Recensioni per
O' Death
di Marti Lestrange

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/11/21, ore 19:50
Cap. 1:

Ciao Marti,
colgo l'occasione degli Oscar per saltellare ancora da te.
Allora, questa storia non è semplice. Si capisce immediatamente il lavoro che c'è dietro per costruire un clima come pesante e cupo.
(Ammetto che quando ho letto – stranamente l'ho fatto perché di solito balzo tranquilla l'elenco dei personaggi – che era presente anche Marlene, il mio cuore ha perso un battito e ho cominciato a tremare).
Sei riuscita a mostrarci l'episodio grottesco dell'assassino della famiglia McKinnon. Confesso che è stata una lettura pesante, anche se il tuo stile ha il potere di rapirmi e farmi rimanere incollata allo schermo. Ho letto agghiacciata della violenza che ha subito una famiglia, di come i membri siano stati spazzati via da una furia cieca e crudele.
Colgo questa digressione per dirti che mi è piaciuto come hai impostato questa narrazione: questo clima di terrore e sangue che si abbatte su una famiglia che pensava di essere al sicuro, intervallato dai consigli che il Mangiamorte dà nella sua mente e dal fastidio che gli suscitano i suoi compagni.
Vorrei davvero poterti dire di più ma ammetto che sono un po' turbata da quello che ho letto.
Posso dirti che hai fatto un ottimo lavoro perché, nonostante i contenuti pensati e la violenza che hai mostrato, è stata una storia che mi è piaciuta. Quindi, Marti, complimenti, sei una continua sorpresa.
Ti mando un grosso bacio,
Eli

Ps: la citazione mi è piaciuta molto, l'ho trovata calzante!

Recensore Master
11/11/21, ore 12:27
Cap. 1:

Ciao Marti!
Penso che questo sia uno dei rari casi dove, dopo aver letto una storia, ho avuto bisogno di alcuni minuti per processarla dentro la mia testa.
Troppo spesso tendiamo a dimenticarci che cosa i Mangiamorte facevano, chi erano. Nella Saga tutte le morti avvengono in duello oppure in maniera piuttosto tranquilla e pacifica. Non muoiono bambini ho vecchi e tutte le situazioni potenzialmente pericolose vengono in qualche modo filtrate, raccontate per sommi capi e mai fatti vedere.
Chiaro, i Mangiamorte erano numerosi e numerosi potevano essere i modi nei quali arrivano. C'era a chi magari Bastava un Avada Kedavra, chi invece ne approfitta per dare sfogo ai suoi istinti più cupi e selvaggi.
Questa storia è terribilmente realistica, perché la prima guerra è diversa dalla seconda, ce lo dice anche Remus, allora i membri dell'Ordine della Fenice venivano presi uno a uno nelle loro case e sicuramente non tutti gli assassinii si risolvevano con un semplice raggio verde e stop.
Leggere della morte così violenta dei bambini, dei genitori di Marlene è stato straziante ma proprio questo ha reso così bella la tua storia. Perché umanizza per certi versi i Mangiamorte e li rende credibili.
Complimenti ancora e tanti in bocca al lupo per gli Oscar!

Recensore Master
07/11/21, ore 17:32
Cap. 1:

Ciao!
Io pian piano continuo a cercare di rimettermi in pari con le storie partecipanti agli Oscar, e dunque eccomi anche qui!
Devo dire che questa iniziativa si sta rivelando davvero una piccola miniera d’oro, perché mi sta permettendo di mettermi in discussione e di andare decisamente oltre la mia comfort zone, leggendo storie che normalmente avrei, per timore, evitato.
Insomma, hai trattato tematiche difficilissime ed estremamente crude, e di solito preferisco evitare storie così, ma sono rimasta molto positivamente colpita da questa storia, che sì, ovviamente è una storia difficile, ovviamente mette in campo tematiche complesse e da cui sarebbe più facile allontanarsi, ma lo fa con una lucidità che ho trovato davvero interessantissima.
Perché, insomma, credo che tu qui abbia fatto qualcosa di davvero importante: la morte e le tematiche dolorose non sono assenti dalla saga, mai, ma (ovviamente, visto che il target non è mai stato troppo adulto, nemmeno negli ultimi libri) c’è sempre stato una sorta di velo a nascondere gli aspetti più controversi, o per lo meno a schermare gli aspetti più “grafici” ed espliciti di questa violenza. Nessuno ha mai messo in dubbio l’immoralità dei Mangiamorte, e in qualche modo tutti sappiamo quanto le loro azioni siano crudeli e profondamente sbagliate (l’esempio della Coppa del Mondo di Quidditch, pur non andando mai troppo oltre, secondo me è perfettamente indicativo), ma a volte non abbiamo il coraggio di fronteggiare la reale portata della loro violenza. In questo caso tu hai abbattuto tutti i veli, e hai mostrato chiaramente quello che tutti intuiamo, ma a cui forse non abbiamo voglia di pensare.
Ho trovato questa storia davvero straziante per il suo crudo realismo: è qualcosa che possiamo perfettamente immaginare non solo nel contesto di Harry Potter, ma è anche qualcosa che riconosciamo nella storia e nella nostra attualità, perché la guerra ha sempre aperto spiragli per una violenza inaudita, che si scatena sotto forma di rappresaglia per lasciare spazio a quelle menti più deviate, che dimenticano anche l’ideologia per dare sfogo a una forma di violenza terribile.
Oltretutto, ho trovato magistrale il modo in cui hai gestito le dinamiche all’interno del gruppo di Mangiamorte: non sono cose su cui io mi soffermo spesso, ma ho davvero apprezzato la disanima che ne hai reso.
Insomma, ti faccio davvero i miei complimenti!
A presto!

Recensore Master
23/09/21, ore 10:10
Cap. 1:

Ciao :D

piacere di conoscerti, non mi pare di avere mai letto qualcosa di tuo, prima ^^ e che dire, ho cominciato col botto. Sono passata da qui perché sto cominciando a portarmi avanti con le nomination per gli Oscar della Penna e la sto trovando una bellissima occasione per conoscere nuove autrici e nuovi personaggi, come il tuo Rabastan, del quale nei libri viene parlato pochissimo. Per prima cosa ti faccio tantissimi complimenti per averlo voluto approfondire: ammiro moltissimo chi da' voce ai personaggi secondari, quando si sa poco di loro è quasi come avere a che fare con degli OC e serve molta fantasia. In secondo luogo ci tenevo a dirti che il tuo stile è strepitoso e ho amato anche il font scelto, la citazione di san Giovanni e tutta l'impaginazione della pagina ♥
Sei riuscita a dipingere una scena cruda e straziante ma senza esaltare il male e hai fatto un lavoro di introspezione pazzesco: per tutta la durata della lettura non ho desidarato altro che finisse tutto e che finisse presto, e mi sono quasi ritrovata ad apprezzare la modalità di approccio di Rabastan, rapida e pulita, per quanto ovviamente rimanga un mostro anche lui.

Un racconto che mette i brividi! Complimenti, davvero!
E in bocca al lupo!

Leila

Recensore Master
08/11/20, ore 14:31
Cap. 1:

Oh dei benedetti, questa storia mi rimarrà impressa per un bel po' di tempo. È terribilmente bella, cruda, straziante e di nuovo bella: parla di amori, parla di dolore, parla di una missione, parla di tradimento, parla di troppo ed è assordante per quante cose contenga e non so bene come commentare. Devi perdonarmi: ad essere sincera certe storie non le leggo, sto ben lontana da tematiche come la morte, ma non potevo mancare quando si tratta dei McKinnon, specialmente di Marlene.

Hai preso il prompt che ti hanno dato e l'hai trasformato in una magia senza nome, hai creato una storia che sotto ogni punto di vista è in grado di ferire il lettore: lo fai con le urla disperate, le lacrime, due bambine che si svegliano e non capiscono perché sono ancora assonnate, una pelle di un giovane che viene intagliata. Lo fai distruggendo una famiglia, attraverso le azioni di personaggi che non hanno rimorso, lo fanno quasi con noia. Prima si divertono, quei quattro uccelli del malaugurio, arrivano portando morte: non c'è modo di scamparla, non c'è modo di salvarsi. Usano magie crudeli e solo Rabastan sembra essere in grado di pensare: comprende che pure l'odio dei suoi compagni gli sta stretto, le urla della gente disperata gli sta stretto e vuole che finisca in fretta. Talmente in fretta che alla fine gli trema pure la mano: probabilmente è perché sa, che quelle grida, quegli occhi, torneranno a tormentalo di notte.

Bellissima, agghiacciante e bellissima ancora. L'ho amata senza ritegno, sono stranamente felice di averla letta e ora vado un po' a piangere più in là.
Sia ❤

Recensore Master
08/11/20, ore 13:31
Cap. 1:

Ciao! Vorrei innanzitutto farti i complimenti e sono davvero senza parole. Non ho mai letto qualcosa di tuo e sinceramente non ne capisco il motivo perché anche io adoro la Old Generation e non trovo molta gente che li ama di questi tempi. La grande bellezza se vogliamo proprio definirla così di questa generazione è l’aura di mistero che la circonda. Non ne sappiamo molto e vorrei a tal proposito davvero saperne di più e spero che un giorno JK scriva qualcosa su di loro. Come ti dicevo la tua storia è satura di sofferenza, questo è uno degli episodi più efferati descritti. I mangiamorte hanno distrutto una delle famiglie magiche più importanti solo perché avevano deciso di stare dalla parte giusta. Ho provato durante la lettura tantissime emozioni, strazio, tristezza e malinconia e ti faccio i complimenti per la tua bravura. D’ora in poi terrò d’occhio la tua pagina autrice, un abbraccio
Caterina

Recensore Junior
11/10/20, ore 18:27
Cap. 1:

Io sono entrata sul gruppo per recensire la tua long ma, quando mi sono ritrovata dinnanzi alla presentazione di questa storia ne sono rimasta così incuriosita da non aver resistito ad aprirla. Ecco, non so se la mia sia stata una scelta saggia o meno, ma è certo che adesso sono completamente devastata: mai (e sottolineo MAI) mi sarei aspettata qualcosa del genere.
Ho letto questa storia con stati d’animo contrastanti: da una parte ero disgustata dalle azioni compiute dai Mangiamorte, dall’altra ero completamente incantata dalla descrizione della scena. Mi sono sentita combattuta, credimi, e se non fosse stato per la tua bravura nella narrazione, non sarei riuscita a portare a termine la lettura (i contenuti violenti sono un limite che raramente riesco a digerire). Quindi, davvero, i miei più sinceri complimenti – sono ancora sotto shock, la recensione potrebbe essere un po’ confusionaria!

Dunque, venendo alla storia: ho adorato il modo in cui hai giocato con i colori, assegnando loro un ruolo determinante, preannunciando la scabrosità delle scene che seguiranno. Sin dalle prime frasi hai messo il lettore sull’attenti, lo hai fatto immergere in un universo fatto di rosso sangue e nero morte - uno scenario lugubre che mi ha conquistata.
L’anafora, quel “dovreste” sempre più incalzante, mi ha fatto venire i brividi: ho avvertito la necessità di compiere quelle azioni, di non perdere tempo, ma ho anche avvertito l’ansia accrescere di parola in parola e avevo il cuore in gola quando Mulciber ha spalancato la porta. È un’avanzata terrificante quella che hai descritto, un destino da cui non c’è scampo, un male che ormai ha puntato le sue vittime e che si abbatte su di loro senza alcuna pietà.
La descrizione delle scene di violenza mi hanno fatto contorcere le viscere. Ho provato un’angoscia davvero sconfortate, sono arrivata a piangere dinnanzi ai soprusi più cattivi – quella del bambino mi ha costretta ad interrompere la lettura e respirare a fondo prima di riprenderla.
Hai descritto un’atmosfera macabra, dove i personaggi sanno di andare incontro a morte certa e sono costretti a subire le peggiori torture prima di poter godere di quella pace eterna. È stato devastante, assolutamente straziante. Mai prima d’oggi mi ero trovava a sentirmi così male dinnanzi ad una storia – a pregare che le sofferenze di queste persone terminassero in fretta.
Quindi, ecco, mi sono ritrovata un po’ a odiarti, ma devi tradurlo come un complimento!

Mi ha colpita tantissimo, poi, la descrizione delle sensazioni di Rabastan. Questa sua necessità di avere silenzio, di non creare confusione, di non sporcarsi le mani con il sangue delle vittime. Mi sono chiesta se queste sue esigenze nascondano la sua parte più umana (quella che si rifiuta di far del male a delle persone) o se, al contrario, vadano ad evidenziare ancora di più la sua crudeltà (ovvero, se si ritiene talmente superiore da non considerare queste persone neppure degne del suo tempo). Mi hai lasciata con un interrogativo davvero interessante!

In conclusione, ti dico che la storia mi ha davvero toccata. Hai usato un linguaggio evocativo che è stato capace di richiamare immagini molto forti e anche difficili da accettare, ma questo era il tuo intento, quindi non posso che congratularmi con te e rassicurarti sul fatto che hai scritto una storia bellissima (su cui io ho pianto tutte le mie lacrime!!).
Alla prossima, un abbraccio!
(Recensione modificata il 11/10/2020 - 06:29 pm)

Recensore Veterano
28/09/20, ore 22:07
Cap. 1:

Non riesco a credere ai miei occhi: ti sei scusata! Tu, che ti scusi con me - tutto ciò è assurdo, davvero.
Sarò sincera, Marti: no, non avevo immaginato neanche vagamente qualcosa di simile, quando ti ho assegnato questo prompt, ma dire che hai nettamente superato le mie aspettative temo sarebbe riduttivo.
Io ho ADORATO tutto, è questa la verità.
E lo so, dovrei aspettare prima di recensire - di recensire come meriti -, ma non riesco proprio, mi dispiace, quindi ti toccherà sorbirti una recensione alquanto su di giri (sono io a scusarmi, altroché!).
Innanzitutto, devi sapere che la figura di Marlene McKinnon, di recente, mi ha incuriosito tanto, sempre di più, tanto che, inevitabilmente, non ho potuto fare a meno di soffermarmi sulla morte di lei e di tutta la sua famiglia - una tragedia liquidata nella saga con una manciata di parole -, al punto da concludere che mi piacerebbe scriverne, se mai dovessi averne l'occasione.
Tu, ovviamente, questo non potevi saperlo, ma ora puoi immaginare quanto abbia gioito nel vedere che eri finita ad approfondire proprio questo momento? Ho gioito tanto, ci tengo a precisarlo, perché ho saputo da subito che avrei amato la tua versione dei fatti.

E quando dico subito, intendo letteralmente dalla citazione in apertura.
L'idea di "incastonare" l'intero episodio fra due brevi stralci dell'Apocalisse credo sia stata una mossa veramente geniale.
Quella citazione d'esordio è come uno squarcio nella mente del lettore, in cui si delinea uno scenario decadente - apocalittico, appunto.
Un contesto che richiami e approfondisci subito dopo, con quel tuo stile che mi ha tanto colpito già in precedenza: con efficacia descrivi un mondo che direi quasi "alla fine del mondo", crepuscolare, incendiato dai raggi del sole morente, marcio, decrepito.
Un contesto in cui avanzano questi "perfetti uccelli mortiferi", creature "vestite di oscurità" e assetate di sangue, che preannunciano morte. Ho adorato la panoramica che offri, dal punto di vista di uno di questi "cavalieri dell'Apocalisse".
Assumendo questo punto di vista, è come se il lettore si sentisse "diviso", spezzato: da un lato, naturalmente, c'è una sensazione di latente angoscia, il delinearsi all'orizzonte di qualcosa di terribile - queste creature delle tenebre, del resto, sono in giro per mietere vittime.
Dall'altro lato (e sì, accidenti, era proprio di questo che avrei voluto leggere, quando parlavo di un Mangiamorte massicciamente coinvolto, era proprio questa immersione nella mente di uno di loro che volevo!), c'è questa sorta di "inviolabilità" di cui gode la voce narrante - che si riflette inevitabilmente sul lettore stesso: si è dalla parte di chi genera l'Apocalisse, non di chi la subisce; per questo, è come se il lettore condividesse col protagonista una sorta di invincibilità.

Ecco, forse sto divagando (ripeto: sono io che devo farti le mie scuse e non il contrario!), ma ho veramente amato questi passi iniziali - inframmezzati dal testo di "Inside" di cui ti sei servita con un'altra mossa brillante (non ho parole per esprimere quanto abbia apprezzato l'uso che hai fatto del pacchetto, posso solo dire che sono assurdamente soddisfatta!) - in cui Rabastan ad un tempo ammonisce e deride le sue prede.
Emerge, in quei punti, una sorta di dualismo: sembra che vi sia "quasi" compassione, in questo monito alle future vittime.
Li incita - ma è, naturalmente, un avvertimento che le vittime non sentiranno mai, se non quando per loro non ci sarà più scampo - a godere degli ultimi momenti che hanno a disposizione, a fiutare il pericolo strisciante che si  avvicina alle loro esistenze ormai agli sgoccioli. Ma, appunto, dicevo, è una compassione solo apparente, perché è ben evidente il disprezzo, il senso di superiorità di colui che parla: "Dovreste ricordare le vostre vite, piccoli attimi perfetti pieni di luce e speranza e amore. Dovreste raccontarvi sciocchezze ingannando il tempo (...)" - ecco, ho amato gli aggettivi di cui si serve Rabastan, quei "piccoli attimi perfetti" di cui si avvale per schiacciare, ridurre e minimizzare le esistenze delle vittime, che in fin dei conti, ai suoi occhi, sono futili, così come  altrettanto "sciocchi" sarebbero quegli ultimi slanci di affetto e le promesse disperate d'amore  che le prede si scambierebbero reciprocamente, nei loro istanti finali, se solo sapessero in anticipo del destino che incombe su di loro.
Insomma, ho amato tanto questa parte, perché credo sottolinei un aspetto importante della mentalità di Rabastan: questo suo sdegno verso la vita (soprattutto se è la vita di coloro che non meritano di vivere), verso ideali vuoti come l'amore, verso quelle esistenze affannate nella ricerca di "piccoli attimi perfetti pieni di luce e speranza e amore" - cose in cui, è ovvio, una creatura di notte e  morte come lui non crede affatto e che, anzi, deride.

Poi, passiamo ai McKinnon, all'azione vera e propria: a questo proposito, mi è piaciuto molto il distacco di Rabastan (tra l'altro, che bello ritrovare il tuo Rab, mi era mancato, sai?) rispetto al fervore degli altri, distacco che gli permette di mantenere una visione molto lucida di quello che ha luogo intorno a lui; gli consente di "scattare istantanee" di una quotidianità che si infrange, mentre la violenza divampa: istantanee di un volto deformato dalla paura, del tè versato sulle pantofole, di urla che esplodono.
Davvero, già prima facevo riferimento al tuo stile e ora posso ribadirlo: anche stavolta non mi ha lasciata indifferente. Ho adorato questa scelta di "frantumare" il testo, anche dal punto di vista dell'impaginazione, in frasi brevi, una sequela di scatti che descrivono il consumarsi dell'intera tragedia e la scandiscono.

Riguardo alla psicologia dei personaggi e agli stati d'animo di entrambi i gruppi - vittime e carnefici - mi sa di essermi già pronunciata, ma non fa male ripeterlo: sei stata davvero tanto brava nel sottolineare le sfumature del terrore e dell'agonia da un lato e del sadismo e della spietatezza dall'altro.
Ma, come dicevo, ho apprezzato tanto soprattutto il tuo Rabastan, la voce narrante. Mi piace quando ne descrivi il fastidio verso gli eccessi - di suoni, cacofonici - e lo sporco e il sudiciume, fastidio per quel "troppo sangue versato e troppo poco ordine". Ho apprezzato, in un certo senso, la sua sobrietà: "Non mi piace giocare con le mie vittime, tutto ciò che mi piace è eseguire un ordine, lasciare la nostra firma e andarmene. Non c’è nulla di ricreativo nella morte."
Pur non avendo ancora avuto modo di approfondire le dinamiche tra i tuoi fratelli Lestrange, mi è piaciuta moltissimo anche quell'ultima scena tra i due in cui sei riuscita a delineare due caratteri diversi: Rodolphus quasi "giocondo", che si avvicina per pizzicarlo, mentre Rabastan - ancora una volta - prende le distanze, si rivela scostante.

Davvero, Marti, tu ti sei scusata, ma io non so come ringraziarti: non solo hai sviluppato il mio prompt, ma lo hai fatto in maniera sublime!
Sei riuscita a restituire a parole la cupezza che avevo sperimentato ascoltando quella canzone (ora che l'ho riascoltata, mentre scrivevo questa recensione, non posso che complimentarmi di nuovo con te, perché credo che con quell'incalzante crescendo di toni si sposi perfettamente con l'episodio che hai scelto di approfondire), cosa che non ritenevo possibile - non con questa efficacia, almeno.

Dovrei chiudere, lo so, perché sto scrivendo un mucchio di sciocchezze, ma ... ecco, sei stata davvero tanto, ma tanto brava, sai? Sei riuscita a farmi "respirare l'oscurità" - sempre che queste parole abbiano senso. E' stata una lettura breve, ma densa, nella quale ho toccato con mano quei "cuori neri come la pece, rarefatti di solfori velenosi, rattrappiti e rancidi muscoli fatti di rabbia e odio e male."
Mi hai fatta immergere in quel "male".
Brava, brava, brava!
Un bacione, Marti, è stato un vero piacere <3
Ele

Nuovo recensore
28/09/20, ore 21:44
Cap. 1:

Eccomi qui, puntualissima (ho deciso di lasciare subito le recensioni appena posso perché se no rischio di dimenticarmi/far passare tutto in cavalleria xD).
A parte questo stupido preambolo, voglio farti i complimenti per come è venuta fuori alla fine questa storia. Sono sicura che non è stato semplice scriverla, perché contiene delle scene piuttosto forti ed esplicite, e non c'è soltanto una puntuale descrizione delle scene violenti ma anche allo stesso tempo un sottolineare i pensieri di Rab. Considerando che non è facile unire azione e introspezione normalmente, figurarsi quando entrambe le cose da esplorare sono così complesse. Però è una storia giusta, non so in che altro modo definirla, oltre che splendidamente scritta proprio come piace a me: è giusto non dimenticare che i cattivi che a volte idolatriamo sono degli psicopatici fanatici che uccidono e torturano persone, aspetti su cui spesso quando si scrive dei Mangiamorte si tende a passare oltre. Mostrare i Mangiamorte in azione può essere brutto, e complesso da scrivere, ma non si può sempre svicolare, per quanto questi personaggi possano piacerci. E spesso ci piacciono proprio per la loro complessità, quindi esploriamola qualche volta, che non guasta. Brava!
Mi piace sempre di più la "nostra" ricostruzione del lato oscuro e i pezzi di puzzle che man mano aggiungiamo rendono il quadro sempre più ricco ed interessante.
Baci baci.

Recensore Master
28/09/20, ore 19:38
Cap. 1:

PER SALAZAR E TUTTI I FONDATORI!!
Ormai questa esclamazione è diventata di rito per certe storie. Che dire, wow! Si vede che ti stai calando nel mood di un horror e stai provando a sondare gli abissi dell'oscurità dell'animo umano. Non riesco a vederla altrimenti.
Adoro questa ricostruzione dell'omicidio dei McKinnon. Mi piace il tuo Rabastan, così maturo e padrone della situazione e stanco di tutto quel caos. ADORO Rodolphus che fa le manate di sangue sulle pareti <3 mi sono piaciuti anche Travers e Mulciber che torturano e amano uccidere e ghignano sentendosi forti come solo gli assassini in branco riescono ad esserlo.
Secondo me hai gestito molto bene il prompt e mi è piaciuto anche lo stile evocativo con cui hai narrato e persino l'uso della prima persona che oscilla tra il singolare e il plurale a seconda dell'ampiezza dello sguardo di Rabastan che come uno zoom va dalla sua interiorità al gruppo di cui fa parte.
La fine, con l'evocazione del Marchio Nero, è semplicemente perfetta.
Bravissima.
Un abbraccio,
Sev