Ciao ^^
Mi ha attirato questa storia per via del tè nel titolo; da poco tempo mi sono scoperta sorprendentemente un'estimatrice della bevanda preferita dagli inglesi. Ho sempre un po' di difficoltà a commentare le storie brevi perché mi sembra che nella loro brevità esprimano già tutto. Questa è una storia molto dolce, triste all'inizio perché non puoi non compartecipare alla rassegnazione e paura della ragazza, al suo senso di smarrimento. Non è affatto una situazione facile quella che sta vivendo, con la sensazione di aver forse amato e aver già perso quella possibilità d'amore, per non parlare dell'enorme responsabilità di essere rimasta incinta. Son stata felice di vedere che alla fine il "lui" è apparso, facendo ritornare il pezzo che lei credeva perduto al suo posto. Perché è vero che una donna può essere forte, ma soprattutto da giovani non è giusto fare tutto da soli. Ripeto: molto dolce, realistica, e ho trovato particolarmente azzeccato non rivelare i nomi di lei e di lui fino alla fine.
Se posso, vorrei segnalarti giusto un paio di piccole cose da revisionare, che mi è capitato di notare leggendo:
- "a sorseggiare il mio té nero al mango" --> la grafia corretta è "tè" con l'accento grave che infatti hai usato qualche riga più sotto, te lo segnalo come un refusino ^^
- "ha chiesto perché mi vesta con abiti che nascondano le mie belle forme" --> che nascondono, ci va l'indicativo qui. Non so bene la regola, lo ammetto, quindi in caso dimmi pure tu, ma so che il doppio congiuntivo andrebbe bene se volessi esprimere un desiderio (che "lui" voglia che lei indossi abiti che le nascondano le forme) ma qui mi pare, da quel che hai scritto dopo, che lui non voglia che lei nasconda le sue forme ma semplicemente si chiede come mai le nasconde, condizione fattuale, non ipotetica, che va appunto indicata con l'indicativo.
Ecco giusto queste cose, la finisco ora di far la pedante e ti rifaccio i complimenti ^^
Un saluto e buona domenica,
Prim |