Recensioni per
Il valore della gloria
di LadyPalma

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/11/21, ore 11:37

Ciao LadyPalma,
finalmente sto recuperando le letture per gli Oscar della Penna e mi imbatto in questa bella storia sul medaglione di Salazar Serpeverde. Mi intriga sempre quando si utilizzano oggetti magici come protagonisti e per la categoria del miglior attore è una scelta del tutto originale, ma senz'altro interessante. Del resto, chi meglio del medaglione di Salazar Serpeverde può desiderare la gloria dell'Oscar della Penna? Ahahaha
Mi è piaciuto osservare l'intera saga dalla prospettiva di un oggetto magico e il mio cuore ha sussultato quando è uscito fuori il nome di Regulus Black e poi è comparsa Dolores, la più Serpeverde di tutti! Giusto, giustissimo e il finale è molto amaro, la risposta che il Medaglione dà al suo maestro indica una sconfitta e solo una Corvonero poteva scrivere un finale tanto amaro, eppure vero.
Ti mando un abbraccio e ti faccio un in bocca al lupo per gli Oscar!
Sev

Recensore Master
13/11/21, ore 13:30

Ciao Marti,
devo dire che è interessante la scelta di mostrarci i pensieri del Medaglione di Serpeverde attraverso il tempo.
Era nato per la grandezza, come gli aveva confidato il suo creatore, per poi trovarsi al collo di Merope, colei che forse più di chiunque altro non conosceva questo termine nel suo vocabolario. Ha visto la casa di Salazar consumarsi e non ha potuto fare nulla, se non dare un consiglio (che ha portato ancor di più alla miseria la sua custode).
Finché non arriva Tom, che incarna esattamente tutti quei principi che il Medaglione ha aspettato per anni – forse addirittura secoli. Tom che non possiede né l'aspetto della madre, né la mente del padre. Anzi forse può essere considerato una copia di Salazar ancora più feroce e determinata.
Tom ci depone una parte di se stesso in quel Medaglione, prima di abbandonarlo di nuovo, per continuare a seguire i suoi sogni di grandezza. Sogni che non prevedevano la presenza del Medaglione come un confidente.
Non mi sono stupita di trovare anche la Umbridge in questa storia – so benissimo quanto l'adori. Potresti farmi notare che è presente nell'elenco dei personaggi ma io raramente guardo la griglia prima di leggere. Lo so, brutto vizio – ma mi è piaciuto il modo in cui sei riuscita ad incastrarla nella narrazione in maniera tale da rendere la trama coerente. Ho anche apprezzato il modo in cui il Medaglione e Tom riescono a relazionarsi con lei, come vedano uno spettro del loro antico padrone (o forse dovrei dire di loro stessi?).
Nell'ultima parte il Medaglione cerca di scaricare tutta la responsabilità della distruzione all'altro Tom, ma riconosce anche di essere battuto da Ron (“l'ennesimo perdente”).
Il ripetere più volte nel testo “dieci galeoni” e focalizzarsi sul tema della gloria, secondo me ha reso assolutamente riuscita questa storia.
In bocca al lupo per gli oscar!
Un abbraccio,
Blue

Recensore Master
24/10/21, ore 19:47

Ogni tanto mi salta lo sghiribizzo di fare un salto nella sezione di Harry Potter e in certi casi mi capita di trovare storie interessanti come questa.
Ottima idea scegliere il punto di vista di un oggetto. E di uno così particolare poi.
Merope certo avrebbe disgustato Salazar e ci sta che disgusti pure il suo medaglione.
Immagino che se fosse stato senziente al medaglione avrebbe fatto piacere avere la compagnia di un pezzo dell'anima di Tom.
Kreacher era meglio di Riddle Senior a mio parere, ma il medaglione di Salzar di certo disprezzava gli elfi domestici. 
Ci sta che il medaglione abbia apprezzato la Umbridge. Almeno a qualcosa nella sua vita è piaciuta.
Buona idea usare spesso il dettaglio dei 10 galeoni.
Ottima conclusione.
Complimenti e auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu dal lupo Farkas!
 

Recensore Master
22/09/21, ore 09:57

Ma buongiornoooo! Quale onore compotere contro di te **, e con una storia originale e bellissima **! Da dove ti è nata l'idea di dare voce al medaglione di Salazar?? Non avevo mai pensato agli Horcrux come personaggi praticamente a sé stanti ma in effetti è proprio così. Mi piace come tu però abbia ripercorso tutta la "vita" del medaglione, da prima dell'arrivo del Signore Oscuro. Partendo da Salazar, con il quale però la convivenza pare sia durata fin troppo poco e che scatena una domanda alla quale il medaglione cercherà di dare una risposta fino al momento della morte. Quanto vale la gloria?
Poi è il turno di Merope **, povera ragazza, mi ha sempre fatto una gran tenerezza nonostante il suo comportamento scellerato, e osservare il comportamento del medaglione con lei è stata forse la parte più interessante **. Non mi sorprende che anche lui la reputi debole, inutile, indegna e trovo assolutamente canon l'idea che sia stato lui a instillarle nella mente l'idea di usare un filtro d'amore. Entra poi in gioco il concetto dei dieci galeoni, un valore che ironicamente vedremo d'ora in poi sempre associato al medaglione.
Il rapporto con Voldemort è praticamente simbiontico e ho amato la contrapposizione di sentimenti di ammirazione e odio che il futuro Horcrux prova per lui. Gli accenni a Regulus e Kreacher mi hanno un po' spezzato il cuore, mentre ho gongolato nel ritrovare Dolores, la tua maniera di renderla è sempre impeccabile, (lei è canon ma regale al tempo stesso, le restituisci sempre una gran dignità) e nel vedere come torni in gioco la questione dei galeoni.
Molto bello e interessante anche vedere come persino in un oggetto alla fine prevalga l'istinto di sopravvivenza. Ci credi che ho provato tenerezza per lui? ^^".

Complimenti, davvero!
è stata una lettura bellissima!

Un bacione,

Benni

Recensore Master
23/12/20, ore 19:23

Primo Posto

Il valore della gloria

di Lady.Palma






Grammatica: 5/5

Non ho trovato errori grammaticali o di sintassi. Complimenti.


Stile: 19.7/20

Lo stile è scorrevole, ricco, mai artificioso, caratterizzato da una forte personalità narrativa e da un uso maturo della forma e del lessico. I periodi sono ben calibrati, il loro costrutto lineare viene arricchito da un uso del linguaggio e delle espressioni molto vario, pur mantenendo una semplicità di fondo che permette una più che piacevole lettura e facile immedesimazione con il protagonista.
Prima di partire con l’analisi dello stile di questa storia, però, vorrei farti prima un piccolo complimento. Ho scoperto, leggendo questa storia e confrontandola istintivamente con le altre scritte da te che ho letto finora, che hai uno stile camaleontico. Certo, riconoscibile in alcuni “dettagli” che lo rendono sempre tuo (da quelli più tecnici e strutturali, come la ripartizione del testo o l’uso delle parentetiche, a piccoli vezzi retorici o di costrutto della frase, come le ripetizioni strutturali nella prima parte, ma anche la ripetizione “dieci galeoni” che dà ritmo e coesione alla storia), ma ciò che ho potuto apprezzare è stata la tua capacità di adattarlo nel complesso al personaggio, di darli una forma attorno a lui.
In questo contest siete stati in molti a usare la prima persona e a voler dare voce a un oggetto – sicuramente più di quanti mi aspettassi, visto che entrambe queste scelte le reputo a prescindere molto coraggiose.
L’uso del narratore in prima persona è sicuramente riuscito, e nonostante sia – permettimi l’uso improprio del termine, perché non ne trovo uno più idoneo – “anacronistico” usare il passato remoto per un oggetto che, nel momento in cui ipoteticamente racconta, è già stato distrutto da un pezzo, trovo che l’insieme tra la voce narrante e il tono narrativo che sei riuscita a creare sia perfetto, e questo anche grazie alla scelta di questo tempo verbale, che riesce a dare all’atmosfera un solido tocco antico e austero, formale.
Come già detto, hai saputo ben caratterizzare la “voce” del narratore, e attraverso di essa dare personalità al medaglione. Risulta, quindi, una “voce” affettata, oziosa pure, melliflua e narcisista e vanagloriosa. L’inversione di aggettivo-sostantivo dona un tocco più compìto, mentre l’abbondanza di aggettivi è stata ben ponderata all’interno del testo, caratterizzando una “voce” critica, tra il borioso e l’indolente. L’uso di avverbi di modo, poi, dona alla voce un tono tra l’eccentrico e il serioso, non mancano tinte più vezzose, che di fatto caratterizzano in una particolare e dettagliata maniera questo personaggio “inanimato”.
Ciò che si può apprezzare maggiormente poi è l’espressività del tono: dalla voce, dal costrutto delle frasi, dal modo in cui si esprime il medaglione, ogni sua più piccola emozione traspare, ogni sua reazione emotiva viene esaltata, ed è impossibile non immedesimarsi con lui. Si passa da un tono composto a uno critico, a tratti sarcastico, altri altezzoso, per poi arrivare a punti di autocommiserazione e persino di paura e disprezzo. C’è un variare continuo di sensazioni che secondo me denota grandi capacità espressive e di caratterizzazione.
Tale utilizzo del tono è ben bilanciato dall’uso limitato di figure retoriche più “visive” – metafore o similitudini – che di fatto asseconda la scelta di uno stile che si basa molto sul concreto e sulla percezione schietta del narratore; hai prediletto altri effetti sparsi qua e là che hanno arricchito lo stile, come l’assonanza e la ripetizione nel primo paragrafo (odiavo, detestavo… e tutto il periodo che li concerne), la prolessi – o almeno credo di poterla definire tale – nel secondo paragrafo (no, non era affatto), e ancora anafora (di nuovo), personificazione (ambizioni frustrate) e comunque tutte quelle figure retoriche meno evocative che sono entrate nell’abitudine del parlato e che rendono più reale la “voce” del narratore.
Nel lessico spiccano alcuni campi semantici che potrei dire rappresentano “ciò che è rovinato” e “ciò che è glorioso e splendente”; termini come “macerie, miseria, prigione consumata, cenere” contrastano proprio con la ricchezza e la nobiltà che il medaglione va millantando, e creano nell’insieme un’atmosfera tetra, tra il “lussuoso” e il “rovinato”, che ha dell’ironico. Ironia, aggiungo, che ritrovo nel tono narrativo, nelle conclusioni stesse che il medaglione aggiunge alla fine e nel filo conduttore che sviluppa pezzo dopo pezzo il tema della “gloria” e del suo “valore”. Un altro campo semantico che spicca è quello “dell’offesa”: termini come “affronto, oltraggio” e tutta una serie di espressioni vanno a richiamare la personalità suscettibile e l’alta opinione che il medaglione ha di se stesso.
Nel complesso, ho trovato un lessico medio alto, che si avvale di verbi ed espressioni più forbite, forse fuori moda nel linguaggio corrente (“alle volte” piuttosto che “a volte” per esempio), che donano alla parlata del medaglione un tono più “antico”. In questo, l’accoppiata con il passato remoto risulta vincente, poiché conferisce al tutto un’idea di venerando, di qualcuno che ha vissuto a lungo, ma anche di qualcuno che appartiene a uno status privilegiato, che pone se stesso in una posizione distaccata e superiore agli altri.

Ci sono comunque alcune scelte lessicali che ho reputato “infelici”, non del tutto appropriate. Te le riporto di seguito:
- ne fui clamorosamente disgustato → A stonarmi è l’avverbio. “Clamorosamente” da dizionario significa “contro ogni previsione e nettamente”. Ecco, io la reputo una scelta infelice in questo caso perché dà a intendere che il disgusto che prova il medaglione sia sorprendente, suscitato contro ogni previsione, mentre credo che ciò che volessi intendere tu fosse qualcosa che si avvicina di più al termine “palesemente” o “chiaramente”, un disgusto evidente e irruento, che non lascia spazio a dubbi.

- inconsapevoli mercanti → In questo caso, forse, l’aggettivo “inconsapevoli” è riferito al fatto che i due soci del negozio non sono a conoscenza della coscienza del medaglione. Ma il dubbio mi sorge perché sembra che i due mercanti siano all’oscuro del vero valore del medaglione, cosa che non corrisponde a vero, visto che Caractarus Burke, nel ricordo, lo definisce “senza prezzo”.

- l’ambiguo fascino del mostro che era suo padre → anche “mostro” mi convince poco – e scusa se sono così pignola, mi rendo conto di diventare pedante – perché mi trasmette l’idea di una persona cattiva, di solito viene detto in riferimento a qualcuno che ci fa paura o ci ha fatto del male. Entrambe queste sensazioni non si addicono molto al medaglione, perché nel primo caso denoterebbe una paura per una razza inferiore, nel secondo un attaccamento emotivo verso Merope Gaunt. Avrei scelto una parola che mi richiamasse di più l’inferiorità e il disgusto, piuttosto che la paura e l’orrore.

A esaltare questo gusto “vecchio” dello stile concorre anche un uso della punteggiatura particolare, ricco, e che ammiro molto, soprattutto per l’uso del punto-virgola. Per esempio:

- Riaprii gli occhi solo ogni tanto negli anni successivi; sonnecchiavo tra le mani di inconsapevoli mercanti e oziosi collezionisti. → La scelta “desueta” di optare per il punto-virgola io la trovo perfetta. La seconda parte della frase, infatti, essendo indipendente, poteva benissimo essere divisa dalla prima con un punto fermo o essere collegata con un rapporto esplicativo dai due punti. Il punto-virgola invece ha la funzione di unire queste due funzioni, secondo me, e in questo caso dona una pausa più breve del punto, evidenziando comunque un rapporto, non da “elenco” tra le due frasi, ma la seconda resta comunque in funzione servile della prima (questo è il mio modo di pensare la punteggiatura, sì, ne parlo come se avesse un’anima e una voce, non lo dire in giro, mi vergogno già da me a parlarne qui).

Il ritmo narrativo varia in maniera coinvolgente assecondando un genere prettamente introspettivo: misceli sapientemente un ritmo molto lento dovuto a pause introspettive per poi adoperare un ritmo sommario, velocizzando così l’azione. Questo ti permette di “sintetizzare” anni di storia del medaglione in pochi momenti scelti con cura, senza per questo far sentire al lettore il peso della sintesi; tutt’altro, ho trovato che tu sia stata davvero bravissima a richiamare nella tua storia le diverse parti del libro, aggiungendo particolari tuoi e fornendo un nuovo, originalissimo punto di vista dal quale guardarli. Questa è la storia che conosciamo tutti, eppure sembra nuova perché è la storia del medaglione. Ben riuscito e molto apprezzabile è soprattutto l’effetto dell’ellissi, ovvero quelle scene omesse e sottintese o a volte in qualche molto anticipate (vedi il passaggio tra il paragrafo della Umbridge e il furto da parte del trio) sottilmente attraverso l’uso del condizionale.
La storia, in questo modo, riesce a coprire in poco spazio un arco narrativo molto ampio, senza per questo creare buchi di trama, perdere in coinvolgimento o risultare in qualche modo approssimativa.
Da apprezzare è tutto il lavoro sulla tematica. Una tematica che viene portata avanti di pari passo attraverso l’introspezione e caratterizzazione del personaggio, e che in qualche modo si sviluppa proprio grazie ai vari momenti di slice of life, che hai saputo perfettamente narrare. Un lavoro che ammiro molto, complimenti.


Titolo, Introduzione e impaginazione: 10/10

Il titolo l’ho trovato perfetto sia nella sua forma sia nei suoi significati per questa storia. Innanzitutto ha una struttura classica, semplice, composta, che io personalmente trovo sempre vincente – sostantivo+complemento di specificazione. Questo lo rende un titolo compatto, che punta non tanto sull’espressività e il trasmettere un’emozione, ma sul significato molteplice che può assumere.
A prima vista è un titolo che suscita interesse e che ha il grande pregio di attrarre perché chiarifica fin da subito l’argomento della storia, un tema che associato a questo fandom ha molte sfumature da esplorare. È un titolo che preannuncia un’idea molto chiara e secondo me ha anche la forza di trasmettere una certa maturità stilistica e argomentativa. Se a questo aggiungiamo che il protagonista è un oggetto, non si può fare a meno di pensare quanto originale possa essere la storia.
Ed è nell’attinenza con la storia che arriva l’altro pregio. Trovo che ci sia più di un rimando, poiché la parola “valore” richiama anche il grande tarlo del medaglione, ovvero l’esperienza del denaro, ed è questo che lo rende secondo me accattivante e originale per la storia. In un certo senso, lui si reputa “glorioso”, dopotutto è colui che dà gloria, quindi ho trovato molto allegorico il titolo, perché richiama il percorso personale del medaglione. A questo, bisogna poi aggiungere l’altro rimando alla trama: il medaglione è stato creato per riconoscere il desiderio di gloria e aiutare i bramosi a ottenerla, ma lungo il suo percorso si ritrova non tanto ad agire quanto a riflettere e ha dover fare i conti con il significato della parola “valore”. Infine, penso che il titolo riesca ad adattarsi molto bene anche al genere “slice of life” proprio perché sembra quasi dire “guardate queste persone e ditemi un po’ voi quanto vale la gloria per ognuno di loro”.
L’introduzione è semplice e sintetica, non gioca molto sull’accattivarsi il lettore da un punto di vista “estetico”. Si limita a presentare la storia e a delineare in maniera sobria il taglio della stessa. L’ultima frase ha il preciso scopo di incuriosire il lettore, e secondo me ci riesce bene.
Infine, l’impaginazione è stata scelta con cognizione di causa e secondo me ha il grandissimo pregio di non avere un ruolo passivo durante la lettura. Ho gradito molto che l’inizio e la fine fossero stati impostati sulla linea di destra, perché danno l’idea di aprire e chiudere un cerchio; dopotutto, rappresentano non solo soltanto la nascita e la morte del personaggio, ma un tocco di classe è stata la domanda di Salazar Serpeverde lasciata in sospeso – in effetti è quasi retorica – ma il medaglione dà una propria risposta dopo secoli, come se quella domanda avesse in qualche modo racchiuso la sua intera vita – ed ecco che l’intera sua vita è proprio racchiusa visivamente tra domanda e risposta.
La divisione del testo risulta pulita e ordinata, compatta. È davvero un piacere leggere una tua storia. In questo caso, mi è parso che la struttura della storia divisa in scene ricalcasse in qualche modo quella di una tragedia divisa in atti; scusa questa impressione fuori luogo, ma io ho trovato quest’ira molto in linea con il tono greve e teatrale del medaglione. Infine, ho apprezzato che l’ultima frase della quarta scena sia staccata dal resto del corpo, poiché hai dato benissimo l’idea, anche visivamente, che tale commento fosse fatto a posteriori, dopo che il medaglione era stato rubato e lui ricordasse tragicamente il modo in cui era caduto in possesso della Umbridge.


Sviluppo del tema, Caratterizzazione dei personaggi e IC: 30/30 (di cui /20 dell’IC e caratterizzazione)

Ho trovato geniale fornire una coscienza così forte al medaglione, poiché è l’unico horcrux che, per essere distrutto, necessita di essere aperto, e l’unico modo per aprirlo è parlare in serpentese. Questo piccolo ragionamento rende ancora più plausibile che il medaglione avesse già da sé delle proprietà magiche, proprietà magiche talmente forti da infondere in lui una qualche “coscienza”, come quella che anima il cappello parlante.
Hai rispettato in maniera molto originale la richiesta del bando. Non tanto dai “demoni” quanto dai “tarli” parti per farci conoscere questo personaggio. Non tanto la paura, non tanto l’ambizione, ma una domanda più di tutto e tutti perseguita il medaglione: c’è qualcosa di più importante della gloria? Gloria e potere sono i due pilastri che conosce alla nascita e che insegue per tutta la vita. Sicuramente questa prospettiva è accentuata molto dal fatto che sia un medaglione e che quindi, come dice lui stesso, non è stato creato per riconoscere nient’altro, ma trovo che questa storia abbia un grande potere riflessivo se si pensa a quanta influenza nella vita può avere l’educazione, il crescere all’interno di un determinato ambito. Il medaglione è cresciuto credendo che tutti i mezzi per raggiungere gloria e potere fossero nobili e perseguibili, non conosce morale, non conosce limiti; e senza limiti, il suo approccio verso gli altri è molto frivolo, quasi un trastullo. A me ha dato molto l’idea di un cacciatore di talenti da usare per raggiungere la vetta.
Detto questo, hai fatto un lavoro eccezionale nel mostrare come esso interagisce con gli altri, il modo in cui agisce, ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, indiretta ma non meno importante: mostri anche il modo in cui gli altri lo vedono, proprio attraverso il diverso modo in cui lo adoperano, lo considerano, lo sfruttano. Parli in maniera sottile del modo in cui questo medaglione persegue il suo scopo, in cui lavora, ci fai conoscere i suoi momenti più bassi, più vergognosi, ma anche i suoi “quasi” traguardi; e trovi il modo di far scendere in campo anche paura, ambizione, desideri, e tanta personalità.
Prima di passare alla caratterizzazione vera e propria, mi devo però soffermare sull’estratto.
Credo che sia uno di quelli meglio impostati e che scivolano meglio all’interno della storia. Gli indizi ci sono tutti, ma fluiscono talmente bene all’interno della narrazione da non risaltare – è un pregio – e soltanto un lettore attento può trovarli. I termini o le espressioni non spiccano per farsi indizio, no; e questo permette all’estratto di rimanere tale, e di non trasformarsi in un indovinello. Trovo geniale la personificazione della “pelle”, e a dare l’idea che sia un oggetto e non una persona è l’intera frase, e non la parola in sé:

- Avvertii sulla mia pelle il sussulto del suo cuore quando lo vide per la prima volta → Non è retorica, ma è da interpretare in maniera letterale. In questa maniera, l’unico modo per avvertire sulla pelle il sussulto del cuore è essergli a stretto contatto, così come solo un oggetto può essere.

Il tono in questo punto, scusami il commento poco “professionale” è molto da serpeverde: si esalta una personalità astuta, calcolatrice, spietata anche, che non guarda alla morale o a ciò che anche per la sua etica è giusto fare – Tom era un Babbano – ma cede all’orgoglio, si fa subdolo, manipolatore. Denota una personalità che è più che in grado di restare a guardare mentre l’altro agisce e fallisce, e che una volta fallito l’abbandona. Una personalità meschina, che non si fa scrupoli e che non mostra sensibilità emotiva.
Il verbo “sibilare” richiama ancora una volta questa casa, in maniera forte, e anche l’accenno all’”istillare la folle idea nella sua mente” si trasforma in un indizio per far capire in che maniera opera il personaggio. I dettagli della pozione e di questo amore disperato e bisognoso da inseguire e ottenere con ogni mezzo, infine, chiariscono in maniera inequivocabile il resto della scena, dando una dimensione ben definita di tutti i personaggi in gioco.
Per quanto riguarda l’IC e la caratterizzazione del personaggio ho soltanto complimenti da farti. Innanzitutto è ammirevole il modo in cui hai costruito i vari passaggi e soprattutto la coerenza che hai saputo mantenere nelle azioni del medaglione. Una cosa sopra tutte ho notato: le sue azioni sono “unilaterali”, nel senso che il suo unico scopo è quello di inseguire il potere e raggiungere la gloria, e per questo, nonostante dal suo creatore abbia appreso l’importanza della purezza di sangue e nonostante lui stesso sia disgustato dal passare in mani inferiori, è il potere e la gloria che va cercando.
La prova a cui Merope è sottoposta, infatti, è proprio quella del potere. Lei ha avuto sotto il suo potere Tom Riddle e ha fallito perché di quel potere non ha saputo che farsene, anzi lo ha rifiutato scioccamente, per qualcosa di insulso come l’amore. Ecco perché ha fallito: lei non ha mai bramato la gloria che deriva dal potere. Da questo punto di vista, si può meglio capire quali e quanti affinità egli poi si ritrova ad avere con Tom Riddle Junior.
Vanaglorioso, il medaglione. Venerante e fedele, sicuramente dal modo in cui “ripete” gli ideali del suo padrone mi ha ricordato un po’ la “mentalità” degli elfi domestici – e di Kreacher, soprattutto – con la differenza sostanziale che il medaglione è essenzialmente volubile: alla fedeltà antepone il bisogno di risplendere e sussurrare. Ho apprezzato il modo in cui attraverso l’orgoglio esalti il fatto che il medaglione sia legato, al di là della nobiltà dello scopo, a rincorrere la gloria. Il bisogno di assolvere al compito per il quale è nato, una missione che di fatto gli dà vita – è la magia di dare gloria la sua anima, si potrebbe dire – è più forte della sua morale “del sangue puro”. Allo stesso modo, esso si spegne quando non ha “appigli” a cui aggrapparsi; vedi, per esempio, quando Merope fallisce la sua prova, in lei non esiste più desiderio a cui il medaglione possa aggrapparsi per istigare il desiderio di gloria, nessuna fiammella da poter aizzare; oppure quando sonnecchia tra le mani di venditori e collezionisti, privi di qualsiasi brama ambiziosa; mentre è proprio nelle mani di Dolores Umbridge che il suo potere è al massimo della forza. Trovo ben riuscito, quindi, l’idea che alla caratterizzazione del medaglione corrisponda in qualche maniera anche un senso più funzionale, magico, che in qualche modo modella il suo carattere; quelle che lui “scambia” per decisioni proprie, possono essere benissimo i meccanismi secondo cui la magia che lo anima lo muove e opera (il “traditore” scambiato per “liberatore” può nascondere un significato profondo: Regulus aveva l’orgoglio e il desiderio di ambizione, e credo che questo suo lato non sia mai svanito, e il medaglione lo percepisce; ciò che coglie in ritardo è il suo desiderio di fare la cosa giusta, di rimediare i suoi sbagli piuttosto che pensare alla gloria che andava cercando prima). Ecco che quindi la coscienza del medaglione è strettamente legata alla magia, ed ecco che acquista un senso molto più sottile questa sua “coscienza”. Da un punto di vista d’impostazione, questo rende il tuo lavoro semplicemente machiavellico, stratificato.
Sin dalle prime parole del primo paragrafo si evince una personalità sdegnosa, amante della raffinatezza e degli agi. Una personalità indolente nel modo di raccontare gli eventi, capricciosa e orgogliosa nel modo di agire – vedi come cede all’idea di mettere alla prova Merope – spietata e malevola sia nel modo in cui la critica sia nell’atto di abbandonarla al suo destino senza degnarla persino di un singolo commento.

- Era una prova e riuscì a fallirla tragicamente. → Dimostra un carattere distaccato, critico, stizzoso pure, che conserva anche nella disgrazia la sua aria austera e superiore, un po’ spocchiosa lasciamelo dire.

Il medaglione subisce una non insignificante evoluzione lungo la storia. Nonostante il suo sia il comportamento tipico di chi non teme gli effetti dello scorrere del tempo su di sé e può permettersi questo tono “leggero”, di chi attende il momento giusto e nel frattempo commenta e critica gli altri, man mano che la storia prosegue, ho notato un cambiamento importante in lui. Se dapprincipio si dimostra suscettibile e permaloso all’idea del valore che gli viene affibbiato, man mano che la storia procede le emozioni che traspaiono da quell’ultima riga ripetuta cambiano: passa dall’oltraggio, alla rabbia e all’addoloramento con Tom, all’offesa e al disgusto con Regulus, al sarcasmo e all’amarezza con Dolores. Queste diverse emozioni davanti al ripetersi dello stesso atto, mi ha trasmesso l’idea di un personaggio che, a contatto con la realtà, scopre di essere stato lui stesso ingannato, illuso dall’idea di potere e gloria. Con il senno di poi, posso dire che il medaglione è stato il primo a essere illuso: le prime parole che ha sentito da vivo sono state “potere e gloria” e lui ci ha creduto, le ha cercate come se lui stesso ne fosse destinato, ma ovunque provasse è rimasto largamente all’asciutto. Lui è artefice e vittima assieme. Ammirevole, quindi, è il modo in cui porti avanti questi due aspetti: da un lato il suo atteggiarsi a mente vissuta, navigata, superiore (definisce Merope “sciocca ragazza” e in generale guarda agli altri con distacco critico), dall’altro un comportamento e un bisogno molto infantile, che disegnano una personalità bisognosa di altri, di cure e di creature più forti di lui.

- Se odiai qualcosa di Tom è che presto ci abbandonò – me e se stesso. → Denota ancora una volta il bisogno di qualcuno per poter agire, ma a me ha trasmesso anche bisogno di cibarsi dei desideri altrui, di contatto, che genera un sottofondo di solitudine. Credo che siano questi passaggi a renderlo più “umano”, i bisogni personali che fai trasparire.

- ma ero sempre e comunque io e quel costante rimbombo umido attorno mi dilaniava → Qui ho riscontrato un’ambivalenza molto bella, secondo me. “Rimbombo umido” che può riferirsi all’acqua del lago sotterraneo, ma anche alla “voce” di Tom. Probabilmente è una mia congettura da te non voluta, ma leggendo l’interpretazione della parola “horcrux” (“contenitore di essenza” detta in maniera sintetica) questo collegamento è stato istintivo, per me. E il pezzo che segue ha rafforzato questa sensazione. Il non poter operare il suo potere ma il non essere comunque solo è quasi un controsenso che dilania la coscienza del medaglione, gli guasta la mente, come una variabile non contemplata dall’incantesimo che lo ha generato. Il danneggiamento del medaglione lo si capisce anche dal modo in cui si confonde nel ricordare chi tra lui o Tom abbia sussurrato alla Umbridge l’idea di disfarsi del medaglione.

Dal terzo paragrafo si evince molto bene come per il medaglione sia molto importante l’auto-ammirazione, e in questo mi appare molto narcisista (io mi muovevo, io avevo una voce). Inoltre ho trovato che grazie a questo punto il tono del medaglione acquisisse sfumature tragicomiche, dovute proprio a queste priorità egoistiche che quasi soppiantano quelle più nobili, come lo svolgere il lavoro per il quale è stato creato (questa sensazione è data dal fatto che “non mi assomigliava” mi ha ricordato Johnny Stecchino, scusami, e io ho ricollegato quello stesso comportamento sdegnoso, molto eccentrico pure).
Hai caratterizzato un’anima avara, pigra, oziosa e che assolve al suo compito quasi con indolenza, spinto da molta curiosità, che vive la missione quasi come un trastullo, e credo che tutto questo sia fortemente legato al fatto che dello scorrere del tempo non si cura; l’urgenza e l’affanno arrivano soltanto davanti all’idea di non avere più una voce, di non potersi più muovere – di morire. Al medaglione piace sentirsi speciale, senza si mostra per il banale meschino che è.
Lo stesso contrasto che ho commentato nel lessico si fa ironico nell’analizzare come, se non tutti la maggior parte, i possessori del medaglione, quelli su cui lui tenta di insinuarsi siano persone deboli, povere, sciagurate, persone dai più infimi e tetri desideri nascosti. L’unico possessore forte, potente, è anche stato l’unico sul quale non è stato il medaglione a sussurrare, bensì il padrone stesso ha insinuato parte di sé in lui, guastandolo. Da questo punto di vista, il medaglione risulta essere un’essenza debole, che riesce a far presa solo su quelli più deboli di lui, lo caratterizzi come qualcuno che ama lavorare nell’ombra e non ama sporcarsi le mani (a me è sempre piaciuto solamente parlare, lo giuro), che gioisce nell’osservare, nell’istigare, ma non nell’agire. Un’essenza pigra, atta all’autocompiacimento, un adulatore, un venditore di illusioni, la classica figura che sussurra melliflua ma che nel momento in cui qualcuno alza la voce con lui si rannicchia su se stesso, un’essenza frivola, vezzeggiatrice, che ama a modo suo possedere, collezionare e dà la colpa del proprio fallimento agli altri, disprezzandoli; un’essenza di fatto servile.

- Tentammo di scacciare via quell’eventualità parlando più forte → La paura che prova si manifesta quando perde quell’aura di serena compostezza, le sue maniere affettate, altezzose pure, e si affanna nel parlare più forte, nell’urgenza di restare “vivo”.

Infine, ho percepito questo medaglione come possessore di una depravata innocenza, non ha veramente una morale, tutto ciò che riconosce è il male nelle sue forme più subdole e meschine; questo aspetto si esalta proprio attraverso il modo in cui declama la sua purezza davanti al tentato omicidio perpetrato da Tom, ma anche dalla risposta che dà a posteriori a Salazar Serpeverde, una risposta che ha risuonato di tutta l’offesa per l’inganno subito: una risposta offesa e seccata, sicuramente servile e rispettosa, ma anche piena di stizza e provocatoria.


Gradimento personale: 5/5

Non so se si è capito qualcosa da questa valutazione finora, c’era così tanto da dire, soprattutto alla voce caratterizzazione, che poi è strettamente legata con il modo in cui hai saputo giostrare il tono narrativo, che penso di aver fatto un pasticcio nel tentativo di renderli giustizia. Quello che posso dire qui è che sono rimasta senza parole.
Ho amato il medaglione, trasuda i valori di serpeverde da tutti i pori. E posso dire che andando a rileggere più volte la storia, dovendo analizzare la caratterizzazione, ho amato il modo in cui esso abbia aspetti di diversi personaggi della saga. Prima ti ho nominato Kreacher, ma ha anche aspetti di Tom e di Lumacorno. Ciò che lo ha reso originale, non è solo il modo in cui hai combinato e miscelato i vari tratti dei tre qui sopra, ma il modo in cui hai spogliato quegli stessi tratti di retrospezione. Quello che voglio dire è che, per esempio, il medaglione si mostra avere lo stesso gusto per l’ozio e il possesso e la curiosità di Lumacorno, ma al contrario di lui questi aspetti non sono mitigati da sentimenti quali possono essere l’affetto per Lily, o la mancanza di pregiudizi verso Nati Babbani e Mezzosangue, o comunque da un indole più sensibile; né dalla sua parte ha una motivazione che ne ha formato l’essenza e il carattere, come quella di Voldemort. Il medaglione raggruppa in sé tutti quegli aspetti più esecrabili senza ereditarne anche le controparti. È un’anima che resta, pur con voce e desideri, priva di quei tratti tipicamente umani. E io posso soltanto ammirare il modo in cui hai saputo dargli voce senza umanizzarlo del tutto.
Un’altra cosa che ci tengo a dirti, e che forse non ho fatto finora, è che non servivano tutte quelle spiegazioni finali. Il gioco del noi – io e lui – lo si capisce perfettamente ed è bellissimo e non ti devi affatto preoccupare che qualcuno possa confondere le voci. Trovo invece che sia stato davvero geniale questa convivenza di queste due coscienze, così simili eppure molti diverse tra loro nel modo di agire, nella volontà che dimostrano nel perseguire i loro obiettivi. Come detto, infatti, Tom dimostra un’impronta più violenta, più irruenta anche, che si discosta dal modo più “leggero” e divertito in cui opera il medaglione. Questa distinzione è stata magistralmente costruita e mi ha fatto impazzire.
Mi è piaciuto l’idea che il medaglione in sé incarni sia gloria sia potere, e lo dai a capire tu attraverso queste due frasi: “ero nato per sussurrare”, “ero nato per risplendere”, dove la seconda è un chiaro riferimento alla gloria, alle luci della ribalta, ma il sussurro rappresenta un aspetto molto subdolo del potere, il potere di insinuare, di controllare, di spingere gli altri a fare ciò che vuole lui. E questo mi ha fatto riflettere: non è forse questo il vero potere? Molto più forte e significativo dello stare al comando? Il potere non ce l’ha chi ordina, ma chi dietro le quinte sussurra nell’orecchio. Ecco, questo aspetto così sottile mi è piaciuto davvero tanto.
Il finale della tua storia mi ha ricordato qualcosa, ed è da quando l’ho letta per la prima volta che mi sto dannando l’anima nel cercare di capire cosa. Non lo so, il modo in cui hai costruito la frase… ti sei ispirata a qualcosa? Sto uscendo di senno.
Unico dubbio che mi è rimasto e che ti espongo qui: “e solo in chi umano del tutto non era” è riferito a Voldemort? Oppure a Kreacher? Solo che in quest’ultimo caso, non ho ben capito perché dovrebbe riconoscere in lui la gloria. Sicuramente mi sfugge qualcosa, mi dispiace.
Comunque, davvero, ti faccio i miei complimenti. È stato bellissimo leggere questa storia, e il tuo medaglione mi resterà per sempre impresso. Ormai è canon, è fantastico. Lavoro spettacolare.

Punteggio: 69.7/70

Recensore Veterano
24/11/20, ore 16:57

Ciao Lady, eccomi qui con l’ultima delle recensioni premio per essere arrivata prima al contest “The one about Slytherins”… E quindi come potevo non scegliere questa storia, visto che compare lo stesso Salazar?
Ti dirò, non ho capito subito chi fosse il protagonista, cosa che si sposa benissimo con il contest per cui hai scritto la fic, quindi di per sé già questo è un complimento ahah ma appena l’ho capito mi sono chiesta COME. Come fai ad avere idee così particolari, sempre originali, mai una volta banali. Hai un vero talento per tratteggiare dettagli o personaggi a malapena notabili e renderli protagonisti eccelsi — sul serio, sono così sorpresa che non so bene cosa dire. Sarà che ho sempre avuto un debole per i Serpeverde e per Salazar, o che Merope mi faccia pena e che pochi parlino di lei di solito, o che Regulus sia Regulus e al solo pensarci mi pianga il cuore.
Stupendo il modo in cui passiamo di personaggi in personaggio, man mano che il medaglione passa di mano in mano — “ero nato per sussurrare”/“per risplendere” mi ha strappato un sorriso, perché sembra la definizione di Serpeverde (così come “se voleva la mia protezione, doveva guadagnarla; se davvero era degna di gloria, doveva anche desiderarla”/“aiutare nella via della grandezza” ecc…), mentre “camminai sulle macerie di antiche ambizioni frustrate” è semplicemente ben scritto, in quel modo che ti lascia un po’ indeciso se annotarti la citazione o rileggerla un’altra volta. Incredibile, poi, come la protezione di un Horcrux che noi ricordiamo nei libri sia per il medaglione e per la tua fic una specie di prigione, a seguito di quella che sembra quasi una violenza, il finire sopraffatto dall’anima di Tom. Estremamente interessante, così come quel “dieci galeoni” ripetuto e il cui significato muta ogni volta che è in mani diverse e che termina portando alla ribalta Ron (tra l’altro sono letteralmente rabbrividita nel leggere dei tre ragazzini “e un altro Tom”).
Insomma, Lady, ormai penso si sia capito che il tuo stile mi piace tantissimo e che soprattutto mi affascinano le tue idee, il tuo modo di pensare, banalmente chi e cosa attrae la tua attenzione.
(Per rispondere al tuo messaggio privato, se scrivi una qualche Dorcas/Sirius fammelo sapere, che mi ci fiondo!)
Con questa concludo le recensioni premio. Non scherzo quando dico che è stato un vero piacere.

Recensore Master
13/11/20, ore 19:36

Ciao Marti!
Passo finalmente qui (scusa il ritardo)!

Non che avessi dubbi, ma questa storia mi è piaciuta davvero molto! Mi ha colpita innanzitutto la struttura: apprezzo sempre i rimandi che riesci a costruire nelle tue storie e anche qui non sei certo stata da meno.
Innanzitutto, la struttura è circolare per due motivi: si apre con una domanda e si chiude con la risposta, la prima alla nascita e la seconda alla morte del Medaglione.
È poi bellissimo come tutti i brani centrali si concludano con l'immagine ricorrente dei dieci galeoni, sempre accompagnati da una riflessione diversa (e sempre calzante), immagine ripresa anche nella conclusione.
Forse il Medaglione vale più di dieci galeoni, ma la gloria sembra valere anche meno. Salazar si starà rivoltando nella tomba!
Trovo molto originale il modo in cui hai costruito la personalità del Medaglione, opponendola – per quanto possano essere simili – a quella dell'Horcrux-Tom che si unirà a lui più avanti. Nato per sussurrare e risplendere, mi hai quasi fatta dispiacere per la sua sorte! Non capita tanto bene quanto a padroni da far risplendere.
I motivi per cui il Medaglione si trova a odiare Regulus li ho trovati del tutto realistici, così come quel che passa possa contribuire a fargli apprezzare maggiormente Dolores. D'altra parte, è vero che per qualcuno in cerca di persone in grado di apprezzare la gloria pochi altri proprietari potevano rivelarsi più adatti.
Secondo me hai fatto un ottimo lavoro, dando un'anima a un oggetto che prima di te ho sempre sottovalutato (maledetto Medaglione!).
Complimenti, e in bocca al lupo per il contest!
Mari

Recensore Master
11/11/20, ore 21:12

Ciao!
Eccomi qui: la cosa che più mi incuriosiva del contest (al di là delle soluzioni alle drabble, ovviamente) era proprio spostare il focus dalle drabble alle storie complete: insomma, mi piace tantissimo questo cambio di focus, mi incuriosiva vedere come l'estratto si sarebbe collocato nella storia completa e come la storia completa sarebbe andata a indagare il personaggio. Non potevo quindi che inaugurare questo giro di letture con questo benedetto medaglione: è stato uno degli estratti che mi ha fatto più penare, ma anche quello che, a soluzioni ottenute, mi ha dato più soddisfazione, perché gli elementi sono andati tutti al loro posto, e mi ha spiazzato l'originalità di una simile scelta.
Ero dunque curiosissima di leggere un'intera one shot dal punto di vista di un medaglione (che coraggio, ragazza XD) e devo dire che il risultato mi ha perfettamente soddisfatta. Ho adorato questo excursus nella "mente" del medaglione, perché hai ripercorso una delle storie più interessanti dei libri (quella delle origini di Voldemort) da un punto di vista assolutamente originale e interessantissimo. La cosa che ho maggiormente adorato, però, è il tono della storia: spesso, quando si tratta di personificazione di un oggetto, si tende ad assumere un tono da commedia e parodistico. È una scelta che comprendo e che il più delle volte apprezzo anche, ma in questo caso ho molto apprezzato la serietà con cui hai saputo caratterizzare un simile "personaggio". La voce del Medaglione (si merita la lettera maiuscola, suvvia) è perfettamente coerente e ben costruita, e ben si cala nel contesto descritto. È una voce che prende le mosse da Salazar, ma assume i suoi precisi connotati. E, cosa ancor più importante, non si confonde mai con quella dell'Horcrux: era un po' un azzardo personificare uno dei pochi oggetti che, effettivamente, nella storia viene in un certo senso "animato" (letteralmente, mi verrebbe da dire), perché c'era un po' il rischio di appiattire le due cose. E invece, tu hai saputo anzi tematizzare in maniera interessantissima il momento in cui il Medaglione "non è più solo", e, davvero, la maturità con cui viene affrontato un concetto del genere mi ha molto piacevolmente colpita.
Ho molto apprezzato poi la struttura che hai dato alla storia, con quel ricorrere dei dieci galeoni a scandire i vari momenti.
Insomma, è davvero una storia originalissima, e mi è piaciuta proprio tanto.
Complimenti!

Recensore Master
11/11/20, ore 15:01

Buongiorno, cara... ma quant'è bella! quanto mi picciono gli oggetti animati!
il medaglione - che per me, AB (sai che sigla è , sì?^__^) era Orfin. mi consolo avendo letto che per la maggior parte la risposta è stata quella, via, a qualcosa devo pur aggrapparmi!
L'animo del medaglione è rappresentao con una grande "furbizia" da parte tua. Non è propriamente cattivo, è odi quello che l'ha creato e circondato.ha avuto molti padroni, e quelli che l'hanno tenuto vicino erano cattivi, o folli, e gli altri, come Regolus, l'hanno presto lasciato. infine la sua natura si è consolidata appieno sui valori serpeverde, tanto da fargli odiare Ron più di tutti (lo trovo giusto, sono opposti) ma non tanto da arrivare a volere proprio uccidere. Lui è più passivo, ed è giusto, perchè per quanto accattivante sarebbe stato un po' OOC dire che è così potente da cambiare le volontà altrui, da essere lui a fare "il cattivo mago". infatti il trio soffre a gestirlo, ma nessuno perde se stesso. ma soprattutto è bellissimo il suo rapporto con Tom, anzi con I Tom. Quello che gli somiglia, quello che gli volta le spalle, quello che cambia tanto da essere un altro. penso che non potessi analizzarlo meglio
andrai benissimo!
baci, Setsy

Recensore Master
11/11/20, ore 07:49

Ciao tesoro, eccomi qui.
Sono riuscita a passare solo ora dopo una nottata infame e un risveglio ancora più brusco. Tento di calmarmi con te, immergendomi in una storia che ho già letto, che ho appena riletto e che commento solo ora. È bellissima, come tutte le cose che scrivi sempre tu, è bellissima di una bellezza pungente. Si tratta di un'idea semplice, ma allo stesso tempo è talmente semplice che troppo pochi l'avrebbero potuta pensare: di parlare di un medaglione, di raccontare la storia di un medaglione come se fosse personificato, prendesse più vita di quella che già ha e commentasse la sua intera esistenza. Piena di persone fallimentari, che non stanno al passo, solo Tom all'inizio sembra essere in grado di comprendere il suo vero valore, non quello di dieci galeoni. Lui è più importante, ha un futuro, ha un'indole malvagia che gli permette di pensare che dieci galeoni sono troppo pochi per chi ha sempre un domani scritto davanti. Un domani di sussurri, giochi, un domani di grandezza. Solo che Tom alla fine lo lascia andare, torna a passare di mano in mano in pochi anni, fino ad arrivare ad una donna.
Spicca per il suo rosa, per i suoi gatti, per la sua vocina, ma è diversa tutti gli altri prima di allora: lei ha una luce, desidera il potere tanto quanto lui. Per questo le insinua la mente, l'accompagna continuamente esortandola a fare di più, ad essere di più. E al medaglione piace, è la sua preferita – ci rivedo anche tanto di soggettivo qui, non poteva che essere Dolores la preferita!

E poi accade che tutto gira, il mondo va sottosopra e i dieci galeoni che prima sembravano troppo pochi, in un mondo in cui un mediocre Ron Weasley spezza l'incantesimo e lo uccide, sono abbastanza, fin troppi. Per andare via così, forse vale anche meno di dieci galeoni: è sempre stato più fragile di quanto credesse, anche con Tom a fargli da spalla. Per questo, se per un attimo ha creduto di poter essere pugnale tra le mani di tre ladri – e di un pezzo di Tom (ho apprezzato tantissimo questa descrizione) presto si è reso conto di non essere altro che una vittima.
Non so che altro aggiungere: l'ho amata e va dritta tra le mie preferite!
Sia ❤

Recensore Master
09/11/20, ore 17:33

Ciao ^^
Allora. Ma io sono scioccata dalla bellezza di queste storie! Ma gli estratti non rendono giustizia alle OS!
Ma ho trovato la storia del Medaglione stupenda... il passaggio di padroni... il riferimento a Tom che vive con lui e in lui, l'accenno a Regulus alla donna rospo xD e al trio... una storia completa e davvero bene fatta.
Io ho fatto l'appunto del sussurrare anche se non era ancora un Horcrurx. In effetti con tutta la storia davanti ho un'altra ottica. è visto come oggetto pensante, creato con quello scopo da Serpeverde!
Davvero brava mi è piaciuta moltissimo. E poi è stata la più divertente da indovinare: non avevo capito subito il personaggio e solo in un secondo momento ho avuto l'illuminazione e tutto è stato chiaro!

Nuovo recensore
09/11/20, ore 16:39

Ciao Martina!
Ho letto la tua OS appena pubblicata ma mi ero promessa di ripassare con più calma.
Partiamo dall'indovinello: davvero complimenti, mi è piaciuto molto come hai personificato il medaglione. Non era per niente banale (ho riscontrato non poche difficoltà a cercare una soluzione), ma del tutto coerente.
Per quanto riguarda la storia è stato molto interessante leggere come cambiano i pensieri del medaglione a seconda di chi lo indossi. Un'idea davvero originale che ha saputo rendere giustizia a tutti i personaggi citati. Complimenti.
Alla prossima,
Carlotta

Recensore Veterano
08/11/20, ore 14:30

Ciao Martina, sono felice di essere la prima a recensire questo capolavoro. Forse penserai che sono esagerata, ma davvero sei stata magistrale a mio parere a centrare il senso stesso del contest, a cui sfortunatamente non sono riuscita a partecipare. 
Partiamo prima di tutto dal titolo: non è facile scegliere titoli azzeccati e non banali, e il tuo racchiude in tre parole tutto il senso della OS stessa. 10 galeoni? Proprio quei galeoni che il medaglione su di sè sente troppo pochi, ma che poi alla fine decreta essere il valore misero che l'uomo da alla gloria, l'unico sentimento che davvero conosce da quando è stato forgiato. 
Il tuo stile, c'è da poco da fare, ti tieni incollato allo schermo fino alla fine. Di solito sono abituata a leggere cose più breve scritte da te, ma anche senza scrivere drabble o flashfic riesci a condensare la tensione emotiva per tutto lo scritto, senza che si disperda. Voglio dire, di solito quando vi sono più parole è più facile riuscire a spaziare tra dialoghi, descrizioni e momenti culmine di intensità emotiva. Tu, invece, riesci a tenere alto il picco emotivo per tutto lo scritto, e non è per niente scontato. 
Il fatto è che non è di certo banale riuscire a scrivere di un oggetto più o meno inanimato, per quanto possa essere inanimato il medaglione di Salazar, e tu sei riuscita a fargli calzare a pennello pensieri, considerazioni ed emozioni prettamente umane. Riesce in qualche modo a creare un rapporto con tutti i suoi proprietari, e con l'altra anima che inizia ad abitarlo, l'anima di Tom. Sono rapporti di odio, di rabbia, di rancore: ha odiato molti dei suoi proprietari, quasi tutti a dir la verità, per motivi diversi. Merope perchè disonorava l'antenato che lo aveva forgiato, Tom perchè "presto ci abbandonò – me e se stesso", Regulus perchè l'ha scambiato con una scialba imitazione e perchè l'ha lasciato nelle mani di un elfo domestico e infine Ron Weasley perchè l'ha distrutto. Curioso che Dolores sia l'unica a non suscitare odio nel medaglione, e ho trovato anche sensata l'assenza di Mundungus tra i proprietari del medaglione, ma di lui cosa avrà pensato? Ti lascio questo rimando e questa sfida perchè magari potrai scrivere un piccolo spin - off di quando il medaglione era proprio nelle mani del lurido venditore. 
Proprio dallo stralcio con Dolores si capisce, più che con gli altri, il duplice volto di questo protagonista: lui e Tom si scambiano le battute, dicono cose diverse, a volte concordano, a volte no. Infatti, alla fine, si vede che Tom urla, invece il medaglione si arrende alla morte pensando a colui che gli aveva dato la "vita".
Questa OS mi ha suscitato diverse emozioni: stupore, prima di tutto, per la genialità di quello che sei riuscita a creare. Non voglio sembrare esagerata, ma penso che tu abbia davvero un dono per la scrittura, perchè riesci a rendere di grande effetto anche gli atti più semplici, riesci a rendere gloriosa anche la vita di un medaglione. 
Inserisco con effetto immediato questa OS tra le mie storie preferite, perchè trovo che meriti moltissimo. Spero che ti farai valere in questo contest, perchè sei stata davvero brava. 
A presto e un bacio!
VigilanzaCostante

 
(Recensione modificata il 08/11/2020 - 02:33 pm)