Recensioni per
Seven Years
di Kim WinterNight

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/03/21, ore 13:06
Cap. 1:

E per la serie "cose che avevo segnato da recensire a novembre 2020", ECCOMI ANCHE QUI!
Che disastro... praticamente te le sei dimenticate pure tu queste storie AHAHAHAHAHAH XD
Woooooaaaah sono sorpresissima di questa nuova ("nuova" si fa per dire) shot nella serie, te lo giuro! Perchè, quando è uscito il contest di Dark Sider, non avevo assolutamente pensato che avresti potuto partecipare con Rachel e il suo mondo, anzi, pensavo che non avresti partecipato affatto al suo contest! E invece rieccola: sempre lei, sempre un'anima dannata e ripudiata da tutti, che ormai non ha più niente da perdere ed è caduta talmente in basso da commettere un omicidio dietro l'altro senza darci troppo peso. Devo dire che è una storia molto allegra da recensire dopo quella di Faith e Jason di poco fa AHAHAH!
Ma oggi va così, ho voglia di drammatico - non sia mai che tutto questo angst mi dia la spinta per tornare a scrivere con costanza della serie Needles, visto che ho un triliardo di idee, e visto che adesso sono diventata la mamma ufficiale (?) di Ives non posso più abbandonare il mio bimbo al suo destino u.u
Ma tutto questo con la tua storia non c'entrava niente in realtà XD
Mi è piaciuto tantissimo questo momento di introspezione di Rachel, da cui traspare una rassegnazione assoluta. Ormai non è nemmeno più arrabbiata, irata, non se la prende più con nessuno: ha accettato di aver perso Everett per via delle regole della sua specie, ha accettato anche di essere stata ripudiata come angelo per la sua ribellione, ha smesso - forse - anche di provare qualcosa mentre commetteva quegli omicidi nei confronti di poveri innocenti. Non che prima si sentisse in colpa o provasse qualcosa di preciso, ma a spingerla ad agire cpsì era il desiderio di sfogarsi, di prendersela con qualcuno per la fine che era toccata all'unico umano in grado di entrarle nel cuore, e forse lo faceva anche un po' per dispetto nei confronti del suo regno. Ma, qualsiasi cosa faccia, alla fine nulla riporterà indietro Everett e nulla la salverà da quella specie di limbo in cui si è addentrata, in cui non fa parte di nessun mondo: né quello umano, né quello angelico.
Mi è piaciuta tantissimo anche l'atmosfera che sei andata a creare tramite le descrizioni del paesaggio e delle condizioni atmosferiche: è tutto molto cupo e triste, perfettamente intonato ai pensieri di Rachel. Sai quanto sono fissata con le atmosfere ultimamente - sia per quanto riguarda le storie che per quanto riguarda le canzoni XD - e questa shot è pregna di atmosfera angst, dark e chi più ne ha più ne metta!
Complimenti davvero! Diciamo che sono LEGGERMENTE in ritardo per augurarti buona fortuna per i contest, ma so che entrambe le guidici hanno apprezzato e sono davvero felicissima di questo *-*
Alla prossimaaaaa (storie più dadate di questa, se si escludono quelle cose tipo "Il compleanno di Sako" o "If I'll Be Yours", non dovrei averne, quindi d'ora in avanti non ti riporterò più fuori cose di cui ti eri dimenticata XD) ♥

Recensore Junior
07/03/21, ore 19:52
Cap. 1:

2/2 recensioni premio

Vedo sovrannaturale e corro. Non credevo che scrivessi in questo genere, ma sappi che mi è piaciuta la storia. Certo, come dici tu non è chissà cosa, alla fine è un monologo, ma è lo stesso molto bello e con del potenziale. Penso di andarmi a cercare le altre storielle, perchè Rachelle ha una storia interessante.
Ho adorato la citazione a Nietzsche, inserita in un modo così bello. Sono subito entrata in sintonia con Rachelle, la sua depressione esistenziale credo che sia una sorta di risposta legittima all'immortalità. Credo che se mai esistesse un essere vivente senziente avrebbe lo stesso atteggiamento!
Comunque io ci conto in altre storie su Rachelle, è veramente "carina", anche se credo che assomigli più ad una arpia.

Recensore Veterano
30/01/21, ore 19:02
Cap. 1:

V POSTO (PARIMERITO) / “Seven Years”, Kim_ – 53,5/60

Grammatica e stile: 19,5/20 (15 + 4,5)

Il testo è praticamente immacolato, con solamente qualche sottigliezza che mi permetto di segnalarti, le quali però non costituiscono veri e propri errori degni di detrazione punti. Ti faccio dunque i miei complimenti, è stato un piacere leggere una storia così ben curata dal punto di vista grammaticale e stilistico.
“Rachel si sentiva smarrita senza di lui, come se quel ragazzo in pochi secondi in cui le loro labbra si era sfiorate le avesse dato la ragione, la saggezza, l’amore che non avrebbe mai potuto trovare in tutto l’universo.” -> “nei pochi secondi” e “si erano sfiorate”
“Il vento increspava sempre più forte le piume vermiglie delle sue ali spiegate […]” -> è più corretto dire “Il vento sempre più forte increspava le piume vermiglie delle sue ali spiegate”
Inoltre ti consiglio di scegliere un unico metodo per scrivere i numeri – in questo caso il 21 ottobre – perché le due date presenti nella storia sono scritte prima in numero e poi in parola, creando un minimo elemento di stonatura.
 
Per quanto riguarda lo stile, è stato molto scorrevole, con diverse frasi veramente evocative che hanno creato uno scenario nitido e suggestivo. Trovo che sia stato il modo perfetto per descrivere i sentimenti e i pensieri in subbuglio di Rachel, in quanto riesci a far percepire una certa distanza tra lei e il mondo che la circonda, sia perché è un essere sovrannaturale sia perché ha preoccupazioni ben maggiori che starsene a osservare il panorama.
È proprio parso come se ci fosse una barriera ben netta tra l’ambiente mozzafiato e i ricordi dolceamari, e a ogni menzione di un qualsiasi elemento corrisponde un’associazione al passato con Everett, spesso attraverso analogie o somiglianze. Citi la pioggia e il discorso vira subito sulle lacrime che Rachel è comunque incapace di versare; il mare in tempesta le ricorda del suo essere immortale; i colori autunnali le riportano alla mente le credenze inutili degli esseri umani, che si concentrano sugli aspetti sbagliati della vita.
È tutta una serie di contrapposizioni molto ben fatte e accostate in maniera intelligente e coerente con quello che è lo scorrere dei pensieri di Rachel, e il risultato è un testo a tratti poetico, con dei toni di sottofondo tragici e malinconici, e un’aria di inevitabilità e spaesamento che cattura dall’inizio alla fine.
 
Trama e originalità: 9/10

La trama della storia è ben solida e sviluppata; sebbene si tratti prevalentemente di un momento di introspezione, molte delle riflessioni della protagonista vanno ad ampliare l’universo creato in maniera astuta e originale. Tutti i dettagli e le spiegazioni che servono per comprendere appieno il testo non sono gettate a raffica una dopo l’altra, ma vengono rivelate passo dopo passo da Rachel stessa, e sono strettamente legate agli attimi più emotivi con cura e precisione.
L’unica cosa che inizialmente non avevo capito era il motivo per cui gli angeli si fossero rivoltati contro Rachel quando questa aveva adempito al suo compito di uccidere ogni essere umano che scoprisse la sua vera natura. Poi però viene spiegato come non sia stato quell’omicidio, ma tutti gli altri che ne sono seguiti ad averla condannata a una vita di solitudine assoluta, e questo pone anche le basi per un ipotetico discorso sulla moralità di tali creature e il significato che la scelta di Rachel di abbandonare il modo di vivere della sua specie comporta.
In generale, l’intera storia si basa su questo potente sentimento di perdizione e malinconia, e l’emotività con cui descrivi ogni pensiero di Rachel porta inevitabilmente a fare il tifo per lei nonostante tutto, sebbene la causa del suo malessere sia proprio se stessa. Leggere le sue considerazioni su come abbia ceduto alle convenzioni degli angeli solo per perdere tutto ciò che la rendeva ancora umana è stato straziante, e i crimini che da sette anni sta compiendo fanno inorridire solo fino a un certo punto, perché è molto facile comprendere il suo dolore e la sua apatia verso il mondo.
In realtà mi ha molto stupita leggere nelle note che si tratta di un personaggio appartenente a un’altra tua storia, perché questa è stata più che comprensibile da sé e questo mi fa ha fatto ovviamente molto piacere, in quanto non ho notato elementi mancanti o passaggi incomprensibili. Tutto ciò che c’è da sapere per apprezzare un tale momento è presente nel testo, e so che questo può non risultare facilissimo per l’autore, dato che ovviamente conosce tutti i retroscena e deve sforzarsi di ricordare per filo e per segno cosa sia presente in un determinato scritto piuttosto che in un altro, in modo da non far sovrapporre le informazioni ma neanche darle involontariamente per scontate.
Un altro aspetto che ho apprezzato particolarmente è stata la descrizione della stagione autunnale; in diversi punti viene mostrato l’ambiente che circonda Rachel e, sebbene lei non presti attenzione, per il lettore è motivo di grande atmosfera e si può cogliere anche una sottile ironia, come se il tempo stesso fosse in sintonia con l’animo lacerato della protagonista.
L’unica pecca in una storia altrimenti perfetta riguarda l’originalità, e in particolare mi riferisco alla frase di Nietzsche; se dovessi contare tutti i libri che l’hanno messa come incipit e tutte le storie che l’hanno utilizzata come spunto probabilmente starei qui per una settimana. Mi rendo conto che sia forse una riflessione altamente personale, ma l’ho letta veramente così tante volte che il solo vederla di sfuggita mi fa alzare gli occhi al cielo invocando pietà.
Non ho tolto un grande punteggio complessivo perché è stata inserita in modo consono e ha avuto un significato inerente alla situazione, sia simbolico che letterale, però credo davvero che se ne abusi in maniera sconcertante, quando ci sono in giro molti altri pensieri più inediti che vale la pena di sviscerare.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 8/10

Rachel è il tipo di personaggio che a me piace particolarmente, ovvero quella sorta di antieroe dal carattere grigio che da un lato compie atti non esattamente morali o legali ma dall’altro ha una storia talmente tragica alle spalle che non può sorgere un minimo sentimento di comprensione e riconoscimento.
Credo che qui sia ben caratterizzata, sia per quanto riguarda la sua storia e quello che le è accaduto sia le sue fortissime emozioni mentre prosegue una vita vuota e priva di compagnia. Il momento che hai scelto di narrare le permette sicuramente di essere il fulcro di tutta la faccenda, ed è stato molto interessante scoprire sempre più dettagli sul suo passato, che l’hanno delineata come una personalità forte e fragile allo stesso tempo. All’inizio, ad esempio, quando dici “Everett se n’era andato esattamente sette anni prima – lei l’aveva ucciso sette anni prima – e non riusciva a dimenticarsi di lui” sono subito stata catturata perché ero veramente curiosa di scoprire tutte le sfaccettature e i retroscena, e sicuramente non mi hanno deluso affatto. Al contempo, però, mi ha stupito vedere come non si trattasse di una storia di vendetta o follia, ma un amore travagliato finito nel modo peggiore, e questa situazione imprevedibile ha posto Rachel sotto una nuova luce, evidenziando il suo spirito combattivo ma instabile.
Le rivelazioni circa la sua natura e le sue scelte sono state una più accattivante dell’altra e in generale è una figura talmente complessa e colma di così tante emozioni prorompenti che alla fine non si nota nemmeno il fatto che sia effettivamente l’unica protagonista in scena. Davvero, nonostante la storia non sia lunghissima mi sono affezionata molto a Rachel, e spero che in futuro contemplerai l’ipotesi di darle una seconda possibilità con un altro essere umano che possa sollevarla dal baratro in cui è caduta.
Su Rachel, quindi, nulla da dire, è stata un’eroina peculiare e inaspettata ma altresì valida e piena di cose da dire e storie da raccontare. Una grande mancanza però è stato invece il personaggio di Everett. Capisco che possa esistere solamente sotto forma di ricordo, ma mi sarebbe piaciuto leggere qualche caratteristica in più su di lui, dato che deve avere avuto sicuramente qualche qualità di nota per attirare l’occhio di un essere sovrannaturale. Oppure una reazione precisa nel vedere la sua amata rivoltarglisi contro, e questo avrebbe sicuramente potuto creare una scena d’effetto con Rachel che ricorda la sua espressione, per esempio, o altri dettagli sulla loro relazione.
Questa è l’unica parte della storia che risulta un po’ confusa, perché non si conosce veramente niente su di lui e sul rapporto che i due avevano prima del fatto tragico e, dato che Everett è ciò che occupa gran parte dei pensieri di Rachel – specialmente durante l’anniversario della sua morte –, sarebbe risultato assolutamente in linea con il resto mostrarlo con un po’ di più di nitidezza.
 
Utilizzo del pacchetto: 7/8 (2 + 5)

Il sentimento presente nel tuo pacchetto era “solitudine” e direi che trasuda da ogni singola parola di questa storia. Rachel, allontanata dalla sua gente e temuta dagli esseri umani è veramente l’emblema di quest’emozione, dato che non riesce – né, almeno per il momento, vuole – integrarsi in una comunità, non quando il suo amato è perduto per sempre.
È abbastanza triste pensare a come il voler essere accettata dagli altri angeli sia passato in secondo piano non appena Everett è morto, spingendo Rachel a essere considerata una ribelle, finendo in una situazione non poi molto diversa da quella che avrebbe provato se avesse scelto di non uccidere il suo amato andando contro i principi della sua gente… alla fine viene ripudiata dai suoi simili invano, e questo è un paradosso davvero drammatico e che, in tutta sincerità, mi ha fatto stringere il cuore.
Il prompt invece era “maledizione” e si è percepito in maniera minore, in quanto qui viene intesa come una sorta di auto-condanna, una maledizione che nasce dalle azioni della protagonista, ora costretta a vivere per sempre in solitudine, e secondo me il significato di base della parola è stato perso leggermente. O forse la maledizione che intendevi tu è proprio l’immortalità di Rachel che la condanna a rimanere da sola per l’eternità…
Ritengo che ci siano un paio di spiegazioni plausibili da ricercare nel testo – e in ogni caso una sua presenza di fondo si percepisce – ma il concetto non viene esattamente chiarito, e mi farebbe piacere sapere quali siano state le tue intenzioni iniziali.
 
Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo, genere dark.
 
Gradimento personale: 8/10

La storia mi ha intrigata davvero tanto, e sono ora curiosissima di andare a leggere le altre fic che vedono Rachel ed Everett protagonisti. Ho il sospetto che mi causeranno altro dolore, dato il loro finale tragico, ma ogni tanto bisogna anche ferirsi con un bel racconto drammatico che punta dritto al cuore.
Nel frattempo ti dico che questa storia è aggiunta alle ricordate perché mi ha colpito in maniera molto positiva e mi fa piacere che abbia potuto essere sviluppata anche grazie all’input dato da questo contest.
Ancora complimenti per la bella idea e spero senz’altro di avere presto ulteriori occasioni di leggere e valutare i tuoi scritti!

Totale: 53,5/60

Recensore Master
25/01/21, ore 16:50
Cap. 1:

Settima classificata al contest "Darkest fantasy II edizione"

Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun errore, complimenti!

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere fluido e diretto, con frasi incisive e non troppo lunghe. Questo ha contribuito a rendere la lettura molto scorrevole e piacevole, anche grazie alla padronanza del lessico e all’utilizzo di termini vari e sempre adatti al concetto che stai esprimendo. La brevità delle frasi, povere di subordinate, ha permesso di donare al testo immediatezza e, di conseguenza, ha permesso al lettore di entrare subito nella mente del personaggio e di poterne cogliere immediatamente i pensieri e i tormenti. Il lessico non si avvale di termini ricercati, ma non per questo risulta semplicistico o poco curato, anzi: esso ben si adatta al personaggio da te presentato e al flusso di pensieri che costituisce l’intero racconto. Un linguaggio più aulico avrebbe reso il testo meno realistico e più artificioso. La punteggiatura è vari e utilizzata sempre in maniera appropriata; la predilezione per le virgole dona alla storia un ritmo disteso, che contribuisce a sottolineare l’atmosfera cupa e la disperazione della protagonista.
La storia non presenta particolari descrizioni, ma piuttosto pennellate brevi, volte a delineare dettagli, soprattutto atmosferici, dell’ambiente che circonda Rachel. Questo, tuttavia, non ha penalizzato il tuo testo, ma ha anzi contribuito a focalizzare l’attenzione sull’interiorità del personaggio, senza distrarre il lettore con informazioni superflue. Ogni descrizione dell’ambiente è funzionale allo stato d’animo della protagonista: il mare che è un abisso gelido, la pioggia sempre più battente sotto la quale siede, tutto è funzionale alla sua disperazione e al suo senso di perdita. L’attenzione è tutta concentrata sulle sensazioni, le emozioni e i pensieri di Rachel, resi efficacemente e con vividezza.
I dialoghi sono del tutto assenti, trattandosi di un testo introspettivo, e questa scelta ti ha permesso, ancora una volta, di focalizzare l’attenzione del lettore sull’interiorità della protagonista. Non si sente la mancanza di discorsi diretti o di dialoghi, in quanto il testo ha un carattere totalmente introspettivo: è un viaggio nella mente di Rachel, e non c’è spazio per elementi esterni a lei e al suo dolore. Hai fatto davvero un ottimo lavoro, complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 10/10

La protagonista indiscussa di questa vicenda è Rachel, l’angelo che si è macchiato di peccati indicibili e che è stato, per questo, disconosciuto dalla sua stessa specie.
Data la mia severità in questo parametro, non avrei mai pensato di assegnare il punteggio pieno in una storia breve come quella che hai portato tu, ma nel tuo racconto non ho trovato assolutamente niente che mi facesse risultare questo personaggio incompleto, oscuro o poco esplorato. In poche righe hai saputo creare un quadro approfondito ed esaustivo di Rachel, hai saputo presentarla ponendo attenzione su quei dettagli che ne delineassero inconfondibilmente il carattere, hai scavato a fondo nella sua interiorità e nella sua mente, presentando agli occhi del lettore un personaggio tridimensionale, a tutto tondo, capace di colpire, di rimanere impresso. Un personaggio che non resta piatto, che non è superficiale e con il quale si entra facilmente in empatia, grazie all’ottima introspezione. Hai saputo cogliere i punti salienti della personalità di Rachel e hai saputo portarli alla luce e all’attenzione del lettore, facendogliela comprendere come se la conoscesse da sempre e vi avesse familiarità.
Rachel è un angelo che ha commesso un unico, imperdonabile errore: si è innamorata dell’essere umano che ha scoperto la sua natura. D’istinto e mossa dal senso del dovere, ha posto fine alla sua vita, com’è richiesto in questi casi, ma quest’esperienza ha aperto un profondo solco in lei e l’ha segnata per sempre. L’ha allontanata dalla sua vera natura e l’ha trasformata nell’esatto opposto: gli angeli sono, nell’immaginario comune, esseri purissimi, innocenti e liberi dal peccato. Rachel, invece, si pone in contrapposizione con quest’ideologia, sia per come vengono dipinti gli angeli in quest’universo da te immaginato, sia per la strada che decide d’intraprendere. Nella tua storia, gli angeli non sono creature totalmente positive, poiché ricorrono a uno strumento immorale come l’omicidio - anche di persone innocenti - per proteggere la propria specie: questo li allontana dal modo in cui si è soliti immaginarli. Inoltre, Rachel macchia la sua anima di ulteriori omicidi, tutti ingiustificati, questa volta anche dalla sua stessa specie, solo per sentirsi ancora viva, solo per tentare di ritrovare nelle persone che uccide qualcosa di Everett. La sua anima, oramai, ha perso tutto della purezza che la caratterizzava, per divenire nera e per trasformarla, come lei stessa ammette, in un demone. Non c’è più nulla di angelico nei suoi comportamenti e in quegli omicidi che decide di continuare a perpetrare, senza che il senso di colpa la divori. L’unico dolore che sente è quello per la perdita di Everett, per averlo dovuto uccidere quando invece lo amava e avrebbe voluto vivere accanto a lui. L’unico senso di colpa che l’attanaglia è quello. Tutto il resto è vuoto e grigio, tutto il resto ha perso di significato. Rachel si ritrova sola con se stessa: non può e non vuole integrarsi con gli umani ed è rifiutata dagli angeli. Non ha più un posto nel mondo, qualcuno a cui sente di appartenere. Rachel è morta quando è morto Everett e questo ha causato in lei una trasformazione irreversibile. Il dolore che ha provato l’ha divorata dall’interno, fino a renderla un mostro che cerca una pace dai suoi tormenti nell’assassinio.
L’analisi introspettiva di Rachel è svolta magistralmente: il suo dolore, il senso di colpa, il tormento che la perseguita sono ben resi e mostrati, così come è ben articolata la trasformazione che ha portato Rachel ad arrivare al punto in cui si trova. Gli eventi che l’hanno traumatizzata sono esplicati chiaramente, così come ciò che lei ha provato durante e dopo aver ucciso Everett e come questo l’abbia profondamente turbata. Nulla rimane confuso o non chiarificato e questo porta il lettore a immedesimarsi in Rachel, a comprendere il suo dolore e a capire perché sia diventata una spietata assassina senza cuore. Si intuisce quanto la sua anima fosse candida e pura, prima di quell’avvenimento che l’ha cambiata per sempre, e questo rende la sua disperata condizione ancora più dolorosa e drammatica. Hai saputo rendere con grande forza narrativa uno stato d’animo davvero complesso, dipingendo un personaggio convincente e sfaccettato. Complimenti!

Trama e originalità: 8,5/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia non ne presenta una nel vero e proprio senso del termine. Il tuo racconto è piuttosto un viaggio introspettivo nella mente della protagonista, un’analisi dei suoi pensieri e del suo stato d’animo, ai quali fa da contorno un ambiente esterno che ben si accorda con le sensazioni negative provate da Rachel. In tale senso, non vi sono intrecci particolari e la storia si sviluppa in maniera lineare. Nonostante ciò, la lettura non risulta noiosa o monotona, proprio per il modo in cui sei riuscita a coinvolgere il lettore nel descrivere il tormento di Rachel e le motivazioni che l’hanno spinta a divenire un’assassina. La sua ossessione per Everett, il dolore mai superato per la sua morte la fanno da padroni lungo tutta la narrazione, trascinando il lettore nella spirale di follia e disperazione di questo angelo che di angelico ormai non ha più nulla. Hai scavato a fondo nella mente di Rachel, hai mostrato ogni suo pensiero, ogni sua emozione, la sua solitudine e il suo sentirsi divisa tra ciò che era prima e quello che è diventata. Il suo è un flusso di pensieri che scorre tra ricordi e presente, tra ciò che è stata e ciò che è, tra il riconoscimento della terribilità delle sue azioni e l’assenza di sensi di colpa, la necessità di continuare, l’averne bisogno per sentire qualcosa, per sentirsi viva.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa, per via del tematica tratta, ovvero quella di un amore perduto e del sopravvissuto che non riesce a rassegnarsi alla morte della persona amata, evento dal quale viene profondamente segnato e che lo cambia per sempre. Inoltre, è un cliché molto usato anche quello dell’amore impossibile tra due creature diverse, in questo caso tra un angelo e un umano. La storia, tuttavia, non risulta scontata o noiosa, e questo è il motivo per cui il punteggio nella voce è comunque alto: innanzitutto, la protagonista da te presenta è un angelo, ma, come già detto in precedenza, non si tratta di un angelo canonico; queste creature, nell’universo da te creato, non sono poi così pure e innocenti, ma sono disposte ad adottare anche mezzi crudeli e immorali, pur di proteggersi, e questo è un elemento senz’altro originale. Il dolore di Rachel per la perdita di Everett, inoltre, la segna e la cambia profondamente, ma in un modo crudele e perverso, che sovverte la sua stessa natura. Rachel diventa un’assassina, per lei uccidere diviene una necessità. Si rifugia nel piacere di togliere la vita a persone innocenti, ricerca lì un motivo per andare avanti, per sentirsi viva, per riempire quel vuoto lasciatole dalla persona amata. Questo è senz’altro un risvolto interessante, qualcosa che non ci si aspetterebbe da un angelo, soprattutto da uno che è sempre stato abituato a obbedire e la cui indole è tutt’altro che ribelle. In tal senso, dunque, la tua storia presenta un carattere di originalità, che l’ha resa interessante da leggere e non l’ha fatta scadere nel banale.
Il racconto che hai presentato si può collocare, in linea di massima, nel genere dark fantasy. L’atmosfera della tua storia è senz’altro dark e cupa, impregnata della sofferenza della protagonista, a cui fa da cornice un ambiente esterno tutt’altro che accogliente, che tratteggia uno scenario fosco. La protagonista della tua storia è un personaggio negativo, disturbante, soprattutto per il fatto che si tratta di un angelo votato a compiere crimini atroci, dai quale trae piacere e trofei che conserva con fierezza. Hai creato un racconto angosciante e dark e, sebbene non vi siano elementi horror e spaventosi, e sebbene l’ambiente circostante sia ostile solo nella percezione della protagonista, in generale le altre caratteristiche del genere sono presenti.

Utilizzo del pacchetto: 3,3/5

Il personaggio del pacchetto è stato utilizzato molto bene. Rachel riflette su quanto abbia avuto sempre un indole tutt’altro che ribelle, su quanto sia sempre stata ubbidiente e sottomessa ai precetti che le sono stati imposti dall’alto e su come questo sia cambiato dopo la morte di Everett. Rachel è divenuta una ribelle ed è andata contro tutte le regole della sua specie, è andata persino contro se stessa e non ne prova alcun rimorso. (+1)
Anche il prompt è stato ben sviluppato ed è ambivalente: l’assassinio di Everett rappresenta per Rachel un grave peccato di cui si è macchiata. Ha ucciso un ragazzo innocente solamente perché l’ha seguita, curioso. Allo stesso modo, l’uccidere innocenti e continuare a farlo rappresentano a loro volta dei peccati agli occhi di quelli della sua stessa specie, che per questo l’hanno allontanata e rinnegata. Lei stessa riconosce i suoi atti come peccati, pur non potendo fare a meno di compierli. Il peccato, dunque, è decisamente presente e centrale nella storia. (+2)
La prigione non è presente nel tuo racconto. Benché si possa dire che Rachel sia prigioniera delle sue scelte e dei suoi tormenti, il concetto non è comunque molto evidente o rilevante all’interno della narrazione, quindi il relativo punto non è stato assegnato.
La frase non è esplicitamente presente nella storia, tuttavia il suo concetto è ben sviluppato e centrale lungo tutto il racconto. La vita di Rachel è stata influenzata da una scelta presa d’istinto e compiuta in pochi istanti, ma che poi ha condizionato e continua a condizionare il resto della sua vita. Benché la frase avrebbe dovuto essere esplicitata, ho ritenuto comunque di assegnarti qualche punto, dal momento che il concetto generale che essa esprime è molto presente e ben sviluppato. (+0,3)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. Ho un debole per i racconti introspettivi, quindi questo non ha potuto che farmi trovare molto piacevole la lettura di un racconto in cui l’interiorità del personaggio è analizzata a fondo e con la dovuta cura e attenzione. Hai saputo trattare uno stato d’animo non facile come quello della perdita e lo hai fatto evolvere in una disperazione che ha portato Rachel a rinnegare la sua stessa creatura e a macchiare le sue candide ali di sangue innocente. Mi è piaciuto il modo lucido e crudele con cui Rachel analizza la sua condizione e come riconosca lei stessa l’atrocità degli atti che commette, ma come, allo stesso tempo, non ne provi rimorso e ne abbia anzi bisogno per continuare a provare qualcosa, per sentirsi viva, per ritrovare Everett, quello spettro che la tormenta, quel fantasma che aleggia nei suoi ricordi e la ossessiona. Hai saputo rendere con una grande forza il dolore provato dalla protagonista della tua storia, non ci si può non sentire coinvolti dalla sua disperazione, provare pena per lei nonostante ciò che fa. Quella che hai mostrato è un’anima distrutta, derelitta, e lo hai saputo fare con grande maestria. Complimenti!

Punteggio totale: 35,8/40

Recensore Master
03/12/20, ore 19:42
Cap. 1:

Carissima Kim, finalmente eccomi a leggere la tua storia con Rachel ed "Everett" *---*
Cosa diamine dici?!?? Il testo è molto introspettivo e rispecchia pienamente la sensazione di rimorso e senso di smarrimento di Rachel, dopo la sua scelta di uccidere Everett. Insomma quel povero bimbo era così dolce, mentre adesso uccide per diletto, ma dopotutto sono stupidi i giovani che cascano nel suo "tranello".
È brutto come la sua stessa specie gli abbia voltato le spalle, nonostante lei abbia agito seguendo alla lettera le loro regole. In fondo, se avesse agito diversamente l'avrebbero ripudiata ugualmente, seppur in maniera diversa.
Come sempre ho adorato leggere qualcosa di tuo in questo genere, perché è raro ed è sempre bello! Oltretutto sei sempre piena di sorprese con descrizioni molto forti! Bravissima!! *--*
Sapevo che avresti scritto un buon testo, del resto, non mi potevo aspettare diversamente dalla tua penna!!
Alla prossima <3

Recensore Master
01/12/20, ore 10:13
Cap. 1:

Salve :)
Era da un po' che non passavo e farlo per un contest a cui partecipiamo entrambi mi sembrava l'occasione perfetta.
È un racconto molto sentito. Triste e Dark al punto giusto. Mi è piaciuto. Rachel è il personaggio più umano che abbia incontrato nelle tue storie a tema rosso. Il primo che riesca a percepire, o che comunque si dimostri in grado di farlo, quel vuoto che si insinuato dentro di sè che cerca di colmare. E visto che il mondo non le offre una ricompensa in luogo del sacrificio che è stata chiamata a compiere, lei tenta di replicare quel vuoto assaporando quell'unica scintilla di sensazione che la rende viva. Fomendanto la spirale di follia e crudeltà che i suoi simili hanno compreso e scacciato. È un personaggio solo, senza una casa, senza uno scopo che non sia badare a sè stessa. ma sente in un certo senso che è sbagliato. Solo che non può fermarsi. E non per una spinta che non riesce a identificare, un mero sfogo, quanto per rispondere al vuoto che sente con la pienezza.
Il suo senno ormai è deviato, ma in qualche modo rimane ancorato alla realtà ed è quel turnario ventuno a mostrarcelo. Rachel è ancora aggrappata alle regole, se le da sola. È, nell'insieme, un modo per ribellarsi alla regola che l'ha costretta a uccidere Everett, e al tempo stesso un esplicito rimando alla sua natura, che ancora sente il bisogno di un ordine.
Davvero molto bello, come racconto ^^
E dirò una blasfemia, Rachel rispetto a Polly è sana come un pesce!
*Il Reverendo -  che nella sua testa ha un borsalino - appare istantly e si toglie il cappello. Gli porta gli omaggi di Polly
**Spettro fugge tra le strade metropolitane e si confonde tra la folla
***Spettro va a scontrarsi con Rachel. La signorina-angelo si toglie la maschera dalla faccia: è Polly. 
**** "Ah, shit! Here we again..."
Alla prossima
Spettro94

Recensore Master
26/11/20, ore 09:23
Cap. 1:

Sorella!!! Ma cosa dici? Invece devi essere molto contenta del risultato, sai? Anzi, io sono stata contentissima di trovare un'altra storia su Rachel, perché ricordo benissimo la sua tragica vicenda e mi ha fatto piacere leggere ancora di lei. A parte la citazione iniziale che è veramente suggestiva, soprattutto nel modo in cui l'hai ripresa nel testo, mi piacciono tantissimo le dinamiche che hai creato, come il fatto che le creature angeliche sono autorizzate a uccidere chi scopre la loro natura: è terribile da digerire, perché gli angeli dovrebbero essere custodi per antonomasia, ma non è nemmeno così improbabile, visto che la loro vera identità deve per forza rimanere nascosta.
Everett, l'unico ragazzo in grado di far innamorare Rachel, si è ritrovato vittima inconsapevole ma anche causa scatenante della rovina di lei, che ha iniziato a uccidere per punirsi, perché ormai Everett non c'è più e niente potrà mai farlo tornare in vita. Quindi lei non può far altro che punirsi e punirsi ancora, e diventare reietta agli occhi della sua stessa gente.
Bellissima l'immagine finale, quando lei spiega le ali rosso sangue contro il cielo plumbeo.
Secondo me hai fatto davvero un ottimo lavoro!
Buona fortuna per i contest!
Baci!

Recensore Junior
25/11/20, ore 12:44
Cap. 1:

Come fai a dire che è una schifezza io proprio non lo so. L'ho trovato molto bello, davvero molto, e mi sto preoccupando perché tutte le fic che partecipano al contest sono una più bella dell'altra ahahha XD
Mi hai lasciato una malinconia assurda, il modo in cui hai ripetuto sette anni, come un chiodo fisso martellante che non c'è modo di far uscire dalla testa, mi ha uccisa. L'ho trovato davvero triste e ben scritto, bravissima.
In bocca al lupo per il contest, un abbraccio <3
Ika