Salve Chiara, sono Child of the Moon!
Ho abbandonato questo sito per circa un anno, poiché ormai quasi disabitato, per cui è difficile ricevere feedback e critiche varie. Proprio per questo ho deciso di rimanere più attiva in questo periodo proprio per raggiungere qualcuno anche con una semplice recensione, perché appunto so quanto può essere difficile riceverne da qualche anno a questa parte.
Ho letto la tua storia tutta d'un fiato e ho ritrovato diverse analogie con la mia vita, passata e presente, motivo in più per comunicarti ciò che mi hai suscitato.
Parto con il dire che l'ossessione per la famiglia della protagonista per gli agrumi e la minima tolleranza della ragazza riguardo all'odore mi hanno ricordato di primo acchitto le storie del maestro horror Junji Ito, che non conoscendoti non so se hai effettivamente letto, in particolare la morbosità verso le arance e i mandarini mi hanno suggerito l'ossessione delle persone per le spirali di "Uzumaki" che come un'epidemia si diffonde in tutto il viallggio in cui è ambientata la storia, nonché, la fissazione per l'olio da frittura di "Glyceride", se vogliamo restare in un contesto casalingo, nella quale un'intera famiglia gestisce un locale al di sotto della loro abitazione, dove a causa della poca ventilazione, l'olio impregna tutto l'ambiente, rendendo la dimora invivibile. Come la protagonista della tua storia, quella della storia a fumetti prova disgusto e nausea, ma il padre e il fratello ne sembranmo completamente assuefatti, tanto da assumere questa sostanza a collo dalla bottiglia. Infine la sensibilità della protagonista agli odori mi ricorda quella della protagonista femminile di "Gyo", che non sopporta l'olezzo del pesce. E come le tre storie che ho appena citato, anche la tua mi ha lasciato questo senso viscido di disagio, di maleodorante sporcizia che si impregna in tutti gli angoli della casa e anche se attenuato o scomparso, continua a tormentare le narici di chi ne entra in contatto.
Dopo aver introdotto l'odio viscerale di Amanda per gli agrumi e il loro penetrante odore, vai a parlare di due temi molto importanti che mi toccano veramente da vicino: la famiglia e il bullismo a scuola.
Come la protagonista so benissimo cosa vuol dire avere qualcuno che continua ad intromettersi nei propri affari, arrogandosi il diritto di pilotare la propria vita come fosse la loro. Rispetto ad Amanda forse ho vissuto un po' più di riflesso siccome non sono mai stata la diretta interessata, ma so benissimo cosa voglia dire avere una famiglia tossica e purtroppo per certi aspetti non c'è verso di allontanarla. Magari in questo caso la madre e in generale la famiglia di Amanda non ha mai avuto veramente intenzione di danneggiarla, ma come hai esplicitamente detto generalmente i genitori tendono a proiettarsi sulla figura dei figli, inconsciamente o meno, oscurandoli. Alla fine noi figli non siamo una fotocopia di quelli che ci hanno dato alla luce, ma per un genitore penso sia difficile da accettare, intendo il fatto che il figlio possa avere gusti, modi di fare, filosofia di vita, religione, carattere differenti. Purtroppo l'unica cosa che si può fare è accettarlo, ma non tutti ci riescono anche andando ad intromettersi nella vita privata di un figlio che ormai bambino non è più, come per il matrimonio.
Sono rimasta colpita dal fatto che alla fine della tua storia lei lo abbia effettivamente accettato, dato che è una questione piuttosto complessa, ma se avrà compreso allora sicuramente non aveva intenzioni cattive per quanto deleterie per Amanda e avrà realizzato il suo errore.
Anche per quanto riguarda il bullismo mi hai toccato molto. Il periodo delle medie per me è stato piuttosto complicato e le immagini che hai riportato nella mia mente tramite le tue descizioni ne sono la prova: sei riuscita a riportarmi a quel periodo con pochissime frasi.
E anche io come la protagonista ero quella riservata, per conto proprio, ma esattamente come lei sono stata schiacciata e torchiata da questi eventi e purtroppo qualche reminiscenza me la porto dietro ancora oggi, anche se quei giorni sono ben lontani.
Posso comprenderla per la sua mancanza di fiducia negli adulti, specilamente per i professori che come hai scritto tu "...chiudevano due occhi, non uno, sul bullismo." e anche per la madre che con gli occhi di un adulto minimizza il tutto, additando le molestie come ragazzate.
Amanda è una povera ragazza vittima di una società individualista e forse fin troppo conservazionista, costretta a subire un calvario sin dalla sua infanzia. Tra ragazzini a cui importa solo apparire e genitori a cui importa solo che lei appaia come loro. Niente spazio per la propria personalità. Solo un copia-incolla di quello che vorrebbero gli altri.
Tutto questo fino all'arrivo del suo Francesco che le ha teso una mano e l'ha stretta forte a sé per non lasciarla più andare.
In certe situazioni proprio non possiamo farcela da soli, a volte serve quella piccola spinta e finalmente ad Amanda dopo tanto dolore questa spinta è arrivata e ora vive la propria vita, tra felicità e tristezza, in un eterno ciclo, ma almeno ora sono solo lei e Francesco a decidere per loro stessi.
Il lessico che hai usato è semplice, le frasi scorrevoli e funzionali. Non c'è nulla che non vada al proprio posto come i tasselli di un puzzle. Certe volte più si cerca di strafare, più si ottiene un risultato non all'altezza, pretenzioso. Il tuo è un ottimo esempio di come la spontaneità e la semplicità riescano a rimarcare in maniera più accorata i concetti, emozionando al pari di un testo poetico ricercato. L'unica cosa che forse mi ha fatto leggermente storcere il naso sono gli incisi resi graficamente con delle linee, piuttosto che con la semplice virgola. Secondo me spezzano un po' il ritmo della narrazione, ma non mi lamento troppo, considerando tutto ciò che mi ha portato alla mente la tua storia.
Spero di non averti annoiato a sufficienza, in quanto mi sono soffermata molto sul contenuto di questa recensione, che sarà sicuramente interminabile.
Ti auguro buona giornata e spero di leggere qualcosa di tuo in futuro!
Ciao ciao!
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