Ciao, Greta! 💜
Era da un po’ che dovevo passare di qui (cioè, credo di aver letto la storia appena pubblicata, ma se non arrivo con mostruoso ritardo non sarei io), e spero non ti dispiacerà quindi farmi compagnia questa notte.
Avevo accarezzato l’idea di partecipare al contest per cui hai scritto queste drabble, e mi ero innamorata del pacchetto che hai scelto, ma il tempo è quello che è ultimamente, però permettimi di dire che sono così contenta che qualcuno abbia scelto quel pacchetto (e soprattutto il dettaglio dell’ombrello condiviso che aveva fatto scattare la scintilla) e vi abbia ricamato attorno qualcosa di tanto bello. Sarà che più che scriverci avevo un gran desiderio di poterla leggere una fic su quel prompt, per poter fangirlare senza ritegno alcuno sulla coppia scelta e farmi spezzare il cuore poco per volta, e tu sei stata oltre le aspettative che potessi essermi fatte.
Ma andiamo con ordine (o meglio, io ci provo, ma immagino che tu ti sia ormai abituata alle recensioni sconclusionate che sono solita lasciarti). È dolcissimo – e non so, mi fa anche un gran male, per quel io non sono come i miei fratelli (che magari voleva essere solo una, sensata e normalissima, considerazione, ma che a me ha solo stretto il cuore al pensiero di quel Percy un po’ incompreso e isolato anche rispetto ai suoi stessi fratelli che si intravede nei primi libri) – il primo momento tra Percy e Penny, con lui che si premura di tenerla al riparo dalla pioggia e lei che, conoscendolo solo per la fama dei capelli rossi, teme possa essere uno scherzo di cattivo gusto. Non lo so, è qualcosa di così realistico e coerente con il canon che una parte di me vi ha letto un pezzo mancato dei libri, qualcosa che sicuramente è accaduto e mi porterò dietro come pezzo di personalissimo canon (anche perché per me Percy e Penny sono un po’ tuoi e puoi scriverci qualsiasi cosa a riguardo che mi viene da dire: sì, sicuramente è andata così).
Ma ovviamente uno può solo rimanere con il cuore ancora più stretto in quella morsa per la seconda drabble: ci si prova a non essere troppo emotivi, ma poi tu scrivi di Penny che si interroga se sia possibile voler tanto bene a una persona senza riuscire ad amarla! Tronando seria, credo che in pochissimo tu abbia saputo sviscerare quello che è il cuore di tante relazioni adolescenziali che finiscono per non funzionare: si scambia troppo spesso un grandissimo affetto per amore, e non sempre quel grande affetto può tramutarsi in amore, nemmeno se alimentato dal tempo e dalla costanza, nemmeno se l’altro ricambia (inconsciamente mi hai rimandato a Jo e Laurie di “Piccole Donne”, con lei che dice che ha provato ad amarlo come lui vorrebbe ma non ci riesce, nonostante sia chiaro gli voglia un bene immenso. Non credo tu pensassi a questo scrivendo, però io dopo diciassette anni ancora non mi sono ripresa da quella scena e il ricordo mi ha solo sbriciolato ancora di più il cuore, mannaggia a te). Tu dici che ti pare un po’ fuori contesto questa drabble, io posso solo dirti che è quella che ho più amato e che ho trovato così perfettamente calzante per raccontare di come si sia deteriorato il loro rapporto.
Ma non c’è solo quella consapevolezza di Penny a segnare la fine del rapporto, anche Percy che cambia, inizia a seguire le ambizioni dimenticandosi di tutto il resto e ponendo con i suoi gesti la fine alla relazione sentimentale in senso stretto (perché l’idea che restino poi amici messe da parte tutte le incomprensioni del caso e dell’adolescenza è bellissima e permette di recuperare la giusta dimensione del rapporto: lui in quel dopo è “rinsavito”, lei può volergli bene senza che questo sia un pensiero a tormentarla). Ho trovato particolarmente calzante che fosse Percy a provare a rattoppare il loro legame dopo la prima rottura, pensando scioccamente di poter recuperare tutto con un regalo e non cambiando i propri comportamenti alla base della separazione. Un po’ perché sarebbe ammettere di essere stato sconfitto, ed è ben difficile da accettare per chiunque, figurarsi Percy, un po’ perché lo immagino un po’ impacciato e goffo in questioni d’amore. E in tutto questo lui in realtà non voleva sistemare, dice, ma dimostrarle ancora una volta l’affetto che a sua volta prova e quanto lei sia importante per lui.
Ed importante lo è al punto che poi riusciranno a ricucire la loro amicizia, sempre sotto un ombrello, per non lasciare l’altro solo ad affrontare la pioggia, che diviene metafora del dolore di Percy sulla tomba di Fred, del dolore della guerra. E vedere come hai ribaltato l’inizio, che sottilmente mette in mostra il lato vitale e spassoso dei gemelli, nella fine che è dominata dalla morte di Fred, ha dato il colpo di grazia in una raccolta intensa e terribilmente bella (ho già detto che mi devi un cuore in cambio, sì?).
Ho amato tantissimo, lo ripeto, come hai usato il prompt dell’ombrello e lo hai reso leitmotiv portante di tutta la raccolta, in modo così poetico e struggente (sarà poi che per le storie di pioggia ho un certo debole: la odierò come poche altre cose al mondo ma sono pur sempre cresciuta in un posto dove piove sempre, e leggerne fa sentire a casa XD). Mi soffermo sempre poco sui titoli, ché in genere non mi interessano mai, ma ci tenevo a dirti che questo mi è piaciuto molto e rimasto proprio impresso (e non so bene dirti perché, le poche volte che degno un titolo di attenzione è per una sensazione a pelle, difficilmente mi interrogo di più a riguardo).
Complimenti davvero, questa raccolta è uno splendore e io posso solo farti un grandissimo in bocca al lupo per il contest, in cui meriti proprio tanto un ottimo risultato – che sono certa non potrà che arrivare. E grazie per la compagnia, ho passato una bellissima oretta in compagnia della tua storia e posso riprovare ad andare a dormire; spero che nel caso tu veda la recensione domattina possa non spaventarti per la sua “papirosità” (!) ma tenere a te compagnia per qualche attimo.
Un abbraccio grande,
Maqry (Recensione modificata il 26/10/2020 - 04:03 am) |