Scusa per il ritardo dearie, pensavo di riuscire a passare in tempo e, invece… ancora una volta mi devo far riconoscere. Ma ora sono qui! Intanto auguri di buon natale e buon Santo Stefano e poi… a-ah, mi sembrava di riconoscere i nomi di Luke e Sophie e quando sono arrivata a fine fic, leggendo le tue note, sono stata proprio felice di essermi ricordata dei tuoi personaggi original.
Se Sophie nell’altra fic, a causa della maledizione, aveva dovuto rinunciare al suo amore passato, qui la ritroviamo finalmente felice con il marito (ed ex compagno di scuola, vero?) Luke in una fic che ha tutto il sapore del Natale.
E infatti, fosse per me, la intitolerei proprio NATALE. Ma perché mi ha fatto sorridere come tutto quello che hai descritto sia così tipico, a partire dagli aerei in ritardo causa neve, dai dialoghi al banco dell’aeroporto, al noleggio macchina – tutto concorre ad aumentare insieme il senso di sfiga e quel tipico deja-vu che fa tanto storia natalizia.
Ma andiamo con ordine… intanto ti faccio i complimenti, perché se l’altra volta avevi prestato particolare attenzione alla città di New Orleans, in questo caso è stato un piacere il modo in cui hai messo a confronto dicembre in California con quello bianco e nevoso e classico di una caotica New York. Mi piace che sei sempre molto attenta alle ambientazioni che descrivi e che riesci sempre a cogliere bene l’essenza delle città e a descriverle in modo tanto chiaro.
E poi c’è anche la situazione in sé che, come dicevo, mi ha fatta sorridere. È tipica, è proprio il classico americano che torna a casa per le feste natalizie. E la parte iniziale l’ho trovata in un certo senso originale, perché generalmente nelle storie natalizie ci si sofferma poco su certi dettagli, tu invece ci hai dato un quadro preciso e dettagliato di Lucas, della sua giornata, delle sue motivazioni, ci hai trascinato nella macchina insieme a lui e per tutto il tempo gli siamo rimasti vicini nella fic. Sei stata davvero brava ad aprire questa finestra su questo tuo personaggio original, perché oltre a farmelo percepire come una persona vera e propria, mi hai dato proprio l’impressione di essere lì accanto a lui, come uno dei tanti astanti in aeroporto, nel cogliere le sue conversazioni e le sue reazioni. E, a proposito, quant’è stata perfetta e realistico il dialogo con l’operatrice di volo?
È sempre, sempre così! Ma la risposta di lei,
“Mi creda anche lei quando le dico che praticamente tutti i suoi compagni di viaggio mi hanno ripetuto le stesse cose, ci stiamo organizzando con delle alternative da proporre…”
per quanto sia un personaggi secondario apparso in poche righe, me l’ha fatta adorare assolutamente. Giuro che le ho battuto le mani XD
E poi di nuovo in viaggio, su un aereo per Washington e in un’auto noleggiata lungo l’autostrada, sotto la neve che finalmente rende Natale più vero. E concordo con Lucas (e con Sophie), io non amo la neve… o meglio, la amo se posso starmene a casa a guardarla dalla finestra, ma non c’è paragone tra un Natale californiano e uno sotto la neve, in qualsiasi città ti trovi, è proprio tutt’altra atmosfera!
Quale sia il regalo perfetto, da cui parte il titolo, si scopre alla fine e per Lucas e Sophie di certo non poteva essercene uno migliore (anche se sì, sì, è tutto molto bello… ma i pacchi regali quelli veri, dove stanno? S’è presentato davvero a mani vuote da sua moglie?! Come osa! Rivelaci il vero regalo, Inzaghina!) e condisce il finale di una punta di magico romanticismo come nelle migliori tradizioni natalizie.
Oh, e prima che me ne dimentichi: mi è molto piaciuto anche come hai gestito i regali, con poche descrizioni e concentrandoti invece in un botta e risposta che, secondo me, ti ha permesso ancora di più di far risaltare le personalità dei vari personaggi, perfino quelli comparsi per poco.
Complimenti davvero!
Alla prossima <3 |