Recensioni per
Confessioni di una maschera
di Francine

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
17/03/21, ore 23:16
Cap. 7:

Io arrivo in punta di piedi, quasi alla chetichella.
Chè situazioni personali (troppo) e lavorative (poco), mi hanno trasformata in un animale notturno (dalle ore davvero degne di un vampiro. Non reggerò ancora a lungo, temo...) e mi hanno tolto (quasi) tutto il tempo per altro.
Come stai, carissima?
So che è tardi, per mille cose.
Tardi anche solo per commentare questo piccolo gioiellino di raffinata leggerezza che mi davvero mi ha fatto sorridere e arrovellare in lunghe notti passate a preparare materiali e correggere. Una boccata di ossigeno dal gusto di uno smirk quasi wenthworiano (o di Snart, se preferisci).
E comunque, potevi essere solo tu. Non altri.
Solo tu potevi famri piacere una deriva yaoi (elegante. Elegantissima, per carità) del rapporto fra Aioria e Shura (e anche Marco e Yngve, che il triangolo erotico, come cantava Zero, non viene mai troppo considerato).
Hai saputo costruire una storia ironica e sarcastica che si ammanta della serietà esacerbata di se stessa e di se stessa porta il lettore a ridere.
Ci sarebbero mille aspetti, mille particolari: la descrizone della psiche dei singoli, che anche se solo fugaci comparse hanno una solidità narrativa encomiabile; l'eleganza da balletto classico (raffinato, elegante, ma anche complicatissimo) del pensiero di Yngve, che qui emerge come vera "eminenza grigia" di un mondo che pare guardare con atarassica condiscendenza. Quasi quanto quella del suo gatto. Per poi, coupe de theatre, scoprirlo coinvolto in una romantica lieson con l'Aquila.
E no: questa non l'ho digerita. Anche se sì: la capisco nell'universo della tua narrazione. E l'accetto come patto narrativo di un universo per me alternativo. Non mi dispiace il crak-parring in generale, ma per me, come mi dissi una volta tu stessa, Marin è praticamente sposata con Aioria. Quindi: accetto, pondero nel momento e lascio scorrere.
Sia chiaro! Nella tua narrazione ci sta, ci sta benissimo! E (ma da te non c'era minimamente il rischio) non sei scaduta nell'escamotage di legare Aioria a Lyfia. Anzi! Sull'equivoco di quel rapporto di hai costruito tutta una sottotrama che di fatto è il filo conduttura della storia stessa.
Anche il gioco con i piani e gli incastri narrativi è impressionante. "Maschere" come "persone", con un gioco di rimandi etimologici, o come "svelamenti"? Di fatto, qui a confessarsi senza confessionale, prete e acquasantiere varie sono tutti. Ma proprio tutti. Mettendo in piazza, scaramucce, ripicche quasi infantili e altarini dai toni tragicomici di sapore pirandelliano (e perdona, sarò io, ma davvero ho visto in questi tuoi capitoli, a più riprese, l'omaggio forse inconsapepevole alla letteratura umoristica del nostro tempo, con una spruzzata di Chaplin e Groucho).
L'apoteosi? Il Crysos synagein, dove accanto alla tua abilità nel far dialogare contemporaneamente dodici (dodici!) personaggi, hai dipanato gli intrecci per riallacciarli subito dopo in nuove narrazioni.
E poi ancora. Libra (che strizza l'occhio critico alla caricatura di se stesso che è in SoG), Milo ed Etienne; Yngve e Saga. Saga e Kanon! Con il secondo assiso sul trono sacerdotale come in Gold: Assassins. In una scelta che sposa completamente le mie corde e va a braccetto con tante idee che mi frullano per la testa (e chissà se vedranno mai la luce...).
Forse il personaggio, per quanto riuscitissimo in sè, che meno ho apprezzato è stato Aioros, presentato secondo qualla carica di ingenuita, o forse di candore, tanto caro al fandom. Ma è opinione mia: lo vedo troppo come uno stratega innato, un soldato che analizza la situazione in modo freddo quasi cinico, per accettarne la candida semplicità. Per me, Aioros non ha alcun candore: è solo il suo mito ad offuscarne di luce non cercata le azioni anche "sporche" (in Episode G è lui che viene mandato in missione per risolvere il problema di Ra in Egitto; è lui che si contra con Tifone nella tempesta mediterranea. Ed è sempre lui che amputa un braccio e toglie un occhia a Galan, a quello che doveva essere un compagno d'armi, se non proprio un amico, anche se così ci viene presentato il loro rapporto. E io non ricordo scene di pentimento; dispiacere, ma non pentimento).
Rientrando: sublime. Come sempre.
E la chiusa finale. Quella ringcompositon che ti fa chiedere semplicemente quando è successo che la giostra-trottola-girandola ha ripreso a correre e perchè, in fondo, ti dovrebbe importare, se quel vorticare ha le movenze di un raffinatissimo valzer viennese? Meglio sedersi e godersi il viaggio, in attesa di una tua prossima perla.

Perdona il commento non dettagliato capitolo per capitolo.
Il tempo, come ben sai, galantuono lo sarà senz'altro; me è anche un amante bastardo ed esigente. Per il momento, a me è capitato il secondo.

Ti abbraccio

Recensore Master
12/03/21, ore 02:36
Cap. 7:

Basta. dove firmo per avere un Yngve personale? 
No, perché è TUTTO meraviglioso, tutto. 
Non c'è una riga, una parola, UNA SILLABA di cui non si innamorata - questi personaggi sono così realistici, così di carne e sangue che non posso fare altro che sorridere e amarli visceralmente. 
E POI NON PLUS ULTRA. SANTO SUBITO, LUI HA CAPITO TUTTO - bravo gattone, bravo, vai pure da Marco, LO FAREMMO TUTTE. 

*esplosione di ovaie*

Niente, grazie di cuore per questa storia, perché in un momento come questo mi permette non solo di evadere, ma evadere bene, come si dice, perché sono pagine di qualità. 

Un tè e una fetta di torta all'ananas? 

P.S. comunque tanto di cappello a Yngve per l'idea dell'assicurazione, eh: lo voglio come consulente di vita, sappilo. *______*

Recensore Master
06/03/21, ore 17:51
Cap. 6:

IO sono esplosa come un cesto di petardi, IO. *________*

*esplode*

Ho amato tutto, TUTTO
La scena è perfetta; non c'è una sbavatura, una riga fuori posto. Non mi sono mai staccata dalla pagina perché ero lì, con loro, e sorridevo - sorridevo come una scema. 
Hai una capacità di linguaggio ed espressione meravigliose, davvero: mi leggerei praticamente qualsiasi cosa scritta da te perché mi trascina nella pagina - ed il bello è che c'è realismo nelle tue storie anche quando si parla di cavalieri vestiti d'oro e divinità bizzose. 

Adesso sono qui, con una tazza di tè in mano e un sorriso ebete ben stampato in faccia. Condividiamo una fetta di torta? 

Recensore Veterano
27/02/21, ore 17:30
Cap. 5:

Io ci ho provato, giuro che ci ho provato, ma proprio non sono in grado di lasciarti un commento articolato e coerente a questo capitolo: continuo a ridere troppo. Come ieri o finanche più di ieri, ché è il secondo bicchiere a far apprezzare ancor più l’intero bouquet di un buon vino, complesso e strutturato – di quelli ingannevolmente leggeri, che scivolano giù come l’acqua solo per risalirti alla testa in tre, due, uno…

Perché se Ruy ed Aiolia mi stringono il cuore e mi fanno stare deliziosamente sulle spine – io li (e ti!) aspetto al varco! –, tutto il resto mi fa ridere fino a mozzarmi il fiato, nel modo migliore.

A cominciare dagli universi compossibili ed incompossibili nella capoccia di Ruy, cui fa da contrappunto la sua palinculaggine di fondo. Ruy, figliolo caro, la sai, la storia della Madonna e del pane a chi non tiene i denti? Investi in una dentiera, se proprio non puoi toglierti quel palo da dove non batte il sole, bello  della zia! E per fortuna – quella alla latina, ambigua, velut luna, motu variabilis – Aiola a questo giro ha ragione e, colla ragione, ha un argomento inoppugnabile, servito  su un piatto d’argento da quei luminari di chiarissimo intelletto che devono lavarsi i calzini sporchi sulla pubblica piazza. Sempre perché Phrophrò ha il gusto, teatrale e non esattamente sobrio, della scena madre plateale; e se Shaka, notoriamente, non è da meno, Kanon segue a ruota libera, prende la rincorsa, e li tripla entrambi. Insomma, quello tra Aphrodite e Kanon – Santità! – è uno scontro tra titanici e meravigliosi figli di buona donna.

Ed ho continuato a ridere, ridere, ridere, su tutto, per tutto, ad ogni riga – battibecco dei Gemelli, informazioni privilegiate di Aiolia, Marco illuminato manco fosse finalmente cascato da cavallo sulla via di Damasco, anarchica bonarietà della Prugna Secca reidratata, pignoleria di Shaka, e generale voglia di trucidare Phrophrò inclusi. Che poi Phrophrò secondo me abbia assolutamente ragione – ad aver voluto stipulare una polizza sulla vita di Saga ed a volersi ora togliere un sassolino dalla scarpa – mi fa solamente ridere ancora di più.

Mi sdilinquisco e gongolo su come tu sia riuscita ad inserire qui, coerentemente con la struttura preesistente, la questione delle assicurazioni (Sì! Sì! Sant’Iddio, SÌ!!!) e i frutti delle faticose ricerche accademiche delle ultime settimane (mandate un idraulico a casa di quel povero disgraziato, per pietà! AHAHAHAHA!)! Amo questo Yngve, amo il suo buonsenso – le vie del buonsenso di Yngve sono infinite e soprattuto misteriose ai più; nei più è possibile che rientri Yngve istesso – ed amo la sua faccia di bronzo. Ed amo come vada a cozzare con quell’altro paradigma di buonsenso e della faccia di bronzo. Amo i barili che rotolano, a livello olimpionico, manco lo scaricabarile fosse assurto  a sottocategoria della ginnastica ritmica o del nuoto sincronizzato. Amo tutto.

Ieri mi hai davvero alleggerito e risollevato una giornata pesante, pesantissima; e te ne sono  immensamente grata.

Ed ora che sono in pari posso finanche dichiarare pubblicamente di aver un bisogno fisico di leggere il seguito – questa storia è un antidepressivo! – ed intimarti, dunque, di SCRIVERE, SCRIVERE, SCRIVERE!

Recensore Veterano
27/02/21, ore 16:03
Cap. 4:

Io a Kanon voglio bene. Ma proprio un bene dell’anima. Kanon è uno di noi, dalla legittimissima incazzatura – con esiti un pochettino fuori scala, qualcuno potrebbe dire, sbagliando di grosso! – all’altrettanto legittima voglia di minimizzare le sessioni di reiterato  passaggio di cartavetrata sui gioielli di famiglia, limitandole all’orario istituzionale di ricevimento. E, da vittima della gente che piomba tra capo e collo ignorandolo bellamente, il detto orario istituzionale di ricevimento – che non è che sia stato messo lì solo per evitare di far finire qualche risma di carta al macero, domineddio! –; da vittima, dicevo, del non saper stare al mondo generalizzato e dilagante, non posso che provare una infinita simpatia per questo povero figlio, meritatamente con le chiappe su LA Poltrona – premio, punizione, o mero dovere (dato che non è che abbia altro da fare, col gemello ignudo redivivo e senza scuse per non coprirsi le pudenda con la povera Gemini) che sia. Kanon non sarebbe neppure un cattivo sacerdote, anzi. ANZI. Indubbiamente migliore di Sionne, con tutte le torri (e le colonne e le statue e le scalinate e…) atterrate del caso; e probabilmente anche migliore di Saga nei momenti di lucidità – su Occhietti Rossi non posso pronunciarmi, altrimenti mi si revoca la tessera di partito. Insomma: rendiamo grazie a Okada, ora e sempre, et in saecula saeculorum, amen!

Perché Kanon, nel bene e nel male (ok, soprattutto nel male, ma sospendiamo il giudizio per un momento!), è uno  dei pochissimi nelle massime fila di Athena ad avere più di un paio di neuroni mezzi fulminati nella capoccia e – mirabile visu! – a saperli finanche usare. Un altro – l’altro,  qualcuno direbbe, rischiando pure d’avere ragione, ché la materia grigia su per quelle scale arroccate non è che si sprechi, colpa di un’improbabile carenza di iodio?; Shaka potrebbe avere in dotazione più di quattro neuroni in croce, peccato che li tenga perennemente in standby o, bene che vada, in modalità risparmio energetico  –; un altro, dicevo,  è Phrophrò.

Il problema è che quando due con un cervello – e soprattutto con quel tipo di cervello – si trovano capa a capa (termine tecnico), l’esito sfugge alla comprensione ed al controllo altrui, forse finanche ai propri. Ci si capisce, quando si ha un cervello; e soprattutto quando si ha quel tipo di cervello – great minds etcetera etcetera. Si capisce quel che non si  dovrebbe capire, si capisce quel che non si vorrebbe capire, ci si capisce potenzialmente fino a fraintendersi. Ora, un incontro di capocce così potrebbe essere  l’inizio di una meravigliosa amicizia, del Quarto Reich, di una faida epocale, di una guerra civile, di una nuova alleanza atlantica, dell’Apocalisse. O, altrettanto probabilmente, di tutte queste cose assieme, non necessariamente in quest’ordine –  ché, no, queste cose non si escludono, con sommo rammarico di tutti quelli che nolenti o ancora più nolenti ci si troveranno di mezzo. Come il povero Maskuzzo.

Ho amato tutto. Tutto. Grazie di star scrivendo questa storia. <3

Cicchetto di  somma gioia, quello  che va ad annaffiare la sazietà dell’anima?

Recensore Veterano
27/02/21, ore 14:47
Cap. 3:

Sono imbarazzantemente, oscenamente, inaccettabilmente indietro… E mi sono resa soltanto adesso conto di quanto sia esteso questo mio essere indietro. Certo, leggere in anticipo mi dà una percezione falsata della mia collocazione spazio temporale (non che quella ordinaria, di percezione spazio temporale, sia nel mio caso particolarmente raccomandabile, ma non sottilizziamo); tuttavia, quantificare, ad un certo punto, è d’uopo  – e inorridire, allora, è quasi un dovere morale.  O lo sarebbe, se avessi anche solo una parvenza di moralità, anche di seconda mano. Ti prego, dunque, prostrandomi ed abbracciandoti le ginocchia (tanto perché i classici non guastano mai), di perdonarmi per il ritardo biblico.

Tu sai benissimo quanto io abbia riso leggendo ognuna  delle sezioni di questa storia, dalla prima all’ultima, estrapolata o meno, da cima a fondo. Il mio ritardo osceno mi offre lo squisitamente egoistico vantaggio di costituire una scusa ottimale per concedermi un’altra lettura. Sono rincoglionita, inizio ad essere attempata, e a questo punto non mi ricordo neppure più se la mia memoria sia mai stata buona. Insomma, agguanto tutti i pretesti che mi passino sotto tiro per farmi un’altra risata un poco sguaiata ed assai poco elegante, di quelle che non si possono frenare fino al soffocamento incipiente.

Ho già sproloquiato, sia qui sia in separata sede, sulla coincidentia oppositorum del bell’addormentato sottopeso in odore di divinità e del nostro bellissimo belloccio  che è fin troppo sveglio –  coincidentia oppositorum all’insegna di tante cose, tra cui troneggiano su tutte il barocchismo esistenziale (SÌ!!!! SIIIIÌ!) ed il gusto eccessivo per la scena madre (termine tecnicissimo). E merita una menzione anche il comune  incaponimento d’entrambi nel portare avanti la rispettiva personalissima agenda, quale che sia l’ordine del giorno – prendasi la sessione di meditazione di Shaka – o il grande piano a medio/lungo termine – oh, Phrophrò…. Muahahaha! E l’universo mondo, allora, non può fare altro che adattarsi. E farebbe anche meglio a prepararsi, nei limiti del possibile ed auspicabilmente sfidando le leggi della fisica, a raccogliere la sequela di barili volanti di turno, tutti scaricati con sapiente maestria e puro virtuosismo.

Ed ho sproloquiato anche sulla vivida bellezza della rete di rapporti che tratteggi anche tra tutti gli altri personaggi – da quelli scritti nelle stelle e nella littera del Cialtronissimo, con l’altra  coincidenza degli opposti all’insegna dell’ignavia, che qui fa ridere piuttosto che farmi partire il funestissimo embolo di livore ed incazzatura nera fuoco greco; ai nodi, tendenti al rasta, post Soul of Gold, che vanno a sbattere contro  il pettine con Milo, Étienne ed il povero Ruy.

La miglior commedia mette in scena le tragedie ed i drammi altrui, piccoli o grandi che siano, per farci ridere dei nostri. Per quello che può valere, questa storia mi fa immancabilmente sbellicare.

Peccato che a Marin quella roba piace. Piace tanto. Troppo.

Non so quanto peso abbia avuto e continui ad avere il gusto – l’intrattenimento? – di Marin nel bilanciare il motore ed il movente di tutta la vicenda. Sospetto tanto. Ma, nel frattempo, continuo a godermela almeno tanto quanto lei!

Salvo apocalissi impreviste all’ultimo secondo, mi appresto a volare sul prossimo  capitolo sorseggiando il mio caffè che potrebbe essere più o meno corretto con  quantità di digestivo di cui sarebbe meglio tacere. C’è sempre una tazza fumante in serbo anche per te, ça va sans dire!



 



 



 

Recensore Master
27/02/21, ore 02:24
Cap. 5:

È tutto così meraviglioso, così umano che non so nemmeno da che parte iniziare. 
Come li descrivi tu i Santi, nessuno mai: sono autentici, di quella fisicità che la senti mentre leggi - parlando di assicurazioni mentre motteggiano di scontri epocali e sfide fino alla morte. 
Sono tutto ciò che è la vita - in parte una risata, in parte un affaro molto, molto serio. 
Adesso sono rimasta appesa come un pesce all'amo sul finale - cliffhanger di quelli che ti alzi dal divano urlando NO. NON ADESSO. XD

Accetto volentieri i pasticcini e ricambio con un tè corretto - SEMPRE corretto, che qui le cose vanno per le lunghe. 

Recensore Master
21/01/21, ore 22:30
Cap. 4:

Morta, mortissima. 
Aphrodite è proprio uno stronzo, ma di quelli che ti strappano una bestemmia, un ghigno a mezza bocca e alla fine anche un sorriso - non necessariamente in questo ordine. 
Il capitolo mi è passato tra le dita come seta - liscio, bellissimo, ammaliante - e ho provato un moto di pena per Death Mask (la rappresentazione del gatto randagio gli calza a pennello)! 

E niente, continui a farmi sorridere e a rallegrarmi la giornata; grazie di cuore. 

Tisana al cioccolato? Non è male, sai? Però ci aggiungo anche una fetta di millefoglie appena comprato. *___*

Recensore Master
13/01/21, ore 17:57
Cap. 3:

E niente, io li amo tutti. 
Mi sono sentita molto Milo - moltissimo - e sono riuscita a vederli tutti davanti a me. 
Marco sparge grane di continuo - anzi, è una grana vivente - e mi sto immaginando tutti questi cavalieri belli come il sole e fighi e potenti e tutto correre dietro a Marco. 
A un granchietto che si mette in testa le peggio cose e che ha la lingua lunga - e tagliente. 
Queste sono quelle storie - quei capitoli - che strappano un sorriso e rasserenano la giornata (e che filano via lisci come l'olio). 

Torno portando le cioccolate promesse e l'intera bottiglia di cointreau: biscotti o torta? 

Recensore Master
01/01/21, ore 18:06
Cap. 1:

Cara Francine,

Buon anno! Speravo di riuscire a passare un po’ prima – ma ahimè, il tempo tiranno mi gioca brutti scherzi e vivo cercando di fare più cose rispetto alle 24 che mi sono concesse – come tutti, del resto. Mi piace moltissimo il tono ironico della tua prosa che mescola termini più desueti ad altri correnti e a figure retoriche che creano un clima di familiarità col lettore e con la scena, così come la scelta di stuzzicare la curiosità del lettore con un prologo che svela alcune cose e ne nasconde altre. In particolare, il monito finale che esce dalla discussione tra Rodrigo e Yngve svela quelli che sono i problemi della stragrande degli intrecci: la mancanza di un dialogo che sia uno, chiaro e semplice, senza giri di parole, altro che gioco del telefono! Ma la presenza di questa terminologia, assieme all’abuso edilizio, sono il chiaro segno di un testo volutamente scanzonato, una commedia non solo nelle intenzioni dichiarate nella intro, ma anche nella stesura, nel modo in cui viene descritta la sbronza di Marco, nella maniera in cui scopriamo come Yngve ama appellare (tutto fa supporre non in sua presenza) Rodrigo.

Ma torniamo a quello che lasci intravedere della trama: Marco, in preda all’alcol e alla sbronza che non riesce a controllare, farnetica e straparla mentre l’attento Yngve rimane ad ascoltarlo con un misto di curiosità e attenzione che hai spiegato in maniera divertente e puntuale – il riferimento a quelle ricerche inutili di certe sperdute università anglosassoni è spassoso. Inoltre, ho apprezzato tanto questi tocchi di realismo, come nell’uso di simpatici nomignoli atti a risolvere con un’efficace espressione il carattere altrui. E l’avvertimento, ovviamente. Yngve ascolta Marco, lo lascia dire e straparlare facendo attenzione a non fomentarlo troppo pena il compimento di qualche azione sconsiderata. È uno spettatore che si compiace del suo esperimento, ma viene riportato all’ordine delle cose da Rodrigo. E soprattutto, cosa c’entrerà lo sbarbatello rosa che altri non può essere se non Andromeda? Tutto questo per dire che mi sono divertita leggendo e, di più, mi è piaciuto sia come scrivi per lo stile elegante e un pizzico scanzonato, sia come presenti le scene e i personaggi. Tanti tanti complimenti e a presto (e buon 2021, ovviamente),
Shilyss :)

Recensore Veterano
31/12/20, ore 13:31
Cap. 2:

Che dici, ce la posso fare a mettermi in pari con l’Abuso Edilizio prima della fine di quest’anno funesto, tanto per regalarmi una gioia ed una consolazione?

Vorrei poter anche dire di essere brava perché ho un sacco di appuntini, solo da riordinare; ma: (a) tu sai come siano sibillini, mediamente, i miei appuntini; e (b) secondo te mi ricordo che cosa ti ho già detto ridacchiando e che cosa avevo intenzione di mettere nero su bianco, tanto per continuare a ridacchiare, ché fa bene all’anima e – mi dicono– pare che bruci calorie (cosa particolarmente necessaria, di questi tempi!)?

Quindi, nel dubbio, inizio dalle cose  che sono stracerta di averti già detto, ma che vanno ripetute, perché sì. A me il tuo Aiolos piace da morire. Da. Morire. Mi piace la sua leggerezza, perché nonem omen, perché ha le ali, perché è morto a quattordici anni e, scherzi della resurrezione della carne a parte, ha il cuore leggero di un ragazzino. Così come di un ragazzino ha la saggezza. E, forse, la saggezza non deve per forza di cose la sublimazione del paraculismo elevato a sistema etico, fisico, quantistico e pure metafisico (vide la saggezza di Phrorphrò, su cui ritornerò tra poco XD); ma, almeno in certi casi,  la saggezza è una forma di leggerezza, o  perlomeno la implica, quella leggerezza, a fortiori. Ça va sans dire che la saggezza leggera e la saggezza paracula non si escludono mutualmente a priori, fosse anche solo perché  l’animo è bello sollevato e pimpante, dopo aver scaricato tutti i barili di dovere – anche se  questo non è il caso di Aiolos. Dici che sto divagando? Insomma, mi piace assai questo ragazzo e mi godo sempre le sue apparizioni chez toi. La sua leggerezza è il contrappeso perfetto alla chiummaggine (termine tecnico!) di Shura; questi due, accostati, hanno  un perfetto equilibrio da duo portante di una buddy comedy vecchio stile.

E sì, magari ad Aiolos farebbe bene un fine settimana di vacanze sotto l’ala di Phrophrò. E sì probabilmente Phrophrò creerebbe un mostro, scaricando il barile sul sonno della ragione che genera mostri. Perché affidare a lui un’anima innocente per lo svezzamento altro non sarebbe che sonno della ragione. Rigorosamente la ragione altrui, mica la sua.

E qui puoi inserire la mia arringa sull’arte dello scaricare i barili e le responsabilità, che è come scaricare i pesi per mantenere una costruzione stabile anche quando si procede in elevazione. – tanto per rimanere in tema di abuso edilizio. Phrophrò architettonico, insomma – quasi in senso squisitamente aristotelico. XD

L’anno volge al termine. Nunc est bibemdum, nunc pede [quasi] libero pulsanda tellus!

Tutto quello che resta da stabilire è: con che cosa brindiamo?



 

Recensore Veterano
20/12/20, ore 14:49
Cap. 1:

Carissima,

Ti prego di scusarmi per il ritardo imbarazzante con cui mi manifesto, nonostante le mie migliori intenzioni – sappiamo bene che via lastrichino, le mie migliori intenzioni; e sappiamo pure che, nella migliore delle ipotesi, è una strada a percorrenza rapida.

Però tu sai anche quanto abbia riso, alla prima, alla seconda, alla terza letta, in differita o per direttissima. Così come sai che, questo abuso edilizio, io lo aspettavo al varco e mi sfrego le manine gongolando e ridacchiando e gongolandomi, mentre mi metto comoda comoda e mi preparo spiritualmente e moralmente al seguito. Rigorosamente con una selezione di bibendum che, nei punti fondamentali, corrisponde abbastanza puntualmente a quella di Phrophrò. Approvo! Stra-approvo! Approvissimo! E lo so che te l’ho già detto, ma certe cose meritano di essere ripetute. <3 Del resto, Phrophrò è un saggio – lege: grandissimo paraculo, primo nella lista dei miei sinonimi e contrari. Ed i saggi preferiscono le brune – o al massimo una rossa debitamente selezionata. Il torbato parla da sé. Tanto ammmore a Phrophrò. E tanta pietà a Maskuzzo e a  quella povera vittima di Shura. Ma proprio tanta. Perché è vero che abbiamo gli amici che ci meritiamo; ma, qualche volta, ce li meritiamo per espiare qualche inenarrabile nefandezza da una vita passata e portarci avanti sui peccati delle prossima.

Una menzione d’onore non può non essere attribuita a quell’esilarante giro di righe sulle improbabili ricerche finanziate da certe università, ahimè sempre di più; un po’ perché è un tema che, dentro e fuor di metafora, da queste parti è sempre gradito e strappa immancabilmente una risata; un po’  perché Phrophrò – e qui i il tuo Yngve – mi ha sempre dato l’idea di uno che oscilla come un pendolo tra il pragmatismo spietato ed un gusto scientifico, una curiosità da scienziato pazzo, sempre e comunque seguendo un filo logico – nel 99,9999999% dei casi tutto suo – fino alle necessarie conclusioni. E dunque io rido. XD

E poi:

Di dover spiegare tutto per filo e per segno, forse. Di mostrare tutti i passaggi agli allievi duri di comprendonio. In questo è sin troppo simile a Shaka, lui: perché sprecare parole per spiegare l’ovvio, la lapalissiana verità che brilla alla luce del sole?

Perché sì, Sant’Iddio, sì! In questo come in tante, tante altre cose – il Cialtronissimo sembra aver preso seriamente la questione della coincidentia oppositorum, dalla mitomania – del resto, tra “so’ troppo santo per essere nel torto” e “so’ troppo bello per non essere nel giusto” cambia poco –, ai  rispettivi giardinetti dietro casa, passando per un certo gusto per metter su una scena madre.

Però, dovendo  avere a che fare con dei mocciosi imbecilli cui bisogna spiegare anche e soprattutto l’ovvio, passaggio per passaggio, come se fossero scimmiette reticenti da addomesticare, non posso che spezzare una lancia in favore di questi due poveracci, che hanno innanzitutto la colpa di essere un minimo meno rincoglioniti di tutti gli altri. Fosse anche solo perché uno si aspetterebbe che i propri parigrado – in teoria la crème de la crème, l’élite dell’élite – non siano proprio degli imbecilli patentati e che, dunque, due più due fa quattro, siano in grado di farlo anche da soli. Anche ai migliori, per sentimentalismo o per pigrizia, può scappare qualche assunzione illegittima…



E direi che è giunto il momento di stappare anch’io una bruna – anche se io ho solo una selezione di belghe, in questo momento – perché è domenica e bisogna brindare al buon Phrophrò!

Recensore Master
10/12/20, ore 23:35
Cap. 2:

Meraviglioso, meraviglioso. 
Il botta e risposta tra Capricorn e Aiolos mi è piaciuto tantissimo; e poi Cancer è sempre un attaccabrighe meraviglioso e Milo lo sarà ancora di più ed è tutto bellissimo - rasserenante, come un bicchiere d'acqua fresca in piena estate. 
Davvero, povero Shura: che croce gli è capitata oggi. 
E poi Aphrodite SCARICA BARILE DEL SECOLO. 

Niente, è tutto meraviglioso, grazie di cuore. 

Tè caldo come se piovesse; ce lo facciamo corretto? 

Recensore Master
10/12/20, ore 22:57
Cap. 1:

Perché mi ero persa questa cosa?! (perché sono una pessima lettrice ><)

(posso sbronzarmi anch'io con loro? Devono uscire cose epiche! Letteralmente)

Recensore Master
07/12/20, ore 17:41
Cap. 1:

Ci voleva una storia così. 
Ci voleva una storia che già dal primo capitolo mi facesse sorridere, sollevandomi l'animo e togliendomi dallo stato di perenne tensione. 
Marco quando beve diventa una di quelle ciabatte che non riesce a tener la bocca chiusa - un po' molesto, anche - ma chi la fa da signore è Yngve, sfuggente come un pesce, bello come una sirena - e furbo, indubbiamente. 
Andromeda caramellina mi ha spaccato, perché mi sono immaginata il cavaliere con un bel fiocco in testa e addosso dei glitter per ricreare l'effetto caramella alla gelatina di frutta e niente, scusami il momento scemo, ma non ho saputo resistere. 

Cioccolata calda con biscotti? Odio il freddo, sembra mi congeli l'anima. ç_____ç