Recensioni per
Lizzie
di Made of Snow and Dreams

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/11/21, ore 10:23
Cap. 1:

Cara ciao, sono tornata molto volentieri sul tuo profilo per l'iniziativa del Giardino ** e ho trovato questa storia veramente molto particolare, e inquietante \O/
E' una storia che crea un grandissimo senso di disagio nel lettore e ti faccio davvero i miei complimenti, non riuscirei mai a creare un racconto tanto disturbante. Oddio, sembra che io stia insultando il racconto, ma in realtà ti assicuro che sono solo complimenti ♥ dato che le emozioni suscitate sono proprio quelle che immagino volessi farci provare ^^.
Povera Lizzie! Non so se mi sia dispiaciuto di più per la gatta, ora completamente alla mercé di questo narcisista sociopatico, o per l'umana, che ha sprecato diversi mese della sua vita accanto a lui. Vediamola così, ora se n'è liberata e può rifarsi una vita.
Hai delineato perfettamente la personalità del protagonista, ben sfruttando l'utilizzo della prima persona (faccio una fatica assurda a usarla, hai tutto il mio rispetto) lasciando crescere l'ambiguità del suo atteggiamento riga dopo riga, fino a questo finale che volendo rimane aperto che mette veramente i brividi çç.
Il fatto di avere un gatto mi ha coinvolta ancora di più e mi sono ritrovata seriamente a riflettere su come possano essere disturbanti gli atteggiamenti di alcuni padroni verso i loro animali.

Complimenti, davvero e grazie per gli spunti di riflessione ♥
baci,

Leila

Recensore Master
12/12/20, ore 11:42
Cap. 1:

Buongiorno cara,
eccomi qua, come promesso.
Ho letto questa OS inizialmente dispiaciuta dal fatto che fosse tale, ma rinvigorita quando ne ho saggiato la lunghezza - anche se detta così suona bruttissimo, chiedo venia -.
Il tema è davvero particolare: inizio col dire che avevo inizialmente incluso lui - di cui non so il nome - nella schiera dei narcisisti, con questo suo guardarsi, inneggiare continuamente alla bellezza, il suo modo di fare in generale.
Quando inizia a guardare sessualmente la gatta, però ho rabbrividito. Mi ha fatto provare un disgusto raramente avvertito, quindi già solo per questo devo farti i primi dei complimenti che sciorinerò nel corso della recensione.
Trovo la zoofilia un tema molto delicato e particolare, il che mi fa riflettere, ovviamente stando a questa fattispecie: il personaggio ha veri e propri atteggiamenti da gatto. Ti soddisfa quando brami coccole, si concede, è sempre molto sereno, consapevole della sua beltà, molto fiero.
Forse più che zoofilo è un gatto reincarnato nella razza sbagliata!
Ok, voleva essere una battuta, ma è vero che in lui si riscontra un qualcosa di tipicamente felino.
Elizabeth è insopportabile. Neanche io tollero molto il gatto in casa, più che altro perché purtroppo sono allergica al pelo - inizio a starnutire e non la smetto più - ed anche perché un po' mi infastidisce il fatto che rovinino puntualmente sedie e divani, però basta saperlo prima ed uno arreda la casa di conseguenza. L'esempio più classico per l'attuale periodo natalizio: esistono alberi che possono essere appesi al soffitto o a varie travi. Altrimenti ci s'ingegna e si può fissare al pavimento per poi smontarlo, un po' come i palchi nei locali, che sono fissati dentro apposite "buche", che vengono poi ricoperte da pannelli dello stesso materiale del pavimento.
Lo so, sono esempi assurdi, però a mio parere una soluzione c'è sempre.
Quindi Elizabeth ha capito benissimo che quella gatta le avrebbe rubato la scena, il che fa salire la domanda classica: come si comporta in coppia quest'uomo?
Certamente un compagno freddo e distante. Molto falso, più che altro, e queste sono cose che la sensibilità umana avverte subito.
Elizabeth è dunque resa insopportabile, ma non certo stupida come pensa lui - che si sopravaluta tantissimo in quanto mentalmente disturbato e neanche se ne rende conto -, tanto da accorgersi subito del suo cambiamento.
Ed effettivamente c'è un minuscolo punto di rottura nel personaggio col suo consueto modo di porsi, ovvero quando vede la gatta.
Fin lì è tutto sotto controllo, riesce a gestire egregiamente qualsiasi questione, ma poi la vede ed ha il colpo di fulmine: cede e si muove automaticamente verso di lei, senza neanche rendersi conto.
Il racconto sembra molto delicato: all'inizio c'è questo amore per il felino che condividono praticamente tutti - io stessa di gatti ne ho avuti sì e no una quindicina, figli di una gattona randagia che si era fermata nella mia casa di campagna. Una volta mi è venuta a chiamare per farmi assistere al suo parto. Non scherzo, è davvero venuta a chiamarmi e mi ha portata in un punto nascosto per condividere l'evento. Non ti dico la mia incredulità -, poi però si discosta dal naturale amore verso gli animali e c'è un crescendo che trovo tu abbia gestito in maniera straordinaria.
Innanzitutto perché non spari tutto e subito, è una cosa che ci presenti piano piano: ci insinui il dubbio, tanto che il lettore si domanda se non abbia capito male, poi invece si arriva al punto, come una nave che si avvicina lentamente al porto.
Questo coinvolge ancor di più il lettore, che continua a leggere anche per capire se ci ha visto giusto o no.
La fine è terrificante: cosa farà a quella gattina?
Il testo si trasforma ed ha assunto, almeno per me, un risvolto disgustoso. Non nei tuoi confronti, ci mancherebbe altro, ma nei confronti di lui, che ha questo lato oscuro deplorevole.
Cosa farà a questa micia? Quando dice "Ora siamo noi due, soli", suona davvero come una minaccia.
Il sesso è centrale nella sua vita, si eclissa quando s'innamora della gatta e torna ad essere centrale quando la concepisce come oggetto sessuale, e questo mi fa scattare un'allarme nei confronti del felino.
Non la invidio affatto.
Apprezzo molto questo cambio del testo. Per me lui ne viene fuori come un soggetto disturbato e molto, molto pericoloso. Non per gli umani, per i quali non nutre interesse alcuno, ma per gli animali.
Il che mi ricorda dei famosi pedofili, tipo Albert Fish. Questo perché i pedofili sono disturbati e fanno una netta distinzione tra adulto e bambino, preferendo il secondo. In qualche modo me li ricorda: come un pedofilo è pericoloso per un bambino ma innocuo per un adulto, lo stesso può accadere per il protagonista, che potrebbe essere pericoloso con i gatti ed innocuo per gli uomini.
Ed in caso così fosse, quanta importanza assumerebbe un crimine del genere? Non essendo verso gli esseri umani, sarebbe comunque considerato rivoltante? Mi pongo il quesito perché molti fanno distinzioni tra umani ed animali, e ci mancherebbe.
Tra parentesi molti serial killer iniziano con gli animali - anche se in tenera età - per poi passare agli umani.
Per questo - ed altro - chi fa del male ad un animale per curiosità, sadismo o soddisfazione personale dovrebbe essere guardato a vista.
Ho delirato fin troppo e me ne scuso, ma il tema che hai proposto è davvero denso di domande. Molto poco trattato, quindi ancora inesplorato per certi versi, mi ha fatto nascere svariati quesiti.
Il che dimostra che si tratta di un testo molto intelligente, perfetta cornice per una tematica scabrosa, che però non la rende tale.
Come al solito riesci a scegliere sempre le parole migliori, quasi auliche ma non troppo: il protagonista è un signore molto distinto, sicuramente bene acculturato oltre che di aspetto molto gradevole.
Il che mi fa di nuovo riflettere: hai voluto evidenziare quanto a volte una bella copertina nasconda qualcosa di brutto?
Cerco di stringere perché mi sto dilungando troppo:
- Il tema affrontato è raro, quindi questo stimola in qualche modo la mente del lettore, che può andare oltre considerazioni superficiali e porsi molte domande. Un'ottima cosa, tipica di autori VERI E VALIDI che hanno qualcosa da dire e scrivono per lanciare messaggi o far riflettere la gente. Bravissima è dir poco.
- Lo stile, come al solito è impeccabile. Ricercato ma senza artifici, curato, pulito e controllato, molto bello. Si allinea perfettamente al punto di vista del protagonista, ai suoi modi di fare, ed è leggermente diverso da quello di Margareth Brown, il cui paragone è importante. La loro diversità denota una tua capacità d'immersione nei panni altrui che è fondamentale per una scrittrice. Ricordi quando dissi che nei dialoghi io stessa cerco di caratterizzate il personaggio?
Ecco, per quanto mi riguarda tu ci sei riuscita alla perfezione, scrivendo un POV personale molto attinente al protagonista.
- Il risvolto è pazzesco. Sei riuscita ad attuarlo con un crescendo controllato, pulito e senza contraddizioni.
Qualsiasi altra cosa potrei dire sarebbe tutta a tuo favore.
Hai mai pubblicato qualcosa? Se no, pensaci.
Spero di non aver scritto cose che abbiano potuto offenderti perché non era proprio il mio intento. Se esistesse la bandierina d'oro, sicuramente la cliccherei per questa OS.
Alla prossima.

- A.
(Recensione modificata il 12/12/2020 - 03:38 pm)

Nuovo recensore
12/08/20, ore 13:14
Cap. 1:

Ciao, eccomi per lo scambio.
Dunque, che dire: complimenti, in primis. Per lo stile, che mi è piaciuto molto. Ho notato una certa cura nell'estrenare la vera essenza del protagonista, anche se si tratta molto spesso di aspetti un po' scomodi per il comune buon senso (es: mi è piaciuto tantissimo il suo modo di commentare le diverse donne che ha avuto, senza peli sulla lingua, semplicemente dire ciò che oggettivamente pensa di loro) che poi è in contrasto con ciò che esprime invece a parole. Questa è un'aspetto che ho gradito ancora di più, perché secondo me ha reso la narrazione inquietante al punto giusto (nel senso di inquietudine, che è un sentimento che io riscontro spesso in alcuni racconti complessi che adoro). Non c'è disagio nè volontà di amalgamarsi al resto: si presenta per come è. Sai, in alcuni momenti ho pensato al film "The house that Jack built" di Lars Von Trier, non so se l'hai visto. 
Poi la decisione di smuovere la sua apatia con la presenza di un gatto è stata veramente una bella scelta: nessuna donna è riuscita ad andare oltre la semplice compagnia per paura della solitudine (questo aspetto forse l'avrei messo più in risalto. Nel senso, credo che sia un'aspetto molto comune per un essere umano, avere paura della solitudine. Per la fredda onestà e apatia a cui mi avevi abituata durante la storia, mi sarebbe piaciuto capire meglio lui come vedeva realmente questo bisogno di compagnia insomma. Non so se mi sono spiegata). Ma un gatto sì (che non so perché, inizialmente immaginavo fosse nero. Forse Poe mi ha deviata quando si parla di gatti protagonisti di storei), e questo la dice lunga sulla vasta profondità dell'animo umano che si cela dietro un apparente miscuglio di buone maniere e gentilezza. La sua ossessione per questo animale lo rende assolutamente interessante, dal punto di vista psicologico (non in senso clinico, ovviamente).
Sono molto contenta di aver letto questo tuo racconto, lascia molto margine di riflessione.
Brava, complimenti ancora.
Ps: una semplice curiosità, ho cercato su internet il nome della strada che citi all'inizio della storia è l'ho trovata in India, al confine con il Nepal. E' ambientata lì la storia? Oppure si tratta di un caso?
Alla prossima
Alex
(Recensione modificata il 12/08/2020 - 01:22 pm)
(Recensione modificata il 12/08/2020 - 01:26 pm)

Recensore Master
27/07/20, ore 14:40
Cap. 1:

Buongiorno.
E' vero, eh! un gatto può cambiare la vita!
Le gatte poi sono fantastiche ancor di più.
Testo bellissimo!!