Ciao, Francy!
Non immagini quante tue storie abbia nella lista di quelle da recensire, prima o poi riuscirò a sfoltirla e sono felice di essere finalmente qui, di iniziare da Luke e dal suo dolore.
Il primo pensiero che ho avuto leggendo questo racconto è stato Danny – che strano, vero?! –, mi sono innamorata così tanto di questo tuo personaggio che la mia mente è corsa subito a Cono d'ombra e ha intuito che la circostanza narrata fosse la morte del padre dei due fratelli. Il secondo pensiero, però, mi ha riportata a Luke e al suo dolore tangibile.
Quello che più mi ha colpita è che qui Luke si concede il lusso di essere fragile, di mostrare il dolore provato, perché è solo e non deve essere forte per nessuno, può smettere gli abiti di fratello maggiore. Poi arriva Sophie, che non è la sua ancora, ma è proprio il suo amore, e col suo amore riesce a essere se stesso, a piangere, a sfogarsi, senza timore di mostrare questa emotività che rischiava di implodergli dentro.
È una storia dall'atmosfera tanto nostalgica, con questo orizzonte che Luke tenta di afferrare invano, in cui si perde rincorrendo ricordi di un passato ormai andato. Le sue dita cercano pezzi di felicità – richiamando il tuo titolo! – quando cercano e trovano la L e la D incise da lui e dal fratello, perché entrambe appartengono a giorni felici, quelli in cui poteva parlare con suo padre e vederlo fumare una sigaretta.
Abbiamo citato poco fa le flashfic, direi che ormai in questa dimensione sei totalmente a tuo agio! E non immagini quanto sia felice di vederti familiarizzare anche con la seconda persona narrante, perché ne fai un uso ottimo e decisamente emotivo, mi è piaciuto tantissimo l'insieme stilistico-lessicale di questo racconto.
Insomma, mi spiace non potermi dilungare ulteriormente, ma sappi che tornare da questi tuoi personaggi è stato bellissimo e trovo questa storia di una bellezza delicata e malinconica. Presto o tardi che sia, arrivo anche alle altre storie!
Un abbraccio! |