Recensioni per
Spifferi
di Queen of Superficial

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
09/02/21, ore 16:57

E' difficile organizzare le parole perché abbiano un senso compiuto.
Soprattutto in una giornata come questa.
Soprattutto dopo una storia come questa. 
Ce lo aspettavamo fin dall'inizio che Grace avrebbe scelto Jimmy? Penso di sì. E' stata una meravigliosa conferma del fatto che certe cose vincono sempre? Assolutamente. E per Dio, meno male.
Devo ammettere che in certi momenti ho pensato che se ne sarebbero fatti una ragione, dico di stare gli uni lontani dagli altri. Una sorta di autoimmolazione sull'altare della felicità altrui; ma poi ho pensato che non è giusto, e sono stata così contenta che, in qualche modo, si siano finalmente messi al primo posto.
Non sai quanto stia facendo fatica ad articolare dei pensieri: per me leggere le tue storie rientra nella categoria delle azioni istintive, parzialmente imputabili all'intelletto e strettamente connesse al cuore. Un po' kandinskianamente, posso dirti solo che quando ho letto l'ultima porzione di testo, quella in cui Grace torna a casa e crolla a dormire, e Jimmy la segue, e Conor si infila tra loro due, che vedevo tutto di un grigio antico, un po' tendente al seppia. Come una vecchia fotografia. Un frammento di pergamena. Spero che tutto ciò abbia senso. 
E poi ho letto la dedica finale. 
E io. 
Non lo so. 
Non riuscirò mai a quantificare quanto tu sia importante per me, Queen; quanto sia importante ciò che hai fatto per questa povera tazza di tè un po' sbeccata, e per la sua anima, per il suo cuore che hai rammendato come un calzino. 
Potrebbero fondere tutto l’oro della terra e non varrebbe comunque un decimo di questo. Di te.
Ti tolgo le parole di bocca perché in questo momento l'unica cosa a cui sto pensando è una particolare sfumatura di celeste. Quella del cielo sgombro dalle nuvole. 
Ti voglio bene, Queen.
E grazie ancora. 


P.S.: d'ora in poi tutti pappagalli del mondo nella mia testa imbracceranno una Schecter e avranno l'eyeliner sfumato fino alle caviglie.

 

Nuovo recensore
01/02/21, ore 09:58

Come è possibile che una scrittrice riesca così nitidamente a delineare le differenze tra due caratteri semplicemente dicendo che uno indossava un maglione estivo e l'altro non ammetteva neppure la possibilità dell'esistenza di un indumento così inutile come i maglioni estivi?
E sarò decisamente noiosa, trita e ritrita, va beh, correrò il rischio, ma mi stupisci sempre. 

Che dire poi.
Ti auguro di non scoprire mai di cosa sia capace un gentiluomo come me, Jimmy.
Il coglione inglese è decisamente pieno di sorprese. Mi è piaciuto tanto in questo capitolo. 
Ripeto (ma dai), sarà che sono leggermente biased per quanto riguarda i coglioni inglesi, ma non posso fare a meno di sentirmi così vicina a lui. Alla sua insicurezza, il bisogno di certezze da Grace solo parzialmente dissimulato perché povero Cristo, è un essere umano. Rispetto a Grace e Jimmy, che invece sono energia pura plasmata casualmente a forma di homo sapiens, lui è decisamente uno scalino più in basso. E' come diceva quel tale, Oscar qualcosa: "siamo nati nel fango, ma alcuni di noi guardano le stelle". Ecco, William mi pare che faccia un po' e un po'. Cerca a tutti i costi di pulirsi gli occhi per guardare le stelle, per cercare di cogliere un po' di quella luce siderale; e non sempre ci riesce. Ogni tanto c'è bisogno che una di quelle stelle abbassi la mano sulle sue palpebre incrostate e gli dica "aò, ripigliati."

Sciogliti i capelli. Per favore.
Non sai quanto male. 
Non lo sai.
O forse sì, dato che lo hai scritto. 
Ma, Dio. 
Mi ha ucciso questa frase. Mi ha aperto un taglio sopra lo sterno e mi ha estratto il cuore senza troppi complimenti. Ma sei matta a far dire a Jimmy certe cose? Mi sa di sì, e mi sa anche che ti piace da morire. 
Ho dovuto staccare gli occhi dallo schermo ed appuntarli al muro bianco a cui è appoggiata la mia scrivania per parecchi secondi. 
Non si giocano certi scherzi. 
Però nel dubbio, fottiamocene di queste bieche formule impersonali e tu, Queen, continua ad infrangere le regole.
Un vecchio amico di nome Brian Molko una volta mi disse "A heart that hurts is a heart that works".
So thank you for the memo.

Sincerely yours,
Y.

P.S.: Matt Shadows in vece di chioccia risentita va benissimo, molte grazie.
(Recensione modificata il 01/02/2021 - 09:59 am)

Nuovo recensore
24/01/21, ore 11:21

Buongiorno.
Ho messo momentaneamente in stand-by il malloppo di fogli per l'analisi dei Proverbia que dicuntur super natura feminarum perché qualcosa nell'aria mi ha suggerito di aprire EFP.
Di solito se ho un esame imminente neanche mi ricordo che esiste, ma chissà, stavolta l'ho fatto. 
Potrei semplicemente dire che è un altro splendido capitolo, un capitolo che mi ha spezzettato il cuore come uno scalpello nella mano di uno sculture mentre si accinge a liberare del marmo in eccesso la figura che vi soggiace, tuttavia già fatta e finita dentro il blocco. 
Potrei dire che ho adorato pazzamente la parte del dialogo tra James e Brian (L'altra sera io e mia sorella abbiamo rivisto il Live in the LBC, e nel vedere quella piovra di Jimmy sputacchiare in un microfono di cinquanta fottutissime pugnalate, e quel vecchio Synyster Gates del 2009 tutto capelli chitarra e sesso,  mi son detta: "Andrà tutto bene."); potrei dire tante di quelle cose, cara Queen, ma risulterei anche io la versione punk di Nonna Papera.
Anche se le borchie e le scarpe incazzate le ho lasciate nel 2015. Ma in fondo l'importante è che l'anima rimanga punk, no?
Questa volta lascio una recensione meno sentimentale, ma con uguale importanza ti dico ancora grazie. 
Non voglio nemmeno commentare lo spaccato di discussione tra Grace e Jimmy perché davvero il mio cuore non regge. 
Grazie, Queen.
Grazie.


P.S.: E comunque a me William piace: sarà che ho un debole per i teatrali coglioni inglesi che lavano i piatti con la camicia. 
 

Nuovo recensore
12/12/20, ore 13:18

Ti dico solamente che avevo già scritto una recensione, stavo per inviarla, ma ho accidentalmente fatto logout ed è andata perduta.
Questo per farti capire.
Io non ci credo proprio ai segni del destino, ma forse in questo frangente, avrei dovuto farmi due domande.
Allora.
Ciao, Queen.
Che piacere rivederti qui. Davvero.
Ho perso un battito quando ho visto questa storia.
Mi sono fiondata a leggerti come un cieco che recupera la vista.
La prima recensione, quella perduta, era più imbevuta di poesia e dedizione perché l'ho scritta di getto, appena dopo aver finito di leggere; non posso promettere che questa sia altrettanto commovente, ma il significato c'è. Perché devo farlo passare, per forza.
Ci esco più scema di quanto non lo sia già.

Mi presento, Queen.
Mi chiamo Alice, leggo le tue storie dal 2015.
Hai presente quel libricino che va così di moda adesso, quello che si chiama Libro delle risposte, mi pare, che serve a fornire risposte casuali e a prima vista provvidenziali a domande che, di fatto, una risposta ce l'hanno già? Una risposta troppo scomoda, troppo appuntita per essere espressa dal diretto interessato, e che di conseguenza risulta più digeribile se viene dal cosmo misterioso?
Bene.
Io ho sempre fatto lo stesso con le tue storie.
Nei momenti in cui più mi sono sentita perduta, disorientata, incazzata, o triste da fare schifo, ecco che mi precipitavo sul tuo profilo a leggere di Jimmy, di Synyster (mio caro, caro Brian...), di Ria, di Bliss, di Belle, di Mab. Di Malice, più di tutti. (che vuoi farci, mi chiamo Alice; sono parecchio prevedibile).
E ora posso aggiungere all'elenco anche Grace.
Oh, Grace.
Che tempestività squisitamente lacerante, Grace.
Mi trovo in una situazione simile.
Ma sono ciance.
Continuiamo.
Leggendo le tue storie mi sono sempre sentita così vicina a quella realtà: era letteralmente come se qualcuno mi ritagliasse via dal foglio su cui ero appicciata e mi facessero levitare nell'aria, intoccata da tutto, finalmente consapevole di me stessa, della materia delle mie emozioni. - un po' come quelle bamboline di carta dipinte ad acquarello, su cui potevi applicare vestitini e cappelli di carta.
Sorry. I digress.
Mi sono sentita legittimata a sentire quello che sentivo (non preoccuparti, non scenderò nei particolari rischiando di farti cadere la faccia sul computer), come se dalle tue righe risorgesse una presenza amica, uno spiritello che prendeva la forma del tipo di persona di cui avrei avuto bisogno crescendo. Di cui avrei bisogno tutt'ora.
Ma comunque.
Sono una persona che pensa in modo contorto, quindi è difficile che quello che esce segua un filo logico.

Il punto di tutto questo è che volevo dirti grazie.
Grazie per aver rotto un silenzio che si era fatto assordante, qui su EFP.
Grazie per tutti i libri, le canzoni, le poesie che mi hai inconsapevolmente consigliato in tutti questi anni.
Grazie per le emozioni scomode che hai messo su carta (o su sito web?) senza paura di renderle concrete, tangibili, graffianti. Hai acceso un interruttore quando molti preferiscono brancolare a tentoni nel buio, cacandosi sotto appena sfiorano qualcosa che sembra un mostro. Tu invece insegni a guardarle dritte in faccia.
Grazie per Jimmy - Dio, la parola grazie non conterrà mai tutta la calca di sentimenti rumorosi che provo quando leggo, pronuncio, penso il suo nome...
Grazie per quel mentecatto di Brian.
Grazie per Shakespeare, su cui probabilmente farò la mia tesi di laurea in Lettere Moderne.
Grazie per la redenzione di Johnny Christ.
Grazie per Matt, le sue lenti specchiate e per il suo sorriso da Stanley Ipkiss.
Grazie per Zacky Vengeance, per le sue sedute di sonno di bellezza, per il suo essere insostituibile come portavoce di ciò che è vero e giusto.
Grazie anche per Ria, quella dannata Ria così diversa da me, ma di cui avrei un dannato bisogno nella mia vita.
Grazie, Queen.
Grazie.

Y.



PS: grazie anche per la sottile citazione al nostro caro Presidente del Consiglio, che è un po' tutti noi.
Si fa quel che si può.