Recensioni per
Ribellione in scala di grigi
di Carme93

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/09/20, ore 15:39

Recensione premio per il contest "This is our place, we make the rules" 1/4

Ciao Carme, eccomi finalmente qui a iniziare il giro dei premi!
Sinceramente non so quanto senso avrà questa recensione, perché mi hai lasciato davvero senza parole, a mano a mano che andavo avanti con la lettura restavo sempre più pietrificato e a bocca aperta scorrendo lo schermo. La storia mi è piaciuta moltissimo, tanto che l'ho già messa tra le preferite: sei riuscita a descrivere un'intera situazione attraverso pochissime scene, dando grandissimo spazio a un'introspezione "esterna", come se Paolo si sentisse vuoto, e stesse vivendo tutto ciò che succede come se si trattasse di "un film interattivo", non so se rendo l'idea ma non riesco a spiegarla meglio di così :)
L'ambientazione è molto simile a quella della storia che avevi presentato al contest, ma nonostante la vicinanza a livello teorico dei tuoi protagonisti, due adolescenti ribelli in un contesto familiare severo e da cui non si sentono compresi, l'atmosfera e la percezione che ne ha il lettore cambiano totalmente. Qui davvero, come esprime il magnifico titolo, si parte da una sfumatura di grigio chiara e di routine e si sprofonda velocemente verso il nero, che il finale aperto fa precipitare in un baratro. Alla terzultima riga ho addirittura pensato che Paolo avesse preso la pistola del padre per sparare a chiunque gli si parasse davanti, come nelle peggiori stragi tratte dalla cronaca nera americana. Non che la realtà dei fatti sia migliore, ma questo andare contro per l'ennesima volta alle aspettative del lettore ha dato ancora più valore al racconto. In un certo senso mi sentivo che Paolo avrebbe, in un modo o nell'altro, detto la verità al padre, e forse lo strumento dei social network è stata la scelta migliore che potessi fare, in quanto ha dato risalto tanto all'incomunicabilità tra i due, quanto all'accettazione della propria immagine agli occhi altrui, uno dei temi fondanti della storia, nonostante nella seconda parte essa si traduca nell'oscurità crescente a cui ho già accennato in precedenza.
E' una storia che fa star male. Dal mio punto di vista posso dire di essermi immedesimato in tutti i personaggi, rivedendomi prima nel carattere di uno, poi in un comportamento dell'altro... e la sensazione che ne ho ricavato è stata l'oppressione, l'incapacità di dire una singola parola senza il rischio di distruggere tutto, ed è ciò che anche Paolo ha sentito, finché ha capito di non poterla più sopportare.
Inutile dirlo, la storia è scritta benissimo anche da un punto di vista tecnico, anche perché una volta introdotto il lettore nella spirale che conduce alla conclusione, gli hai reso praticamente impossibile il pensare a qualsiasi altra cosa, richiamando ancora le sensazioni interne alla vicenda. Ogni parola, ogni espressione... è perfetta, al suo posto.
Complimenti, davvero.
mystery_koopa

Recensore Master
07/09/20, ore 22:29

Il titolo della storia è decisamente appropriato. Comincia col tipico adolescente ribelle a genitori un po' severi, disperatamente speranzoso di entrare nel Gruppo, che scarica i social di nascosto e cerca di convincere l'amico a far copiare gli altri. Poi sembra che si avvicini a una cattiva compagnia ... e poi c'è l'aggressione, che ha risultati molto più drammatici del previsto.
Il timore per il suo amico è la scossa che cambia le carte in tavola: di botto il mite Paolo è incazzato come una iena, risponde male al bulletto, e l'escalation continua nel senso opposto a quello iniziale: sprofondato nel cinismo, prima denuncia Mattia, e poi fa un bell'attentato in classe, se ho capito bene, contro un professore che in fin dei conti non ha colpe.
Davvero una bella storia, complimenti!

Recensore Junior
02/09/20, ore 19:47

Allora allora, eccomi qua. Dopo un po' di indecisione ho optato per leggere questo racconto poiché il titolo, confesso, mi ha attratto subito - mi piace tantissimo l'immagine che suscita, a maggior ragione quando aprendo il racconto esso era scritto di rosso (nella mia testa è stato come se quel rosso rappresentasse proprio quella ribellione all'interno di una scala di grigi).
Ci vengono presentati Paolo e Cristiano, due ragazzi tanto diversi, ma che in un modo o nell'altro hanno trovato l'uno nell'altro autenticità (mi viene in mente, ad esempio, la riflessione di Paolo sull'amico posto in confronto con i loro altri compagni di scuola).
Osservarli discutere sulle su Instagram e Tik Tok mi ha fatto ben sorridere: tra me e i ragazzi attualmente in prima superiore ci sono ben più di dieci anni, loro hanno un modo di utilizzare i social che è totalmente differente dalla mia generazione (non a caso vengono chiamati Zoomers, anziché Millenials come potrei essere io); essi sono una parte integrante della loro vita essendo praticamente nati avendo a che fare con gli stessi. Dall'altra parte, però, non riesco a fare a meno di domandarmi quali siano le vere ragioni dietro un uso così spasmodico e costante dei social. Mi viene spontaneo concordare con Cristiano: qualora una persona si astenga dal loro utilizzo è automaticamente tagliata fuori da una fetta importante e ingombrante della socialità e del contesto sociale tutto. Allora forse sì: alcuni dovranno pur decidere, a un certo punto, di scaricarli semplicemente per restare inseriti e al passo con tutti gli altri, no? (MADONNA QUANTO MI SENTO VECCHIA A FARE STI DISCORSIIII ahahahah)
Man a mano che il racconto procede... aumenta sempre più la mia riluttanza nei confronti di Paolo: mentre da una parte cerco di comprendere il desiderio di sentirsi al posto giusto o di sentirsi fichi o popolari (cosa che di primo acchito pare spingerlo al voler frequentare il gruppo di Mattia, ma che al contempo immagino non essere sufficiente e che ci sia anche altro che verrà fuori nella lettura), dall'altra come puoi fare una richiesta di questo tipo al tuo amico? E qualora egli non accetti, lo scagherai con nonchalance a favore degli altri?

Il momento in cui scrivi dell'atto esplicito di bullismo nei confronti del malaugurato Cristiano è semplice e senza particolare fronzoli o approfondimenti: non lascia troppo spazio all'introspezione di nessuno dei personaggi, ma si limita a descrivere la scena. La sensazione che ho avuto è stata un po' quella di porsi come terzi alla narrazione, descrivendo la situazione in modo oggettivo, quasi freddo, ma, forse proprio per questo, ha fatto ancora più male. La sobrietà della tua narrazione era perfettamente in linea con l'indifferenza degli attori che stavano operando in quel frangente. Cristiano era solo e il suo amico, seppur in parte inconsapevole, non gli è stato davvero accanto come invece avrebbe meritato. Il gesto di Mattia è gratuito e meschino e, mio malgrado, troppo spesso mi rendo conto di essere incapace a compatire e provare a comprendere non tanto le azioni che un bullo mette in pratica, quanto le richieste d'aiuto e di attenzione dietro le stesse (cui non possiamo prescindere). Empatizzo troppo con le vittime, ma, tornando al tuo titolo, il mondo, le azioni che compiamo, i momenti che viviamo sono una scala di grigi: non possiamo settarle unicamente come "bianco" e "nero" perché non sarebbe reale. Vi sono sfumature, dettagli e fattori che vanno a influenzare i comportamenti e i contesti nei quali avvengono.
Perdona questa riflessione, mi sono fatta prendere la mano allontanandomi un poco dal focus (il tuo racconto), ops.

Nella seconda metà, dunque, abbiamo una sorta di svolta: un momento in cui Paolo si sente in parte in colpa per essere stato "accondiscendente" nei confronti di Mattia e, dall'altra, esige giustizia. Devo dire, però, che alle volte il confine tra giustizia e vendetta è molto labile e bisogna far attenzione a non scivolare nella seconda.
Paolo torna a scuola con una consapevolezza e una volontà rinnovata dovuta per lo più alla paura di perdere l'amico, la paura che quello che è stato erroneamente spacciato per un banale incidente abbia in realtà delle coincidenze gravi. Visto che però calza a pennello, mi tocca citare Star Wars che ha ben riassunto il mio timore attuale: "la paura porta alla rabbia, la rabbia porta all'odio, l'odio alla sofferenza" e in generale, se la sofferenza è governata dall'odio... difficilmente l'esito sarà positivo.
Ebbene, Paolo ci era andato vicino a fare semplicemente la cosa, ma alla fine si è lasciato prendere la mano, e benché io possa in qualche modo questo tipo di reazione sia prevedibile se contestualizzata rispetto all'età del ragazzo, non riesco comunque a giustificarla né a comprendere come, in una società come la nostra non si sia affatto capaci di dare un'educazione civica, etica e morale tale per cui questo tipo di cose siano evitabili.
Il tuo è un racconto che ha molto di reale, purtroppo. Non ritengo avesse le pretese di impartire lezioni al lettore, ma proprio per l'oggettività quasi totale e il tipo di introspezione non esageratamente approfondita, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Paolo - la cui introspezione ritengo abbia dei confini piuttosto netti-, l'ho trovato a tratti agghiacciante per quanto esso sia attinente alla realtà. In più, sicuramente è stato uno stimolo di riflessione su un tema spigoloso e attuale come quello del bullismo (e a tratti cyberbullismo) su cui viene detto tanto, ma che, dati i fatti nel pratico, non mai abbastanza.

Ti faccio i miei complimenti e pardon per questo poema infinito ahah,
a presto,

Bongi!

Nuovo recensore
31/08/20, ore 14:43

Ciao eccomi per lo scambio, perdona il ritardo.

L'idea di base della storia è molto particolare, hai scelto un argomento delicato e rischioso come il bullismo.
I personaggi che hai presentato mi sono parsi azzeccati, ho avuto a che fare con persone così quando ero un ragazzino, non è stato piacevole ma questa sensazione negativa è segno che i tuoi personaggi funzionano. Tuttavia voglio muoverti una lieve critica su come hai gestito questi personaggi: personalmente mi sarebbe piaciuto un approfondimento più curato dei personaggi di Cristiano e Mattia, che nonostante siano secondari, a mio parere ricoprono un ruolo quasi fondamentale alla storia. Non so, mi pare tu li abbia accantonati leggermente, forse hai dato troppo spazio a Paolo. Fammi sapere se mi sbaglio, per piacere.

Il tuo stile di scrittura è scorrevole nella sua semplicità, è uno stile molto diverso dal mio, ma nel quale non ho avuto difficoltà a orientarmi, interessante la scelta dei dialoghi situati in mezzo alla narrazione. Non ho trovato errori grammaticali, se non un paio di errori di battitura, assolutamente normali in una storia.

Particolare anche il personaggio del padre severo, che secondo me hai reso bene dai dialoghi col figlio, anche se mi sarebbe piaciuto un approfondimento sul perché di questa rigidità, quando la madre sembra quasi troppo protettiva.

Hai descritto bene la cattiveria della combriccola di Mattia, a volte i bambini fanno veramente paura vedendo ciò che fanno/pensano.
Sono rimasto colpito dal cambiamento improvviso di Paolo nel finale, forse lo hai fatto cambiare leggermente in fretta, ma l'effetto lo ha dato lo stesso: il ragazzo pacato e spaventato che trova il coraggio di muovere un passo e farsi avanti contro l'ingiustizie subite da lui e dal suo amico.

Una storia che sicuramente mi ha fatto piacere leggere, fluida e semplice, nonostante la pesantezza degli argomenti trattati.
Saluti!

Recensore Junior
27/08/20, ore 21:48

VI Posto 

Ribellione in scala di grigi 
di Carme93 
originale 

Grammatica e sintassi : Erroracci non sono presenti nella storia, semplicemente alcuni refusi. Come per esempio mangiarsi una lettera, o in alcuni casi una parola. 
Stesse mancanze nella sintassi, dove osservo periodi troppo lunghi. Secondo me dovevi prestare un po' d'attenzione a queste sciocchezze, che però incidono molto sull'esperienza del lettore. 
Per il resto nulla da segnalare, tutto okay. 
12/13 

Stile : Non ho mai letto una tua storia, e di conseguenza non conosco bene il tuo stile. Qualora facessi una supposizione sbagliata, correggimi. 
Allora, leggendo questa storia sono rimasta un po' frastornata. Mi hai stupito anche tu, e non sapevo bene come prendere il tuo racconto. 
C'è da dire che il tuo stile è molto particolare, pur rimanendo semplice. Hai un ritmo che raramente vedo, e le cose nuove inizialmente mi stordiscono. 
Ho apprezzato le scelte lessicali nei dialoghi tra i ragazzi, che non è affatto una cosa scontata. 
Vedendoli questi dialoghi mi sono inizialmente imbarazzata, ma la verità è che in genere il modo di parlare degli adolescenti e pre-adolescenti m'imbarazza. Quindi complimenti! 
Voglio però farti un appunto sui dialoghi, che secondo i miei gusti sono un po' troppo lunghi. Danno appunto quel ritmo strano che ti dicevo. 
Particolare molto apprezzato è il luogo dove si svolge la storia, ovvero una scuola italiana. Non fraintendermi, non sono una tizia che appoggia la Meloni o Salvini, o quanto meno non è quel tipo di patriottismo. 
Ho apprezzato il fatto che finalmente si cambiasse scenario. Perchè non è difficile su questo sito vedere dozzine di storie, tutte ambientate negli USA. Molto originale. 
11.5/12 

Personaggi : Avere molti dialoghi è sicuramente un vantaggio, e ci lascia intuire di più sui personaggi non protagonisti. Ma il maggior spessore lo ha Paolo, che lo hai caratterizzato in maniera molto semplice. Ma in fondo che ti aspetti? È un ragazzo, e questa coerenza mi garba veramente tanto. 
Però anche qui un piccolo appunto. La storia è andata leggermente OFF TOPIC. Come mai? Se rileggi li bando ho specificato che la storia deve raccontare di una VITTIMA che diventa CARNEFICE. 
Prendendo in esame Paolo : Inizialmente immagino fosse stato preso di mira da quei bulletti no? Bene, fin lì è una vittima. Ma quando diventa un carnefice? Lo sarebbe stato qualora avesse preso parte attiva in quello scherzo, ma non lo ha fatto. Anzi! Ha cercato di fermare lo scherzo, non riuscendoci perchè Cristiano non lo ha sentito. 
La storia però non è totalmente OFF TOPIC, bastava raddrizzare il tiro. O partecipava attivamente allo scherzo e poi vi era la redenzione con il link inviato al padre. Oppure preferendo l'amicizia dei bulli preferiva tacere. In questi casi avrei visto un carnefice in Paolo. 
Ma nonostante questa cosa, non me la sento di penalizzarti più di tanto, dato che comunque hai fatto una buona introspezione, ed hai reso Paolo molto coerente con sé stesso. 
11/13 

Titolo : Accattivante e sicuramente originale, se solo quella pseudo autrice che ha scritto 'Cinquanta sfumature di grigio'! Dannazione, era perfetto. 
Ma mettendo da parte gli scherzi, ho amato il costante richiamo al grigio, colore atono e monotono e me lo ritrovo nel titolo. 
Come già detto in altre valutazioni, io impazzisco quando c'è questo richiamo nei titoli, veramente. 
2/2 

Gusto personale : La storia nel complesso l'ho trovata molto originale, e con un buon livello di scrittura. È sicuramente una lettura che rifarei volentieri e consiglierei a tutti. 
La parte dello scherzo a Cristiano è realizzata così bene, da percepire l'offuscarsi di Paolo. Incredibile come questa storia riesca a rendere così nitide delle emozioni che alla fine dei conti sono fugaci, non riusciamo mai a prenderle realmente. Come se volessero sgusciarci via dalle mani. 
9.5/10 

L'uso del grigio è veramente qualcosa di fantastico. Come se tu volessi esprimere l'apatia, l'assenza d'emozioni dentro Paolo. Hai reso questa situazione veramente bene tramite l'uso del colore, e questo è assolutamente da premiare. 
I prompt sono molto presenti nella storia, in particolar modo il prompt 'pressione sociale' 

Colore 3/3 
Prompt 2/2 

51/55 
 

Recensore Master
18/08/20, ore 19:01

Ciao Carme *-*
Oddio, ma quanto amo questa storia? Sono felicissima di essere passata a leggerti, ogni volta che mi ritrovo tra le tue righe non me ne pento mai, perché tratti argomenti molto interessanti e lo fai in un modo coinvolgente e fantastico.
Parto dalla fine perché ho assolutamente una cosa da dire: pensavo che Paolo avesse una pistola appresso, visto anche il lavoro del padre... e invece? Sarà un vero e proprio petardo o qualcosa di diverso?
Avrei voluto saperlo, ma tu hai sempre questa capacità di lasciare i finali aperti, in modo che ogni lettore possa farsi le sue idee e immaginare i propri risvolti. È una cosa che apprezzo tantissimo, anche se ammetto di rimanere sempre con un po' di curiosità incastrata in mente, e questo non fa che farmi pensare e ripensare alle tue storie anche nei giorni dopo che le leggo. Sei incredibile!
Ma ho un dubbio: non è che questo Cristiano è lo stesso di "Nella lista dei cattivi"? No, perché io in quella storia avevo espressamente detto di voler leggere altro su di lui, quindi... *____*
Posso sperarci? :3
Okay, la pianto ^^"
Ho amato molto questa storia: questa volta il testo è più breve del solito, eppure non manca davvero niente in questa storia; c'è la vittima - anzi, le vittime, Paolo e Cristiano - e ci sono i carnefici, Mattia e i suoi cretini al seguito. E poi, ecco che Cristiano prende una botta e rischia di farsi seriamente male... quindi Paolo, nonostante all'inizio abbia creduto alla sincerità del gruppo di cui voleva a tutti i costi far parte, ci ripensa e decide di fare la cosa giusta.
I video sui social sono sempre delle armi a doppio taglio e questo sicuramente Mattia non l'aveva preso in considerazione! Eh, cavoli suoi, adesso si è preso quello che si meritava e spero proprio che venga fatta giustizia com'è giusto che sia, per il povero Cristiano e anche per Paolo, direi!
Sei stata bravissima e il tuo stile mi ha trascinato dalla prima all'ultima parola, ho adorato leggere questo racconto e ti faccio un grosso in bocca al lupo per il contest :)
Alla prossima ♥