Ciao, carissima!
Mi sono fiondata a leggere questa storia perché c'è Piton tra i personaggi, e io amo Piton.
Ho trovato davvero molto interessante il fatto che tu abbia deciso d'indagare il rapporto tra Severus e Minerva durante l'ultimo libro, ponendo l'accento sull'aspetto centrale della storia di Piton, ovvero il suo presentarsi sempre come un nemico, il suo sembrare la parte da combattere, mentre invece sta combattendo una guerra silenziosa ed è un alleato, senza però poterlo dire a persona alcuna.
Ho trovato la tua scelta di analizzare i confronti tra Minerva e Seversu vincente da questo punto di vista, poiché entrambi sono dalla stessa parte, senza però che uno dei due ne sia consapevole. Sia Minerva che Severus sono fedeli ad Albus e alla sua causa e sono sempre stati schierati al suo fianco nella lotta a Voldemort. Lo sono sempre stati e lo restano anche ora che Albus è morto. Solo che la McGranitt non lo sa. Non sa che colui al quale tiene testa e che crede di dover combattere è il realtà un suo alleato. Ho sempre ritenuto che Piton fosse un personaggio dotato di grande coraggio e immensa forza d'animo per riuscire a mantenere questo suo segreto per tutto il tempo, per essere in grado di tenere in piedi questa maschera tanto a lungo, vedendosi odiare, vedendosi respingere, eppure continuando a rimanere saldo nel suo compito. Una persona estremamente fedele, insomma, anche quando questa fedeltà gli fa male.
Ho molto apprezzato tutti i confronti tra Piton e Minerva: non è semplice scrivere dei componimenti brevi e riuscire comunque a rendere bene le atmosfere, i pensieri, i personaggi. Non è semplice riuscire a rendere chiare le situazioni e gli avvenimenti, eppure tu ci riesci con grande maestria. Ho amato il modo in cui hai ripreso i titoli delle singole drabble all'interno delle stesse e, soprattutto, nelle chiuse, così come ho adorato il modo in cui hai utilizzato la frase, che ho trovato molto efficace per descrivere il "gioco" in atto tra i due protagonisti della storia. Inutile dire che ho trovato struggenti i pensieri di Piton nel momento in cui lui pensa che i suoi studenti siano fortunati ad avere la McGranitt dalla loro parte in un momento del genere, perché almeno c'è qualcuno che pensa a loro, mentre lui deve fingere di fare tutto il contrario: credo che questo passaggio sia stato davvero efficace per inquadrare alla perfezione quella che è l'essenza di Piton; il suo è un animo sensibile, capace di soffrire, seppur in silenzio, capace di grande sacrificio e dedizione, anche se questo gli fa del male. E qui è evidente la sua premura nei confronti dei suoi studenti, che tuttavia è una premura silenziosa, che resta nascosta e celata, anche agli occhi di Minerva che tanto baldanzosamente lo affronta. E Piton prosegue con la sua farsa e per la sua strada, prosegue nel compito che si è sobbarcato e incassa le accuse di Minerva in silenzio, perché le ferite preferiva averle solo lui.
Mi è molto piaciuta quest'immagine che hai creato di lui qui, di un martire dignitoso, che non vuole essere compianto, che mantiene saldo e intatto il suo orgoglio, anche in occasioni in cui forse sarebbe venuto naturale scoprirsi, rispondendo alle accuse. E invece lui rimane nascosto nelle sue bugie, perché sa che la verità è figlia del tempo e che sarà proprio quella a parlare per lui, una volta che i tempi saranno maturi. Purtroppo, come sappiamo, Piton non è stato lì per vedere il frutto dei suoi sacrifici e la presa di coscienza di chi lo conosceva una volta appresa quella verità che tanto a lungo ha atteso si disvelasse.
La chiusa finale dal punto di vista di Minerva ha aggiunto angst su angst, perché c'è il sapore del rimpianto nelle sue parole e nella sua attitudine. La scoperta porta con sé nuove consapevolezze, fa sorgere domande, fa immaginare e ipotizzare. E allora ecco che Piton avrebbe potuto essere qualcosa di diverso dalla persona da guardare con diffidenza e con la quale scontrarsi negli ultimi periodi; ecco che Piton sarebbe potuto essere una persona da stimare, e forse anche persino un amico. E c'è tanta amarezza nei pensieri di Minerva, mentre pensa che Severus avrebbe potuto non essere solo nella sua lotta silenziosa, che avrebbe potuto dividere il suo dolore con qualcun altro ed essere maggiormente onorato per il suo sacrificio. Ma, in realtà, è proprio perché Severus ha portato la sua croce da solo che ciò che doveva fare ha avuto successo. Il suo martirio solitario è ciò che ha contribuito a rendere possibile ciò che è accaduto.
Carissima, insomma, penso che si sia capito quanto io abbia adorato questo tuo scritto e l'intensità con cui sei riuscita a rendere, in poche parole, un'introspezione così complessa. Come sempre, leggerti è una garanzia e le tue storie mi erano davvero mancate.
Un abbraccio e alla prossima ♥ |