Recensioni per
I bastardi
di K a m i l a h

Questa storia ha ottenuto 24 recensioni.
Positive : 24
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/11/21, ore 21:58
Cap. 1:

Ciao Kamilah,
diversi anni fa - mi pare di ricordare che era il lontano 2014 - avevo iniziato a leggere la tua storia. Ero rimasta affascinata dall'atmosfera zarista che eri riuscita a imprimere in ogni capitolo, così come ero rimasta deliziata dalla grande varietà e quantità di personaggi che avevi proposto.
È con un certo imbarazzo che ti confesso che non sono mai riuscita a leggere tutti i capitoli che avevi pubblicato, al tempo. Se non rammento male, il 2014 è stato l'anno in cui ho preso le distanze da Efp, salvo poi tornarci l'estate del 2020.
Non so perché sta sera io mi sia ritrovata nel fandom storico - che, ahimè, non frequento quanto vorrei -, né del motivo per cui abbia inserito "periodo zarista" nel motore di ricerca.
Tuttavia posso affermare senza ombra di esitazione che sono molto contenta di aver ritrovato "I Bastardi".
In questo corposo prologo ci hai dato un'anteprima di Volodja e Natasă, oltre che un'infarinatura della società Russa di inizio 900. È una miniera di informazioni che io non ho trovato affatto noiosa, anzi, ho intravisto il grande lavoro che hai fatto per fornire al lettore tutte le chiavi necessarie per interpretare tutti quei dettagli che hai incastrato nel testo senza appesantire la narrazione.
Passo un attimo a parlare dei personaggi di questo capitolo.
Vladimir spicca in netto contrasto rispetto a Natasha. È riflessivo, paziente e - la principessa mi perdonerà se le rubo il termine - conservatore. Di lui apprezzo lo sconfinato amore per la scrittura e la buona intenzione di tornare in patria e tendere un ramoscello d'ulivo alla famiglia del padre, così da distendere i rapporti e sperare di gettarsi definitivamente il passato alle spalle.
Natasha è tutto l'opposto. È esplosiva, impaziente e moderna. Si considera, esattamente come il fratello, un'artista e non ha paura di creare qualche scandalo. La vedo una ragazza che ha ben inquadrato i meccanismi della nobiltà - che essa sia russa o francese - e che non ha paura di dire la sua.
Credo di aver notato - se così non fosse, perdonami - delle differenze rispetto alla prima stesura.
Se non ricordo male, Natasha nominava un suo amico e costumista francese, dicendo che era a lui che aveva spiegato il significato della parola vodka. Inoltre non rammento soprannomi di Alexandra come la "sdentata".
Come ti ho già scritto sopra, sono entusiasta del tuo ritorno e curiosa di scoprire le novità e di tornare a leggere dei tuoi personaggi.
I miei preferiti, all'epoca, erano Dmitrij, Marija e quello squinternato di Aliosha. Sono ansiosa di vedere se lo saranno ancora.
Un abbraccio,
Blue

Nuovo recensore
09/05/21, ore 20:18
Cap. 11:

E’ trascorso quasi un mese dal nuovo capitolo e solo ora mi decido a recensire...vorrei dare la colpa al lavoro ma in realtà è stata pure pigrizia. E anche il lavoro ma principalmente di recente sono regredita allo stato di bradipo: o è a portata di mano o non lo faccio.
Passando al capitolo la prima volta che lessi “I bastardi” non mi resi conto di quanto in fretta stesse procedendo la storia ma leggendo i capitoli in rapida sequenza mi accorgo che procede come un proiettile, senza punti morti o scene filler, quanto sarà passato dall’arrivo dei Paley? Un paio di settimane? Tre? Ogni capitolo ti catapulta nel successivo e nonostante siamo a quota 11 ci sono ancora molte cose da scoprire sui personaggi e non parlo solo di background ma di caratteri, sono ansiosa di vederli travolti dalla rivoluzione perché sono i tempi difficili quelli in cui ci si mostra per come si è in realtà.
Non vedo l’ora di scoprire come andrà a finire questa interessantissima storia (soprattutto perché negli anni potrei aver sbirciato la wiki dei personaggi realmente esistiti e...diciamo che non sono più stata la stessa)
Per quanto riguarda la prima metà del capitolo ho apprezzato come Marija Fëdorovna non faccia semplicemente da riempitivo tra un personaggio principale e l’altro ma abbia una propria autonomia, la sua, tristemente, è un’esperienza a cui molte cameriere -o comunque donne non appartenenti alla nobiltà- rischiavano d’incappare se s’imbattevano in un nobile armato di pessime intenzioni. Forse dovrei essere contenta che Nikolaj si dimostri in ogni scena in cui appare una persona insopportabile oltre ogni redenzione, mi permette di odiarlo senza freni.
Se non ricordo male nella stesura precedente Natal’ja non riusciva a capire perché Masha stesse reagendo a quel modo e la preferisco come l’hai resa adesso perché strideva un po’ con la sua caratterizzazione, una sveglia e scafata come lei avrebbe dovuto subito fare 2+2
La due ragazze si trovano a un’impasse perché nessuna parlerà mai apertamente all’altra di cosa sia accaduto col conte, la prima probabilmente un po’ se ne attribuisce la colpa per essersi lasciata trascinare dalle eccentricità della nuova padrona e poi probabilmente teme perderebbe il posto se non dovesse crederle.
Kirill Ivanovic ha una visione molto fatalista delle cose e forse non dovrei stupirmene essendo un sacerdote, ha una sfumatura quasi di ineluttabilità come in questa parte qui “«Non potreste essere una di loro neanche fra un centinaio di anni» si spiegò Kirill Ivanovič. «Siete una knjaginja, è scritto nero su bianco»” che mi lascia un sacco di aspettative su come reagirà alla caduta dei Romanov, se con rassegnazione perché ‘Dio ha voluto finisse così’ oppure d’incredulità.
Qualunque reazione avrà per il momento qualcuno gli dia una medaglia allo stoicismo per essere stato sacrificato senza alcun ritegno dalla granduchessa Marija sull’altare della conoscenza XD
Quest’ultima rileggendo di nuovo la storia mi sta trasmettendo l’impressione di una persona che non riesce a comunicarti il proprio attaccamento con gesti affettuosi ma lo fa per vie collaterali come costringerti a studiare perché ha capito che sei una capra e senza un minimo di cultura generale in società non sopravvivrai a lungo.
Un po’ come l’insegnante severo che ti stava col fiato sul collo ma col senno di poi finisci per ringraziare.
Poi, mi pare quasi brutto dirlo, un personaggio superfluo nella storia fino a questo punto è la piccola Irina, persino più di nicchia di Marija Fëdorovna, se non fosse presente non cambierebbe granché ai fini della trama.
Certo, è apparsa poco quindi potrei cambiare idea e non nego mi piacerebbe vederla interagire di più coi personaggi dato che non mi pare tu abbia problemi a muoverla o a mostrarcela intelligente ma allo stesso tempo con un candore tipicamente infantile, come accaduto nel capitolo 7.
Passando finalmente a Feliks...quanto mi ha infastidito il suo atteggiamento durante la lettura.
Sta pesantemente sottovalutando la situazione in cui si è infilato, si comporta come se il suo titolo basti a scrollarsi di dosso l’omicidio di una persona su cui la zarina non faceva semplicemente affidamento, ma considerava la ragione per cui suo figlio era ancora in vita.
Chi lo circonda ha afferrato la situazione mentre Feliks si comporta come se avesse sgraffignato un paio di occhiali in un negozio; una brutta azione ma nulla per cui perdere la testa.
Almeno se stai per far fuori qualcuno preparati la fuga in anticipo, non mandare tuo cognato ad acquistare i biglietti del treno all’ultimo minuto per farti la gitarella di piacere con tua figlia!
Per quanto riguarda Dmitrij invece in questo capitolo in particolare (ma anche in generale) mi ha fatto una pena. A parte Feliks è completamente solo ed ora sente di star perdendo anche lui, sarebbe bello se si riconnettesse con la sua famiglia smettendola di auto-isolarsi da chiunque lo circondi, ha bisogno di una persona con cui confidarsi e andare d’accordo...è essere irrealisti sperare possa essere Volodja?
Anche stavolta ho finito di sproloquiare. Ci risentiamo al prossimo capitolo,
A presto <3

Oh, a proposito in questo punto qui “tutti l’aveva messo in conto” credo ci sia un errore di battitura, penso intendessi scrivere tuttavia.

Nuovo recensore
02/04/21, ore 17:13
Cap. 10:

Bentornata!
Innanzitutto mi voglio scusare per aver recensito così tardi, ma sono parecchi anni che manco da EFP e non sono subito venuta a conoscenza del fatto che avevi ripreso questa bellissima storia, che mi era rimasta nel cuore. Mi ricordavo che in passato avevi mostrato l'intenzione di continuare a scrivere "I Bastardi", ma non osavo sperarci, per cui non ti so dire la mia gioia e la mia sorpresa quando ho visto che la storia era ricomparsa!
Che dire, mi sono mancati tutti, chi più e chi meno (Nikolaj sto parlando di te XD), ma con qualche anno in più mio e con un lavoro di revisione, il tuo, che è evidente pur senza sconvolgere i personaggi e la storia di cui mi ero innamorata, posso dire di poterla apprezzare ancora di più : )
Amo alla follia Volodja e Aleksej, entrambi più sgrezzati rispetto alla prima versione; del primo soprattutto apprezzo il fatto che emergono ancora più le sue sfaccettature: rimane fondamentalmente una persona buona, ingenua, gentile (quello che penso abbia attratto Aliosha, al di là del fatto di voler rovinare e macchiare una purezza che lui non possiede più) pur senza per questo essere troppo irraggiungibile, troppo duro e puro. Con lui penso tu abbia fatto uno splendido lavoro, mostrando come si possa essere così come lui è, senza tuttavia essere irrimediabilmente tonti (e un po' Vladimir lo era nella prima versione) e con delle comprensibili reazioni di rabbia, di fastidio, di scazzo che giustamente anche le persone buone hanno il diritto di avere: insomma, non è troppo perfetto, troppo buono, è semplicemente un poeta, una persona sensibile e gentile, ma è anche fondamentalmente umano.
Da questo penso tu possa capire che la mia cotta per lui è immutata XD.
Aleksej è ancora meglio rispetto alla prima versione, che già di base era ottima, quindi sento che mi darà un bel po' di soddisfazioni XD.
Tornando seria, sono curiosa di sapere come svilupperai i suoi traumi infantili e la questione degli abusi del padre sulla madre; anche qui ho visto una maggiore essenzialità rispetto a prima, ma di certo questo non toglie incisività alla scrittura, che devo dire preferisco ora.
Per il resto, ho ritrovato con grandissimo piacere tutti i personaggi, ciascuno con la sua caratterizzazione, e sono felicissima di aver riletto il trio Natalja, Irina e Kirill che, insieme ai momenti in cui ci sono insieme tutti e tre i fratelli Paley, danno quella leggerezza e quel divertimento che smorzano le parti più strong di Feliks e Dmitrij o di Volodja e Aleksej :)
Spero di rileggerti ancora, intanto mi accontento di dirti che l'assenza di questa storia si è fatta sentire, e che è davvero meraviglioso sapere che sei tornata!
A presto, con affetto,
Vicky

Nuovo recensore
12/03/21, ore 00:16
Cap. 10:

Boh saranno i miei 21 anni a parlare ma QUEL BACIO mi ha stesa. Il loro primo bacinooo!! Ne parlo come se fossero due cuccioli ma in realtà uno è un lupo feroce. Anzi forse nenche un lupo... non lo so, per te Aleksej che animale sarebbe? E gli altri? Sono curiosa. 
Io letteralmente VIVO per quei due insieme. Aleksej fai di me ciò che vuoi. Io un pugno non te lo darei... o forse sì. 
Ma poi la nonchalance con cui dice a Vladimir "stavate ancora pensando a quanto è successo"
SCUSA COSA CREDI?
Io ci penserei giorno e notte fino alla fine dei miei giorni. Figurati un fiore come Vladimir. 
Quando alla fine ho letto della risata di Aleksej, mi è venuto in mente (non chiedermi il motivo) la frase scritta da qualche parte nel Vecchio Testamento: "there's no peace to the wicked" o qualcosa del genere.
Per quanto riguarda Feliks e Dmitrij, davvero quei due si completano a vicenda come hai scritto tu. 
Colmare le mancanze reciproche, magari anche senza rendersene conto, per me è un atto d'amore immenso. Esserci per l'altro anche davanti ad un evento tanto grande come quello successo in questo capitolo. Il loro stringersi le mani per restare attaccati a qualcosa di vero e Feliks che guarda Dmitrij a fondo per riprendere contatto con la realtà. 
Loro si amano e io amo loro. Ah, questi amori non corrisposti. Che dolore!
Ma sai chi amo ancora di più di loro? Non te lo sto neanche a dire. Vladimir Paley e Aleksej Bobrinskij, sarò per sempre vostra. Truly. Madly. Deeply. 

P.s. Stanley, in una prossima vita, io e te saremo destinati a vivere inisieme. Non importa come, non importa dove. Ma insieme. 
P.p.s. la mia professoressa di Business English sta lavorando con una signora russa di nome Olga (vive a Kostroma, non so se ti sia familiare) che gestisce un sito di turismo russo interessato alla città dove vivo. E niente, io e Olga ci scambiamo mail scritte in russo da parte sua e in italiano da parte mia (non sa nè italiano nè inglese quindi non fa differenza) e mi siete venuti in mente tu e la tua storia e tu e i tuoi numerosi viaggi in Russia (avevo guardato la tua pagina Facebbok quando avevi pubblicato la storia anni fa). Ho accettato di partecipare al progetto principalmente grazie a te che mi hai trasmesso un po' della tua passione per quel paese.
Credo sia importante far sapere a chi, come te, si impegna in quello che fa che il duro lavoro spesso ripaga. Anche se poi alla fine a te non viene niente di concreto indietro. Però hai sicuramente lasciato un'impronta per me. Grazie!!

A presto!

Nuovo recensore
24/02/21, ore 20:05
Cap. 10:

Finalmente ho finito il capitolo.
Devo essere onesta, ritrovarmi subito la scena del post-tentato suicidio mi ha un po’ disorientata perché ricordavo venisse in un altro capitolo ma forse sto confondendo l’ordine cronologico.
Una cosa è certa: la storia sta proseguendo speditissima, dettaglio cui non avevo prestato attenzione la prima volta ma con questi aggiornamenti regolari ho realizzato che i Paley sono a Pietroburgo da un paio di settimane -o giù di lì- e già la situazione sta degenerando.
Il fulcro della prima parte del capitolo può essere sintetizzata in questa singola frase: “Tutti meritano di vivere, anche chi non lo vuole”
Magari perché ha combattuto nell’esercito, magari perché ha una famiglia (perlopiù) amorevole o magari è talmente giovane che gli pare assurdo porre fine alla propria esistenza mentre sta ancora iniziando ma Volodja ha una visione forse troppo...ottimista (?) della vita.
Lungi da me insinuare abbia sbagliato a tirar via Aljosha da quel ponte perché come ha fatto notare finché si è in vita c’è sempre l’opportunità di potersi risollevare...ma se quest’opportunità non la si riuscisse ad afferrare? O non si presentasse mai? Si sta facendo un favore a quella persona o si sta prolungando la sua sofferenza?
Come ci viene detto nel capitolo 8 Aljosha ha pensato spesso al suicidio quindi il suo non è un gesto avventato ma l’exploit di qualcosa in atto da tempo, la scelta di una persona danneggiata, o per meglio dire ferita, così a fondo che non vede fuga dal proprio dolore se non tramite un gesto da cui non c’è più ritorno.
Aljosha sostanzialmente è una persona schiacciata da un senso di colpa ed ogni giorno deve convivere con la conseguenza del suo errore, ciò senza poi assommare traumi come un padre violento. Probabilmente se sorprendesse qualcuno in procinto di farla finita sul fondo del fiume non gli passerebbe nemmeno per la testa d’intervenire perché nella sua ottica non lo starebbe salvando, lui di sicuro non si considera fortunato nel trovarsi ancora fra i vivi.
Ricordo che ai tempi questa parte prevedeva un ulteriore trauma per Volodja ma l’hai tagliata.
Da un lato sono triste perché quella scena mi piaceva e non vedevo l’ora di rileggerla, dall’altro però capisco che siamo ancora a soli 10 capitoli ed è meglio evitare di ripetersi...ciononostante rimango in lutto.
(Piccolo off-topic: ho dimenticato di dirti quanto ammiri il fatto che tu abbia deciso di dare un titolo a ciascun capitolo invece di optare per la classica numerazione, può sembrare una scemenza ma in realtà riassumere in poche parole il contenuto di un capitolo è più difficile di quanto sembri)
Passiamo ora all’evento storicamente reale di questa storia.
“In quel salotto Dmitrij una volta si era preso a pugni con Feliks” e se qualcuno nutrisse ancora dubbi sulla disfunzionalità della comunicazione in questa coppia stavolta ce li siamo levati una volta per tutte!
Ho la sensazione che Dmitrij ricorra alla violenza fisica con lo stesso scopo per cui un bambino piange: essere notato, avere una reazione da chi gli sta intorno pure se negativa, probabilmente perché il padre è un uomo tranquillo che non reagisce mai con violenza, né verbale né fisica, e quindi lui interpreta quest’assenza di reazione per disinteresse.
Ad ogni modo mi tocca chiedere scusa a Feliks perché sino ad ora gli avevo attribuito il 60% delle colpe in questo rapporto, dato che gioca all’equilibrista fra la propria famiglia e Dmitrij, ma esasperare una persona fino a indurlo a rispondere alle mani non ti rende tanto migliore; quindi lo ammetto qui le colpe sono 50/50.
Comunque si capisce che questo assassinio era destinato a fallire nel momento in cui si era deciso di metterlo in atto al Jusupovskij, si vede che il principe non si era visto tutte le puntate di Criminal minds dall’età di nove anni come ho fatto io XD
“«Non funziona» aveva detto, lo sguardo che era corso verso Dmitrij, quasi supplice” in questo punto è come se i ruoli si fossero invertiti per un momento, di solito è il granduca a cercare conforto in Feliks mentre qui sembra lui il bambino che si rivolge al genitore in cerca di sostegno; probabilmente l’intera faccenda è troppo più grande di lui, se l’aspettava più facile e invece Rasputin era fermamente deciso a non morire.
Ritrovare Nikolaj Feliksovič se pur citato mi ha riportato alla mente il prequel su Aljosha e su quanto il maggiore dei fratelli Jusopov mi fosse indigesto, ben tratteggiato ma indigesto. Sarà che a me quelli che all’improvviso sputano nel piatto in cui mangiano senza nemmeno accennare a volersene sbarazzare aggradano poco.
“Feliks era Feliks, non gliene sarebbe importato se fosse stato uomo o donna. L’importante era che fosse lui.” Qui ho pensato: ah, ma lo vedi che in fondo in fondo Dmitrij ha un cuore di burro e marmellata come il fratellastro XD
Devo dire che all’inizio credevo la sua avversione per le foto legata al fatto che ormai se qualcuno lo fissa è per giudicarlo (negativamente) a causa della propria relazione con Feliks ma l’accenno alla madre con conseguente parallelismo alle proprie foto mi ha fatto pensare che forse Dmitrij viva una qualche forma di alienazione o comunque abbia una sorta di “frattura interiore” legata alla propria infanzia che ancora oggi non riesce ad elaborare.
“I rantolii del mostro” anche questo pezzetto è interessante perché rafforza la deumanizzazione che viene attuata sul monaco dopo il paragone coi ratti. Proprio perché non è una persona ma un animale, anzi peggio è un mostro, è immeritevole di pietà in quanto una bestia, fosse pure un topo, non attacca per cattiveria mentre i mostri sono intrinsecamente malvagi.
“(…) il ricordo della guerra gli imbrigliò le membra facendogli scorrere l’eccitazione nelle vene” a volte dimentico che effettivamente Dmitrij ha partecipato alla guerra.
Leggere di eccitazione alla prospettiva di sparare un po’ fa venire i brividi, sta puntando un uomo non un grosso fagiano, allo stesso tempo però quello del 1915-18 fu il conflitto che porterà pesantissime conseguenze psicologiche sui soldati, molti finiranno per sviluppare il cosiddetto “shock da granata”.
Mi è piaciuto come Feliks abbia raccontato di Rasputin, proprio come un bambino portato via da qualche entità oscura e magari è così che si è sentito nel trovarsi solo con un uomo che l’aveva manipolato psicologicamente, approfittando della sua fragilità.
Ritrovarmi a rileggere la tua storia adesso mi sta facendo saltare all’occhio dettagli a cui non avevo badato qualche anno fa perché troppo in fissa col pairing Aleksej/Vladimir per preoccuparmi di altra gente, la giovane me aveva l’esigenza di fangirlare XD
Al prossimo aggiornamento <3

(Piccola parentesi su Fedor: ma quanto è triste -e fa pure un po’ arrabbiare- il fatto che ancora oggi sia in fissa col cognato, come accennato da Aljosha qualche capitolo fa, per qualcosa che in pratica è stato un dispetto ai danni della sua famiglia e di Dmitrij? Tra l’altro lui adesso ha diciotto anni e con Jusopov si passerà dieci anni di differenza O.o)

Nuovo recensore
16/02/21, ore 22:55

Bentornata cara,
Innanzitutto per quanto riguarda la mia memoria devi sapere che io ho un dono: ricordo benissimo dettagli che probabilmente non mi occorreranno mai nella vita mentre la roba utile (tipo filologia) me la scordo un minuto dopo finito l’esame XD
Parlando del capitolo entrambi i coniugi Bobrinskij hanno avuto un impatto decisivo nella psiche dei pargoli, in negativo decisamente.
Oserei azzardare che Nikolaj soffra di una qualche forma di “mommy issues” -non so se esista un equivalente in italiano, forse “Complesso materno”?- che negli uomini sfocia in una misoginia più o meno inconscia e direi che è il suo caso; certo, per l’epoca era la norma considerare inferiori le donne (basti pensare al capitolo precedente in cui Dmitrij in riferimento a Natal’ja pensa: “aveva sempre creduto di potersi difendere da sola”, come a voler sottintendere non sia possibile a prescindere e la sorellastra abbia bisogno di un protettore) ma in lui sicuramente affonda le radici nel rapporto tra i genitori. Praticamente incolpa la madre per non essersi mai ribellata (meccanismo che spesso scatta con le vittime di abusi) quando probabilmente non aveva molta scelta, la donna di solito passava dall’autorità paterna a quella maritale e se la famiglia (e a questo proposito: i Demidov due domande su che fine abbia fatto la contessa non se le fanno?) veniva a scoprire di eventuali maltrattamenti di solito si tendeva a nascondere tutto sotto il tappeto.
“Una vita di schiavitù, ecco quello che c’era per loro; erano prima di tutto schiave di loro stesse, dei loro odiosi precetti autoimposti, di canoni, convenzioni, privazioni”
Leggendo questo pezzo prudono un po’ le mani dato che Nikolaj si presenta lucidamente consapevole della condizione di sudditanza delle donne che non potevano avere nulla di proprio, per cui pure se la madre si fosse opposta al marito non penso avrebbe fatto una fine migliore rispetto all’attuale.
Nemmeno era insolito liberarsi di una moglie scomoda accusandola di isteria femminile.
E intanto povera Marija Fedorovna cosa le tocca subire. “Prese a dibattersi come un pesce” quest’analogia mi ha ricordato un altro momento topico fra questi due che mi è rimasto nel cuore e spero tu l’abbia lasciato perché era epico XD
Passando ad Aljosha interessante il focus sulla luna considerando che è proprio ad essa che Volodja l’ha paragonato la prima volta che l’ha visto, poi dal punto di vista simbolico la luna tra le altre cose è associata anche alla morte per cui in questo capitolo è a dir poco calzante.
Se non erro nella prima versione ad aver “spogliato d’ogni senso” le cose era Nikolaj e non il conte, questo cambiamento dà più peso a una figura che nella prima versione veniva giusto accennata e sbiadiva rispetto magari a Mensikov, ugualmente solo nominato ma avvolto da maggior mistero perché non se ne conosce nemmeno il ruolo nella società pietroburghese.
Trovarlo poco prima di un gesto estremo come il suicidio lo mette direttamente sotto i riflettori in quanto quando ci si trova davanti alla morte d’istinto si pensa o alle cause oppure a ciò che ha maggiormente influito nella nostra vita.
In tutto ciò più leggo e più mi convinco che Volodja potrebbe essere la pietra angolare su cui Aljosha potrebbe fondare la ricostruzione della propria vita dato che, come ha ammesso, gli ricorda se stesso prima di diventare com’è oggi; per cui sarebbe una sorta di ritorno alle origini, un ricominciare da zero.
Spero solo che se o quando accadrà scelga di farlo per se stesso e non per altri, questo genere di cambiamenti devono nascere da dentro e non da spinte esterne altrimenti non appena la persona che ci ha spronato a farlo si allontana o non ha più le energie di starci dietro si ricade nel problema.
Onestamente per com’è ora non vedo una via di fuga dall’impasse in cui Aljosha si trova (nonostante Vladimir) perché la sua condotta ha uno scopo punitivo pertanto finché non riuscirà a perdonarsi non riuscirà nemmeno ad essere...relativamente tranquillo immagino; direi che i traumi che si porta addosso non se li scrollerà mai via, potrebbe però accettarli senza tornarci ossessivamente.
Passando a Dmitrij...lui vuole solo botte in testa. Fine, giù il sipario XD
No, scherzi a parte mi è piaciuta molto sia la reazione della servitù alla sua presenza (non si può dir niente perché sono affari del padrone ma allo stesso tempo non vogliono immischiarsi. Forse perché li giudicano o forse per lealtà verso la padrona di casa) sia la palese presa di coscienza su Feliks.
Io l’avevo già intuito ma è chiaro che voglia tenersi tutto e di solito quando si fa così si finisce per non ottenere niente. Perlomeno però ha il merito di non voler coinvolgere Dmitrij in questa farsa di assassinio. La prima regola è: mai farlo in casa tua, le basi.
Il granduca da parte sua ha delle reazioni infantili, o da ragazzino (Cit.) prima quando chiede a Feliks di entrare -tanta tenerezza- e poi in questo punto “Sì, aveva paura, una paura folle in quel momento, dopo che Feliks aveva mostrato di averne a sua volta” un po’ come vanno nel panico i bambini appena vedono che pure i genitori sono spaventati.
E siamo già arrivati al nono capitolo, nel prossimo troviamo il famoso omicidio...onestamente io sto come d’autunno sugli alberi le foglie in prospettiva del’11, ho solo bei ricordi dei capitoli con Aljosha XD

Al prossimo aggiornamento <3

P. S. Per quanto riguarda “l’atto imperdonabile” compiuto dalla contessa io che ai gialli ho sempre preferito fantasy e romance ho ipotizzato uno scontatissimo tradimento, lo so ho poca fantasia ma il criceto nella mia testa non è riuscito a formulare nulla di meglio.

Nuovo recensore
06/02/21, ore 14:47
Cap. 1:

Non puoi immaginare quanto mi hai fatta felice! Temevo di non poter più rileggere questa splendida storia e di non poterne conoscere il finale. Un abbraccio, aspetto con ansia i prossimi capitoli

Nuovo recensore
04/02/21, ore 21:49
Cap. 8:

Il capitolo 8 è arrivato prima di quanto immaginassi e ne sono super entusiasta, l’avrei recensito ieri sera non fosse che me ne sono accorta un po’ troppo tardi e mi sarei addormentata sulla tastiera.
Dimitrij può fare il distaccato quanto gli pare ma il suo rancore nei confronti di Ol’ga Valerianovna (se mi azzardo a definirla matrigna rischio? XD) e dei fratellastri parla meglio di qualunque altra cosa, se davvero il massimo delle sue aspettative fosse essere lasciato in pace non proverebbe nulla, io sono sempre stata di quella scuola di pensiero secondo cui l’opposto dell’amore è l’indifferenza: odiare o provare rancore nei confronti di qualcuno significa accettarne l’esistenza e che questa esistenza abbia un’influenza sulle nostre vite.
Magari sbaglio io ma ho l’impressione che lo spettro delle emozioni del granduca propenda talmente spesso alla rabbia da renderlo incapace di entrare veramente in contatto con le proprie emozioni (escluse quelle rivolte a Feliks, ammesso che il pensiero ossessivo possa essere considerato tale. Non è sano pensare costantemente alla stessa persona ogni minuto della giornata, di solito è sintomo di follia o scarna vita sociale, e comunque avere un solo interesse nella vita è deleterio).
Suo padre andrebbe santificato per come reagisce dopo ogni porta sbattuta in faccia -e inizio a capire da chi abbia preso il suo buon carattere Vladimir, nella prima versione non ci avevo prestato granché attenzione perché ero giovine e più interessata agli inciuci dei personaggi-, potrebbe pure concedergliela una soddisfazione a un uomo il cui unico crimine è stato sposarsi senza consenso. Non è stato un abbandono volontario il suo; certo, il senso di estraneità è comprensibile ma mostra più trasporto nel litigare con Natal’ja che nel parlare col padre.
Parlando di Natal’ja apprezzo non sia comprensiva e tollerante a tutti i costi con uno che in fin dei conti non sta facendo alcuno sforzo né per mostrarsi civile né per farsi apprezzare, qualcuno deve puntare i piedi in questa famiglia e mi sa che l’unico modo è colpire il fratellastro dove fa più male (e complimenti per essere informatissima sulla sua vita sentimentale, Volodja ha dovuto venire sequestrato da Aljosha per scoprire la verità)
Ultima chiosa su Dmitrij e poi passo ad altro: ma quanto è ipocrita da parte sua criticare la moglie del padre quanto, come sottolineato da Natal’ja, lui è l’amante di un uomo sposato?
Non è che soltanto perché è uomo e non donna allora il tradimento non vale, Irina Aleksandrovna poi è pure sua cugina, nelle famiglie la gente si toglie il saluto per molto meno!
Complimenti per riuscire a rendere credibili gli atteggiamenti di personaggi storicamente esistiti, nel periodo in cui rimuovesti la storia cercai un rimpiazzo come un’orfanella disperata e trovai una long incentrata su Dmitrij e Feliks maaaa...diciamo che non ha funzionato, si percepiva chiaramente un muro che impediva di venire coinvolta cosa con la tua scrittura non accade, una persona potrebbe dimenticare siano personaggi reali per quanti li muovi bene. Tra loro e quelli inventati non c’è praticamente differenza, si amalgamano alla perfezione.
La parte di Aljosha è quella che ha subito più tagli, se la memoria non m’inganna all’inizio della sua entrata in scena si stava...“intrattenendo” diciamo così e probabilmente è un bene averla eliminata, tanto il personaggio s’intravede proprio en passant e nessuno lo rivedrà mai più, forse distraeva pure mentre così il focus è ben piantato sulla psiche del personaggio.
Volendo proprio spaccare il capello ho l’impressione che lo stacco di scena dal Nikolaevskij sia troppo brutale, come se mancasse qualcosa, magari però è solo un problema del mio cervello XD
Ad ogni modo complimenti a Stanley per la compostezza che riesce a mettere insieme davanti al padrone (si capisce che c’è dell’affetto tra questi due) e per il tatto dimostrato; insieme al granduca Pavel è un fulgido esempio di genitorialità positiva.
La frase “(…)doveva ammettere che a volte il desiderio di tenere la propria vita in mano, e non quella degli altri, dava alla testa più di ogni altra cosa” mi fa pensare al senso d’impotenza che deve aver provato questo ragazzo per ritenere il suicidio una forma di controllo.
Dato che si cita la čandra direi che più che mal di vivere Aljosha cammina pericolosamente sull’orlo della depressione di cui spesso senso d’impotenza e noia sono l’anticamera.
In origine il flashback poneva l’accento sul disprezzo del conte nei confronti del figlio minore e si limitava a mostrarci dei trascorsi che tutto sommato si potevano intuire, adesso invece è più funzionale alla trama perché ci fornisce l’inizio di quel senso di colpa che Aljosha si porta addosso ma soprattutto espone in modo incisivo le dinamiche famigliari: un marito prevaricatore che vede nella violenza il metodo per risanare l’onta subita, che addirittura in un primo momento pare congratularsi col figlio perché all’improvviso decide di reagire a quell’abuso (il classico: “Sii uomo) ma poi lo rimette al suo posto per aver pensato di potersi opporre a lui rompendogli la mano.
Ho una teoria a riguardo dell’atto che dovrebbe “rovinarli tutti” ma me la terrò per me finché non avrò più indizi da mettere assieme.
Non posso fare a meno di notare come Aljosha ritenga il suicidio una sorta di metodo punitivo nei confronti del genitore, questa figura incapace di nutrire per moglie e figlio quell’attaccamento che invece riserva alla facciata di rispettabilità e ricchezza, un modo per avere l’ultima parola e umiliarlo in un certo senso.

In tutto ciò chissà che ha combinato Nikolaj per meritarsi di uscire di casa appiedato.
Al prossimo aggiornamento <3

Nuovo recensore
01/02/21, ore 08:38
Cap. 7:

Ciao!
Sono davvero felice che tu abbia deciso di riprenderla, non accedevo su efp da un po' e ritrovarmi 'I bastardi' mi ha riportato a un paio di anni fa.
Ho sempre adorato il modo in cui scrivi e come fai interagire i personaggi. Non vedo l'ora di capire come evolverà. 
Grazie per averci fatto questo regalo! <3

Nuovo recensore
31/01/21, ore 23:17
Cap. 7:

Finalmente questa tragica sessione è conclusa (ma solo io ogni volta che ci passo comincio a riconsiderare le mie scelte di vita? T.T) e posso dedicarmi al capitolo 7.
In questa versione revisionata il “Zuccherino?” di Aljosha costruisce molto meglio l’equivoco rispetto al precedente “Dolce?” -e sì, ricordo questi dettagli scemi e ne vado fiera-, pure io avrei frainteso.
Sono tornati tutti in una volta ben tre personaggi che non potrebbero essere più diversi fra loro e ammetto di non sapere da chi cominciare pertanto direi sia più saggio procedere per ordine cronologico:
-Fedor: non mi ero resa conto anni fa di quanto fosse molesto da ubriaco, molesto e sconsiderato per lasciare uno come Aleksej Bobrinskij in prossimità di un suo parente (per carità, lo adoro ma gli dovrebbe essere interdetto d’incontrare uomo o ragazzo senza chaperon a portata d’occhio), invece lo ha addirittura aiutato a drogare il povero Volodja -in tutto ciò Aljosha è improvvisamente diventato lo sconosciuto da cui ti mette in guardia la mamma da piccolo dicendoti: “Mi raccomando, non accettare caramelle dagli sconosciuti- e poi scompare per fare i comodi propri abbandonandolo al suo destino. La gente smette di parlarsi per molto meno.
-Yatsko: come è stato sottolineato non ha detto granché ma devo ammettere che ai tempi era nella mia top ten di personaggi preferiti e non vedo l’ora di rivederlo; la sua irriverenza nel mandar male Aljosha nonostante si trovi in una situazione di subordinazione è da applauso. La somiglianza con quest’ultimo colta da Vodja potrebbe essere legata alle difficoltà per cui sono passati (e tutt’ora passano) entrambi, Aljosha semplicemente è nato con più mezzi.
O forse Yatsko tende ad imitare il conte, chissà.
-Kirill Kuselev: è interessante non solo perché è riuscito ad accattivarsi Irina in poco tempo (e visto come ci sa fare coi bambini è un delitto sia destinato a non averne) ma soprattutto perché parliamo di un aspirante prete in un paese tragicamente vicino alla rivoluzione d’ottobre che porterà a una Russia senza Dio, pertanto pure se scampasse il destino di molti nobili dubito riuscirebbe ad integrarsi nel nuovo regime.
Onestamente non riesco ad immaginarmi il suo percorso nella storia al di fuori di questa prospettiva poiché non penso sia interessato ad alcuna relazione amorosa; magari potrebbe svilupparsi un’amicizia con Natal’ja? Ma implicherebbe smetta di farle da istitutore, non sono due ruoli in grado di coesistere.
Passando al capitolo più in generale Vladimir è passato dal semplice fastidio per essere stato imbrogliato a un trauma mica da ridere: praticamente è stato drogato, trascinato mezzo incosciente in un bordello (rapito insomma) e lì molestato, non mi stupisce sia tornato a casa quasi in lacrime.
Ho apprezzato che la sua repulsione per quel posto non fosse legata alla prestazione offerta in sé o all’orientamento di chi ci va ma all’opinione di non poter attribuire un prezzo all’intimità; d’altronde si era già capito che era un romantico.
Nella sua sfuriata contro il conte ricorda a tratti un bambino, fa tenerezza nel suo tentativo di comprendere se in qualche modo abbia istigato lui quel comportamento meschino; probabilmente la risposta è sì...ma no.
Per intenderci credo il problema sia riassunto in questa domanda: «Vi credete migliore di me, non è così?», secondo me ad Aljosha irrita il fatto che, moralmente parlando, Volodja sia effettivamente migliore di lui e l’infastidisce avercelo attorno, fastidio acuito dalla convinzione malcelata del principe di essergli superiore per levatura morale.
Interessante anche l’affermazione di qualche paragrafo più in alto di Aljosha «In noi non esiste davvero volontà, solo catene fatte di istinti.» solo un cinico convinto o qualcuno che troppo spesso si è sentito come se la sua volontà non contasse affatto arriverebbe ad una conclusione simile.
Andando avanti adoro che Natal’ja sia la paladina del fratello e non tolleri Dmitrij lo maltratti, protettiva e battagliera come una leonessa; inoltre mi piace sia l’unica capace di dar voce al fastidio generale per l’atteggiamento irrazionale del fratellastro mente chiunque in casa pare disposto a chiudere entrambi gli occhi.
Povero granduca Pavel, dopo gli affanni per riunire la famiglia viene ripagato così, capisco sia un po’ tardi ma è palese Dmitrij smani per riavere una figura paterna accanto ed è proprio lì, deve solo accettare un invito a colazione evidentemente però è più facile piagnucolare per Pietroburgo quanto odi dover stare a contatto coi Paley invece di agire concretamente per ottenere ciò che desidera.
Esilarante lo scambio tra Natal’ja e Marija Pavlovna, ecco in quella scena sono sembrate davvero sorelle con la seconda che tenta di affermare la propria autorità da brava sorella maggiore; a modo suo ci tiene alle sorellastre purtroppo però avendo personalità diametralmente opposte -ed essendo Irina una bambina per cui le forme di affetto...chiamiamole alternative ancora non le coglie- riesce difficile andare tutte d’accordo.
E comunque Chatbotté cacciatore di topi fa eclissare tutti, fine.

P. S. non posso esimermi dal notare che i domestici qui con la scusa d’aver cresciuto i padroni fan come pare a loro XD

Nuovo recensore
18/01/21, ore 13:56
Cap. 6:

Ciao! Torno a recensire dopo due capitoli per colpa dello studio (causa di forza maggiore)! Scusa!! 
L'AFFARE! E che affare... titolo azzeccatissimo, brava. 
Povero Vladimir, non sa cosa lo aspetta.
Angelo mio, avrai un soggiorno molto travagliato nella fredda San Pietroburgo. 
Caro Fëdor, stavo aspettando anche te! Non vedo l'ora del prossimo capitolo per "rivederti"!!
In realtà mancano ancora altri due personaggi che mi avevano rapito il cuore... bambini miei, non fatemi aspettare troppo!! 
Stanley, uomo vero in un mondo falso, ti ho sempre amato e per sempre ti amerò. Il tuo nome è una certezza. Più o meno. 
Un bacio e buon anno in ritardo!! 

Nuovo recensore
17/01/21, ore 18:48
Cap. 6:

Stavolta sarò breve perché okay che ogni scusa è buona per non studiare ma almeno dovrei provare a fingere di essere una persona seria e responsabile.
Questo capitolo mi ha fatto capire che in realtà non è Aljosha quello che aspettavo di rivedere con ansia ma Stanley, l’eroe che non meritiamo ma di cui abbiamo bisogno, unico, vero protagonista morale di questa storia: molti (troppi?) anni sulle spalle, un aplomb d’acciaio e una croce di nome Bobrinskij da sopportare. Probabilmente aspetta solo che l’enfant terrible si sistemi con qualcuno così finalmente potrà godersi il suo meritato riposo per cui mi spiace per Vodja ma je tocca XD
Nonostante entrambi i fratelli Bobrinskij compiano entrambi delle azioni...discutibili ho sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti di Aljosha e forse in questa rilettura ho capito il perché: la cattiveria di Kolja (il quale sembra essere fissato col controllo dato che viene evidenziato ben due volte) è più meschina e calcolatrice, finalizzata a riempirsi le tasche mentre quella del fratello minore è più emotiva, segue un impulso; per metà del capitolo si nota come Aljosha sia aggrovigliato nelle sue emozioni: si arrabbia e rompe un bicchiere nel camino, l’infastidisce l’insinuazione del fratello e decide di piazzare una scommessa per dimostrare d’essere in grado di fare ciò che gli pare.
In pratica, avevo già avuto quest’impressione e devo dire che ora si è soltanto consolidata, sotto tutta quella strafottenza e malizia si nasconde un bambino, dopotutto non sono forse i bambini quelli che si lasciano vincere dalle passioni?
Due personaggi che qui vengono citati e hanno sempre stuzzicato il mio interesse sono la contessa Bobrinskaja e le cause della sua attuale condizione, per quanto mi sia scervellata non sono riuscita a capire di cosa soffra, e Mensikov che non si è praticamente mai visto. Comparirà prima o poi? Spero tanto di sì, io devo sapere cos’è avvenuto tra lui e Aleksej.
Passando a Volodja mi pare ovvio che non abbia capito nulla della vita se con Aljosha a portata di mano pensa alla zarevna Marija Romanova XD
Ma quanto fa tenerezza la sua convinzione di poter ordinare delle scuse? Piccolo, dolce figlio della primavera. E se ricordo correttamente quello che avviene nel capitolo successivo la situazione si farà a dir poco sconveniente, non vedo l’ora.
Alla prossima <3

Nuovo recensore
10/01/21, ore 17:35
Cap. 5:

Ciao Kamilah! Innanzitutto anche se un po’ in ritardo ti auguro un buon 2021.
Questo capitolo ho dovuto leggerlo in più giorni perché è arrivata la sessione di gennaio a togliermi il già poco tempo libero a disposizione ma finalmente ho potuto leggere dell’interazione tra questi due casi uman...cioè, tra Vladimir e Aleksej.
Meraviglia, la sadica che è in me non ne ha mai abbastanza, è come assistere all’incontro tra una pantera e un cucciolo di golden retriever.
In questa versione riveduta il personaggio di Aljosha mi sembra più “raffinato” nel senso che prima il suo piglio ricalcava più marcatamente il cliché di bel tormentato (che comunque apprezzai, per carità) adesso però sembra acquisire una sfumatura più personale, meno stereotipata e bitchy a tutti costi anche se ovviamente davanti l’ingenua inconsapevolezza del principe continua ad avere l’ultima parola. Per ora.
«Aperta… sfido chiunque, ad ogni modo, a seguirmi.» Questa affermazione è abbastanza interessante, a parer mio basta a racchiudere l’effetto che suscita Aljosha nel prossimo: di fascinazione sì, come evidenziato dalle occhiate che gli lanciavano nello scorso capitolo -d’altronde lo stesso Vladimir ne è rimasto colpito suo malgrado- ma al contempo respingente.
Parlando di Vodja mi aspetto molto dal suo arco evolutivo -soprattutto considerando il punto in cui si è interrotta la prima versione- perché sei riuscita a plasmare la sua personalità in maniera tale da renderlo buono ma non stupido come finiscono altri personaggi che percorrono questa china infida, spesso per renderli buoni a tutti i costi li si snatura in invertebrati disposti a farsi calpestare (ogni riferimento a Belle di Once upon a time è puramente casuale) mentre Vladimir quando occorre sa farsi valere e ci tiene al rispetto.
Il suo attaccamento alla famiglia è ammirevole, specie se indirizzato al fratellastro, il quale non compie nemmeno lo sforzo di provare a intrecciare un rapporto quantomeno disteso perché troppo impegnato a comportarsi da orfano offeso e abbandonato (io la butto là: secondo me, in una modern, Dmitrij avrebbe attraversato una fase emo in adolescenza).
E comunque quelle sul completo di Vodja sono critiche prive di fondamento XD si sa che quando uno è bello pure con un sacco di iuta addosso rimane gnocco ma soprattutto gliel’ha consigliato Natal’ja e il suo gusto non si discute ù.ù
Già che l’ho citata secondo me una conversazione tra lei e Aljosha farebbe volare scintille avendo ambedue personalità parecchio intense.
Passando a Dmitrij e Feliks in questo capitolo in particolar modo mi hanno trasmesso l’impressione di una di quelle coppie che parla ma mai delle cose veramente importanti e sostituiscono questo bisogno di intimità emotiva con quella fisica; in generale la loro relazione trasmette un senso di precarietà: l’imprudenza con cui vanno in giro senza curarsi di mantenere un profilo basso, gli incontri che sono veri e propri attimi rubati alla quotidianità fanno intuire come nessuno dei due abbia una pallida idea di dove andare a parare con questo rapporto fatto solo di presente e voglia di sentirsi bene (nel caso del granduca soprattutto potrebbe rivelarsi deleterio perché quando ti aggrappi totalmente a qualcosa di instabile non può che finire male)
In questo punto “(...)nessuno si sarebbe preso la briga di sbrogliare quel gran casino che lui era” mi è dispiaciuto per il Granduca Pavel che a quanto pare per il figlio conta come il due di spade quando la briscola è bastoni mentre si è fatto il mazzo per riunire la famiglia e se vedesse un’apertura da parte del figlio sarebbe più che felice di mettere mano al casino emotivo che è la sua testa. Allo stesso tempo però Dmitrij mi ha fatto troppa tenerezza quando non ha ricevuto la rassicurazione che cercava, in pratica Feliks oltre che amante è pure una figura paterna surrogata ma dubito potrà mai dargli ciò che va cercando in tal senso perché non è il suo ruolo, con quel genere di bisogno occorre farci i conti e soddisfarli altrove, scaricarli sul proprio partner alla lunga può esacerbare la relazione.
In realtà ciò che manca in questa storia è un bravo psicoterapeuta XD

P. S. Per caso il titolo del capitolo è un riferimento ai Demoni di Dostoevskij?

Nuovo recensore
29/12/20, ore 17:52

Chiedo venia per il ritardo!
Nuovo capitolo, nuovi scleri.
La scelta del colore del vestito di Vladimir è super azzeccata: bianco proprio come lui!! Che poi se me lo immagino mi viene in mente la donna angelo del Dolce Stilnovo e non so, mi sembra più che azzeccato...
Anche io vorrei avere con mio fratello la complicità che hanno i fratelli Paley, che coppia. Sono sicura che mi divertirei da morire con Nataša. 
Nella vita io me lo sarei meritata un Feliks che non mi toglie mai le mani di dosso! Tutti lo vorremmo... E ALLORA ALLUNGHIAMOLO QUESTO GIRO IN CAROZZA MIO BUON VALLETTO!
Aleksej mio bellissimo demone, ho atteso impaziente il tuo ritorno. Se dovesi assistere alle sue conversazioni, penso proprio che mi strozzerei ad ogni sua frase. Lo amo, aggiunge a little bit of spice a tutto ciò che gli sta attorno. Tratta bene Volodja... anzi no. 
E con la fine di questo capitolo, dichiariamo ufficialmente aperte le danze
A presto!!


 

Nuovo recensore
25/12/20, ore 23:31

Il nuovo capitolo è praticamente il regalo di Natale, vedere Natal’ja e suo fratello insieme scalda sempre il cuore: esprimono un’intesa e una complicità toccante, in ogni scambio traspare l’affetto reciproco e adoro quanto siano protettivi l’uno verso l’altra, hai rifinito talmente bene le loro interazioni che a questo punto se decidessi di mettere in scena solo i fratelli Paley mi andrebbe benissimo (piangerei la perdita della mia ship ma me ne farei una ragione).
Comunque è evidentissimo come Natasha abbia una crush platonica nei confronti di Jusopov XD
Il «Che c’è già qualcuno che vuole approfittarne? Che ho fatto la figura dell’ingenuo?» di Vodja praticamente è presago, povero cuore. Si penserebbe che smettere di servire al fronte sia il biglietto d’uscita per una vita placida e tranquilla e invece...
Non ricordo se era presente anche nella versione precedente ma leggendo la scena in carrozza mi è parso che una parte dell’attrazione di Feliks per Dmitrij scaturisca dalla consapevolezza di quanto quest’ultimo abbia bisogno di qualcuno che si curi di lui dopo essere stato privato di una figura genitoriale dietro l’altra e la conseguente possibilità di essere il suo eroe, c’è una buona dose di manie di protagonismo in questo. Non mi pare il classico caso di sindrome dell’io ti salverò in quanto solitamente si accompagna a una generosa dose di stupida abnegazione nei confronti del prossimo e Feliks è più il tipo da volere tutto senza cedere niente; in qualunque altro contesto volere la propria figlia e il proprio amante sarebbe una pretesa legittima ma nel suo caso avrebbe potuto mantenere un po’ di sana discrezione. Non capisco se è pura incoscienza o menefreghismo.
Ad avermi strappato uno squittio di gioia però è stato lui, Aljosha, finalmente è tornato con la sua entrata in scena da vera drama queen, quanto ho atteso questo momento, mi sento una fangirl alla sua prima ship *-*
Ricorda quasi un felino per il modo in cui si muove squadrando tutti, per come si diverte a stuzzicare chi gli sta attorno, già pronto ad approfittarsi della palese ingenua buonafede del povero Vodja (anche se la sadica che è in me già pregusta il disagio esistenziale a cui lo sottoporrà in futuro). Un dettaglio che mi ha sempre incuriosita è proprio il rifiuto di Aljosha a stringergli la mano, è solo perché è bitchy inside oppure è legato a qualcos’altro?
Ciò detto qualcuno dia una pacca sulla spalla a Dmitrij per aver accantonato un attimo la propria intolleranza nei confronti del fratellastro in un disperato tentativo di salvarlo ma lui se ne frega e va incontro al suo futuro fidanz...voglio dire al suo destino.

Piccola postilla: quando lessi per la prima volta “I bastardi”, invogliata da quell’altra perla che fu “La figlia del re”, lo feci svogliata e lo mollai appena mi accorsi che le coppie principali erano m/m perché convinta che lo slash non facesse per me...quanta innocenza.

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