Terza classificata al contest "Darkest fantasy II edizione" e vincitrice del premio “Miglior personaggio”
Grammatica e stile: 8,8/10 (4,3 grammatica + 4,5 stile)
Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.
Hai la tendenza, in presenza di discorsi diretti, a inserire altro segno d’interpunzione dopo il punto esclamativo o interrogativo: di per sé, non si tratta di un errore, ma è sconsigliato farlo, in quanto si tratta di una ridondanza ed è poco elegante a vedersi. È sufficiente, infatti, utilizzare solamente il punto esclamativo o interrogativo e poi continuare la frase normalmente, con lettera minuscola o maiuscola a seconda che la frase continui oppure no.
Capitolo 1
”un dio che non si sarebbe neanche scomodato di ascoltarli” ---> ”ad ascoltarli”. (-0,1)
”È tardi anche per uno come me ribaltare la sorti della gara” ---> ”per ribaltare”, refuso.
”Oltre a esso un’orda spaventosa di demons sbavava sui corpi delle vittime” ---> ”oltre esso”, refuso.
Capitolo 2
”girandosi sulla schiena trapasso il petto dell’uccellaccio” ---> ”trapassò”, refuso.
”Ecco perché sono così pericolosi e l’Ordine degli Esorcisti da loro la caccia” ---> ”dà”. (-0,2)
”Lo avrebbe ammazzato se non fosse indispensabile alla buona riuscita della missione” ---> Errore nella consecutio temporum. La frase avrebbe dovuto essere: ”lo avrebbe ammazzato se non fosse stato indispensabile”. (-0,2)ù
”Io ha già fame” ---> ”ho già fame”, refuso.
”alle coperte che si alzavano e abbassano” ---> ”abbassavano”, refuso.
”Alle donne strappano via il ventre in modo che non possa avere figli” ---> ”non possano avere”, refuso.
”sospiro lo Stregone avviandosi nella toilette” ---> ”sospirò”, refuso.
Capitolo 3
”Si dice che nel Regno della Luce Eterea di notte il cielo si riempi di puntini luminosi” ---> ”si riempia”, refuso.
”la sensazione di sollievo che poi l’avevano pervasa” ---> ”l’aveva pervasa”, refuso.
”una decina di demons li avevano accerchiati” ---> ”li aveva accerchiati”. (-0,2)
Capitolo 4
”la giro verso di sé” ---> ”la girò”, refuso.
”costatò, allora tenendola avvolta nella coperta” ---> ”constatò”, refuso.
”Poiché Ifrit non disse nulla, lei continuo il racconto” ---> ”lei continuò”, refuso.
”ormai brulicava di bestie demoniache, di guardia di Sekhimet” ---> ”di guardie”, refuso.
”un intensa luce gialla” ---> ”un’intensa”, refuso.
”Lo stregone rise, gettando la testa all’indietro come il solito” ---> ”come al solito”, refuso.
Da un punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere molto diretto e semplice, ma non per questo poco curato o godibile. Le tue frasi sono fluide, scorrevoli, povere di subordinate e questo tuo stile immediato si adatta molto bene al genere di storia che hai deciso di presentare, dove c’è un’ampia presenza di scene d’azione. Hai una buona padronanza della lingua italiana, con un uso del lessico variegato e sempre pertinente, che ben si adatta a una storia dal sapore fantasy. Anche l’uso della punteggiatura è variegato e si adatta al ritmo della narrazione: nei momenti tranquilli e introspettivi prediligi il punto fermo, che dona un ritmo disteso alla storia, mentre nelle scene d’azione prediligi frasi più brevi, scandite da virgole, che ne dettano un ritmo più serrato e frenetico, che si adatta bene ai momenti di combattimento o di fuga. Quest’alternanza ti ha consentito di mantenere alta l’attenzione e di rendere la lettura dinamica, mai noiosa o pesante, nonostante la lunghezza del testo. Riguardo la punteggiatura, l’appunto che ho da fare è che essa non sempre è precisa nell’utilizzo: a volte, ci sono dei segni d’interpunzione mancanti o, al contrario, di troppo, oppure vi sono dei segni d’interpunzione utilizzati in luogo di altri (soprattutto, virgole al posto dei due punti) e questo ha reso leggermente difficoltosa la lettura in alcuni punti, ma nulla di troppo grave o che richiedesse di rileggere la frase per capirne il senso.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di brevi e concise: dici quanto basta per dare un’idea al lettore dei luoghi e degli eventi; dai delle pennellate nette e concise, ma che non creano confusione: si riesce a comprendere bene che cosa sta accadendo e a figurarsi altrettanto facilmente i luoghi in cui si svolge la storia. Non si sente l’esigenza di descrizioni più approfondite, in quanto ciò che dici è sufficiente a se stesso e alla storia e si accorda con i momenti sempre in fuga e sull’attenti che i protagonisti vivono: dilungarsi eccessivamente nella descrizione di ciò che li circonda avrebbe fatto perdere la sensazione di frenesia che accompagna i nostri tre fuggiaschi: poiché guardiamo tutto attraverso i loro occhi, dire l’essenziale risulta essere coerente con il loro non indugiare troppo a pensare o riflettere, ma piuttosto attaccare e fuggire.
C’è un buon equilibrio tra parte narrata e dialoghi: per quanto riguarda questi ultimi, hai dotato un personaggio di un proprio linguaggio e modo di parlare, che non solo ha reso i dialoghi realistici, ma ha anche permesso al lettore di riconoscere chi stava parlando ancor prima che venisse esplicitato nel testo, e questa certamente è una nota di merito.
Caratterizzazione personaggi: 10/10
I protagonisti principali della tua storia sono tre: Sirio, Eleanor e Ifrit.
Sirio è il Prescelto, il bambino intorno a cui ruotano tutti gli eventi e le vite di coloro che devono proteggerlo. Egli è l’incarnazione di Mithra, è la divinità dormiente, potenzialmente in possesso di straordinari poteri ma, nello stato attuale delle cose, assolutamente inerme e fragile. È solo un bambino (dopotutto ha solo intorno ai dodici anni), che tu hai saputo rendere alla perfezione nella sua innocenza; è maturo per la sua età, nel comprendere che cosa sta accadendo alla sua città e nel decidere di sacrificarsi per il bene di essa. È maturo anche nel suo non lamentarsi troppo durante il viaggio, nell’ubbidire a ciò che i suoi protettori gli dicono di fare senza opporre resistenza, capendo la gravità e la serietà della situazione. Eppure, permangono in lui degli evidenti tratti fanciulleschi, tipici della sua età: quando si lamenta perché ha fame, quando guarda a Eleanor e a Ifrit con innocenza, quando chiede a Eleanor di restare con lui, una volta giunti a destinazione. Questa dualità che convive in lui lo rende certamente un personaggio sfaccettato e molto intrigante: è interessante notare come in lui coesistano felicemente questi due aspetti così opposti e come essi siano d’aiuto, sia a Ifrit che a Eleanor, per guardare alcune cose in maniera diversa e per avvicinarsi l’un l’altra. Sirio possiede l’innocenza di un bambino, non è traviato da pregiudizi o da una profonda conoscenza degli avvenimenti, per questo guarda ai suoi due accompagnatori con i suoi occhi innocenti, e li vede per quello che sono, mentre loro due, almeno inizialmente, non riescono a guardare oltre le apparenze. In tal senso, Sirio è un po’ la voce della saggezza del gruppo, colui che mitiga l’odio di Eleanor nei confronti di Ifrit e colui che fa cominciare a vedere allo Stregone Eleanor sotto un’altra luce. È l’anello di congiunzione tra loro due, ciò che li costringe a collaborare, ma anche ciò che ha permesso loro di avvicinarsi.
Eleanor è il personaggio che incarna maggiormente quelle che sono le caratteristiche del classico eroe, almeno inizialmente. È fedele al suo re, al suo principe e al ruolo che si è scelta. Lei è un’Esorcista e persegue ciecamente i precetti che l’appartenenza a quest’ordine le impone, così come segue altrettanto ciecamente gli ordini del re. Guarda al mondo con gli occhi di un’Esorcista e con ciò che crede la vita le abbia insegnato. Non riesce a guardare oltre le sue credenze e la sua moralità, resta salda nelle sue convinzioni, non tentenna, non si fa domande. Esegue gli ordini e basta. È disciplinata, coraggiosa, leale, protegge i deboli, cerca di portare il bene. È assimilabile a un cavaliere dei poemi cavallereschi. Questo, come già detto, inizialmente. Lungo tutta la storia, infatti, si assiste a una crescita e a una maturazione del personaggio, graduale ma evidente: man a mano, Eleanor viene a conoscenza di nuove realtà, di nuove verità che la costringono a rivedere le sue credenze e i suoi valori, nonché la strada che ha scelto di percorrere. Si rende conto, gradualmente, che il mondo non è esattamente come lei ha sempre creduto essere, che il male e il bene non sempre hanno confini netti e ben distinguibili (Ifrit dovrebbe essere malvagio, eppure dimostra di non essere crudele come gli altri Stregoni; i Saggi dovrebbero essere persone totalmente positive, votate al bene, ma vengono dipinti un po’ diversamente con la vicenda di Febe). È costretta a rivedere le sue posizioni, a divenire meno inflessibile e, nonostante all’inizio provi una repulsione per questo, alla fine decide di accettare quella se stessa che ha sempre represso, di abbandonare la strada che il suo passato tormentato l’aveva costretta a scegliere, per tracciare un nuovo percorso, scelto liberamente. Decide di seguire pienamente se stessa, di abbandonare quella rigida moralità con la quale è cresciuta, di lasciar andare ciò che ci si sarebbe aspettati da lei per inseguire ciò che vuole. Questo la rende certamente un personaggio dinamico e per nulla scontato: Eleanor si mette in discussione, rivede le sue posizioni, cambia e cresce, matura, e questo ha donato alla sua personalità delle sfumature che l’hanno resa complessa e che tu hai saputo rendere molto bene con delle introspezioni approfondite e ben fatte, creando un personaggio a tutto tondo, per il quale non si può non provare empatia.
Ifrit è l’antieroe della vicenda. Lui è il pericoloso Stregone che è stato rinchiuso perché accusato di aver distrutto un intero villaggio, di aver commesso chissà quali altri gravi crimini e di essere pericoloso, in quanto molto potente nonché un figlio di Sekhimet, di quella dea che porta dolore e distruzione nel mondo. L’unica colpa di Ifrit, dunque, è quella di essere preceduto dai pregiudizi, pregiudizi che impediscono di guardare oltre ciò che appare. Sicuramente, non è un personaggio buono nel senso classico del termine: decide di aiutare Sirio per riottenere la libertà, e non perché la sua moralità lo spinge a farlo. È egoista e l’egoismo è ciò che lo muove in prima battuta. Tuttavia, nel corso della storia, impariamo a conoscere, insieme a Eleanor, altre sfumature del suo carattere e del suo essere: così, apprendiamo che è vero che ha distrutto un intero villaggio, ma è anche vero che lo ha fatto per vendicare l’ingiustizia subita da sua madre. È vero che ha fatto del male, ma è anche vero che ha fatto del bene, come quando ha deciso di aiutare Febe e anche quando decide di salvare Eleanor e di potare a termine il compito che gli era stato affidato, anche dopo essersi liberato dai bracciali. Anche in lui c’è un profondo processo di crescita e di consapevolizzazione, che lo porta a compiere una scelta definitiva, ad abbandonare il fianco di Sekhimet per schierarsi con Eleanor. Ifrit è certamente un personaggio molto complesso e sfaccettato, che nel corso della storia ha avuto molto da dire e che dietro il suo carattere sfrontato, dietro le sue continue battute, nasconde una grande profondità d’animo, che Sirio nota subito e che infine vede anche Eleanor. Anche con lui hai fatto un ottimo lavoro d’introspezione, che ha saputo sottolineare ogni aspetto del suo complesso carattere.
Menzione particolare anche a Febe e Scorpius che, benché compaiano per poche scene, sono ben caratterizzati nei loro tratti essenziali. Di loro, hai lasciato ben intuire l’attitudine e il modo di essere, riuscendo a non renderli piatti, anche se presentati in poche righe.
Il legame tra Eleanor e Ifrit è ben svolto e approfondito: ne hai mostrato la nascita, la crescita e il consolidamento, legandolo anche al silenzioso patto stretto tra loro con il fatto che Eleanor abbia dato un nuovo nome a Ifrit. Il loro amore, dunque, è di duplice lettura: è un amore autentico, ma è anche un amore alimentato dal loro legame. Quest’ambivalenza lo rende certamente interessante e per nulla scontato.
Trama e originalità: 8,5/10
Per quanto riguarda la trama, la tua storia procede in maniera lineare e non presenta un particolare intreccio. Gli eventi si susseguono uno dopo l’altro, seguendo un ordine cronologico. Nonostante questo, la storia non risulta noiosa, per via del fatto che momenti d’introspezione si alternano a scene di azione, che movimentano la narrazione e tengono sempre desta l’attenzione del lettore. La storia è ben svolta e ben costruita, tutto è spiegato in maniera approfondita, dalla profezia, al contesto. Anche l’ambientazione è mostrata chiaramente, cosicché il lettore ha ben chiaro quali siano le meccaniche che muovono il mondo da te creato, com’è la società, come gli uomini si sono adattati a vivere con i demons a vessarli. Hai reso chiari anche i vari ruoli che compaiono all’interno della storia: il Prescelto, i Saggi, gli Esorcisti, gli Stregoni, tutto è mostrato e approfondito e nulla viene trascurato o spiegato rapidamente. Alla fine della storia, non si hanno quesiti non risposti e non si resta confusi da questo universo ricchissimo e molto interessante che hai ideato. Con questa storia, hai scostato il velo che nasconde quest’universo narrativo, ce ne hai dato un assaggio ben congegnato ed esaustivo, lasciando intravedere però la vastità di questo mondo, di cui abbiamo solamente toccato la superficie. La trama è ben strutturata e convincente, poiché ogni evento e ogni avvenimento sono motivati. L’unica cosa che ho trovato poco convincente a riguardo è il momento in cui Ifrit finge di aver portato Eleanor nel tempio di Sekhimet come prigioniera e viene creduto, anche dalla dea stessa. Durante lo scontro con Scorpius, quest’ultimo dice a Ifrit che sua madre si è offesa per il suo tradimento e gli ha quindi ordinato di ucciderlo, lasciando intendere che Sekhimet fosse a conoscenza del voltafaccia di Ifrit, pertanto risulta improbabile che gli abbia poi creduto, una volta giunto al tempio, soprattutto alla luce del fatto che Scorpius avrebbe quantomeno avvertito tutti del suo tradimento. Per il resto, hai creato una trama interessante e ben fatta.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa, per via di vari cliché del genere presenti, come quello del Prescelto che deve salvare il mondo dal male e riportare il bene, oppure come quello dei due acerrimi nemici costretti a collaborare, che poi finiscono per cambiare idea l’uno sull’altro e innamorarsi. Il punteggio nella voce, tuttavia, è comunque alto, in quanto hai saputo svolgere e rielaborare questi cliché in maniera interessante. innanzitutto, il Prescelto viene a essere un contorno, un aspetto secondario della vicenda, che ruota invece intorno alle dinamiche del gruppo e alla crescita interiore dei personaggi; il focus, dunque, si sposta dal generale al particolare, e questo è senza dubbio interessante. inoltre, i confini tra bene e male, tra giusto e sbagliato, vengono man a mano sfumando nel corso della narrazione, fino a mescolarsi e a perdere la loro nettezza. Le stesse scelte che compiono i personaggi, soprattutto Eleanor, non sono affatto scontate, così come non è scontato il legame che unisce lei e Ifrit che, come già detto in precedenza, trova nella sua ambivalenza un elemento di originalità. Inoltre, il finale aperto sulla lotta tra il bene e il male lascia intendere che non sia per nulla scontata la vittoria del primo sul secondo, né definitiva: dato che una divinità non può morire davvero, è presumibile pensare che, se Sekhimet venisse sconfitta, anche lei inizierebbe a reincarnarsi, come accaduto a Mithra, e il ciclo della profezia ricomincerebbe, anche se al contrario. Hai anche inserito dei piccoli colpi di scena nella storia, che l’hanno senza dubbio resa interessante. Tutti questi elementi hanno permesso alla tua storia di risultare molto interessante e piacevole da leggere, non rendendo pesante la presenza dei vari cliché.
La tua storia può considerarsi pienamente dark fantasy. Nonostante l’umorismo di Ifrit e i continui battibecchi tra lui ed Eleanor stemperino l’atmosfera, essa è indubbiamente contraddistinta da un persistente senso di angoscia e orrore. Il mondo che hai dipinto è decadente, in preda al male e alla sofferenza. tutto è cupo e oscuro. I personaggi sono ambivalenti, la loro moralità è dubbia, in loro bene e male si mescolano, sono antieroi. Per questi motivi, hai creato un racconto che s’inserisce pienamente nel genere. Complimenti!
Utilizzo del pacchetto: 5/5
Il personaggio è stato senza dubbio molto ben utilizzato. Non solo Ifrit è uno stregone a tutti gli effetti, ma hai anche creato una storia dietro la figura stessa dello stregone, gli hai dato una collocazione ben precisa all’interno della storia, rendendolo parte integrante e fondamentale della stessa. (+1)
Anche il prompt è stato ben sviluppato. Non viene mai nominato esplicitamente, tranne in un passaggio da Ifrit, nel suo confronto con Febe, e tuttavia il segreto che Eleanor porta con sé riguardo la sorella, quella verità che custodisce fin quasi alla fine, quando decide di fare pace con il suo passato, è ciò che definisce l’Esorcista, ciò che la rende quello che è e che la ancora alle sue credenze e alle sue scelte. Il segreto che riguarda sua sorella e che non le dà pace, che la tormenta, ha condizionato ogni aspetto della sua vita, finché non decide di confessarlo a Ifrit, di venirci a patti, trovando finalmente quella tranquillità che le è stata a lungo negata. In tal senso, il prompt viene a essere fondamentale all’interno della storia. (+2)
Hai fatto un uso semplice, ma molto efficace dell’oggetto del pacchetto. Di fuoco è la magia che utilizzano gli Stregoni in generale e Ifrit in particolare, e questo ti ha permesso di rendere l’oggetto protagonista della vicenda e d’investirlo di una sua importanza, dal momento che è spesso il mezzo con cui i protagonisti riescono a tirarsi fuori dai guai. (+1)
La frase è inserita in maniera pertinente e coerente all’interno della storia. Viene dapprima pronunciata da Ifrit, riferendosi a se stesso e alla sua magia considerata malvagia, e viene poi ripresa nei pensieri di Eleanor, quando lei riflette su di lui e comincia a guardarlo, anche se ancora inconsapevolmente, con occhi diversi, a farsi domande su di lui, a riflettere sulla sua natura. Ifrit considera la sua magia un male, ma un male necessario per proteggersi da mali ben peggiori e, per questo, la ritiene qualcosa da accettare e non da rifuggire, anche se da tutti viene etichettato come un mostro. Questo concetto è ben sviluppato nel tuo racconto, pertanto la frase viene ad assumere una sua importanza all’interno dello stesso. (+1)
Gradimento personale: 4,8/5
La tua storia mi è piaciuta molto. L’ho letta senza interruzioni, nonostante la sua corposità, e mi è davvero dispiaciuto quando sono giunta alla fine della storia: se ci fosse stato altro da leggere, lo avrei fatto ben volentieri. Dato che il finale aperto ben si presta a un sequel, se dovessi mai decidere di scriverne uno, sarò ben più che lieta di leggerlo. Mi sono piaciuti i tuoi personaggi così estremamente sfaccettati, per nulla scontati e umani. Ho adorato il mondo che hai creato, le dinamiche che hai presentato e tutte le sue sfaccettature, dagli Esorcisti agli Stregoni. Mi sono piaciuti i piccoli colpi di scena che hai inserito qua e là - come la verità sul perché Ifrit abbia bruciato il suo villaggio, le implicazioni di dare un nuovo nome a uno Stregone e la verità su Miriam - e che hanno reso la tua storia dinamica e piacevolissima. Nonostante siano presenti vari cliché, e nonostante i racconti dove le storie d’amore sono centrali non siano propriamente il mio genere, la tua storia ha saputo comunque catturarmi e farsi apprezzare. Hai scritto un racconto tutto sommato semplice, ma, come a volte capita, la semplicità è vincente e paga, ed è stato proprio questo il caso: hai creato una storia davvero piacevole da leggere. Complimenti!
Punteggio totale: 37,1/40
Premio “Miglior personaggio”: questo premio va al personaggio di Ifrit. Il tuo Stregone ha una personalità sfaccettata e profonda, che nasconde costantemente dietro la sua maschera di ironia e sarcasmo, che è il suo segno distintivo. Il suo passato è oscuro, doloroso e segnato dal pregiudizio che la gente ha su di lui. È un uomo malvagio, ma non del tutto, e questo fa di lui un antieroe contraddittorio, sfumato, che, dopo una grande crescita personale, si vota al bene. Della sua personalità complessa, caleidoscopica, intrigantissima, ho già ampiamente parlato nel parametro dedicato ai personaggi: qui, mi limito a ribadire che hai creato un personaggio ottimamente caratterizzato, per nulla scontato e che ha saputo stregarmi fin dalla sua prima apparizione nel racconto, catturandomi sempre di più, man a mano che la storia proseguiva, ed entrandomi nel cuore. |