Recensioni per
La Colonna della Libertà
di Asmodeus

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
06/11/20, ore 09:07

III CLASSIFICATO al contest "Folclore d'Italia" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP.

- Grammatica e stile: 8.8/10
Il testo scorre fluido e senza intoppi, ho riscontrato un ottimo utilizzo della punteggiatura, che ricalca fedelmente il tempo della narrazione. Vi sono alcune imprecisioni di carattere grammaticale che preferisco segnalarti:
[…]come una fidanzata che ha atteso per troppo tempo il proprio ragazzo ed ora lo rimprovera bonariamente per il ritardo[…] Utilizzi in tutta la reggente verbi al passato, il che va benissimo perché esprimono perfettamente il tempo della narrazione, quindi anche la subordinata dovrebbe esser retta dai verbi al passato: “Come una fidanzata che avesse atteso per troppo tempo il proprio ragazzo ed allora lo rimproverasse bonariamente per il ritardo”.
[…]lei se n’era andata infine andata in camera esasperata[…] Errore di distrazione, ripeti due volte andata.
[…]non pensava che fosse così palese che avevano in mente di fare qualcosa di grosso e pericoloso per l’indomani. Allora, questo appunto non ti ha tolto punti perché in realtà l’italiano ormai è diventato molto più flessibile sull’utilizzo del congiuntivo e dell’imperfetto. Generalmente la frase apparirebbe più corretta scritta: “Non pensava che fosse così palese che avessero in mente…”, però le regole grammaticali odierne permettono l’uso, seppure non filologicamente più corretto, della tua versione.
[…]recuperando il pano dalla dispensa[…] Pane.
[…] domando dunque. Errore di distrazione. Domandò.
[…] contro a ciò che […] Contro in questo caso è usato come preposizione, la a subito dopo non va – ma credo sia un errore di distrazione perché dopo lo scrivi in maniera corretta.
Per quanto riguarda lo stile l’ho senza dubbio adorato: è fluido, scorre molto velocemente ma è molto ricercato, si vede la cura che hai impiegato per questa storia e ancora una volta ti rivango i miei complimenti per l’utilizzo superbo che hai fatto della punteggiatura, ha reso la storia davvero godibile sotto ogni punto di vista.

- Caratterizzazione dei personaggi: 13/15
In assoluto una delle migliori caratterizzazioni di questo contest, la figura di Carla è davvero sorprendente e ricca di sorprese. Ma forse il suo punto di forza più importante è rappresentato proprio dalla sua semplicità, che potrei quasi definire col termine banalità. Nel linguaggio corrente tendiamo sempre a concepire questo termine come un qualcosa di negativo, sbagliando. Il contesto narrativo che hai impiegato per spiegare questa caratteristica è proprio quello della guerra, che è una realtà che noi non abbiamo mai vissuto, non al pari dei nostri nonni, per esempio. In un mondo dove l’anormale risultava normale, Carla appare come la placida figura a cui ci si rivolge per ritrovare un briciolo di serenità, proprio perché è una ragazza assolutamente sradicata dal contesto della guerra.
Se questa sua peculiarità s’evince fin da subito, la sua figura quasi idilliaca si scontra amaramente con l’ambiente descrittivo in cui si muove: la polizia, i controlli, l’ansia di essere scoperta, le scuse approntate per evitare ulteriori interrogatori per strada. L’atmosfera s’appesantisce improvvisamente e ricalca benissimo le sensazioni che vuoi trasmettere, il clima cupo e opprimente di quei giorni che si manifesta in tutta la sua potenza contro una ragazzina a cui dovrebbero tremare le gambe, ma che invece si dimostra abbastanza matura d’affrontare la situazione e, soprattutto, la paura.
La figura di Spartaco risulta altrettanto affascinante, ma poco approfondita rispetto a Carla – ma posso comprenderne facilmente la ragione. Questa è una storia che parla di una piccola eroina, e sottolineo il suo essere donna perché credo sia uno dei punti fondamentali dell’intera vicenda, perché non è così scontato che lo sia. Persino il suo interfacciarsi con Spartaco e raccontargli di Bruno e del suo sacrificio smuovono il lettore nel profondo, gli fanno comprendere una verità semplice e scioccante al tempo stesso: Carla, specie durante la notte prima dell’attentato, ha paura. È agitata, ha dei ripensamenti, crede di sbagliare. Il rischio di questa storia era proprio quello di scadere nel banale cliché di un’eroina bella, brava e coraggiosa, ma in realtà Carla appare tutt’altra storia: non è che non ha paura, semplicemente comprendere che esistono cose più grandi della paura stessa, come il sacrificio, la dedizione, la libertà.
Un personaggio squisito e davvero raffinato, complimenti davvero.

- Trama: 9/10
Intanto anticipo i miei complimenti perché hai scelto un periodo storico che io reputo in assoluto fra i più ostici da trattare. La Seconda Guerra Mondiale, sia per il suo svolgimento sia per il suo decorso, viene sempre trattata con molte imprecisioni storiche e finisce sempre che trovo a fissare storie che non azzeccano nulla con il contesto di riferimento.
La tua, al contrario, è una storia che, seppure nella sua brevità, ha molto da raccontare. È la battaglia personale di una giovane donna, la sua voglia di libertà ma anche il suo desiderio di rivalsa, di far parte di qualcosa di più grande e importante di una semplice vita passata all’ombra delle macchine della polizia.
Ho trovato molto bello il chiaro e lampante riferimento a Bruno, un po’ perché l’ho sempre avuto molto in gloria ed un po’ perché quello scorcio narrativo è forse ciò con cui il lettore tende a immedesimarsi più facilmente: siamo nati e cresciuti durante un periodo tutto sommato pacifico, non possiamo sapere cosa si provasse nel sentire il rumore delle sirene o quello dei fucili. Ce lo spiega Carla per tutto il tempo, con quel suo implicito evadere, non guardare, svicolare, persino montar su una simpatica scenetta con Spartaco pur di non far comprendere le loro reali intenzioni. Forse il punto di forza di questa storia è proprio questo: si sorride spesso in questo racconto, anche se non si dovrebbe. Perché Carla sta lottando, ma non sembra farlo fino a quando non ci si pone la giusta attenzione.
Spartaco, dal canto suo, è il primo a rendersi conto di quanto Carla sia tutt’altro che la mera monotonia della paura: è voglia di vivere, d’emanciparsi, di sentirsi diversa, dove diverso in questo caso non ha alcun connotato negativo. Mi è molto piaciuto il modo in cui li hai avvicinati, l’ho trovato originale e per nulla forzato, per cui anche su questo punto sono rimasta davvero molto soddisfatta.
La scena finale, manco a dirlo, è stata la mia preferita: Carla ripensa ai suoi modelli di comportamento, ed in questi c’è pure sua madre, che le ricorda il perché sta lottando così aspramente contro un futuro che non le piace e in cui non si rispecchia.
Davvero, la definirei una storia dai caratteri altamente educativi e pedagogici, complimenti.

- Utilizzo del pacchetto: Obbligo 8/8 + Prompt bonus 2/2
L’uso del pacchetto è stato rispettato in maniera eccelsa. In particolare, tu hai scelto la leggenda di Colapesce, il cui obbligo era descrivere una persona che si sacrifica per il bene di una o più persone e il prompt era la parola colonna.
Premetto che sono stati perfettamente inseriti all’interno della storia, l’idea che Carla si “sacrifichi” viene ampiamente trattata all’interno della storia e diventa quasi la chiusura finale, dove lei finalmente comprende il suo ruolo e ciò che intende fare per la causa. Più che per una o più persone, lei si sacrifica per la causa, per tutto il popolo, per quelli ch’erano rimasti, per quelli che erano morti e forse per quelli che sarebbero morti dopo. È un pensiero angosciante, lei ne è consapevole, ma nonostante questo guarda avanti, a ciò che può fare, al qui e ora.
Ancora più eccelso è stato l’utilizzo del prompt, colonna. Premesso che avresti comunque preso i due punti per averlo inserito addirittura nel titolo, questa parola di per sé non vale granché, ma nella tua storia assume un significato davvero evocativo e molto d’effetto: una colonna regge, sostiene, ed è quello che fa Carla quando decide di consacrarsi alla causa di Spartaco e degli altri. Diventa Pilar, il pilastro a cui appoggiarsi nel momento del bisogno, le fondamenta stesse della ribellione. Non lo fa per semplice appagamento personale o per egoismo, lo fa per la causa che ritiene più giusta. In questa storia anche la statua di Bruno ricalca molto l’ideale di colonna, il punto di riferimento a cui guardare nel momento del dubbio, quando sale l’angoscia e i sensi vengono conquistati dal panico.
L’idea che proprio Carla, che è una ragazza che appare così tremendamente esile, possa essere una colonna è una scelta azzardata, ma meravigliosa, è un’immagine fortemente evocativa, complimenti anche qui.

- Gradimento personale: 5/5
Hai toccato un tasto dolentissimo con questa storia, te lo assicuro. Ho adorato ogni singola sfaccettatura di questo breve racconto e credo sia in parte dovuto al tuo meraviglioso stile, ma anche all’accortezza e alla delicatezza con cui hai delineato un’epoca davvero contorta e priva di sentimenti, tu al contrario parli proprio di questi ultimi. Ho apprezzato la sensibilità con cui hai sviluppato gli eventi e, se posso fare un appunto in più, ho adorato la figura della mamma di Carla. È stato un personaggio che definirei decisivo ai fini della trama e della realizzazione della personalità della figlia, il punto fermo della narrazione ed anche – forse – ciò che pone più dubbi alla tua protagonista. Non saprei spiegartelo, ma in questo il lettore riesce a specchiarsi in maniera adamantina: tutti noi, per quanto possiamo avere in noia i nostri genitori, abbiamo sempre un occhio di riguardo per loro e non possiamo fare a meno di darci pena nel momento in cui li vediamo preoccuparsi per noi – alla stregua di un cane che si morde la coda.
Questa è una storia che, presa come sommatoria di eventi, insegna l’amore, la paura, il coraggio, la rinuncia, la dedizione verso qualcosa di più grande, ma anche uno sguardo che si volge sempre al passato pur tenendo presente il futuro. Insomma, ha praticamente tutto e mi è rimasta davvero nel cuore. Bravissimo.

Totale: 45.8/50

Recensore Master
10/10/20, ore 18:10

Bellissima. Davvero bellissima. Tra l'altro, le storie che affrontano la tematica della Resistenza su questo sito sono rare. Bellissima e credibile, perché di quella vita clandestina racconti non solo il coraggio ma anche le difficoltà, i sacrifici, le asprezze. Il gelo dell'inverno, l'assenza dei più banali comfort, e al tempo stesso la fermezza nel continuare la lotta per i propri ideali. L'originalità della storia, poi, è tutta in quella linea di pensiero che, dalla colonna di Giordano Bruno alla Madonna del Pilar, porta la protagonista ad acquistare coraggio e solidità, al punto da divenire lei stessa una colonna portante, qualcuno su cui si può fare affidamento, in grado di reggere i propri pesi con grande senso di responsabilità. E per questo la tua storia (che va di corsa tra le preferite) non soltanto evoca una parte importante della nostra Storia (per di più si tratta del "tempo dei nonni", amatissimo in quanto tale) ma contiene un insegnamento universale in quanto adatto a valere per sempre.

Recensore Master
01/10/20, ore 11:33

Ciao Asmodeus!
Sono passata da qui perché anch'io partecipo al contest di _Vintage_ ed ero curiosa di leggere le altre storie in gara.
Ammetto che non sono molto amante delle storie ambientate in tempo di guerra, ma nella tua si parta della Resistenza, che è un argomento che ho particolarmente a cuore visto che anche mio nonno materno ne ha fatto parte (dove vivo io abbiamo avuto la linea gotica per parecchi mesi nell'inverno del '44).
La figura di Carla mi è piaciuta moltissimo: le donne erano molto importanti per la Resistenza, anche col ruolo di staffetta. Senza di loro, infatti, sono convinta che molte delle rappresaglie non sarebbero andate a buon fine. La sua determinazione è davvero encomiabile, tutti dovrebbero prendere spunto da lei.
Mi è piaciuto anche moltissimo il modo in cui hai inserito il prompt: la colonna si ritrova in tutta la storia: non solo quella di Giordano Bruno, ma perfino il nome che Carla sceglie come nome di battaglia.
Davvero, questa storia mi è piaciuta molto, hai raccontato uno spaccato di vita a quei tempi che chissà quante volte si è verificato davvero.
In bocca al lupo per il contest e ci sentiamo!
Eve