Recensioni per
Shoganai
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 26 recensioni.
Positive : 26
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/11/20, ore 03:52
Cap. 3:

Ciao!
Eccomi all'ultimo capitolo di questa fanfiction.
In realtà, l'ho finita già da questo pomeriggio, ma ovviamente succedono cose su cose e non sono potuta passare prima. Perché non sfruttare un'altra nottata insonne, dico io?

Ci tenevo a passare entro poco, perché questa storia mi è piaciuta davvero tanto (ma credimi, non rende nemmeno. Era da tantissimo, tantissimo, che una ff non mi teneva incollata così allo schermo. Una ff a capitoli.), non volevo essere generica o superficiale.

Intanto, ci terrei a precisare una cosa: tre capitoli. Tre capitoli dove, alla fine dei conti, ci parli di una sola notte e di mezza mattinata. Hai giostrato, spiegato, offerto e risolto un mondo intero parlando quasi e soltanto di una sola nottata. Questo è lodevole.

E sai cosa ti dico? Se il testo fosse stato più breve, se avessi speso meno parole, se avessi spiegato meno, se ci fossero stati meno dettagli... Non sarebbe stato esaustivo. Non sarebbero mai, mai, bastati tre capitoli per:

- introdurre e fare un'analisi minuziosa della vita di John;
- creare e dare un senso all'attrazione-sbarra-irritazione che nasce e si sviluppa tra i due protagonisti;
- far respirare un mondo concreto, reale e tangibile, utilizzando meno di ventiquattro ore (del tempo dei tuoi personaggi).

Ok, verso la fine di questo capitolo si vola un po' avanti col tempo, ma la storia vera e propria si sviluppa tutta durante una nottata. E, ti dirò, il testo mi è risultato talmente fluido che è un qualcosa a cui ho pensato solo in un secondo momento.

E prima di scendere di più nel dettaglio, vorrei soffermarmi anche sulle parole intraducibili da te scelte: la lingua giapponese non mi attira in maniera particolare, ma tu hai scelto tre parole molto diverse, molto belle, collegandole tra loro in modo perfetto. Perché, a ripensarci, sembrano concatenate.
Inutile dirti che la mia fav resta la prima, la stessa parola che hai usato come titolo e, a maggior ragione, credo sintetizzi in maniera esaustiva l'intera storia. La rappresenta.

Altro appunto: non sono una fan delle storie lemon, erotiche et similia. È un mio limite, purtroppo. Non una critica. Anzi. Se in una storia ci sta, se è scritto bene, non sarà mai la mia parte preferita, ma non mi farà nemmeno storcere il naso.
Tu non me lo hai fatto storcere. Nonostante non faccia parte delle mie corde, nonostante "non mi interessi", ho apprezzato.

E adesso veniamo alla storia.
Ne sono rimasta affascinata. È stato come assistere ad un puzzle che pian piano si ricomponeva. Sembra quasi un grosso prequel-what it della serie, a dirtela tutta. Perché, alla fine, ci sta.

Sherlock aveva un piano molto chiaro, nella sua mente: ha osservato una foto di John su un giornale. Gli è bastato uno sguardo, proprio come nella serie, per capire che loro due potevano funzionare insieme. Che potevano essere utili.
Sherlock voleva proporgli di essere suo partner di indagini. E sapeva che in questo modo faceva un favore a entrambi. E noi lo scopriamo solo alla fine. Perché fin dall'inizio non ci è veramente chiaro, perché pensiamo di leggere altro. Pensiamo a chissà cosa... E invece è tutto elementare. Brillante.

E ho adorato tantissimo la parte in cui... si arriva ad AGOGNARE che John veda questo Holmes. Che capisca. Che VEDA.
Che diventi tutto chiaro. E adoro il fatto che tu non abbia spiattellato questo "pezzo forte" subito. Ma ci abbia tenuto in attesa. Che tu abbia fatto ammattire un po' John (mostrandoci anche la sua totale fiducia e lealtà nei confronti di S).

E poi, qui devo proprio dirtelo, il modo in cui hai risolto la situazione del quadro (bruttino quello, devo dire la verità lol) mi ha fatto sorridere. Perché ho adorato. Perché fila. Perché sai veramente creare piani coerenti e non "strafai".
I miei complimenti anche solo per questo.

E, adesso, ritornando un attimino sul discorso "zona rossa": ho apprezzato. Ho apprezzato il modo in cui John voleva Sherlock e allo stesso modo come lo abbia messo a proprio agio. Ho apprezzato il fatto che volesse essere dominato da lui, ma più di tutto... Mi sono sciolta quando John... Ha dormito.

Ecco.
John non riusciva più a dormire, ma dopo quella nottata con S... Sì.
Ma il bello arriva qui: non è bastato. Perché, appunto, il Sole sorge ancora. Un altro giorno ricomincia... E bisogna fare i conti con la quotidianità. (Ho letteralmente amato come tu abbia spiegato tutto questo con un concetto della Fisica).

La vera svolta, nella vita di John, appunto, non è stata tanto quella di incontrare Sherlock ma, come ha dedotto il nostro stesso Holmes, quella di fargli cambiare vita. E alla fine la cambia davvero. Ed è lì che John rinasce.
Rinasce nel 221b di Baker Street. Rinasce quando torna a fare ciò che ama (ambulatorio) con Sherlock e Rosie al suo fianco.
Ovviamente, il nostro zelante Myc è riuscito a sistemare tutto per l'azienda Morstan e a consentire a Rosie un futuro stabile, come le spettava di diritto. Come John riteneva giusto. Proprio come doveva essere.

E... Il finale. È stato delizioso, soprattutto con quel piccolo annuncio sul giornale, su quel ciclo che riprende, sul gioco che comincia daccapo.

Questa mini-long è stata bellissima da leggere, credimi. Mi ha tenuto più compagnia di una persona.
E mi ha toccato in modo molto, molto personale.

Poi, come sempre, ci tengo a farti i miei complimenti per lo stile: scrivi benissimo e lo ripeterò fino alla nausea, perché è così.

Un po' mi dispiace sapere che per il momento non ritornerai nel fandom ma... Ehi, ho ancora tanto da leggere e scoprire di tuo. Quindi, prenditi il tuo tempo. Io sarò qui ad aspettarti.

Riconfermo, intanto, che questa storia rimarrà tra le mie preferite. In tutti i sensi.

Recensore Master
03/11/20, ore 04:04
Cap. 1:

Ciao!
Sono quasi le quattro di notte, non riesco a dormire e ho appena terminato questo primo capitolo.
Ero indecisa se passare subito a leggere il continuo (ho letto tutto d'un fiato) o lasciarti una recensione man mano. Mi son detta che, forse, è meglio recensire: a storia conclusa non riuscirei mai ad essere dettagliata come vorrei e sarebbe un peccato.

Intanto, sappi che ho veramente divorato questo testo. Mi ha colpito in modo molto personale, soprattutto per la descrizione della situazione di John (apatia, ma non veramente apatia; un lavoro che non ama, la perdita di una persona cara... Il suo restare ancorato un po' a quello che non può cambiare e non riuscire a fare significativi passi in avanti).

John è spento. Ecco, ce lo descrivi così. Ha nostalgia di una sensazione che non prova più da tempo, si sente stretto ad una responsabilità morale che gli pesa, ma al contempo non gli pesa: ama Rosie e farebbe di tutto per lei, tutto ciò che è giusto.

E poi arriva Sherlock. E anche lui ce lo introduci in modo delizioso: le deduzioni (tanto di cappello, perché erano logiche e filavano alla perfezione), i suoi modi di fare, il modo un po' emblematico in cui parla, quell'alone di teatralità e ambiguità che si porta dietro... E la sofferenza, la sincerità.

Sherlock deduce John, ma anche il Dottor Watson riesce a cogliere, a leggere, un lato intimo di Sherlock, di quello sconosciuto, che altri non saprebbero cogliere.

E io ho amato tutto questo: ho amato le introspezioni, i dialoghi, le dinamiche... Tutto. Davvero, tutto.

Sia John che Sherlock sono IC, che più IC di così si muore. Ho apprezzato tantissimo anche la nuova immagine che ci hai offerto di Mary. (Lei è morta, ma è stata importante per John. E qui, non mi infastidisce pensarlo, saperlo, perché lei è venuta prima di Sherlock. Prima di tutto ciò che avverrà. Perché è un bel capitolo chiuso, che John al momento non riesce ad abbandonare).

E sono curiosa. Curiosa perché ci hai lasciato sul più bello: Sherlock ha intenzione di "derubare" John. Glielo ha anche detto.
E io non vedo l'ora di sapere come procederà. Perché John ha sorriso. Perché il gioco è cominciato.

E io trovo bellissimo come tu sia entrata nella testa di John, come tu ci abbia mostrato, attraverso i suoi pensieri, quanto sia irritato e al tempo stesso attratto da quel tipo.

E poi i riferimenti al canone (la serie)... Ho adorato. Ho adorato.

In più, ci tengo a complimentarmi anche per la stesura: sai scrivere benissimo. E mi hai tenuta incollata allo schermo per tutto il tempo. E per me potresti anche scrivere capitoli molto, molto più lunghi: non mi penserebbero affatto.
Il testo è talmente fluido che si legge da solo, sul serio.

Ho già inserito la storia nelle preferite. Sappilo.
E sappi anche che questo capitolo... Mi ha fatto riflettere. E il titolo - la spiegazione del titolo- mi è rimasto impresso nel cervello.
Non conoscevo questa parola e ne ignoravo il significato... Ma mi ha colpito - come ti dicevo - in maniera molto personale.

Che altro dirti?
I miei più sinceri complimenti.
Non vedo l'ora di continuare la lettura.

Recensore Master
15/09/20, ore 21:31
Cap. 3:

Buonasera, Sweety. Eccoci sul finale e che finale!
Positivo, divertente, e giusto. Con quel gusto di favola, ma non perché fantasy, ma per il "potere" che l'incontro di John e Sherock scatena: in ogni versione il loro sentirsi subito irrimediabilmente legati per me è la cosa più logica, vera e naturale
Sherlock è stato proprio bravo, non che dubitassi di lui - di te.
Ha fatto sparire la pistola, le tracce fisiologiche e se c'è un capello, e bè, lo hanno chiamato loro a inspezionare tutta la casa! non si è portato mica la spazzola da cappotto!
Il povero Greg con la sua trasparente ingenuità mi piace sempre tanto. Non è che sia poco intelligente - il suo grado lo dimostra - ma è fiducioso dell'amico e non sente, credo, John come un criminale che vuole truffare l'assicurazione. Il che è vero, ambedue le cose.
Sherlock nel suo modo discutibile di dimostrare le sue tesi ha fatto un favore a John col quadro, e il dottore non vuole approfittare di nessuno, non avrebbe proprio fatto denuncia
a proposito. il Van - qualcuno era semplicemete il più famoso, il Van Dyck, ecco, robuccia spicciola..qualche milione di sterline di crosta, così.
E' andata bene che nessun impiegato del museo avesse le mani lunghe. Da noi faceva il fumo in 5 minuti D:
Ma la parte mistery, pur gradevolissima, si eclissa davanti al legame già saldo dei Johnlock. Che paiono davvero le anime predestinate (non ci credo, di norma) e qui il loro concedersi senza riserve lo dimostra. va bene, è sesso, attrazione fatale, perchè fare l'amore già quella notte forse è una frase forte, ma il mattino dopo aveva già cambiato nome.
Shelock torna, John non aspettava altro. quando lo guarda alla luce si sente ancora più preso, e lo capisco! di solito quello che si guarda al lume di candela, come dice il proverbio, inganna. invece... ancora meglio. buon per lui!
La provocazione psicologica, se possibile è maggiore di quella fisica.
Ma sì: John non è impazzito, ha una figlia nata nell'agiatezza e non la priverebbe di questo, anche perchè arriva da Mary, quindi sarebbe doppiamente ingiusto, ma intanto vivrà la sua vita come ne ha bisogno.
Pericolo, passione, adrenalina, e tornerà a fare il medico. e l'assistente miliardario. bellissimo!
Rosie avrà un ambiente sano, stimolante e due padri bravissimi (e uno genio^^)
I personaggi ballano nelle tue mani, come so che sai fare. Non c'è un'incertezza, sia laddove crei che dove usi il canone (il fratello che a John non piacerà troppo, Anderson stupido, etc)
Ma soprattutto è la loro interiorità. qui c'è john a condurre la fiction, che sai trovo il più interessante delle tue due caratterizzazioni. E' più diffiicle scavare il lui, che è così più lineare, l'ho notato la prima volta e resto del parere che sia il tuo cavallo di battaglia
Arsenio Lupin appare nelle tue storie con piacere, devo dire. e anche mio. Questo non è vero, certo, però il richiamo mi ha fatto piacere.
Mi dispiace averci messo tanto a leggere, ma sapessi...finito un problema ne sono arrivati 3, fastidi potenti. C'est la vie...
a bacio dolce e a presto
tua, Setsy

Recensore Veterano
08/09/20, ore 22:47
Cap. 3:

Assolutamente originale! Io non trovo i tuoi capitoli troppo lunghi....ciascuno rappresenta una scena completa, quasi teatrale, per capirci, e per me sono ideali da leggere. Ciao!

Recensore Master
04/09/20, ore 21:07
Cap. 2:

Cosa leggono i miei occhi di elfo?
non ci credoooooo!!!! *0* ti ricordi quando mezzo secolo fa ti chiesi un regalo di compleanno? be, è passato da poco, e lo considero questo: una quickburn! da parte tua!!!
Questa è vera sorpresa, non il semi-AU, perchè non so se è stato il caldo che ti ha dato al capino ma è l'ultima cosa che mi aspettavo
Fatte le dovute celebrazioni dell'evento ^____^ andiamo oltre...
al solito se devo pensare al bottom!John (scusa la definizione, ma come abbiamo sempre detto tanto sono tutte brutte) posso pensare solo alla tua versione
e ci credo. C'è qualcosa di possibile, specie poi se non li confini in un ruolo solo, mi sembra ancora più realistico
sono fatti per piacersi, darsi il colpo di fulmine, appartenersi, malgrado 5 minuti prima uno sia entrato in casa come un ladro e l'altro gli abbia puntato una pistola.
Sherlock non è solo geniale, è geniale SU John. Lo legge più di tutti perchè gli importa, perchè questo ex soldato segnato dalla vita è come se avesse dovuto passare un processo che finiva inevitabilmente con Sherly
bellissimo...
tutta l'impalcatura fasulla della vita di John cade a pezzi di fronte all'assalto del ladro-detective, che non gli risparmia nulla.
ma a john questo piace. C'è sincerità, c'è comprensione e nessuna necessità di mantenere una maschera che pesa come il piombo.
a proposito..la maschera mezza alzata mi evoca il celebre bacio di Spiderman (non so se è voluto, ma ci sta benissimo)
ora mi sale un dubbio di quelli che mi fanno fare tanta bella figura XD
non mi sono spoilerata il 3° cap, quindi non so
Shelrock, pur nella sua intelligenza, com'è andato così dritto da John per "aiutarlo"? non è che qui Mary è così buona che ha lasciato il famoso testamento morale al suo caro amico Sherlock: "se muoio vai da John"? non sarebbe male, ma tanto sbaglio XD
comunque il dado è tratto, il quadro angosciante è rubato (vorrei dissentire sull'ignoranza artistica di John che vuole avere ragione: John, i Van-qualcosa sono capolavori!!!!! ^^)
anche un altro indizio mi incuriosisce: c'è Anderson, quindi anche qui Sherlock lavora con Scotland Yard. Mi sa che vero e proprio ladro non lo fa mai, è altro... spero di leggere già domani
ps sul "poco seguito". Sweety, non direi. le recensioni che ricevi sono appassionate e neppure poche (anche se non numeri altissimi, magari. ma shelrock è un po' sceso), i capitolo lunghi sono un problema solo per me, fidati, l'amante della brevità! tutti dicono: che bello, un cap lungo! quindi: don't worry, be happy
un bacio rubato,
Setsy

Recensore Master
02/09/20, ore 19:35
Cap. 1:

Bè, dire che è tardi ormai è poco, e cosa risaputa. Ma è un anno che il mio rapporto con efp vacilla, e questa estate... lasciamo stare. Il capitolo per me è un papiro, ma almeno è scritto da te! XD Per cui eccomi.
In realtà avevo già letto questo capitolo 1, anche se poi mi ero bloccata.
E' una versione davvero, davvero nuova e intrigante dei Johnlock.
Non è proprio un AU, perchè sono "normali" e quasi simli al canone, però nel contempo è una svolta audace che non mi aspettavo. Credo che la differenza creata così sia particolamente difficile.
Partiamo da John, che per ora è il super-protagonista: la sua dedizione alla figlioletta è assolutamente giusta e realistica, e altrettanto il compianto per Mary (che qui, per quello che si sa ad oggi, è una versione buona di se stessa) che sappiamo a quali follie lo può portare. In questo caso però non può incolpare qualcuno della perdita a meno di impazzire a dare la colpa a Rosie. Ma essendo anche un medico sa quanto questo sia follia, quindi non gli resta che accettare quello che è successo e andare avanti per inerzia.
Non è spento del tutto, ma neppure fa niente che gli piaccia. Credo anche io che John potrebbe cercare di fare qualunque lavoro come un panzer che si spiana la strada, ma di economia aziendale... Johnnino, non ti offendere, ma penso che tu ne capisca pochissimo/niente ^^
Infatti il vero lavoro lo fanno gli esperti, e come hai detto, lui "passa le carte". Mi sembra logico, un medico militare non fabbrica macchine dall'oggi al domani, anzi, non farà mai, direi
Tutto sembra ridotto ad una splendida gabbietta dorata, quando l'imprevisto arriva nella sua vita. Senza bussare, dalla finestra, e credo che si possa dire letteralmente
Questo Sherlock è un concentrato di erotisimo, povero il nostro dottorino! In agguato come una pantera nera nel buio della sala, e vestito di una streminzita tutina. Grazie dell'infarto, eh!
Quello di cui sono curiosissima (e non convinta) è se è proprio vestito da Diabolik, o la parte inferiore del viso è scoperta e ha una mascherina tipo Zorro, che John vede bene le labbra a cuore. Ma forse le vedrebbe anche attraverso la stoffa di un cappotto. Anche la descrizione degli occhi è stupenda, con il rilfesso dorato invece del consueto occhio più verdino. Insomma questa creatura potenzialmente pericolosissima irrompe nella sua casa e certo il primo riflesso - miltarissimo - di John è armarsi e reagire. Perchè era quello che gli ci voleva, amo le parti canoniche riportate con le variazioni personali dell'autore! *-*
In effetti quali abile ladro si fa trovare fermo in salotto?
quale rapitore non sopraffà una babysitter (che certo non lotta a costo della vita) invece di aspettare il padre?
e cerca segreti industriali nascosti a casa?
c'è una tale logica - è Sherlock! - che malgrado tutto John gli crede con una facilità spaventosa.
perchè già sono in sintonia, perchè è mezzo cotto, e perchè secondo me verrà fuori che anche Sherly gli ha già messo gli occhi addosso. (no spoiler, mi raccomando!)
quindi qui il suo lavoro è..consulting spy? contro-spionaggio? protezione personale? intrigante...
spero anche di vedere ancora il carissimo Mike, il mio amichetto, e magari anche Mycroft , chissà.
sono certa che sia una bellezza e a volte a fare tardi si guadagna di non aspettare...pallida scusa, ma ci sto provando!
a presto, Sweety
tua Setsy

Recensore Master
02/09/20, ore 16:01
Cap. 3:

Ciao Koa, eccomi a terminare questa minilong.
Devo dire che il finale mi è parso davvero perfetto, perché chiude tutte le linee aperte da questo what-if, riconducendolo alla trama che conosciamo: Sherlock investigatore e Watson suo aiutante, come se tutto ciò - indipendentemente dall'ordine degli eventi - fosse shoganai, "ciò che non può essere evitato". È un rapporto diverso inevitabilmente, perché poggia su una base in cui sono innamorati l'uno dell'altro e sono stati amanti fin dal primo incontro, ma il sesso e anche quel coinvolgimento sentimentale è qualcosa di accidentale, perché come gli dice Sherlock lui lo avrebbe cercato comunque. In effetti, l'apparire come ladro e il rubare il quadro - simbolo di quella vita che John non capisce e che non gli piace - faceva parte di un piano preciso in cui l'obiettivo era unicamente John - scuoterlo da quella stessa vita e offrirgli la proposta di un lavoro, che significa attività, rischio e avventura (tutto ciò che nella sua apatia non percepiva più ma ricercava costantemente).
Mi è piaciuta molto la scena in cui Lestrade interroga John e ci mostri la sua introspezione, insieme alle bugie e alle ipotesi spaventate - la pistola che fine ha fatto? John sceglie di mentire per se stesso perché non potrebbe spiegare davvero quello che è successo la notte precedente e che - privato di tutto il percorso interiore e delle emozioni che lui ha sentito in prima persona - apparirebbe solo come un'assurdità; ma mente anche per Sherlock, perché infatti si mostra preoccupato all'idea che qualcosa possa ricondurlo a lui e metterlo nei guai. Quel ladro, chiunque egli sia - perchè John non ancora lo sa chi è, per lui è ancora solamente S - gli ha stravolto la vita in una sola nottata e sente che non può farne a meno, nè di lui nè della vita che gli ha prospettato.
La scena in cui lo vede nei panni di "consulente" e collaboratore della giustizia è altrettanto bella, specialmente per quell'imbambolamento iniziale che si traduce a parole nel parlare come prima cosa un po' stupidamente di Anderson - quasi riprendendo la naturalezza che avevano trovato durante la notte precedente, quasi come se il resto non avesse troppa importanza. Ma le domande poi arrivano, e i nodi finalmente vengono al pettine.
La parte finale con la lettura dell'articolo di giornale e con un'immagine autentica sulla nuova vita dei due è la conclusione perfetta.
Posso ribadire adesso di aver apprezzato tantissimo anche questa tua minilong, di cui mi è piaciuto soprattutto la dilatazione temporale e il valore che hai saputo attribuire a ogni istante, sia attraverso l'introspezione e l'attenzione veramente lodevole per le sfaccettature dei personaggi, sia nel veicolare l'idea di come in una manciata di ore un'intera vita possa cambiare.
Stilisticamente l'ho trovata scritta benissimo e con la solita scorrevolezza grazie alla quale la lettura procede tutta d'un fiato, a dispetto della lunghezza.
Complimenti e alla prossima.

Recensore Master
26/08/20, ore 22:51
Cap. 2:

Ciao Koa, eccomi a proseguire questa storia. Vorrei iniziare con due precisazioni prima di commentare nello specifico il capitolo. La prima riguarda il what-if: ti chiedo scusa per averlo confuso con un AU nella recensione precedente, ma posso dire a mia discolpa che qui secondo me il confine è abbastanza labile (come lo è spesso tra le due diciture), ossia che l’inversione degli ordini degli eventi (l’incontro con Mary – anche se una Mary diversa dal canone – e la nascita di Rosie prima dell’incontro con Sherlock) va di fatto a creare uno scenario così nuovo (e i personaggi ne risultano così cambiati, John soprattutto) da poter passare quasi per alternativo. La seconda riguarda la lunghezza: ti giuro, quando sono arrivata alle note e ho letto che erano più di 8000 parole stentavo a crederci! E questo non lo dico solo perché è una lettura scorrevole, ma perché quello che hai illustrato è di fatto un’unica scena – seppure articolata in più paragrafi e inframmezzata da riferimenti a dinamiche precedenti della vita di John – e la capacità di tirare fuori così tanto a livello di emozioni, introspezioni e riflessioni, è secondo me una qualità invidiabile.

Per quanto riguarda il capitolo, ho apprezzato, infatti, innanzitutto come hai saputo gestire la fusione tra la narrazione dell’incontro presente con Sherlock da un lato e l’introspezione che esso suscita dall’altro, collegando così quello che vive nel momento con quello che ha vissuto – diversamente – con Mary e con i rapporti occasionali, facendone emergere le differenze. L’innamoramento è qualcosa che John ha rimosso, qualcosa che non ricorda neppure collegato a sua moglie, e quindi è per questo che coglie in ritardo “i segni della vecchia fiamma” – anche se alla fine lo fa. La prima cosa che avverte è lo stupore di essere abbastanza importante da aver colto l’attenzione di quel ladro che addirittura dice di essere lì per lui e per tirarlo fuori dalla sua apatia; poi, proprio attraverso le parole di Sherlock, recepisce la scintilla che fa cambiare tutto e che gli apre gli occhi definitivamente su quanto lui e quello sconosciuto possano essere affini. Si sente letto da Sherlock, si sente capito forse per la prima volta davvero, e il modo in cui ti soffermi su questo momento offre un’indagine introspettiva molto profonda e azzeccata. Proprio queste introspezioni sono ciò che dilata la scena, permettendo di cogliere le sfumature interiori e che quindi rendono assolutamente plausibile lo scarto successivo, ossia come da puntargli la pistola addosso John passi a desiderarlo e ad averlo.
E, del resto, ho amato come quel capovolgimento colga del tutto di sorpresa anche Sherlock, quando finora sembrava avere tutto sotto controllo. Di fronte alla sfera più intima, più interpersonale, Sherlock è un’altra persona e vedere questo aspetto è per John un privilegio. È stato Sherlock ad andare da John ma non si aspettava questo esito, pur volendolo, quindi avviene una scoperta anche in lui.
La parte finale del capitolo è poi azzeccatissima: il quadro è sparito, insieme a Sherlock stesso, ma John capisce che è ancora una volta per lui che lo ha fatto. Del resto, il quadro era stato l’oggetto finale della conversazione prima dell’avvicinamento fisico, e a far scattare quella scintilla di riconoscimento era stato proprio il fatto che Sherlock aveva colto quanto John lo odiasse perché ai suoi occhi insignificante.
Mi piace davvero molto la costruzione che hai fatto, il modo in cui hai curato ogni singolo dettaglio per rendere credibile il cambiamento dei personaggi nella loro interazione e, mi ripeto, il bilanciamento tra lo svolgersi della scena e le introspezioni (che, personalmente, come lettrice apprezzo tantissimo). Sono curiosa di scoprire la conclusione di questa minilong.
Alla prossima, dunque!

Recensore Master
24/08/20, ore 15:59
Cap. 3:

Ciao, scusa se ci ho messo un'eternità a recensire, sto procedendo davvero a rilento, sia nelle risposte che nelle recensioni vere e proprie. Comunque piano piano recupererò tutto.
Molte cose te le ho già dette quando ho letto il capitolo in anteprima, quindi scusami se finirò col ripetermi.
Questa terza parte è sicuramente diversa rispetto alle prime due. Innanzitutto ha un ritmo più dinamico, c'è più azione e l'introspezione non occupa tutto lo spazio del capitolo, come è accaduto invece nei precedenti.
Finora abbiamo dimorato nella testa e nel cuore di John, abbiamo ascoltato i suoi pensieri, vissuto le sue stesse emozioni, assistendo a quel cambiamento che ha completamente stravolto la sua vita e la sua persona.
Personalmente mi piace moltissimo questo cambio di ritmo. Nel primo capitolo assistiamo alla totale apatia di John, come se fosse morto dentro e senza più una ragione per essere entusiasta della vita, nel secondo accade il miracolo e nel terzo è un po' come se si risvegliasse all'improvviso e scoprisse che la sua vita è completamente cambiata. John ritorna alla realtà, lo vediamo interagire con la polizia, vediamo altri personaggi che ruotano intorno a lui, tra cui la cameriera, quel Greg così caldo e arruffato, Mycroft (anche se solo accennato indirettamente). Ci sono spiegazioni da dare, domande che richiedono risposte, un furto da giustificare, ma dopo una prima parte in cui John sembra quasi non sapere come affrontare tutto questo e riambientarsi nel mondo reale, tutto sembra aggiustarsi immediatamente, nella frazione di un secondo, quando capisce chi è veramente S.
All'improvviso John non ha più bisogno di trovare una soluzione per proteggere il fantomatico ladro, né per giustificare se stesso. Sherlock ha tutte le risposte a portata di mano e un accomodamento per tutto il resto.
Ma già il fatto che sia lì in tutto il suo splendore, e che sia pronto ad offrirgli la vita che ha sempre desiderato, sembra sufficiente a risolvere ogni problema di John.
In fondo non gli serve nient'altro, ormai si è svegliato da quel torpore, da quella vita non vissuta, e finalmente ha trovato il suo posto nel mondo. È proprio qui che la storia defluisce nel canone, in quell'epilogo che vede John e Sherlock a Baker Street, insieme, compagni di vita in tutto w per tutto. Abbiamo la signora Hudson, i casi, quella quotidianità così tipicamente loro. E poi c'è Rosie ovviamente. E nonostante qualche piccola differenza e la loro relazione già avviata, ci ritroviamo immersi nel contesto della serie BBC.

Questo finale è stato semplicemente perfetto. Non l'ho trovato né rapido, né forzato. Quando si tratta di loro due non ci si può attenere a quei paramenti considerati "normali", perché sono personaggi che escono da ogni schema, per cui sarebbe sciocco concepire soluzioni tradizionali.
Se pensiamo che John è andato a vivere con uno sconosciuto dopo averlo incontrato per un minuto scarso e che questo sconosciuto ha ucciso un uomo a sangue freddo per lui, ridacchiando subito dopo sulla scema del crimine, è abbastanza,a chiaro che abbiamo a che fare con due uomini decisamente fuori dal comune, e non sempre in senso positivo.
Io penso che John non potrà mai resistere a Sherlock (e viceversa) in qualunque universo, epoca, situazione, parte del mondo si trovino.
E qui ho trovato tutto estremamente sensato.
Loro sono IC, l'introspezione è accurata e ben delineata, lo stile mi è piaciuto molto, è talmente scorrevole da far sembrare capitoli obiettivamente molto lunghi facilmente digeribili.
Le parole intraducibili che hai scelto sono una più azzeccata dell'altra, non ne conoscevo neanche una ma è sempre bello imparare qualcosa di nuovo.

Non dirò nulla sulle note finali, perché già ne abbiamo parlato, ti faccio semplicemente tanti complimenti per questa storia. Sono felice che tu l'abbia scritta e spero di leggere a breve altro di tuo, magari su Joe e Nicky!
A presto!
S.

Recensore Veterano
20/08/20, ore 23:12
Cap. 3:

(Porca miseria, Koa, chiedi molto... Ok, ma come sociopatica bloccatissima in pvt mi concedo un abbraccio e un arrivederci a presto ❤)

Ok, cosa dire di questo ultimo capitolo... Mi hai colta di sorpresa, pensavo che Sherlock gliel’avrebbe fatta penare molto di più a John, la rivelazione che il fascinoso ladro notturno e il potenzialmente pericoloso consulente investigativo erano la stessa persona. Perché è vero che Sherlock ama il suo dottore, ma è anche vero che è uno stronzetto che ogni tanto si diverte alle sue spalle (bomba in metropolitana docet 😂).

Mi piace il fatto che John in questa fase non abbia alcun dubbio, né sulle intenzioni del misterioso S, né sulla saggezza di quanto accaduto, o sul fatto che mentirà per proteggerlo, o sulla sincerità di quello che li ha uniti, corpo e anima. John si è abbandonato completamente, l’unica incertezza è QUANDO il ladro che gli ha portato via il cuore tornerà a mantenere le sue promesse, e questo, per uno sentimentalmente un po’ bloccato e diffidente come lui, è un bel cambiamento.

L’analisi e la progettazione di Sherlock rendono onore come sempre alla sua genialità, ma per una volta anche alla sua premura e al suo cuore. Si fida di John così come John si è fidato di lui e non lo lascia a spasimare più dello stretto necessario per seminare i necessari campioni di DNA prima di offrirgli la nuova vita che era venuto a proporgli e che John ha subito capito di bramare. I baci in cucina sono un coronamento delizioso nel loro non voler neanche aspettare di sbattere fuori casa mezza Scotland Yard ❤

Mi piace il rientro “in canon” e l’armonia indiscutibile della relazione senza incertezze che si stabilisce subito tra i due, così come il finale con un nuovo mistero da risolvere e Sherlock che, be’, è sempre Sherlock 😍

L’immagine di John che guarda con affetto divertito il suo adorato detective già coinvolto nel nuovo caso mentre sta ancora cercando le mutande mi ha fatto scoppiare a ridere giusto sul finale 😂 😂 😂

Grazie per questa ennesima chicca, ti abbraccio stretta stretta! 😘

Nuovo recensore
20/08/20, ore 22:28
Cap. 3:

Devo dire che mi dispiace un po' che questa storia sia finita, mi ha preso totalmente sia per il ruolo inaspettato di John sia per l'intraprendenza di Sherlock. Finale veramente bellissimo però, finalmente i nostri eroi sono insieme e sicuramente è il caso di dirlo: si sono salvati a vicenda e continueranno a farlo.

Recensore Master
20/08/20, ore 10:45
Cap. 3:

Ciao *-*
Beh, è proprio il caso di dire che tutto è bene quel che finisce bene! Mi piaciuto tanto questo capitolo, dove tutto un po' si ricollega al canone <3 Era ovvio che il furto del quadro dovesse portare a delle conseguenze, e John ha fatto di tutto per non mettere Sherlock nei guai, quando poi è Sherlock stesso ad aiutare nell'indagine. Anzi, direi proprio che Sherlock aveva programmato tutto e che il rubare quel quadro, è simbolicamente per John, il togliersi un peso di dosso, il punto esatto in cui può ricominciare una nuova incredibile vita con Sherlock. Poveretto, sono stati grandi momenti di tensione quelli dell'interrogatorio di Lestrade, per fortuna è andata tutto per il meglio. Un finale per noi, ma l'inizio di qualcosa di straordinario per loro.
Sono stata davvero felice di aver letto questa storia, la sua evoluzione mi è piaciuta moltissimo e non poteva esserci finale migliore.
A presto :*

Nao

Recensore Veterano
19/08/20, ore 22:47
Cap. 3:

Alla fine ho letto quello che speravo di leggere, ho apprezzato come al solito il tuo stile fluido e coinvolgente e soprattutto che la storia che all'inizio poteva sembrare una AU, si sia ricongiunta perfettamente alla storia originale addirittura con la stesse battute che si scambiano in taxi.
Ottimo lavoro.

Recensore Junior
18/08/20, ore 19:16
Cap. 2:

Ho cancellato e riscritto almeno dieci volte questa frase introduttiva, perché non so quale sia il modo più appropriato per esprimere l’estasi che provo senza risultare volgare.
Credevo che l’incontro tra John e l’intruso si fosse concluso nel capitolo precedente, che magari Sherlock fosse sgattaiolato via e che il secondo capitolo si sarebbe appunto aperto con una scena diversa. Invece non è stato così. Probabilmente perché John è dannatamente lento. Non si fida, anche perché è costantemente preoccupato per Rosie da perfetta mamma chioccia quale è. Aggiungo che, comunque, Sherlock trova sempre i metodi più particolari per comunicare con le persone. Nessuno si fiderebbe di qualcuno che ti piomba in casa di notte eludendo le telecamere di sorveglianza. Men che meno se è questo qualcuno si professa un ladro, si cela dalla luce, indossa una tutina nera, sa tutto di te e tante altre stranezze... E quindi John decide di continuare a brandire la sua pistola e puntarla verso il pericolosissimo ladro di cuori (come oramai l’abbiamo ribattezzato).
…Momento nel quale mi rendo conto del doppio senso nella frase precedente legato alla pistola… Se non riesco a concentrarmi a dovere la colpa non è mia xD.
Sherlock è “costretto” a ribadire che non è lì perché vuole fare del male all’uomo e sua figlia e che anzi vuole aiutare John a uscire da quella vita che gli sta troppo stretta. Watson non la prende benissimo, non è abituato al fatto che qualcuno gli si rivolga in maniera tanto sfacciata quanto sincera. Forse però è proprio quello di cui ha bisogno, le parole dello sconosciuto lo svegliano e lo tirano fuori da quel manto di apatia sotto al quale si è rintanato.
Se la volta precedente ho parlato di tensione, ora il sentimento che di più mi è arrivato è l’interesse. John è curioso di scoprire cosa vuole questo intruso, chi sia e fino a dove entrambi possono spingersi. Ad un certo punto cominciano a stuzzicarsi a vicenda e ho adorato il loro scambio di battute. John ha ribadito più volte che è abituato a questo genere di approcci, che ha spesso incontri occasionali con donne e uomini e si scopre che a letto è sia attivo che passivo. Posso dire ‘finalmente’, posso? Se credo fortemente nella Johnlock non c’è bisogno di argomentare riguardo alla bisessualità del personaggio, è ovvio che l’appoggio e che la trovo ic. Sul fatto che ricopra con piacere sia il ruolo dell’attivo che del passivo mi è sembrato di capire che invece il fandom lo preferisca sempre solo in un ruolo o sempre nell’altro. Personalmente lo trovo molto riduttivo e quindi ho molto più che apprezzato.
Una volta che sono chiari gli intenti di Sherlock, John non si trattiene e lascia galoppare i propri ormoni e salta addosso al ladro più inesperto di tutta Londra. Secondo me Sherl non se lo aspettava minimamente. Tutta la spavalderia e la sicurezza che mostrava o il suo essere superiore era solo a livello mentale. Loro già erano impegnati nei preliminari da inizio capitolo! Watson aggiunge la componente fisica.
Ci sono dei passaggi che ritengo molto erotici, come lo studio accurato di John del corpo, degli occhi e delle labbra di Sherlock; oppure il momento in cui sempre John tiene bloccato l’altro, corpo contro corpo; anche le scene finali, se pure sono appena accennate, della piscina e della sdraio. Ma la parte centrale, quella dedicata al sesso, invece è qualcosa di più tenero e dolce. È una descrizione molto naturale di quello che avviene tra due amanti. Le premure di John nei confronti di uno Sherlock vergine e inesperto mi hanno fatto venire gli occhi a cuoricino.
Nel finale la risata di John mi ha contagiata: non mi aspettavo che Holmes rubasse il quadro! Il rettangolo vuoto sulla parete dell’ufficio corrisponde a un varco, una finestra, che fa breccia nella vita infelice di Watson.
Koa, le tue idee sono brillanti così come lo è il tuo modo di esporle. In questo capitolo sono concentrate parecchie cose (first!kiss, virgin!sherlock, top!lock, bottom!lock…) alcune delle quali magari più inusuali di altre. Ebbene, io ti ringrazio per aver “osato”.
Non vedo l’ora di leggere il continuo!

Recensore Master
16/08/20, ore 22:43
Cap. 1:

Ciao! Sono molto contenta di iniziare questa tua nuova Johnlock, un’AU dove i ruoli di John e Sherlock sono diversi rispetto a come li conosciamo – John è un ricco vedovo e Sherlock un ladro – ma, mutatis mutandis sei riuscita a mantenere già in questo primo capitolo perfettamente l’equilibrio del loro rapporto.

Hai presentato in ogni sfumatura l’essenza di John, mostrando la sua vita attraverso la lente del dolore per la perdita di sua moglie (un dolore che si concretizza nel vivere nel passato e nel cercare fugaci avventure di una notte come vano antidoto) e soprattutto nell’apatia. Questo termine che accompagna l’intero sviluppo del capitolo è speculare a quella che aveva canonicamente a inizio serie e corrisponde lì come qui alla mancanza di brivido, di adrenalina. È questo quello che gli manca della guerra (e non il rigore con cui si impone di vivere adesso per dare un senso alle sue giornate) ed è questo che torna a provare quando vede lo sconosciuto in casa sua. Questa noia che lo avvolge completamente in ogni aspetto della sua vita – tranne l’amore per sua figlia – emerge con forza, soprattutto in senso quasi “ontologico” perché è qualcosa che percepiva prima del matrimonio con Mary e che dunque non è legato semplicemente al lutto. Quello di cui avrebbe bisogno è della vita che aveva da soldato, quando poteva curare e sparare insieme – E non vuole due vite diverse, ma una sola che lo appaghi sino in fondo e che gli dia persone da curare e gente a cui sparare. Questa frase mi ha colpito particolarmente.

Sherlock è visto dagli occhi di John ma anche lui l’ho trovato perfetto, ci sono tutti i suoi tratti: le brillanti deduzioni, la sua sottile presunzione di essere più intelligente degli altri, ma anche la vaga paura che prova nel non essere creduto. Ho apprezzato tantissimo che il loro incontro abbia ricalcato quello canonico – ma con tutti gli adattamenti della situazione e un’attenzione particolare per le diverse reazioni conflittuali che John prova.

Il modo in cui hai riadattato gli spunti della serie e hai ricostruito i dialoghi mi è piaciuto moltissimo, e come sempre lo stile è davvero curato. Soprattutto ho apprezzato come ogni paragrafo fosse collegato in maniera indissolubile a quello successivo, creando una fluidità invidiabile. Non è stato un capitolo corto, ma l’ho trovato davvero tanto scorrevole, anche se è sicuramente profondo. 

Leggerti è sempre davvero un piacere. Ti ribadisco quanto apprezzo il tuo modo di scrivere, credo sinceramente che tu sia una delle autrici con lo stile più maturo e personale qui sopra. È una lettura che lascia qualcosa ma senza mai risultare pesante.
Alla prossima!

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