Recensioni per
Maelstrom
di Estel_naMar

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/07/21, ore 10:49
Cap. 1:

Ciao,
devo dire che il tuo profilo è stato davvero una piacevole scoperta e sono stata a lungo indecisa su quale storia leggere, ma poi mi sono lasciata tentare dal titolo particolarmente evocativo di questa raccolta e sono stata decisamente soddisfatta della mia scelta. Non avevo idea di cosa fosse il Maelstrom, quindi ti ringrazio di averlo spiegato, ma soprattutto di avercelo fatto vivere attraverso le cinque drabble da cui è composto questo primo capitolo.
Incontriamo Nathaniel quando viene investito da questo vortice che, storia dopo storia, s'insinua sempre più sotto la sua pelle - proprio come la relazione con questa donna senza nome che vediamo apparire fugacemente al suo fianco. Ammetto di aver dovuto leggere più volte le drabble, perchè il tuo stile è veramente delicato e coinvolgente e alla prima lettura mi ero semplicemente soffermata sugli avvenimenti principali, senza apprezzare anche i sottintesi. Nathaniel è un uomo di successo, eppure è fragile, ha lasciato che la musica diventasse tutto ciò che gli altri potevano dire di conoscere di lui, ha provato ad amare e ha fallito... ho trovato particolarmente struggente la tua scelta di aprire e chiudere con il tuo protagonista in solitudine e in balia di questo vortice di vento freddo in cui si è trasformata la sua vita. Trovo che la metafora che hai scelto per trattare di un argomento così delicato come l'abuso di sostanze sia particolarmente adatta e rinnovo i miei complimenti per lo stile che hai adottato.
Devi sapere poi che ho un vero e proprio debole per l'autunno e i suoi colori, quindi il solo accenno alle foglie autunnali mi ha reso felice, anche perchè trovo che sia la stagione migliore per lasciarsi andare alla malinconia.
Spero di aver presto occasione per continuare nella lettura.
A presto,
Francy

Recensore Veterano
09/07/21, ore 22:29
Cap. 1:

Queste drabble sono di una bellezza....
Siamo tutti la tempesta di noi stessi, soprattutto nel momento in cui perdiamo tutto e ci sentiamo sterili, finiti, vuoti.
Siamo la tempesta di noi stessi e quando lo capiamo raggiungiamo quella sorta di finta serenità che ha raggiunto Nate.
E tu hai scritto tutto questo in pochissime parole, perciò, che altro posso dirti?

Recensore Master
09/07/21, ore 16:21
Cap. 1:

Ciao Estel,
sono qui per l'iniziativa del Giardino "Ti dedico una recensione."
è la prima volta che leggo qualcosa di tuo e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Le tue drabble mi sono molto piaciute. Ti dirò la verità, all'inizio non aveva capito che ci fosse un riferimento alla droga, però le tua note autore sono state chiarificatrici in quel senso. Rileggendo il testo con questa nuova consapevolezza, ho potuto apprezzare a pieno il modo in cui hai costruito questa raccolta di drabbles, il loro filo conduttore, la delicatezza con cui hai descritto e scritto su questo argomento molto particolare e così difficile da trattare.
Ho potuto avvertire tutto della discesa del protagonista verso l'inferno della droga. Non un vorticare potente e sferzante, ma delicato, lento ma inesorabilmente continuo. Si rifugia in quel mondo perché non può più sostenere quella realtà, quella gabbia, che gli altri uomini sembrano sopportare. Lui è qualcosa di diverso. Non gli piace conformarsi a qualcosa, ma questo però, diventa la sua condanna.
Nonostante la tua immensa delicatezza, ho potuto avvertire tutta l'inquietudine di vivere di questo ragazzo, di questo uomo e il suo lento lasciarsi andare alla sua malinconica serenità.
Uno scritto potentissimo, che ho letto con immenso piacere.
A presto.
Mask.

Recensore Master
26/11/20, ore 23:33
Cap. 1:

Ciao, eccomi per la prima recensione premio!
Storia davvero peculiare, molto enigmatica per i continui riferimenti che non sono mai totalmente spiegati. Nathaniel è un uomo che si è lasciato trasportare fino a diventare egli stesso polvere, come se avesse perso se stesso in questo vortice senza pietà. Il tipo di storia, divisa in drabble e il lessico molto ricercato non la rendono ad una prima lettura così comprensibile, ma pian piano si entra nella grande metafora che hai creato e diventa tutto molto poetico.
Mi piace davvero molto, non sei caduta nei soliti clichém hai creato un modo tutto tuo per descrivere una realtà di distruzione

a presto
milla4

Recensore Master
23/10/20, ore 10:47
Cap. 1:

Ciao, eccomi per lo scambio! È la prima volta che leggo e recensisco qualcosa di tuo, e ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Hai uno stile fluido ed elegante, le tue parole trasportano delicatamente il lettore nella mente del protagonista e i riferimenti seppur impliciti fanno la loro parte. Mi complimento con te per aver espresso in poche righe il tormento di Nathaniel, un uomo che trova un minimo di sollievo soltanto nell'illusione e ciò che mi ha colpita particolarmente è proprio la sua consapevolezza che è soltanto un'illusione.
Spero di poter leggere ancora qualcosa di tuo, a presto!

Recensore Master
02/10/20, ore 12:37
Cap. 1:

Ciao, eccomi qui per lo scambio a catena del giardino.
Come da te suggerito, sono approdata qui. Ho letto questa raccolta di drabble e, poi, le tue note, così sono andata a leggermi il testo della canzone dei Radiohead e l’ho riletta di nuovo, il che mi ha aiutato un poco a trovare una chiave di lettura perché stiamo pur sempre parlando di un flusso di coscienza - di questo vortice in cui il protagonista cade, o meglio, si lascia cadere - ed, in effetti, le porte da aprire, che questo tipo di drabble ci mettono di fronte, possono risultare un’infinità.
In questo testo ho percepito tantissimo l’aria di sconfitta e di abbandono, la totale apatia verso quell’esistenza che per il protagonista non è reale ma semplice finzione, derivata dal successo musicale che ha riempito la sua vita di tante cose ma non tutte reali, perché cavalcano l’onda del dubbio se quello che stai vivendo lo stai vivendo perché sei tu o per quello che sei diventato.
Non sono in effetti molto sicura che la donna di cui parli sia effettivamente reale, o meglio, non lo è nella prima parte in cui appare, più come il sogno o ricordo del protagonista. La seconda volta, però, non riesco a capire se è effettivamente una persona o una personificazione di qualcos’altro, come appunto la dipendenza da cui il ragazzo/uomo non riesce e non vuole provare a rialzarsi.
Devo confessarti che, inizialmente, non avevo preso in considerazione il riferimento alla droga ma, alla seconda rilettura, in effetti i rimandi alla neve che tenta di salire le narici, qualche grammo di illusione e la neve che gli entra dentro, erano piuttosto chiari. Mi rimane il dubbio, appunto, se questa donna rappresenti, quindi, questa disperata dipendenza – l’unica via per fuggire da quell’esistenza bruciata e finta – oppure una persona reale, ma mi sto convincendo di più per la prima ipotesi.
Insomma questa raccolta di drabble è veramente amara e pregna di abbandono e tristezza. Lo stile è assolutamente accurato e perfetto per trascinarci in questo vortice di disperazione, mi è anche piaciuto l’uso che hai fatto della canzone all’interno del testo, ne ho ritrovato alcuni concetti.
Questo tuo scritto è decisamente una novità, non mi era mai capitato di trovare qualcosa di simile in questi scambi o girovagando autonomamente sul sito, ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Non mi resta che farti i miei sinceri complimenti.
Alla prossima
Cida

Recensore Master
25/09/20, ore 11:18
Cap. 1:

Eccomi di nuovo a commentare per lo scambio.

Mi ritrovo a leggere frammenti di pura poesia, percependo riga dopo riga tutta la solitudine di un uomo che non riesce a liberarsi delle proprie illusorie abitudini, o almeno, è quello che ho percepito. La vigliaccheria a volte è il risultato della paura, che ci tiene inchiodati a terra, come quest'uomo che s'immagina ingoiato da quel vortice da cui vorrebbe riemergere senza averne tuttavia la forza.
L'amore poi, amare è faticoso. A volte si riduce alla mera abitudine, così diventa una bugia in cui si culla per andare avanti, ma alla fine si è, e si resta comunque soli.
E ancora, il Talento. Ho sempre ammirato i musicisti, con la loro genialità impescrutabile. Un Talento però, può divorarti, esporti e denudarti agli occhi del resto del mondo. Una tortura e un piacere che possono diventare dipendenza e prigionia, concordo. E per finire, la realizzazione che l'amore può finire e il talento ingoiarti e poi la scelta, perché se non vogliamo scegliere, qualcuno può farlo per noi. E non ci resta che accettarla, adagiandoci nelle conseguenze. La conclusione porta quest'uomo a vedere se stesso per quello che ha deciso di essere: una persona svuotata e fredda, che si culla nella sua illusoria e malinconica serenità, come la definisci tu, arrendendosi.
Non so' se il messaggio che volevi arrivasse fosse proprio questo, ma è ciò che ho percepito. Forse, ognuno di noi riesce a cogliere nella lettura una propria dimensione e un insegnamento solo suo... Ad ogni modo, l'ennesima riprova della tua bravura! E' un piacere immenso, leggerti.
Tea.

Recensore Master
04/09/20, ore 10:01
Cap. 1:

Ciao :-)
Eccomi per ll scambio del Giardino (perdonami per il ritardo).
Alla fine ho scelto questa storia sia perché era una dell'ultimo sia perché era autoconclusiva.

Wow confesso di averla letta più volte, ma ancora fatico a comprenderla pienamente (forse non conoscere la canzone alla quale si riferisce non aiuta).
Comunque proprio per questo la lettura è stata molto intrigante e tutto tranne che banale o scontata.
La struttura è interessante: credo bisogni essere bravi per scrivere drabble, anche se fanno risparmiare tempo e avere uno buono stile perché in poche parole risulta immediatamente (e tu ce l'hai perché queste drabble.sono scritte veramente bene), ma anche la capacità di riassumere ciò che si vuole dire con il numero di parole che si hanno a disposizione.
Il titolo è breve, ma tutto sommato incuriosisce perché è una parola poco conosciuta.
La prima drabble è forse una di quelle che mi è piaciuta di più. Sarà che amo il mare e ho adorato l'immagine del vortice e del Mar del Nord che hai dipinto rapidamente; ma ho ancora apprezzato il fatto che il vortice assuma un significato esistenziale e l'uomo che l'osserva si ritrovi perfettamente in esso.
Inoltre, se non sbaglio (ma potrebbe essere un'interpretazione assurda) la prima e l'ultima drabble sono strettamente collegate tra loro, un po' come un prologo e un epilogo: l'uomo si sente un tutt'uno con l'ambiente circostante e alla fine la neve diventa parte della sua anima e si stende sulle foglie cadute. Devo ammettere che il finale sembra avere un accento pirandelliano e, in modo particolare, mi riferosco al finale di Uno, nessuno, centomila.
La seconda drabble: ammetto di essermi un po' persa in questa parte. Prima pensavo che Nate avesse perso la donna amata e per questo motivo la ignorava, poi però questa donna sembrebbe diventare più concreta due drabble dopo; infine, dopo aver letto le tue note, mi è sorto un dubbio: è se fosse solo una personificazione della droga? Questo spiegherebbe anche la quarta e l'idea che luo debba tornare alla sua vita, ma si senta malinconia in sua assenza.
La terza drabble è anche bella: la musica e la fama nell'era dei media digitali e di conseguenza l'idea di prigionia. Tutti concetto che aprono a una discussione molto profonda e interessante e che si ricollega alla mia idea sulla droga: per quale altro motivo la donna dovrebbe tenerlo lontano per mesi dalla musica?
Comunque mi è piaciuta molto la descrizione di Nate come di colui che si nutre di sogni e fiabe. Una bellissima immagine, anche se sicuramente controcorrente nel nostro secolo.
Se la mia interpretazione è folle e totalmente sbagliata, ti prego perdonami, a mia discolpa posso dire che questa tua storia è proprio complessa e profonda (e io ci ho provato a comprenderla).
Davvero complimenti!!!!
A presto,
Carme93

Recensore Master
29/08/20, ore 20:56
Cap. 1:

Buonasera, sono Stefy ed è un piacere averti incontrata nell’attività di scambio del gruppo del Giardino. Un contest dedicato alle drabble? Ottimo, quando si ha poco tempo è l’ideale per poter creare qualcosa di soddisfacente. So quanto è difficile a volte poter riuscire a concentrare tutto in un centinaio di parole, quindi già ti faccio i complimenti per aver portato a conclusione un progetto del genere. Ammetto che è stato un viaggio parecchio strano, nel senso che questo insieme di brevi storie scava parecchio nell’animo del protagonista e non solo nel suo. È stata una lettura profonda e complessa, che mi ha trasportata nella mente, nei desideri perduti, nella realtà della sua esistenza e del suo quotidiano, ma il tutto visto come attraverso un velo.
Come se lui non avesse voluto davvero fare così. Ho avuto la sensazione che tutto stesse scivolando via inesorabilmente ad un certo punto, senza neppure uno sforzo, un movimento o un guizzo a portarlo a lottare, cambiare, continuare. Questa ovvio è una mia interpretazione personale naturalmente, ma mi sono sentita avvolta da questo io che vedeva procedere il tutto mano a mano fino ad arrivare ad una conclusione non felice.
È stata davvero un’esperienza molto interessante lo ammetto, il tuo stile mi ha stupita e accompagnata in quello che di fatto sembra più un viaggio mentale a più riprese. Hai davvero un modo di scrivere curato, poetico, evocativo, che si sposa perfettamente con l’introspezione che hai fatto del personaggio e con la sua mentalità sensibile. Non ho riscontrato errori ed ho avuto piacere a seguire una sorta di musicalità nel susseguirsi delle frasi e delle drabble.
Mi auguro di poter continuare a leggere qualcosa di tuo in futuro, alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
27/08/20, ore 15:40
Cap. 1:

Ciao, darling!
Tornare da te è sempre un piacere e, soprattutto, lo è stato leggere questa storia. Mi sono buttata qui seguendo le tue indicazioni e, soprattutto, attratta dal titolo molto evocativo e che è ripreso all'inizio della storia con maestria e intensità, andandola poi infine a chiudere e acquistando quindi lì un significato diverso da quello che le viene dato all'inizio, più profondo e completo, grazie al fatto che il lettore ha acquisito conoscenze su Nathaniel e le sue esperienze.
Mi è molto piaciuta la tematica che hai deciso di trattare, di cui sono sempre curiosa di leggere, ma soprattutto mi è piaciuto il modo in cui lo hai fatto: mai esplicita, mai diretta, mai dritta al punto. Questa storia è un gioco di non detti, di taciuti, di tra le righe, ed è proprio questo a renderla così intensa e capace di catturare il lettore dalla prima all'ultima riga, trascinandolo nel fiume di coscienza che sono i pensieri di questo personaggio così tormentato eppure, al tempo stesso, tanto poetico e dannato.
Quello del lettore è un viaggio alla scoperta di Nathaniel e, al contempo, un viaggio con lui. Con lui e con questa donna senza nome, che lui ama e che sembra essere il suo unico appiglio alla realtà. Si vengono, quindi, a creare un dualismo e una dicotomia davvero ben resi e che si sposano perfettamente: Nathaniel oscilla tra il sogno e la realtà, tra il concreto e i vagheggiamenti della sua mente. Condivide il suo modo di raggiungere una dimensione onirica con la donna che ama e che tenta sempre di trascinarlo alla realtà, fuori dai suoi sogni, fuori da quel mondo che è una sorta di prigione, pensieri che lo avviluppano, la sua stessa propria coscienza che lo tiene in ostaggio. Nathaniel vive di sogno, vive di quella realtà che realtà non è e oscilla tra il mondo esterno e quello interiore, in un vortice che porta sempre di più a sfumare i confini.
Quest'uomo che vive di arte guarda la realtà scorrergli davanti agli occhi e non riesce a percepirla: le mani della donna che ama lo toccano, ma lui quel tocco non riesce a percepirlo. Lui è altrove, e quell'altrove lo risucchia come un vortice, sempre di più, sempre con maggior ferocia, finché di lui non rimane nulla. "Così, sono divenuto un uomo di polvere che nella vita è riuscito a disfarsi soltanto di sé": questa frase, più di ogni altra, mi ha particolarmente colpita e racchiude tutta la sostanza del viaggio di questo uomo, le conseguenze delle strade che ha preso, di tutte le volte che si è abbandonato al sogno, lasciandosi trascinare via. È un uomo che si è distrutto da solo, con le proprie mani, che non ha fatto altro che briciole di se stesso. Si è smarrito nel suo personale maelstrom, dove crede di essere sereno, pur essendo consapevole che non sia altro che un'illusione. Ed è forse questa la cosa più distruttiva e struggente: lui sa, è consapevole che la sua dimensione onirica non sia altro che, appunto, un sogno, eppure decide di cedervi, lo sceglie scientemente perché lì può trovare ciò che altrove gli è precluso, che non può raggiungere.
Un uomo d'arte, un uomo il cui spirito è votato all'astratto, alle sfumature, e che quindi forse nella realtà non riesce a trovare la propria dimensione e quindi vi fugge, per accomodarsi in un luogo più familiare. Una storia intensissima, ma anche molto triste, intrisa di melanconia e dannazione. In poche parole sei riuscita a rendere benissimo una situazione e uno stato d'animo tutt'altro che semplici, incantandomi come sempre con il tuo stile meraviglioso e il carattere fortemente introspettivo del tuo componimento. Hai creato davvero una meravigliosa perla, e sappi che mi hai anche reso estremante curiosa nei confronti di Nathaniel e della sua storia, e sapere che scriverai ancora di lui non può che farmi gongolare.
Cara, non posso che farti tantissimi complimenti, perché leggere le tue storie è sempre un'emozione.
Un abbraccio, a presto ♥

Recensore Veterano
26/08/20, ore 13:58
Cap. 1:

Ciao, cara!
Nell'ultimo scambio avevo iniziato l'altra tua raccolta di drabble, ma questo titolo così evocativo mi ha incuriosita troppo e mi sono fiondata nella lettura.
Nelle noticinea alla fine del capitolo, ho letto che il testo è ispirato a "Fake Plastic Trees" (splendida canzone, tra l'altro!) , il che fornisce un'utile chiave di lettura a questa riflessione, nata osservando un fenomeno naturale (il volteggiare delle foglie sospinte dal vento in una giornata di neve) ma che porta Nathaniel a domandarsi quanto di vero ci sia effettivamente nella sua esistenza. Tra le righe possiamo scorgere uno spaccato ancora nebuloso della sua vita e di cosa lo abbia spinto a riflettere sulla sua condizione : l'amore per la musica che invece di renderlo libero lo ha condannato ad un'esistenza artificiale e "costretta" e l'amore per una donna senza volto e senza nome a cui si è aggrappato con tutto sé stesso pur di non naufragare. E quando anche questo appiglio minaccia di abbandonarlo, Nathaniel capisce che non gli resta altro da fare che lasciarsi portar via dal "Maelström" e rinunciare a qualsiasi forma di ribellione, di annegare nel nulla assoluto, in quella "neve" che intorpidisce i suoi sensi. Eppure, come in un racconto pirandelliano, in lui rimane la consapevolezza della sua condizione e di quanto l'esistenza sia fittizia e vuota. Il testo si presta a molte interpretazioni, proprio perché i presupposti sono sfuggenti quanto i personaggi che danno voce al racconto. Lo stile è molto ricercato, si vede che c'è una grande attenzione verso la scelta di ogni termine, come è giusto che sia quando si cerca di esprimere concetti complessi, su cui ci sarebbe tanto da dire : si potrebbe riflettere sul mondo odierno -un mondo di plastica, appunto - sul consumismo sfrenato che induce in uno stato di alienazione e di perdita di sé stessi, sulla mercificazione dell'arte e sui compromessi ai quali bisogna scendere in nome del successo, soprattutto nel mondo dello spettacolo ecc
Un lavoro molto interessante, mi fa piacere sapere che ritroveremo il nostro Nathaniel anche nella raccolta dei "Racconti", perche sono proprio curiosa di sapere qualcos'altro su di lui!
Complimenti cara, alla prossima! <3

Zob

Recensore Master
24/08/20, ore 22:42
Cap. 1:

Ciao cara, per lo scambio ho scelto di passare di qui seguendo le tue indicazioni perché catturata dal titolo così evocativo.
In queste drabble collegate sei riuscita a illustrare una storia - quella di Nathaniel e della donna senza nome - ma soprattutto delle emozioni. Il tuo stile è sempre molto particolare, riesci a creare delle immagini suggestive e poetiche, che forse qui emergono particolarmente proprio per via della brevità della struttura, la quale è appunto retta interamente dallo stile. Le parole sono scelte con cura, creano rimandi, comunicano oltre quello he appare e donano spessore a qualcosa che altrimenti sarebbe rimasto abbastanza in ombra. Ci sono molti non detti, infatti, ma sembrano quasi essere sussurrati tra un rigo e un altro e quindi arrivare comunque al lettore.
L'estraneità dal mondo che il protagonista vive nel suo incanto artistico e il legame con la sua donna come appiglio al mondo reale emergono con forza. Un uomo rotto dalle sue stesse mani e innamorato dell’unica donna che le desse una parvenza di autentico e reale, ma come poteva esserlo se tra tutti gli uomini aveva scelto quello che si alimentava a fiabe e sogni di libertà, seppur vivendo una costante prigionia? Ti ho riportato questa frase interamente perché mi ha colpito molto nel modo in cui ha descritto non solo l'esclusione di Nathaniel, ma anche per converso quello della donna. Il punto di vista in effetti è ribaltabile: lei è l'appiglio di reale, tanto quanto lui è il rifugio di sogno.
Ho apprezzato anche il rimando al Maelstrom iniziale che nella conclusione acquista un significato nuovo e più definito, racchiudendo il percorso di Natahaniel.
È stata una lettura molto interessante, mi è piaciuta la suggestione che sei riuscita a tirare fuori dal pacchetto del contest.
Ti faccio un in bocca al lupo, i miei complimenti, e attendo di vedere il racconto su questo personaggio che hai introdotto!
Alla prossima!
(Recensione modificata il 24/08/2020 - 10:44 pm)
(Recensione modificata il 24/08/2020 - 10:45 pm)

Recensore Master
21/08/20, ore 05:51
Cap. 1:

Buongiorno.
Un ottimo lavoro, scritto bene, sempre curatissimo; il tuo stile è davvero il midollo di questo raccontino, l'ho apprezzato soprattutto per l'attenzione riservatogli in fase di battitura (evidente) e per le atmosfere ricreate.