Ciao Nirvana,
chi non muore si rivede, mio caro Fred! (è uscita malissimo, vero?)
Lo ammetto: mi pento di non essere arrivata a recensire prima questo capitolo e mi pento del modo barbare con cui sto recuperando la raccolta. Salto di qua e di là senza un ordine preciso: ai tuoi occhi sembrerò un mostro, ma ti giuro che questa mia follia è del tutto intenzionale. Come, spero ecco, anche il dolore che ho nelle ossa dopo la lettura di questo capitolo sia.
Mi manca l'aria e non posso parlare, ma anche se ce l'avessi non saprei parlare. L'ho amato, te lo giuro: ho amato questo mostro che viene fuori prepotente nelle parole di Remus, nella crudezza di certi termini, nella paura di fare male, nel rimorso di non essere morto al porto di James e nel ricordo per Sirius che, come lui, è destinato a non avere amore. Due creature che camminano in parallelo e la felicità non l'incontrano mai. Perché fa troppo male sentire di essere diversi, sbagliati, mostri. E allora anche l'amore che arriva un giorno fa paura: Tonks lo terrorizza, perché lo ama per come è, perché non ha abbastanza paura e allora, lui si prende sulle spalle le paure di entrambi. È povero, è vecchio, è un mostro: le farà del male e lei è troppo bella e viva per essere ferita senza motivo.
Tonks invece rimane, segue le orme di sua madre a cammina su una strada che molto prima hanno formato i suoi genitori. E poi si chiede, con l'impronta di Remus sulla pelle e il pensiero di un piccolo Teddy che sta per nascere (l'idea che poi lo vedrà nascere e non lo vedrà crescere mi devasta) e il pensiero di essere sbagliata e di aver fatto piangere i genitori, se Andromeda e Teddy si siano mai pentiti di averla avuta come figlia: lei, che è tanto buffa. Lei, che proprio perché buffa, avrebbe dovuto scacciare le lacrime di altre ferite, cancellare il sapore dell'odio dei Black. Eppure finisce per arrecare altro dolore: se ne va di casa e accetta che la sua vita sia fatta anche di rischi e di ferite che si trasformano in cicatrici.
"L’ho imparato da te, dopotutto, da te e da papà. È dal vostro coraggio e dal vostro amore che ho imparato a non arrendermi, a dispetto di tutto e tutti. Lui mi ha detto che non va bene per me, ma che ne sa lui dei miei mostri? Beh, lui può anche rinnegare quello che siamo; io lo custodirò"
Lo so che ho citato un sacco di parole del testo, ma l'ho fatto perché ti voglio dire: mi hanno colpita, preso dentro, ucciso il cuore. Me l'avete insegnato voi, mamma e papà e io adesso custodirò il mio amore per lui, per voi, per Teddy nel mio cuore, anche se è chiusa in una stanza dove non sente più nessun passo. Niente, sono pietrificata dalla bellezza e so che questa recensione non potrà restituire nemmeno un quarto di quello che mi hai fatto provare o di quello che, in realtà, la storia è. Sei stata bravissima, come sempre
Sia ❤ |