Recensioni per
Nei Silenzi
di Francine
Questa volta sono in clamoroso ed assolutamente consapevole ritardo, perché mi avevi annunciato il giorno e l’ora, però sono riuscita a sfasare di quasi una settimana lo stesso, senza olio nella lampada ma con un abbiocco cosmico inquantificabile. Inutile dire che me ne dolgo o che la settimana in questione è stata a dir poco difficile. Qui la saggezza popolare si può profondere in pregnanti osservazioni sulle intenzioni che lastricano cose, sul latte versato, sull’aspettare il tempo – io non ce l’ho, il tempo; ma è anche vero che, in certe circostanze, l’unico modo per avercelo è crearselo, questo benedetto tempo. Quindi rimando come con una nota a piè di pagina alla sapienza delle nostre nonne, scaricando come il solito barile anche il mio dovere di far poscinesi. Resta il fatto che comunque me ne dolgo, fosse anche solo perché a questa tua era, almeno in un certo senso, un pezzo di stagione (sì, lo so, non stiamo dal fruttivendolo di fiducia, ma se non ammazzo male la poesia prima di subito, poi casca il mondo) sui cui avrei potuto nonché dovuto sfogare i miei entusiasmi pasquali. Ho una certa simpatia, molto malcelata, per la Pasqua; è una simpatia tutta concettuale che, secondo me, si confà naturalmente a queste materie – complice una tantum quell’orologio rotto che è il Cialtronissimo, qui fermamente piantato sull’ora giusta per una di quelle famose due volte al giorno (su quale sia l’altra e se sia pervenuta si può discutere). Però, c’è però un però, quando si aggiusta un orologio rotto, o fermo, o quel che sia, giocoforza si devono spostare le lancette; ci si muove nel tempo e l’ora giusta non solo può ma è sacrosanto che diventi un’altra. Quindi non posso che commentare con un sonoro e reiterato sì: sì alle tre vipere nel cuore del Carducci; sì al Maggio, con dignità di maiuscola; sì a Santa Valpurga (che negli ultimi anni mi fa particolarmente ridere perché Sint Walburga è parte dell’identità culturale del Gelderlander medio – nonché un tipico nome da attempata signora, da queste parti). E il Maggio dà senso anche alle rose ed alle spine sul finale, che inizialmente avevo un po’ faticato a collocare. Poi, ovviamente, il resto è tutto bello, bello, bello, e evocativo, e bello, bello, bello etc., ma che te lo dico a fare? |
Non so se si possa esprimere una sensazione a parole: se siano sufficienti a descrivere il senso di nostalgia e malinconia che mi ha trasmesso questa drabble. |
Avevo piani napoleonici per oggi; ma, complice il fatto che i piani napoleonici tendono – purtroppo – a dipendere anche da una serie di circostanze esterne, sembra proprio che non ne stia andando dritta una. La vita è una prolungata Waterloo. Indi per cui poscia, provo a rivoltare questa giornata in direzione positiva (nonché sempre e comunque ostinata e contraria!) mettendomi in pari almeno qui. Portiamo a casa le vittorie che possiamo, e concediamoci le piccole grandi soddisfazioni che ne derivano. Assecondami, ché tanto rientro in una consistente percentuale delle categorie che vanno assecondate a prescindere. |
Vediamo di navigare i venti propizi delle buone intenzioni, della cena delegata (che gli dèi ci aiutino, di qualunque Pantheon, anche tutti assieme!), e del fatto che mi sono resa conto oggi di essere rimasta indietro anche qui. |
Bellissimo. Bellissimo ed evocativo - ho potuto sentire la voce di Cancer; cresce mano a mano che si legge la drabble ed esplode (come il suo Cosmo) sul finale. |
Di notte specialmente |
So che è la vigilia di Natale, so che tutti dovremmo stare a fare qualcosa di utile ma io, mentre aspetto che si friggano le frittelle, passeggio da queste parti e come posso non leggere qualcosa che porta il nome Death Mask? Che bella che è questa raccolta, me la son letta tutta d'un fiato (mentre condivido il polpo con patate) e tanti complimenti per il linguaggio che hai usato e il tuo modo di scrivere. Per me son più che perfette. Tanti auguri di buon natale e alla prossima :-) |
È naturale chiedersi perché, a fronte di uno stesso crimine, si subisca una punizione diversa da un altro. |
È un piacere rivederti tra questi lidi! |
Mai detto fu più vero: la via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. |
Sarà l’uggia metafisica della giornata o sarà l’uggia della metafisica cui dovrei pensare e che mi affossa l’anima, ma oggi fatico a concentrarmi sulle cose di lavoro. Dunque mi concedo il lusso di un po’ di bellezza per risollevarmi lo spirito e il morale: è una panacea spirituale, necessaria prima di subito, lo ha detto il dottore – e non sottilizziamo sul piccolo insignificante dettaglio che il dottore sia io e non sia quel tipo di dottore, eh? Lo faccio partendo da qui, così sono in pari – mirabile visu! – e perché c’è una continuità di concetto e di tono con l’ultima drabble (mi piego all’uso del femminile: oggi è una giornata che va così) che ho letto nel Jukebox. Ho l’impressione che sia un pezzo speculare, o forse la risposta da interpretare ad una domanda che lì è lasciata irrisolta. La via per l’inferno è lastricata di buone intenzioni; in certi casi è una strada a percorrenza rapida senza limiti di velocità, manco fosse una Bundesautobahn – e qui per inciso, tra una sventolata di manina piena di compartecipazione e l’altra, mi chiedo, con la solita serietà che mi contraddistingue, se non sia poi affatto un caso che quel luminare di strategia bellica di Pandora sia ricorrentemente una crucca. |
Le tesi in bocca a Totò sugli uomini e i caporali erano due ed erano forti. |
Mi sorge la seguente e logica domanda.Quel simpaticone,moltissimo o mortissimo,di DM che fa un pranzo leggero,anzi leggerino,ma poi mangia il |
Cerchiamo sempre risposte: è la nostra condanna e la nostra caratteristica migliore. |
Povera armatura d'oro del segno del cancro,chi è ascendente cancro trova |