Recensioni per
Fiore di ciliegio
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 130 recensioni.
Positive : 129
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
27/03/24, ore 15:27
Cap. 8:

Era questa la tua prossima storia che avevo in lista? No.
L’ho letta lo stesso? Sì.
Non c’è niente da fare, io leggo le tue sinossi e vorrei poter leggere tutto quello che scrivi.

Questa è la storia di una relazione tossica, bugiarda e malata: non però, meno vera. Akira è il tipo di uomo che vorrei nella mia vita? No, ma non posso dire che non ne colgo l’attrattiva... xD

Il finale era “chiamato” dalla scena di apertura con l’accendino, ma l’ho amato lo stesso. Ho apprezzato i sottintesi patemi d’animo di Akira che cerca di avvertire Jack, il quale ovviamente, dopo i loro trascorsi, non gli crede.

Me poi c’è anche un’altra storia: di amicizia, di comprensione, di affetto quasi fraterno. Jack e Larry sono quegli amici che tutti noi vorremmo essere e avere, che ti tengono in piedi dopo la tempesta ma che anche ci dicono dritto in faccia quando stiamo per fare un’enorme stronzata.

La scena d’azione finale l’ho trovata molto ben costruita; le tue scene d’azione sono sempre di un livello altissimo… Tanta stima e invidia!

Infine, una nota di merito va alla tua scrittura: pulita, armoniosa, concisa. Mai una parola fuori posto, mai una descrizione ridondante. In 8 capitoli hai tirato fuori una storia complessa e godibilissima, seppure i fili che hai tirato non fossero affatto pochi!

Che altro dire: chapeau, e tornerò.

Recensore Veterano
10/06/23, ore 17:33
Cap. 8:

Ciao.
Non so se sto facendo la cosa giusta nel recensire questa storia. Mi sto gettando da sola nel vespaio oppure i miei commenti verranno accolti come ciò che vogliono essere, ovvero critiche costruttive? Ai posteri l'ardua sentenza. Sappi solo che non intendo mancare di rispetto a te come autore né mi accingo a scriverti quanto segue con malanimo, anzi! Secondo me questa storia ha del potenziale e ci tengo a farti sapere perché, purtroppo, non mi ha convinta. 
Premetto che ultimamente ho letto romanzi pubblicati da grossi editori scritti in modo decisamente peggiore e tuttavia osannati dal pubblico, perciò le mie rimostranze non riguardano lo stile. (Benché, lo devo ammettere, l'insistenza nel descrivere Akira come un pericoloso predatore ad una certa mi ha fatto storcere un po' il naso: ripeterlo così tante volte non serve a renderlo più vero; inoltre a conti fatti questa sua pericolosità viene sempre raccontata e non mostrata, basandosi principalmente sulle impressioni di Jack. Iniziare qualcuno al sesso spinto e ai giochi di ruolo BDSM non li considero minacce all'incolumità di chicchessia, tanto che -infatti- nessuno dei due si fa male ed entrambi ne sono appagati.)
Come avrai forse intuito, il problema per me è la caratterizzazione dei protagonisti. Purtroppo li ho trovati inconsistenti come carta velina: stereotipicamente belli e prestanti, ciascuno rispondendo perfettamente ai canoni estetici delle rispettive etnie; con scarsa o inesistente introspezione; mossi principalmente dagli ormoni. Jack dovrebbe avere sui trent'anni, se ho capito bene. Mi stranisce leggere che un uomo adulto, che avrà avuto le sue esperienze sentimentali, si proclami innamorato di un tizio di cui letteralmente non conosce nulla. Ogni suo incontro con Akira si riduce a del mero sesso senza impegno: è lui a farsi castelli in aria mentali (basati su cosa?), mentre è evidente che l'altro lo sta usando perché ne è attratto, sì, ma fisicamente. Infatti non si confida con lui, approfitta dei prosciutti che Jack ha sugli occhi per tenersi informato sulle indagini, non si fa il minimo scrupolo ad andare a letto con altri uomini, non gli chiede aiuto.
Da cosa si dovrebbe evincere che in realtà Akira prova dei sentimenti per lui (anche qui, mi chiedo svluppati sulla base di cosa)? Da uno sguardo meno freddo del solito? Permettimi: a parer mio è un po' poco. Il suo gesto di salvare la vita a Jack mi appare quindi campato per aria, con il solo scopo di ricollegarsi alla scena iniziale dell'accendino e piazzare un colpo di scena che non ha fondamenta solide per sconvolgere il lettore. La redenzione di Akira non ha quindi un grande impatto e le sue ultime parole sembrano uscite da un film pulp visto e rivisto (magari sono volute, per sottolineare quanto siamo tutti banali ed enfatici di fronte alla morte...). 
Il solo personaggio che usa il cervello è Larry: non solo capisce da subito che il bel ragazzotto di turno è marcio e in qualche modo implicato nella faccenda, ma è anche capace di dare una scrollata seria all'amico nel tentativo di restituirgli un po' di sale in zucca. 

Penso di aver detto tutto. Poiché questa storia mi era stata presentata con parole molto lusinghiere, avevo alte aspettative che -dipende dai gusti, lo ribadisco- sono state in parte disattese. Come noir non funziona fino alla fine, poiché mancano il cinismo, l'amarezza e una maggiore ruvidità da parte dei personaggi che caratterizzano le opere di questo genere. 
Spero che tu non la prenda male (e perdona il papiro)!


M. 

 

Recensore Junior
11/02/23, ore 11:16
Cap. 8:

Bentrovato, Old Fashioned!
L'origine di questa recensione è un po' retrò; ho aggiunto questa storia ai preferiti un paio di anni fa, con l'intento di recensirla a mente fredda, poi il tempo è sfuggito di mano e non ho mai assolto il mio proposito. Oggi ti ho ritrovato tra le notifiche di una mia oneshot, mi è tornata in mente questa recensione a lungo dovuta e ho deciso che era giunto il momento. Dunque ora sto raccogliendo sotto le dita tutti i motivi che mi hanno spinto a divorare la tua storia, a suo tempo, e a inserirla di getto tra le preferite -che sono ben poche.

Il primo è quanto la tua narrazione sia in grado di trascinare in una spirale divisa tra rimorso e rimpianto, dove uno si sovrappone all'altro. Jack vive nel costante tormento -che non sempre coincide col pentimento- di quel che ha fatto e di quel che avrebbe dovuto fare, come se spaccandocisi su la testa abbastanza prima o poi riesca a trovare una soluzione "giusta" a ogni problema. Ma il dramma è che non sono mai esistiti confini netti, il bianco o il nero, e l'esempio lampante è proprio Akira, che scivola con fluidità tra queste definizioni mostrandogli il caleidoscopio che c'è nel mezzo.

Ho adorato la trama già dalle premesse, e mi ha coinvolto sempre di più mano a mano che si dipanava. A tratti, in ogni modo positivo possibile, mi ha anche rimandato alla scrittura di Mishima, alla bellezza e la violenza del morire per qualcosa, quella devozione che Akira tanto declamava di disprezzare e che invece era radicata anche nel suo sangue. Un concetto che si sposa così squisitamente con la tradizione giapponese e la sua venerazione per l'Hagakure, da avermi ricordato appunto il manifesto dello scrittore. Quello e anche altri dettagli, tra cui la scoperta del sesso sotto un'esperienza stravolgente e nuova.

Il finale era chiamato già da quando si vede l'accendino comparire nelle mani di Akira, e la confessione in punto di morte è un classico senza tempo. /Ma/ devo ammettere che, vuoi per l'alto grado di immedesimazione, vuoi per la tua capacità di far arrivare dirette le emozioni, ha avuto comunque l'effetto di dare una mazzata in pieno petto e di restarci bella pesante. Anche se il finale redime Akira (che vabbé, ho sempre apprezzato a tutto tondo, quindi non gli trovavo nulla di cui dover redimersi), dall'altro lo consegna definitivamente a quella zona ambigua e fumosa di chi è abituato a celarsi dietro una maschera e a non abbassarla mai del tutto. Persino le sue ultime parole, "Ricordati di me ogni tanto", le ho trovate così cariche di significati. Quell'ogni tanto che spicca quasi come una richiesta casuale, come se sapesse di non potergli chiedere chissà quale pegno di memoria, in un inaspettato sprazzo di umiltà -e forse, fedele fino all'ultimo all'insofferenza per il drammatismo. Ma d'altro lato quelle parole sono state il sigillo della condanna di Brooks, perché sapevano entrambi che quell' "ogni tanto" sarebbe stato "sempre", nella maniera più distruttiva possibile. Insomma, Akira ha vissuto allontanando da sé ogni emozione scomoda e ogni sentimentalismo, ma al contempo ha fatto di tutto per suscitarli negli altri e legarli a sé.
La sua morte porta con sé tutti i suoi segreti, lasciando Jack col vuoto incolmabile e soverchiante della colpa. Perché immagino che Jack abbia passato gli ultimi dieci anni come un contrappasso in cui rivivere ogni loro momento insieme, come un chiodo fisso, e tormentarsi nella colpa di non aver capito, di non aver visto, di non essere riuscito a fare abbastanza, mai in tempo.

Poi! Ho amato la tua scrittura che, d'impulso, descriverei proprio come Brooks: efficiente, precisa, dritta al punto. Per la mole di trama che avevi tra le mani, sei riuscito ad organizzare tutto in otto capitoli che sono scivolati in un battibaleno, con tutto il loro enorme carico emotivo. Usi descrizioni che lasciano trapelare tutta la ricerca che fai e la cura che metti nell'approfondire la terminologia adatta, ma non appesantisci mai di particolari ridodanti o che distolgano l'attenzione del lettore. E' un livello di realismo che ripaga con un'immersione piacevolissima nella lettura, per cui grazie per il lavoro certosino che dedichi a questi aspetti per consegnarci un'opera coi fiocchi. Oh, e le similitudini per Akira-gatto sono semplicemente perfette. Quante volte le si incontrano nei paragoni di tutti i giorni, eppure qui calzano come un guanto, mai scontate e sempre affilate (ed eleggono Akira alla personificazione del Knife Cat meme, ho deciso).

Il mio chiodo fisso di questa storia, inspiegabilmente, è l'atto di Akira di guardare l'orologio di sfuggita. Su due piedi, ovviamente, chiunque avrebbe reagito come Jack; non gli si biasima nulla, Akira era già fin troppo sgamabile anche prima. Però dopo il finale viene da chiedersi se non fosse stato un gesto quasi accidentale a cui Jack ha d'impulso affibbiato la peggiore interpretazione possibile, e a cui Akira abbia reagito a faccia dura perché il suo immane orgoglio non gli ha lasciato altra scelta. Pare quasi assurdo che Akira, freddo calcolatore com'era, si sia lasciato fregare da uno scivolone grossolano come quello; ma resta anche il fatto che fosse solo un ragazzino, e che quindi era fisiologico che prima o poi commettesse un errore (come già si era sbilanciato troppo nel confessare il crimine, cosa che però ha poi abilmente rigirato tra le mani come arma).
Era palese che fosse lì per sapere cosa Jack ne avesse fatto della sua ammissione di colpevolezza, certo. Ma quel volto girato, alla fine, lascia capire che in qualche modo fosse lì anche per altro. Tutta la sua suadente manfrina sull'essere cambiato era una presa in giro infiocchettata su misura per il carattere di Jack, ma in fondo viene da chiedersi se non conoscesse nessun altro modo per dargli un indizio sui propri reali sentimenti, se non tramite quelle parole al vetriolo. Immagino che la questione dell'orologio fosse per lo più un espediente narrativo per far scoppiare Jack, ma le teorie sono sempre belle. Proprio a dimostrazione di che bel personaggio tu abbia creato, in grado di lasciare mille interrogativi.

Un altro frammento che ho adorato, per la sublimazione che dona alla fine della storia, è l'haiku di Heiichi Okabe inciso sull'accendino. Ricordo che quasi mi commosse, per darti un'idea della potenza narrativa di quelle parole e della chiusura perfetta che donavano all'intera vicenda. Potrei stare a discutere per interi paragrafi di quanto le ultime lettere dei kamikaze siano qualcosa di così meravigliosamente poetico, violento e commovente al contempo, ma non riuscirei comunque a rendere giustizia allo spirito eroico di questi giovani che scrissero tali dichiarazioni d'amore alla patria prima di sacrificarsi per essa. Nutro un'ammirazione profonda per il sentimento di dedizione del popolo giapponese, che lungi dal considerarlo uno stereotipo, se lo porta dentro di sé come un umile vanto; e persino Akira, seppur rinnegando l'attaccamento all'antica via, ha dimostrato di bruciare dello stesso coraggio di coloro che sono morti per chi amavano. La pennellata finale che ha concluso una storia meravigliosa dall'inizio alla fine.

Che altro resta, dunque, se non ringraziarti due volte; la prima per aver scritto questo piccolo capolavoro, la seconda di esserti palesato tramite i fili del caso e di avermi così ricordato che, nel mio piccolo, questa recensione era a lungo dovuta. Mi sembra il minimo, per tutto quello che ci hai fatto provare in questi capitoli. Di solito i finali tragici mi lasciano con la speranza di immaginare dei seguiti dove il protagonista riesce, se non altro, a rimettere in piedi la sua vita; ma in questo caso andare avanti significherebbe oltrepassare la memoria di Akira, e chi vuole davvero dimenticarlo? Insomma, eccoci entrati nello stesso loop mentale di Jack.
Complimenti ancora, con tanta stima.

ps: una menzione a Larry, che non ha trovato posto in questa recensione già abbastanza lunga, ma che merita di essere citato perché è il best bro.

Recensore Master
26/08/22, ore 13:43
Cap. 8:

Oddio, quindi alla fine il cattivo è morto, peccato che abbia lasciato dietro sé soltanto distruzione.
Insomma, non riesco del tutto a gioire per la fine che ha fatto, perché so che Jack ne soffre e quindi questo non può essere positivo.
Certo, non credo che le cose sarebbero andate meglio se fosse sopravvissuto, ma insomma, se una persona a cui tieni ti muore tra le braccia, ti lascia un tantino scioccato... giusto un tantino.
Anche per il modo in cui è morto, ovvero con un gesto che pareva quasi eroico, che però a me non convince lo stesso... cioè, non è che le paroline melodrammatiche in fin di vita mi abbiano fatto cambiare idea su di lui.
Anche perché in questo gesto non posso che trovare l'ennesimo comportamento crudele: si fa ammazzare per salvare proprio Jack, e anziché essere coerente fino in fondo e fare lo stronzo, permettendo a Jack di andare avanti con la sua vita e superare meglio la cosa, improvvisamente gli fa capire che provava davvero qualcosa per lui - e io comunque non ci credo - con l'unico scopo di continuare a tormentarlo e a tenerlo legato a sé in eterno.
Ci rendiamo conto di quanto era infimo e bastardo questo qui? Guarda com'è riuscito a rovinare e distruggere Jack, una persona troppo buona per questo mondo!
Meno male che Larry gli è stato accanto e l'ha salvato, l'ha aiutato a non crollare, a resistere, ma non potrà mai cancellare dal suo cuore, dalla sua anima e dalla sua mente il male che quel coso gli ha fatto subire.
Akira non è stato altro che un essere crudele e privo di qualsiasi sentimento, mi fa soltanto schifo, sul serio. E quell'accendino con la poesia se lo sarebbe anche potuto ficcare dove non batte il sole, dato che gli piaceva tanto!
Scusa Old, ma io di romanticheria e reali sentimenti non ne ho trovato nemmeno un briciolo, anche se Akira ha cercato in tutti i modi di farci cascare nell'ennesimo dei suoi giochetti.
E mi sa che il povero Jack ci è cascato di nuovo con tutte le scarpe... :/
Mi mancheranno moltissimo questi personaggi, leggere di loro e delle loro avventure mi ha coinvolto fin da subito e ora sono triste di non avere più un capitolo da poter leggere, una trama da scoprire, un inganno di Akira da insultare in recensione XD
Insomma, grazie per questo intenso viaggio nella natura umana, alla scoperta di quanto può essere schifosa, crudele e disumana.
Sicuramente se ci fossero stati gli SS a curare il caso delle spade, avrebbero fatto polpette di quello stronzetto di Akira, non ho nemmeno un dubbio XDD
Alla prossima, carissimo, ancora tantissimi complimenti per il tuo ennesimo capolavoro ♥

Recensore Master
25/08/22, ore 13:06
Cap. 7:

Rieccomi!
Mmh… allora, purtroppo ho l’impressione che stavolta Akira non stia mentendo, anche se credere a una persona che non è mai stata sincera è veramente difficile. Un po’ come la storia di chi grida “al lupo, al lupo” e ‘sto lupo non c’è mai, poi quando è vero che la bestia feroce è pronta ad attaccare, nessuno gli crede e succede un casino.
Ecco, Akira mi ha dato l’impressione che fosse sincero, forse per la prima e unica volta in vita sua. Solo che, appunto, anche per me è molto complicato credergli, perché dall’altro lato c’è la reazione di Jack che è stata la stessa mia: questo crede davvero di abbindolarlo, convincendolo a lasciar perdere l’indagine sui ronzini? Ovviamente non poteva non essere invischiato anche in questa storia, ma è proprio una persecuzione questo verme schifoso!
Però l’atteggiamento di Jack continua a piacermi: non nega – perché sarebbe inutile – l’attrazione che prova per Akira o la bellezza del giapponese, non nega nemmeno l’effetto che gli fa, ma allo stesso tempo pare più consapevole e gli impedisce di continuare a usarlo come un burattino.
Già il fatto che non gli permetta di toccarlo o di andare oltre, come stava per succedere quando l’ha seguito fino alla casa vicino al lago, è una buonissima cosa, perché se Jack gli consentisse di rifare ciò che facevano prima, la situazione sarebbe davvero disperata per lui. Non che non lo sia, eh, Akira lo ha completamente distrutto e sembra non volerlo lasciare in pace per il gusto di disturbarlo e ferirlo.
Ma del resto non è un essere umano…
Mi è piaciuto il momento in cui ha confessato a Larry che Akira lo aveva pedinato fino al suo rifugio, insomma, almeno non si tiene tutto dentro e ha un vero amico con cui confidarsi. Larry avrà anche i suoi limiti o difetti, ma è comunque un vero e sincero amico con lui, oltre che un collega fidato.
Mi è dispiaciuto quando Jack ha provato la sensazione di sentirsi escluso in casa di Larry, nonostante tutti provassero a coinvolgerlo il più possibile… purtroppo credo sia dovuto anche al fatto che vede Larry come una persona più realizzata di quanto non lo sia lui, sai, con una famiglia o comunque una relazione stabile.
E lui si sente fuori posto perché anche il suo ultimo innamoramento è stato un vero e proprio fallimento, visto l’elemento che gli è capitato a tiro.
E ora? In che senso Jack dovrebbe essere in pericolo? Questo stronzetto ora ha messo la pulce nell’orecchio pure a me, maledetto!
Non mi resta che scoprirlo il più presto possibile, sia perché sono preoccupata per Jack e sia perché questa storia pare sempre più complicata nonostante stia per finire…
E comunque quando vedo poliziotti nelle tue storie, ti giuro, non posso fare a meno di pensare agli SS ahahahahahahahahah! Sarei proprio curiosa di vedere la loro reazione di fronte alla storia di Jack XD
Okay, ora ti lascio e ti faccio ancora tantissimi complimenti, le tue storie sono magnetiche e mi coinvolgono irrimediabilmente ogni volta ♥

Recensore Master
24/08/22, ore 19:59
Cap. 6:

Ehilà, carissimo Old, guarda un po’ chi si rivede da queste parti! :D
Leggere di Akira che è uno sterco deambulante mi fa sempre girare i cinque minuti, anche perché mi sono affezionata a Jack e mi dispiace moltissimo vederlo soffrire per colpa di un esemplare che non si merita nient’altro che disprezzo.
Okay, ma andiamo con ordine…
Sono convinta che avesse ragione Larry a consigliargli di staccare un po’, anzi, sicuramente aveva tutte le buone intenzioni. Ma forse non è stata un’idea grandiosa quella di farlo stare da solo, perché appunto non ha avuto grandi distrazioni e soprattutto è stato esposto a una ricaduta bella grossa.
Però mi è piaciuto l’atteggiamento di Jack quando Akira è arrivato da lui e lo ha sorpreso. È vero che la turbolenta attrazione che prova è innegabile, ma non è nemmeno un completo idiota e ha ancora un minimo di amor proprio, o quantomeno di spirito di sopravvivenza.
Ha capito perfettamente che Akira è come una droga, e lui sta cercando di reagire come un tossico che sta provando in tutti i modi a disintossicarsi.
La sua reazione, il modo in cui lo ha fermamente respinto, il fatto che non si sia lasciato abbindolare dalle sue parole e che abbia subito capito che Akira aveva un secondo fine, beh… tutto questo è ammirevole, non è da tutti resistere alla tentazione di assumere la sostanza di cui sono dipendenti.
Certo, gli fa male, dannatamente male, ma ora ha potuto dimostrare a se stesso di aver fatto un passo avanti, di avere dentro sé la forza per reagire e riprendere in mano la sua vita.
Rimarrà segnato da questa esperienza, ma forse può trovare il modo per superarla, nonostante tutte le ferite che continuano a pulsare dentro di lui.
Sai, mi dispiace troppo per lui, e anche se non voglio parlare come Akira, mi era mancato. È trascorso decisamente troppo tempo dall’ultima volta che ho letto su di lui, e ho realizzato solo ora quanto mi fosse mancato e quanto fossi preoccupata!
E, per non farci mancare nulla, arriva il momento stupido della mia recensione – sennò non sarei io AHAHAHAHAHAHAHAHAH!
Quando hai descritto la scena di Jack che spacca la legna, nella mia testa si è dipinta la scena di Celentano che taglia la legna ne “Il bisbetico domato” XD
La minchiata l’ho detta pure stavolta, quindi ora ti lascio in pace e spero di passare al più presto a leggere anche i prossimi capitoli di questa splendida storia! :3
Alla prossima ♥

Recensore Junior
08/05/22, ore 10:19
Cap. 8:

Eccomi giunta alla fine della storia. Allora, ci sono parecchie cose da dire: la prima, scrivi davvero tanto bene, sia come costruzione dei capitoli che come lessico e come scelta di certe immagini. La seconda, Akira: personaggio alla fine pieno di luci ed ombre... Ragazzino ricco e annoiato che "gioca" a fare la puttanata, a fare il criminale, a rivestire tanti ruoli in realtà per compensare un vuoto: quello di non credere che al mondo ci sia qualcosa di buono a cui valga la pena affezionarsi. Akira sembra uno di quei giovani che si danno agli sport estremi perché solo nel pericolo hanno un po' di consapevolezza di essere vivi e perché amano sfidare la vita ogni giorno. Akira oggettifica gli altri, ma perché prima di tutto oggettifica se stesso: incontrare un uomo che non ha tenuto le distanze e che anzi si è innamorato, nonostante i continui giochetti di manipolazione, deve essere stata per lui un'esperienza sorprendente. Così sorprendente da fargli scoprire che forse esiste al mondo almeno qualche persona che merita di essere salvata. Ed infatti è ciò che fa: sceglie di salvarlo. Bellissima la poesia sull'accendino e anche la riflessione sul fatto che forse Akira non provava odio per quell'antenato di 19 anni ma magari solo un senso di tristezza e di invidia per degli ideali che lui non riusciva ad avere. Complimenti ancora.

Recensore Junior
05/05/22, ore 21:33
Cap. 5:

Ok, mi rimangio ciò che ho detto su Akira.
Con questo capitolo si guadagna il posto di personaggio super-interessante. È un manipolatore assurdo, sì, e veramente feroce nel colpire dove sa che farà più male... però il suo manipolare non viene da un calcolo freddo ma in realtà da un odio profondo verso un padre che forse non ha mai saputo guardarlo come qualcosa di diverso da ciò che desiderava che diventasse. Il suo gusto di portarsi a letto le persone potenti, che credono di avere il mondo ai piedi, e dimostrare a questa gente di poter fare di loro ciò che vuole solo grazie alla sua bellezza è un modo per esprimere quella rabbia...Rabbia forse non così lucida e non così ben gestita, in verità, altrimenti non avrebbe spiattellato tutto in faccia a Brooks reagendo alla prima provocazione. C'è qualcosa di infantile in Akira (come infatti Brooks gli fa prontamente notare) che però lo rende psicologicamente molto realistico e a suo modo profondamente umano.
Il sospetto che fosse lui l'autore del furto un po' mi era venuta...ma avevo pensato a tutt'altre ragioni, dunque ottimo colpo di scena.
Ho trovato, alla luce di questo capitolo, anche molto più interessante il suo rapporto con Brooks: ad Akira piace far uscire da una zona di sicurezza gli uomini che gli sembrano "integerrimi", "per bene", per dimostrare a se stesso che non ci sono persone da salvare, che tutti possono essere odiati alla stessa maniera.
Poi non so se il seguito della storia mi smentirà di nuovo, vedremo.
(Recensione modificata il 05/05/2022 - 09:36 pm)

Recensore Junior
03/05/22, ore 16:38
Cap. 4:

OK, come ti avevo promesso sto leggendo una tua storia e...sono già giunta al capitolo 4. Brooks è indubbiamente un personaggio falsamente solido, un finto sicuro molto più vulnerabile di quel che si crede e che si illude di avere un controllo che non ha, e non solo per quello che accade in questo capitolo. Non ne ha fin dal primo incontro con Akira, non ne ha nella sua relazione con collega, non ne ha nei suoi stessi pensieri. Sembra quasi una persona che ha scelto di fare lo sbirro proprio perché quel ruolo comporta il mantenerlo, il controllo. Controllo sulle proprie emozioni, sulla rabbia, sul desiderio. Akira invece è matto: matto come un cavallo matto, ma spaventosamente lucido e con un gusto quasi sadico non tanto nel buttarsi in relazioni perverse quanto nel giocare a manipolare gli altri, a legarli con i suoi fili e farne le sue marionette. Nella loro relazione, Brooks non ha avuto il coltello dalla parte del manico nemmeno per mezzo minuto e l'incitamento alla violenza secondo me è stato solo lo strumento del giovane giapponese per rimarcare il suo potere, uno modo di dire che è lui a decidere anche se e come far perdere il controllo agli altri.
Ah, dubito che Brooks ami Akira. Brooks ama "il miraggio di se stesso insieme ad uno come Akira" e quando gli viene fatto notare mette la testa sotto la sabbia. Ma questa è un'opinione personale a pelle.
E tuttavia, per quanto io apprezzi il buon senso di Taylor, quando Brooks gliele ha cantante per quella sua uscita grettamente omofoba e sessista avrebbe meritato una standing ovation. A presto.

Recensore Junior
22/07/21, ore 09:53
Cap. 8:

Eccomi qua caro Old, giunta alla fine di questa storia! Ci ho messo più del previsto perché son stata acciaccata questi giorni per via del vaccino, ma ora è todo passato e finalmente ho potuto finire questa storia anche se è sempre un po' un peccato dire addio ai tuoi personaggi.

Rispetto all'inizio la storia ha preso una piega per me molto inaspettata: devo ammettere che mi ero fatta tutta un'altra idea di Akira, immaginandolo un "villain" più sottile, un po' più ambiguo anche nel suo rapportarsi a Jack (pensavo che la farsa sarebbe durata fino alla fine, per capirsi, con questo gioco sottile di lui che non si mostrava mai del tutto per quel che era), invece il trucco si scopre abbastanza presto, la botta è talmente forte che Jack si snebbia e forse la rabbia lo aiuta a disintossicarsi (ma poi del tutto?), a guardare quel ragazzo da cui era stato tanto sconvolto con altri occhi. Però. Però proprio perché tu non sei banale e non scrivi personaggi piatti privi di sfumature ci regali un twist finale che ci lascia con un interrogativo: chi era veramente Akira? La putain d'alto bordo macchinosa fino all'ultimo o qualcuno che forse, e forse per la prima volta, qualcosa di autentico l'ha provato? E non potrebbe alla fine essere stato tutto, sia il ragazzo di cui Jack si era innamorato e che alla fine meritava il suo amore, sia un pericoloso criminale che non avrebbe meritato fiducia? Io apprezzo sempre le personalità grigie, quelle che rimangono sempre un po' un'enigma, che non puoi leggere fino in fondo: credo che nessuno di noi sia mai definibile al 100% e quando leggo mi piacerebbe trovare quest'ambiguità perché neanche nei libri le cose dovrebbero essere sempre chiare e definibile, a mio parere, non se sono umane. Tutto questo per dire che ho molto apprezzato il gesto finale di Akira, che non è che faccia scordare quello che ha fatto, ma lo rende un personaggio più sottile e controverso, più interessante e ambiguo di quel che poteva apparire, e ci fa provare per un momento una forte commozione (l'accendino, l'antenato samurai... mi ha molto colpito quella parte).
Un ultimo commento per Larry, che è un side-character che mi ha trasmesso proprio una sensazione di lealtà e bonarietà; Jack è stato molto fortunato ad averlo come amico. 
È stata anche questa una storia bella da leggere e di cui ti ringrazio come al solito. Scusami se non mi sdilinquisco un po' di più (ce ne sarebbero di cose da dire), ma sono ancora un po' acciaccata e sto recensendo a freddo, spero di essere comunque riuscita a trasmetterti il mio entusiasmo -- oltre il mio spudorato fangirlismo nella scorsa recensione xD

Un abbraccio e a presto,
Prim

Nuovo recensore
17/07/21, ore 12:37
Cap. 8:

Eccomi qui, finalmente ce l'ho fatta! Sono felice di poter commentare l'ultimo capitolo di questa storia in maniera più seria, soprattutto perché è stata una storia che mi ha fatto molto riflettere, dall'inizio alla fine. Mi ha preso sin da quando, nel primo capitolo, si vede il distacco tra il Jack del Daddy's e il Jack poliziotto modello. Mi fa notare quanto complessa sia la natura umana, quanto mutevole, quanto ambigua. E quanto siano in pochi a mantenere sempre la stessa facciata integerrima, ad avere sempre quel carattere forte che persiste anche con una certa testardaggine dall'inizio alla fine. Anche se i personaggi sono pochi, sono tutti sfaccettati in maniera eccezionale, a partire dal protagonista fino ad arrivare ad Akira, lo stronzetto, così come lo chiamano. In realtà, Akira è molto più complesso di quanto possa dare a vedere. Il fatto che lui non abbia avuto traumi per abbandonarsi alla prostituzione suscita molto più domande: sicuro che lo faccia solo perché gli piace? Non c'è altro dietro? Mafia, forse? Ed ecco che qui il dado è tratto, e non si può tornare indietro. Forse lui non torna indietro, forse lui va avanti: ecco perché muore salvando Jack, ecco perché replica le gesta di suo nonno. In fin dei conti, la fine che ha fatto è la medesima: un suicidio, una morte che sa molto di "dulce et decorum est pro patria mori" (preso dal greco ἢν μὲν γὰρ ἐθέλωμεν ἀποθνήσκειν ὑπὲρ τῶν δικαίων), almeno per suo nonno, mentre, se mi permettete di modificare e rendere anacronista la lingua latina, direi "pro Jack mori", perché quello che fa Akira è sostanzialmente questo. Forse a Jack ci teneva davvero, forse non lo ha fatto solo per ottenere favori, ma perché forse, in una sorta di buio inconscio, lo amava. E, anche dopo avergli rovinato l'esistenza buttandogli contro le peggio offese, ha conservato nei suoi riguardi una certa premura, come a volerlo difendere contro i tizi con cui lavora. Bei pezzi grossi, spacciatori di droga, che hanno contatti internazionali, che portano alla fine della trama principale della storia, quella tendente al giallo-mistero. Proprio in quest'ultimo capitolo, che di lacrime me ne a causate (e tante) si vede il carattere dei personaggi nella forma più pura, mostrandoceli come figure sì positive nel senso di "Purezza delle azioni" ma non esenti dai difetti che hanno. Di Larry, la mamma - che adoro - ho già parlato in abbondanza attorno al capitolo quattro circa, ma sono felicissima che in realtà si sia rivelato un ottimo amico per Jack. Resta comunque la persona che, dopo la morte di Akira, lo ha salvato, lo ha aiutato, gli ha permesso di andare avanti, e persino il ragazzino nel bar se n'è reso conto. Pensa che se Larry non fosse etero mi sarebbe già partita la ship tra lui e Jack, ma questi sono pensieri da Pseudo Fangirl che terrò per me xD. Poi abbiamo Akira, l'idolo quasi mitologico orientale capace di far perdere la testa e il controllo a Jack. Persona che mi andrebbe da definire elegante e felina negli atteggiamenti e nei modi, sprezzante come una serpe in alcuni momenti e preoccupato come un amante in altri. Ambiguo, ma questo lo abbiamo capito tutti, stronzetto, un bel po', ma anche dallo spirito eroico, da salvatore, forse un lato di sé che stenta a mostrare o di cui addirittura si vergogna. Perché, quando sei tra i potenti e devi assecondarli, forse non ti è permesso cacciare fuori il vero te, e lo fai semplicemente per amore, un sentimento di cui lui stesso si è reso conto troppo tardi. Perché l'amore, l'attrazione, possono creare due reazioni completamente diverse: o l'errore e la pazzia, come accade per Jack, o il sacrificio e la bontà, come succede alla fine per Akira. Tra tutti i personaggi, Jack è stato quello con cui più sono entrata in contatto a livello di pensiero e umanità: quel che posso dire è che è davvero un pezzo di pane, capace di amare profondamente e di trasportarlo sia nelle azioni che nella fisicità, come ha fatto con Akira. I suoi sentimenti sono limpidi, sono puri, provati dal profondo di un cuore stanco, un cuore che a un certo punto viene squarciato e si impegna a guarire da tutte le sue ferite, spesso concentrandosi molto sul lavoro o sulla solitudine che, a mio parere, gli fa molto più male di quel che si creda. In generale, questa storia mi lascia molto a riflettere sull'identità umana, sui valori non da tutti condivisi, sui caratteri, sull'amicizia, sulle relazioni interpersonali: oltre ad avere un'ottima dose di suspense unita a uno stile importante, che mi ha fatta appassionare, è stata anche una riflessione sulla vita e sulle persone che ci circondano. Continuerò sicuramente con le tue storie, Old, dato che questa mi ha preso tantissimo e mi definisco innamorata del tuo modo di scrivere. Alla prossima, perché sicuramente sarà un arrivederci!

Nuovo recensore
13/07/21, ore 15:20
Cap. 7:

Rieccomi ^^ (sì, oggi avendo il pomeriggio libero e animata da grande curiosità mi sono decisa a recensire tutta la storia fino alla fine). Ora le cose sono doppiamente interessanti: Akira (guarda un po’) coinvolto in azioni mafiose e in corse clandestine. Mi sembra molto che il giapponesino stia giocando ad “A lupo, a lupo!” dato che è praticamente impossibile capire quando dice la verità e quando dice una bugia. È particolarmente preso da Jack in tutti i sensi: lo tormenta, cerca di corteggiarlo, cerca di farlo cedere... eppure, Jack ha dimostrato perfettamente come tenergli testa senza perdersi in effusioni che lui stesso, a mio parere, riterrebbe patetiche. Ad Akira piace ferire le persone, e che ora lo stia facendo o meno, per Jack poco importa: lo ha ferito, lo farà di nuovo probabilmente, è addirittura un criminale, cosa può volere da lui? Un altro ottimo capitolo, stavolta ti menziono che le mie reazioni mentre lo leggevo erano da tifoseria calcistica: urlavo, imprecavo, mi mettevo le mani nei capelli... insomma, un bel po’ di cose. Ci vediamo tra poco sotto il capitolo finale, perché sono davvero curiosa di capire questa faccenda come si chiuderà.

Nuovo recensore
13/07/21, ore 14:54
Cap. 6:

Eccomi qui ^^
Questo capitolo è stato un insieme di suspense e non so che altro: l’ho adorato per come, dopo la prima parte che ispira normalità, con Larry e la sua famiglia, ci sia la seconda in cui Jack si ritrova solo, a riflettere su quanto dolore provi dalla sparata di Akira. E dico “sparata” perché Akira gliene ha dette di cose brutte. Sapevo che sarebbe tornato da Jack, me lo sentivo, e per un attimo ho temuto che potessero di nuovo abbandonarsi al piacere insieme. Invece, Jack dice di no: si oppone a questo atteggiamento di Akira che lo bacia, gli pizzica i pantaloni e quant’altro. Si oppone a questo suo gioco, questo suo mordere la felicità per poi semplicemente... andarsene, buttarlo via come un ferro vecchio. Jack non è un povero sbirro come Akira crede, ha molti valori dentro di sé, ed è anche consapevole dei rischi. Ho adorato la metafora del panino e del veleno, di indicare il desiderio come una fame disperata, perché è come se Jack non mangiasse da giorni e ne avesse sia paura che bisogno. Sono convinta che Akira farà qualcosa al nostro Jack per ridurlo così all’inizio del romanzo, ma tutto è imprevedibile questa storia, e cercherò di essere il più veloce possibile pur di continuarla. Salute a te, sempre complimenti per il capitolo ^^

Recensore Junior
11/07/21, ore 10:53
Cap. 4:

Mio caro, caro Old, cosa combini al mio povero cuore... parto subito col dire che sono piacevolissimamente sorpresa da questa storia, un'altra delle tue che mi ero segnata e che ora finalmente, quasi in odor di fiere, ho potuto cominciare a leggere. Sorpresa perché finora in effetti, mi sono resa conto, non ho letto cose tue in cui ci fosse dell'erotismo esplicito. Ho iniziato con Il Lupo di Hudach, son passata per fantasy, horror e noir, ed è vero che c'erano parti dedicata alle relazioni personali, ma erano più sullo sfondo, non esplicite nelle scene sessuali, anche perché non avrebbero avuto senso per la trama, mentre qui trovo un eros forte, bellissimo, controverso e reale, che ci fa scoprire i personaggi e si lega a doppio filo con la trama. Io vado matta per queste genere di cose *___* Sono una lettrice (e scribacchina) molto onnivora, leggo davvero di tutto, ma ammetto che ciò che mi ha avvicinato ai siti di scrittura online o ai fandom è trovare storie che esplorassero relazioni, anche dal punto di vista fisico, come molti libri non fanno spesso o comunque lo fanno con certe pruderie (non tutti possono essere Walter Siti, in fondo) oppure seguendo certi dettami commerciali del genere (romance o dir si voglia, la cui produzione infatti non mi trova granché per gli stereotipi che la costellano). Ho scoperto negli anni tanti autori bravi negli archivi online, pure meglio di certi pubblicati, e tu sei sicuramente uno di questi, in grado di scrivere scene anche molto forti con un'eleganza e una precisione che levate proprio (tiro fuori il romano che è in me, toh! Conseguenze di leggere quest'ultima scena di Akira e Jack ^^')
Ma parlando proprio della storia: bella, bella, mi sta proprio appassionando, infatti ti lascio questo commentino svolazzante qui per dirti che son molto presa da tutta la situazione e dai due personaggi principali. Son proprio quel genere di dinamiche che mi affascinano: Akira è pericoloso, il buon vecchio Larry, che ha fatto il passo più lungo della gamba e che però ci ha visto giusto, lo sa e anche Jack in fondo lo sa. Trovo indicativo come si sia sentito una volta finito il loro "gioco", con la paura di aver scoperto un lato di sé che non conosceva e di cui si rende conto di non aver controllo. Quello che dice Akira alla fine è altrettanto indicativo. A volte ci vuole coraggio per essere se stessi, è vero, e può fare anche molta, tantissima, paura. 
Ti farò una domanda che sembrerà non c'entrare un cavolo ma in realtà c'entra: tu hai mai visto Hannibal? La serie TV con Mad Mikkelsen. Forse non sei tipo da serie, ma in caso te la consiglio, seppur non ultimata (ma forse la continueranno) perché penso che la troveresti affascinante, l'interpretazione di Mikkelsen nei panni di un Hannibal elagntissimo e letale che assembla i suoi cadaveri come opere d'arte è spettacolare, l'atmosfera, le immagini è tutto accurato ed evocativo, e c'è un subtext omoerotico tra Hannibal e il detective che lo affianca, lo caccia senza saperlo e poi gli cede, un subtext alla fine manco così latente (e forse è proprio per questo la serie è stata cancellata) che non può che suggestionare. Per certe cose questa storia mi sta ricordando questa serie, nonostante ripeto nella serie non ci sia niente di esplicitato, ma l'atmosfera è quella: l'abisso in cui cade il poliziotto integerrimo è lo stesso e riverbera il tema della scoperta della verità del proprio essere, che può essere spaventosa a guardarsi.
Mi ripeto ma bello, bello, bello. Cercherò in questi giorni di centellinare la lettura, ma probabilmente non resisterò e appena avrò un paio di ore libere finirò la storia in un baleno (ma perché scrivi storie così brevi?! per me che scrivo poemi eddiani sono troppo striminzite xD), quindi mi sentirai molto presto.

Un caro saluto come sempre e buona domenica ^^
Prim 

Nuovo recensore
09/07/21, ore 15:26
Cap. 5:

Akira è uno stronzo. Posso dirlo? Ah, non posso? Questo capitolo mi ha causato non poche lacrime, dico davvero: anche se me l’aspettavo che Akira fosse una puttana – come lui stesso si definisce, termine a mio parere più che giusto – la narrazione è stata devastante. E lo è stata soprattutto per un motivo: Jack. Vedere il suo personaggio a veli scoperti mi ha lasciata molto empatizzare con lui, col suo modo di essere, mi ha fatto capire quanto alla fine sia un uomo di buon cuore. Un uomo che anche se si è lasciato andare sessualmente vedeva i sentimenti prima di ogni cosa. Così è stato la prima volta con Akira e così è andata sempre per le sue delusioni amorose precedenti. Ho amato Larry in questo capitolo, perché, nonostante le riflessioni pseudo omofobe (alla fine non volevano esserlo) del precedente ci tiene davvero a lui, per questo ha deciso di informarsi. E ha fatto bene, poiché nella sua premura ha dimostrato anche una grande bontà e un enorme affetto per il suo amico. Le dinamiche tra Jack e Akira mi sono piaciute ancora di più: sono rudi, violente, e Akira è un emerito stronzo. Fa le cose solo per il gusto di farle, non prova sentimenti sinceri, anche se è ricco sfondato non si sottrae alle sue voglie vergognose. E le chiamo vergognose perché prendere in giro una persona buona come Jack non è altro che da esseri molto perversi, e non in senso sessuale. Nel suo personaggio ho visto il piacere tratto dalla sofferenza, non di sé quanto delle altre persone, e Jack purtroppo è tra queste. Lui che si è sentito umiliato in quanto poliziotto, in quanto amante (Akira non si è risparmiato il “so fingere” a livello fisico) e soprattutto in quanto uomo. La sua bontà che viene definita “idiozia” da Akira è onorevole, e la scena in cui il puttanello gliela rinfaccia è da brividi. Questo è un capitolo perfetto sotto tanti aspetti: oltre a essere narrato bene sa evocare benissimo tutte le emozioni. Rabbia, disgusto e anche una certa paura nei confronti di cosa Akira sia capace di fare sono ciò che personalmente ho avvertito di più. Ho avvertito una forte stretta al cuore, un eterno pensare che Jack non si meritasse ciò e spero quindi che possa riscattarsi, possa ottenere una sorta di vendetta o comunque giustizia. Se fossi lì lo abbraccerei. Ottimo capitolo, come sempre, ma a questo attribuisco un valore aggiunto per il pathos generale. Alla prossima ^^

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