Potrei sbagliarmi, ma non ricordo di aver mai letto tue original e, in generale, al di fuori di alcuni fandom e alcune ship che proprio mi interessano, di solito non leggo het (nulla in contrario, tutt’altro, è che preferisco altro), quindi quando mi capita è sempre un interessante cambio di marcia.
Qui poi, la tua fic inizia già benissimo per due motivi: il primo è New Orleans – per cui ho un debole – e l’altro è il 1945, sì, amo gli anni intorno alla seconda guerra mondiale e del dopoguerra, c’è un che di decadente e romantico e speranzoso insieme che mi affascina. Anche se questa storia si è sviluppata su più piani temporali, ho comunque molto apprezzato l’introduzione della famiglia Hughes (o del capostipite da cui tutto è nato e per “colpa” di cui è nata la maledizione). Le storie sono molteplici, sono fatte di destini infausti (tanto per riprendere il titolo della os) che si intrecciano e da cui, a quanto pare, proprio non c’è scampo – anche se ammetto che io fino alla fine ho sperato che qualcuno della famiglia Hughes trovasse il modo per spezzare la maledizione.
E invece si rivela essere una storia drammatica – più di una storia, perché se pare che Jasper e la sua amata riescano a coronare il sogno di stare insieme, a discapito del matrimonio combinato di lui, dall’altra parte sono gli eredi a pagarla in un modo o nell’altro.
La narrazione è molto pulita, mi piace questo passaggio di epoca in epoca, che parte dal dopoguerra per saltare mano a mano più vicino ai giorni nostri, da una generazione all’altra fino ad arrivare all’ultima che è quella di Steven (e lol, mi è un po’ venuto da ridere quando il nonno ha consigliato di non chiamarlo Jasper IV, manco fosse quello il vero motivo per cui era maledetto XD).
Come già ti hanno detto, anche io ho trovato la presenza della maledizione quasi più che altro simbolica, che non come una cosa vera e propria. Il rito viene infatti lasciato all’immaginazione di noi lettori, così come le prove effettive che sì, sia tutto causato da quello, quando invece alle volte, come spesso accade, e per quanto orrenda e nefasta sia è solo la vita. Tutto quello che accade alla famiglia Hughes, infatti, è qualcosa che potrebbe accadere a chiunque e forse loro sono solo perseguitati dalla sfortuna – anche in questo, nel non dare vere conferme alla maledizione o nel tenere il personaggio di Georgette come una sorta di ombra del passato, alimentano la sfumatura di mistero di cui è intinta tutta la storia. E poi, insomma, tutto parte da New Orleans, i riferimenti alla magia vudù, che ci creda o meno, io li sento quasi un obbligo! *_*
Tra tutti i personaggi, comunque è su Steven che il focus si concentra maggiormente, è lui infatti quello che cede per disperazione all’alcol, che perde tutto quello per cui aveva duramente lottato, che cambia drasticamente dal ragazzo affidabile e sportivo di un tempo al fantasma di se stesso, che bigia la scuola e non vuole più vedere la ragazza di cui è sinceramente innamorato. Di lui ho molto apprezzato le debolezze, il fatto soprattutto che auguri a Sophie e agli amici di soffrire quanto sta soffrendo lui – cosa che poi, in un certo senso, accade per davvero, portandolo a farsi divorare dai sensi di colpa, come se già tutto il resto non bastasse.
Il finale l’ho trovato molto appropriato. Come ti dicevo, speravo in un lieto fine, ma in mancanza di questo ho trovato la scelta di Steven di allontanarsi da Sophie per evitare di coinvolgerla nella propria maledizione, una scelta coraggiosa e che gli ha fatto onore, perché ha messo la salvezza della ragazza sopra ogni cosa, proteggendola da quello che sarebbe stato.
È una storia drammatica, ma che sa di vita e che, probabilmente proprio per questo, riesce ad avere un tocco in più di realtà. Complimenti davvero.
p.s. potrei sbagliarmi, ma si dice reparto ostetrico, l’ostetricia non è un aggettivo è un sostantivo. |