Buongiorno cara, eccomi qui pronta per iniziare la lettura di questo tuo aggiornamento. Una bella doccia di angst e di autocommiserazione data da una situazione limite in fase adolescenziale, tra i banchi di scuola. Ho sempre detto e pensato che i più perfidi al mondo sarebbero potuti tranquillamente essere i ragazzini, perché di fatto molti non hanno ancora imparato a vivere in società civile accettando il prossimo, anzi… ed il problema è che hanno la tendenza a coalizzarsi in modo insano e giudicare chiunque. Questo è il presente triste che si manifesta in ogni singolo giorno a questo povero ragazzo che di fatto non ha mai combinato nulla di male nella sua esistenza. Lui vive, ed è proprio questo il motivo di scherno per chi lo giudica per il suo orientamento sessuale; vive e non reagisce per paura di far peggiorare la cosa, vive e non si confida perché non vuole coinvolgere i genitori. Vive con la certezza che il suo professore lo capisce, ed è innamorato di lui… di grazia, dico, anche perché almeno ha seppellito i sentimenti che provava per quel giovane testa di ***** che lo ha rifiutato in malo modo per poi dare vita a tutto quanto.
Sento di empatizzare fin da subito per il protagonista, per la sua situazione, per il suo cuore ed i suoi sentimenti calpestati. È un tema attualissimo, portato avanti così com’è senza filtri o censure di sorta, perché tu giustamente gli fai dire ciò che andava detto. Riporti frasi molto dolorose e difficili da mandare giù, frasi che molti si sono sicuramente sentiti rivolgere con indifferenza o cinismo. E lui non reagisce, è questo il brutto – ma anche purtroppo, spesso, la norma – lui va avanti, vivendo la giornata ossessionato da questi atteggiamenti ingiusti, sbagliati a priori, omofobi, terribili, ma che continuano imperterriti. E come lo sa lui lo sappiamo anche noi, continueranno fino alla fine delle superiori, e se li porterà come ricordi dolorosi e nauseanti per tutta la vita. L’attenzione data a questo tipo di argomento c’è, e quello che mi rattrista ancora di più sai cosa è? Che non c’è un lieto fine, non è che i tizi la smettono, non c’è l’intervento del professore o della famiglia, è così e basta, e rimarrà così.
Per questo fa male.
Tutto questo fa male, e fa schifo, e si mostra con una consapevolezza schiacciante. È sbagliato ma continuano lo stesso a farlo, e fa venire i brividi. L’atteggiamento passivo del protagonista non è affatto da recriminare, si sente solo, abbandonato a se stesso, sente la propria difficoltà di vivere schiacciargli il petto ogni giorno di più, e vorrei andare da lui a stringerlo forte. Credo però che il mio “andrà tutto bene” sarà completamente inutile, sai?
Questa tua breve storia è uno schiaffo in faccia alla realtà, un tema contemporaneo, sempre attuale, pieno di testimonianze che non morirà mai finché l’essere umano non imparerà ad accettare ed accettarsi. Lasci che siamo noi a farci un’idea, tu non giudichi qui, ci metti solo davanti ai fatti, al quotidiano, e lasci che ognuno tragga le proprie conclusioni. Questo è un salto in avanti rispetto alle storie che ho avuto modo di leggere fino ad ora sul tuo profilo, e a parte qualche piccolo errore, noto un miglioramento nella forma e nel contenuto. Il punto forte di questa storia è proprio il fatto che la rendi cruda e viva, senza velo a celare parte della questione, e non ci fai conoscere un protagonista eroe senza macchia e senza paura, anzi, ma semplicemente un essere umano che vive al nostro tempo, con delle problematiche che non dovrebbero avere neppure senso di esistere in questo 2020. Ho apprezzato molto questa lettura, sappilo, e una coccola a Fisher nessuno dovrebbe negarla adesso. Spero lotti per se stesso ed il proprio rispetto un giorno, senza soccombere alle parole, ai gesti, alla denigrazione.
Cara, è stato un piacere essere qui, alla prossima, buon lavoro e buona ispirazione! :3 |