Allora. Allora. ALLORA.
Io giuro che metto le mani avanti, perché non è che io sia ancora del tutto lucida dalla fine del libro – ché ancora sto in lutto, ecco –, non riesco a staccarmi da questi personaggi e quindi sono piombata qui appena il signor Ovidio me lo ha concesso perché dovevo leggerti in questo fandom. E perché qualsiasi storia parli di loro mi serve al momento più dell’aria. Però, ecco, io premetto che tra cuore a pezzi per il libro, per la tua storia e orario non sono per nulla lucida e non so cosa sto scrivendo. Confido che tu sia ormai abituata. Ma comunque, mi do una mossa.
Allora, credo di aver letto poche soulmate!au e aver capito la metà di come funzionano (ma dopo aver letto la storia giuro che sono andata a informarmi meglio per rileggere con cognizione di causa questo gioiellino), sarà che di mio ci credo ben poco nelle anime gemelle e quindi non mi ispira particolarmente il genere, però adesso mi hai fatto venire una voglia immensa di leggerne altre, se scritte così, perché reinterpretando a modo tuo le basi del genere, con queste anime gemelle che non tutti hanno, e le frasi non scritte sul polso di tutti, che lasciano ampio spazio alla possibilità di costruire una relazione non solo perché te lo dice quella frase (e, davvero, posso solo essere d’accordo che sapere già chi sarà il tuo partner tolga molta sincerità e spontaneità nel sentimento). Quindi, ecco, nella mia personalissima ottica della questione tu ora sei tipo la regina delle soulmate!au perché me ne hai fatto leggere volentieri e le hai rese credibili ai miei occhi.
E, soprattutto, perché non so con che mani di fata (o Grisha?), sei riuscita a scrivere una storia simile su Kaz e Inej. Cioè, hai reso calzante e perfetto il tuo concetto di anime gemelle per Kaz Brekker, se non è qualcosa per cui ci si debba inchinare questo, non so cosa lo sia. Tra l’altro, un Kaz Brekker che è Kaz Brekker, quello vero, ruvido, cinico, spezzato, che i libri ci hanno insegnato ad amare e… boh, davvero, credo che potrei donarti trenta mila kruge solo per questo.
Ma comunque, dicevamo: tu vuoi seriamente attentare al mio cuore (e poi rimettermelo insieme, tanto la scena è bella) inserendo i genitori di Inej e mostrando la lei bambina che pensa alla storia d’amore tra di loro. Questi due personaggi nemmeno compaiono se non dai ricordi di Inej, e tu li hai resi vivi e li hai resi effettivamente come me li sarei immaginata, dipingendoli con gli stessi toni che usa lei. Cioè, provo a dirlo meglio: quello che mi spezza sempre quando si parla di loro, è la quotidianità e assoluta prosaicità dei gesti che Inej racconta – sua madre che si toglie il gesso dalle mani per cucinare, suo padre che le insegna qualcosa per i numeri sulla corda, loro sul carrozzone – e come nonostante questo siano pregni di un amore tanto grande e forte da far sembrare quelle azioni semplicissime le cose più poetiche e romantiche e belle del mondo. E qui, ti giuro, ho avuto la stessa impressione. Perché il padre di Inej non se ne esce con frasi romantiche e poetiche, no, le dice che ha il naso sporco di gesso, eppure uno lo legge e vorrebbe solo che qualcuno dicesse la stessa identica cosa anche a lui. E poi ci sono loro colti nella loro quotidianità di artisti Suli, con il dettaglio di lui che perde l’equilibrio davanti alla bellezza di lei, oppure nell’intimità di una figlia che si diverte a carezzare la scritta sul polso della madre. E poi c’è il dettaglio dei gerani, e come sia proprio dai genitori che Inej tragga le lezioni più importanti sull’amore, come è anche nella saga. Non lo so, sarà che istintivamente mi sono ritrovata a volere un bene immenso a queste due figure che appaiono così stupende, ma non hai idea di quanto abbia amato vederli qui.
Ma poi, passiamo a Kaz e Inej. Ora, come è giusto e doveroso che sia io sono immensamente innamorata di tutte e tre le coppie principali, perché sono davvero tutti e sei dei personaggi stupendi e da proteggere, e nonostante siano spezzati, provati da passati terribili e dolorosissimi, ognuno a suo modo, credo siano anche alcune delle più belle rappresentazioni di relazioni che io abbia letto ultimamente. Kaz e Inej non fanno eccezione e, davvero, una storia su di loro è tipo la cosa che può scaldarmi di più il cuore al momento. Una storia così stupenda, lo può fare solo di più. Erano loro e giuro che mi stavo per mettere a piangere tanto erano belli, e perfetti e identici all’originale. Davvero, davvero, davvero, io ti ammiro tantissimo come autrice, e non mi servivano altri motivi per amare quello che scrivi, ma questo è stato l’ulteriore motivo per farlo perché credo che la loro sia una relazione complessa – o meglio, loro in primis come personaggi sono complessissimi – e tu l’hai resa tanto bene e con tanta grazia che io sto ancora trattenendo il fiato.
Ma poi, le scene che hai scelto. Cioè, se volevi sciogliermi il cuore a una poltiglia ci sei riuscita benissimo usando queste. Voglio dire, la scena di lei alla finestra al tramonto che dà da mangiare ai corvi. La scena di loro al porto che si tengono per mano. Va bene, ti consegno quel coso che ora ho al posto del cuore e la facciamo finita qui.
E Inej. Lei è stupenda, e la amo tantissimo, soprattutto per il sapersi autodeterminare, non permettendo mai a quello che le è capitato e a quello che deve fare per sopravvivere a Katterdam di scalfire le sue convinzioni, i suoi valori e la sua morale, la sua essenza, ma anche non facendosi mai determinare in funzione di una relazione – soprattutto una che non vede poterle dare quello che sa di meritare. E, boh, trovare un personaggio simile è già di per sé una meraviglia, tu che le metti in testa quei pensieri sull’essere una freccia, poter essere lei e solo lei a scegliere il suo obiettivo, sollevata di non avere parole che sa l’avrebbero portata a camminare in punta di piedi in cerca di quell’anima gemella, non solo è perfetto, ma ti scalda proprio il cuore, e l’anima e anche quella gemella, se mai in questo mondo di potesse dire di averne una (straparlo, tu ignorami, annuisci e sorridi accomodante). E al contempo è dolcissima la Inej bambina che comunque sogna l’amore, qualcuno che si illuminerà alle sue parole, e che nonostante Tante Heleen si ritrova a sbirciare i polsi di Kaz alla ricerca della frase sul suo, di polso. Anche perché, di nuovo, è tutto così perfetto. Ricordo un passo, appena dopo la scena delle bende, in cui pensa che ci hanno provato, ci sono riusciti a starsi accanto, desiderarsi, a superare per quel breve momento i loro terrori e demoni, e possono magari riprovarci ancora, e si dice che sono i desideri di una ragazzina a cui Tante Heleen non ha strappato gli anni migliori, della Inej di un tempo, ma che comunque riaffiorano anche ora, anche dopo, con Kaz. E niente, ho amato, davvero amato tantissimo tutto.
E le parole di Kaz sui demoni che non hanno anima, e il richiamo alla similitudine con gli spettri più avanti… tutto perfetto, davvero (e lo so che il mio vocabolario è ridottissimo, ti prego di scusarmi).
Ma poi, la fine. Cioè, l’idea che sul polso di Kaz non ci sia scritto nulla perché il silenzio di Inej, la cosa più utile a lui in quel momento in cui si sono conosciuti e che è stata determinante perché scegliesse di liberare la ragazza dal Serraglio, è la prima cosa che lei gli ha detto, è poesia e grazie, grazie, grazie, grazie di questa cosa (no, non sto piangendo come una bambina, te lo sei immaginata tu). E forse non è nemmeno vero, forse potrebbe essere solo una cosa pensata da Kaz, ma non importa. Perché comunque sia nemmeno questo definirà le scelte di Inej, e lei sceglierà quello che merita, che serve al suo scopo. Ma, al di là di questo, associare il silenzio a loro due è la scelta più geniale che ti potesse venire e amo tutto, sul serio. Anche perché è canonico che Kaz sappia riconoscere quando alle sue spalle c’è Inej, nonostante lei sia silenziosa, ed è davvero in grado di ascoltare quello che dice il suo silenzio… e qui mi fermo perché sto straparlando da un’ora e tu ne avrai piene le storie di questa accozzaglia di parole che vorrei spacciare per recensione.
Però un’ultima cosa permettimi di dirla: grazie di cuore per aver scritto questa storia che mi porterò per sempre nel cuore, perché me lo avrai reso un purè, ma lo hai anche rimesso insieme pezzo per pezzo con la bellezza che traspare in ogni frase, parola scelta con precisione. E grazie per avermi in qualche modo spinta a leggere la saga (e aver sopportata fin qui con questo sclero).
Un abbraccio forte,
Maqry |