quali sono così scivolose da scivolarti via dalle mani. Eppure tu riesci ad immortalarle in un quadro così nitido e spaventosamente bello. 
12/12 

Personaggi : Jason e Faith sono incredibilmente veri, che quasi mi fanno raccapriccio. Mentre leggevo la storia, sentivo il disgusto ed il dispiacere annebbiarmi la mente. C'è così tanto dolore dentro questa storia, ma è inevitabile vedendo di cosa si parla nella storia. 
Il tuo modo crudo di narrare la storia, lo stesso modo che ha Jason nell'esprimersi. Lui è un povero bambino che è confuso, non sa più qual'è la via e non sa dove si trovi l'uscita. 
Così come Faith, la quale si ritrova ad assecondare un fratello che dice di volerle bene, e forse è così, ma nel mentre la sta uccidendo. 
Una forte testimonianza, la quale mi ha fatto rizzare tutti i peli che avevo in corpo. Talmente tanto l'ho sentito quel loro dolore, da aver iniziato a versare lacrime per loro, per quel povero Jason. Quel povero bambino convinto di far l'uomo, ma che pian piano si comincia ad odiare, e non capire da dove provenga quel dolore. 
13/13 

Titolo : Un titolo che esplica tutto, ma solamente dopo aver letto il racconto. Invoglia a leggere sicuramente, e fa il suo dovere. 
Strano come un personaggio che lo si rivede poche volte, alla fine è il perno dei tormenti di Jason e Faith. 
1,5/2 
Gusto personale : Mi sono subito affezionata a questa storia, e non voglio farne un mistero. Con avvenimenti diversi, ma comunque è un po' come se avessi raccontato la mia storia e quella di mio 'cugino'. Forse sono stata un po' troppo critica, ed ho cercato ogni possibile imperfezione nella storia e nei personaggi, ma tutto è stato tremendamente perfetto. 
Sono felice di avere nel repertorio una storia che in un certo senso mi dia pace e sollievo, spero che possa aiutare altri. 
Mi è entrata nel cuore questa storia, e penso che difficilmente andrà via. 
10/10 

Il colore ed i prompt sono stati usati, ed anche molto bene. Per quanto riguarda il colore sono leggermente titubante, non che tu non l'abbia usato, ma forse avresti potuto usarlo un po' di più. 

Colore 2.5/3 
Prompt 2/2 

54/55 

Recensore Master
24/08/20, ore 16:36
Cap. 1:

Ciao, sono BellaLuna e partecipo anche io al Contest di Anatra.Valeria! ^-^
La tua è stata una delle prime storie partecipanti al contest che ho letto e wow... mi ha lasciato davvero senza parole, sia per il tuo stile davvero molto lineare, scorrevole e mai pesante o noioso e sia, naturalmente, per le tematiche da te trattate. Ammetto che infatti è stato un pò difficile per me riuscire ad arrivare fino alla fine e che ci sono stati vari momenti in cui mi sono presa dei secondi per processare meglio il tutto e poi andare avanti con la lettura.
Non è facile parlare di certe cose, forse perchè fanno più male in quanto così reali, così vere, e in questo caso tu sei riuscita a rendere il disagio, il dolore, il trauma di questo sfortunato ragazzino così tangibile che era come se anch'io potessi assistere a quelle scene con i miei stessi occhi, e sentirmi impotente, ferita e impaurita e sola proprio come lui.
Jason è un bambino spezzato e spaventato, un bambino che non sa come riuscire a tirar fuori il dolore che prova, e che per colpa del reverendo è costretto a subire ancora e ancora. Proprio per questa ragione diventa anche lui un carnefice, "sfogando" la sua frustrazione prima sulla povera sorella minore, che essendo così piccola vede tutto come un gioco, forse un gioco doloroso a cui però prende parte per amore del fratello, e poi su stesso, facendosi fisacamente del male tagliandosi. Questa metafora dello squarcio, del taglio che Jason infligge a se stesso, potrebbe benissimo essere usata per descrivere il sentimento che ho provato quando ho finito di leggere la tua storia, come se una ferita mi si fosse aperta nel cuore e facesse ancora male, perchè la tua non è una storia a lieto fine, il cattivo non viene sconfitto da nessun eroe e le vittime restano vittime e sono costrette ad andare avanti con le loro cicatrici che forse nessuno vedrà mai.
Mi è piaciuto anche come hai utilizzato il colore "viola" rendendolo quasi un colore ossessivo per Jason, che ormai non puà fare a meno di associarlo a quella sensazione di "piacere-dolore" di cui ormai è purtroppo dipendente.
Ti faccio tanti complimenti per questo tuo scritto così impegnativo e profondo e per il modo davvero magistrale in cui sei riuscita a trattarlo.
In bocca al lupo per il Contest e alla prossima,
BellaLuna
 

Recensore Master
20/08/20, ore 18:21
Cap. 1:

COSA CASPITA HO APPENA LETTO??
Dammi cinque secondi per riprendermi!
Mi ricordo perfettamente di Jason e di Faith, di questo Reverendo, solo di nome a quanto pare, della os "Gioca con me". Hai scritto dal punto di vista del fratello stavolta e, grazie a questo, abbiamo compreso meglio come la sua mente abbia subito un cambiamento drastico. Sinceramente era moooolto meglio se si fosse comportato da femminuccia e avesse raccontato ai genitori la cosa, invece ha tenuto tutto dentro ed ha elaborato la violenza nel peggiore dei modi. Jason si sente l'esempio da seguire per la sorellina, ma questo suo voler bene, esce completamente dai binari e sfocia a sua volta in violenza, la stessa che lui subisce e detesta, senza riuscire a ribellarsi ad essa. Faith diventa la sua ossessione per essere "normale". Il tagliarsi con il rasoio, all'inizio era solo una scappatoia dal dolore provocato dal Reverendo, ma alla fine è diventata quasi una "dipendenza" di cui non riesce a fare a meno e continua a degenerare.
Sono senza parole!
Sei riuscita ad entrare nella psiche di questo ragazzino problematico, ad esporre tutto ciò che sente, utilizzando anche un linguaggio appropriato per l'età del personaggio. L'equilibrio che utilizzi per le descrizioni sono sempre adatte, rendi lo svolgimento della trama comprensibile e chiaro, senza dover far sforzare il lettore ad immaginare, ma rimanendo sempre ben lontana dal descrivere in maniera eccessiva certe scene.
Hai fatto un mix perfetto, durante la lettura chi legge si ritrova a provare varie emozioni verso Jason: compassione, tristezza, orrore, incredulità. Hai reso tutto così reale da farmi venire la pelle d'oca!
Una lavoro superbo! Solo tu potevi creare qualcosa del genere!! Sei la numero uno!! <3

Recensore Master
19/08/20, ore 09:40
Cap. 1:

Ciao :-)
Ho letto la storia l'altro giorno, ma solo ora riesco finalmente a recensire con calma (oltre la mia capacità di procrastinare).
Confesso che il tipo di tematiche trattate non rientrano nelle mie letture abituali, infatti il tuo avviso all'inizio mi ha fatto un po' tentennare, ma poi ho pensato che 'conosco' il tuo modus scribendi e ho deciso di fidarmi: non me ne sono pentita, perché hai sviluppato gli avvenimenti in modo delicato e senza mai risultare pesante. Anche perché purtroppo questo genere di abusi non è raro.
Naturalmente leggere quanto subito da Jason e sentire la cronaca al telegiornale credo sia molto diverso, d'altronde è bello della scrittura, no?
Jason è un ragazzino e come tale ha delle convinzioni che putroppo si scontrano con il modo, spesso crudele, degli adulti: lui non può difendersi meglio di Joey o drgli altri, perché a volte si è davvero troppo piccoli nonostante il coraggio che si possa avere o non avere; non comprende la gravità di ciò che subische e il perché il suo compagno sia sparito all'improvviso e perché la polizia l'abbia cercato.
Credo che la cosa più brutta è che il Reverendo ha macchiato violentemente l'innocenza di un bambino: Jason replica il suo comportamento, ma non comprende quanto sia orribile. È qualcosa che ferisce: non comprende di essere vittima, ma diventa altrettanto inconsapevolmente carnefice di una persona alla quale vuole molto bene.
La storia è molto profonda, complimenti!
In bocca a lupo per il contest ;-)
A presto,
Carme93

Recensore Master
17/08/20, ore 17:22
Cap. 1:

Ciao Kim, avevo qualche minuto di tempo libero e ho deciso di passre di qui, ma non l'avessi mai fatto... Adesso ho un magone addosso immenso (e lo intendo come un complimento perché significa che sei riuscita benissimo nel tuo intento).
È una storia molto cruda - dove, in conformità con il contest - hai mostrato proprio una vittima che diventa carnefice. Il protagonista subisce violenze dal Reverendo (violenza preceduta da un crescendo di segnali che non riesce a cogliere e a cui, soprattutto, non vuole credere) e poi fa violenza proprio per riflesso - quasi per dimenticare, per riappropriarsi di una virilità - su sua sorella.
Tutto è dal punto di vista del ragazzino e trovo tu abbia usato in maniera perfetta il lessico e lo stile proprio per rispecchiare questa prospettiva. Sembrano proprio le pagine di un diario - come poi ho avuto conferma nelle note. Mi ha colpito in particolar modo quanto il male non sia percepito mai davvero quanto tale - non fino in fondo in relazione al Reverendo, certamente mai verso la sorella e perfino alla fine tra tagli e violenze lui dice di sentirsi felice. Quell'ammissione finale mi ha messo i brividi.
Hai toccato temi davvero pesanti, senza veli e scandaglioli bene, e nuovamente credo tu sia stata davvero bravissima nell'affrontarli. Mi è piaciuta molto questa storia, complimenti davvero!
Un bacio e alla prossima!
(Recensione modificata il 17/08/2020 - 05:22 pm)

Recensore Master
05/08/20, ore 18:12
Cap. 1:

Kim, Kim...
QUESTA STORIA È DOLOROSAMENTE MERAVIGLIOSA.
Io non lo so, non so veramente come esprimere quanto amo tutto ciò che fa parte di questa serie. Qualsiasi cosa tu scriva che abbia a che fare con questi personaggi, per me è semplicemente ORO, perché sai quanto amo questo tematiche e a te viene incredibilmente bene parlarne. Immagino che non sia facile, perché comunque ci vuole la giusta attenzione per trattare questi argomenti col giusto rispetto e la giusta sensibilità, ma sembra venirti così naturale, spontaneo... e sei in grado di passare così tante emozioni, in maniera delicata ma allo stesso tempo violenta, ce le sbatti in faccia tramite gli occhi di due bambini/ragazzini, senza filtri ma al contempo senza la giusta consapevolezza... non so come spiegartelo, ma sappi che è meraviglioso, tremendo... perfetto.
Era da tempo (da quando hai pubblicato "Gioca con me" in realtà) che volevo conoscere il punto di vista di Jason. Non riesco proprio a vederlo come l'antagonista della serie, anzi, sono doppiamente in pena per lui: non solo si è ritrovato a subire degli abusi sessuali che l'hanno profondamente ferito e turbato, ma una volta cresciuto (spero) si renderà conto che sta sbagliando con Faith e si sentirà in colpa anche per quello. Insomma, soffrirà due volte: da vittima e da carnefice.
E come gli si può fare una colpa di ciò che sta facendo alla sorellina? Come lo spieghi a un ragazzino di dodici anni che la sta stuprando esattamente come il Reverendo stupra lui? Come glielo spieghi che Faitj soffre anche se non si lamenta, anche se apparentemente sembra che vada tutto bene?
Il Revendo, ecco. Non trovo nemmeno le parole per commentarlo, perché forse le parole nemmeno esistono. Cioè, boh... cosa si può dire davanti a qualcosa di così tremendamente disgustoso? Uno stupratore a piede libero nel cortile dell'oratorio, un sacco di ragazzini che gli stanno attorno e rischiano che lui si approfitti di loro...
Ci sono coloro che sono fuggiti, come Joey. E poi c'è chi, come Jason, non vuole "arrendersi" davanti al trattamento che il Reverendo gli riserva; pensa che continuando a presentarsi all'oratorio non faccia la figura del codardo e della femminuccia, quando in realtà continuare a frequentare quel posto lo fa ammalare ancora di più.
La scena dello specchio è stata tremenda, perché da lì è cominciato l'autolesionismo di questo ragazzino. Cioè, a tredici anni ha iniziato a tagliarsi... io sono senza parole.
MA SCUSA, DOVE SONO I GENITORI???? Seriamente, io voglio sapere dove sono i genitori di questi due ragazzini!!! Cioè... tuo figlio è stato stuprato, si taglia, ti ruba i rasoi, stupra la sua sorellina E TU NON TI ACCORGI CHE QUALCOSA NON VA?????? Come quando ho letto la prima storia, anche qui sono sconvolta dal menefreghismo di questi genitori. Boh. Va bene che uno non va subito a pensare che il proprio bambino è stato violentato all'oratorio, ma cavolo, è palese che c'è qualcosa che non va!!!
Che dire, Kim? Leggere questi stralci di diario è stato a dir poco terribile, ma in senso positivo: sei riuscita a dipingere in maniera chiara e straziante la situazione, far emergere tutta la sofferenza di questo ragazzino anche se spesso è lui stesso a non volerlo ammettere... insomma, mi sono sentita proprio accanto a luui e ho sofferto con lui.
GRAZIE per questa perla, sono sicura che sbancherai il jackpot a entrambi i contest *_________*
A quando la prossima storia di questa STUPENDA serie??? ♥

Recensore Master
30/07/20, ore 10:43
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Elements": 1/2

Ciao, carissima.
Leggerti è sempre un vero piacere e questa storia non fa eccezione. Non potevo non fiondarmi a leggere dopo aver visto gli avvertimenti: tematiche delicate e compagnia sono sempre pane per i miei denti, quindi questa storia mi ha attratta come le api sul miele. Inizio, quindi, facendoti tanti complimenti per il modo in cui hai trattato le tematiche: lo hai fatto in modo maturo e delicato, naturale e fluido. Non ci sono forzature, non ci sono cose che stonano o danno fastidio. La storia è cruda, diretta, difficile, ma non per questo fastidiosa, proprio grazie alla tua capacità di presentarci questa realtà in punta di piedi, senza dire troppo né troppo poco, ma il giusto, dosato nella maniera corretta. Il risultato è una lettura che colpisce, che arriva dritta al cuore e al punto, ma che non è irrispettosa delle tematiche che presenta.
Questa triste storia mi è molto piaciuta: la vicenda di Jason è terribile, toccante, dolorosa. Lui è vittima e carnefice al contempo, ma non lo si riesce a condannare, non del tutto, proprio per via del fatto che ha subito qualcosa di tremendo, che l'ha segnato profondamente. Il suo turbamento per ciò che gli succede è ben sviluppato e reso: la sofferenza del ragazzo è tangibile in ogni riga, in ogni cosa che gli accade e in ogni sfogo scritto sul suo diario. Ammetto che mi si è spezzato il cuore nel leggere il momento in cui colpisce lo specchio, ferendosi la mano. Quello è stato l'apice della sua sofferenza, il momento in cui il dolore e la disperazione hanno preso il sopravvento e hanno iniziato a trasformarlo in ciò che sarà. Quella che hai presentato è una vicenda cruda e terribile, eppure attuale e, purtroppo, molto reale. Hai reso bene i pensieri della vittima di abusi: ciò che prova Jason è qualcosa che si potrebbe facilmente attribuire a qualcuno nella sua stessa situazione. I suoi pensieri e le sue reazioni non sono artificiosi, ma realistici, e per questo ancora più dolorosi.
Jason si trova in un'età molto delicata e ciò che gli accada genera in lui confusione, pensieri contrastanti. Non si rende bene davvero conto di ciò che gli è accaduto, è troppo piccolo, ma è qualcosa che gli fa male, molto, perché lo fa sentire sbagliato, inadatto, come se il problema fosse lui, piuttosto che il Reverendo (e qui ho apprezzato che tu non abbia usato il solito cliché, ma ti sia spinta altrove).
Jason cerca in tutti i modi di liberarsi della sua sofferenza, prima facendosi del male e poi sviluppando un malsano attaccamento nei confronti della sorella. La sua volontà di dimenticare quanto accaduto, di mettere da parte e accantonare ciò che il Reverendo gli fa, quel suo voler negare e seppellire, per evitare d'impazzire, lo porta a tramutare il suo affetto nei confronti di Faith in qualcosa di sinistro e terribile, spingendolo a fare inconsapevolmente del male a una persona che lui ama e che lo ama. Si viene a creare quindi un parallelismo tra ciò che il reverendo fa a Jason e ciò che lui fa a Faith che, a conti fatti, sono la stessa cosa. Certo, sua sorella non si oppone, in un certo senso è accondiscendente, ma ciò non toglie che la sostanza sia sempre quella, oltre al fatto che si tratta d'incesto. Jason cerca rifugio nell'affetto della sorella, nei suoi abbracci e nel suo tentativo di consolarlo, ma questo rifugio si trasforma presto nella volontà di voler dimostrare a se stesso che non c'è nulla di sbagliato in lui e di soffocare il dolore che il Reverendo gli provoca. Jason non comprende che, così facendo, si sta solo distruggendo ancora di più.
Probabilmente Joey, a differenza di Jason, ha raccontato tutto ai suoi genitori, a giudicare dal poliziotto che è venuto a fare delle domande, ed effettivamente è questa la strada che anche Jason avrebbe dovuto prendere: se ne avesse parlato con i suoi genitori, se si fosse subito aperto, le cose sarebbero certamente andate in maniera diversa. Ma quando si è vittime di certe cose, parlare non è facile, perché alla vittima sembra sempre di essere nel torto e di essersi meritata ciò che le accade. Così Jason rimane in silenzio, e subisce. Rimane in silenzio e lascia che il dolore lo cambi e lo trasformi in qualcuno di non dissimile dal Reverendo.
Una storia davvero toccante, cruda, un pugno nello stomaco che ho davvero adorato leggere. Ti sei imbarcata in un'impresa non da poco, ovvero quella di trattare due tematiche molto delicate nello stesso racconto, e ne sei uscita con una storia davvero ben riuscita. Non posso che farti tantissimi complimenti e sperare che pubblicherai presto qualcos'altro su questo personaggio, perché sono davvero curiosa di scoprire come evolveranno le vicende per lui.
Un abbraccio, alla prossima ♥

Recensore Master
29/07/20, ore 23:59
Cap. 1:

Ma salve.
Questa storia è veramente un pugno allo stomaco, perché spazza subito via qualsiasi illusione di normalità per presentare questa realtà cruda e distorta.
La dose di introspezione è abbastanza per sentirsi male per questo ragazzino, costretto in una situazione che suona terribilmente sbagliata.
La descrizione dell'amore che nutre per la sorellina mi ha fatto raggelare, ma il tuo stile mi ha tenuto incollata alla pagina.
È fantastica, come storia. Ottimo lavoro come sempre.
carachiel

Recensore Master
29/07/20, ore 18:50
Cap. 1:

Kim!!!
Innanzitutto sono felicissima di ritrovare una storia di questa serie, che si fa sempre più interessante! Non so esattamente come iniziare questa recensione, perché sento di avere talmente tante cose da commentare che sicuramente me ne dimenticherò qualcuna, come al solito XD
Parto quindi dalla citazione: io letteralmente esulto quando ne trovo una a inizio racconto, perché mi piace poi tornare indietro quando finisco di leggere e riflettere sui vari significati e collegamenti della citazione con la storia.
Quando l'ho letta prima di cominciare a leggere ho immediatamente pensato alla sindrome di Stoccolma, non so esattamente perché ^^''
Alla fine, però, il significato mi è chiarissimo e questa sindrome, o i suoi rimandi, non c'entrano affatto: l'amore credo si riferisca a quello che Jason sviluppa per Faith, che è un amore malato e sbagliatissimo... e io ho adorato il modo in cui l'hai trattato.
Mi piace come non vai nei particolari, sia per necessità, legata alle regole del sito, ma soprattutto perché, in verità, con queste tematiche non credo ce ne sia nemmeno bisogno. Anzi, personalmente apprezzo moltissimo quando la situazione viene spiegata in modo vago, perché il senso, alla fine, appare comunque chiarissimo.
La storia di Jason è davvero brutta e triste, anche se, ti dirò, mi ha un po' suscitato le stesse sensazioni che mi suscita Ives quando si droga: quel miscuglio di pietà, ma anche di rabbia, quella sensazione che mi fa pensare "va bene che sei una vittima, ma possibile che non riesci ad andare oltre?".
E questo apre sempre un'infinità di porte, perché da una parte penso che sia normale essere il risultato di ciò che abbiamo vissuto e di tutti i traumi che ci portiamo appresso, però dall'altra parte penso anche che la nostra forza di volontà è molto più forte di tutto ciò che di brutto possa esserci capitato.
Noi siamo più di ciò che abbiamo vissuto e a volte le persone possono trovare dentro se stesse una forza inimmaginabile. Quindi, alla luce di ciò, che cos'è che ci frena perlomeno dal comprendere che ciò che facciamo è sbagliato?
Però, c'è un aspetto che non tengo in considerazione quando faccio questi ragionamenti: qui Jason è un ragazzino, e alla sua età anch'io ero parecchio cretina (non che col tempo la situazione sia migliorata XD) e forse è normale comportarsi così quando si è ancora quasi dei bambini.
Questo è un argomento talmente vasto che trovarci un senso e una causa richiede davvero parecchio sforzo e conoscenze... è questo è uno degli aspetti più belli: adoro le tematiche delicate proprio per questo motivo, perché alla fine a che cosa serve l'arte (tra cui la scrittura), se non a far riflettere?
Ma sto divagando! Tornando al fatto che Jason è poco più di un bambino: sai che ho da subito avuto la sensazione che fosse un bambino a scrivere, ancora prima che venisse specificata la sua età?
Ho proprio pensato ad una kidfic, anche se non so se sia questo il caso, e ti spiego perché: ADORO il modo in cui hai reso il suo "essere bambino" (io davvero non so come mi sto esprimendo in questa recensione, perdona l'italiano), perché la sua giovane età è perfettamente percepibile, insieme alla sua ingenuità e quell'innocenza tipica di questi mostriciattoli rombipalle quali sono i bambini XD
Però allo stesso tempo è perfettamente palpabile, quasi a ritmo con la narrazione, la sua "evoluzione", soprattutto interiore: Jason forse non se ne rende nemmeno conto, ma il Reverendo l'ha cambiato, e l'ha inevitabilmente fatto crescere. E ovviamente non in meglio.
Una caratteristica che mi ha colpito a questo proposito è il fatto che, all'inizio, Jason dice: "se fosse successo a me (quello che è accaduto a Joey), avrei agito in questo modo..." e invece quando effettivamente accade anche a lui (e questo era solo questione di tempo), non riesce a fare assolutamente niente.
Forse è un piccolo dettaglio, però ci ho letto un significato enorme, perché è estremamente realistico: ci sono situazioni particolari, come questa, in cui non si possono fare speculazioni. Ci sono cose che si possono solo vivere prima di giudicarle, e non il contrario, e questa è decisamente una di quelle.
Il nome del "Reverendo" poi, è già di per sé qualcosa di unico, perché rimanda a qualcuno in una posizione relativamente potente, e il fatto che in realtà non lo sia dice molto sulla manipolazione che certe persone riescono ad attuare su altre, specialmente bambini, e su come i più deboli "riconoscano" chi è il più forte, anche se questo Reverendo è solo un poveraccio.
Questo però lo posso capire io all'alba dei miei 23 anni, non certo un dodicenne.
Non so davvero come dirti quanto mi sia piaciuta questa storia e quanto adori questa serie, vorrei trovare qualche parola che esprima meglio il mio livello di gradimento (non so cosa sia successo oggi al mio italiano, credimi ^^'''), ma mi viene solo da farti tantissimi complimenti <3
Forse è brutto da dire, viste le tematiche, ma questa è senza dubbio una delle serie più belle, proprio per i temi che tratti e soprattutto per come lo fai.
Come minimo finisce dritta dritta tra le preferite *_____*
Davvero, tantissimi complimenti e in bocca al lupo per i contest, anche se non ne hai assolutamente bisogno!!! <3

Recensore Master
27/07/20, ore 10:45
Cap. 1:

Ciao sorellina!!!
Ho riconosciuto i personaggi della tua storia precendente, e ho apprezzato tantissimo il fatto che tu abbia deciso, nonostante la difficoltà e la delicatezza dell'argomento trattato, di affrontarlo anche dal punto di vista di Jason, chiarendo molti degli aspetti che erano emersi nel racconto della sorellina. Quindi, il Reverendo non è un parroco come avevo immaginato anch'io, ma uno dei ragazzi più grandi che frequentano l'oratorio.
Capisco perfettamente il punto di vista di Jason: chi è vittima di questo tipo di violenze (e se vuoi ti racconto una mia personale esperienza in privato) ha sempre paura di essere dalla parte del torto e quindi decide volutamente di tacere innanzi tutto per paura di non essere creduto. Nel caso in questione, Jason poi trasmette questo suo disagio sulla sorellina, che subisce in silenzio i suoi soprusi. Da vittima, quindi, il ragazzo diventa carnefice della sorellina, anche se lui non se ne rende conto. Anche il fatto che decida di tagliarsi è significativo: lui si autopunisce, perché appunto chi è vittima di soprusi ritiene di essere lui quello sbagliato e quindi di meritare una punizione.
Ha fatto davvero un ottimo lavoro! Hai dimostrato una notevole maturità che ti ha permesso di affrontare anche una tematica così delicata. Davvero complimentoni!
Buona fortuna per i contest!
Bacioni e a presto!

Recensore Master
25/07/20, ore 13:28
Cap. 1:

Ciao, carissima!

Le tue storie da pungo allo stomaco sono le migliori perché riesci a trattare le tematiche delicate con maturità e molto tatto, ci spingi a riflettere. Di sicuro è un racconto che non riusciranno a leggere tutti ma è verosimile, ben scritto e non penso che qualcuno avrà da ridire. Ci si potrebbe lamentare di un racconto simile se fosse scritto in maniera indelicata o con descrizioni raccapriccianti, tu però hai dimostrato di avere una sensibilità così grande da riuscire in un'impresa che molti autori si sognano: trattare un argomento come se lo vivessi in prima persona e facendo sentire il lettore come se lo vivesse in prima persona.

Per dirla in poche parole, se qualcuno si lamenterà di questa storia, per averla scritta e condivisa qui, dimostrerà la sua pochezza morale. Solo i maligni possono vedere cattive intenzioni dove non ce ne sono. Sappi che ti stimo sempre di più come persona e come autrice.

Di questo racconto colpisce davvero molto lo svolgimento degli eventi, la consapevolezza che basta davvero poco per avere ragione di ragazzini ingenui. L'ingenuità è una qualità positiva dal punto di vista umano, per il resto è una tragedia, fa abbassare la guardia ed espone ai pericoli peggiori. Complimenti per aver scritto questa storia con tanta bravura e tanto tatto, come se fosse storia vera.